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Autore: _Garnet915_    12/09/2008    3 recensioni
Guarigione. Un concetto che può apparire tanto semplice. Ma per alcuni è una ripida strada di montagna che sembra non offra alcun sentiero sicuro. Percorrerla da soli sembra una tortura. Ma forse con qualcuno accanto, una sicurezza può essere trovata. {NOTA: il titolo della storia è lo stesso di una canzone incisa in Giappone e dedicata al pairing Inuyasha/Kagome - lo stesso principale di questa fic - Questo, però, non significa che la storia sia una sorta di song-fic}
Genere: Generale, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Kikyo, Sango
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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2. Ima me o sorasanai de ikou ~ There’s no turning away as we go now


Novantasette.


Novantotto.


Novantanove.


Cento.


“Ehi, Kagome!”


Aveva appena finito la lunga scalinata che portava al tempio e c’era già qualcuno che la chiamava.


Non è un tempio, questo, è un formicaio umano!


Cambiò umore, però, non appena vide che a parlare era stata l’altra sua migliore amica, Kikyo.


La ragazza portava i suoi lunghi capelli corvini raccolti in un’alta coda di cavallo impedendo ai suoi capelli solitamente ribelli di coprirle il viso che appariva stremato. Erano ormai le sette e mezzo, il suo turno doveva essere già finito da un pezzo. Eppure indossava ancora il kimono bianco e rosso da miko, che era solita portare durante il lavoro al tempio.


“Ehi!” disse Kagome


“Sei ancora in servizio?” continuò


“No, ho appena finito! Se mi aspetti un attimo che vado a cambiarmi, poi scambiamo due paroline circa il messaggio euforico di questo pomeriggio!” e sorrise





Kagome stringeva in mano il pupazzino che aveva comprato quel pomeriggio; seduta sui gradoni del tempio, mentre aspettava Kikyo continuava a fissare l’angelo vestito d’azzurro.


“Allora?” domandò improvvisamente una voce alle sue spalle. Kikyo – era lei che aveva parlato – si sedette accanto all’amica, ansiosa di ricevere una risposta.


“Ecco… sì… vedi questo?” domandò Kagome porgendo il pupazzo all’amica


“Ho scoperto un nuovo negozio in centro. E’ piccolo, ma molto carino. E poi il commesso che ci lavora è davvero carino! Devi proprio vederlo! Ha i capelli neri e gli occhi marroni! Ma no, che, dico, non sono marroni! Sembrano più chiari, più… più… più simile al colore dell’ambra, ecco! Ti giuro era stupendo! E non è finita qui!” e tutta trafelata tirò fuori dallo zaino l’angioletto che aveva acquistato quel pomeriggio, tenendolo tra le mani tremolanti per l’agitazione.


“Ecco, guarda, guarda! Leggi la targhetta che c’è dietro al vestito! Il nome! Il significato! E’ perfetto per me! E, ti sembrerà incredibile, quel ragazzo me l’ha dato non appena mi ha visto in faccia. Ha detto che mi assomiglia molto di viso! E poi, guarda, la descrizione! Sembra azzeccatissima! Fatta apposta per me! E poi, e poi…”


“Frena, frena! O finirai con il morire soffocata!” la canzonò Kikyo, sorridendo. Osservò l’angioletto per alcuni secondi e poi, quando lo ridiede all’amica le propose di andare assieme in quel negozietto l’indomani.


“Ma io domani devo andare in ospedale… quella cretina di mia madre mi ha avvisata proprio all’ultimo di questa visita!”


“E’ successo qualcosa?” domando Kikyo, preoccupata Kagome sospirò


“Non lo so, onestamente… Lo spero… Anche se continuo ad inveire contro mia madre affinché lei mi dica sempre e subito la verità non c’è verso di fargliela capire e va a finire ogni volta allo stesso modo… mi avvisano i medici… poi torno a casa… e litigo con lei”


Già…


Come l’ultima volta…





“Ma perché non mi hai avvisata neanche questa volta, eh?! Chi cazzo sei per farlo?!”


“Sono tua madre!! E scusami tanto se voglio proteggerti!”


“Cosa?! … Ma allora tu… non hai proprio capito niente! Non è così che mi aiuti, porca puttana!!”






L’ultima volta si era arrabbiata sul serio… però sua madre se l’era cercata…


Si portò le ginocchia al petto e abbasso il viso non appena sentì che alcune lacrime iniziavano a pungerle il viso.


Non voleva piangere.


Dannazione, non voleva!


E, soprattutto, non voleva piangere di fronte a qualcuno!


Nemmeno di fronte alla sua migliore amica…


“Dannazione…” farfugliò…


“Ehi, ehi!” disse Kikyo


“Che fai? Lo sai bene che non devi nasconderti mentre piangi, almeno non davanti a me! Lo sai, no? Mmmh?”


“Non… non ce la faccio” singhiozzò a malapena Kagome


“Ogni giorno… ogni maledetto giorno è uno sforzo continuo per non piangere! Io… io… rivoglio… … … la mia… … vecchia vita! Non voglio andare ancora in ospedale, voglio… voglio andare a scuola… stare tra i miei compagni… sentirmi normale… non… non ce la faccio… io… io domani vado in ospedale… chiedo il consenso informato…”


Riprese fiato, come se avesse corso per chissà quanti chilometri


“e lo brucio… giuro su Buddha, su Dio, su chi cavolo vuoi… ma lo brucio…” e iniziò a singhiozzare più forte.


“Non dirlo nemmeno per ridere!” disse a gran voce Kikyo


“Che stupidaggini vai dicendo?! Vuoi buttare all’aria tutto quanto?! Hai fatto tanti sacrifici in questi ultimi quattro mesi, non dirmi che vuoi farla finita così?! Non è da te Kagome!”


La ragazza alzò il viso, irritata


“Vuoi andar tu al posto mio?! Vuoi?! Eh?! Se vuoi te lo cedo ben volentieri!!! Il fatto che io sia forte non c’entra un cazzo!! Che ne sai te?! Che ne sai!?” urlò


“No, infatti, io non ne so niente!” disse ferma Kikyo.


“Però… lo sai… lo sai benissimo che se si potesse… … io andrei al tuo posto! Lo sai! Ma purtroppo non è possibile… e ti giuro” alcune lacrime iniziarono a fare capolinea tra gli occhi di Kikyo “ti giuro… … che… … mi fa star male il non poter fare molto per te… lo sai…”


Kagome rimase colpita dalla dolce fermezza dell’amica e si limitò a sussurrare un “scusa”


Kikyo, in tutta risposta, la abbracciò



“Non devi scusarti… Sei l’ultima persona che deve chiedermi scusa…”





Guardò il display del suo telefonino.


Le 22.30


Il giorno dopo doveva essere in ospedale alle 7.


Il che voleva dire partire da casa alle 6, almeno.


Doveva dormire. Ma non aveva un briciolo di sonno.


L’idea di una visita extra la terrorizzava.


In genere, cerchiamo di far venire i nostri pazienti il meno possibile…


Le parole del medico le risuonarono in testa.


Certo, lì erano tutti molto scrupolosi. E gentili.


Non ti tenevano nascosto niente, anche se eri minorenne. Se avevi almeno 12 anni riferivano tutto ai genitori in tua presenza.


Di quello non ci si poteva affatto lamentare.

Erano leali


“Almeno quello”


Si mise a sedere sul letto e poggiò la schiena contro il muro.


Accidenti… mi fa ancora male…


Sempre con il cellulare in mano, scrisse in fretta un messaggio:


“Mi dispiace ancora per oggi. Non so che mi è preso… non dovevo dirti delle cattiverie simili… mi dispiace…”


Rubrica…


Kikyo…


Invio...



Si sentiva a terra per come aveva trattato la sua amica.


Si sentiva uno schifo…


Cambiò posizione, perché la sua schiena dolorante reclamava pietà.


Sbuffò mentre si mise a pancia in giù.


Un’altra cosa che le dava fastidio era quel mal di schiena del cavolo che le impediva di star seduta in una posizione qualunque per più di cinque minuti di fila…


I suoi occhi esplorarono la sua stanza, illuminata soltanto da un debole raggio lunare che faceva capolino dalla finestra posta proprio accanto al letto. Posò lo sguardo sul comodino, sulla sua sveglia rosa puntata per le cinque e mezzo, sul suo armadio, sulla sua scrivania e sulle mille cianfrusaglie che la rendevano un vero campo da battaglia, i suoi poster, la sua cartella…


La sua cartella?!


L’angioletto!!


Le venne in mente quasi fosse stato un flash.


Dopo averlo fatto vedere a Kikyo, aveva posto Alcina con cura nella sua cartella.


Si alzò di scatto dal letto noncurante delle fitte che la attanagliavano, si diresse verso la cartella e, dopo averla svuotata, ripescò il pupazzetto dal suo astuccio.


Rilesse le poche righe di accompagnamento…


“Di forte mentalità.”


Lei?

“ persone forti che credono nei loro ideali”


Sul serio?


“ è un portafortuna perfetto per chi sta affrontando un grosso cambiamento nella sua vita e non riesce a trovare da sé la forza sufficiente per reagire.”


Poteva farcela?


Deglutì.


Quel pupazzetto le assomigliava molto…


Già…


Ma c’era una cosa… Una cosa che la rendeva diversa da lei…


Si diresse verso lo specchio vicino all’armadio, stringendo forte a sé l’angioletto.


Nonostante avesse la vista offuscata dalle lacrime riusciva a vedere il suo riflesso…


Aveva gli occhi marroni… Come lei…


Aveva lunghi capelli neri… Come lei… un tempo


Osservò la sua testa


Poi gettò uno sguardo fugace alla parrucca che giaceva su una testa di polistirolo adagiata sul suo comò di legno… Ecco… quella era la differenza tra lei e quella "Kagome in miniatura"…


Si strofinò con violenza gli occhi per impedire a sé stessa di piangere ancora una volta…





“Non preoccuparti, Kagome… A questo punto, non puoi tornare indietro. Non devi… Io sarò sempre dalla tua parte, lo sai… Ti voglio bene amica mia…”


Lesse, commossa, il messaggio.


Le sembrò così strano stupirsi per un semplice messaggio così colmo d’affetto…


Sapeva benissimo che sia Kikyo che Sango erano dalla sua parte…


E che l’avrebbero sempre sostenuta…


Eppure, ogni volta che le ragazze esternavano tutto il loro affetto per lei, le veniva una stretta al cuore…


Sapeva quanto fosse fortunata ad avere due amiche così…


E lei le ripagava con la peggior moneta possibile…


Perché non poteva fare altro…


Da quando si era ammalata…



Nota dell'autrice: uhm... è da un anno che non aggiornavo questa storia! Rieccomi! ^^" Spero che questo capitolo vi sia piaciuto! Ci ho messo davvero tanto a scriverlo non tanto perchè non sapessi cosa scrivere quanto perchè non sapevo come scrivere. Il problema che ha Kagome mi tocca in prima persona, ho il suo stesso "problema" (se così lo vogliamo chiamare) e so cosa significa vedere la propria vita stravolta. Questo capitolo ha dei toni più seri del precedente e, man mano che procederò, si faranno sempre più seri ^^" Si capirà con esattezza cos'ha Kagome, cos'è quella moneta con cui ripaga le sue amiche e chi è quel ragazzo (tanto lo so che avete già capito chi è! ^^") e quale sarà il suo ruolo! Siccome nemmeno io sono ancora "fuori", scrivere certe cose mi pesa. Quindi chiedo venia in anticipo se ci metterò del tempo! Però voi, nel frattempo, commentate! Ci tengo davvero molto a questa storia! Grazie mille!
  
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