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Autore: Cygnus_X1    16/08/2014    1 recensioni
Un trono usurpato. Una ragazza in cerca di se stessa. Una maledizione mortale.
~~~
Myrindar ha diciassette anni e un marchio nero sul petto. Una maledizione che l'accompagna da sempre, che le dà il potere di uccidere con il solo tocco. Salvata dal Cavaliere Errante Jahrien dai bassifondi di una città sconvolta dalla guerra, Myrindar ha vissuto in pace per cinque anni, dimenticandosi dei conflitti, con una famiglia che l'ha accolta con amore.
Tutto cambia quando nel villaggio dove abita giungono i guerrieri dell'Usurpatore a cercarla. Myrindar è costretta a fuggire, guidata da una misteriosa voce che le parla nei sogni, alla ricerca dell'esercito dei Reami Liberi e dei Cavalieri Erranti. Ma il nemico più pericoloso non è l'Usurpatore, né il suo misterioso braccio destro; è la maledizione che la consuma ogni giorno di più e rischia di sopraffarla.
Tra inganni, tradimenti e segreti del passato, tra creature magiche e luoghi incantati, Myrindar si ritroverà in un gioco molto più vasto di quanto potesse immaginare; perché non è solo una guerra per la libertà, quella che sconvolge i Regni dell'Ovest. Non quando antiche forze muovono le loro pedine sul campo di battaglia.
[High Fantasy]
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Capitolo 13

Cenere e scintille



 

«I



l generale deve assolutamente saperlo» sentenziò Jahrien. La sorellastra annuì, seria.
Myrindar li guardava, spaesata, sentendosi esclusa. Stavano parlando del marchio, ma non capiva.
«Dobbiamo andarcene. L’Usurpatore evidentemente conosce molto bene questo posto. I suoi soldati probabilmente hanno seguito un percorso più breve, se ci hanno sorpresi così presto nella grotta... non possiamo stare qui. E dobbiamo informare Alshain.»
Il ragazzo si alzò, seguito dall’Elfa.
«Aspettate» li fermò Myrindar. «Spiegatemi quello che sapete. Per favore.»
Jahrien la guardò per qualche istante. Lasciò cadere la borsa che stava riempiendo delle sue cose e si sedette a terra con un sospiro. «Va bene. Ma facciamo in fretta, o saremo nei guai.»
«Ditemi di Aleestrya. Ditemi cos’è che vi spaventa tanto.»
«Non è che ci spaventa» intervenne Keeryahel, fissandola negli occhi con il suo imperscrutabile sguardo dorato. «Non su di te, almeno. A quanto ne so, quello è il marchio grazie al quale il soldato del vostro nemico vi ha sconfitti nella battaglia di Thora.»
La ragazza impiegò qualche istante a cogliere il significato di quelle parole, ma quando infine comprese, si diede della stupida. Come aveva fatto a non capirlo prima? Il fulmine viola distruttore era lo stesso che aveva visto quella notte, dalla cima della torre. La sensazione dell’elettricità che la attraversava lasciandola terrorizzata era la stessa che aveva accompagnato, nella grotta, la consapevolezza di aver compiuto una strage.
«Che cosa significa questo?» sussurrò, guardando Keeryahel e Jahrien un po’ confusa e un po’ impaurita.
Il ragazzo sospirò di nuovo e abbassò gli occhi sulle mani che tormentavano un lembo di mantello.
«Non lo so, cosa significa. Ma so che se l’Usurpatore ti cercava doveva esserci un motivo... e questo motivo deve avere a che fare con il guerriero nero.»
 
***
 
«Aleestrya, dunque» disse Alshain, cupo in volto. «L’impossibile Aleestrya...» sussurrò tra sé.
Myrindar lo fissò senza capire.
«Quel sigillo è sempre stato ritenuto impossibile da creare. Fondere magia bianca e magia nera in modo che non si annullino a vicenda ma si potenzino... non è qualcosa di così semplice da ottenere. Molti maghi, ai tempi in cui la magia era più comune, tentarono invano. E l’Usurpatore ci è riuscito, ha evocato Aleestrya sul nostro nemico... e tu in qualche modo sei collegata a tutto questo.»
La ragazza sussultò, mentre nella sua mente tutto si faceva chiaro. Solo lei aveva visto Layrath in faccia, solo lei sapeva. Ecco perché sia Jahrien sia Alshain sembravano brancolare nel buio... con tutto quello che era successo, si era dimenticata di quel dettaglio sempre ritenuto secondario, finora.
Sollevò gli occhi luminosi sul generale, agitata.
«Aspettate, c’è dell’altro. Finora non l’ho mai considerato un dettaglio utile, ma credo davvero che lo sia.»
Prese fiato. «Quando ho affrontato il guerriero nero sulla torre, lui mi ha detto alcune cose. Mi ha proposto di combattere per l’Usurpatore, e mi ha detto il suo nome. Si chiama Layrath – a questo punto, Alshain sembrò illuminarsi – e, la cosa più importante» Myrindar deglutì «era uguale a me.»
La ragazza vide il generale e Jahrien scambiarsi uno sguardo colmo di sgomento.
«Layrath... è uno dei Gemelli della Luna» disse il ragazzo.
«È vero. Ma erano entrambi maschi. Nessuno ha mai parlato di una bambina.»
«Questo spiega perché l’Usurpatore cercasse un ragazzo di nome Myrindar» disse la ragazza cercando di ragionare con calma, ricordando i cartelli della taglia che aveva visto quando era scappata da Tadun. «Ma io sono una femmina. Cosa c’entro, quindi?»
«Sei certo che i gemelli fossero entrambi maschi?» intervenne Jahrien. Il generale annuì.
«Sì. Le fonti erano attendibili. Mi fido della persona che ho mandato a prendere i gemelli, la notte della caduta.»
«Peccato che poi sia sparita, e con lei le tracce del neonato. Ci farebbe comodo avere quella persona a disposizione, ora.»
«Già» replicò Alshain. «Ma non è un caso che l’Usurpatore cercasse Myrindar per creare Aleestrya, e che lei assomigli a uno dei gemelli. Sono sicuro che c’è un qualche motivo dietro a tutto questo... intanto, però, Myrindar deve essere addestrata, almeno finché non saprò qualcosa di più. Per cui, Jahrien, portala dagli Elythra.»
«Agli ordini, generale.»
«Vi contatterò io in caso ci fosse qualche novità su tutto questo. Nel frattempo, contatterò gli Elfi. La guerra non sta andando bene, continuiamo a retrocedere. Parlerò con Keeryahel domani.»
Il Cavaliere Errante annuì. Si alzò, sfiorò Myrindar su una spalla e la esortò a uscire.
 
***
 
«Come ci si sente a scoprire di essere la principessa ereditaria di Dokhet?» le chiese Jahrien mentre, appena usciti dall’accampamento, cavalcavano verso nord.
«Non sono la principessa ereditaria di Dokhet» rispose lei. «Hai sentito Alshain. I Gemelli della Luna erano entrambi maschi.»
«È tutto troppo assurdo. Perché sei uguale a Layrath? Come ti hanno fatto il marchio? È tutto confuso.»
La ragazza annuì. In quel momento indossava un abito verde dalla lunga gonna e uno scialle sulla testa. Spada e pugnale erano nascosti con cura sotto la gonna. Certo, erano in territorio amico. Ma già un’altra volta l’Usurpatore era riuscito a infiltrare i suoi cavalieri grigi; non potevano rischiare di nuovo, così avevano deciso che Myrindar avrebbe viaggiato vestita come una qualsiasi ragazza di Amikar.
Si stavano dirigendo verso nord. I fantomatici Elythra abitavano nel cuore delle montagne Cyrithah, e a quanto Myrindar aveva capito, erano gli ultimi discendenti delle Fate. Praticavano la magia bianca, ma non al livello delle loro antenate. Alshain pensava che potessero essere in grado di aiutare la ragazza a controllare i suoi nuovi poteri.
«Non possiamo permetterci di distrarci dal nostro compito. Alshain tenterà di sciogliere tutti questi dubbi... io devo solo pensare ad addestrarmi» concluse la ragazza, decisa.
Era incredibile quanto la scomparsa del Kratheda l’avesse cambiata. Ora si sentiva molto più sicura: i suoi poteri, per quanto non voluti, erano almeno controllabili. Poteva trasformarli in un’utile arma contro l’Usurpatore.
E soprattutto, sembravano la chiave per scoprire le sue origini.
 
***
 
«Sei sicura di volerlo fare?»
Jahrien era preoccupato. Myrindar poteva capirlo, ma non era un’ingenua, nonostante l’aspetto da ragazzina sperduta. Sapeva che quello che avrebbe trovato poteva distruggerla, strapparle il cuore e ridurlo a brandelli.
Ma era qualcosa che doveva fare.
Così, avrebbe per sempre detto addio alla sua vita precedente.
«Sì» disse, decisa. Solo un lieve, impercettibile tremore nella sua voce mostrava la paura che in realtà si stava annidando dentro di lei.
Jahrien allora annuì, e spronò il suo cavallo verso Tadun, seguendo la ragazza a un passo di distanza.
Myrindar oltrepassò l’ultima collina.
Il panorama che le si presentò le sembrò uguale a quello che aveva lasciato. Il profilo aguzzo e frastagliato, distante sul cielo del crepuscolo, delle montagne era lo stesso, come anche i richiami delle aquile, e le prime stelle che si affacciavano lucenti nella notte incalzante. Myrindar si sentì riempire di nostalgia e felicità: tutto sembrava come quell’ultima notte, niente era cambiato.
Poi abbassò lo sguardo sulla valle sottostante.
Cenere.
Fuoco e oscurità.
Del villaggio che aveva amato per quasi un terzo della sua vita non esisteva più. Al suo posto, un’oscurità opaca di cenere, rovine che erano spettri di quello che Tadun era stato.
«Myrindar...»
«Sto bene» disse lei ricacciando le lacrime. «Voglio andare a vedere.»
«Troverai solo rovine, Myrindar. Solo dolore.»
«Non m’importa» replicò lei, dura. Spronò il cavallo verso il paese, o quello che ne rimaneva.
La strada dissestata dalle piogge era circondata dagli scheletri dei campi, devastati e ormai incolti. Uno spaventapasseri spezzato ghignava ai passanti, a testa in giù. Il villaggio si intravedeva più avanti, nella luce scarsa, e la ragazza vi si diresse veloce, le lacrime che già premevano nuovamente per uscire.
Si inoltrò nei relitti delle prime case. Annerite dalla fuliggine, distrutte dalla violenza degli uomini e dalla fame del fuoco. Non restava niente di quelle costruzioni di pietra rosata incastrate le une tra le altre, di quelle stradine che si rincorrevano aggrovigliandosi e facendo perdere l’orientamento.
Non restava niente della vita semplice ma forse quasi felice degli abitanti, non echeggiavano voci e risate tra i muri.
Il paese era morto. Come morte erano quelle sagome di persone in pose contorte sul pavimento sbeccato della piazza centrale.
Si accorse che le sue guance erano rigate da lacrime solo quando una goccia tiepida cadde sulla sua mano. E a quel punto, si abbandonò definitivamente al pianto, e si lasciò condurre da Jahrien per uscire da là.
 
***
 
«Perché hai voluto farlo, Myrindar?»
Jahrien era dispiaciuto. La osservava sbocconcellare un pezzo di pane da oltre il fuoco che aveva acceso per scaldarsi. Lì tra le montagne faceva fresco, di sera, ma non era certo quello il motivo per cui Myrindar era squassata dai brividi.
«Hai guadagnato qualcosa, vedendo quelle cose? Solo dolore. Quindi, perché?»
Lei non rispose. Rabbrividì ancora, e distolse lo sguardo.
Jahrien l’abbracciò. Così, all’improvviso.
La ragazza si sentì finalmente scaldare. Rabbrividì quando il Cavaliere Errante le sfiorò il volto per asciugarle le lacrime, ma era fuoco che l’aveva attraversata, non ghiaccio.
E nemmeno morte, come era sempre stato. Ora che il Kratheda era cambiato, e non uccideva più al contatto, quel singolo, semplice gesto l’accese di felicità. Si strinse forte a lui mentre le lacrime ricominciavano a scendere, lacrime di gioia.
Caddero entrambi a terra, ridendo. Myrindar appoggiò la testa al petto di Jahrien; sentiva il suo cuore battere forte e sicuro.
Sorrise mentre il ragazzo giocava con i suoi capelli. Chiuse gli occhi, abbandonandosi a tutte quelle nuove emozioni che la pervadevano. Era così felice. Aveva sempre pensato che la maledizione li avrebbe divisi per sempre. Aveva sempre pensato che l’amore che provava per lui fosse impossibile...
Si lasciò trascinare dal fuoco che avvertiva dentro di sé; Jahrien posò le labbra sulle sue e lei sentì una fiammata.
Era tutto così nuovo per lei. Il fuoco era un’ondata che la travolgeva e la portava dove non era mai stata. Si affidò a Jahrien, adagiata sul suo petto che si alzava e abbassava a ritmo con il suo respiro.
Si addormentò tra le braccia del ragazzo che amava.





 
******* Famigerato Angolino Buio *******
Uff... è stato un parto, questo capitolo!! Un po' perché sono impegnata con un'altra storia, un po' perché è un capitolo di passaggio tra due cose interessanti, ed è difficile non renderlo noioso...
Se vi ho fatti dormire/sbadigliare fino a slogarvi la mascella beh, non era mia intenzione, perdonatemi - e scusate ancora il ritardo!! Prometto che il prossimo sarà più interessante, e cercherò di aggiornare entro un tempo decente ;)
Alla prossima!

Vy

P.S. Sì, vi devo spiegare il cambio di nome. Mi sono accorta che con questa storia non riuscivo a chiudere tutto quello che ho aperto, per cui questa è diventata la prima storia di una serie... purtroppo per voi, credo!
   
 
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