Libri > Percy Jackson
Segui la storia  |       
Autore: Fantasiiana    06/08/2014    7 recensioni
Persefone, dea della primavera e regina degli Inferi, è improvvisamente scomparsa. Zeus non permette agli altri dei di unirsi alle ricerche e gli Inferi sono completamente allo sbaraglio. Ade ha infatto fermato la Morte dall'uccidere e non la rilascerà finchè Persefone non sarà tornata al suo fianco.
Ma una creatura che non veniva vista da secoli torna a fare breccia nel cuore del dio dei morti, mentre la sua consorte è tenuta prigioniera e privata della memoria.
Una terribile vendetta è in corso e mira a spodestare la dea dal suo trono e dal suo ruolo di moglie.
Di amori, oscurità, vendetta e gelosia.
A voi se leggere o meno.
**************************
Dal secondo capitolo:
-Ora basta!
La sala calò nel silenzio più assoluto.
-Nessuno di voi abbandonerà il proprio posto.
-Persefone è anche tua figlia!- squittì indignata Demetra, scattando in piedi. -Come puoi...
-Così ho deciso- la interruppe Zeus alzando una mano. -Non voglio rischiare un'altra guerra per una distrazione.
-Quindi Persefone sarebbe questo? UNA DISTRAZIONE?!- chiese ancora Demetra, ma non ricevette risposta.
Si voltò, allora, verso Ade.
-E tu? Non dici niente?!
-Non mi aspettavo nulla di più.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ade, Altro personaggio, Persefone
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 4







Il dio passeggiava tranquillamente fuori dalle mura del suo palazzo.
Amava camminare appena sveglio: lo aiutava a pensare.
L'odore di zolfo gli penetrava acre nelle narici, solleticandogli i sensi quanto avrebbe fatto il profumo di un mazzo di fiori qualunque.
Alla fine si era abituato a quell'odore pungente, dopotutto. All'inizio non lo aveva creduto possibile, ma presto la repulsione per il ruolo che i suoi fratelli gli avevano rifilato, dopo la spartizione del regno di Crono, era scomparsa, sostituita da un piacevole interesse.
Ad un tratto, intravide una figura vicino le rive del Cocito, il fiume del pianto, freddo come il ghiaccio, affluente dello Stige e perciò inquinato quasi come quello.
Si avvicinò, curioso, e capì che quella che aveva davanti era una ninfa infernale. Diversa dalle sue cugine di Superficie, dalla pelle pallida e le vesti scure, piangeva lacrime nere china sulle sponde del fiume.
Il dio si schiarì la voce, attirando la sua attenzione.
-Oh, mio signore!- esclamò lei affrettandosi ad alzarsi e ad inchinarsi.

Ade fece un cenno con la mano e lei si risollevò.
-Perchè piangevi?
Lei parve colta alla sprovvista.
-Emh... Ecco io...
Si voltò verso le acque bianche e inquinate, e il suo volto si rattristò.
-E' che è così...- Ci pensò su.
-Lo so- concordò Ade, vedendola in difficoltà.
-E' la mia casa, mio signore! I mortali non dovrebbero sporcarla così!

Le guancie le si imporporarono per la rabbia.
Il dio rise.
-Qual è il tuo nome, ninfa temeraria?
Lei parve di nuovo sorpresa, ma si affrettò a rispondere, stavolta con prontezza.
-Menta, mio signore.- Si inchinò. -Per servirvi.

Menta avanzò flessuosa, inarcando un sopracciglio.
-Sembrate sorpreso, mio signore.
-Non dovrei?
Lei scrollò le spalle, sospirando teatralmente.
-La vita è sorprendente. Dopo centinaia di secoli rieccomi reincarnata nel mio corpo. Buffo, non trovate?
Ade rimase in silenzio, ad osservarla.
-Thanatos, lasciaci soli.
Lui parve esitare.
-Lasciaci soli, ho detto- ripetè il dio duramente, e l'altro obbedì, ritirandosi in fretta nel corridoio.
-Prego, accomodati pure- disse poi, Ade, rivolto alla ninfa.
-Posso fare come se fossi in casa mia? Oh, già, questa è casa mia- commentò lei acida, e si sistemò in una poltrona di pelle nera davanti al dio, mentre il peplo nero le scivolava casualmente da una delle gambe diafane che ora era in bella mostra, provocante.
Ma il dio non si scompose.
-E' bello rivedervi, mio signore- esordì la ninfa. -Non siete cambiato affatto.
-Tu, al contrario, molto.
Lei si rabbuiò.
-La morte cambia le persone.
Poi tornò alla sua aria beffarda.
-Mi siete mancato- disse più dolcemente.
Silenzio.
-E io? Non vi sono mancata?- chiese ancora Menta, sporgendosi audace a mostrare la scollatura del seno prosperoso.
Ade assottigliò le palpebre.
-Ovviamente- sibilò.
Lei sorrise compiaciuta.
-Ho sentito che la regina è come dire... scomparsa- proseguì accavallando le gambe.
Un pugno si serrò attorno al bracciolo già sventrato della poltrona su cui era seduto il dio.
-Hai sentito bene.
-Che spiacevole circostanza- sospirò Menta, alzandosi.
-Vado a vedere se le mie stanze sono ancora mie.
Si avvicinò al dio, prendendo delicatamente la mano avvinghiata nel bracciolo e baciandola con malcelata malizia.
-A presto, mio signore.
E si allontanò ondeggiando i fianchi, sensuale.

E così quel satiro mi ha afferrata! Ma, ovviamente, l'ho fermato subito. E' misteriosamente ed inspiegabilmente morto all'improvviso, senza poter appurare che noi ninfe demoniache non siamo così sciocche come le nostre parenti in Superficie, che gli dei le benedicano.
Il dio si lasciò sfuggire una risatina, che si affrettò a coprire con una mano.
-Cosa avete, mio signore? Siete più freddo e sfuggente del solito quest'oggi...
Ade non rispose, spostando altrove il suo sguardo.
-E' per quello che vi ha detto la regina?- continuò ad incalzarlo lei.

Lui si voltò a guardarla, torvo.
-Come fai a saperlo?
Lei arrossì.
-Ecco...Voci...- si schermì imbarazzata. -Ma comunque non le avete dato ascolto!- continuò speranzosa.
Ade inarcò un sopracciglio.
-Menta, credo tu abbia frainteso...
Lei si sporse, aggrappandosi al suo petto.
-Mio signore, per favore!- esclamò supplicante. -Io so che voi provate qualcosa per me!

Lui la scostò, gentilmente.
-Sei confusa, Menta. Io amo solo Persef...
-No! Ve lo proverò!- lo interruppe lei, e si slanciò a baciarlo.
Le sue labbra erano fredde, constatò il dio, non calde come quelle della sua consorte, ne tanto morbide e piacevoli.
Si allontanò, questa volta con più decisione, incontrando lo sguardo supplicante e già circondato da stille nere della ninfa.
-Mi dispiace, Menta. Lei è l'unica.
-Ma...
La protesta di lei cessò prima di essere conclusa, sostituita da un suono strozzato.
Menta si guardò disperata le gambe, scoprendo con orrore che esse si stavano sempre di più ancorando al suolo roccioso, seguite in pochi istanti dal resto del corpo. La ninfa guardò terrorizzata il dio, mentre anche il viso veniva circondato dalla terra. E lì dove una mano fino a qualche attimo prima si protendeva in cerca d'aiuto, una piantina semplice di un verde brillante emergeva dal suolo, fredda e sterile.
Ade si guardò intorno, scoprendo sua moglie a guardare con incredulità il germoglio verde.
Si avvicinò alla sua figura esile e tremante, le cinse i fianchi con le braccia forti e la strinse a sè con protezione.
-Non... Io non...
-Shh...
Ade le baciò il capo.
-E' tutto finito. Non preoccuparti.
-Ma io... Io l'ho...
-Persefone- la chiamò lui, catturando i suoi occhi chiari già prossimi alle lacrime. -E' tutto finito- ripetè, sorridendole e abbracciandola con calore.


Thanatos vagava per i corridoi bui del palazzo del suo signore, senza meta, cercando solo di sbollire la rabbia, i pugni chiusi e la mascella serrata.
-Ehm, ehm- esordì qualcuno schiarendosi la voce.
Si voltò, il dio, sulla difensiva, incontrando il penetrante sguardo di Menta che ghignava divertita, comodamente poggiata allo stipite di una porta d'ebano.
-In giro a quest'ora, Thanatos?
Il dio la prese per le spalle e la spinse dentro la stanza, richiudendo la porta in fretta.
-Se non ti conoscessi bene penserei che tu voglia soddisfare le tue voglie carnali con me.
Thanatos le lanciò un'occhiataccia.
-Ma ti conosco bene e so che non sono... come dicono oggi i mortali? Oh, sì! So che non sono il tuo tipo.
Thanatos respirò pesantemente, mentre la ninfa prendeva a ridere argentinamente.
Le cinse il collo con una mano e la spinse contro le mura di ossidiana.
-Oh, ti prego...- disse lei roteando gli occhi.
Una spirale di fuoco nero lo spinse via, facendolo cadere non tanto per la potenza del colpo quando per la sorpresa.
Tossì, rialzandosi.
-Maledetta...
-Risparmiamelo- lo fermò lei alzando una mano. -Piuttosto, hai notizie riguardo... lei?
Lui si sedette sul bordo del letto accavallando le gambe.
-Ovviamente.
-E allora avanti!- lo incalzò lei impaziente.
-Anche le pareti hanno le orecchie- la mise in guardia il dio.
Menta lanciò un ringhio di frustazione.
-Vorrei proprio capire cosa ci trova in quella deuccia da quattro soldi!
-La tua gelosia e invidia ti tradiscono, mia cara. Mi stupisco che ancora lui non abbia sospettato di te.
Menta rise isterica.
-Oh, ma lui sospetta di me. Ma non si esporrà, non ancora. Vedrai, lo conosco.
Thanatos arricciò le labbra.
-Ti atteggi già a nuova regina, ma dimentichi il patto.
-Certo che no. Avrai la tua occasione, non preoccuparti- ribattè lei ghignando. -Ovviamente solo se ne avrai il fegato.
Thanatos scattò in piedi, indignato.
-Cosa vorresti insinuare?!
-Niente, niente... Solo...
Lei gli si avvicinò lentamente, carezzando il petto poderoso del dio che stonava con la sua figura slanciata e magra.
-Pensavo che anche se non ti piaccio per... Bè, ovvi motivi, in realtà!- lo schernì.
Thanatos la spinse contro il muro, ringhiando, afferrandola per le spalle.
-Potremo comunque divertirci- continuò la ninfa, cingendo con una gamba il fianco di lui e chinandogli le spalline del chitone grigio cenere.
Thanatos la sollevò per le gambe, allacciandosela al corpo.
-Vediamo se dopo millenni sei ancora in forma come una volta, Menta.
-Non sono più la sciocca di prima!- esclamò lei furiosa, baciandolo rudemente, un gioco di lingue privo di affetto, che parevano volersi azzannare l'un l'altra.
-Non lo metto in dubbio, mia cara. Ma è ovvio che questo non è bastato ad Ade come Persefone- rise maligno lui, stringendole malamente le coscie diafane.
-Io sono mille volte meglio di Persefone!- urlò Menta, tirandogli uno schiaffo carico d'odio.
Così cominciò una notte folle di passione fra due rivali che miravano più a sfogare l'odio e la rabbia soppressi con gli anni che altro. Nessuno dei due riservò delicatezza e riguardo per l'altro, trovando anzi molto più eccitante odiarsi che amarsi in quel talamo freddo, sul pavimento di marmo nero, sul muro inviolato fino ad allora o su qualsiasi piano capitasse loro a tiro, per poi, infine, soddisfatti, sfogare la loro eccitazione pensando alla stessa persona che, intanto, soffriva nel suo di talamo, a ripensare all'avvertimento della dea sua sorella che, intanto, scuoteva il capo affranta alla vista del focolare ormai quasi spentosi del tutto.





Angolo Autrice
Ma saaaalve! State crescendo e questo davvero non può che farmi piacere^^
Dunque, abbiamo scoperto chi è questa fantomatica Menta di cui abbiamo tanto parlato, ma soprattutto i sospetti di Fan of The Doors su Thanatos si sono rivelati autentici.
Ah, un piccolo appunto su di lui, a proposito: non seguirò la versione degli Eroi dell'Olimpo -purtroppo non ho ancora avuto il piacere di leggere il secondo- essendo anche per necessità. Ma spero che il Thanatos gay vi soddisfi comunque^^
Grazie delle magnifiche recensioni che mi lasciate e un bacio a tutti!
Soon: Persefone *^*
  
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Percy Jackson / Vai alla pagina dell'autore: Fantasiiana