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Autore: Theautumncolours    15/08/2014    2 recensioni
Mike è stato costretto a vivere i suoi anni da bambino e da adolescente tra le critiche dei suoi coetanei, dovute al comportamento piuttosto strano che assumeva durante la giornata.
Aveva l’inverno dentro e l’autunno fuori che a volte si ostinava a diventare primavera, l’estate non c’era mai stata per lui, non l’aveva mai conosciuta, si considerava semplicemente un libro che non poteva essere interpretato da una persona qualunque ma bensì solo da chi era capace di osservare le sue pagine lievemente stropicciate.
“Mi hanno sempre detto di accettare le persone così come sono, in qualsiasi luogo mi trovassi, in fondo rimarranno sempre quelle e non si può pretendere che cambino per te e nessuno crederà mai in te stesso se non sei tu il primo a farlo.
Ma come si può accettare se stessi per piacere davanti agli occhi degli altri?"
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti
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“Seize the water when it rains.” Cogli l’acqua quando piove. Questa frase a caratteri cubitali apparteneva in precedenza alla casa in affitto, molto probabilmente la famiglia o le persone che vi risiedevano anteriormente era un gruppo di artisti di strada ai quali piaceva utilizzare l’arte in tutte le sue sfumature, qui avevano impresso con un pennello abbastanza largo questo promemoria poiché ancora in quell’epoca dovevano nascere le classiche bombolette spray, l’idea c’era da tempo, ma solo sotto forma ipotetica. Esclusivamente vernice fresca, che vanamente in primis doveva essere utilizzata per imbrattare il colore delle stanze dell’abitazione, in seguito hanno avuto un altro tipo di vita. Lo sguardo del giovane cadeva spesso su quell’incitazione, anche senza volerlo, in fondo occupava gran parte del soffitto. -“Anne! La vedi questa frase? Sì, è ovvio che tu la veda! MUOVITI, ho da fare!”. Anne rischiò di precipitarsi per terra dalla fretta e dall’agitazione, quindi si assicurò che la stanza fosse chiusa perfettamente a chiave. -“Ascoltami, ora non devi fiatare per nessun motivo.”- accennò bruscamente grattandosi la nuca posizionandosi in piedi davanti a lui, già palesemente scocciato mentre si teneva la testa con un palmo chiuso, al di sotto del mento. Quindi dopo un lieve sospiro, parlò a raffica. -“Ho visto nostro figlio in cucina, in modo furtivo, mentre si rigirava tra le dita un normale coltello pescato dal cassetto delle posate. È rimasto per tutto il tempo a fissarlo, senza espressione, capisci? Ora sono stanca di fremere ad ogni cosa che esegue quello psicopatico, mi vuole morta? Eh no mio caro, non lascerò che sia lui a farlo per prima. Quindi, ho elaborato un piano che non deve essere spifferato da nessuno all’infuori di me e te, sua sorella potrebbe intercettarlo ad un battito di ciglia.”- dopo un millisecondo azzardò, senza pentirsene. -“Lo abbandoniamo.” Il maresciallo rimase appena con le labbra aperte, sul dubbio se avesse esagerato o se fosse realmente tutta la pura e vera realtà, in ogni caso rimase pietrificato esteriormente, mentre al suo interno iniziava a scatenarsi qualcosa di sconosciuto ma profondamente aggressivo e determinato che gli si ritorceva contro. Non spiccò una sillaba, il suo pensiero rimase incognito persino a se stesso, se ne stava lì ad osservare nuovamente il promemoria sul soffitto, con gli occhi imperlati di lacrime incastrate tra gli occhi, non ebbe neppure la forza di sospirare. Intanto Anne era già sparita dopo l’ultima parola, ormai la decisione era stata ben assorbita, o quasi. I giorni, soprattutto in quel periodo, volavano con un colpo di vento come le foglie autunnali dal colore caldo che si posavano per terra. “Si sta come D’autunno Sugli alberi Le foglie.” -“SOLDATI”, Giuseppe Ungaretti. Mike si era soffermato a lungo su questa poesia, nel college si studiava la poesia italiana di qualche autore più importante della storia e poi era necessario impararla a memoria, per dimostrare di averla assimilata per bene. Tra le varie poesie studiate d’obbligo, questa era la più interessante che avesse mai letto. La professoressa di letteratura inglese, di origini italiane, vedeva Mike con occhi diversi, non aveva mai avuto modo di conoscerlo fino in fondo attraverso le sue parole, ma solo attraverso delle lettere o dei temi che assegnava come compiti in classe. Non era mai scesa nei particolari, come le brevi autobiografie, no, solo attraverso dei fogli protocollo invasi da una serie di lettere verso un amico di penna, probabilmente immaginario.
   
 
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