Crossover
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Autore: mydaimonissnake    13/08/2014    1 recensioni
Come si stabilisce se qualcuno è buono o cattivo? Le creature della luce sono davvero tutte buone? E quelle dell'oscurità tutte malvage? La verità è che chiunque è libero di scegliere da che parte stare. Solo scacciando tutti i pregiudizi e guardando veramente nel cuore di ognuno si può capire gli altri. E nel momento del bisogno, quando il destino della Terra è in pericolo, i veri eroi si uniranno, indipendentemente dalle razze a cui appartengono.
I personaggi della fic saranno quasi tutti tratti da telefim, anime, libri e quant'altro, alcuni manterranno i loro veri ruoli altri invece avranno una storia diversa che spiegherò man mano.
Grazie in anticipo a chiunque leggerà.
Genere: Avventura, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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ATTIMI DI PANICO
 
 

-Bene, ho controllato tutte le stanze. La casa ora è completamente oscurata, non…- André si interruppe, quando vide che nel salotto erano presenti solo la sua compagna e gli agenti dell’FBI.
-Oscar, dove sono i piccoli?-
-Fuori- gli rispose lei con fare distaccato.
-Stai scherzando, spero! Simona ha detto…-
-Lo so!- Oscar lo interruppe –So bene quali erano gli ordini, ma quei ragazzi hanno subito uno grosso trauma stasera, se ti ricordi nemmeno per noi due è stato facile all’inizio, e noi eravamo più preparati di loro. Noi almeno sapevamo dell’esistenza dei vampiri e conoscevamo già Simona e gli altri. Loro ci si sono ritrovati dentro senza sapere niente, e pure nel bel mezzo di una caccia. Avevano bisogno di stare un po’ per conto loro, fuori di qui, se non l’avessi fatti uscire probabilmente sarebbero andati fuori di testa.-
André sbuffò contrariato, in effetti credeva che lei avesse ragione, ma non aveva nessuna intenzione di dirglielo. –Li stai controllando?-
Sapeva che quella domanda l’avrebbe fatta arrabbiare, ma Oscar capì che glielo aveva chiesto apposta, quindi non gli diede soddisfazione e gli rispose con tutta la calma che le riuscì di trovare –certo, non preoccuparti.-
André si mise comunque in ascolto, sebbene si fidasse di lei, ma dopo qualche istante si rese conto che qualcosa non quadrava.
-Ne manca uno!-
-Cosa?-
-Ne manca uno, dannazione! Sono solo quattro!-
-No, non è possibile, me ne sarei accorta se… Oh, no. Ne manca davvero uno!- Oscar dovette ammetterlo, dopo aver ricontrollato il suono dei passi e delle voci dei ragazzi fuori, con più attenzione.
-Andiamo, non può essersi allontanato troppo, lo ritroveremo presto.- André cercò di sembrare tranquillo, tentando di scacciare il panico che stava per assalirlo. Oscar era ugualmente preoccupata e spaventata dalle possibili conseguenze di quel disastro.
-Volete una mano?- Rossi si offrì di aiutarli, non era ancora sicuro di aver capito bene come funzionava tra i vampiri, ma aveva come l’impressione di trovarsi davanti due adolescenti lasciati a badare ai fratellini più piccoli mentre i genitori non c’erano. Ed ora uno dei piccoli si era perso o era scappato, e quindi invece di chiamare aiuto o informare i grandi della cosa, quei due avrebbero cercato di sistemare la faccenda da soli, nella speranza di risolvere tutto prima del ritorno degli adulti, ai quali così non avrebbero dovuto raccontare nulla. Rossi si scoprì a riflettere che in fondo, sebbene non fossero della stessa razza, non erano poi così diversi.
Oscar e André si voltarono di scatto verso di lui, per un attimo avevano dimenticato di non essere soli.
Poi si guardarono l’un l’altro terribilmente indecisi sul da farsi.
-Non possiamo andare tutti. Se tornano e non trovano nessuno sarà ancora peggio.-
André annuì, a confermare le parole della ragazza, David non capì a quale dei due gruppi di vampiri si riferissero, quelli usciti a caccia o i cuccioli che erano fuori a passeggiare, ma disse loro di non preoccuparsi di questo perché potevano rimanere Reid e JJ.
Guardò i colleghi, che gli fecero un cenno per confermargli che erano disposti ad assecondare il suo piano, poi di nuovo i vampiri che sembravano ancora un po’ dubbiosi, così ricordò loro che avrebbero fatto meglio a muoversi, e li precedette alla porta.
Loro gli furono subito dietro.
 
 
 
 

Alexander maledì in processione: gli umani, le donne, gli agenti federali, e la propensione che aveva ad incasinare le cose chi possedeva tutte quelle caratteristiche. Poi pregò che Orochimaru e il piccolo vampiro tra le sue braccia non si accorgessero di lei.
Il moccioso continuava ad agitarsi, cercando di liberarsi e lui non sapeva proprio che fare. Non aveva mai colpito un cucciolo, e non voleva cominciare ora. Gli disse di restare buono, ma quello lo guardò male e cercò di morderlo. Lo evitò facilmente, poi però si irrigidì, rendendosi conto che Prentiss aveva tirato fuori la pistola. Stavolta la sua maledizione si concentrò solo sulle pazze che credevano di poter risolvere tutto da sole, semplicemente sparando un colpo.
Urlò mentalmente a Mark di stare giù, e fortunatamente quello obbedì senza pensarci due volte e senza fare domande.
Il colpo di Prentiss non l’avrebbe colpito comunque, Alex se ne rese conto quando vide la pallottola sfrecciare dritta al collo di Orochimaru, quella donna aveva davvero una mira eccellente.
Il loro nemico però aveva ormai imparato la lezione, i suoi avversari non si abbassavano nel bel mezzo di un attacco senza un buon motivo. Alzò il braccio destro a coprirsi interamente il collo e la pallottola che avrebbe potuto ucciderlo ci rimbalzò contro, finendo poi a conficcarsi sul muro alla sua sinistra.
Mark riuscì comunque ad approfittare di quel momento per sferrare un colpo dal basso e disarmarlo.
Veronica raccolse anche la sua spada e gliele puntò entrambe al collo, una sul lato sinistro e una dietro.
Simona gli puntò la propria a destra e Orochimaru si rese conto di aver perso.
Abbassò le mani in segno di resa, ma poi li guardò ghignando.
-Ok, credo che dopotutto potremmo giungere ad un accordo, quali sono le vostre condizioni?-
 
 
 

Jen si fermò quando si rese conto che erano ormai diversi minuti che stava camminando senza sapere dove stava andando. Non era ancora molto pratica di Boston, e non era mai stata in quella parte della città. Si chiese come fare per tornare a casa da sua nonna. Poi si ricordò che ora che era un vampiro aveva acquisito diversi superpoteri, quindi pensò di poterne sfruttare qualcuno, anche se non sapeva quali fossero e come si usassero. Cercò semplicemente di pensare e concentrarsi solo su sua nonna, ma all’improvviso fu investita da tutti i rumori e gli odori presenti nell’isolato. Le venne la nausea e un mal di testa tremendo, si accasciò lentamente a terra, una mano sulla tempia sinistra e l’altra alla bocca, stava davvero malissimo.
Provò a non respirare ma non aveva idea di come smettere di sentire, e comunque non appena il bisogno d’aria si fece di nuovo necessario gli odori tornarono ad assalirla. Si rannicchiò sul marciapiede respirando il meno possibile, a scatti e solo con la bocca, ma servì solo ad accentuare il senso di nausea.
Vide un paio di scarpe da ginnastica avvicinarsi e sollevando lo sguardo vide un ragazzo accucciarsi vicino a lei.
-Tranquilla, andrà tutto bene, ora ti porto via di qui, ok? Non aver paura, conosco chi potrà aiutarti a stare meglio.- Nonostante il ragazzo stesse bisbigliando le parole, lei le sentì come urlate nella sua testa e si portò le mani a comprimersi le tempie con un piccolo gemito di dolore.
Lui la prese tra le braccia con cautela, per paura di poterle fare male e la portò via.
  
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