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Autore: Suilejade    06/08/2014    1 recensioni
Vi è mai capitato di odiare tanto una persona ma finire con l'amarla?
L'odio e l'amore sono due facce della stessa medaglia, ed è facile oltrepassare il fragile confine che le divide.
"Errare è umano, perdonare è divino"
Genere: Erotico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Scusate l'attesa, ma posso giustificarmi dicendo che ero in vacanza e non ho avuto modo di scrivere.
Scusatemi ancora e buona lettura *-*





Domino aprì gli occhi nel pomeriggio inoltrato, solleticata da delle dita gentili che le scompigliavano i capelli. La prima cosa che vide una volta che si fu abituata alla luce furono due iridi color del ghiaccio.
Si tirò su a sedere e si stropicciò gli occhi – Ben svegliata principessa – le disse in tono gentile Lucas, depositandole un bacio sulla fronte
La bionda lo guardò per qualche istante facendo mente locale – Di sicuro di principesco ho gran poco – sbadigliò e poi fece una smorfia – ho un alito che stenderebbe una carica di bufali imbestialiti, i capelli saranno un disastro, avrò le occhiaie e per condire il tutto ho un mal di testa pazzesco –
Lucas ridacchiò e la tirò in piedi prendendola per un braccio – Sei comunque bellissima, però adesso vieni a fare colazione che sono tutti di la che ti aspettano – detto questo la trascinò in cucina.
Non ha negato quello che ho detto, per cui devo avere sul serio un aspetto orribile.
Raggiunta la cucina venne investita dal buonissimo profumo di waffle sul fuoco, che le fece venire l’acquolina in bocca e borbottare lo stomaco.
- Dominooooo – le si attaccò al collo una gemella
- Abbiamo bisogno di teeeee – arrivò anche l’altra
La bionda le allontanò entrambe – Ma che cazzo, siete ancora sbronze? – le due scossero la testa – e allora girate al largo per almeno un quarto d’ora che mi devo riprendere – sbuffò e si sedette su uno sgabello libero vicino ad Elizabeth che le sorrise – Ben svegliata – Domino grugnì.
Tate era ai fornelli che stava preparando la colazione per tutti, le fece un cenno di salutò e l’altra rispose con un sopracciglio alzato. Di fianco a lei, appoggiato sul frigo c’era Raoul che stava mandando dei messaggi, non appena la vide sul suo viso si allargò un sorriso a trentadue denti – Buongiorno bellissima – l’altra lo guardò e sbuffò – Se mi avessi salutato dicendo “Buongiorno Grinch” ti avrei preso più sul serio – tutti scoppiarono a ridere.
Qualche istante dopo entrò Cam, che la salutò con un mezzo sorriso, lei rispose mugugnando qualcosa che nessuno capì.
Cinque minuti dopo erano tutti e nove seduti attorno alla tavola rettangolare, che era stata liberata dalle bottiglie vuote, bicchieri usati e quant’altro. Ogni persona era stata munita di un piatto un bicchiere e delle posate, mentre al centro della tavolata regnava un piatto colmo di waffle ancora fumanti. Tate si allungò sulla sedia, aprì il frigo e ne tirò fuori dello sciroppo d’acero, del miele e della nutella, appoggiò tutto sul tavolo e con aria solenne accordò il permesso di mangiare. Nel giro di pochissimo tempo i waffle vennero spolverati, e il piatto su cui erano appoggiati era talmente pulito e splendente da sembrare uno specchio.
- Ma che ore sono? – chiese Domino massaggiandosi la pancia che finalmente era stata riempita. Raoul che stava ancora facendosi i fatti suoi con il cellulare le rispose quasi immediatamente – Le quattro e mezza – la ragazza spalancò gli occhi. Elizabeth la guardò per qualche secondo poi capì e si stampò una mano in fronte, benedetta telepatia tra migliori amiche.  Tate le squadrò entrambe – Cos’avete voi due? Mammina e papino vi aspettavano a casa a mezzogiorno? – non appena finì la frase anche Lucas sembrò capire quello che le due ragazze stavano pensando – Oddio, che schifo – commentò
Cam fece scorrere lo sguardo su tutti e tre – Ma cosa siete telepatici? Magari state pensando a cose diverse – alzò un sopracciglio. Domino lo guardò per qualche secondo – Forse siamo anche un po’ telepatici, ma ti do un indizio, scommetto che ci arriva anche uno come te, che non brilla per la sua intelligenza – gli occhi del ragazzo, dalle mille sfumature di verde, erano puntati su di lei, con un cipiglio leggermente offeso – Domani… fra meno di ventiquattro ore… dove saremo rinchiusi noi tutti? – lui spalancò gli occhi e si passò una mano tra i capelli, in modo terribilmente sexy, Domino si morse il labbro inferiore per non permettersi di fantasticare troppo – Al campo scuola di merda – sospirò lui con aria rassegnata. Quando lo disse ad alta voce ci fu un coro di “An si, oddio, è vero” da quelli che non ci erano arrivati e Domino applaudì – Bravo bambino che si sei arrivato – disse ironicamente.
 
Domino tornò a casa che erano le cinque passate, indossava i vestiti delle sera precedente e la prima cosa che fece fu farsi una doccia tiepida, soltanto in quel momento permise ai suoi ricordi di farsi vivi e cominciò ad analizzarli a mente lucida.
Ho sul serio pomiciato con Raoul! Io! Che schifo! Assurdo! E se mi fossi presa qualche malattia?.. Ma la cosa strana è che nessuno l’ha menzionato a colazione… Ora che ci penso, forse le gemelle e Marc neanche lo sanno. E Elizabeth… ah, Elizabeth, non ci credo che si sia messa a piangere solo perché quel puttaniere… figo per carità… di Cam le ha detto che sembra una bambina… forse è per quello che lo ha fermato quando mi stava raccontando… Ah cazzo! L’acqua è geli… ok adesso va bene… ma perché tutto questo non mi è venuto in mente a colazione, avrei potuto chiedere.. dio che mal di testa… devo assolutamente prendere un’aspirina e poi…  An si, devo preparare la valigia… la valigia… ma come cazzo ho fatto a pomiciare con Raoul?! E poi i waffle… li ha cucinati Tate! Ci avrà messo il cianuro.
Andò avanti così per una mezzora, poi, una volta uscita preparò la valigia per il giorno dopo, imbottendola di sigarette e alcolici, cenò e mise il suo mal di testa a tacere con un’aspirina.
Erano solo le ventidue quando la ragazza si accoccolò nel suo letto a due piazze. Impostò la sveglia per le dieci del giorno seguente, chiuse gli occhi e si rilassò completamente.
 
Si trovava in una stanza quadrata, c’era soltanto un letto, né una finestra né tanto meno una porta. Sembrava una camera di un manicomio.
Letto bianco, muro bianco, pavimento bianco.
Tutto l’ambiente era inondato da una luce bianchissima, neanche si trovasse nel regno dei cieli. Più alzava lo sguardo e più era forte, doveva proprio esserci il creatore lassù.
- Come cazzo ci sono finita qui? Che posto è?
Sentiva un leggero eco della propria voce, ma oltre a quello niente.
- Cos’è? Il campo scuola?
A quelle parole una risata irruppe nella piccola stanza, dal bianco di fronte a lei cominciò ad uscire una persona, prima si vide solo la sagoma del corpo, poi mano a mano che quell’essere si avvicinava si aggiungevano i dettagli, fino a quando, quella creatura si distaccò completamente dal muro.
Sembrava una statua. Una bellissima statua.
Da un punto al centro del petto cominciò ad irradiarsi il colore, che oltre a togliere il pallore del cemento gli dava anche vita. Una volta risvegliata, la statua alzò la testa, che fino a quel momento aveva tenuto rivolta verso il pavimento, e Domino spalancò gli occhi riconoscendolo.
- Lucas?
La statua, ormai non più statua ma persona in carne ed ossa, le sorrise – Eh, già, mia principessa
- Dove CAZZO siamo? Come CAZZO ci siamo finiti qui? E porca miseria che CAZZO ci fai nudo?! – aveva notato solo in quel momento la mancanza più totale di vestiti sul corpo dell’amico… e wow… era davvero… wow.. non c’erano altre parole per descriverlo
- Cos’è non ti piaccio? – chiese lui sbattendo le palpebre con aria innocente
- Non ho detto questo – e non avrebbe potuto dirlo neanche volendo, dato che sarebbe apparsa immediatamente come una bugia, scosse la mano per distogliere l’attenzione da quei pensieri poco puri  – solo che fa un po’ ansia come cosa, siamo rinchiusi in questa stanza, ci sta guardando il creatore, ma a parte lui siamo da soli e tu sei… nudo … e tra l’altro sei appena uscito dal muro
Lui scoppiò a ridere – Ma guarda che non siamo solo io, te e la luce
- Ah no? – chiese spaesata
L’ambiente circostante cominciò a deformarsi, contorcersi su se stesso, allungarsi, cambiare colore.
Domino sbattè le palpebre e si ritrovò in un negozio di… intimo?!
Le era familiare. Si guardò meglio intorno e notò che era lo stesso in cui andavano sempre lei e Elizabeth a fare spese.
Si girò verso il suo amico, che almeno ora era vestito, e lo guardò con aria interrogativa – Bè, che ci facciamo qui? Vuoi comprarti un reggiseno?
Lui sorrise ma non le rispose, limitandosi a un cenno della testa per indicargli qualcosa alle sue spalle.
Lei si girò e quasi le venne un colpo trovandosi davanti Cam e Raoul a meno di due metri da lei.
Prima non c’erano.
Sobbalzò, ma si riprese quasi subito – Cazzo.. volevate farmi un agguato? – chiese, ripetendo di proposito le parole di Cam. Lui le sorrise, in un modo così dolce che Domino sentì il cuore sciogliersi, poi parlò – No, piccola, siamo qui solo per parlarti – anche il suo tono di voce era dolce, più del miele, più dello zucchero filato, le pizzicarono gli occhi, le veniva quasi da piangere, anche se non ne sapeva il motivo.
Lucas si mise affianco a Cam e le sorrise.
Tutti e tre le stavano sorridendo.
Una concentrazione così alta di “figaggine” avrebbe potuto provocare una distorsione spazio temporale.
- Ma cosa siete, messaggeri divini? E’ un qualche processo e io sono sotto accusa? Anzi ho capito, è una candid camera
Lucas scosse la testa – No, niente di tutto questo
- Siete in un negozio di intimo femminile, cazzo. Che altre spiegazioni ci sarebbero? – incrociò le braccia e alzò un sopracciglio
Raoul prese la parola, ignorando la sua domanda – Allora cucciola, ti è piaciuto il bacio di ieri sera?
Lei lo guardò perplessa – Cosa centra? Comunque ero ubriaca ed era un pagamento che avevi richiesto, e poi tre quarti del tempo l’ho passato a vomitare e te a tenermi i capelli
- Non hai risposto alla mia domanda – continuò lui imperterrito, non facendosi distrarre dal tentato cambio di argomento
Domino lo guardò per qualche secondo, cosa voleva che gli dicesse  – Si, baci bene,  con tutta l’esperienza che hai ci mancherebbe altro che non fossi capace. Aspetta, ho capito.. adesso mi dici che mi hai passato una malattia mortale e che devo correre subito in ospedale
- Io ti piaccio? – le chiese, ignorando tutto il suo discorso. Lei spalancò gli occhi, era forse impazzito?
- Che cazzo di domanda è? Hai sbattuto la testa da qualche parte? Magari tutti questi completini femminili ti hanno mandato in cortocircuito i neuroni – disse indicando con un dito l’ambiente circostante - Sai benissimo che per me te e Cam siete soltanto dei puttanieri, non potrebbe mai piacermi nessuno di voi due – disse alzando un sopracciglio
- Però tutte le volte che mi guardi negli occhi rimani incantata, no? – era Cam a parlare
- Che stai dicendo montato? – era spiazzata
- E poi – la ignorò – ti è piaciuto il contatto della mia mano con i tuoi capelli quando te li ho scompigliati, no? – era serio
- Si, sai com’è, mi ci era finito del vomito sopra, quindi è stato veramente un sollievo quando ci hai passato la mano sopra e me li hai puliti – ridacchiò
- Non puoi mentire a te stessa
- Adesso mi dirai anche che in realtà sei la mia coscienza  – sbottò lei – non so cosa tu ti sia messo in testa ma ti ricordo che ero U-B-R-I-A-C-A ,non capivo un cazzo, e anche se avessi fatto qualche apprezzamento per il tuo gesto, cosa che non credo possibile, se fossi stata sobria mi avrebbe solo disgustato quel contatto, sai com’è con tutte le ragazze che ti sei fatto potresti passarmi l’AIDS solo toccandomi, puttana – sibilò acida
- Però non hai negato quello che ho detto – non sembrava per niente infastidito dalle offese appena ricevute – quindi nonostante tutto, ti piace essere toccata da una puttana come me – un sorrisetto malizioso comparve sul suo volto
- Sei solo un egocentrico testa di cazzo, ero sbronza ti ripeto, non rispondevo delle mie azioni – stava cominciando a perdere la pazienza, avrebbe voluto soltanto saltargli al collo e strangolarlo
- Calmati principessa – la voce di Lucas era dolce e tranquilla, e questo bastò per farle passare un po’ la rabbia – sai bene che io la penso come te su questi due, e ti credo quando dici che le attenzioni di Cam ti hanno solo infastidito – sorrise
- Grazie Lucas – sospirò lei, rincuorata che almeno qualcuno in quel fottutissimo negozio di intimo avesse ancora la testa sulle spalle
- Di niente piccola – incrociò il suo sguardo e non smise di sorridere – anche io avrei una domanda da farti
Domino sospirò – Visto che siamo in vena di interrogatori, spara
- Cosa pensi di me? So bene che ormai tra di noi è finita, e non so se tu te ne sia resa conto, ma tu mi piaci ancora e… - Domino spalancò gli occhi, ma non fece in tempo a riflettere su ciò che le aveva appena detto che un rumore assordante irruppe nel negozio, si coprì le orecchie mentre piano piano tutto intorno a lei cominciava a cadere a pezzi.
 
Domino spalancò gli occhi e si mise a sedere sul letto, con il cuore che le batteva all’impazzata. Si guardò intorno per accertarsi di essere nel mondo reale, poi si allungò verso il comodino e spense la sveglia, che con quel rumore infernale le aveva fatto prendere un infarto. Una volta tornato il silenzio si riaccasciò sul letto guardando il soffitto, mentre dei raggi di luce si infiltravano dalle tapparelle della sua finestra.
Richiamò alla mente il sogno appena fatto.
Si mise a sedere a gambe incrociate sul suo enorme materasso, si stropicciò gli occhi e appoggiò la testa sui palmi delle mani, riflettendo.
Devono assolutamente cambiare spaccino, non c’è nient’altro da dire, gli avrà dato della roba allucinogena al posto della maria, non c’è dubbio… vabbè che era solo un sogno, ma erano sul serio fuori di testa, tutti e tre… l’unica cosa che mi è piaciuta è stato rivedere Lucas come madre natura l’ha fatto, e l’ha fatto proprio bene, non c’è dubbio… che poi quello che ha detto lui è stata la cazzata tra le cazzate, è impossibile che io gli piaccia ancora dopo tutto il casino che è successo fra di noi…
Scosse la testa e si alzò dal letto.
Si diresse verso la cucina, per fare colazione.
Si versò un bicchiere di latte e menta e aprì un pacchetto di Gocciole, sedendosi poi al tavolo.
Sfilò una sigaretta dal pacchetto appoggiato di fianco al suo bicchiere e se l’accese, inspirando la sua prima dose di nicotina giornaliera.
Prese in mano il foglio che si al centro del tavolo: era la tabella delle partenze per il campo scuola. A quell’ora le prime, le seconde e le terze avrebbero dovuto essere quasi arrivate, le quarte sarebbero invece partite alle due, con ritrovo davanti alla scuola per le una e mezza. Le quinte non sarebbero venute causa esami.
Ma io dico partire tutti insieme no, eh? Mica ce li mangiamo quelli più piccoli.
Espirò il fumo prendendo un altro sorso di latte.
E anche quest’anno si prospettano tre giorni al mare, in una cittadina dimenticata da Dio, dove gli abitanti hanno cinquant’anni per gamba. Ye!
 
Erano le una, Domino aveva appena finito di mangiare un piccolo panino al prosciutto, voleva riuscire a digerire tutto quanto prima di mettere piede sull’autobus. I viaggi che duravano più di mezz’ora le facevano venire una nausea pazzesca, e voleva assicurarsi di non vomitare. Prese la valigia e la portò, con uno sforzo immenso, sull’uscio di casa, sembrava che dentro ci fossero dei mattoni. Raggiunse il tavolo in cucina, si mise il cellulare e le sigarette in tasca, poi afferrò le chiavi di casa e uscì.
 
Domino arrivò a scuola alle una e mezza spaccate, raggiunse l’insegnate che da davanti le porte del pulmino le faceva segno di sbrigarsi. Lei alzò un sopracciglio perfetto, e, quando fu a meno di due metri dall’uomo, disse – Mi spiace prof, ma non sono famosa per i miei muscoli – spostò lo sguardo sull’imponente bagaglio che si trascinava dietro a fatica.
- Ne sono consapevole – rispose lui con un sorriso infastidito, si avvicinò alla giovane e prese il suo bagaglio, facendo una smorfia di sofferenza quando lo sollevò, poi a passi lenti si diresse verso il bagagliaio del pullman, scaraventandocelo dentro poco dopo.
Domino salì sul mezzo, passò in rassegna tutti i sedili già occupati, finché non individuò Lucas sul fondo dell’autobus che le faceva dei segni con le mani, per farsi notare da lei, che gli sorrise e lo raggiunse.
- Al limite come al solito Dom – le disse scompigliandole i capelli mentre la ragazza gli si sedeva vicino.
- Sono già in uno stato pietoso senza che tu peggiori la situazione – bofonchiò lei mentre le tornava in mente il sogno di quella notte, ma decise di accantonare quel ricordo nell’angolo più remoto della memoria e non pensarci più.
Salutò i suoi amici che erano sparsi lì intorno e ignorò le urla dal fondo del pullman.
- Ti conviene girarti e sentire cosa vogliono, o credo proprio che Cam e Raoul non ci lasceranno viaggiare in pace – le disse May che era seduta di fronte a lei, vicino a Elizabeth. Domino sbuffò e si girò, qualche sedile più indietro c’erano il moro e il biondo più belli della scuola che le stavano sorridendo e le stavano facendo segno di avvicinarsi, lei si mise in ginocchio sul sedile per riuscire a vederli meglio, poi si infilò il dito medio in bocca, e piano piano, in modo sensuale, cominciò a farlo uscire fino a quando i due ragazzi, che inizialmente si erano aspettati qualche proposta sconcia, si ritrovarono a fissare un dito medio alzato, un vaffanculo in piena regola. Dopo un attimo di stupore i due cominciarono a ridacchiare, così come tutti quelli che avevano assistito alla scena, e ritornarono a farsi i fatti loro.
Quando si girò Domino vide un’ombra scura negli occhi che Elizabeth teneva puntati su di lei – Tutto bene Ely? – lei sembrò scuotersi da una specie di trans e le sorrise debolmente, mormorando un “si,si” poco convinto.
Il professore salì sull’autobus e fece l’appello, quando ebbe finito  l’autista mise in moto, Domino fece un sospiro, si accoccolò sulla spalla di Lucas, si infilò le cuffiette e chiuse gli occhi, sperando di riuscire a dormire per la maggior parte del viaggio.
 





So che ci sono stati alcuni piccoli colpi di scena che non sono stati approfonditi,
ma vi prometto che si chiarirà tutto più avanti ^-^

Spero vi sia piaciuto, e come al solito non esitate a farmi sapere cosa nè pensate,
tirate fuori il critico che c'è in voi ;)
Alla prossima
-Hieme.


 
   
 
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