Libri > Il diario del vampiro
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Autore: Whiteeyes95j    18/08/2014    1 recensioni
In una notte la vita di Stefan e Bonnie cambia. Due avvenimenti tragici, due segreti che i due ragazzi non vogliono rivelare e che li porteranno alla disperazione. Non avendo nessuno con cui confidarsi cadranno in un incubo senza fine che li porterà addirittura a scappare da quella realtà troppo dolorosa che li circonda. Nel frattempo Damon, che ha intuito nei due ragazzi dei profondi cambiamenti cercherà di far luce ai loro segreti. Ma oltre a segreti, bugie, tradimenti e inganni un nuovo nemico brama vendetta e potere e farà di tutto per approfittare della situazione.
Genere: Drammatico, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elena Gilbert, Nuovo personaggio, Stefan Salvatore | Coppie: Bonnie McCullough/Damon Salvatore
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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THE JEWELS - RINGS AND THE NECKLACE
 
Sylvia era arrabbiata, molto, molto arrabbiata. Anastasia era davvero una bastarda ! Sapeva che non era una buona idea mettersi contro di lei ma sapeva anche che Anastasia avrebbe  comunque trovato un altro modo per non rispettare il loro accordo. La cosa peggiore era che ormai non aveva più il minimo controllo su Bonnie. In quel luogo che aveva più di 3000 anni, la sua magia era troppo debole per contrastare quella  del luogo. Era in trappola, dentro il corpo della persona che odiava di più. La malattia non progrediva lì, Bonnie avrebbe vissuto fino al compimento del rituale e a quel punto lei che avrebbe fatto ? Non poteva perdere tutto adesso che era a un passo da riavere ciò che le era stato tolto. Non poteva.
 

 
Anastasia era in camera sua e stava guardando il suo riflesso nello specchio e ciò che vide non le piacque affatto. Nello specchio vedeva una giovane donna stanca, con gli occhi spenti, la pelle pallida e l’espressione sofferente. Avrebbe visto quell’immagine per tutta la vita se non fosse venuta a conoscenza del rituale. La vita le aveva tolto tutto. Le aveva portato via il conforto delle braccia di suo padre, il sorriso delle labbra di sua madre, gli abbracci e le chiacchierate con le sue sorelle Daphne e Helen, ma soprattutto le aveva tolto Michael, il suo fratellastro ma anche amore della sua vita, di tutte le sue vite, padre di sua figlia Annabelle e custode del suo cuore. Anastasia distolse lo sguardo dallo specchio, lei aveva sempre odiato gli specchi perché le ricordavano chi lei fosse veramente e che cosa l’avesse portata a diventare quella che era adesso. Non poteva permettere di rinvangare il passato, se solo avesse osato farlo si sarebbe persa e questo non doveva accadere. Con una mano sollevò leggermente la camicia che stava indossando e lì vide la sua cicatrice. La famiglia di Bonnie le rovinava la vita da generazioni, era ora di avere la sua vendetta. Nessuno le avrebbe impedito di nuovo di essere felice.
 

 
Damon aveva un gran mal di testa. Si era risvegliato da poco nella stanza di Stefan anche se all’inizio aveva avuto difficoltà a riconoscere la stanza. Non aveva la minima idea di come fosse finito lì, le ultime cose che riusciva a rammentare erano l’immagine di Rosalie McCullough morente sul pavimento, Anastasia De Verdant che diceva qualcosa su una certa Sylvia e Meredith che veniva attaccata prima che lui venisse schiantato violentemente contro la parete. Damon si mise a sedere con non poca difficoltà visto che dovette appoggiarsi allo schienale del letto per potersi reggere. “Chi mi ha ridotto in questo modo la pagherà cara”, pensò ringhiando. Vide i vestiti che indossò per l’intrusione alla Villa su una sedia lì vicino e solo in quel momento capì che stava indossando uno dei pigiami di Stefan. Era semplice, ma il pantalone gli andava un po’ lungo dato che Stefan era più alto di lui, ma era comunque comodo. Sbuffando, si alzò e dopo aver indossato di nuovo i suoi vestiti scese al piano di sotto. Si diresse in cucina dove vide due bottiglie di vetro contenenti del sangue. Damon all’inizio non voleva bere quel sangue, era convinto che appartenesse a qualche animale ma poi si rese conto che non aveva le forze per cacciare. Ancora più arrabbiato di prima si sedette al tavolo e prese un sorso di quel sangue. Con non poco stupore si rese conto che quello che stava bevendo non era sangue animale, ma umano. Come aveva fatto la signora Flowers a procurarselo ? Scosse la testa, in quel momento non gli importava, era troppo debole, la testa gli girava ancora e aveva troppa fame. Aveva così tanta fame che svuotò entrambe le bottiglie, poi uscì dalla cucina sperando di trovare la signora Flowers in giardino per poter avere delle risposte su come fosse arrivato lì. Per sua fortuna la signora Flowers era proprio in giardino e stava innaffiando delle erbe di cui Damon non riusciva a ricordarsi il nome.
 
<< Buon giorno Damon, vedo che ti sei svegliato >> gli disse la signora Flowers cogliendolo di sorpresa
 
<< Buon giorno anche a lei Signora Flowers. Le serve una mano in giardino ? >> le chiese solo per fare conversazione
 
<< A me non serve un aiuto, a te invece servono risposte >> disse la signora Flowers voltandosi a guardarlo
 
<< Lei mi legge nel pensiero signora Flowers >> commentò Damon
 
<< Spero che tu abbia gradito la colazione Damon, ti voglio al massimo delle forze quando ti racconterò tutto ciò che dovrai sapere per proteggere Bonnie e sconfiggere Anastasia De Verdant >>
 

 
Stefan non si era mai sentito così stanco, ma neanche così vivo e orgoglioso del suo operato. Abituarsi alla sua nuova natura da mago non era stato affatto facile nei primi giorni. Era stato vampiro pe molti secoli e nel corso di quegli anni si era abituato ad agire e a comportarsi in una certa maniera, come ad esempio non uscire alla luce del sole senza l’anello che Katherine gli aveva dato. Stefan osservò la dita della sua mano, nude, l’anello non c’era più, il vampiro non c’era più, Stefan Salvatore non c’era più. Era scomparso nel momento esatto in cui si era tolto l’anello dal dito e aveva ingoiato quella strana pozione che gli aveva ridato la sua forma umana e aveva sbloccato i suoi poteri. Non era stato affatto facile voltare alle spalle a ciò che era stato per molto tempo. Prima di bere quella pozione aveva tentennato, persino adesso, dopo quattro mesi che Sapphire lo teneva ancora rinchiuso in quella vecchia casa, anche se ormai non più vecchia visto che aveva usato un po’ di magia per migliorarla. Sapphire gli aveva detto che aveva quattro mesi di tempo per imparare tutti gli incantesimi più potenti che lei conoscesse. Gli aveva dato il Grimorio e gli aveva detto di imparare almeno due incantesimi al giorno. Non che per lui fosse un problema, era abituato ad impegnarsi a fondo e a dare il meglio di sé in ogni cosa che faceva, a scuola, nella squadra di football per quel breve periodo in cui aveva giocato, nelle sue relazioni amorose nonostante si fossero rivelate una più deludente dell’altra. Elena, era da tempo che non pensava a lei, ed era strano che la sua mente avesse pensato a lei quando si è tolto l’anello. Non era stata lei a darglielo, ma Katherine. Molto probabilmente aveva pensato a Elena perché era stata lei a ferirlo e a indurlo a voltare le spalle a Stefan Salvatore. La verità era che molto probabilmente Stefan Salvatore era morto già da tempo, probabilmente quando aveva scelto di strapparsi il cuore dal petto di fare ciò che aveva fatto durante quella notte. Quando si era tolto l’anello dal dito si era sentito come se l’ultima cosa che lo potesse legare a Elena, o a suo fratello, o al suo passato si fosse definitivamente separato da lui e che ormai non poteva più tornare indietro. In fondo dove doveva tornare ? Da una ragazza bugiarda, traditrice e dall’altro capo del mondo ? Da un fratello deludente, egoista, insensibile e traditore ? Da un passato fatto di  bugie e di illusioni ? Non sapeva come avesse fatto Sapphire a renderlo di nuovo umano, lei ancora non glielo aveva spiegato ma si ripromise che prima o poi glielo avrebbe chiesto. Sapphire gli aveva promesso che prima o poi gli avrebbe spiegato l’incantesimo per la reincarnazione, in modo da vivere diverse vite come aveva fatto lei fino ad adesso, ma lui non era sicuro di volerli imparare. Aveva sempre creduto che il bello dell’essere umano è che esso può nascere, crescere e morire. Può sembrare strano ma la vita sarebbe troppo scontata senza la morte, in effetti la vita è un dono prezioso proprio perché si muore. E lui adesso aveva di nuovo questo dono e stavolta non lo avrebbe sprecato. Si stava esercitando con un incantesimo quando lo specchio cominciò a brillare e da dove uscì poi Sapphire, vestita come la prima volta in cui si recarono in quella casa.
 
<< Stai facendo progressi con quell’incantesimo ? >> gli chiese Sapphire senza nemmeno salutarlo
 
<< Ciao anche a te Saph >> la salutò con sarcasmo
 
<< Allora ? È un incantesimo di controllo del sangue, ti servirà se non vuoi che Anastasia abbia il controllo su di te >>
 
<< Lei ha il mio cuore, mi hai già spiegato come funziona, può controllare la mia volontà. Come potrebbe questo incantesimo del controllo del sangue a proteggermi ? >> chiese Stefan come se l’amica avesse detto chissà quale assurdità
 
<< Il sangue è la pompa del nostro corpo. È lui che permette al sangue di circolare, ed è lui che regola lo scorrere dei tuoi poteri nelle tue vene. Per questo lei può compromettere la tua volontà, tuttavia, se imparassi a pompare il sangue e la tua magia da solo, con questo incantesimo, potrai anche contrastare gli effetti causati dalla mancanza del cuore. Lei cercherà di controllare il flusso del tuo sangue, questo incantesimo ti permetterà di resisterle. Per questo è fondamentale che tu lo impari >>
 
<< Quando potrò uscire da qui ? Avevi detto che avevo quattro mesi per imparare quanti più incantesimi possibili che mi sarebbero stati utili contro Anastasia. Ho contato i giorni, ieri il tempo è scaduto. Perché sono ancora qui ? >>
 
<< Perché non hai ancora imparato l’incantesimo del controllo del sangue e se non impari quello scordati che io ti lasci uscire di qui >> disse la ragazza sedendosi su una sedia vicino alla libreria
 
<< E di Bonnie che mi dici ? Ti ricordo che io ho accettato di venire qui per proteggerla e tu… >>
 
<< Tra poco non avrà più bisogno della tua protezione >> disse Sapphire facendo apparire una mela e cominciando a mangiarla
 
<< Che vuoi dire ? Mi avevi detto che si trovava in un posto pericoloso, e che non riuscivi a trovarla. >>
 
<< Ti ricordi di Magdalene ? Quella ragazza con i capelli rossi che ti ha accompagnato nel mio ufficio ? Ecco vedi, quella ragazza è molto speciale, ha il dono di vedere il futuro. È un dono molto raro il suo ma molto prezioso e mi ha detto che recentemente ha dato un’occhiata al futuro della nostra amica >>
 
<< E che ha visto ? >>
 
<< Ha visto Damon. Ha finalmente trovato un modo per uscire da Fell’s Church e tra poco partirà per Chicago alla ricerca di Bonnie il che significa che tu avrai più tempo per esercitarti con l’incantesimo >> disse Sapphire allegramente
 
Stefan però condivideva ben poco l’allegria della sua amica. In un certo senso si sentiva messo da parte, come se ancora una volta avesse bisogno di suo fratello per poter proteggere qualcuno a cui teneva. Si sentiva come se qualcuno gli avesse detto che adesso poteva stare tranquillo poiché adesso ci pensava Damon, il più grande e più forte, a prendersi cura di Bonnie e lui questo non lo poteva accettare. Lui poteva benissimo cavarsela da solo, anche senza l’aiuto di quell’invadente di suo fratello. Sentì la rabbia crescere dentro di lui, non intensa quanto quella che provava quando era un vampiro, ma comunque forte. Sentiva che se avrebbe continuato così le vene prima o poi sarebbero esplose, sentiva il sangue scorrere velocemente nelle sue vene, le unghie ficcarsi nella sua carne per cercare di trattenere la rabbia e capì che era il momento perfetto per provare id nuovo ad eseguire correttamente l’incantesimo di controllo del sangue. Si concentrò attentamente sul suo sangue che veloce scorreva nelle sue vene, e cercò di rallentarlo in modo da poter diminuire la rabbia e riprendere il controllo di sé. Era molto difficile quell’incantesimo, che poi, più che un incantesimo era un'arte magica, bastava perdere il controllo anche solo per un secondo e rischiavi di ferirti gravemente. Stefan infatti aveva già qualche cicatrice sulle braccia, e una molto visibile sul polso destro. Era stata la più dolorosa visto che aveva rischiato di tagliare troppo i tendini della mano con il suo stesso sangue e di conseguenza rischiando di perdere la sensibilità. Adesso però non doveva sbagliare o Sapphire lo avrebbe lasciato in quella prigione dorata. Sentiva il sangue scorrere velocemente, poi lentamente cominciò a dominarlo, si concentrò  su tutto il suo corpo e il sangue cominciò a scorrere più lentamente, sempre più lentamente poi volle provare a invertire il flusso del suo sangue, provò a farlo scorrere in modo inverso e, nonostante un po’ di difficoltà iniziale ci riuscì.
 
<< Wow, stiamo facendo progressi >> commentò Sapphire con un sorriso
 
<< Si, sto facendo progressi. Posso migliorare, ma ti prego fammi uscire da qui. Non ce la faccio più a stare qua dentro >>
 
<< E va bene, preparati, raggiungeremo Bonnie. Però promettimi che non smetterai di esercitarti. È troppo importante che tu impari a controllare il sangue >>
 
<< Va bene. Mi sforzerò. Grazie ancora >>
 
Sapphire annuì poi aiutò Stefan a preparare il suo zaino, ci mise dentro il Grimorio, alcune pozioni curative, delle merendine, visto che ormai Stefan non era più un vampiro aveva bisogno di cibo vero per nutrirsi, e gli diede anche dei vestiti puliti. Dopo un po’ entrami erano pronti per poter andare a raggiungere Damon e Bonnie.
 

 
Damon e la signora Flowers si erano recati in soggiorno dove la signora Flowers poteva stare comodamente seduta sulla sedia a dondolo mentre Damon si sedeva sulla comoda poltrona in modo da poter riposare un po’ la schiena, ancora indolenzita.
 
<< Dunque Damon, mi sembra giusto che tu sappia contro che tu ti sia messo contro. Non ho avuto il coraggio di raccontarlo prima per pudore, non è una storia che noi streghe raccontiamo volentieri. >>
 
<< Perché ? >> chiese Damon
 
<< Perché questa storia, o meglio questa faida, è cominciata a causa di uno dei più grandi peccati contro natura che si possano commettere, l’incesto. >>
 
<< L’incesto ? >>
 
<< La storia cominciò molti secoli fa. Eravamo intorno agli anni del Medio Evo, negli anni  bui, dove vi era la caccia alle streghe, dove la gente viveva nella paura del demonio e dove le creature come noi venivano perseguitate e uccise. In quel periodo buio, nell’Oregon, si trasferì la famiglia di Bonnie, i McCullough. All’epoca era una grande famiglia, unita, felice, che usava la magia in maniera discreta e solo per far del bene. Ebbene, la famiglia iniziale era composta da tre fratelli. Il fratello maggiore era il discendente diretto di Rosalie, il secondo genito di Bonnie, e il terzo genito di Anastasia >>
 
<< Un momento ! Lei mi sta dicendo che Bonnie e quella megera hanno dei legami di parentela ? >> chiese Damon che non ci poteva credere
 
<< In un certo senso si. Il terzo fratello, quando si sposò ebbe due bellissimi figli, un maschietto di nome Frederick, che aveva ereditato il dono della magia, e una femminuccia di nome Diana, che invece non aveva alcun potere. Tuttavia, se le prime due famiglie vivevano armoniosamente nonostante gli anni duri del medioevo, anche la terza famiglia inizialmente viveva in maniera abbastanza felice tuttavia… >>
 
<< Tuttavia ? >>
 
<< Le cose cambiarono irreparabilmente quando, durante gli anni dell’adolescenza, Frederick si innamorò di sua sorella Diana. E i loro genitori non lo accettarono per cui maledirono  il ventre di Diana rendendolo sterile. Ma Frederick non accettò mai questa situazione, così creò un rituale per avere figli. Non sono bene come questo rituale funzioni, so solo che i coniugi De Verdant, avevano unito i figli dei loro cugini con il ventre di Diana in modo che la magia pura dei loro figli permettesse a Diana di concepire i suoi figli. Tuttavia, i loro cugini ovviamente non accettarono un simile affronto e così decisero di vendicarsi e presto la famiglia De Verdant fu accusata di stregoneria e bruciata sul rogo >>
 
<< E come fece Anastasia a sopravvivere ? >>
 
<< Non si sa. C’è chi dice che scappò prima di essere bruciata, c’è chi dice che sia stata bruciata e che in un modo o nell’altro sia sopravvissuta al rogo. Non si sa. Si sa solo che è esperta degli incantesimi di reincarnazione e che si sia reincarnata in diverse vite ma nessuno sa niente di concreto su di lei. Io a quanto ho capito so solo che le serve Bonnie, le serve Elena e le serve Stefan per completare il rituale ma se dovessi spiegarti come funziona il rituale io non saprei come fare >>
 
<< C’è qualcuno che potrebbe aiutarmi a capire meglio la storia ? Qualcuno che potrebbe far luce su tutti i misteri che ci sono intorno alla storia dei De Verdant ? >>
 
<< Oltre alla stessa Anastasia ? Conosco solo una persona che potrebbe aiutare te e i tuoi amici a conoscere la vera storia di Anastasia. Deborah Mccullough, è una zia di Bonnie che vive nell’Oregon. Quando andrai a prendere Bonnie vi consiglio di andare da lei se volete sapere la verità >>
 
<< Quando andrò a prendere Bonnie ? Io non posso neanche uscire da questa insulsa cittadina come posso fare ? >> chiese Damon scattando in piedi
 
<< Ecco a questo avrei trovato una soluzione. Devi sapere che quando sei tornato qui tramite lo specchio che avevamo usato sul confine, avevi con te la tua borsa che emetteva una strana luce. All’inizio devo dire che mi sono preoccupata anche perché non sei tornato in buone condizioni. La schiena aveva diverse ferite e avevi delle schegge conficcate nella carne che difficilmente sono riuscita a rimuovere senza provocare altri danni. E poi né Rosalie né Meredith erano con te >>
 
<< Lo so, Rosalie era un traditrice, ci ha portati con l’inganno alla villa ma deve aver commesso qualche passo falso, non so, non ho capito bene. Ricordo solo che l’hanno uccisa >>
 
<< E di Meredith ? Cosa puoi dirmi di lei ?  >>
 
<< Non so niente. So solo che l’hanno catturata ma non so se è ancora viva. >>
 
<< Spero con tutto il cuore che stia bene. >>
<< Comunque cosa stavate dicendo a proposito della mia borsa ? >> chiese Damon desiderando cambiare discorso.
 
<< Che c’era uno strano oggetto che brillava. Sono andata a dare un’occhiata e ho visto questo >> disse la signora Flowers dirigendosi verso un cofanetto e prendendo qualcosa al suo interno
 
Lo mostrò a Damon, era una specie di catenina argentata con un ciondolo a forma di drago con gli occhi rosso rubino, che brillava di una luce fortissima che per poco non lo accecò.
 
<< Che cos’è ? >> disse chiudendo gli occhi per evitare di farsi accecare da quella collana


<< È l’innesco che Rosalie vi aveva promesso in cambio del vostro aiuto >> rispose la signora Flowers avvolgendo la collana in un fazzoletto per nascondere la luce
 
<< E lei crede davvero che io userei una qualsiasi cosa che è stata creata da bugiarda ? Se lo ha pensato anche solo per un secondo è pazza >> ringhiò il vampiro
 
<< Damon calmati. Pensi davvero che io rischierei di metterti in pericolo ? Voglio troppo bene a Stefan per poterti fare del male >>
 
“A Stefan, ovviamente”, pensò Damon infastidito.
 
<< E quindi ? >> chiese mal celando il fastidio
 
<< Ho provato a usare la collana e funziona. In quanto strega anche io sono un essere soprannaturale, ma a differenza tua sono vecchia, e molto meno preziosa , per cui ho superato il confine e a un certo punto la collana ha cominciato a brillare e dopo pochi secondi era fuori Fell’s Church sana e salva, non mi è accaduto nulla. >> disse la signora Flowers porgendogli la collana avvolta nel fazzoletto
 
Damon la prese esitante. Sapeva poco e niente su Anastasia De Verdant, ma a quanto aveva capito era temuta da molti inoltre lo aveva messo fuori gioco facilmente durante il loro primo scontro. Inoltre questa volta avrebbe dovuto cavarsela davvero da solo. Elena era scappata in Europa, Bonnie era scappata a Chicago, Stefan si era fatto strappare il cuore e adesso non sapeva neanche se stesse bene e Meredith era stata catturata. Era incredibile !! Una strega era stata in grado di mettere in fuga un angelo, una strega, un vampiro e di catturare una mezza vampira che per di più era una cacciatrice. Ma lui non si sarebbe arreso, avrebbe trovato Bonnie, Elena e Stefan, e avrebbe anche salvato Meredith, in un modo o nell’altro.
 

 
Anastasia si stava occupando del giardino insieme al marito. Adorava annaffiare i suoi fiori, ma più di ogni altro adorava il profumo delle sue rose e il pensiero che solo lei e la sua famiglia potesse godere del loro profumo paradisiaco senza soffrirne la rendeva ancora più felice. Albert invece si occupava di aggiustare le aiuole. Anastasia, sebbene non amasse Albert, gli voleva bene e quando passava quei momenti con lui in giardino le veniva in mente quando lo faceva con suo padre. Lei e suo padre avevano sempre amato prendersi cura del giardino, a differenza di sua madre e delle sue sorelle che preferivano attività meno faticose.
 
<< A cosa state pensando mia cara ? >> le chiese Albert vedendola così pensierosa
 
<< Sto pensando a mio padre. Lui adorava prendersi cura del giardino >> rispose Anastasia senza distogliere lo sguardo dalle sue rose
 
<< Come voi del resto. >>
 
<< Albert ? Grazie per aver accettato di aiutarmi >>
 
Era la prima volta, in tutti i loro diciotto anni di matrimonio, che Anastasia lo ringraziava per essergli stato vicino in tutti quegli anni. Ricordava ancora la prima volta che si erano conosciuti.
 
INIZIO FLASHBACK
 
Si erano conosciuti durante un importante ricevimento in casa di una potente strega che viveva nella Dimensione Oscura. Lei era andata lì per poter aumentare il suo potere e per trovare alleati. Sua figlia Annabelle ancora si doveva reincarnare e il suo potere era ancora troppo debole per potersela cavare nel mondo degli umani. Era andata a quella festa solo per potersi svagare un po’, lei si era reincarnata da poco ed era molto scoraggiata per come era andata a finire nella sua vita precedente. Per poco non era morta definitivamente, aveva usato le sue ultime forze per fare l’incantesimo di reincarnazione. Lei si era seduta ad un tavolino vuoto e guardava gli altro come si divertivano, ballavano, scherzavano, come si vantavano delle loro capacità e poi in un angolo aveva visto un uomo vestito tutto di nero che aveva fatto apparire un rubino nella sua mano, pochi secondi dopo questo rubino prese fuoco nella sua mano ma né lui né i suoi vestiti presero fuoco. Il rubino invece divenne nero ma quando una donna aveva provato a prenderlo in mano si rese contò che non aveva perso né la sua compattezza né la sua luce, poiché quando la luce di una torcia lo illuminò, le parti nere illuminate brillarono di un rosso intenso. Anastasia aveva già visto qualcosa di simile, suo padre molte volte si divertiva a farlo con lei. Quella capacità ce l’avevano solo i De Verdant. Si alzò dal tavolo e si avvicinò per dare un’occhiata ma l’uomo dopo aver dato il rubino nero alla donna se ne era andato. Anastasia lo aveva cercato per giorni, tuttavia alla fine riuscì a trovarlo. Albert lavorava come assistente di uno dei maghi più potenti della Dimensione Oscura, in cambio dei suoi servigi il mago gli insegnava un incantesimo sempre più potente del precedente. Anastasia aveva capito che Albert non era un sempliciotto quando lo vide uccidere un vampiro di settecento anni usando il controllo del sangue. Era un incantesimo molto complicato, ci volevano anni a perfezionarlo e arrecava sempre grande stanchezza, ma lui invece lo aveva eseguito in un secondo e non sembrava neanche affaticato per lo sforzo, per lei sarebbe stato l’alleato ideale. Ricordava ancora la prima volta che si erano parlati. Lei era riuscita a raggiungere la casa del mago, Albert stava riordinando alcuni libri nella grande libreria del palazzo  e quando lui la vide non sembrò affatto sorpreso. Con un sorriso le fece segno di sedersi su una sedia vicino a uno scrittoio che si trovava al centro della libreria. Anastasia all’inizio era titubante ma poi si sedette.
 
<< Allora sei tu che un po’ di tempo i segui ! Credevo che prima o poi ti saresti arresa, Anastasia >> fu quella la prima cosa che le disse
 
<< Vedo che conosci l’albero genealogico della tua famiglia Albert. Io non mi arrendo mai. >> disse Anastasia togliendosi il cappuccio
 
<< Perché sei qui ? >>
 
<< Ti ho visto fare quel trucchetto con il rubino Albert. Ti ho visto esercitare l’arte del controllo del sangue contro un vampiro che è mille volte più difficile che esercitarlo su un umano o su se stessi. E io ho bisogno di un mago come te, ho bisogno del tuo aiuto >>
 
<< Perché mai dovrei aiutarti ? >>
 
<< La nostra famiglia ha sofferto troppo Albert, è ora di ottenere la nostra vendetta e di riappropriarci del nostro lieto fine >>
 
Albert l’aveva guardata intensamente per molto tempo. I suoi occhi non esprimevano nulla, né rabbia, né noia, né felicità, niente. Anastasia non ci mise molto a capire che Albert non aveva il cuore nel petto. Anastasia cominciò a tremare, aveva commesso un errore a non toglierselo anche lei prima di quell’incontro, chi le poteva dare la certezza che quell’uomo non l’avrebbe uccisa ? Quando loro due si incontrarono Anastasia aveva solo diciassette anni, Albert invece ne aveva ventotto, lei si era reincarnata da poco, era debole e non sarebbe stata in grado di difendersi. Albert si era reso conto del timore che l’altra ma non aveva intenzione di farle del male, aveva capito che cosa desiderasse davvero Anastasia e sapeva ancora di più cosa lui desiderava  e lei era l’unica che poteva realmente darglielo. Le prese la mano e la guardò. La sua mano era molto curata, piccola, e tremava leggermente, sicuramente non per il freddo.
 
<< Sai, c’è una cosa che potresti fare per me >> disse Albert senza smettere di osservarle la mano
 
<< Cosa ? >>
 
<< È da molto tempo che vorrei avere qualcosa che fino ad adesso mi è stato proibito. La magia è un dono meraviglioso ma a volte è una maledizione, soprattutto se si appartiene a questa famiglia. Tu lo sai meglio di me >>
 
<< E quindi che cosa vorresti ? >> chiese Anastasia
 
<< Penso che tu lo abbia già capito. >>
 
<< Se ora acconsentissi, mi aiuterai ? >>
 
<< Te lo prometto. >> disse Albert infilandole un anello al dito
 
Era un bellissimo anello dorato, con tanti piccoli rubini che lo adornavano e al centro un rubino più grande di colore nero.
 
<< E questo cosa sarebbe ? >> chiese Anastasia che non riusciva a capire
 
<< La mia promessa, al tuo diciottesimo compleanno tu manterrai la tua e a quel punto ti aiuterò fino a quando non avrai ottenuto ciò che vorrai. >>
 
<< Quindi è questo che vuoi, una moglie >> constatò Anastasia osservando l'anello.
 
<< Non una moglie cara, qualcosa di più prezioso che ancora non mi è stato concesso di avere. E che solo tu, un giorno, potrai darmi >> disse Albert in tono criptico
 
<< Come fai a dire che io riuscirò a darti ciò che vuoi se non ho neanche la minima idea di cosa il tuo cuore desideri ?? >> chiese Anastasia che proprio non riusciva a capire
 
<< Devi sapere, cara, che io ho un dono molto raro. Posso vedere il futuro tramite i miei sogni. Qualche settimana fa sognai questo momento. Una fanciulla bionda di grande bellezza che mi avrebbe chiesto di aiutarla e che in futuro mi avrebbe dato ciò che il ho sempre desiderato. Quella fanciulla eri tu, per questo non ero sorpreso di vederti. Sapevo che mancava poco al nostro incontro. >>
 
<< In poche parole mi stai dicendo che se non fossi stato certo che io sarei stata in grado di accontentare la tua richiesta, qualunque essa sia, tu non mi avresti aiutata. O sbaglio ? >> chiese Anastasia un po’ innervosita
 
<< Concorderai con me, mia cara, che il primo passo verso la sconfitta è l’essere incauti e sprovveduti. La tua ultima vita ne è una prova >> disse Albert
 
Anastasia abbassò lo sguardo mentre una lacrima le scese lungo la guancia. Albert le accarezzò quella guancia e le asciugò la lacrima.
 
<< Suvvia, non fare così. Non era mia intenzione rammentarti brutti ricordi. Mi perdoni ? >>
 
<< Ti perdono solo se mi prometti fedeltà e sostegno fino alla fine della nostra impresa >>
 
Albert la guardò per un momento con i suoi occhi verde smeraldo, poi le baciò la mano e il quel momento Anastasia capì che presto la sua vita sarebbe stata nelle mano di quel giovane uomo, affatto simile a Michael, ma di cui aveva tanto bisogno.
 
FINE FLASHBACK
Albert la stava guardando come quella volta in quella grande biblioteca, l’espressione non era affatto cambiata in quei diciotto anni. Sebbene lui fosse invecchiato ormai, non era più quel giovane uomo di ventotto anni che era all’epoca, adesso era un uomo di quarantasei anni che tuttavia aveva cambiato poco le sue abitudini, le sue maniere cortesi e quell’espressione strana che lei non riusciva mai a capire.
 
<< Non devi ringraziarmi, cara >> disse continuando ad aggiustare l’aiuola
 
<< Albert ? Questa è la tua prima vita vero ? >> chiese Anastasia
 
<< E l’ultima spero, se mi stai chiedendo perché io non uso la magia per rendermi giovane, o perché non ho intenzione di reincarnarmi la risposta è semplice, io non desidero vivere altre vite e  non desidero rimanere giovane >>
 
<< Perché ? >>


<< Perché tramite la morte potrò ricongiungermi a una persona, spero. Ma se a te disturbano le rughe sul mio viso sarò ben lieto di rendermi giovane per te >>
 
<< Non è necessario che tu lo faccia Al, le tue rughe non mi disturbano affatto. Niente mi disturba di te. >> disse Anastasia baciandogli la guancia
 
<< Sono felice di sentirtelo dire. Ora rientriamo, dobbiamo prepararci. Domani sarà un giorno molto importante, Damon e Bonnie si incontreranno di nuovo dopo molto tempo, così anche Stefan con suo fratello, siamo arrivati al nocciolo della questione, da domani la strada sarà tutta in discesa >>
 
<< Mi sembra che ciò ti metta malinconia, Al >> disse Anastasia
 
Albert la guardò senza dire niente, semplicemente le baciò la fronte, le prese la mano e poi insieme tornarono verso casa. Lui non disse niente, ma Anastasia aveva capito perfettamente cosa lui stesse cercando di dirle, temeva che di essere impreparato a ciò che il futuro aveva in serbo per loro, e faceva bene.
 

 
Damon stava guidando velocemente con la sua Ferrari nera e stava guidando verso il confino con addosso quella collana luminosa con il dragone. Poco tempo prima aveva preparato velocemente un piccolo bagaglio aiutato dalla signora Flowers e dopo averla salutata velocemente, era partito subito per Chicago alla ricerca di Bonnie. Quando arrivò al confine si fermò, prese un respiro profondo poi premette con il piede il pedale dell’acceleratore e poi attraversò il confine. Fu costretto a chiudere gli occhi perché non appena attraversò il confine la collana cominciò a brillare di una luce intensa che si spense solo quando ebbe attraversato il confine. Damon sorrise, finalmente ce l’aveva fatta. “Sto arrivando, Streghetta”, pensò prima di sfrecciare a tutta velocità verso Chicago.
 

 
Bonnie non poteva descrivere quanto fosse felice in quel posto, aveva tutto lì. Aveva dagli amici con cui condividere esperienze, segreti, aveva la sua magia che lì dentro stava diventando più potente, aveva Rebecca e i suoi fantastici dolcetti. Eppure sentiva che c’era qualcosa, o forse qualcuno che mancava, chi poteva mai essere ? Ma certo, era Damon, chissà come stava in quel momento ? Anche se si sentiva felice così come stava, una parte del suo cuore, sperava che lui la stesse cercando e che l’avrebbe trovata. Bonnie non aveva idea che questo sarebbe successo molto presto. 
  
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