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Autore: SandrinaWriter    05/08/2014    3 recensioni
Come sarebbe andata se Marissa non fosse morta? Se lei fosse riuscita a sopravvivere a quell'incidente? Come sarebbe continuata la sua storia con Ryan? Cosa sarebbe successo a Seth e Summer? Ecco come io immagino la mia quarta stagione di The O.C., ecco come avrei voluto che andasse. Perché Ryan e Marissa erano destinati a stare insieme. Perché Seth e Summer avevano un futuro davanti a sé. Perché i Fantastici Quattro sarebbero ancora stati Fantastici.
Genere: Commedia, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Marissa Cooper, Ryan Atwood, Seth Cohen, Summer Roberts, Un po' tutti | Coppie: Marissa Cooper/Ryan Atwood, Ryan Atwood/Taylor Townsend, Seth Cohen/Summer Roberts
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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La luna era ormai comparsa nel cielo da un paio d'ore. Providence era sommersa dalle stelle, alcune più luminose, altre più nascoste. Summer aveva raggiunto Seth all'accademia, sì, per stare un pò con lui, ma soprattutto per tenerlo d'occhio. Anna era tornata e Summer, nonostante tutto, non aveva dimenticato il passato. La gelosia era il suo forte. Aveva il terrore che Seth si potesse allontanare da lei. Aveva paura di perderlo, di nuovo. Così, una volta raggiunto, lui la portò da Anna. Summer aveva cercato di guardarla con occhi diversi, ma non ci riuscì. Eppure in passato le cose si erano risolte. Anna aveva capito di non amare Seth. Non ne era realmente innamorata. E Seth aveva capito che l'unica donna della sua vita era Summer. Però si sa. La gelosia è sinonimo di pazzia. E' l'amore ad essere folle.

"E' stato bello rivedere Anna, non trovi?" disse Seth a Summer, entrambi sdraiati sul letto.

"Sì..."

"E' proprio forte! Abbiamo parlato così tanto..."

"Ah, sì? E di che cosa avete parlato?"

"Mi ha raccontato un sacco di cose. Sai che è stata in Italia?"

"Ma dai.."

"Sì, dice che è bellissima. Dovremmo andarci anche noi, che ne dici?"

"Sarebbe un'idea magnifica!"

"Magari diciamo ad Anna di accompagnarci così ci fa da guida!"

"Da terzo incomodo vorrai dire.." sussurrò Summer tra sè e sè.

"Come dici?"

"No, nulla.."

"Che poi è cambiata tantissimo, vero? Sta bene con i capelli lunghi e poi il biondo le dona"

"Preferisco le more, a parte Coop"

"Bè, anch' io. Altrimenti non avrei scelto te"

"Scelto? Scelto tra chi? Tra me ed Anna?"

"Ma che dici. Scelto nel senso di scelto. Insomma hai capito"

"Non sei convincente"

"E dai, non sarai mica gelosa di Anna, di nuovo"

"Io? No, no. Assolutamente. Ma.. ti ha mica detto se frequenta qualcuno?"

"Mi ha detto di aver chiuso con l'amore.. Poverina, bisogna starle vicino"

"Tranquillo. Ci penso io.."

"Che vuoi fare?"

"Starle vicino"

"Summer.. Ti conosco. Cosa vuoi architettare?"

"Nulla! Stai tranquillo. Ti fidi di me?"

"Più o meno"

"Come più o meno?" gli domandò Summer dandogli una gomitata.

"Ma sì, sì, certo che mi fido di te" rispose Seth avvicinandosi a lei per darle un bacio.

La luna stava calando e Summer e Seth iniziarono a recuperare il loro tempo perso. Seth la baciò dolcemente, Summer gli sorrise. Si guardarono negli occhi e improvvisamente tutto il mondo intorno a loro sembrava essere scomparso. La gelosia per Anna, la Brown, l'Accademia, non c'erano più. Erano solamente loro due, in quel letto che li avrebbe cullati durante l'ennesima loro notte d'amore. Cominciarono a baciarsi, i loro respiri si fecero sempre più intesi. Fecero l'amore per viversi, amarsi, sentirsi di nuovo l'uno parte dell'altra. Perchè era così: si appartenevano.

 

 

La pioggia bagnava le strade di Newporth. Kirsten quella notte non aveva chiuso occhio, si era girata e rigirata nel letto, mentre Sandy aveva dormito a sogni tranquilli. Lui non si era neanche accorto nell'insonnia della moglie, neanche quando poi la mattina si era svegliato. Kirsten non era nel letto con lui. Si era chiusa in bagno a fare un bagno caldo. Era stata tutta la notte sveglia e aveva visto la pioggia nascere. Goccia dopo goccia. Aveva bisogno di riprendersi un pò. Così mentre Sandy era in cucina a fare colazione, lei chiamò Julie. Era l'unica in grado di ascoltarla, di poterla capire e magari di poterla aiutare. Doveva parlare con qualcuno. Aveva bisogno di confidarsi.

"Casa Roberts Cooper, chi parla?"

"Julie sono io, Kirsten"

"Kiki buongiorno!"

"Buongiorno. Disturbo?"

"No, assolutamente. Ma che... che hai? Hai una vocetta.."

"E' che se non parlo con qualcuno rischio di esplodere da un momento all'altro"

"Così mi spaventi. Che succede?"

"E' che... ultimamente.. Anzi, meglio parlarne di persona. Ce la fai a raggiungermi?"

"Certo. Dammi una mezz'ora e sono da te"

"Grazie"

"A tra poco"

E riagganciò. Avrebbe voluto raggiungere Sandy in cucina, dargli il buongiorno e fare colazione con lui, ma non ce la fece. Decise di rimanere in camera. Sapeva che lui sarebbe uscito presto e non aveva voglia di salutarlo. Così sentì dapprima il frigorifero chiudersi e poi la porta sbattere. Sandy era uscito. E non l'aveva salutata. Forse non ne aveva voglia, forse se ne era dimenticato. Fatto sta che lui, in quel momento, non aveva bisogno di lei, di salutarla, di vedere il suo viso prima di andare dal lavoro. Questo pensò Kirsten e la cosa la distrusse ancora di più. Può un marito dimenticarsi di salutare la propria moglie? Possibile che non aveva voglia di darle un bacio, di farle una carezza, di vedere i suoi occhi prima di iniziare una nuova giornata? Kirsten cominciò allora a pensare che forse la sua presenza o assenza non aveva più importanza per lui. Forse il suo lavoro era davvero la sua priorità. Forse non aveva più bisogno di lei. Ma cosa era successo? Come si era arrivati a tanto? Può un amore rompersi in mille frammenti così velocemente?

Quando Julie entrò in casa Cohen, vide Kirsten in vestaglia con il viso che implorava aiuto. Capì immediamente che la situazione era delicata. Così si misero entrambe sedute sul divano e mentre Kirsten rimase in silenzio a fissare il vuoto, Julie la guardava. Osservava il suo sguardo e capiva che stava soffrendo, che dentro aveva un peso da liberare.

"Cos'è che ti fa stare così male?"

"Ho anche paura a dirlo.."

"Ti mancano i ragazzi? Anche a me manca Marissa.. Summer, ma.."

"No, non è questo. Loro mi mancano tanto, ma.."

"Problemi con Sandy?"

"Sì.. E' che... che... ultimamente.. Non lo so, ma è come se fossimo entrati in crisi senza accorgercene"

"Crisi di che tipo?"

"Lui è assente. Lo vedo con la testa altrove. Pensa sempre al lavoro, si dimentica le cose, non ricorda di accompagnarmi agli appuntamenti, si addormenta anche senza di me. Insomma.. piccole cose che però..."

"Che però per te sono importanti"

"Già.. e io non so davvero cosa fare. So solo che la notte non riesco a dormire, non mi va di mangiare, di uscire. Guardami, sono uno zombie. Il mio matrimonio aveva già corso il rischio di andare in rovina e non voglio che succeda di nuovo"

"Tesoro.. tu hai bisogno di staccare un pò la spina. Devi pensare più a te stessa"

"Ma come faccio?"

"Il primo passo per capire se il tuo matrimonio può essere salvato è capire se puoi vivere senza tuo marito"

"Sì, ma.. come faccio a capirlo?"

"Ho in mente io un'idea per te"

"Ti ascolto"

Julie cominciò così ad esporre la sua idea a Kirsten e lei sembrò apprezzare. Forse Julie aveva ragione. Staccare la spina. Doveva staccare la spina.

 

 

 

A Berkeley Marissa e Ryan erano in pausa pranzo. Le lezioni erano state abbastanza complesse e avevano bisogno di prendere un pò di aria. Così decisero di pranzare all'aperto. Ryan vide in Marissa qualcosa che non andava, aveva lo sguardo strano, forse triste. 

"Che hai?" le chiese Ryan.

"Nulla, perchè?"

"E dai, ormai ti conosco come le mie tasche"

"Non c'è nulla davvero"

"Che fai, adesso sei tu quella di poche parole? Guarda che quello è il mio ruolo eh!"

"E va bene. Colpita... Mi mancano loro"

"Julie e Kaitlin?"

"No, mi mancano Summer e Seth, da morire. Tu non la senti la loro assenza?"

"Bè sì.. Ma non possiamo farci niente.."

"Non hai paura di tutti questi cambiamenti? Insomma.. siamo passati da giorni in cui stavamo sempre insieme ad ora che ci vediamo sì e no due volte al mese. Io non so se ce la faccio ad andare avanti così"

"E' che tu vivi nel passato, un pò come Seth. Siete dei romanticoni"

"Ed è così sbagliato?"

"No, ma le cose cambiano. La vita va avanti.."

"Non mi convinci.."

"Facciamo così. Mando un messaggio a Seth e gli chiedo di vederci questo week-end, solamente noi quattro, come ai vecchi tempi. Che ne dici?"

"Dico che sai sempre come rendermi felice. Ma come fai?"

"Bè.. E' un metodo segreto se non ti dispiace"

"E io ti rendo felice così facilmente?"

"Tu mi rendi felice anche solamente stando in silenzio"

"Amo quando mi dici frasi del genere, non me le dici spesso, ma sono più emozionanti proprio per questo"

"E' che non ne sono capace.."

"E invece sei bravissimo. Sai che ti dico? Non amo le tue frasi.. Amo te"

"E io.. e io amo te, solo te"

Marissa gli sorrise dolcemente e si rannicchiò tra le sue braccia. Ryan le accarezzò la testa per poi darle un piccolo bacio proprio sopra la sua chioma bionda. 

Marissa lo guardò, gli sorrise di nuovo ed entrambi si persero nei loro occhi pronti a lasciarsi andare ad uno dei loro tanti baci appassionati. L'amore li aveva travolti. 

"Ehm... ehm... disturbo?" chiese Taylor interrompendoli.

"No, no.. Figurati!" rispose Marissa.

"Veramente sì" sussurrò Ryan senza farsi sentire da Taylor.

"Paul non è potuto venire a prendermi e mi chiedevo se potevo pranzare con voi"

"Noi stavamo andando via.." disse Ryan

"Ah, davvero?"

"No, Ryan scherza. Rimani pure con noi" affermò Marissa.

"Veramente non stavo scherzando"

"E dai.." sussurrò Marissa a Ryan.

"Grazie ragazzi. Ci sediamo lì?" disse Taylor indicando un tavolino libero e dirigendosi lì.

"Dai, andiamo!" esclamò Marissa a Ryan.

"Ce la faremo a stare un pò da soli io e te?"

"Ma se stiamo tutte le sere da soli. Dai, stasera prometto che mi farò perdonare"

"Interessante.. dovresti farti perdonare più spesso!"

"Scemo!"

"Bella!"

"Ancora più scemo! Dai, raggiungiamola che sennò chissà che combina!"

"Agli ordini capo!"

"Ma la smetti?"

"Okay, maestà!"

"Ti odio!"

"Ti amo"

Un bacio al volo e raggiunsero Taylor, per la "felicità" di Ryan.

"Avete sentito che Harry sta organizzando la sua festa di compleanno?" domandò Taylor.

"Harry sarebbe..." disse Marissa.

"Quello del terzo anno, beato lui! Sta organizzando una festa pazzesca a cui inviterà praticamente tutta l'università!"

"Bè potrebbe essere un'occasione per fare nuove conoscenze" affermò Marissa.

"E' quello che ho pensato anch'io! Vorrei tanto portare Paul così ve lo presento!"

"Bella idea!" esclamò Marissa.

"Ottima direi!" disse Ryan. "Così magari stai con lui.." sussurrò Ryan.

Continuarono così a parlare della festa di Harry, alla quale avrebbero partecipato. Mentre Taylor parlava ininterrottamente, Ryan e Marissa si tenevano per mano. Taylor era la solita svampita di sempre, mentre Ryan e Marissa erano i soliti "fidanzatini della scuola", innamorati più che mai.

 

 

La giornata scolastica di Kaitlin era terminata e il suo umore non era propriamente alle stelle. Julie se ne accorse immediatamente quando rientrò in casa. Kaitlin non salutò nessuno e si mise seduta in cucina.

"Non si saluta più?" domandò Julie irritata.

"Scusa mamma. E' che.. proprio non lo sopporto!"

"Ma chi?"

"Andy!"

"Chi è Andy?"

"E' un ragazzo della Harbor. Mi ha puntata sin dal primo giorno, dicendomi tutte frasi strane, ogni volta mi irrita sempre di più e per di più frequentiamo quasi le stesse lezioni. Cioè, devo subirmelo anche in classe, non basta nei corridoi. Ti rendi conto? Tutte le sfighe ce l'ho io! Con quello sguardo misterioso e quel sorrisetto da so tutto io, che poi non sa un bel niente. Non lo sopporto! Mi irrita al solo pensiero!"

"Ti sei calmata?"

"No! Okay, sì. Dovevo sfogarmi"

"E me ne sono resa conto! Tesoro, non è che tante volte questo Andy ti attrae?"

"Lui? A me? Lui a me?"

"Sì, lui a te!"

"Ma non pensarci neanche! Ti sembra che può piacermi un tipo così?"

"Non lo conosco nemmeno.."

"Appunto. Meglio così"

"Guarda che anche io e tuo padre eravamo così.."

"No, mamma. Sei proprio fuori strada. Lui a me non piace. E poi io.."

"Tu?"

"Ho ancora Johnny nel cuore"

"Tesoro Johnny non c'è più, è acqua passata"

"Lo so mamma, ma, non lo so. Non ce la faccio. Non sai quanto mi manca. Lo penso sempre. So che non c'è più, ma lui vive ancora dentro di me. E' come se mi aspettassi di vederlo da un momento all'altro"

"Vieni quì"

Julie abbracciò forte la figlia. Kaitlin era attratta da Andy, anche se non voleva ammetterlo. Ma allo stesso tempo la morte di Johnny era ancora un peso enorme per lei. La verità è che non l'aveva ancora del tutto superata. L'aveva visto morire davanti ai suoi occhi, ne era innamorata e l'aveva perso per sempre. Non voleva guardare nessun altro ragazzo, non ne aveva voglia. Voleva continuare ad occuparsi dei ricordi di lui.

 

 

Kirsten era seduta sul divano con la televisione spenta. Stava aspettando. Stava aspettando Sandy. Avrebbe dovuto dirgli la sua decisione. Non voleva scrivergli nessun biglietto, sarebbe stata una vigliaccheria. Faccia a faccia, doveva affrontarlo. Doveva parlargli guardandolo negli occhi e lui doveva osservarla, come non faceva da tempo. Sentì le chiavi girare nella serratura. Sandy era rientrato.

"Cosa sono quelle valigie?" domandò lui.

"Me ne vado" rispose Kirsten.

"Cosa?"

"Sì, hai sentito bene. Da stasera non vivrò più quì"

 

 

(continua)

 

 

E nel frattempo quel qualcuno aveva preso un taxi e si era diretto verso una casa in particolare. Scese dal taxi, lo fece aspettare lì e andò a suonare alla porta. L'attesa era per lui snervante. Aveva paura, ma era anche determinato. Lei aprì la porta e lo vide lì.

"O mio Dio.. Che... che ci fai tu quì?" domandò lei sconvolta.

"Sono tornato. Sono tornato per resterare" rispose lui.

  
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