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Autore: mikyintheclouds    14/08/2014    2 recensioni
Brevi scorci della vita quotidiana di Kensi e Deeks, dopo che lei scopre di essere incinta del ragazzo e decidono, quindi, di formare una loro famiglia.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kensi Blye, Marty Deeks, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Che succede Hetty?” Chiese Deeks seguendo la piccola donna nel suo ufficio.
“Si sieda.” Rispose secca indicando con un gesto della mano la sedia posta dietro alla scrivania.
“Su…sulla tua sedia, Hetty?” Balbettò il ragazzo con una risata sorpresa. Tutti, infatti, erano a conoscenza della gelosia di Hetty nei confronti della sua postazione, della sua sedia, della sua scrivania, delle sue cose.
“Sì, signor Deeks, sulla mia sedia.” Replicò con un tono di voce imperturbabile.
“Cos’ho fatto di così grave?” Chiese tra lo scherzoso e il preoccupato rimanendo fermo e studiando l’anziana agente con uno sguardo indagatore.
“Lei nulla a quanto mi risulta, ma non posso dire lo stesso di un’altra persona. Una persona a lei cara. La prego ora, si sieda e guardi il video sul computer.” Rispose con una nota grave nella voce.
Quel tono non faceva presagire nulla di buono, ma Deeks non riusciva a capire. Una persona a lui cara? Ne esistevano ben poche tolte Kensi e Rory e quelle che rimanevano si trovavano lì con lui in quel momento, sotto il suo stesso tetto.
A meno che…
Un’idea gli balzò improvvisa nella mente e si affrettò a sedersi su quella sedia troppo alta che lo costringeva a stare lontano dalla scrivania affinché le gambe non vi s’incastrassero sotto.
Con uno sguardo preoccupato premette il tasto play e il suo pensiero si materializzò dolorosamente sotto i suoi occhi.
Il video mostrava il suo amico Ray che frantumava la vetrina di un negozio, entrava e ne usciva poco dopo. “Ray…” Riuscì solo a mormorare con il panico e la rabbia che si stavano velocemente impossessando di lui e un nodo alla gola gli impediva quasi di respirare.
“Ma dov…quand…come…perché…sappiamo dov’è adesso?” Un turbinio di domande invasero la sua mente, impedendogli di pensare con lucidità.
“Si calmi, signor Deeks.” Intervenne prontamente Hetty.
“Calmarmi, Hetty? Come faccio a calmarmi quando il mio migliore amico è stato ripreso da una telecamera di sicurezza mentre rapina un negozio, non si sa per quale motivo, rischia di finire in prigione per sempre questa volta, è tornato e non si sa perché e non mi ha nemmeno avvisato?!” Sputò rabbioso mentre il tono della sua voce andava aumentando.
Cosa diavolo stava combinando quel pazzo? Aveva finalmente una compagna fissa, un figlio, una famiglia, tutto ciò che aveva sempre desiderato, perché buttare via tutto nuovamente? E poi perché non si era nascosto meglio? Insomma, sapeva come rubare, l’aveva già fatto, aveva fatto molte azioni illegali, sapeva stare attento, sapeva eludere i controlli, perché in quel momento aveva guardato la telecamera? Voleva forse essere scoperto…apposta?
La risposta alle sue confuse domande non tardò ad arrivare.
“So che la cosa l’ha sconvolta, signor Deeks” Riprese Hetty cercando di mantenere le redini della situazione. “Ho comunque bisogno che sia presente, calmo e che mi ascolti. Ho la risposta ad alcune delle sue domande.”
Si avvicinò al computer e, dopo aver aperto un altro video, invitò Deeks a guardarlo.
La datazione risaliva a due giorni prima e le immagini mostravano un bambino di due anni circa, legato ad una sedia e imbavagliato, il viso rigato di lacrime e un brutto livido su un occhio.
“Suo figlio.” Mormorò Deeks riconoscendolo subito per via della forte somiglianza con Ray. Era incredulo e completamente frastornato dalla situazione. Cosa diamine stava succedendo?
“Esatto.” Confermò Hetty. “Ieri il signor Beal e la signorina Jones hanno intercettato il video della rapina operata dal signor Martindale da una telecamera di sorveglianza di un supermercato ed io li ho incaricati di indagare il motivo per cui fosse accaduto e hanno trovato questo.”
“Hanno preso suo figlio per arrivare a lui.”
“Non esattamente.”
“Cosa?”
“Hanno preso il bambino per arrivare al padre, questo è vero. Ma non sono venuti a Los Angeles per caso, signor Deeks. Il loro vero obiettivo è un altro. È lei, Detective, o meglio è Max Gentry.”
“Ma che significa tutto questo Hetty?” Chiese di nuovo sempre più confuso.
“Significa che Max ha messo i piedi in testa a un po’ troppe persone e vogliono fermarlo.” La voce di Callen s’intromise nella conversazione.
“Abbiamo appena visto i video.” Spiegò G vedendo lo sguardo perso di Deeks spostarsi su di lui.
“Ma ancora non riesco a capire.” Disse dopo qualche minuto di silenzio. “Chi? Chi vuole arrivare a me? È da un po’ che non uso la copertura di Max Gentry.”
“I fratelli Ramones.” Spiegò Sam.
Deeks ripescò dalla memoria i nomi di quei due individui e improvvisamente ricordò.
Grazie alla copertura di Max, era venuto a conoscenza del loro commercio di droga e del riciclaggio di soldi e, una volta ottenute le prove sufficienti, li aveva incastrati ed erano finiti in prigione.
“Sono convinti” Riprese Sam “E a buon grado, devo dire, che tu, o meglio Max, li abbia incastrati per agevolare i tuoi traffici e ora proclamano vendetta. Siccome sanno che è difficile arrivare a te, hanno pensato bene di rapire il figlio di Ray, convinti che lui si fosse rivolto a te e in questo modo ti avrebbero stanato. Per questo la rapina, voleva farsi trovare da te senza destare sospetti. Non poteva contattarti, altrimenti sapeva che ti avrebbe messo in pericolo.”
Deeks sbattè rabbiosamente un pugno sul tavolo di Hetty.
Senza dire niente abbandonò il gruppo e si avviò verso l’armadio con gli occhi che bruciavano per le lacrime che minacciose tentavano di farlo piangere, pronto a trasformarsi nell’alias tanto odiato.
“Voglio aiutarti.” La voce di Kensi lo riscosse dai pensieri che turbinavano impazziti nella sua testa.
“No.”
“Marty.”
“No, Kensi. È una cosa che devo fare da solo. Io devo la vita a Ray. Lui c’è stato quando nessuno c’era. Lui mi ha dato la pistola con cui ho sparato a mio padre quando voleva uccidere me e la mamma. Gli devo tutto e guarda per colpa mia che fine ha fatto. Ha dovuto cambiare identità, abitazione e ora suo figlio è in pericolo. Lui stesso molto probabilmente è in pericolo. Tutto per colpa mia. Non posso rischiare che anche a te o agli altri accada qualcosa.”
“Non è colpa tua e non sei solo in tutto questo, lo sai. Io ti voglio aiutare e lo farò. Non ammetto repliche.” Concluse Kensi con un tono duro che non lasciava spazio ad ulteriori discussioni.
Deeks fu costretto ad arrendersi.
“Come pensi di fare?”
“Abbiamo già un piano.”
Deeks abbassò la testa sconsolato. Non gli piaceva per niente l’idea che i suoi compagni rischiassero la vita per una cosa che riguardava solo lui, tanto meno che Kensi rischiasse la sua vita.
Se quegli uomini erano arrivati a Ray e a suo figlio che si trovavano in un altro paese, con falsa identità, significava che avevano a disposizione dei mezzi potenti e che erano disposti a tutto. Non sarebbe stata una passeggiata liberare il bambino e sistemare l’intera faccenda.
Kensi, vedendolo così triste, gli si avvicinò e lo abbracciò stresso appoggiando la testa al suo petto.
“Andrà tutto bene. Vedrai che andrà tutto bene.”
 
“Si sa dove si trova Ray in questo momento?” Chiese Deeks ad Eric e Nell, raggiungendoli in sala operativa.
“Stiamo ancora cercando di rintracciare la sua auto con Kaleidoscophe.” Rispose la ragazza.
“Sappiamo dove si trova suo figlio, però.”
“Mandami l’indirizzo sul cellulare, Eric, se vogliono Max Gentry, lo avranno.” Aggiunse uscendo di corsa dalle porte scorrevoli e scendendo precipitosamente le scale.
Non avrebbe permesso che altri corressero ulteriori rischi, si sarebbe fatto vivo lui stesso, avrebbe affrontato i fratelli Ramones di persona.
“Fermati.” Ordinò la potente voce di Sam. “So cosa vuoi fare e capisco come ti senti, credimi, ma questa non è la soluzione, ti farai ammazzare.”
“Meglio morire, piuttosto che dover far soffrire nuovamente il mio migliore amico.” Rispose brusco avviandosi verso l’uscita con passo spedito.
“E a Kensi non ci pensi? E a Rory?” All’udire quei nomi Deeks si fermò di botto, serrando la mascella e stringendo i pugni lungo il corpo.
“Loro hanno bisogno di te, Deeks. Tua figlia ha bisogno di un padre. Non farti prendere dalla rabbia, non fare un gesto sconsiderato di cui poi potresti pentirti. È il nostro lavoro e dobbiamo farlo, ma abbiamo anche un dovere nei confronti della nostra famiglia. Non sopporterei mai l’idea di perdere Michelle o nostra figlia. Lasciati aiutare, Callen ha già un piano.”
Deeks sospirò pesantemente lasciando che le parole del suo collega entrassero nella sua testa e facessero effetto. Sam aveva ragione. Dovevano salvare Ray e il bambino, ma non poteva rischiare la sua vita, lo doveva alla sua Kensi e alla sua bambina.
“D’accordo.” Rispose poi con un sussurro.
 
Ripassarono ancora una volta il piano mentre si avvicinavano al luogo in cui gli scagnozzi dei Ramones avevano portato il figlio di Ray.
“Situazione, Eric.” Mormorò Callen.
“Due uomini all’ingresso sul retro, un cecchino sul tetto, tre all’interno. Da quello che vedo, il bambino dovrebbe trovarsi esattamente al centro della stanza.” Rispose sicuro il ragazzo.
Come programmato Kensi, Deeks andarono sul retro, Callen si avviò verso l’ingresso principale, mentre Sam si sarebbe occupato dell’uomo sul tetto, sfruttando la buona posizione di un palazzo lì accanto.
Kensi e Deeks si liberarono facilmente dei due energumeni sul retro.
“Pronta Kens? Al mio tre…uno, due, tre!” Urlò Callen, facendo poi irruzione, insieme ai suoi compagni, nell’edificio.
“State attenti al bambino!” Urlò nuovamente Callen.
“Lo vedo!” Rispose Kensi di rimando “Me ne occupo io.”
Le urla dei tre agenti si mischiavano con quelle degli uomini dei Ramones, con gli spari assordanti e con il pianto disperato del piccolo.
Deeks uccise prontamente uno dei tre, l’altro cercò di scappare e venne inseguito da Callen, mentre il terzo prese il bambino e si nascose in un angolo della stanza, tra barili vuoti e resti arrugginiti di un macchinario scassato.
Kensi lo inseguì, ma presto lo perse di vista e si accucciò anch’ella dietro ad un riparo di fortuna per non farsi colpire.
Sentì all’improvviso il grido spaventato del bambino e subito la botta di una mano che lo colpiva pesante e le lacrime del piccolo.
-Bastardo.- Pensò. –Lascia che ti prenda e te lo insegno io come si trattano i bambini.-
Da quando era diventata mamma, kensi aveva un’altra visione del mondo e della vita in generale. Le sue priorità erano cambiate, ora aveva qualcuno completamente dipendente da lei che meritava ogni singolo istante della sua attenzione.
Non aveva mai particolarmente amato i bambini, ancora era terrorizzata all’idea di avere una figlia tutta sua, molto spesso si chiedeva se quello che stava facendo fosse corretto, ma di una cosa era sicura, quella piccola creaturina dalla pelle candida e morbida le aveva cambiato la vita.
Continuava a sentire le lacrime di quel povero bambino che le stringevano il cuore e minacciavano di far uscire anche le sue.
Presa dalla rabbia si sporse e per un soffio riuscì a schivare una pallottola, si sporse a sinistra, cercando nuovamente riparo, ma inciampò e cadde.
L’uomo la raggiunse, le puntò addosso l’arma e stava per sparare. Kensi chiuse gli occhi e sentì uno sparo che rimbombò nelle sue orecchie e in tutto l’edificio.
Poi aprì piano gli occhi, non capendo bene cosa fosse successo, guardò dinnanzi a lei e vide l’uomo steso per terra, un foro in fronte e una pozza di sangue sotto la sua testa.
“Sono arrivato al momento giusto?” Chiese Sam con leggera ironia, aiutandola ad alzarsi.
“Grazie.” Rispose debolmente, dando una pacca sulla spalla dell’amico.
Raggiunse il bambino di corsa. Lo trovò sanguinante, aveva un brutto taglio sullo zigomo, piangeva, ma nel complesso sembrava stare bene.
“Ciao piccolo, mi chiamo Kensi. Non avere paura, ora ti porto dal tuo papà.” Le disse gentilmente, mentre si avvicinava a lui, lo prendeva in braccio e lo coccolava per calmarlo.
Callen arrivò poco dopo, trascinando l’ultimo scagnozzo che era ancora vivo, in manette.
“Dov’è Deeks?” Chiese subito dopo Kensi, preoccupata, non vedendolo più da nessuna parte.
“Ragazzi, ho appena mandato l’indirizzo del luogo in cui si trova Ray sui vostri telefoni, credo che Deeks ci stia andando da solo.” Sentirono nelle loro orecchie, all’unisono.




Ciao! Okay, so che è da più di un anno che non aggiorno, ma avevo mille altre idee per altre fic anche di altri fandom, ero super impegnata con l'università tra esami, tirocinio e laurea e non avevo più ispirazione. Ma sono tornata!! Spero che questo capitolo vi piaccia e SPERO di aggiornare a breve, ora che le idee sembrano essere tornate =)
Ditemi cosa ne pesate!! =)
  
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