Un gelido vento
soffiava nel parco degli Dei, smuovendo le
foglie rossicce dei pallidi alberi-diga. Il volto scolpito nel tronco
dell’albero-cuore osservava Eddard Stark, il quale era ormai
abituato a
sentirsi quegli occhi addosso. Era come se gli antichi dèi
lo stessero
osservando. Ma quel giorno, Ned sentiva che quegli sguardi erano di
rimprovero.
Accartocciò quella lettera tra le mani, pensando a cosa fare.
Era accaduto
quella mattina stessa. Ned Stark, in assenza
del padre e del fratello, aveva il compito di governare Grande Inverno
in loro
vece. Si era svegliato presto, e si era recato nella sala principale
della
fortezza per sbrigare alcuni affari. Fu in quel momento che il maestro
Luwin lo
raggiunse in modo affannoso, quasi come se avesse corso.
“Maestro,
cosa succede? Ti senti bene?” aveva chiesto Ned.
“Mio
Lord, ecco… Stamane alcune delle ancelle di lady Lyanna
sono corse da me, non sapendo cos’altro fare, sembravano
molto preoccupate…”
“Maestro
Luwin, vai al punto… C’è qualche
problema con mia
sorella?”
“Lady
Lyanna non era nelle sue stanze, questa mattina. Ed
Esmerya, la serva di lady Lyanna, aveva sentito dei rumori sospetti che
l’avevano svegliata un’ora prima
dell’alba. Era andata a bussare alla porta
della lady, ma nessuno ha risposto. Prima di farti allarmare, mio lord,
sono
andato in giro a chiedere di lei, ma nessuno l’ha vista.
Credo… ecco, credo che
lady Lyanna non sia più a Grande Inverno.”
“Come
puoi dire questo? Hai controllato nel Parco degli Dèi?
Hai… “
“Nelle
sue stanze c’era questa, mio lord.”
Il vecchio maestro Luwin porse a lord Eddard una pergamena
accartocciata. Ned
la osservò con diffidenza, poi la aprì, e ne
lesse il contenuto.
Dopo aver
mandato tutti gli uomini di cui disponeva a
cercarla nella Foresta del Lupo e lungo la Strada del Re, Eddard si era
ritirato nel parco degli Dèi. Aveva bisogno di pensare,
aveva bisogno che gli
antichi Dèi gli indicassero la giusta direzione. La lettera
le era stata
mandata dal principe Rhaegar Targaryen. Ned si chiedeva dove potesse
essere
stata portata da quell’uomo. In quella missiva, si parlava di
un semplice
incontro. Sua sorella avrebbe dovuto essere di nuovo nelle sue stanze
prima
dell’alba, e invece…
Eddard Stark
tentava di scacciare dalla sua mente il
sospetto che potesse essere una trappola ordita dalla Corona. Era da
tempo
ormai che non scorreva buon sangue tra il re Targaryen e gli Stark di
Grande
Inverno. Era anche per questo che lord Rickard aveva mandato Ned al
Nido
dell’Aquila, come protetto di Jon Arryn, lord della Valle e
protettore
dell’Est. Era tornato a Grande Inverno, casa sua, solo
qualche tempo prima,
dopo il torneo tenutosi ad Harrenhall durante la Falsa Primavera. Fu un
grande
evento. Giostratori e Lord di tutto il Continente accorsero alla dimora
della
casata Whent, per potersi mettere in mostra o comunque per ottenere
gloria.
Anche gli Stark parteciparono, e vi era anche il Re. Suo figlio Rhaegar
vinse
il torneo, e nonostante fosse già sposato con lady Elia
Martell, incoronò
Lyanna Stark regina d’amore e di bellezza. Ned ricordava bene
lo sguardo
glaciale negli occhi di Robert quando ciò accadde,
nonché la sofferenza che
lady Elia riuscì a nascondere sotto un’espressione
di fredda indifferenza.
Eppure, Eddard Stark, da sempre uomo ligio ai doveri impostogli, non
riusciva a
biasimare del tutto sua sorella. Egli stesso, a quel torneo, si era
perso in un
paio di occhi violetti. Ma non erano gli occhi di un Targaryen, erano
gli occhi
di lei.
Quel torneo
sarebbe rimasto inoltre nella storia perché in
quell’occasione, re Aerys nominò
l’appena quindicenne Jaime Lannister un membro
della guardia reale, per poi spedirlo ad Approdo del Re senza poter
partecipare, con la scusa di dover difendere la regina Rhaella ed il
principe
Viserys. Soltanto gli dèi sanno cosa aveva provato lord
Tywin Lannister in quel
momento.
Ned si chiedeva
se avesse commesso un errore a non partire egli
stesso alla ricerca di Lyanna. Ma suo padre gli aveva sempre ripetuto
che a
Grande Inverno deve sempre rimanere uno Stark. Aveva mandato una
missiva
tramite staffetta per avvertire lord Rickard e Brandon, in viaggio
nelle terre
dei fiumi. Stava per lasciare il parco quando fu raggiunto da Robert
Baratheon.
Quest’ultimo aveva vissuto con Eddard a Nido
dell’Aquila come protetto di lord
Jon, finché non ebbe raggiunto l’età
adatta per governare le terre della
Tempesta, in quanto lord di Capo Tempesta, essendo suo padre Steffon
morto anni
prima. Eddard Stark sapeva cosa gli avrebbe detto.
“Ned,
perché non sono stato avvertito immediatamente?! Io e
tua sorella avremmo dovuto sposarci a breve!”
“Il
mio primo pensiero è stato quello di avvertire mio padre
e mio fratello, e di mandare i miei uomini migliori a cercare Lyanna il
prima
possibile.”
Robert si
sedette su un lungo tronco che giaceva sul suolo.
“Non
posso crederci… Lyanna è andata da lui,
Ned… Io… Perché
lo ha fatto? E perché non è tornata? Quel
bastardo di Rhaegar, dev’essere stato
un inganno… Certo, la Corona prova astio verso il Nord, e
non solo. Dev’essere
un complotto ordito dal Re Folle, ha usato quel suo dannato figlio per
rapire
tua sorella…”
Ned non sapeva
cosa dire. Forse Robert non aveva torto. Re
Aerys era ormai diventato celebre per le scelleratezze da egli
compiute, eppure
il principe Rhaegar non sembrava fatto della stessa pasta del padre.
Nonostante
ciò, Eddard Stark non poteva fare a meno di chiedersi se non
fosse stato tutto
progettato fin dall’inizio. Cosa avrebbero fatto di sua
sorella? Aerys il Folle
l’avrebbe messa al rogo? No, non lo avrebbe permesso.
“Ascoltami
bene, Ned… Prima di venire qui
a Grande Inverno, ho chiamato a raccolta i
vessilli delle Terre della Tempesta, tenendoli pronti ad agire nel caso
in cui…
ce ne fosse stato bisogno. Giù al Sud le follie del re sono
sempre più mal
tollerate, il malcontento serpeggia non solo nelle grandi
città ma anche nei
piccoli villaggi. E questo… Questo affronto è
troppo grave, Ned. I Targaryen
hanno osato levare la propria mano sudicia su Lyanna Stark, tua
sorella, nonché
mia futura sposa, la donna che amo. Devono pagare, Ned, per tutto
questo.”
“Per
tutti gli Dèi, Robert… Hai forse intenzione di
innalzare i vessilli contro il Trono di Spade?”
“Puoi
giurarci, mio leale amico… Ho intenzione di versare il
sangue dei draghi, fino all’ultima goccia. E’
l’unico modo per salvare questo
Continente ormai allo sfacelo. Tua sorella tornerà qui, sana
e salva. Ned,
potrò contare sull’alleanza con il Nord? Dimmi che
lo chiederai al lord tuo
padre…”
Quella di cui
parlava lord Baratheon era una ribellione.
Sarebbero tutti stati etichettati come traditori e, in caso di
fallimento, le
loro teste sarebbero state infilzate e messe in mostra ad Approdo del
Re. Il
sangue avrebbe bagnato tutti e Sette i regni. La decisione di
coinvolgere
Grande Inverno in quella mischia non spettava a lui, questo lo sapevano
entrambi. Lord Rickard avrebbe dato molto più peso al parere
del primogenito
Brandon. Dunque, Ned si incamminò verso le proprie stanze,
pronto a scrivere
un’altra lettera alla sua famiglia.
------------
Il Tumblestone,
fiume tumultuoso e profondo, produceva un
rumore incessante, che si poteva udire in gran parte della fortezza di
Delta
delle Acque. Quel fiume andava poi ad incontrarsi con la Forca Rossa,
molto più
pacata e meno profonda. Catelyn Tully era ormai abituata a quel rumore,
anche
perché d’inverno era molto meno accentuato, a
causa della glaciazione di gran
parte del fiume. Il lord suo padre, qualche giorno prima, le aveva
comunicato
che lord Rickard e suo figlio Brandon Stark, con alcuni dei loro
alfieri,
stavano scendendo verso Delta delle Acque. Cat era stata promessa a
lord
Brandon quando aveva soltanto dodici anni, per saldare
l’amicizia tra i Tully e
gli Stark, ed ora temeva che i loro padri avessero deciso di farli
finalmente
sposare. Sarebbe stato decisamente improvviso, ma Catelyn aveva udito
notizie
inquietanti. Vi erano attriti tra la Corona e il Nord, e qualcosa si
stava
muovendo a Ovest. Lord Hoster Tully, tuttavia, l’aveva
rassicurata, affermando
che quella era soltanto una “visita”. In
realtà, Catelyn aveva capito che c’era
qualcosa di più.
Lady Catelyn
sentiva il gelo dell’inverno lì, sulla cima
della torre. Si appostava spesso lì quando guardava suo
padre partire, o quando
attendeva il suo ritorno. Quella mattina, invece, era lì per
osservare l’arrivo
degli uomini del Nord. Con lei c’era sua sorella Lysa,
e… Petyr.
“E
così quel rozzo del tuo sposo sta arrivando” disse
il
ragazzo, con un ghigno.
“Non
è rozzo, Petyr. In futuro sarà il lord di Grande
Inverno, e protettore del Nord”
Petyr Baelish
era un ragazzo di appena venti anni. Suo padre
era il più minore tra i lord delle Dita. Il suo
“dominio” consisteva un alcuni
acri di roccia. Aveva fatto amicizia col padre di Catelyn durante la
guerra del
Re Novesoldi, così lord Hoster aveva accettato di accogliere
Petyr sotto la sua
protezione. Egli era cresciuto insieme a Catelyn, Lysa ed Edmure, e Cat
lo
vedeva come un fratello. Nonostante ciò, lei aveva capito da
parecchio tempo
ormai, che Petyr avrebbe voluto di più da lei, glielo
leggeva negli occhi, e
lui non avrebbe di certo negato di provare qualcosa di più
del semplice affetto
nei confronti di Cat. Era meglio non portare alla luce una cosa del
genere.
Catelyn era destinata a sposare lord Brandon Stark di Grande Inverno, e
lord
Hoster Tully non l’avrebbe mai sposata a un ragazzo di
origini così umili.
Così, entrambi facevano finta di niente. Quando erano
più piccole, Cat e Lysa
avevano imparato a baciare proprio con Petyr, ma Catelyn non aveva mai
osato
spingersi a baciarlo con la lingua, come invece aveva fatto sua sorella
minore.
Catelyn
notò la rabbia negli occhi di Petyr, e Lysa aveva
uno sguardo strano. Non capiva cosa passasse per la testa della
sorella.
Litigavano spesso. Lysa era convinta che Cat fosse la preferita di loro
padre,
il quale aveva molta meno considerazione per la secondogenita. Questo
aveva
portato a numerosi conflitti tra le due, nonostante Catelyn cercasse
sempre di
fare pace con lei. Dopotutto, “Famiglia, dovere,
onore” era il motto della
nobile casa Tully.
Lady Catelyn
osservò i numerosi vessilli del Nord sventolare
in lontananza. Il meta-lupo degli Stark primeggiava su tutti.
Notò anche il
vessillo col pugno di ferro in campo rosso dei Glover di Deepwood
Motte,
l’aquila argentea su sfondo viola dei Mallister di Seagard,
il gigante che
spezza le catene degli Umber di Ultimo Focolare, e poi
c’erano i dodici scudi
su uno sfondo bronzeo, simbolo della casa Royce, che aveva giurato
fedeltà a
lord Arryn. Vi era il vessillo degli Arryn stessi. Catelyn aveva saputo
che,
tra i protetti di lord Rickard, vi era il nipote ed erede di Jon Arryn.
I Tully attesero
gli Stark all’ingresso della fortezza.
Onorarono i loro ospiti come era tradizione, e Catelyn non riusciva a
staccare
gli occhi da Brandon Stark. I due non si conoscevano molto, si erano
visti
soltanto nelle sporadiche visite tra le due famiglie. Si diceva,
comunque, che
lord Brandon era un uomo dalla testa calda, implacabile in battaglia ma
anche
testardo, un vero lupo selvaggio. Si diceva che somigliasse molto alla
sorella,
Lyanna Stark, mentre suo fratello Eddard era molto più mite,
nonostante
possedesse anch’egli una personalità integerrima.
Brandon notò lo sguardo di
lady Tully, e ricambio con un sorriso. La fanciulla arrossì
immediatamente. Il
suo volto divenne dello stesso colore dei capelli.
Nella sala
principale di Delta delle Acque erano già stati
enormi tavoli per ospitare gli uomini del nord. Lord Hoster non aveva
di certo
lesinato sul cibo, e neanche sul vino o sulla birra. I Tully avevano
sempre
dato grande importanza all’ospitalità, considerata
un valore sacro agli occhi
degli dèi stessi. Sulla piattaforma centrale, dedicata agli
uomini di più alto
lignaggio, sedevano Brandon, lord Rickard, lord Hoster e poi i suoi
figli,
Edmure, Catelyn e Lysa. Al tavolo immediatamente inferiore alla
piattaforma,
sedeva, tra gli altri, Petyr Baelish, il quale non riusciva a staccare
gli
occhi da Catelyn, la quale appariva bellissima nel suo abito rosso con
rifiniture blu, e con i suoi capelli rossi liberi sulla schiena.
Eppure, lei
sembrava avere occhi soltanto per Brandon.
Il banchetto era
iniziato da un bel po’, quando da un
ingresso laterale sopraggiunse un giovane affannato, che si diresse
immediatamente da lord Tully, sussurrandogli qualcosa
all’orecchio.
L’espressione dell’uomo mutò
notevolmente, e chiese a lord Rickard e a suo
figlio di raggiungerli in un luogo più appartato.
“Padre…”
“Tu
resta qui con tua sorella, Cat. Noi torniamo subito.”
“Lord
Hoster, vorrei che lady Catelyn venisse con noi. E’ la
mia futura sposa, la futura lady di Grande Inverno, e ciò
che so io può, anzi
deve, saperlo anche lei” rispose Brandon, prima che Catelyn
potesse obiettare
in qualche modo alla decisione del padre. Il lupo del Nord le fece un
occhiolino, e lei sorrise timidamente. Lord Hoster
acconsentì, portando con se
sia Edmure che Cat. Lysa avrebbe voluto alzarsi ed urlare verso suo
padre,
dicendo che non era giusto. Ma tutto ciò che
riuscì a fare, fu buttare giù una
coppa di vino, che venne subito riempita.
Nel solarium di
lord Hoster si respirava un’aria pesante.
“Quel
dannato bastardo me la pagherà cara. Lui e quel folle
di suo padre assaggeranno la lama della mia spada. Impareranno che
nessuno osa
toccare gli Stark di Grande Inverno, tantomeno mia sorella.”
La voce di
Brandon grondava ira. Cat capì che le voci su di
lui erano vere: era davvero una testa calda. A quanto pare, Rhaegar
Targaryen
aveva rapito con l’inganno lady Lyanna. Robert Baratheon, suo
promesso sposo,
era convinto che fosse un’idea del Trono di Spade per colpire
il Nord. Egli
aveva raccolto i vessilli delle Terre della Tempesta, che alla sua
famiglia hanno
giurato fedeltà.
“Calmati
adesso, figlio. Spero che il principe Rhaegar non
abbia torto un capello a mia figlia, altrimenti sarò io
stesso a far sanguinare
quei draghi. Ghiaccio sarà contenta di trafiggere il cuore
infame di re Aerys,
ma dobbiamo riflettere. Eddard ci chiede di appoggiare la causa di
Robert, ma…”
“E noi
lo faremo, padre!
Robert è un guerriero, come me, ed ama Lyanna!
Il lupo ed il cervo
insieme sconfiggeranno i draghi, vedrai. Quel cazzo di re Folle ci
restituirà
Lyanna e farò in modo che chieda perdono in
ginocchio.”
“Non
dimenticare che la Corona può contare su Lancia del
Sole. Il principe è sposato ad una Martell, Dorne non
volterà la faccia ad
Approdo del Re, sapendo che la loro principessa è in mano ai
Targaryen” rispose
Rickard Stark.
“Se
posso intromettermi, miei lord…” stavolta fu lord
Hoster
a parlare “Anche solo per questa conversazione, potreste
essere bollati come
traditori della Corona, e condannati a morte per questo. Quello di cui
parla il
lord di Capo Tempesta potrebbe condurre tutti a perdere la testa.
Tuttavia, i
Tully e gli Stark sono amici da lungo tempo, lord Rickard. Per cui,
qualsiasi
decisione venga presa, sappi che Delta delle Acque e le Terre dei Fiumi
saranno
dalla vostra parte. E a tutti coloro che osassero dubitare di questa
alleanza,
io risponderò domattina, quando annunceremo la data
ufficiale delle nozze tra
mia figlia e tuo figlio.”
Gli uomini di
Grande Inverno si guardarono, e annuirono.
Lord Rickard strinse la mano di lord Hoster, e Catelyn
osservò il suo futuro
sposo. Improvvisamente, quel matrimonio divenne più reale
che mai. Ella cercò
di immaginarsi nel gelido Nord, ad essere la Lady di una roccaforte
perennemente innevata. Lei, che era cresciuta nel clima mite di Delta
delle
Acque. Ed improvvisamente ebbe paura di ciò che sarebbe
accaduto. Inoltre, suo
padre avrebbe preso parte all’ennesima guerra. Ancora una
volta, Catelyn Tully
avrebbe osservato suo padre partire, dall’alto della torre,
sperando di vederlo
tornare, prima o poi.
“E
sia. Ma domani, appena aver fatto l’annuncio,
partirò
immediatamente per Approdo del Re, padre. Porterò con me gli
alleati più
fidati, e mi riprenderò Lyanna. Se mia sorella restasse
nelle mani dei
Targaryen, potrebbero vendicarsi della nostra insubordinazione
staccandole la
testa… No, domani farò sputare sangue a quel
cazzo di drago, anziché fuoco.”
Brandon sarebbe
dunque partito per la capitale, e Cat sapeva
che nulla gli avrebbe fatto cambiare idea. Ciò che aveva
intenzione di fare era
pericoloso, si diceva che il re Aerys II fosse imprevedibile
e… folle. No,
Brandon era uno dei guerrieri più forti del Continente,
Catelyn questo lo
sapeva. Eppure, aveva un brutto presentimento.
Dopo
un’altra mezz’ora di discussione, i lord erano
tornati
sui loro scranni nella sala principale, dove continuavano a scorrere
fiumi di
vino e dove l’allegria regnava. Quegli uomini erano ignari
che presto avrebbero
dovuto mollare la coppa per impugnare la spada, e levarla contro il
Trono di
Spade. Si erano addirittura aperte le danze, grazie alle note di un
musicante.
Petyr non perse l’occasione di chiedere un ballo a Catelyn,
la quale non
pensava fosse una buona idea accettare. Poi però vide che
Brandon si stava
divertendo a danzare con alcune fanciulle di lignaggio minore. Cat,
dunque, decise
che anche lei avrebbe potuto divertirsi per quella sera, ed
accettò l’invito di
Baelish.
I due danzarono,
scherzando e prendendosi in giro tra di
loro. A Catelyn piaceva stare in compagnia di Petyr. La faceva
divertire,
ridere. Eppure… Non riusciva ad immaginare
nient’altro, era come un fratello.
Rideva più con lui che con Edmure, il quale era ancora
immaturo rispetto alle
sorelle. Ad un certo punto, tra una risata e l’altra, Petyr
avvicinò
pericolosamente le labbra a quelle di Cat. Ella riuscì a
scansarsi. La
situazione si fece imbarazzante. Lei aveva rifiutato un bacio di Petyr,
e non
sapeva cosa dire.
“Mia
lady, io…”
“Non
dire nulla, Petyr. Sono certo che stessi scherzando.”
Così,
lady Catelyn rise. Rise, per dissipare quell’imbarazzo
e fare finta di niente, e poi si scostò dal corpo del
ragazzo. Riuscì a
scorgere il disappunto nei suoi occhi, e si sentì
tremendamente in colpa per
quel ragazzo. Gli voleva bene, ma lei era promessa a
Brandon. Il giorno successivo, la data delle
nozze sarebbero state annunciate, e lei non avrebbe mai potuto amare
Petyr.
Quest’ultimo abbassò la testa e tornò
al tavolo a bere vino. Molto vino. Lysa,
che per tutto il tempo non aveva fatto altro che annoiarsi e criticare,
andò a
sedersi accanto a lui… a riempirgli la coppa.
A notte
inoltrata, quando tutti si furono ritirati nelle
proprie stanze, Lysa Tully attese che i corridoi del castello fossero
vuoti, e
poi, con in mano una candela, si incamminò. Sapeva quale
fosse la stanza di
Petyr. Non ci fu neanche bisogno di bussare, giacché la
porta era socchiusa.
Trovò il giovane a bere altro vino. Sembrava frustrato. Lysa
gli si avvicinò.
“Io… Io la amo...”
“Shhh…
Non parlare, mio dolce Petyr.”
Lysa spinse
dolcemente il ragazzo sul letto, e si stese
sopra di lui, portando senza esitazione le sue labbra sulle sue. La
mente di
Petyr era annebbiata dal vino, sembrava non rendersi conto di
ciò che stava
accadendo, così lasciò che Lysa facesse
ciò che voleva.
“Petyr…
Dolce Petyr, io ti amo così tanto!”
“Anche
io ti amo… Cat… “
Cat. Fu quello
il nome sussurrato, con voce roca, da Petyr.
Lysa provò un grande senso di disperazione.
Perché? Era stanca di vivere
all’ombra di sua sorella e di suo padre. Era stanca di fare
tutto ciò che le
veniva chiesto soltanto per compiacere il lord suo padre. Era stanca di
vedere
la sua bellezza sminuita soltanto perché i capelli di
Catelyn Tully erano più
luminosi, soltanto perché l’azzurro dei suoi occhi
erano più intensi. Si
sarebbe presa ciò che voleva, ed in quel caso era Petyr.
Catelyn non lo avrebbe
mai amato come lo amava Lysa, del resto era promessa a quel bruto del
nord.
Petyr poteva anche scambiarla per Cat, ma quella notta sarebbe stata
Lysa a
dargli piacere.
Il mattino
seguente, gli ospiti di Delta delle Acque furono
nuovamente radunati nella sala grande, in cui i tavoli erano stati
imbanditi
per un’abbondante colazione.
Tuttavia,
l’atmosfera era leggermente più tesa rispetto alla
serata precedente. Si era
diffusa la notizia del rapimento di lady Lyanna Stark, e gli uomini del
Tridente sapevano che lord Tully avrebbe appoggiato la causa di Grande
Inverno.
Ad un certo punto, lord Hoster richiamò
l’attenzione di tutti i presenti, e si
alzò in piedi.
“Miei
fedeli uomini, miei leali ospiti. So che le notizie si
diffondono in fretta, e così è stato anche
quest’oggi. Come ben sapete, i Tully
e gli Stark sono amici di lunga data, e Delta delle Acque, insieme a
tutti gli
altri lord del Tridente, aiuterà il Nord a fare chiarezza
sul rapimento di lady
Lyanna. Inoltre, come ben sapete, la mia amata Catelyn è da
lungo tempo
promessa a lord Brandon Stark, futuro lord di Grande Inverno.
E’ giunto il
momento di fissare queste nozze, e…”
“NO!”
Immediatamente,
tutti si voltarono verso colui che aveva
parlato: Petyr Baelish. Catelyn rimase esterrefatta. Cosa aveva in
mente? Lo
sguardo di Lysa era pietrificato. Cat la guardò, come per
chiederle se lei
sapesse qualcosa.
“Mio
lord, mi dispiace interromperti. So che lady Catelyn è
promessa a lord Stark, ma… Ma io intendo chiedere la sua
mano.”
Silenzio. Un
imbarazzante silenzio calò sulla sala. Questo
silenzio fu spezzato dalla risata di Brandon Stark.
“Tu
vorresti dunque sposare lady Catelyn? E chi saresti? Ah,
si, giusto… Tuo padre era il lord di qualche pietra, in
quelle lande
dimenticate dagli dèi… E’ per questo
che ti chiamano Ditocorto? Oh, spero sia
così… non vorrei che questo nomignolo si
riferisse a qualcos’altro. Torna a
sederti, la birra è particolarmente dolce stamane,
ragazzino.”
“E’
vero, mio padre non è un grande lord e io non sono
l’erede di un grande castello, ma soltanto di una regione
minore delle Dita… Ma
io amo davvero lady Catelyn! Farei di tutto per averla! Lord
Brandon… Io
propongo una sfida… A singolar tenzone! Si, e chi
vincerà potrà sposare lady
Catelyn!”
“Adesso
basta, Petyr…”
“No,
lord Hoster, lascialo parlare. Ebbene, ragazzino, mi
farà bene esercitarmi con la spada prima conficcarla nel
cuore del principe
Rhaegar.”
La sfida era
dunque stata accettata. Catelyn non sapeva cosa
dire. Brandon era un guerriero del Nord, abile con la spada.
Petyr… Sapeva a
stento tenere in mano una spada, non aveva mai combattuto davvero. Si
era
esercitato con il maestro d’armi di Delta delle Acque, certo,
ma un
combattimento vero era tutt’altro. E Catelyn sapeva che il
suo promesso sposo
non avrebbe esitato a squarciare la gola di Petyr. Lysa, dal canto suo,
si era limitata
a lasciare quel posto. Catelyn giurò di aver visto delle
lacrime scenderle
lungo le guance.
Tutta gli uomini
di Delta delle Acque, nonché ovviamente gli
uomini del nord, si erano radunati nel cortile della fortezza. Erano
tutti
entusiasti di vedere il leggendario Brandon Stark umiliare un giovane
lord del
nulla. Nessuno avrebbe osato scommettere sulla vittoria di Petyr
Baelish, e
nemmeno Catelyn. Lord Brandon era un uomo del nord, temprato dalla neve
e dalla
battaglia, mentre Petyr… Era Petyr. Egli aveva un fisico
magro, non possedeva
alcuna muscolatura accentuata. Niente in confronto a Brandon Stark, che
sembrava una statua scolpita nel ghiaccio dal Fabbro stesso.
Petyr si stava
facendo aiutare ad allacciare l’armatura. Più
che un’armatura, in realtà, era
un’accozzaglia di pezzi di ferro provenienti da
diverse armature, ritrovate nell’armeria di Delta delle
Acque. Catelyn gli si
avvicinò.
“Petyr,
ti prego, non farlo.”
“Non
posso tirarmi indietro, Cat. Sembrerei un codardo, e
non lo sono. Io ti amo, e dimostrerò al lord tuo padre di
meritare la tua mano,
io…”
“Non dire sciocchezze Petyr! Tu non puoi amarmi, hai sempre
saputo che ero
promessa a lord Brandon! Lui è un guerriero del nord, non
hai speranze di
batterlo in duello. Te ne prego, Petyr, non farti uccidere per
me.”
“Ma
pensaci, Cat… Se vinco, potremo sposarci!”
“Sei
sempre stato ostinato. Credi davvero che il lord mio
padre accetterebbe in ogni caso di farci sposare? E poi… Tu
lo sai… Io non ti
amo, Petyr.”
Detto questo,
lady Catelyn Tully si voltò e lasciò
lì Petyr,
sperando che il giovane avesse capito. Lo aveva guardato in quegli
occhi
grigio-verdi e gli aveva detto chiaramente di non amarlo, cercando di
essere
più convincente possibile. Ma sarebbe bastato a farlo
desistere?
Evidentemente no.
Quando fu il
momento della tenzone, entrambi i pretendenti
alla mano di Catelyn erano in arena. I lord di alto lignaggio, come
sempre,
seduti su di una piattaforma sopraelevata. Lord Rickard non sembrava
particolarmente preoccupato per la sorte del figlio. Egli stesso aveva
contribuito alla formazione del suo erede, il quale aveva
più volte dimostrato,
durante i tornei, di essere abile con la spada e la mazza.
Il principe di
Grande Inverno aveva uno sguardo sornione,
sicuro della vittoria. Petyr si lanciò
all’attacco, come a voler togliere quel
ghigno dalla sua faccia. La sua spada non era nulla a confronto della
splendente spada impugnata da Brandon. Catelyn ringraziò gli
Dèi che lord
Rickard non aveva lasciato al figlio la spada Ghiaccio, forgiata
dall’acciaio
di Valyria. In tal caso, di Petyr sarebbero rimasti solo brandelli di
carne.
In ogni caso,
Petyr aveva attaccato il suo rivale con un
fendente, e poi con un altro e un altro ancora. Brandon Stark riusciva
a
pararli o evitarli con estrema facilità. Baelish non era un
grande spadaccino.
Attaccava in modo casuale, sperando di riuscire a ferire
l’avversario, prima o
poi. Il guerriero del Nord sembrava divertirsi. Avrebbe lasciato che il
suo
avversario si sfogasse, e poi lo avrebbe abbattuto. Catelyn
iniziò a sudare
freddo. Petyr iniziava ad affannare, aveva messo troppa foga nei suoi
attacchi.
Brandon ne approfittò, e dopo aver parato l’ultimo
fendente, lo allontanò con
un calcio, e calò la sua spada sul giovane rivale.
Quest’ultimo si spostò di lato,
ma non fece in tempo per evitare del tutto la lama. Sul suo fianco,
infatti, si
era aperta una leggera ferita. Petyr emise un gemito di dolore,
tastandosi il
fianco sanguinante e dolente. Questa fu una distrazione più
che sufficiente per
Brandon di colpire nuovamente l’inesperto rivale con un
fendente dall’alto
verso il basso. La spada sfondò la spalliera
dell’armatura e penetrò la carne.
Se Brandon avesse voluto, la spada avrebbe potuto squarciare
l’intero torace e
addome di Petyr, ma a quanto pare si stava divertendo. Il ragazzo delle
Dita,
tuttavia, ne uscì con una brutta ferita alla spalla, e
dopodiché venne messo al
tappeto da un calcio nell’addome che gli mozzò il
fiato. Dopodiché, Brandon gli
puntò la spada alla gola, pronto a finirlo.
“Mi
dispiace, “lord” Petyr. Dopotutto mi stavi
simpatico. Ma
l’hai voluto tu. L’amore può rendere
davvero ciechi, me ne rendo conto. Addio,
mio lord delle Dita.”
“NO!”
Brandon si
voltò verso lady Catelyn.
“Ti
prego, mio lord Brandon. Risparmiagli la vita. Ha
commesso un errore a sfidarti in duello, ha commesso un errore a
sperare che il
lord mio padre potesse concedergli la mia mano. Tu sei l’uomo
che ho intenzione
di sposare, e così farò. Ma ti prego, come tua
futura moglie, come futura lady
Stark di Grande Inverno, ti chiedo di risparmiare la sua
vita.”
“Hai
il cuore gentile, mia lady, a volere che questo
miserabile continui a vivere. La tua bellezza mi acceca, lady Catelyn.
Per
questo, e per l’amore che provo per te, ti
accontenterò. E sia, che lord
Baelish, erede di alcune rocce delle Dita continui a vivere.”
Cat era convinta
che le sue parole avrebbero fatto soffrire
Petyr, più delle ferite stesse. Eppure, lei doveva salvargli
la vita, per cui
no, non si sarebbe sentita in colpa. Col tempo, aveva imparato ad amare
Brandon
Stark, o almeno l’idea che aveva di lui.
A quanto pareva,
dopo il duello, Brandon Stark si sarebbe
diretto ad Approdo Del Re per riportare sua sorella Lyanna al Nord, per
strapparla dalle grinfie del drago. Con lui avrebbe portato i suoi
uomini più
forti e gli alleati più fidati, ma Catelyn non riusciva
comunque a togliersi
quel brutto presentimento che la attanagliava. I draghi erano forti, e
sapevano
essere subdoli.
------------
Aerys Targaryen,
secondo del suo nome, re degli Andali, dei
Rhoynar e dei Primi Uomini, signore dei Sette Regni e protettore del
reame,
sedeva a capotavola. La barba era liscia e assurdamente lunga, di un
colore
sempre più sbiadito, ed i capelli, anch’essi
lunghi, erano arruffati e mal
curati. Il Re aveva provato a nascondere i tagli e le piaghe dovute
alle lame
del Trono di Spade, ma tutti sapevano che quel trono era continuamente
bagnato
del sangue di Sua Maestà. Alla sua sinistra vi era il
maestro del conio, un
lord minore dell’Altopiano, un tale lord Hutcheson. Dopo di
lui, sedeva il
maestro delle navi, proveniente da un ramo cadetto della casa dei
Redwyne, anch’essi
alfieri dei Tyrell. Dopodiché vi era il maestro delle leggi,
un lord di casa
Vaith, dai deserti di Dorne. Poi vi era ser Gerold Hightower, lord
comandante
della Guardia Reale, seduto esattamente di fronte al re, divisi dal
tavolo
rettangolare. Alla destra di ser Gerold vi era il Gran Maestro Pycelle,
un uomo
anziano ma con una lussureggiante barba bianca che gli conferiva
un’aura di
grande saggezza. Poi c’era lord Varys l’eunuco,
maestro dei sussurri, con
uccellini sparsi in tutto il Continente, nonché oltre il
Mare Stretto. E
infine, alla destra del Re, c’era lui: Jon Connington, lord
del Posatoio del
Grifone e nuovo Primo Cavaliere del Re.
Fino a poco
tempo prima, quello scranno era presidiato da
lord Owen Merryweather di Lunga Tavola, sostituto di lord Tywin
Lannister quale
Primo Cavaliere.
“Miei
cari lord” esordì il Re “Come ben
sapete, lord
Merryweather è stato esiliato, e le sue terre gli sono state
strappate. Le spie
di Varys affermavano che Robert Baratheon aveva raccolto i vessilli per
innalzarli contro il Trono di Spade, e Ned Stark lo appoggiava.
Inoltre, lord
Rickard e quell’infame di suo figlio ci accusano di aver
rapito quella cagna di
Lyanna Stark. Effettivamente, mio figlio è sparito da corte,
ma poco importa.
Gli Stark e i Baratheon sono dei traditori, avevo ordinato a Owen di
scrivere a
tutti i lord del Regno perché mi portassero le loro teste,
ma a quanto pare
Robert è riuscito a tornare a Capo Tempesta del tutto
indenne. C’è una sola
spiegazione: Owen Merryweather era anch’egli un traditore,
che stava cospirando
insieme a quei dannati ribelli. Avrei dovuto metterlo al rogo. In ogni
caso,
adesso è Jon Connington il mio Primo Cavaliere.”
Lord Jon aveva
accettato l’incarico. Casa Connington aveva
giurato fedeltà ai Baratheon di Capo Tempesta, ma non
c’era mai stato buon
sangue tra le due casate. Jon Connington riteneva Robert Baratheon un
mero
ubriacone, che amava andare nei bordelli e farsela con le puttane. Non
era
degno di governare le terre della Tempesta. Jon, inoltre, era un grande
amico
del principe Rhaegar, e sapeva che non avrebbe mai rapito una donna
come Lyanna
Stark.
“Sua
Maestà può fidarsi di me, così come
tutti voi di questo
concilio. I Connington sono in disputa con i Baratheon da anni, e vi
giuro che
gli strapperemo Capo Tempesta, ripristinando la pace del Re in quelle
terre.
Gli Stark, i Baratheon e anche i Tully sono dei traditori, ormai questo
è
assodato, miei signori. Brandon Stark si sta dirigendo qui con una
piccola
guarnigione per riprendersi Lyanna Stark” spiegò
il Primo Cavaliere.
“Quale
ardire…” aggiunse Pycelle.
“Che
venga. La puttana di Grande Inverno non è qui a corte,
e non so dove mio figlio l’abbia portata, ma poco importa.
Quei bestioni del
Nord pagheranno col sangue tutta questa insolenza. Li
metterò al rogo, tutti
quanti. Tutti quanti!”
“Sire, se posso… Non sarebbe più astuto
catturarli e rinchiuderli? Mi giungono
notizie dal Nord secondo le quali Eddard Stark, con il benestare di
lord
Rickard, il quale sta ritornando a Grande Inverno, stia raccogliendo i
vessilli
del Nord. Umber, Bolton, Karstark, e tanti altri sono pronti a seguirlo
in
battaglia, semmai dovesse essercene una” aggiunse il Ragno
Tessitore. Varys
aveva una voce morbida, e ogni qualvolta che parlava, Jon Connington
aveva la
sensazione che quell’eunuco sapesse molto di più.
Non si fidava di lui.
“Tutti
traditori. Prima che finisca il nuovo anno, vedrò il
Nord in fiamme, che gli dèi ne siano testimoni. Lord Jon,
manda un corvo
messaggero a Nido dell’Aquila. Voglio che Jon Arryn capisca
da quale parte deve
stare. Robert Baratheon ed Eddard Stark erano suoi protetti, non voglio
dover
tagliare anche la sua testa e farla rotolare lungo la Valle. Dorne
è già dalla
nostra parte, abbiamo la loro preziosa principessa qui a corte, Lancia
del Sole
non oserebbe mai levare la lancia contro la Corona. Per quanto riguarda
i
Tyrell, lord Mace è un idiota, e sa che saremo noi a
prevalere. Sono gli uomini
di Arryn a fare la differenza. Quel vecchio dovrà riflettere
molto
attentamente.”
Quando il
Concilio fu tolto, Jon Connington si chiese se
fosse davvero saggio quello che il Re aveva in mente. Durante la
riunione, le
mani di Aerys tremavano, e ogni qualvolta che veniva menzionato il
fuoco, i
suoi occhi brillavano di eccitazione. Ma mettere a ferro e fuoco il
Nord e le
Terre dei Fiumi avrebbe portato alla guerra. In realtà, la
guerra sembrava
ormai inevitabile. Era pieno Inverno, e non era di certo saggio
cominciare una
guerra durante l’Inverno, quando le riserve di cibo
scarseggiavano e i Sette Regni
erano impregnati di neve. Tuttavia, il Primo Cavaliere aveva giurato
fedeltà
alla Corona, e alla corona soltanto. Inoltre, una volta caduto Robert
Baratheon, il Posatoio del Grifone sarebbe diventata la roccaforte
più
importante delle terre della Tempesta, e lui ne sarebbe diventato il
Protettore. Pregò i sette dèi perché
il principe Rhaegar si facesse vivo, e al
più presto. Dove era finito?
---------
L’Inverno
non riusciva a mitigare il clima afoso e torrido
dei deserti di Dorne. Da quelle finestre, lei poteva soltanto osservare
le
Montagne Rosse di Dorne. La Torre della Gioia non era di certo un
castello, ma
era comunque comoda, nonostante Lyanna Stark non fosse abituata al
caldo di
Dorne. Aveva soltanto un lenzuolo a coprire le nudità. Si
scostò dalla finestra
e tornò al suo letto, dove ad attenderla c’era
Rhaegar Targaryen, con in mano
la propria arpa. Dopo che si erano uniti, Rhaegar aveva eseguito una
struggente
melodia per la sua lupa.
Lady Lyanna non
sapeva cosa fare. Adorava quel posto, vivere
lì, con il suo principe. Quella notte, alla
“Regina di Ghiaccio”, ser Arthur
Dayne, detto Spada dell’Alba, l’aveva portata dal
principe. Non era l’unico
membro delle Spade Bianche ad accompagnare Sua Altezza. Infatti, vi era
anche
ser Oswell Whent, uomo affabile dall’umorismo tetro.
Quella notte
avevano fatto l’amore, e dopo Rhaegar aveva
proposto a Lyanna di fare in modo che quello non fosse un addio.
Potevano
fuggire da quel luogo, andare in un posto in cui potessero coronare il
loro
sogno d’amore. Era una follia. Entrambi si sentivano in
colpa. Rhaegar aveva
lasciato sua moglie Elia alla corte di Approdo del Re, e Lyanna aveva
lasciato
il suo futuro sposo, nonché la sua famiglia. Gli uomini di
Rhaegar portavano
notizie ogni giorno più inquietanti. Il Nord era convinto
che i Targaryen
avessero complottato per rapire Lyanna, come anche Capo Tempesta. A
loro si
erano uniti i Tully, e Rhaegar era sicuro che anche gli Arryn si
sarebbero
sollevati contro la Corona. Tutto questo soltanto per stare insieme.
“Amore
mio, lasciami venire con te! Non posso restare qui,
devo parlare con i miei fratelli! Con Ned, lui
capirà!”
“No.
Non appena metterai piede fuori da questa Torre, le
spie lo riferiranno a Varys, e finirai nelle grinfie di mio padre. Io
sono il
principe, il suo erede, ed è per questo che è mio
dovere ripartire verso nord
per combattere al suo fianco. Mi dispiace, Lyanna, ma se
sarà necessario dovrò
levare la spada contro la tua famiglia.”
Lyanna Stark si
morse un labbro. Non sapeva cosa dire, o
fare. Da una parte c’era la sua famiglia,
dall’altra l’uomo che amava.
“Ascoltami,
Lyanna, sarai al sicuro. Ser Arthur Dayne e ser
Oswell Whent rimarranno qui a proteggerti. Quando tutto sarà
finito, io…”
Ma Rhaegar non
sapeva cosa dire. Alla fine di tutto, lui
sarebbe stato comunque sposato con Elia, padre dei suoi figli.
Quando il
principe uscì dalla stanza, pronto a tornare ad
Approdo del Re, si fermò dai suoi cavalieri bianchi.
“Ser
Arthur, ser Oswell, voi rimarrete qui a proteggere lady
Lyanna.”
“E
perché mai? Noi siamo confratelli della Guardia Reale,
proteggiamo la famiglia reale. Tu puoi amarla, ma lei non ne
è un membro.
Dunque noi verremo con te” disse ser Arthur di Starfall.
“No,
lei non è un membro della famiglia reale. Ma la vita
che cresce nel suo ventre lo è.”
E
così finisce questo capitolo! Stavolta è stato un
po’ più
lungo, ho deciso di soffermarmi di più su Delta delle Acque,
perché nello
scorso capitolo non ne ho fatto cenno.
Vorrei
specificare che tra un paragrafo e l’altro, ovviamente
può essere trascorso un periodo di tempo più o
meno lungo. Nel mondo di asoiaf
le notizie arrivano dopo qualche tempo, e per andare da una regione
all’altra
ci vogliono settimane, quindi è ovvio che un capitolo non
descrive una
giornata, ma diversi avvenimenti accaduti in un arco di tempo :)
Oh, e prometto che nel
prossimo capitolo ci saranno i
personaggi che qui non ho trattato, come Elia e Rhaella ;)