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Autore: saccuz    07/08/2014    1 recensioni
Due uomini legati l'uno all'altro da un passato sconosciuto, un universo in cui la scienza e la magia coesistono, una caccia spietata...
Dalla storia:
"A quella stella era stato portato via il nucleo risonante. L’unica cosa mai scoperta nella galassia ad essere connessa sia con la materia che con la magia. Da tempo si sapeva che le stelle erano i fulcri del passaggio della Corrente Metafisica, e la scoperta di quei nuclei era stata una prova fondamentale per quella teoria. C’era soltanto una “persona” in grado di estirparlo, mettendo a repentaglio l’intero equilibrio della galassia. Una persona che non dava notizie di se da molto, molto tempo."
Storia in fase di correzione (solo il prologo modificato per ora)
Genere: Fantasy, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'Universo Inquieto'
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Cap X
 
Al sentire quelle parole i due occhi si spalancarono di meraviglia, quella frase, era forse dovuta ai dolori che precedevano la morte? Era forse stata prodotta da un ultimo delirio prima di spirare? Etan non riusciva minimamente a capire… Osservò il corpo ormai privo di vigore del vecchio, i suoi vestiti, un tempo di un blu e viola acceso, ora era ricoperto di polvere, di macchie d’olio, di sangue; la sua pelle, già grigiognola di suo, aveva assunto quel colorito tipico dei morti, il sangue era defluito dalla sua faccia che, indurita dal rigor mortis, era diventata una maschera recante l’impronta della sua ultima sofferenza. Quell’uomo, un tempo suo fratello, ora era un inutile corpo a base di carbonio nella sua plancia, un qualcosa che, con il passare dei giorni, avrebbe appestato tutta l’aria della nave con il suo puzzo di decomposizione; andava rimosso assolutamente, si disse. E poiché tutti i droidi erano andati distrutti nell’attacco e quei pochi rimasti continuavano a essere bloccati dall’incantesimo, decise che l’unico in grado di spostarlo era lui. Si abbassò, impugnò saldamente nella mano bionica la caviglia del cadavere e, consumando le ultime risorse di energia della nave, lo alzò, dirigendosi verso il condotto di scarico. Mentre si muoveva in quella direzione sentì il peso del corpo diminuire gradualmente. Incuriosito guardò la sua mano, e vide i resti d Quinn diventare sempre più chiari, uniformi, iniziò a vedere cosa c’era dietro di lui, ormai quel corpo assomigliava ad uno spettro, finché, quasi evaporando nell’aria, non scomparve completamente, lasciando vuota la mano che lo teneva.
 
***
 
«Come dicevo: ti ho battuto ancora».
Da dietro il foro della paratia entrò ancora una volta un vecchio, grigio, con aria seria.
«Credevi che fossi così ingenuo da pensare che non avresti cercato di uccidermi? Sono sempre stato buono, ma sciocco? Non credo di esserlo mai stato.». Vide l’armatura del nemico voltarsi di scatto, alzare il braccio, armare i laser e rimanere immobile, come fosse stata congelata
«A quanto vedo non sei ancora riuscito a risolvere il problema dell’alto consumo di energia, vero Etan?» disse Quinn con un sorriso
«Anzi, sono portato a ritenere che l’attivazione di energia ti sia costato l’ultimo milliwatt di energia, è esatto?»
Il profondo silenzio che seguì la sua affermazione gli confermò di aver visto giusto. Nella mano stringeva nella mano un tubo di metallo pieno, che brillava nella penombra della stanza.
«Vedi, ero sicuro che durante il combattimento tu avessi dato fondo a tutte le tue risorse, e quindi ho pensato che fosse inutile rischiare la vita per niente, tanto valeva lasciarti consumare le tue ultime riserve di energia, e poi prenderti una volta che fossi rimasto immobilizzato. Quindi, approfittando della polvere sollevata dalla distruzione della paratia ho modellato un po’ di essenza, in modo che fosse uguale a me, e poi l’ho controllata dall’esterno…»
Man mano che parlava Quinn vedeva i due occhi marroni fissarlo con sempre maggiore astio.
«Ho inoltre utilizzato il tempo che hai passato a inseguire la mia ombra a creare un sostituto per il mio bastone. Purtroppo su questa nave di legno non ce n’è neanche l’ombra, quindi ho dovuto improvvisare.» E mentre diceva ciò faceva sventolare davanti ai due occhi marroni quel luminoso tubo di ferro che teneva in mano. Poi, improvvisamente, come ricordando una cosa, smise di sorridere:
«Su una cosa comunque avevi ragione, tu sei morto cent’anni fa.»
E così dicendo, tirò indietro il braccio, infuse potenza nel bastone e lo lanciò in avanti, colpendo l’armatura avversaria. Istantaneamente un forte lampo di luce bianca invase la stanza, accecando completamente Quinn. Pochi istanti dopo il bagliore scomparve e il mago riaprì gli occhi; dove prima si ergevano almeno trecento chili di metallo, un cervello, due occhi e una mano, ora vi era soltanto più un cratere largo un paio di metri.
 
Lentamente il grigio si sedette sulla poltrona di comando, chiuse gli occhi, si connesse al computer centrale, bypassò tutti i sistemi di controllo e di sicurezza in un attimo, grazie ad un semplice incantesimo, poi attivò l’autodistruzione.
Mentre i circuiti si surriscaldavano e lo scafo iniziava a cedere, Quinn, con gli occhi colmi pieni di soddisfazione, pensò che alla fine ce l’aveva fatta. Poi scomparve, come evaporando nell’aria..
 
La Relios esplose in un’unica vampata rossa, disintegrando ogni cosa nel raggio di diversi chilometri.
 
Un vecchio, grigio, con la tunica viola e blu, aprì gli occhi, era seduto a gambe incrociate su un tappeto; la luce solare filtrava da una finestra, da fuori il verde degli alberi e il canto degli uccelli si distingueva chiaramente, nonostante le imposte socchiuse.
«Finalmente si è svegliato maestro Quinn! Erano tre mesi che non si muoveva da lì, alcuni maestri della confraternita dei maghi stavano iniziando ad inquietarsi!»
Il vecchio si alzò in piedi, sfregando gli arti, intirizziti per la prolungata immobilità
«Sì maestro Perseo, finalmente mi sono svegliato, e ho portato a compimento la mia missione, alla fine il Pescatore è morto! Ora però, se vuole scusarmi, ho assoluto bisogno di muovermi, le dispiacerebbe continuare la chiacchierata mentre passeggiamo? »
«Mi sembra un’ottima idea maestro, tanto più se considera che oggi è il primo giorno di sole senza nuvole da una settimana.»
«Ottimo, avevo proprio voglia di tornare a vedere con i miei occhi la Terra.».
 

******
E con questo capitolo si conclude questo racconto, non mi rimane quindi altro da fare che ringraziare quei poveretti che mi hanno seguito fino alla fine.
Ringrazio particolarmente Aurelianus per tutti i consigli che mi ha dato, sperando non li finisca mai ed anche AleSunrise, per tutto il sostegno che mi ha fornito mentre scrivevo questo raccontino.
 
Avviso inoltre che questo è stato il primo racconto ambientato in questo universo in cui magia e tecnologia convivono, è stato il primo ma non sarà l’ultimo, ho infatti l’intenzione di approfondire questo universo, come non lo so, ma state certi che prima o poi lo farò. Quindi state all’erta, che un altro racconto come questo potrebbe giungere da un momento all’altro!
 
Ancora ringraziandovi per avermi seguito fin qui… vi auguro Buona Lettura

Saccuz
   
 
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