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Autore: virgo78    13/08/2014    3 recensioni
-Se ne è andato!- la ragazza cadde sulle ginocchia, grosse lacrime rigarono il suo viso roseo. Il vento gelido della Siberia portò lontano il suono di quelle parole. Una calda mano si poggio sulla sua spalla destra, Maia alzò lo sguardo verso il suo maestro – lo rivedrai… Cristal ha terminato il suo addestramento – disse l’uomo scrutando l’orizzonte come se cercasse qualcosa- e a te manca poco, poi lo rincontrerai.- le sorrise guardandola negli occhi celesti ancora umidi di lacrime, la ragazza annuì e si alzò da terra. Maia si avviò verso la casetta che per tanti anni aveva condiviso con il suo compagno d’armi, ora avrebbe affrontato da sola l’ultima prova…
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cygnus Hyoga, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO VI
 
Maia aprì la porta, la luce del sole ferì i suoi occhi chiari. Man mano che si abituò all’improvviso bagliore scorse due figure. Una possente l’altra più esile. Entrambe avvolte da un mantello scarlatto. Stavano poggiate al muretto che recintava l’intero terrazzo; girate di spalle, parevano ignorare la loro presenza.
- Ben arrivati - fece una delle due figure. La voce sensuale e quasi ammaliante era senza dubbio quella di una donna, pensò Maia.
L’esile figura si staccò dal muretto e voltandosi cominciò ad avvicinarsi a loro.
- Vi stavamo aspettando.- Continuò.
La donna si muoveva con fare sinuoso, il mantello scarlatto si avvolgeva alle sue flessuose gambe.
I capelli neri, che incorniciavano un viso pallido e spigoloso, ondeggiavano mossi da un vento invisibile e i suoi occhi blu, come la notte senza stelle, parevano scrutarla fino al fondo della sua anima.
- Maia delle Pleiadi- continuò scandendo bene le parole - Un cavaliere di Atena in Giappone in compagnia di un samurai? Che cosa curiosa.-
Domandò accompagnando le parole con un gesto del capo che indicava Rio.
Maia, mascherando l’improvvisa irritazione che provava nei confronti di quella donna, sorrise dicendo:
- E’ maleducazione non presentarsi e chiamare per nome chi invece ignora la tua esistenza.  Con chi ho l’onore, o forse no, di parlare- rispose beffeggiandola.
- Insolente!- s’irritò la donna – neanche immagini con chi stai parlando! –
Continuò quasi urlando. Rio sorrise ascoltando Maia. La conosceva bene oramai e sapeva, che una delle sue più grandi “virtù”, era fare perdere la pazienza a chi aveva di fronte. Maia continuò:
- E’ di grazia- disse deridendola- con chi starei parlando?-
- Razza di arrogante io…- e fece un altro passo ma fu fermata dalla figura che intanto era venuta avanti.
A Rio sembrò un colosso. Indossava un’armatura che ricordava le vestigia spartane e portava l’elmo sotto il braccio Il gigante era completamente calvo. Gli occhi apparivano come fessure sotto le sopracciglia folte e il viso, abbronzato e rude, era incorniciato da una barbetta nera.  Sotto il mantello Rio intravide la spada che era stata rubata al museo.
Il giovane samurai si mise in guardia.  
“ Accidenti”, pensò, “quando arriveranno gli altri”. Guardò furtivamente Fiamma Bianca, appariva inquieta e quasi spaventata. Non sapeva perché ma aveva la sensazione che quelli che avevano di fronte non erano semplici guerrieri. D’istinto cercò con lo sguardo Maia; lei, il viso tirato in un’espressione di nervosismo, aveva stampato un sorriso beffardo sulle labbra.
- Ragazzina! – tuonò l’uomo- porta rispetto verso i cavalieri di rango più alto del tuo! -
- E chi mi dice che voi siate cavalieri di rango più alto del mio. In fin dei conti le informazioni che avete sul mio conto non sono del tutto corrette - continuò Maia sempre con il sorriso sulle labbra.
“Ora la ammazza” pensò Rio, e si avvicinò di più alla ragazza.
- E in che cosa abbiamo sbagliato? - disse l’uomo.
- Io non sono un cavaliere di Atena ! - Maia quasi urlò nel dire quelle parole.
 - A no ? – fece l’altra donna sorridendo e mettendo in mostra una fila di denti bianchissimi
- Eppure, la tua armatura ricorda molto le vestigia dei cavalieri di Atena.-
Maia divenne paonazza in volto ma mantenne la calma, poi disse:
- I miei compagni sono i Samurai. Voi piuttosto siete le marionette nelle mani di quali divinità?- Disse acida.
Rio vide il volto dell’altra donna divenire ancora più bianco:
- Come osi rivolgerti in questo modo a noi cavalieri di Ares! - Disse con voce isterica.
“Ecco svelato il mistero”, pensò Maia.
- I cavalieri di Ares…- ripeté Maia- e che ci fanno due cavalieri del vostro livello cosi lontani dalla loro terra d’origine ?- Li sbeffeggiò ancora Maia.
- Ora basta ragazzina ! - La ammonì la figura alle spalle della donna.
- Io sono Kratos “ la potenza” e la donna al mio fianco è Alala “ il grido di guerra”. Seguivamo il nostro signore Ares nelle battaglie agli albori della storia. Se ci troviamo cosi lontani “dalla nostra terra d’origine ” e per recuperare la spada che era custodita in quel museo. In quell’antico monile alberga l’anima del nostro signore che Atena sigillò ai tempi del mito. Tu cavaliere senza padroni, come osi insultare noi che siamo tuttora riconoscenti al Dio che ci ha investito a Cavalieri.-
 Kratos avanzò di un altro passo. Rio guardò Maia, la ragazza fissava i due cavalieri e rispose con tutto l’ardore di cui era capace:
 -Chi sia il vostro Dio poco importa-  la voce quasi ridotta a un sibilo –se vi obbliga a rubare per lui pur di essere riportato alla luce. Divinità senza spina dorsale che usano voi, perché loro sono troppo codardi per mostrarsi in prima persona!!-
Maia aveva alzato la voce, le sue parole furono accompagnate da un vento gelido e il suo corpo circondato da un’aurea bianca. Rio ebbe l’impressione che Kratos avesse toccato un tasto dolente per la ragazza. In quel momento, il samurai notò la presenza degli altri quattro compagni che erano comparsi sulla porta che dava sul terrazzo, seguiti da Ambra. I ragazzi si avvicinarono. Fu Shido a parlare per primo:
- Comincia a far freddo, hanno urtato la suscettibilità di quella testa calda di Maia? - Domandò con il solito umorismo e alzò il viso al cielo. Piccoli fiocchi di neve cominciarono a cadere dal cielo limpido. Il Cavaliere delle pleiadi stava facendo ricorso al suo potere.
 La ragazza ordinò con voce alta:
 - Ora, voi due tornerete da dove siete venuti e lascerete qui quella maledetta spada- terminò.
La risata sguaiata di Alala infervorì ancora di più lo spirito guerriero di Maia. Il guerriero di Ares continuò dicendo:
- Padrona delle energie fredde- osservò Alala incrociando le braccia sul petto - deve essere stata allieva del Maestro dei Ghiacci e di Aquarius, il cavaliere d’oro che presiedeva all’undicesima casa. Voci di guerra sostengono che sia caduto nella battaglia delle dodici case, per mano del suo stesso discepolo Cristal il Cigno-.
Avanzò verso Maia continuando a provocarla con una voce simile al sibilo di un serpente.:
-Dicono che sia Cristal stesso a essere il custode dell’XI casa ora. -
Il vento da prima leggero divenne quasi bufera. Maia concentrava il suo potere nelle due mani; sembrava una sfera di cristallo. Lì in quel turbine di aria e gelo convogliava tutta la sua rabbia. La ragazza, dopo un paio di minuti di silenzio, chinò il capo a guardare l’energia che si era concentrata nelle sue mani. Poi con occhi di fuoco fissò Alala e disse:
- Non osare in mia presenza nominare quel vigliacco. Lui che per amore di Atena ha levato la mano su entrambi i suoi maestri! Lui che per essere un fedele servo di quella che si proclama Dea della giustizia ha rinnegato chi lo aveva reso cavaliere! Non osare Alala  e questo non è un avvertimento ma un ordine!!-. Fu una frazione di secondo che ai samurai parve un’eternità, sembrò che il cielo stesso si fosse scagliato contro Alala, che si ritrovò a terra con il pettorale dell’armatura completamente congelato.
Il samurai della luce fece passare il suo sguardo da Maia alla donna che era rimasta a terra frastornata dal colpo subito. “ Ora si spiega tutto “ pensò Sami.  D’un tratto parve tutto chiaro. Capiva perché la ragazza cercava sempre di deviare il discorso quando si parlava del suo addestramento, della sua investitura a cavaliere dei suoi maestri. Ma chi era questo Cristal il Cigno? Si chiese. Cercò lo sguardo dei suoi compagni, anche loro avevano collegato i pezzi del mosaico che ricostruiva il passato cui Maia cercava di sfuggire e il suo ripudio verso quella Dea cui doveva obbedienza. Sami cercò Maia con lo sguardo.
La ragazza, ancora in preda alla rabbia disse: - Cedimi quella spada Alala, subito! -
La donna si levò da terra aiutata dal suo compagno. Si asciugò il rivolo di sangue che colava dall’angolo della bocca con il dorso della mano. Guardò con occhi che brillavano di soddisfazione Maia, poi alzò il braccio; a quel gesto una decina di guerrieri tutti con vestigia nere come la notte circondarono i samurai.
-Sei la degna discepola dei tuoi maestri mi complimento Maia delle pleiadi. Mai nessuno mi aveva atterrato con un colpo solo- poi scoppio in una ristata isterica.
- Cosa ci trovi di tanto divertente- s’intromise Rio.
Fu Kratos a intervenire: - Non vi siete accorti di nulla Samurai? – domandò. Non ricevendo risposta continuò - La provocazione, devo dire ben riuscita di Alala, vi ha distratto per bene.- Abbozzò un ghigno malefico.
A quelle parole seguì l’urlo di qualcuno. Maia si volto di scatto, Ambra giaceva svenuta fra le braccia di uno dei guerrieri comparsi dal nulla.
- Maledetto, lasciala!- Urlò Maia, e fece per scagliarsi contro il guerriero che teneva prigioniera Ambra.
Fu fermata per il braccio da Kratos che, attirandola verso di sé, gli assestò un pugno sotto lo sterno. Gli occhi della ragazza si riempirono di lacrime:
- Perché -. Sussurrò, poi svenne fra le braccia del guerriero.
Alala che si era gustata tutta la scena, rimanendo però al sicuro dietro le spalle possenti di Kratos, scoppiò in una risata malefica.
- Perché il nostro obiettivo non era solo la spada di Ares. Il risveglio del nostro signore richiede il sangue innocente della sua ultima guardiana. In questo caso la vostra amica - .
Guardò con soddisfazione il corpo esamine di Ambra fra le braccia del suo sottoposto. Poi continuò compiaciuta:
- Quando il nostro signore si sarà ridestato dal suo sonno, egli stessa diventerà seguace del Dio della guerra - . Continuò a ridendo.
- Maledetta- Sibilò Sami.
Gli occhi del samurai si spostarono dai suoi amici, che erano tutti circondati, a Maia. La ragazza priva di conoscenza giaceva fra le braccia di Kratos.
“Devo liberarla” pensò, e si scagliò verso il gigante. L’uomo colto alla sprovvista indietreggiò inciampando nel suo stesso mantello. Approfittando di quella situazione Sami prese Maia. Gli altri Samurai, vista la reazione dell’amico, si avventarono sugli altri guerrieri.
Indietreggiando Alala si rivolse a Kratos:
- Abbiamo assolo il nostro compito, o quasi- disse guardando Maia- possiamo togliere il disturbo-.
- Sono d’accordo -. Disse il gigante alzandosi da terra.
Rivolse un ultimo sguardo al cavaliere delle Pleiadi fra le braccia del Samurai e disse sorridendo:
– Sarà lei a venire da noi-.
 Poi si voltò di spalle e facendo un gesto con il braccio ordinò agli altri guerrieri, impegnati a difendersi dai samurai, la ritirata.
- Vigliacchi ! - grido Shido – tornate indietro!-
Si apprestò a seguirli, ma fu fermato da Kimo che quasi gli urlò:
– Fermati Shido, e vieni ad aiutarmi Simo è ferito.- terminò Kimo avvicinandosi al samurai ferito a una spalla dai nemici.
Rio intanto, accorso in aiuto di Sami si avventò su Kratos. Il gigante schivandolo si allontanò con una serie di balzi, mostrando un’agilità non proporzionale alla sua mole.
- Ci rivedremo Samurai!- Urlò Alala e si allontanò definitivamente accompagnata da Kratos e gli altri guerrieri scomparendo fra i palazzi.
Kimo fissando il punto in cui erano spariti i due con Ambra disse:
 -Dobbiamo riprenderci quella maledetta spada e Ambra. -
- Sì ma come faremo - disse sconsolato Simo – non sappiamo nemmeno, dove l’hanno portata. -
- Lo sappiamo invece - fu la risposta secca di Kimo.
I samurai lo guardarono come se fosse un estraneo. Kimo continuò quasi rivolto a se stesso:
 - Ares è un Dio greco quindi è lì che sono diretti, in Grecia. Ci rivolgeremo alla divinità che imprigionò l’anima di Ares nella notte dei tempi – Spiegò Kimo.
- Questo significa che Maia…- Simo lasciò la frase a metà.
Sami d’istinto strinse la ragazza più forte a sé. Una morsa gli attanagliò lo stomaco. Alzando gli occhi verso gli amici disse:
 -Portiamola a casa ragazzi, quando si risveglierà, penseremo da farsi. -
-Hai ragione – fece Shido – è inutile scervellarsi da ora. Ci penseremo al momento opportuno e poi, a stomaco vuoto non si ragiona.-
Sami ringrazio mentalmente l’amico, che con il suo buon umore riusciva sempre a sollevare l’animo di tutti. Già, al risveglio di Maia avrebbero pensato da farsi. Si avviarono verso l’uscita del palazzo, seguiti da Fiamma Bianca che vegliava su di loro come un angelo custode. Sami non sapeva perché ma, in cuor suo sentiva che questa guerra gli avrebbe portato via qualcosa d’importante.
 

NB un grazie di cuore và crazy_mofos_knight per la sua gentilezza e per l'incoraggiamento che mi ha dato...... 
 

 
   
 
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