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Autore: joshua 97    19/08/2014    0 recensioni
Lo stesso colore dei capelli di quella persona-
Questo è ciò che ti viene in mente mentre osservi il cielo,
Blu- I capelli di un blu zaffiro profondi quanto la notte.
Si quella persona con quei bei capelli corti color zaffiro, lo stesso colore del cielo che sto osservando in questo momento.
La storia è ambientata nel mondo di High School DXD solo che percorra una storia parallela all'originale il cui protagonista è un ragazzo trasferitosi nella sua nuova scuola con un passato non proprio normale. Le vicende descritte si intrecceranno con la storia originale solo in alcune occasioni.
Genere: Avventura, Commedia, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Sorpresa, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Spoiler!
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Life 3

L’ultima cosa che ricordo è di essermi appisolato. Ma quando osservai dov’ero mi resi conto che non era la mia stanza.

Ero sulla sponda di quel lago che da tempo era sipario di ciò che mi successe.

Tentai di allontanarmi fa ogni volta che tentavo di uscirne un specie di barriera mi impediva di passare.

“No, ti prego fa che non sia troppo tardi.”

Osservai Mion correre lungo la riva e decisi di seguirla.

Corsi fino a non avere fiato e quando si fermo vidi che era inginocchiata di fronte a qualcosa.

Quando osservai meglio mi accorsi che quel qualcosa ero io. Probabilmente questa è la scena del  giorno in cui divenni un demone. Anche se non sapevo il come fosse possibile.

Nascondendo la sua preoccupazione poi mi parlò con un tono distaccato.

“Che carino stai per morire. Se vuoi morire allora, vivi per me.”

Poi Mion prese dalla sua borsa degli oggetti di colore azzurro. Dopo che li posiziono su di me i pezzi si illuminarono.
Ben otto pedoni entrarono nel mio corpo e poi le mie ferite si rimarginarono.

Notai la sua espressione meravigliata, poi le mi prese per le spalle e con fatica tento mi portò fuori dal parco.
Tentai di seguirli ma quando toccai la barriera mi ritrovai di nuovo sul mio letto con il respiro affannato. 

************************************************
“Benvenuta ojou-sama”

Come al solito diedi il benvenuto ad una cliente del locale.

Nonostante alternassi il lavoro con il riposo non riuscivo ad allentare la stanchezza.

Quando finii il mio turno dal mio lavoro “umano” mi cambiai e mi diressi verso la porta.
 Fui sorpreso quando ad attendermi c’era Mion

 “Se non sei in grado di lavorare dovresti avvertirmi. La colpa potrebbe essere dei pezzi, forse erano difettosi.”

Nonostante le apparenza Mion ha molto a cuore i suoi servi, no i suoi compagni.

“No Mion-san. Ho solo bisogno di un po’ di riposo.”

 “D’accordo, però domani prenditi un giorno libero. Sarebbe un guaio se rovesciassi il cibo sui clienti. Inoltre domani vedi di passare, ti aspetta una bella sorpresa. ”

 Anche se a malincuore mi ero abituato questo.

Dopo averi finito il mio turno non avevo alcuna commissione quindi decisi di terminare il giro turistico.
Riconobbi di fronte ad una cartolibreria Charlotte. Fortunatamente è facile riconoscere dei capelli rossi oltre che i tratti occidentali; visto che la maggior parte delle persone possedeva dei capelli neri.

Era intenta a decifrare un libro. Non si trova a suo agio con i kanji?

“Hai intenzione di leggere questo libro o non puoi perché ti sei fatta suora?”

Dopo un attimo di confusione chiuse il libro e mi fisso.

 “Tu invece sei diventato un demone? Pensavo avessi paura delle chiese. ”

Onestamente si.

“Non ti sarai persa di nuovo?.”

“Non si vede, sto cercando un libro ma il linguaggio è incomprensibile.”

Non posso darle torto, alcuni sono Kanji sono difficili.

“Mi sembri a tuo agio, ma da quello che mi hai raccontato sei qui da poco, come hai fatto.”

Non avrei potuto dirle che mi servivano per leggere le Light Novel e i giochi non pubblicati quindi…

“Solo molto esercizio.”

Rimase nuovamente sorpresa.

“Visto che se qua ti va di aiutarmi?”

“Aiutarti?”

“Si, mi servirebbe una guida per questo posto.”

“E perché dovrei essere io?”

“Perchè sei o non sei un cavaliere?”

“Preso in contropiede.”

“Va bene, e se farai il bravo potrei darti una ricompensa.”

Passammo in alcuni negozi, molti erano normali altri un po’ meno e poi… entrò in un negozio di intimo. Per quanto sia imbarazzante mi invitò dentro. In molti sarebbero invidiosi in quanto è considerato un territorio privato in cui solo i fidanzati vi accedono. Ma io ero solo imbarazzato.
Nel negozio di intimo potei notare una ragazza di un anno più grande di me comprare dell’intimo nero molto spinto, osservai altrove. So cosa è  la privacy. Fuori dal negozio invece c’era una ragazza minuta con i capelli bianchi che mangiava un gelato. Dallo sguardo stava aspettando la sua amica. Non so il perché ma credevo si mettesse a dire nya da un momento all’altro.
 
Dopo aver terminato i suoi acquisti decidemmo in comune accordo di riposarci un attimo e il luogo designato fu  il parco. Dopo essere entrati lei si allontano.

“Aspetta qui, torno tra un attimo”

A causa delle buste che trasportavo non potei raggiungerla e l’attesi.
Passarono circa cinque minuti e ormai la mia mente ripensò al sogno. Non poteva essere solo una coincidenza.

“Ecco, tieni.”

Tornai nel nostro mondo e la prima cosa che vidi era una Crepes.

“Questo è per l’ultima volta. Non voglio avere dei debiti in sospeso.”

Addentai un morso e rimasi sorpreso quando scoprii che fosse migliore di quella precedente ma non di poco.

“Allora ti piace? L’ho preparata per ringraziarti.”

“Non l’avrai fatta tu?”

“Il commesso è stato gentile ma in cambio ho servito alcuni clienti. E ho trovato un lavoro in caso avessi bisogno di soldi. ”

Mi venne da ridere ma mi trattenni perchè la mia bocca era piena di crema.

“Se non è disturbo, potresti dirmi il perché ti sei diretta in Chiesa?”

Dopo averle posto questa domanda la sua espressione divenne di nuovo cupa.

“Cosa  penseresti seti dico che gli angeli esistono.”

Lei strinse forte la crepes mentre io al suono di quella parola rimasi sbigottito che ci volle più do un secondo per riprendermi. Ormai cadevo in questo stato alla sola parola angelo.

“Mi sembra ovvio, altrimenti sarebbe inutile la preghiera dell’ angelo custode.”

“Non intendevo questo. Cosa penseresti che ti dicessi che dei veri angeli sono qui tra noi.”

Penserei che stanno bene in abiti da Gothic Lolita.

“Anche se ti può sembrare strano non sono venuta qui per una vacanza. Sono venuta qui perché ho ricevuto l’ordine di indagare su eventuali reietti.  Alcune persone stanno cercando di sottrarre dei sacred gear. Io non posso permetterlo.”

Rimasi di sasso. Quindi lei lavora per gli angeli. Ma se quello che ha detto è vero una fazione di essi si è ribellata. Che siano quelli che mi hanno ucciso o forse è il contrario. Dove la mappa per le route quando ne hai bisogno?
 
 “Bene, ora che sai il motivo, tocca a me fare una domanda.”

“Non c’è alcun problema,sono un libro aperto”

 “Anche se può sembrare da ingrati, posso sapere perché mi hai aiutata? Non siamo in un anime e tu non mia avevi mai incontrata. È raro che una persona ne aiuti un’altra senza niente in cambio. E non penso che tu sia un santo.”

In realtà sarebbe il contrario.

“Non penso ci sia un perché. È naturale voler aiutare le altre persone quando sono in difficoltà.”

“Aiutare le altre persone semplicemente perché in difficoltà. Persino gli angeli desistono dal farlo.”

Sentii un brivido dietro la mia schiena, una voce agghiacciante parlò nel parco.

“Infatti persino noi angeli desistiamo dall’aiutare un demone o un umano che ha abbandonato la retta via.”

L’angelo che fece la sua comparsa fu lo stesso di quel giorno.

“Tu, che ci fai qua. E sopratutto lei dov’è?”

Gli urlai contro senza pensare all’attenzione che avrei attirato.

“Ahah, ho saputo che qui fanno delle ottime crepes. Qual è il bello di essere un caduto se non puoi dar libero sfogo alle tue tentazioni.”

“Non prendermi in giro. Dimmi cosa le hai fatto.”

“Lei di qua,lei di la. Devi capire ragazzo che questo non è il vostro capito. Se riuscirai ad essere paziente forse la trama lo permetterebbe.”

“Basta con queste metafore teatrali, oppure io…”

“Oppure tu cosa?”

“Io ti ucciderò.”

Scoppio in una violenta risata mentre mi indico con un gesto non proprio apprezzabile.

“Questa è bella ragazzo. Non rido cosi tanto da quando la peste contagio l’Europa. Era uno spettacolo vedere quella tragedia.”

“Trattieniti. Quello che hai davanti è uno dei generali dell’armata degli angeli caduti. Non è paragonabile ad Azazel ma è comunque molto pericolo. Ci sfugge ormai dal 1348.”

Ci sfugge? Non sarà anche lei un angelo. No lei è umana, ne sono certo.

“Vediamo chi altro abbiamo qua. La ragazzina mi pare di averla già vista. Giusto fai parte dei seguaci di quel corvo vero? Niente di eccelso però il tuo partner potrebbe dare problemi.”

”Non muoverti e non ti sarà fatto del male.”

“Questa si che è una commedia. Mi spiace signorina ma ho molto da fare. Ci vedremo nel prossimo atto se tutto fila liscio.”

L’uomo  corse fuori dal parco, forse non voleva attirare l’attenzione. Charlotte ed  lo inseguimmo Anche con la mia velocità da demone facevo fatica a
rimanere al loro passo, non potevo credere che lei fosse un’umana.

Prima di arrivare alla fine l’angelo si voltò  e colpi un palo posto li vicino.  Li vidi uscire dal parco, stavo per raggiungere l’uscita quando notai che il palo stava cadendo verso dei bambini.

“ATTENTI”

BUMM

Feci una capriola e riuscii a salvarli. Il resto dei bambini mi raggiunse e iniziò a fare domande mentre i genitori si apprestarono a venire.
Quando mi allontanai uscii fuori e di loro non c’era tracce. Solo un rosario che probabilmente apparteneva a Charlotte. Lo raccolsi e seppur ad un primo impatto mi sembro molto pesante. Dopo un po tornò al suo peso originario e sentii una strana sensazione di calore intesa non come bruciore ma come sicurezza affetto. Ero deciso a trovarla e restituirlo.
 
La sera decisi di informare la Buchou e mi precipitai alla sede del club

 “Mi spiace ma non possiamo intervenire, capisco che tu sia in pensiero. Ma non vorrei far scoppiare una guerra tra le fazioni. Dopo l’ultima guerra  il nostro rapporto con gli altri è delicato. Basterebbe un palso falso per farne scoppiare una. ”

Per quanto quelle parole mi sembrarono giuste non potevo accettarle.

“Non c’è  niente che tu possa fare Mion, non so chiedere aiuto a qualcun altro.”

“Mi spiace, ma non posso proprio.”

Non vedevo davvero la sua faccia sofferente finche non la guardai negli occhi. Per quanto sia fredda lei ha un buon cuore.
“Va bene. Ma almeno concedetemi di riportarle questo.”

Estrassi il suo rosario che avevo posto sul mio collo per farlo osservare. La sua espressione come quella degli altri membri del club cambio molto e divenne terrorizzata.

“Vuoi morire per caso lascialo subito.”

Perché in fondo è un rosario.

“Nero-kun devi sapere che le croci cosi come le preghiere sono fatali per noi demoni. Sono sorpreso che tu non sia stato ferito.”

È davvero cosi terribile?

“Mikoto ha ragione, non so come tu possa tenerlo in mano senza ferirti, indagherò su questo. Ma se vorrai solo restituirlo io non ho motivo per dirti di non farlo.”

Uscii dalla sede e mi diressi verso il mio appartamento dove mi appisolai.
Quando ripresi conoscenza ero in una foresta. Non sapevo dove fossi. Quegli alberi avevano un’area famigliare ma non riuscivo a ricordare il dove li avessi visti.

“Ehi ragazzo, che ci fai qui.”

Quando mi voltai dietro di me c’era un ragazzo. Doveva avere non più di venticinque anni anche se l’aria solenne che emanava lo sembrava far apparire molto più vecchio.

“Ho capito. Sei qui per parlare un pò, è da molto tempo che non parlo con qualcuno. Purtroppo non si vedono molti turisti di questi tempi.”
Iniziò a parlare senza fermarsi. Prima di poter proferire parola dovetti calmarlo.

“Primo, tu chi sei e dove siamo?”

“Che scortesi i ragazzi oggi giorno.  Il mio nome è vediamo attualmente sarebbe no, non esiterebbe. Chiamami Aniki”

*Termine Giapponese usato per indicare il fratello maggiore.*

“Ho capito Aniki…cosa mi fai dire.”

“Su,su calmati Nero. In fondo abbiamo tutto il tempo del mondo.”

“Come fai a sapere il mio nome?”

“Ti osservo da tempo.”

No, vi prego tutto ma non un altro stalker.

“Non in quel senso. Ti sono vicino da quell’incidente.”

“Non parlerai dell’incidente avvenuto alla Chiesa vero?”

“Corretto. Anche se nemmeno io ho ricordi precisi. Ma da quel giorno ho seguito i tuoi progress i e ora che sei un demone posso addirittura parlarti.”

“E perché non mi hai parlato dal primo giorno?”

“In questo modo c’è più suspense. E anche perché ricevevo delle interferenze da qualcosa, ma ora pare siano sparite.”

“Dovrei essere un cellulare per te? Vorresti pure mettere il silenzioso?”

“Si può?”

“Certo che no.”

Percorremmo un passaggio. Quella foresta era meravigliosa, verde ovunque e ruscelli che sgorgavano naturalmente. Un paesaggio che credevo fosse
perduto da tempo.

“Bello vero? Ormai non esistono molti posti di questo genere. La maggior parte distrutti o inquinati.”

“Questo è vero. L’uomo non sa contenerti.”

“Ritornando al motivo per cui sei qui. Oltre che per parlarti devo avvisarti di una cosa fondamentale. Come sai non sei ancora un demone completo. I pezzi
non si sono adattati e sarà così ancora per qualche giorno. Potrei aiutarti ma c’è sempre un prezzo. Potresti esaurire il tuo potere demoniaco o peggio,
sarebbe troppo per il tuo fisico. Questa è una tua scelta, sappi che tra qualche giorno ti potrebbero essere d’aiuto. No avranno  un ruolo decisivo. Ma qualunque sia la tua scelta io ti appoggi ero.”

“Io, voglio…”


“Ma guarda, il tempo ha nostra disposizione è finito. Arrivederci.”
Ricevetti uno schiaffo sulla schiena che mi fece cadere in un ruscello li vicino. Prima che affondassi in vidi il suo viso poi il nulla.
Quando mi svegliai erano le dieci del mattino. Fortunatamente quel giorno era domenica quindi non ebbi alcun problema per l’orario. Ancora sonnolente mi vestii e decisi di perlustrare la città in cerca di Charlotte. Inutile dire che il luogo più ovvio dove potesse essere fosse la Chiesa ma non volli avvicinarmi.
Giunta l’ora del pranzo mi diressi verso il locale dove ero solito lavorare secondo la richiesta di Mion.

“okaerinasaimase goshujinsama.”
Dopo aver udito queste parole rimasi sorpreso non per il loro significato ma per la persona che le stava dicendo. Colei che era vestita da maid era l’ultima persona che mi sarei aspettato Mikan.
Quando i nostri sguardi si incrociarono perdemmo entrambi la nostra compostezza, io per la sorpresa urtai la porta mentre lei lascio cadere uno schedario che di solito raccoglieva le firme dei clienti. Farfugliammo entrambi parole senza senso fino a quando non venimmo interrotti da una terza persona che la scruto con aria severa . Con un sorriso sforzato mi accompagno al mio tavolo e in qualche modo riprendemmo la conversazione.

“Non sapevo che fossi quel tipo di persona che frequentasse questi locali, sono sempre i ragazzi che sembrano innocenti a cui piacciono queste cose.”

Nel suo tono notai un po’ di disagio causato dalla sorpresa.

“Detto da una che ci lavora.”

Se fosse stato uno Tsundere Caffè sarebbe perfetta. Peccato che non lo fosse.

“Potresti dirmi come conosci questo posto”

“Potresti dirmi come conosci questo posto  goshujinsama.”

Aggiunsi, questa era una rara occasione non l’avrei sprecata.

“Potresti dirmi come conosci questo posto, goshujinsama?”

“Anche se non lo sai pure io ho i miei impegni quindi sono stato costretto a trovare un lavoro part-time .”

“Quindi saresti tu il nuovo dipendente carino. Che sfortuna.”

Hai appena detto che sono carino?

“Potrei sapere come mai non ci siamo mai incontrati?”

“Forse i turni non coincidevano.”

Riuscii a scorgere dalla porta per l’ufficio il viso di Mion che rideva ora capisco cosa intendeva dicendo che conoscevo la commessa. Probabilmente
progettava questo incontro da molto tempo.
Con molta timidezza cercai di ordinare, ovviamente molte di quelle pietanze le preparavo io stesso  quindi sapevo cosa scegliere. Dopo il pranzo fui chiamato da Mion.

“Ti è piaciuta la sorpresa. Dovevi vedere la tua faccia.”

“Sembri divertita. Era questa la richiesta?”

“Anche se dovrei ricompensarti no. La tua prima cliente ha chiesto di te. Dovrai ripetere il lavoro.”

“Non era il mio giorno libero?”

“Non  ho mai detto che lo fosse per il tuo lavoro da demone.”

Mi sorrise, si è un demone.

Prima di uscire fui fermato da Mikan con in mano  il libro delle firme. Non vorrà che firmassi il suo libro? Ogni dipendente ne aveva uno. Di solito firmavano solo i clienti affezionati o amici.

“Ti sei scordato di firmare, baka.”

Disse baka con una voce graziosa, ovviamente sapevo che non era previsto il servizio tsundere. Ci lavoravo. Annui e firmai.

“Dopo dovrai ricambiare.”


Lo consegnai e uscii dal caffè.


Mi diressi verso la casa della cliente per trovarla ma lei trovo me prima

“Ehi Idol-san.”

Colei che mi fermo era la stessa ragazza cin gli occhiali che in seguito scoprii si chiamasse Sakura.

“Non sono un’idol.”

“Davvero? Con la voce da ragazza che ti ritrovi pensavo di si.”

Questa affermazione mi turbo non poco.

“Sai già del contratto?.”

Anuii e ci di reggemmo a casa sua.  Li provai nuovamente diversi cos play, questa volta non c’erano abiti femminili anche se avrei voluto provare un vestito
Da majhoko…meglio di no. Passai tutto il pomeriggio a provare abiti poi quando finii disse che si sarebbe occupata lei delle pratiche.
Dopo aver terminato la mia parte del contratto mi salutai con l’acquirente. Erano circa le sette e il sole stava tramontando.
Forse dovrei ritirarmi, non vorrei finire di nuovo ucciso.
Percorsi la strada che portava al mio appartamento, non avendo molta fretta preferii fare un giro più lungo del solito. Passai lungo il parco, prima che andassi alla casa della mia cliente notai lo stesso ragazzo in compagnia della ragazza con i capelli rossi. Ma questa volta accompagnava la suora che avevo visto alla stazione anche se tecnicamente è troppo giovane per consacrare la propria vita a Dio.
In quel parco notai una figura snella con dei capelli biondi. Inizialmente pensavo fosse una semplice straniera, ma più mi avvicinavo più capii chi fosse.

“Lily, impossibile. Sei viva.”

Fui molto sorpreso  di rivederla. Forse mi ero solo fatto influenzare da quell’angelo. Non è possbilie che ci sia un terzo atto.

 “Scusa, mi sono trasferita da poco, ci conosciamo?”

Non potei credere a quelle parole che mi risuonarono in testa. Volevo chiedere che sia stato tutto uno scherzo ma dalla sua espressione capii che era seria.

“Lily, se è un gioco non è divertente. Per niente.”

“Mi spiace, ma come ho detto non so chi sei. Sono qui da poco.”

Non poteva essere vero. Lei non ricordava niente, perché questo?

“Andiamo, non scherzare. Ero preoccupato quando l’angelo ti portò via.”

Al suono della parola angelo la sua espressione divenne tesa e fece un passo indietro.

“Non so di cosa stai parlando. Gli angeli non esistono.”

Mi rispose in modo allusivo, ormai non sapevo cosa fare.


“Non è vero. Li vidi prima di essere infilzato dalla lancia di luce.”

Dopo aver capito che conoscessi la sua identità sentii da lei un’aria di pericolo che già avevo avvertito prima.

“Lily, è la verità. Ricordi quella volta quando mi chiedesti di uscire. E poi quando quell’angelo con le ali nere ci attacco.”

“Non so di cosa stai parlando gli angeli…”

“Anche tu lo sei. Quella volta potei toccare le tue ali, è impossibile che fosse un sogno.”

Gli parlai con un tono duro, e lei rimase sconvolta. Feci un passo in avanti e lei ne fece un passo indietro. Ma io non la smisi fino a quando lei non rivelò la sua forma.

“Non ti avvicinare. Stai lontano.”

La osservai di nuovo, delle ali color ossidiana uscirono dalla sua schiena in tutta la loro larghezza. Io continua ad avvicinarmi.

“Ho detto di fermarti.”

Invoco una lancia di luce. Una lancia corta con una base che finiva in due code intrecciate e una punta avente la forma di una spada. I miei istinti da demone mi dicevano di fermarmi ma io non li ascoltai. Volevo capire se stesse mentendo.

“Lily ascoltami, non sto mentendo. È vero, noi ci siamo già incontrati, siamo usciti e poi quell’angelo ci ha attaccato. Ricordati del ciondolo che porti al collo.”

Con la mano libera lei prese in mano il ciondolo poi si accascio a terra. Cercai di raggiungerla ma lei si rialzò e mi scaglio addosso la sua lancia di luce.
La saltai per evitarla. Caddi a terra e quando ripresi l’equilibrio di lei non c’era traccia.
Ancora stordito,  mi sedetti su una panchina e come se Dio volle prendersi gioco di me inizio a piovere. Poco dopo Mion giunse in quel parco, lei mi disse che aveva sentito una presenza forte e quindi era venuta a controllare. Ma non mi importava.
Vedendomi seduto su quella panchina lei gentilmente si avvicino a me con l’ombrello in mano e mi invitò ad andare con lei. La raccolsi e mi diressi con lei verso l’aula del club dove le raccontai l’accaduto.

Afterword
Dopo un pò di tempo sono tornato a pubblicare la novel. Scusate se in questo periodo non sono riuscito a scrivere ma gli impegni scolastici si fanno sentire pure in estate. In questo capitolo è stato svelato un segreto oltre che alla comparsa di un nuovo personaggio. Spero di poter continuare a scrivere questa fiction. Da Joshua è tutto alla prossima...
Mi sono scordato volevo informmare che saro presente all'evento Miragica in Cosplay che si terrà il 23 Agosto. Se vedete una persona con il cosplay maschile di Misaka Mikoto,sono io.
 
  
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