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Autore: SandrinaWriter    17/08/2014    1 recensioni
Come sarebbe andata se Marissa non fosse morta? Se lei fosse riuscita a sopravvivere a quell'incidente? Come sarebbe continuata la sua storia con Ryan? Cosa sarebbe successo a Seth e Summer? Ecco come io immagino la mia quarta stagione di The O.C., ecco come avrei voluto che andasse. Perché Ryan e Marissa erano destinati a stare insieme. Perché Seth e Summer avevano un futuro davanti a sé. Perché i Fantastici Quattro sarebbero ancora stati Fantastici.
Genere: Commedia, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Marissa Cooper, Ryan Atwood, Seth Cohen, Summer Roberts, Un po' tutti | Coppie: Marissa Cooper/Ryan Atwood, Ryan Atwood/Taylor Townsend, Seth Cohen/Summer Roberts
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Una settimana. Sette giorni. Erano passati sette giorni dal ritorno di Jimmy, da quando il signor Cooper era tornato da Parigi, era finalmente atterrato a Newporth, pronto a riprendersi in mano la sua vecchia vita. Sette giorni nei quali non faceva altro che pensare al passato. Questo naturalmente comprendeva la sua famiglia: Kaitlin, Julie, Marissa. E poi Kirsten, il suo primo amore, la donna che meglio lo capiva. Eppure anche lei sembrava averlo abbandonato, sembrava essersi schierata dall'altra parte. Come darle torto? Ne aveva combinati di guai in passato, aveva fatto soffrire tante persone e forse era giusto pagarla così. Ma era anche arrivato il momento di cambiare, migliorare, ricominciare da capo. E doveva farlo partendo da Newporth.

Quella mattina, come gli ultimi sette giorni, Jimmy si era svegliato nel suo nuovo appartamento. Non era molto lontano da casa Cohen, qualche isolato più avanti. Era carino, semplice, accogliente, ma tremendamente vuoto. Era il solo a viverci. Solo, con le sue paure, le sue incertezze, i suoi rimpianti, ma anche le sue speranze. In quel momento l'unica persona che sembrava veramente capirlo era sua figlia maggiore, Marissa. Già, l'aveva chiamata il giorno dopo il suo arrivo. Erano stati ore ed ore al telefono, fino a quando Jimmy non l'ha raggiunta a Berkeley per passare un pomeriggio con lei. In fin dei conti non era poi così lontana, anzi. Per la prima volta nella loro vita, riuscivano a capirsi, ma capirsi davvero. Non erano solamente padre e figlia. Riuscivano a mettersi nei panni dell'altro. Marissa poteva comprendere la situazione del padre perchè lei stessa ci era passata. Lei stessa aveva deciso di andarsene e tornare. Era tornata e aveva ricominciato. Anche il padre ne aveva il diritto. Doveva essere arrabbiata con lui per tutte le volte che gli aveva detto addio, ma non ci riuscì. Riuscì solamente a pensare al suo bene, al fatto che era felice di averlo di nuovo accanto. Sapeva di avere un padre abbastanza forte da saper superare anche l'ennesima difficoltà. Jimmy aveva solo lei dalla sua parte, ma era la forza più grande che poteva avere. Il bene di una figlia sconfigge qualsiasi ostacolo. "Papà fai vedere al mondo che non mi sbaglio. Fagli vedere quanto vali. Ma soprattutto fallo per te stesso. Datti un'altra possibilità". Queste le parole di Marissa. Sì, poteva farcela, doveva farcela. Ricominciare. Tornare a vivere.

 

 

A casa Cooper - Roberts, c'era molta confusione, come ormai accadeva da una settimana. Il trasferimento di Kirsten, il ritorno di Jimmy, avevano portato scompiglio. 

Quella mattina, come da routine, Neil e Kaitlin erano usciti di casa per andare al lavoro e a scuola. Kirsten e Julie rimasero sole in cucina a fare colazione. Entrambe non erano tranquille, non erano serene. Kirsten pensava continuamente a Sandy e al fatto che avrebbe dovuto comunicare la situazione ai ragazzi. Mentre Julie non faceva altro che pensare a Jimmy e al suo ritorno. Non riusciva proprio a digerirlo. Sapeva che questo avrebbe portato problemi in famiglia e sapeva che Kaitlin sarebbe stata la prima a soffrirne. Quando l'aveva trovata in camera sua a vedere quelle vecchie videocassette, le era preso un colpo gelido al cuore. Come una fitta lama all'improvviso. Kaitlin era esattamente come lei: non mostrava mai le sue emozioni, ma poi, una volta che le accumulava, arrivava al punto di scoppiare e tirarle fuori tutte insieme. 

Il silenzio regnava in cucina, ma Kirsten, nonostante fosse immersa nei suoi pensieri, riuscì a notare lo sguardo preoccupato di Julie. Erano entrambe sulla stessa barca. Entrambe stavano per cadere in acqua, ma forse Julie non sapeva nuotare.

"Il suo pensiero non ti dà tregua, vero?" le chiese Kirsten rompendo il silenzio.

"Come?" Julie cadde dalle nuvole.

"Stai pensando a Jimmy.."

"Io? No...."

"Julie, e dai. Ormai so riconoscere quando menti.."

"Ma proprio ora doveva tornare?"

"E quando scusa?"

"Che so.. Non poteva rimanersene a Parigi? Che cavolo, ci ho messo così tanto a mandare giù tutto e lui che fa? Si ripresenta così, quì, a casa di Neil.."

"Casa di Neil.."

"Sì, casa di Neil. Che ho detto io?"

"No, no, hai detto casa di Neil, ma credevo fosse anche casa tua.."

"Ah.. bè.. sì, certo. Insomma.. era quello il senso.. Possibile che deve scombinarmi i piani? Era tutto perfetto.."

"Julie.. secondo me stai vedendo il problema più grande di quello che è"

"Come?"

"Sì, cioè.. Pensaci un momento. In fin dei conti che ha fatto? E' tornato, intenzionato a cambiare. Starà accanto a Kaitlin e farà la sua strada. Tutto quì.."

"E io?"

"Tu cosa? Che problemi potresti avere? Insomma.. dici che il tuo amore per lui è passato, che ami solamente Neil.. Per cui.. non vedo dove sia la difficoltà.."

"E' che..."

"Che? Avanti, dillo"

"Mi dispiace per Kaitlin.."

"Julie, sii sincera, almeno con te stessa. Ammettilo"

"Ammettere cosa?"

"Hai mai pensato di amarlo ancora?"

Dopo tutto quello che Jimmy e Julie avevano passato, dopo gli anni trascorsi, dopo i litigi, le separazioni e le nuove storie, potevano amarsi ancora? Può un amore superare tutto questo? Può un amore essere ancora così vivo?

 

 

"Buongiorno bella bionda!" Andy arrivò all'armadietto di Kaitlin.

"Non sono bionda" rispose lei bruscamente.

"Già di pessimo umore?"

"Il mio umore sta benissimo"

"E' sì, e si vede. Hai una faccia.."

"Che faccia?"

"Bè.. fa un pò schifo!"

"Bella la tua.."

"Modestamente!"

"Non era un complimento"

"L'avevo capito"

"E allora?"

"Volevo farti ridere"

"Va bene così? Contento?" disse fingendo un sorriso.

"No, mi piace il sorriso spontaneo"

"Bè, allora dovrai aspettare un bel pò"

"Si può sapere cos'hai?"

"Non ho nulla"

"Sì e io sono gay!"

"Sei gay? Davvero? Wow! Eccitante!"

"E dai.. Mi dispiace vederti così" Silenzio. "Quando ne avrai bisogno.. il mio armadietto lo conosci" disse allontanandosi.

"Andy?" urlò Kaitlin chiamandolo. 

Andy si voltò verso di lei.

"Ne ho bisogno ora" gli disse. 

Andy le si avvicinò e le sorrise. Insieme uscirono in cortile e si misero seduti su una panchina lontana da tutti, circondata da alberi, dal verde della natura. Era il cortile della Harbor ed era solamente la prima di una serie di chiacchierate.

"Sono tutto per te"

"E' tornato mio padre"

"Tornato?"

"Ah, già.. Devi sapere che ho una famiglia abbastanza complicata. I miei si sono separati un pò di anni fa, poi si sono ritrovati, riseparati, ritrovati e riseparati di nuovo. Insomma molto peggio di Beautiful. Volevano risposarsi, ma per i casini di mio padre è saltato tutto. Così è partito per Parigi e come se non bastasse si è portato Marissa con sè e ci ha lasciate quì a Newporth.."

"Wow, la vicenda si complica.."

"Mia madre nel frattempo si è innamorata del padre della migliore amica di Marissa. Ci siamo trasferiti da loro, tutto andava benissimo, va benissimo.. O almeno credo. Ma poi ecco che lui torna. Una settimana fa si è presentato alla porta dicendo di voler ricominciare.."

"E tu ti sei stancata ogni volta di perdonarlo"

"Già. Mi sono stancata di dover sempre ricominciare da capo con lui. A volte penso che lui non mi conosca affatto. Non sa i miei gusti musicali, non sa quale dolce preferisco, non sa che il gelato lo prendo sempre all'amarena e con tanta panna. Non sa che.. che nonostante tutto mi è mancato da morire, che vorrei abbracciarlo e dirgli che va tutto bene, che lo rivoglio con me, che è mio padre e che gli voglio bene. Non sa nulla, niente di niente"

"E perchè non provi a dirgliele queste cose?"

"Perchè non se lo merita"

"E tu che ne sai?"

"Se ne è andato troppe volte"

"Kailtin è tuo padre, merita un'altra possibilità. Piano piano.. Perchè negargliela? Cos'hai da perdere?"

"Lui.. Insomma non vorrei dirgli di nuovo addio"

"A quel punto sarà lui a perdere te. Comincia con un gelato no?"

"Un gelato?"

"Sì, un gelato voi due, così gli farai sapere che ti piace l'amarena.."

"..e la panna"

"E la panna! Anche a me il gelato piace con la panna.."

Kaitlin sorrise.

"E questi?" chiese Andy indicando un albero. "Vieni, guarda"

Kaitlin si alzò dalla panchina e andò di fronte l'albero. Lesse. 

"Fantastici quattro?" domandò Andy.

Seth, Summer, Marissa, Ryan. I fantastici quattro.

"Un giorno te lo spiegherò.." disse Kaitlin.

"Ma chi sono?"

"Bè.. diciamo che loro sono la storia della Harbor"

Kaitlin era di nuovo serena. Andy l'aveva tranquillizzata e leggere la firma di sua sorella su quell'albero le aveva fatto capire che anche lei poteva affrontare il mondo. E magari chissà, avrebbe trovato anche lei il suo grande amore.

 

 

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"Coop, non riesco a trovarlo! Sono tutti cretini. Ce ne fosse uno giusto!"

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"Summer, calma! Non credi che dovrebbe cercarselo da sola?"

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"Ma che da sola! Quella non ne è capace! E poi me l'ha chiesto lei.."

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"Sicura che te l'ha chiesto lei?"

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"Certo! Non ti fidi?"

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"Non è che non mi fido. E' che conosco Anna e so che non cercherebbe mai un ragazzo. E conosco te e so quanto sei gelosa!"

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"Hai parlato con Cohen?"

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"No!"

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"Ryan ha parlato con Cohen e lui a sua volta ha parlato con te?"

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"No Summer! Allora però vedi che stai tramando qualcosa...??"

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"Coop scappo. Inizia la lezione. Baci baci"

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"Sì, certo. Proprio ora inizia la lezione. Tu non me la racconti giusta, ma comunque non combinare guai"

Summer alla Brown era in cerca del ragazzo perfetto per Anna. La sua amicizia con Seth non la convinceva per niente. Sapeva che era passato un bel pò di tempo dal famoso triangolo amoroso, ma non riusciva proprio a liberarsi della sua gelosia. Così decise che il modo migliore per stare tranquilla era quello di trovare un ragazzo per Anna, così sarebbe stata lontana da Seth. Cercò alla sua università, ma tutti sembravano essere diversi da lei. Ormai si era arresa. Forse il suo piano era destinato a fallire. Così entrò nell'aula per seguire la lezione cercando di prendere appunti. Era completamente immersa nella lezione, quando un ragazzo si mise seduto accanto a lei.

"Scusa?" le sussurrò il ragazzo.

"Sì?"

"Ciao, scusa, ma sono nuovo e volevo chiederti se mi puoi prestare i tuoi appunti.."

"Ah.. Bè.. Sì, sì, non ci sono problemi. Prendili pure"

"Grazie mille. Sono James"

"Io Summer. Sei di queste parti?"

"No, sono di Los Angeles.."

"E come mai quì?"

"Volevo fuggire un pò.."

"Wow! Sono tuoi quei disegni?" gli chiese Summer indicando il suo quanderno.

"Sì.. Nel tempo libero prendo carta e foglio e comincio a disegnare.."

"Saresti perfetto.."

"Perfetto per cosa?"

"No, no, scusa. Dicevo che sono perfetti.."

"Grazie"

"Senti, ma.. ti andrebbe di uscire un pò un giorno di questi? Magari con qualche mio amico così ti ambienti un pò e ti mostro la Brown, Providence.."

"Magari! Grazie! Mi hai salvato la vita!"

"Anche tu a me.." sussurrò tra sè e sè Summer.

"Come?"

"No, nulla. Di niente!"

Finita la lezione Summer e James si scambiarono i numeri di telefono e Summer mandò immediatamente un messaggio a Marissa.

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"Coop, missione compiuta!"

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"Prevedo guai in arrivo.."

 

 

Nel frattempo all'università di Berkeley, Marissa e Ryan erano in cortile per la pausa pranzo. Passeggiavano sul prato mano nella mano in cerca di un tavolo libero. 

"C'è qualcuno?" domandò Ryan a Marissa allontanandosi.

"No.. o almeno non quì vicino.. ma che intendi fare?"

"Aspetta.."

Ryan si chinò e staccò dal prato una piccola margherita bianca per darla a Marissa.

"Lo sai che non si può! Ci sono delle regole!" gli disse Marissa.

"E sai che io non sono bravo a rispettarle!"

"Quanto sei scemo.. e dolce!"

"Non ti ci abituare"

"Lo so, ti conosco. Non sei il romantico per eccellenza, ma devo dire che stai migliorando"

"Sto con te.. Dovrò pure viziarti un pò!"

"Se vuoi viziarmi così allora fai pure" gli disse Marissa baciandolo. "Devo andare in biblioteca a ritirare dei libri. Mi aspetti quì?" disse Marissa.

"No, dai, ti accompagno"

"No, no, tu prendi il tavolo. Ci metto un attimo"

"Va bene, non metterci troppo che sto morendo di fame!"

"Come al solito!"

"Lo sai che ho il verme solitario!"

Così Marissa andò alla biblioteca dell'università, mentre Ryan cercava un tavolo libero. Vide Taylor seduta su una panchina con lo sguardo abbastanza triste. Così le si avvicinò e si mise seduto accanto a lei.

"Taylor tutto bene?"

"Ryan, ciao.. Bè, insomma"

"Che succede?"

"Mi manca Paul.."

"E' tanto che non vi vedete?"

"Troppo tempo.. Non ce la faccio più! Non credevo fosse così difficile!"

"Ti capisco benissimo. Quando Marissa è partita credevo di morire.."

"Siete veramente carini insieme.."

"Grazie. Immagino anche tu e Paul. Insomma ne sei davvero innamorata"

"Sì. E' stato l'unico in grando di farmi dimenticare..."

"Farti dimenticare?"

"No, nulla. Un ragazzo di cui mi ero presa una cotta poco prima del diploma, ma lascia stare!"

"Certo che sei una combina guai eh!"

"Senti chi parla! Non sono io quella che ha incendiato una casa!"

"Ma chi? Io?"

"Sì, tu!"

"Bè.. è stato tanto tanto tempo fa! Ero un Atwood.. Ora sono un Cohen!"

"Mi piace questo tuo lato ironico Ryan!"

"Dici?"

"Sì! Mi piace il fatto che sai far ridere.."

"Bè, sono contento di averti fatta ridere.."

"Grazie, grazie davvero"

"Quando avrai bisogno.."

"Lo so, grazie ancora"

Cominciarono così a scherzare, a ridere, a ricordare i momenti del liceo, mentre Marissa uscì dalla biblioteca. Voleva raggiungere Ryan e lo vide con Taylor su quella panchina. Si avvicinò e Taylor capì di essere la terza incomodo. Con la scusa della biblioteca si allontanò e li lasciò da soli. Ryan e Marissa si misero seduti ad un tavolo disponibile e Marissa non riuscì a nascondere la sua gelosia.

"Tutto bene in biblioteca? I libri?" le domandò Ryan.

"Devono ancora arrivare.."

"Quanto sono lenti!"

"Già.. Ma.. che vi stavate dicendo tu e Taylor?"

"Ma nulla.. Mi stava raccontando di Paul.."

"E Paul vi faceva ridere?"

"No, perchè?"

"Bè, vi ho visti ridere, ridere e ridere"

"No, cioè sì, qualche battuta, niente di che.. E' partita proprio quella ragazza!"

"Già.. è fuori di testa!"

"Però è simpatica, vero?"

"Da morire guarda.." 

"Ma che sei gelosa?"

"Io gelosa? Ma ti pare?"

"Non c'è motivo.."

"Lo so, infatti non lo sono.."

Marissa mentiva. Era gelosa, tremendamente gelosa. E non avrebbe sopportato di vederli di nuovo ridere insieme, perchè sapeva che sarebbe risuccesso. Non la preoccupava Ryan, ma Taylor. Già, perchè nessuno sapeva che poco prima del diploma si era innamorata di Ryan...

  
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