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Autore: grelaria    05/08/2014    3 recensioni
Tutto è cominciato da una semplice idea, una di quelle che prima o poi vengono a tutti, quelle idee che sono assurde, ma che per qualche motivo hai voglia di far diventare realtà. E che a volte ti cambiano la vita. Per sempre.
***
- L’ho trovata! - dissi.
Ci scansammo tra la gente cercando di raggiungere quella misteriosa persona che la teneva in mano. Da dietro sembrava carino. Un ragazzo, alto poco meno di 1.80 m, ricciolino.
- Hey, ciao! Siamo le ragazze dell’ag.. - si voltò.
- Oh porca troia. - esclamai.
Quel ragazzo era Harry Styles.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Greta's diary

Ero impaziente, non vedevo l’ora che arrivasse quel maledettissimo giorno. Se avessi potuto sarei corsa in aeroporto per andare a New York. Riuscivo a stento a trattenermi, e non solo perché avrei fatto la damigella: quella faccenda con Harry mi stava mandando fuori di testa, non ci capivo più niente. Fortunatamente non ero l’unica, perché anche Ilaria era nella mia stessa situazione.
Era arrivato il 15 settembre. Ilaria non stava più nella pelle, io continuavo a camminare avanti e indietro per via del nervosismo. In pratica dopo tre anni che ci eravamo evitati ci saremmo rincontrati.
Forse avevo solo della normalissima paura, magari non era vero che Harry mi voleva ancora con sé, magari veniva lì con un’altra ragazza.
<< Greta, tutto bene?>> Ilaria mi raggiunse.
Ero seduta sui gradini del giardino interno, e a quanto pareva sembravo molto angosciata, data l’espressione preoccupata di Ilaria.
<< Si, cioè no... Non lo so.>> Nemmeno io sapevo realmente cosa provavo dentro.
<< Mi sento come una di quelle donne di mezza età in piena crisi ormonale da menopausa.>> Ilaria sorrise.
<< Mmh, okay. Esci-da-questo-corpo!>> incrociò le dita con fare teatrale e le porse di fronte al mio viso. Scoppiai a ridere.
<< Rivoglio indietro la Greta che conosco, chiaro? Quella che a ogni cazzata che facciamo ride come una matta, la mia amica!>> la abbracciai. Fortuna che c’era lei.
<< Seriamente, che cosa ci sta succedendo?>>
<< Bella domanda.>> Chiacchierammo finchè non arrivò mezzogiorno.
Trovavo assurdo il modo in cui riuscivamo a parlare per così tanto tempo quando in fin dei conti vivevamo sotto lo stesso tetto. Andammo a pranzare fuori, almeno avevamo tutto il pomeriggio per fare le valigie e non avremmo perso troppo tempo.
Tornammo a casa che erano circa le due. Tirai fuori le valigie e un borsone, in cui avremmo messo il nostro regalo di nozze, un quadretto d’argento con le loro iniziali stampate sulla cornice.
Io mi occupai dell’imballaggio del quadro, mentre Ilaria aveva iniziato a tirare fuori i vestiti. Non dovevamo stare molto, perciò presi lo stretto indispensabile, mettendo qualcosa anche nel borsone.
Fece lo stesso Ilaria. Dopo un’ ora e mezza avevamo già finito.
<< Ehi, ce l’abbiamo fatta!>> esclamò Ilaria, appoggiandosi le mani ai fianchi e tirando un sospiro di sollievo.
<< Dovrebbero farci una statua, come minimo!>> Esausta andai a preparare due tè.
<< Come pensi che sarà il matrimonio?>> chiesi, sorseggiando lentamente l’infuso, che era bollente.
<< Sicuramente sarà una cosa grandiosa. Elizabeth ha un lavoro che rende parecchi soldi, mentre il suo futuro marito credo sia imprenditore, quindi...>>
<< Ah, però!>>
<< Già..>> finimmo di bere il the e uscimmo in giardino.
Era nostra abitudine andare a sederci a bordo piscina prima di fare qualche viaggio “importante”. Ci mettevamo lì, nonostante il freddo o il vento, chiudevamo gli occhi e stavamo in silenzio qualche minuto, come se dovessimo salutare la nostra casa. Non sapevo perché lo facevamo, ormai ci veniva quasi naturale, un po’ come quelle persone che ogni domenica cucinano sempre la stessa cosa, o una roba del genere.
<< Che ne dici di chiamare El, Sarah e Danielle per salutarle?>>
<< E Perrie dove la metti?>> me ne dimenticavo sempre. Non che mi stesse antipatica, anzi. Solo che era un tira e molla con Zayn, non si capiva se stavano insieme giusto per passare il tempo o altro.
Ma soprattutto non volevo metterla in imbarazzo facendo qualche mia solita figura di merda. Però era una ragazza simpatica e gentile, non potevo dire il contrario.
Ormai Eleanor e Louis erano fidanzati da quattro anni, Danielle si era lasciata con Liam circa un anno fa, ma in questi ultimi periodi avevano cominciato a risentirsi.
Dopo averle chiamate ci raggiunsero da Starbucks, dove avevamo detto loro di venire.
<< Ragazze!>> ci abbracciammo tutte assieme, e non mancarono le fotografie di alcuni passanti.
<< Quindi domani partite?>>
<< Staremo qualche giorno e ne approfitteremo per aggiornare ulteriormente il blog>> precisò Ilaria.
<< E faremo shopping!>> continuai << Molto shopping.>> ridemmo di gusto.
Avevamo la fortuna di avere le valigie semi-vuote, sicuramente sarebbero state piene per il ritorno.
<< Basta che non superiate la soglia massima di peso!>>
<< Si spera... Voi cosa avete in programma?>> chiesi, incuriosita.
<< Io e le Little Mix ci dobbiamo trovare a Sheffield per registrare alcuni nuovi brani...>>
<< Io devo ballare al concerto di LMFAO a Londra!>>
<< Io devo studiare per l’esame di ammissione al corso di letteratura di Oxford. Figo no?>> Scoppiammo tutte a ridere. Sarah, sempre la stessa.
<< Tu, El?>>
<< Sinceramente non ne ho idea, voglio prendermi una pausa, al suo ritorno da New York gli chiederò se vorrà fare una vacanza, o robe del genere...>>
<< Fai bene, bisogna staccare ogni tanto.>> Ci salutammo definitivamente e tornammo ognuna per la propria strada.

<< Greta, hai notato che Eleanor era un po’ strana?>>
<< Stavo per chiederti lo stesso. Sentiremo cos’ha da dire Louis domani…>> non ci pensai troppo. Dopo aver imbarcato le valigie ci dirigemmo al gate.
<< Porca vacca Ila, non avevamo pensato a una cosa...>>
<< Non avrai dimenticato il portafoglio, vero?>>
<< Ma no! Stavo per dire che in teoria i ragazzi dovrebbero prendere il nostro stesso aereo.>>
<< Era meglio se mi dicevi del portafoglio>>. Neanche l’avessi detto apposta, li vidi in lontananza raggiungere la VIP Area.
<< Merda merda merda. Dobbiamo andare!>> Non vedevamo l’ora di incontrarli, e scappavamo. Eravamo sempre state molto coerenti noi due.
Fortunatamente alcune loro fan li bloccarono e riuscimmo a svignarcela senza farci notare. Entrammo da Jimmy Choo. I ragazzi non sarebbero entrati. Ci nascondemmo dietro alcuni scaffali per spiarli, ma per sbaglio mi appoggiai su una mensola che non era molto salda e tutte le borse che vi erano sopra caddero a terra, causando parecchio rumore.
<< Ma che cazzo!>> imprecai.
Vidi Zayn girarsi e sgranare gli occhi, lo seguì a ruota Louis. Eravamo rosse come peperoni.
Fortunatamente i due ragazzi ci ressero il gioco e portarono gli altri da un'altra parte con una scusa. Fortuna che non ci avevano visto.
Chiedemmo scusa forse mille volte alla commessa, e dopo aver riordinato tutto uscimmo, ancora imbarazzate per la figuraccia. Qualche minuto dopo chiamarono il nostro volo, e ci dirigemmo verso l’aereo, provando a non fare altre stupidaggini.

Il volo fu devastante. Continuavano ad esserci turbolenze, e il bambino che avevamo davanti aveva iniziato a vomitare.
Almeno eravamo lontane da Harry, Niall e company. Arrivate in aeroporto cercai di correre il più velocemente possibile per andare a recuperare le valigie.
Vidi Liam avvicinarsi. Mi guardò e iniziò ad agitare le mani. Ma che stava facendo! Lo fulminai con gli occhi, e capì ciò che intendevo dirgli.
Arrivò al suo fianco Harry, per aiutarlo nel recupero delle valigie, e mi vide. Feci finta di niente, come se non lo avessi visto. Mi guardò per un tempo indefinito finchè Louis non lo chiamò.
Ilaria mi raggiunse poco dopo.
<< Le valigie sono arrivate?>>
<< Solo una..>> Passarono venti minuti, poi quaranta, e le valigie non arrivavano. I ragazzi se ne erano andati già da un pezzo.
<< Per un disguido alcune delle valigie sono state inserite nell’aereo che portava a Los Angeles, verranno restituite il prima possibile.>> ci avvisò un poliziotto della dognana. Cosa? Pregai con tutto il cuore di aver capito male. Ilaria era sbiancata, come la maggior parte delle persone che come noi non avevano i bagagli, o almeno, tutti i bagagli. Ci dirigemmo verso l’uscita. Elizabeth era incazzata nera. Era venuta a prenderci e aveva saputo tutto.
<< Perché! Perché deve succedere sempre tutto quanto a me?!>> Era esasperata e continuava a urlare dentro il taxi. Non ce la feci più.
<< Vi devo dire una cosa.>> si zittì e si voltò verso di me, Ilaria la seguì a ruota.
<< Ecco, ero curiosa, e così ho preso i vestiti e li ho messi nel borsone, volevo provarli appena saremmo arrivate in albergo...>> Si rilassò.
<< In altre circostanze ti avrei ammazzato, ma… Grazie.>>
<< La tua curiosità ci ha salvato!>> risi, effettivamente era vero.
Raggiungemmo l’albergo ed Elizabeth ci accompagnò personalmente nella nostra stanza. Prima di andarsene si soffermò sulla porta.
<< Avete visto i ragazzi?>>
<< Ehm… Si?>>
<< Ah, perfetto. Loro saranno i testimoni dello sposo...>>
<< Ma si conoscono?>> Che razza di domanda avevo fatto? Ovvio che si conoscevano, dal momento che uno non si sceglie i testimoni di nozze al supermercato o sfogliando una rivista scandalistica.
<< Si, hanno dovuto lavorare insieme un po’ di tempo fa e sono rimasti molto amici! E inoltre alcuni colleghi di Oliver sono in Asia per lavoro e non avrebbero mai fatto in tempo a tornare per il matrimonio.>> Che sfiga. Proprio in Asia se ne dovevano andare, eh? Salutammo Elizabeth e svuotammo l’unica valigia che avevamo.
<< Beh, questa giornata è iniziata proprio bene, non credi?>> esordii sarcastica, ridendo in modo inquietante.
<< Allora se riassumiamo... Eleanor semi-depressa, noi che distruggiamo il negozio a Heathrow, il bambino che continuava a vomitare, le turbolenze, la perdita della valigia, i ragazzi che saranno testimoni.>> << Sarà perché domani è venerdì 17?>> non ci avevo pensato. La sfortuna aveva già iniziato a colpirci il giorno prima? Mi misi una mano sulla fronte e tirai fuori la scatola dei vestiti, che alla fine non avevo ancora aperto.
<< Sbrighiamoci, fra poco ci sono le prove, e sinceramente non ho intenzione di vedere un’Elizabeth ancora più incazzata di quanto non lo fosse già!>> Andai a sciacquarmi il viso e poi uscii dalla stanza con Ilaria, entrambe stufe di quella giornata che non era iniziata nel migliore dei modi.



Ilaria's diary

Arrivammo alle prove del matrimonio con il fiatone. Ovviamente eravamo in ritardo, nonostante all'inizio fossimo in anticipo. Il problema era che volevamo scoprire la camera dei ragazzi e questo ci aveva fatto ritardare enormemente. In pratica mentre Greta intratteneva il ragazzo alla reception, io senza farmi vedere dalle telecamere rovistavo tra i vari schedari. Alla fine, era risultato che la loro camera si trovava sul nostro stessopiano, ma nel corridoio opposto al nostro.
Alle prove, scoprimmo che maschi e femmine erano stati divisi in due orari diversi. Io e Greta tirammo un sospiro di sollievo, finalmente un po' di fortuna. Non essendo proprio le ultime arrivate, Elizabeth non disse niente e questo ci risparmiò la ramanzina.
<< Ragazze, i vestiti vi stanno a pennello!>> era vero, con un po' di modestia, potevo dire che stavamo proprio bene nei nostri vestiti.
Il colore principale del matrimonio era il marrone, combinato all'oro e al panna. Di conseguenza i nostri vestiti erano color cioccolato e piuttosto diversi l'uno dall'altro.
Io indossavo un abito lungo con un corpetto drappeggiato che arrivava fino al bacino e si allungava in una gonna ampia a pieghe. Inoltre aveva solo una spallina simile al motivo della parte inferiore del vestito. A coronare il tutto un paio di scarpe con tacco dodici. Greta, invece, indossava un vestito con corpetto anch'esso drappeggiato a piccole pieghe che si andava ad allungare in una gonna a balze e un paio di sandali con tacco. I vestiti erano fantastici e ci facevano sembrare delle principesse, l'unico problema erano i nostri capelli disordinati per via del viaggio e il trucco messo troppo velocemente.
Ma per fortuna il giorno dopo ci aspettava il miglior parrucchiere della città, per lo meno stando a sentire ciò che diceva Elizabeth.
<< Allora ragazze, in quanto mie damigelle, dovrete sollevarmi lo strascico quando entrerò in chiesa!>> sentenziò Elizabeth con fare teatrale, era la solita programmatrice, ma in fondo io l'adoravo proprio per quello.
<< Lo sappiamo Elizabeth, l'avevi anche scritto nell'e-mail.>> rispose Greta sorridendo.
<< Elizabeth, siamo onorate di essere le tue damigelle, voglio che tu lo sappia. Hai fatto tanto per noi e speriamo con tutto il cuore che il giorno del matrimonio sia tutto perfetto. Te lo meriti!>> dissi.
Per poco, ad Elizabeth non vennero le lacrime agli occhi. Poi dopo aver fatto un enorme sorriso, tornò seria.
<< Signore, dobbiamo iniziare con le prove. Anche perché alle otto e mezza, toccherà agli uomini! Allora, su quella lavagnetta all'entrata troverete i vostri nomi seguiti dal vostro tavolo, vi prego di fare attenzione e di sedervi al tavolo giusto.>> Io e Greta raggiungemmo l'entrata della sala. Quando finalmente trovai il mio nome, Elizabeth ci raggiunse.
<< Ilaria, Greta... Essendo le mie damigelle, voi sarete nel tavolo con gli altri testimoni!>> Ci mancò poco che gli occhi mi uscissero dalle orbite. I testimoni... Niall ed Harry. Rimasi a bocca aperta, mentre Greta aveva lo sguardo perso nel vuoto. Era la nostra occasione per rivederli. Oppure era l’influenza del venerdì 17?
Non sapevo se considerare questo fatto una cosa positiva o no. Eppure perché al solo pensiero di dover stare al loro stesso tavolo la tensione mi assaliva? Le prove erano state piuttosto estenuanti perciò appena terminarono, io e Greta ci dileguammo. Non volevamo ancora incontrarli, non era il momento.
Mentre stavamo per svoltare l'angolo, sentii delle voci provenire da lontano. Guardai dietro di me e li vidi, mi bloccai di colpo.
Niall indossava uno smoking nero, mentre Harry portava una giacca color panna. Proprio quando stavano per vederci, mi precipitai a girare nel corridoio a fianco e raggiunsi Greta.
<< Dov'eri finita?>> mi chiese.
<< Li ho visti, ma loro non hanno visto me.>> risposi col fiatone.
<< Menomale... Cioè...>> tentò di dire Greta, ma sapevo esattamente cosa provava in quel momento.
<< Lo so. Lo voglio rivedere, certo. Ma al solo pensiero di incontrarlo di nuovo, di avere un faccia a faccia con lui...>> non riuscii a terminare la frase.
Greta mi capiva ed io capivo lei, mi chiesi se anche loro fossero tesi al pensiero di rivederci. Il giorno dopo, non ci fu molto tempo per riposare e abituarsi al fuso orario.
Elizabeth ci venne a svegliare alle otto e ci recammo a fare colazione. La sala era praticamente vuota, ciò voleva dire che eravamo le uniche già sveglie.
E mentre i camerieri ci portavano la colazione, Elizabeth ci spiegò per la milionesima volta il programma della giornata.
<< Ricordatevi alle 15.30 vi aspetta il parrucchiere e alle 21.30... Addio al nubilato!>> lo urlò talmente forte che presi un colpo e quasi non mi strozzai con il succo di frutta.
<< Si Elizabeth... Lo sappiamo, solo una cosa, ce l'abbiamo il tempo per lo shopping?>> chiese Greta, piuttosto agitata per la risposta. << Va bene. Ma non voglio ritardi! Siamo intesi?!>> più che una domanda sembrava un ordine, perciò io e Greta annuimmo silenziosamente.
<< Ma... Elizabeth... Perché ci hai fatte svegliare alle otto?>> mi ritrovai a domandare.
<< Ah! Giusto. Volevo che veniste con me per l'ultima prova abito. Poi dopo sarete libere di fare shopping!>> sorrisi, non vedevo l'ora di vedere il suo abito da sposa.

Quando arrivammo al negozio, non riuscii a trattenermi dall'emozione. Incominciai a vagare per l'intera atelier, ammirando gli abiti esposti. Erano semplicemente fantastici. M'immaginai a provarli tutti quanti, ma poi la voce di Elizabeth mi fece ritornare alla realtà.
<< Aspetta di vedere il mio abito...>> disse raggiante. Io e Greta ci accomodammo sulle poltroncine bianche poste davanti ai camerini.
Ero curiosa di vedere l'abito di Elizabeth, conoscendola sarebbe stato bellissimo. Quando uscì dal camerino, rimasi sbalordita dalla bellezza dell'abito e della totale trasformazione della sposa. Sembrava un'altra persona, forse era il vestito o l'aria principesca, ma a stento riuscii a riconoscerla. Con i capelli raccolti in uno chignon, la coroncina su cui vi era attaccato il velo che formava un secondo strascico e l'aria sognante. Il vestito poi, semplicemente unico, in stile Elizabeth. Di colore panna con inserti d'oro, aveva un corpetto stretto a cuore che a metà busto si estendeva in un'ampia gonna. Sul davanti, all'altezza del bacino, aveva una specie di fascia morbida che si allungava a balze lungo il fianco sinistro. Quando si girò, notai anche il lungo strascico con inserti in pizzo.
<< Allora, vi piace?>> ci chiese con gli occhi che le brillavano.
<< Sei stupenda Elizabeth.>> Esclamammo io e Greta all'unisono. Era parecchio emozionata, tanto che le scese anche una lacrima. Ero felice per lei, enormemente felice.
Le fui grata per averci portate con lei, un'esperienza davvero irripetibile. Solo in quel momento mi resi conto che senza Gims non avremmo mai potuto essere lì, non avremmo mai conosciuto tutte le persone fantastiche che avevamo incontrato nel corso degli anni e soprattutto non avremmo mai vissuto tutte quelle esperienze bellissime. Senza Gims... Non so davvero cosa avrei fatto senza il nostro blog.

Elizabeth ci lasciò davanti ad una serie di negozi e mentre lei ritornava all'hotel, iniziava la nostra giornata di shopping sfrenato. Non escludemmo nemmeno un negozio, entrammo in tutti quelli che ci capitavano, a fianco o davanti, niente e nessuno poteva fermarci. Niente e nessuno, tranne i ragazzi in compagnia di Jared. Io e Greta ci rifugiammo nella prima porta aperta che trovammo.
<< Allora già il fatto che non mi abbia avvisata del suo arrivo, mi fa girare i coglioni. Ma che dopo tutto quello che è successo preferisca la compagnia di quei due alla mia... Mi fa imbestialire!>> Greta si mise a ridere, una risata piuttosto fragorosa.
<< Caspita, dovevi vedere la tua faccia...>> mi disse ridendo, ovviamente.
<< Non è divert... Ma dove siamo finite?>> Greta si guardò intorno ed io feci lo stesso.
<< Vestiti di carnevale...>> si interruppe.
<< ...L'emporio di Madame Livells... Vecchio, nuovo, qui si ricicla tutto!>> lesse la scritta all'entrata.
<< Beh... Interessante...>> dissi, pensando ancora ai ragazzi e a Jared.
<< Per distrarci un po'... Che ne dici di provare qualcosa?>> la proposta era piuttosto allettante e dopotutto era quello che ci serviva, divertimento puro.
Inutile dire che eravamo state le uniche clienti di Madame Livells, dopo anni. L'emporio era pieno di polvere ed io ero sicura di aver visto un ragno grosso quanto la mia mano aggirarsi per i camerini. Ma a parte quello, mi divertii molto. Sarà stata l'aria rilassata e simpatica della signora Livells, un'anziana donna alta non più di un metro e quaranta, e con una capigliatura stile anni '50, o le canzoni techno che rimbombavano per il negozio che stonavano completamente con l’ambiente… Fatto sta che non riuscii a trattenere le risate per più di un minuto. Era incredibile quanto mi fossi divertita all'emporio, se anche me l'avessero detto non ci avrei mai creduto, perché alcune cose bisogna provarle per crederci.
Uscimmo che si erano fatte le due e mezza. E, siccome mancava un'ora all'appuntamento dal parrucchiere, era meglio sbrigarsi a trovare un taxi.
Trovarne uno libero non fu facile. Non ero più abituata al tranvai di New York, erano passati ben tre anni dall'ultima volta che ci avevo vissuto e mi risultò difficile riabituarmici.
<< Caspita, ma com'è possibile... Ogni volta che ne inquadriamo uno, arriva qualche persona a fregarcelo.>> Greta era atterrita, perciò presi in mano la situazione e, appena vidi spuntare un taxi in lontananza, mi precipitai in strada. Quello rallentò ed io mi misi da parte per farlo accostare. Poi aprii lo sportello e mi ci fiondai dentro, seguita da Greta.
Diedi al tassista le indicazioni e in men che non si dica, ci ritrovammo in mezzo al il traffico newyorkese. Mezz'ora dopo, eravamo davanti all'insegna luminosa e piuttosto chic del parrucchiere. Spalancammo la porta d'entrata. Quando varcammo la soglia del negozio, fummo accolte da una signora sulla cinquantina d'anni. L'interno del negozio era piuttosto ampio, costernato da numerosi specchi e poltrone. Ce ne saranno state almeno una ventina. Si vedeva che era un posto piuttosto "In", non passava inosservato fuori e nemmeno dentro.
<< Buongiorno signorine, posso esservi utile?>> ci chiese la donna.
<< Sì, abbiamo una prenotazione a nome di Elizabeth.>> La donna non mi fece nemmeno finire.
<< Accomodatevi, Ryan e Cassandra saranno subito da voi.>> Il negozio era visibilmente pieno. Cosa che all'inizio non avevo nemmeno notato. Ci sedemmo sulle sedie all'entrata ed iniziammo a sfogliare alcuni giornali scandalistici.
<< Okay... Non ho la minima idea di cosa ci aspetti. Non oso immaginare...>>. Un'ora dopo eravamo pronte. Saremmo potute andare al matrimonio anche seduta stante. Non avevano pensato solo ai capelli, ma anche alla manicure e a tutto il restauro completo. Eravamo come nuove.
<< Bene ragazze... Domani mattina vi aspetto alle nove e mezza per completare le vostre pettinature e per il trucco. Siete fantastiche!>> disse Ryan sorridendo e Cassandra annuì alle sue parole.
<< Perfetto... A domani>> uscimmo dal negozio, completamente frastornate, ma felici.

L'addio al nubilato fu memorabile. Niente a che vedere con quello che si vede nei film. Alle nove e mezza eravamo all'entrata dell'hotel come programmato, Elizabeth era già lì al fianco di una limousine lunghissima e bianca. Aveva in testa una coroncina e una fascia, sembrava avesse appena vinto il concorso di "Miss Mondo". Prendemmo posto all'interno della limousine e scoprimmo che c'erano altre persone. La sorella minore di Elizabeth, di tre anni più grande di noi, che faceva la terza damigella, la sua amica di infanzia, nonché sua testimone, tre cugine, di cui una aveva la nostra età, e alcune colleghe di lavoro. Insomma, eravamo un gruppo molto numeroso. La limousine ci portò in un locale che si trovava all'ultimo piano di un grattacielo, la vista era stupenda e l'interno lo era ancora di più. Non era la solita discoteca che mandava musica a palla, ma una specie di pub lussuoso. Ci divertimmo un mondo, facendo giochi adolescenziali, ballando e cantando a squarciagola, sotto gli occhi stupiti della gente. Alcuni ci guardarono male, ma quando capirono che era un addio al nubilato, si lasciarono scappare anche qualche sorriso.
<< Allora Elizabeth, pronta per domani?>> sopra la mia voce, si insinuò quella di sua sorella maggiore. << Gli uomini invece dove sono andati?>>.
<< Fuori città, sinceramente non so altro! L'importante è che domani lo sposo sia all'altare prima di me!>> ribattè Elizabeth sorridendo.
<< Concordo in pieno... La mia sorellona si sposa!>> disse Bridget, la sorella minore.
<< Eh già...>> rispose con le guance rosse.
<< Fortunato lo sposo!>> urlammo in coro tutte quante.
Tornare all’ hotel fu un trauma. Le uniche a non aver bevuto per via dell’età eravamo state io, Greta e Felicity, la cugina di Elizabeth.
Le altre, beh.. Dire che erano ubriache fradice sarebbe stato un eufemismo. Alcune si erano addormentate in limousine e toccò a noi svegliarle e trascinarle su per le camere. Con l'aiuto dei due facchini dell'hotel, in meno di mezz'ora fummo nelle nostre stanze.
<< Pronta per domani?>> mi chiese Greta con voce trepidante.
<< Sì, ma credo che domani mattina sarà un “no”.>> risi e lei si unì alla mia risata. Erano le tre di notte, mancavano sette ore e mezza al matrimonio.





#SPAZIO AUTRICI

Hello girls!
Eccoci di nuovo qui con un nuovissimo capitolo di Gims. Abbiamo cercato di aggiornare il prima possibile, speriamo di non avervi fatto attendere troppo.
Ecco che le nostre Gims Girls sono approdate a New York per il lieto evento e già hanno combinato un pasticcio dopo l'altro ahahaha
Cosa pensate accadrà adesso che l'incontro con i ragazzi è prossimo? Per scoprirlo, vi aspettiamo al prossimo capitolo che pubblicheremo a breve.
Ma nel frattempo fateci sapere cosa ne pensate! Come sempre, cogliamo l'occasione per ringraziare tutti coloro che seguono e recensiscono la nostra storia ad ogni capitolo.
Vi vogliamo bene! Grazie di tutto cuore ♥
Un bacione grandissimo,
Gims Girls :)

 
   
 
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