Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: HighByTheBeach    11/08/2014    1 recensioni
Questa storia sarà una sorta di "prequel" agli eventi narrati dalla serie tv e dai libri. Verrà narrata la ribellione di Robert contro il Trono di Spade. Mi soffermerò sulle cause, e sui sentimenti che si celano dietro questa sanguinosa guerra. Verranno raccontate le storie di personaggi che conosciamo troppo poco, come i Targayen, Elia Martell, Lyanna Stark, Brandon Stark, e vi saranno personaggi già conosciuti, come Eddard Stark, Catelyn e Lysa Tully, i Lannister, Oberyn Martell. Spero che la troviate almeno un minimo interessante.
Genere: Drammatico, Fantasy, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Eddard Stark, Lyanna Stark, Rhaegar Targaryen, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Un gelido vento soffiava nel parco degli Dei, smuovendo le foglie rossicce dei pallidi alberi-diga. Il volto scolpito nel tronco dell’albero-cuore osservava Eddard Stark, il quale era ormai abituato a sentirsi quegli occhi addosso. Era come se gli antichi dèi lo stessero osservando. Ma quel giorno, Ned sentiva che quegli sguardi erano di rimprovero. Accartocciò quella lettera tra le mani, pensando a cosa fare.

 

Era accaduto quella mattina stessa. Ned Stark, in assenza del padre e del fratello, aveva il compito di governare Grande Inverno in loro vece. Si era svegliato presto, e si era recato nella sala principale della fortezza per sbrigare alcuni affari. Fu in quel momento che il maestro Luwin lo raggiunse in modo affannoso, quasi come se avesse corso.

“Maestro, cosa succede? Ti senti bene?” aveva chiesto Ned.

 

“Mio Lord, ecco… Stamane alcune delle ancelle di lady Lyanna sono corse da me, non sapendo cos’altro fare, sembravano molto preoccupate…”

 

“Maestro Luwin, vai al punto… C’è qualche problema con mia sorella?”

 

“Lady Lyanna non era nelle sue stanze, questa mattina. Ed Esmerya, la serva di lady Lyanna, aveva sentito dei rumori sospetti che l’avevano svegliata un’ora prima dell’alba. Era andata a bussare alla porta della lady, ma nessuno ha risposto. Prima di farti allarmare, mio lord, sono andato in giro a chiedere di lei, ma nessuno l’ha vista. Credo… ecco, credo che lady Lyanna non sia più a Grande Inverno.”

 

“Come puoi dire questo? Hai controllato nel Parco degli Dèi? Hai… “

 

“Nelle sue stanze c’era questa, mio lord.”


Il vecchio maestro Luwin porse a lord Eddard una pergamena accartocciata. Ned la osservò con diffidenza, poi la aprì, e ne lesse il contenuto.

 

Dopo aver mandato tutti gli uomini di cui disponeva a cercarla nella Foresta del Lupo e lungo la Strada del Re, Eddard si era ritirato nel parco degli Dèi. Aveva bisogno di pensare, aveva bisogno che gli antichi Dèi gli indicassero la giusta direzione. La lettera le era stata mandata dal principe Rhaegar Targaryen. Ned si chiedeva dove potesse essere stata portata da quell’uomo. In quella missiva, si parlava di un semplice incontro. Sua sorella avrebbe dovuto essere di nuovo nelle sue stanze prima dell’alba, e invece…

Eddard Stark tentava di scacciare dalla sua mente il sospetto che potesse essere una trappola ordita dalla Corona. Era da tempo ormai che non scorreva buon sangue tra il re Targaryen e gli Stark di Grande Inverno. Era anche per questo che lord Rickard aveva mandato Ned al Nido dell’Aquila, come protetto di Jon Arryn, lord della Valle e protettore dell’Est. Era tornato a Grande Inverno, casa sua, solo qualche tempo prima, dopo il torneo tenutosi ad Harrenhall durante la Falsa Primavera. Fu un grande evento. Giostratori e Lord di tutto il Continente accorsero alla dimora della casata Whent, per potersi mettere in mostra o comunque per ottenere gloria. Anche gli Stark parteciparono, e vi era anche il Re. Suo figlio Rhaegar vinse il torneo, e nonostante fosse già sposato con lady Elia Martell, incoronò Lyanna Stark regina d’amore e di bellezza. Ned ricordava bene lo sguardo glaciale negli occhi di Robert quando ciò accadde, nonché la sofferenza che lady Elia riuscì a nascondere sotto un’espressione di fredda indifferenza. Eppure, Eddard Stark, da sempre uomo ligio ai doveri impostogli, non riusciva a biasimare del tutto sua sorella. Egli stesso, a quel torneo, si era perso in un paio di occhi violetti. Ma non erano gli occhi di un Targaryen, erano gli occhi di lei.

Quel torneo sarebbe rimasto inoltre nella storia perché in quell’occasione, re Aerys nominò l’appena quindicenne Jaime Lannister un membro della guardia reale, per poi spedirlo ad Approdo del Re senza poter partecipare, con la scusa di dover difendere la regina Rhaella ed il principe Viserys. Soltanto gli dèi sanno cosa aveva provato lord Tywin Lannister in quel momento.

 

Ned si chiedeva se avesse commesso un errore a non partire egli stesso alla ricerca di Lyanna. Ma suo padre gli aveva sempre ripetuto che a Grande Inverno deve sempre rimanere uno Stark. Aveva mandato una missiva tramite staffetta per avvertire lord Rickard e Brandon, in viaggio nelle terre dei fiumi. Stava per lasciare il parco quando fu raggiunto da Robert Baratheon. Quest’ultimo aveva vissuto con Eddard a Nido dell’Aquila come protetto di lord Jon, finché non ebbe raggiunto l’età adatta per governare le terre della Tempesta, in quanto lord di Capo Tempesta, essendo suo padre Steffon morto anni prima. Eddard Stark sapeva cosa gli avrebbe detto.

 

“Ned, perché non sono stato avvertito immediatamente?! Io e tua sorella avremmo dovuto sposarci a breve!”

 

“Il mio primo pensiero è stato quello di avvertire mio padre e mio fratello, e di mandare i miei uomini migliori a cercare Lyanna il prima possibile.”

 

Robert si sedette su un lungo tronco che giaceva sul suolo.

“Non posso crederci… Lyanna è andata da lui, Ned… Io… Perché lo ha fatto? E perché non è tornata? Quel bastardo di Rhaegar, dev’essere stato un inganno… Certo, la Corona prova astio verso il Nord, e non solo. Dev’essere un complotto ordito dal Re Folle, ha usato quel suo dannato figlio per rapire tua sorella…”

 

Ned non sapeva cosa dire. Forse Robert non aveva torto. Re Aerys era ormai diventato celebre per le scelleratezze da egli compiute, eppure il principe Rhaegar non sembrava fatto della stessa pasta del padre. Nonostante ciò, Eddard Stark non poteva fare a meno di chiedersi se non fosse stato tutto progettato fin dall’inizio. Cosa avrebbero fatto di sua sorella? Aerys il Folle l’avrebbe messa al rogo? No, non lo avrebbe permesso.

 

“Ascoltami bene, Ned… Prima di venire qui  a Grande Inverno, ho chiamato a raccolta i vessilli delle Terre della Tempesta, tenendoli pronti ad agire nel caso in cui… ce ne fosse stato bisogno. Giù al Sud le follie del re sono sempre più mal tollerate, il malcontento serpeggia non solo nelle grandi città ma anche nei piccoli villaggi. E questo… Questo affronto è troppo grave, Ned. I Targaryen hanno osato levare la propria mano sudicia su Lyanna Stark, tua sorella, nonché mia futura sposa, la donna che amo. Devono pagare, Ned, per tutto questo.”

 

“Per tutti gli Dèi, Robert… Hai forse intenzione di innalzare i vessilli contro il Trono di Spade?”

 

“Puoi giurarci, mio leale amico… Ho intenzione di versare il sangue dei draghi, fino all’ultima goccia. E’ l’unico modo per salvare questo Continente ormai allo sfacelo. Tua sorella tornerà qui, sana e salva. Ned, potrò contare sull’alleanza con il Nord? Dimmi che lo chiederai al lord tuo padre…”

 

Quella di cui parlava lord Baratheon era una ribellione. Sarebbero tutti stati etichettati come traditori e, in caso di fallimento, le loro teste sarebbero state infilzate e messe in mostra ad Approdo del Re. Il sangue avrebbe bagnato tutti e Sette i regni. La decisione di coinvolgere Grande Inverno in quella mischia non spettava a lui, questo lo sapevano entrambi. Lord Rickard avrebbe dato molto più peso al parere del primogenito Brandon. Dunque, Ned si incamminò verso le proprie stanze, pronto a scrivere un’altra lettera alla sua famiglia.

 

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Il Tumblestone, fiume tumultuoso e profondo, produceva un rumore incessante, che si poteva udire in gran parte della fortezza di Delta delle Acque. Quel fiume andava poi ad incontrarsi con la Forca Rossa, molto più pacata e meno profonda. Catelyn Tully era ormai abituata a quel rumore, anche perché d’inverno era molto meno accentuato, a causa della glaciazione di gran parte del fiume. Il lord suo padre, qualche giorno prima, le aveva comunicato che lord Rickard e suo figlio Brandon Stark, con alcuni dei loro alfieri, stavano scendendo verso Delta delle Acque. Cat era stata promessa a lord Brandon quando aveva soltanto dodici anni, per saldare l’amicizia tra i Tully e gli Stark, ed ora temeva che i loro padri avessero deciso di farli finalmente sposare. Sarebbe stato decisamente improvviso, ma Catelyn aveva udito notizie inquietanti. Vi erano attriti tra la Corona e il Nord, e qualcosa si stava muovendo a Ovest. Lord Hoster Tully, tuttavia, l’aveva rassicurata, affermando che quella era soltanto una “visita”. In realtà, Catelyn aveva capito che c’era qualcosa di più.

Lady Catelyn sentiva il gelo dell’inverno lì, sulla cima della torre. Si appostava spesso lì quando guardava suo padre partire, o quando attendeva il suo ritorno. Quella mattina, invece, era lì per osservare l’arrivo degli uomini del Nord. Con lei c’era sua sorella Lysa, e… Petyr.

“E così quel rozzo del tuo sposo sta arrivando” disse il ragazzo, con un ghigno.

 

“Non è rozzo, Petyr. In futuro sarà il lord di Grande Inverno, e protettore del Nord”

 

Petyr Baelish era un ragazzo di appena venti anni. Suo padre era il più minore tra i lord delle Dita. Il suo “dominio” consisteva un alcuni acri di roccia. Aveva fatto amicizia col padre di Catelyn durante la guerra del Re Novesoldi, così lord Hoster aveva accettato di accogliere Petyr sotto la sua protezione. Egli era cresciuto insieme a Catelyn, Lysa ed Edmure, e Cat lo vedeva come un fratello. Nonostante ciò, lei aveva capito da parecchio tempo ormai, che Petyr avrebbe voluto di più da lei, glielo leggeva negli occhi, e lui non avrebbe di certo negato di provare qualcosa di più del semplice affetto nei confronti di Cat. Era meglio non portare alla luce una cosa del genere. Catelyn era destinata a sposare lord Brandon Stark di Grande Inverno, e lord Hoster Tully non l’avrebbe mai sposata a un ragazzo di origini così umili. Così, entrambi facevano finta di niente. Quando erano più piccole, Cat e Lysa avevano imparato a baciare proprio con Petyr, ma Catelyn non aveva mai osato spingersi a baciarlo con la lingua, come invece aveva fatto sua sorella minore.

 

Catelyn notò la rabbia negli occhi di Petyr, e Lysa aveva uno sguardo strano. Non capiva cosa passasse per la testa della sorella. Litigavano spesso. Lysa era convinta che Cat fosse la preferita di loro padre, il quale aveva molta meno considerazione per la secondogenita. Questo aveva portato a numerosi conflitti tra le due, nonostante Catelyn cercasse sempre di fare pace con lei. Dopotutto, “Famiglia, dovere, onore” era il motto della nobile casa Tully.

 

Lady Catelyn osservò i numerosi vessilli del Nord sventolare in lontananza. Il meta-lupo degli Stark primeggiava su tutti. Notò anche il vessillo col pugno di ferro in campo rosso dei Glover di Deepwood Motte, l’aquila argentea su sfondo viola dei Mallister di Seagard, il gigante che spezza le catene degli Umber di Ultimo Focolare, e poi c’erano i dodici scudi su uno sfondo bronzeo, simbolo della casa Royce, che aveva giurato fedeltà a lord Arryn. Vi era il vessillo degli Arryn stessi. Catelyn aveva saputo che, tra i protetti di lord Rickard, vi era il nipote ed erede di Jon Arryn.

 

I Tully attesero gli Stark all’ingresso della fortezza. Onorarono i loro ospiti come era tradizione, e Catelyn non riusciva a staccare gli occhi da Brandon Stark. I due non si conoscevano molto, si erano visti soltanto nelle sporadiche visite tra le due famiglie. Si diceva, comunque, che lord Brandon era un uomo dalla testa calda, implacabile in battaglia ma anche testardo, un vero lupo selvaggio. Si diceva che somigliasse molto alla sorella, Lyanna Stark, mentre suo fratello Eddard era molto più mite, nonostante possedesse anch’egli una personalità integerrima. Brandon notò lo sguardo di lady Tully, e ricambio con un sorriso. La fanciulla arrossì immediatamente. Il suo volto divenne dello stesso colore dei capelli.

Nella sala principale di Delta delle Acque erano già stati enormi tavoli per ospitare gli uomini del nord. Lord Hoster non aveva di certo lesinato sul cibo, e neanche sul vino o sulla birra. I Tully avevano sempre dato grande importanza all’ospitalità, considerata un valore sacro agli occhi degli dèi stessi. Sulla piattaforma centrale, dedicata agli uomini di più alto lignaggio, sedevano Brandon, lord Rickard, lord Hoster e poi i suoi figli, Edmure, Catelyn e Lysa. Al tavolo immediatamente inferiore alla piattaforma, sedeva, tra gli altri, Petyr Baelish, il quale non riusciva a staccare gli occhi da Catelyn, la quale appariva bellissima nel suo abito rosso con rifiniture blu, e con i suoi capelli rossi liberi sulla schiena. Eppure, lei sembrava avere occhi soltanto per Brandon.

Il banchetto era iniziato da un bel po’, quando da un ingresso laterale sopraggiunse un giovane affannato, che si diresse immediatamente da lord Tully, sussurrandogli qualcosa all’orecchio. L’espressione dell’uomo mutò notevolmente, e chiese a lord Rickard e a suo figlio di raggiungerli in un luogo più appartato.

“Padre…”

 

“Tu resta qui con tua sorella, Cat. Noi torniamo subito.”

 

“Lord Hoster, vorrei che lady Catelyn venisse con noi. E’ la mia futura sposa, la futura lady di Grande Inverno, e ciò che so io può, anzi deve, saperlo anche lei” rispose Brandon, prima che Catelyn potesse obiettare in qualche modo alla decisione del padre. Il lupo del Nord le fece un occhiolino, e lei sorrise timidamente. Lord Hoster acconsentì, portando con se sia Edmure che Cat. Lysa avrebbe voluto alzarsi ed urlare verso suo padre, dicendo che non era giusto. Ma tutto ciò che riuscì a fare, fu buttare giù una coppa di vino, che venne subito riempita.

 

Nel solarium di lord Hoster si respirava un’aria pesante.

“Quel dannato bastardo me la pagherà cara. Lui e quel folle di suo padre assaggeranno la lama della mia spada. Impareranno che nessuno osa toccare gli Stark di Grande Inverno, tantomeno mia sorella.”

 

La voce di Brandon grondava ira. Cat capì che le voci su di lui erano vere: era davvero una testa calda. A quanto pare, Rhaegar Targaryen aveva rapito con l’inganno lady Lyanna. Robert Baratheon, suo promesso sposo, era convinto che fosse un’idea del Trono di Spade per colpire il Nord. Egli aveva raccolto i vessilli delle Terre della Tempesta, che alla sua famiglia hanno giurato fedeltà.

 

“Calmati adesso, figlio. Spero che il principe Rhaegar non abbia torto un capello a mia figlia, altrimenti sarò io stesso a far sanguinare quei draghi. Ghiaccio sarà contenta di trafiggere il cuore infame di re Aerys, ma dobbiamo riflettere. Eddard ci chiede di appoggiare la causa di Robert, ma…”

 

“E noi lo faremo, padre!  Robert è un guerriero, come me, ed ama Lyanna! Il lupo ed il cervo insieme sconfiggeranno i draghi, vedrai. Quel cazzo di re Folle ci restituirà Lyanna e farò in modo che chieda perdono in ginocchio.”

 

“Non dimenticare che la Corona può contare su Lancia del Sole. Il principe è sposato ad una Martell, Dorne non volterà la faccia ad Approdo del Re, sapendo che la loro principessa è in mano ai Targaryen” rispose Rickard Stark.

 

“Se posso intromettermi, miei lord…” stavolta fu lord Hoster a parlare “Anche solo per questa conversazione, potreste essere bollati come traditori della Corona, e condannati a morte per questo. Quello di cui parla il lord di Capo Tempesta potrebbe condurre tutti a perdere la testa. Tuttavia, i Tully e gli Stark sono amici da lungo tempo, lord Rickard. Per cui, qualsiasi decisione venga presa, sappi che Delta delle Acque e le Terre dei Fiumi saranno dalla vostra parte. E a tutti coloro che osassero dubitare di questa alleanza, io risponderò domattina, quando annunceremo la data ufficiale delle nozze tra mia figlia e tuo figlio.”

 

Gli uomini di Grande Inverno si guardarono, e annuirono. Lord Rickard strinse la mano di lord Hoster, e Catelyn osservò il suo futuro sposo. Improvvisamente, quel matrimonio divenne più reale che mai. Ella cercò di immaginarsi nel gelido Nord, ad essere la Lady di una roccaforte perennemente innevata. Lei, che era cresciuta nel clima mite di Delta delle Acque. Ed improvvisamente ebbe paura di ciò che sarebbe accaduto. Inoltre, suo padre avrebbe preso parte all’ennesima guerra. Ancora una volta, Catelyn Tully avrebbe osservato suo padre partire, dall’alto della torre, sperando di vederlo tornare, prima o poi.

 

“E sia. Ma domani, appena aver fatto l’annuncio, partirò immediatamente per Approdo del Re, padre. Porterò con me gli alleati più fidati, e mi riprenderò Lyanna. Se mia sorella restasse nelle mani dei Targaryen, potrebbero vendicarsi della nostra insubordinazione staccandole la testa… No, domani farò sputare sangue a quel cazzo di drago, anziché fuoco.”

 

Brandon sarebbe dunque partito per la capitale, e Cat sapeva che nulla gli avrebbe fatto cambiare idea. Ciò che aveva intenzione di fare era pericoloso, si diceva che il re Aerys II fosse imprevedibile e… folle. No, Brandon era uno dei guerrieri più forti del Continente, Catelyn questo lo sapeva. Eppure, aveva un brutto presentimento.

 

Dopo un’altra mezz’ora di discussione, i lord erano tornati sui loro scranni nella sala principale, dove continuavano a scorrere fiumi di vino e dove l’allegria regnava. Quegli uomini erano ignari che presto avrebbero dovuto mollare la coppa per impugnare la spada, e levarla contro il Trono di Spade. Si erano addirittura aperte le danze, grazie alle note di un musicante. Petyr non perse l’occasione di chiedere un ballo a Catelyn, la quale non pensava fosse una buona idea accettare. Poi però vide che Brandon si stava divertendo a danzare con alcune fanciulle di lignaggio minore. Cat, dunque, decise che anche lei avrebbe potuto divertirsi per quella sera, ed accettò l’invito di Baelish.

I due danzarono, scherzando e prendendosi in giro tra di loro. A Catelyn piaceva stare in compagnia di Petyr. La faceva divertire, ridere. Eppure… Non riusciva ad immaginare nient’altro, era come un fratello. Rideva più con lui che con Edmure, il quale era ancora immaturo rispetto alle sorelle. Ad un certo punto, tra una risata e l’altra, Petyr avvicinò pericolosamente le labbra a quelle di Cat. Ella riuscì a scansarsi. La situazione si fece imbarazzante. Lei aveva rifiutato un bacio di Petyr, e non sapeva cosa dire.

“Mia lady, io…”

 

“Non dire nulla, Petyr. Sono certo che stessi scherzando.”

 

Così, lady Catelyn rise. Rise, per dissipare quell’imbarazzo e fare finta di niente, e poi si scostò dal corpo del ragazzo. Riuscì a scorgere il disappunto nei suoi occhi, e si sentì tremendamente in colpa per quel ragazzo. Gli voleva bene, ma lei era promessa a  Brandon. Il giorno successivo, la data delle nozze sarebbero state annunciate, e lei non avrebbe mai potuto amare Petyr. Quest’ultimo abbassò la testa e tornò al tavolo a bere vino. Molto vino. Lysa, che per tutto il tempo non aveva fatto altro che annoiarsi e criticare, andò a sedersi accanto a lui… a riempirgli la coppa.  

 

A notte inoltrata, quando tutti si furono ritirati nelle proprie stanze, Lysa Tully attese che i corridoi del castello fossero vuoti, e poi, con in mano una candela, si incamminò. Sapeva quale fosse la stanza di Petyr. Non ci fu neanche bisogno di bussare, giacché la porta era socchiusa. Trovò il giovane a bere altro vino. Sembrava frustrato. Lysa gli si avvicinò.

“Io…  Io la amo...”

 

“Shhh… Non parlare, mio dolce Petyr.”

 

Lysa spinse dolcemente il ragazzo sul letto, e si stese sopra di lui, portando senza esitazione le sue labbra sulle sue. La mente di Petyr era annebbiata dal vino, sembrava non rendersi conto di ciò che stava accadendo, così lasciò che Lysa facesse ciò che voleva.

 

“Petyr… Dolce Petyr, io ti amo così tanto!”

 

“Anche io ti amo… Cat… “

 

Cat. Fu quello il nome sussurrato, con voce roca, da Petyr. Lysa provò un grande senso di disperazione. Perché? Era stanca di vivere all’ombra di sua sorella e di suo padre. Era stanca di fare tutto ciò che le veniva chiesto soltanto per compiacere il lord suo padre. Era stanca di vedere la sua bellezza sminuita soltanto perché i capelli di Catelyn Tully erano più luminosi, soltanto perché l’azzurro dei suoi occhi erano più intensi. Si sarebbe presa ciò che voleva, ed in quel caso era Petyr. Catelyn non lo avrebbe mai amato come lo amava Lysa, del resto era promessa a quel bruto del nord. Petyr poteva anche scambiarla per Cat, ma quella notta sarebbe stata Lysa a dargli piacere.

 

Il mattino seguente, gli ospiti di Delta delle Acque furono nuovamente radunati nella sala grande, in cui i tavoli erano stati imbanditi per un’abbondante colazione.  Tuttavia, l’atmosfera era leggermente più tesa rispetto alla serata precedente. Si era diffusa la notizia del rapimento di lady Lyanna Stark, e gli uomini del Tridente sapevano che lord Tully avrebbe appoggiato la causa di Grande Inverno. Ad un certo punto, lord Hoster richiamò l’attenzione di tutti i presenti, e si alzò in piedi.

 

“Miei fedeli uomini, miei leali ospiti. So che le notizie si diffondono in fretta, e così è stato anche quest’oggi. Come ben sapete, i Tully e gli Stark sono amici di lunga data, e Delta delle Acque, insieme a tutti gli altri lord del Tridente, aiuterà il Nord a fare chiarezza sul rapimento di lady Lyanna. Inoltre, come ben sapete, la mia amata Catelyn è da lungo tempo promessa a lord Brandon Stark, futuro lord di Grande Inverno. E’ giunto il momento di fissare queste nozze, e…”

 

“NO!”

 

Immediatamente, tutti si voltarono verso colui che aveva parlato: Petyr Baelish. Catelyn rimase esterrefatta. Cosa aveva in mente? Lo sguardo di Lysa era pietrificato. Cat la guardò, come per chiederle se lei sapesse qualcosa.

 

“Mio lord, mi dispiace interromperti. So che lady Catelyn è promessa a lord Stark, ma… Ma io intendo chiedere la sua mano.”

 

Silenzio. Un imbarazzante silenzio calò sulla sala. Questo silenzio fu spezzato dalla risata di Brandon Stark.

 

“Tu vorresti dunque sposare lady Catelyn? E chi saresti? Ah, si, giusto… Tuo padre era il lord di qualche pietra, in quelle lande dimenticate dagli dèi… E’ per questo che ti chiamano Ditocorto? Oh, spero sia così… non vorrei che questo nomignolo si riferisse a qualcos’altro. Torna a sederti, la birra è particolarmente dolce stamane, ragazzino.”

 

“E’ vero, mio padre non è un grande lord e io non sono l’erede di un grande castello, ma soltanto di una regione minore delle Dita… Ma io amo davvero lady Catelyn! Farei di tutto per averla! Lord Brandon… Io propongo una sfida… A singolar tenzone! Si, e chi vincerà potrà sposare lady Catelyn!”

 

“Adesso basta, Petyr…”

 

“No, lord Hoster, lascialo parlare. Ebbene, ragazzino, mi farà bene esercitarmi con la spada prima conficcarla nel cuore del principe Rhaegar.”

 

La sfida era dunque stata accettata. Catelyn non sapeva cosa dire. Brandon era un guerriero del Nord, abile con la spada. Petyr… Sapeva a stento tenere in mano una spada, non aveva mai combattuto davvero. Si era esercitato con il maestro d’armi di Delta delle Acque, certo, ma un combattimento vero era tutt’altro. E Catelyn sapeva che il suo promesso sposo non avrebbe esitato a squarciare la gola di Petyr. Lysa, dal canto suo, si era limitata a lasciare quel posto. Catelyn giurò di aver visto delle lacrime scenderle lungo le guance.

 

 

 

Tutta gli uomini di Delta delle Acque, nonché ovviamente gli uomini del nord, si erano radunati nel cortile della fortezza. Erano tutti entusiasti di vedere il leggendario Brandon Stark umiliare un giovane lord del nulla. Nessuno avrebbe osato scommettere sulla vittoria di Petyr Baelish, e nemmeno Catelyn. Lord Brandon era un uomo del nord, temprato dalla neve e dalla battaglia, mentre Petyr… Era Petyr. Egli aveva un fisico magro, non possedeva alcuna muscolatura accentuata. Niente in confronto a Brandon Stark, che sembrava una statua scolpita nel ghiaccio dal Fabbro stesso.

Petyr si stava facendo aiutare ad allacciare l’armatura. Più che un’armatura, in realtà, era un’accozzaglia di pezzi di ferro provenienti da diverse armature, ritrovate nell’armeria di Delta delle Acque. Catelyn gli si avvicinò.

 

“Petyr, ti prego, non farlo.”

 

“Non posso tirarmi indietro, Cat. Sembrerei un codardo, e non lo sono. Io ti amo, e dimostrerò al lord tuo padre di meritare la tua mano, io…”


“Non dire sciocchezze Petyr! Tu non puoi amarmi, hai sempre saputo che ero promessa a lord Brandon! Lui è un guerriero del nord, non hai speranze di batterlo in duello. Te ne prego, Petyr, non farti uccidere per me.”

 

“Ma pensaci, Cat… Se vinco, potremo sposarci!”

 

“Sei sempre stato ostinato. Credi davvero che il lord mio padre accetterebbe in ogni caso di farci sposare? E poi… Tu lo sai… Io non ti amo, Petyr.”

 

Detto questo, lady Catelyn Tully si voltò e lasciò lì Petyr, sperando che il giovane avesse capito. Lo aveva guardato in quegli occhi grigio-verdi e gli aveva detto chiaramente di non amarlo, cercando di essere più convincente possibile. Ma sarebbe bastato a farlo desistere?

Evidentemente no.

Quando fu il momento della tenzone, entrambi i pretendenti alla mano di Catelyn erano in arena. I lord di alto lignaggio, come sempre, seduti su di una piattaforma sopraelevata. Lord Rickard non sembrava particolarmente preoccupato per la sorte del figlio. Egli stesso aveva contribuito alla formazione del suo erede, il quale aveva più volte dimostrato, durante i tornei, di essere abile con la spada e la mazza.

Il principe di Grande Inverno aveva uno sguardo sornione, sicuro della vittoria. Petyr si lanciò all’attacco, come a voler togliere quel ghigno dalla sua faccia. La sua spada non era nulla a confronto della splendente spada impugnata da Brandon. Catelyn ringraziò gli Dèi che lord Rickard non aveva lasciato al figlio la spada Ghiaccio, forgiata dall’acciaio di Valyria. In tal caso, di Petyr sarebbero rimasti solo brandelli di carne.

In ogni caso, Petyr aveva attaccato il suo rivale con un fendente, e poi con un altro e un altro ancora. Brandon Stark riusciva a pararli o evitarli con estrema facilità. Baelish non era un grande spadaccino. Attaccava in modo casuale, sperando di riuscire a ferire l’avversario, prima o poi. Il guerriero del Nord sembrava divertirsi. Avrebbe lasciato che il suo avversario si sfogasse, e poi lo avrebbe abbattuto. Catelyn iniziò a sudare freddo. Petyr iniziava ad affannare, aveva messo troppa foga nei suoi attacchi. Brandon ne approfittò, e dopo aver parato l’ultimo fendente, lo allontanò con un calcio, e calò la sua spada sul giovane rivale. Quest’ultimo si spostò di lato, ma non fece in tempo per evitare del tutto la lama. Sul suo fianco, infatti, si era aperta una leggera ferita. Petyr emise un gemito di dolore, tastandosi il fianco sanguinante e dolente. Questa fu una distrazione più che sufficiente per Brandon di colpire nuovamente l’inesperto rivale con un fendente dall’alto verso il basso. La spada sfondò la spalliera dell’armatura e penetrò la carne. Se Brandon avesse voluto, la spada avrebbe potuto squarciare l’intero torace e addome di Petyr, ma a quanto pare si stava divertendo. Il ragazzo delle Dita, tuttavia, ne uscì con una brutta ferita alla spalla, e dopodiché venne messo al tappeto da un calcio nell’addome che gli mozzò il fiato. Dopodiché, Brandon gli puntò la spada alla gola, pronto a finirlo.

 

“Mi dispiace, “lord” Petyr. Dopotutto mi stavi simpatico. Ma l’hai voluto tu. L’amore può rendere davvero ciechi, me ne rendo conto. Addio, mio lord delle Dita.”

 

“NO!”

 

Brandon si voltò verso lady Catelyn.

“Ti prego, mio lord Brandon. Risparmiagli la vita. Ha commesso un errore a sfidarti in duello, ha commesso un errore a sperare che il lord mio padre potesse concedergli la mia mano. Tu sei l’uomo che ho intenzione di sposare, e così farò. Ma ti prego, come tua futura moglie, come futura lady Stark di Grande Inverno, ti chiedo di risparmiare la sua vita.”

 

“Hai il cuore gentile, mia lady, a volere che questo miserabile continui a vivere. La tua bellezza mi acceca, lady Catelyn. Per questo, e per l’amore che provo per te, ti accontenterò. E sia, che lord Baelish, erede di alcune rocce delle Dita continui a vivere.”

 

Cat era convinta che le sue parole avrebbero fatto soffrire Petyr, più delle ferite stesse. Eppure, lei doveva salvargli la vita, per cui no, non si sarebbe sentita in colpa. Col tempo, aveva imparato ad amare Brandon Stark, o almeno l’idea che aveva di lui.

A quanto pareva, dopo il duello, Brandon Stark si sarebbe diretto ad Approdo Del Re per riportare sua sorella Lyanna al Nord, per strapparla dalle grinfie del drago. Con lui avrebbe portato i suoi uomini più forti e gli alleati più fidati, ma Catelyn non riusciva comunque a togliersi quel brutto presentimento che la attanagliava. I draghi erano forti, e sapevano essere subdoli.

 

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Aerys Targaryen, secondo del suo nome, re degli Andali, dei Rhoynar e dei Primi Uomini, signore dei Sette Regni e protettore del reame, sedeva a capotavola. La barba era liscia e assurdamente lunga, di un colore sempre più sbiadito, ed i capelli, anch’essi lunghi, erano arruffati e mal curati. Il Re aveva provato a nascondere i tagli e le piaghe dovute alle lame del Trono di Spade, ma tutti sapevano che quel trono era continuamente bagnato del sangue di Sua Maestà. Alla sua sinistra vi era il maestro del conio, un lord minore dell’Altopiano, un tale lord Hutcheson. Dopo di lui, sedeva il maestro delle navi, proveniente da un ramo cadetto della casa dei Redwyne, anch’essi alfieri dei Tyrell. Dopodiché vi era il maestro delle leggi, un lord di casa Vaith, dai deserti di Dorne. Poi vi era ser Gerold Hightower, lord comandante della Guardia Reale, seduto esattamente di fronte al re, divisi dal tavolo rettangolare. Alla destra di ser Gerold vi era il Gran Maestro Pycelle, un uomo anziano ma con una lussureggiante barba bianca che gli conferiva un’aura di grande saggezza. Poi c’era lord Varys l’eunuco, maestro dei sussurri, con uccellini sparsi in tutto il Continente, nonché oltre il Mare Stretto. E infine, alla destra del Re, c’era lui: Jon Connington, lord del Posatoio del Grifone e nuovo Primo Cavaliere del Re.

Fino a poco tempo prima, quello scranno era presidiato da lord Owen Merryweather di Lunga Tavola, sostituto di lord Tywin Lannister quale Primo Cavaliere.

 

“Miei cari lord” esordì il Re “Come ben sapete, lord Merryweather è stato esiliato, e le sue terre gli sono state strappate. Le spie di Varys affermavano che Robert Baratheon aveva raccolto i vessilli per innalzarli contro il Trono di Spade, e Ned Stark lo appoggiava. Inoltre, lord Rickard e quell’infame di suo figlio ci accusano di aver rapito quella cagna di Lyanna Stark. Effettivamente, mio figlio è sparito da corte, ma poco importa. Gli Stark e i Baratheon sono dei traditori, avevo ordinato a Owen di scrivere a tutti i lord del Regno perché mi portassero le loro teste, ma a quanto pare Robert è riuscito a tornare a Capo Tempesta del tutto indenne. C’è una sola spiegazione: Owen Merryweather era anch’egli un traditore, che stava cospirando insieme a quei dannati ribelli. Avrei dovuto metterlo al rogo. In ogni caso, adesso è Jon Connington il mio Primo Cavaliere.”

 

Lord Jon aveva accettato l’incarico. Casa Connington aveva giurato fedeltà ai Baratheon di Capo Tempesta, ma non c’era mai stato buon sangue tra le due casate. Jon Connington riteneva Robert Baratheon un mero ubriacone, che amava andare nei bordelli e farsela con le puttane. Non era degno di governare le terre della Tempesta. Jon, inoltre, era un grande amico del principe Rhaegar, e sapeva che non avrebbe mai rapito una donna come Lyanna Stark.

 

“Sua Maestà può fidarsi di me, così come tutti voi di questo concilio. I Connington sono in disputa con i Baratheon da anni, e vi giuro che gli strapperemo Capo Tempesta, ripristinando la pace del Re in quelle terre. Gli Stark, i Baratheon e anche i Tully sono dei traditori, ormai questo è assodato, miei signori. Brandon Stark si sta dirigendo qui con una piccola guarnigione per riprendersi Lyanna Stark” spiegò il Primo Cavaliere.

 

“Quale ardire…” aggiunse Pycelle.

 

“Che venga. La puttana di Grande Inverno non è qui a corte, e non so dove mio figlio l’abbia portata, ma poco importa. Quei bestioni del Nord pagheranno col sangue tutta questa insolenza. Li metterò al rogo, tutti quanti. Tutti quanti!”


“Sire, se posso… Non sarebbe più astuto catturarli e rinchiuderli? Mi giungono notizie dal Nord secondo le quali Eddard Stark, con il benestare di lord Rickard, il quale sta ritornando a Grande Inverno, stia raccogliendo i vessilli del Nord. Umber, Bolton, Karstark, e tanti altri sono pronti a seguirlo in battaglia, semmai dovesse essercene una” aggiunse il Ragno Tessitore. Varys aveva una voce morbida, e ogni qualvolta che parlava, Jon Connington aveva la sensazione che quell’eunuco sapesse molto di più. Non si fidava di lui.

 

“Tutti traditori. Prima che finisca il nuovo anno, vedrò il Nord in fiamme, che gli dèi ne siano testimoni. Lord Jon, manda un corvo messaggero a Nido dell’Aquila. Voglio che Jon Arryn capisca da quale parte deve stare. Robert Baratheon ed Eddard Stark erano suoi protetti, non voglio dover tagliare anche la sua testa e farla rotolare lungo la Valle. Dorne è già dalla nostra parte, abbiamo la loro preziosa principessa qui a corte, Lancia del Sole non oserebbe mai levare la lancia contro la Corona. Per quanto riguarda i Tyrell, lord Mace è un idiota, e sa che saremo noi a prevalere. Sono gli uomini di Arryn a fare la differenza. Quel vecchio dovrà riflettere molto attentamente.”

 

Quando il Concilio fu tolto, Jon Connington si chiese se fosse davvero saggio quello che il Re aveva in mente. Durante la riunione, le mani di Aerys tremavano, e ogni qualvolta che veniva menzionato il fuoco, i suoi occhi brillavano di eccitazione. Ma mettere a ferro e fuoco il Nord e le Terre dei Fiumi avrebbe portato alla guerra. In realtà, la guerra sembrava ormai inevitabile. Era pieno Inverno, e non era di certo saggio cominciare una guerra durante l’Inverno, quando le riserve di cibo scarseggiavano e i Sette Regni erano impregnati di neve. Tuttavia, il Primo Cavaliere aveva giurato fedeltà alla Corona, e alla corona soltanto. Inoltre, una volta caduto Robert Baratheon, il Posatoio del Grifone sarebbe diventata la roccaforte più importante delle terre della Tempesta, e lui ne sarebbe diventato il Protettore. Pregò i sette dèi perché il principe Rhaegar si facesse vivo, e al più presto. Dove era finito?

 

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L’Inverno non riusciva a mitigare il clima afoso e torrido dei deserti di Dorne. Da quelle finestre, lei poteva soltanto osservare le Montagne Rosse di Dorne. La Torre della Gioia non era di certo un castello, ma era comunque comoda, nonostante Lyanna Stark non fosse abituata al caldo di Dorne. Aveva soltanto un lenzuolo a coprire le nudità. Si scostò dalla finestra e tornò al suo letto, dove ad attenderla c’era Rhaegar Targaryen, con in mano la propria arpa. Dopo che si erano uniti, Rhaegar aveva eseguito una struggente melodia per la sua lupa.

Lady Lyanna non sapeva cosa fare. Adorava quel posto, vivere lì, con il suo principe. Quella notte, alla “Regina di Ghiaccio”, ser Arthur Dayne, detto Spada dell’Alba, l’aveva portata dal principe. Non era l’unico membro delle Spade Bianche ad accompagnare Sua Altezza. Infatti, vi era anche ser Oswell Whent, uomo affabile dall’umorismo tetro.

Quella notte avevano fatto l’amore, e dopo Rhaegar aveva proposto a Lyanna di fare in modo che quello non fosse un addio. Potevano fuggire da quel luogo, andare in un posto in cui potessero coronare il loro sogno d’amore. Era una follia. Entrambi si sentivano in colpa. Rhaegar aveva lasciato sua moglie Elia alla corte di Approdo del Re, e Lyanna aveva lasciato il suo futuro sposo, nonché la sua famiglia. Gli uomini di Rhaegar portavano notizie ogni giorno più inquietanti. Il Nord era convinto che i Targaryen avessero complottato per rapire Lyanna, come anche Capo Tempesta. A loro si erano uniti i Tully, e Rhaegar era sicuro che anche gli Arryn si sarebbero sollevati contro la Corona. Tutto questo soltanto per stare insieme.

 

“Amore mio, lasciami venire con te! Non posso restare qui, devo parlare con i miei fratelli! Con Ned, lui capirà!”

 

“No. Non appena metterai piede fuori da questa Torre, le spie lo riferiranno a Varys, e finirai nelle grinfie di mio padre. Io sono il principe, il suo erede, ed è per questo che è mio dovere ripartire verso nord per combattere al suo fianco. Mi dispiace, Lyanna, ma se sarà necessario dovrò levare la spada contro la tua famiglia.”

 

Lyanna Stark si morse un labbro. Non sapeva cosa dire, o fare. Da una parte c’era la sua famiglia, dall’altra l’uomo che amava.

 

“Ascoltami, Lyanna, sarai al sicuro. Ser Arthur Dayne e ser Oswell Whent rimarranno qui a proteggerti. Quando tutto sarà finito, io…”

 

Ma Rhaegar non sapeva cosa dire. Alla fine di tutto, lui sarebbe stato comunque sposato con Elia, padre dei suoi figli.

Quando il principe uscì dalla stanza, pronto a tornare ad Approdo del Re, si fermò dai suoi cavalieri bianchi.

 

“Ser Arthur, ser Oswell, voi rimarrete qui a proteggere lady Lyanna.”

 

“E perché mai? Noi siamo confratelli della Guardia Reale, proteggiamo la famiglia reale. Tu puoi amarla, ma lei non ne è un membro. Dunque noi verremo con te” disse ser Arthur di Starfall.

 

“No, lei non è un membro della famiglia reale. Ma la vita che cresce nel suo ventre lo è.”

 

 

E così finisce questo capitolo! Stavolta è stato un po’ più lungo, ho deciso di soffermarmi di più su Delta delle Acque, perché nello scorso capitolo non ne ho fatto cenno.

Vorrei specificare che tra un paragrafo e l’altro, ovviamente può essere trascorso un periodo di tempo più o meno lungo. Nel mondo di asoiaf le notizie arrivano dopo qualche tempo, e per andare da una regione all’altra ci vogliono settimane, quindi è ovvio che un capitolo non descrive una giornata, ma diversi avvenimenti accaduti in un arco di tempo :)

Oh, e prometto che nel prossimo capitolo ci saranno i personaggi che qui non ho trattato, come Elia e Rhaella ;)

  
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