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Autore: Momoko The Butterfly    19/08/2014    1 recensioni
[STORIA SOSPESA A TEMPO INDETERMINATO]
Quando l'Albero della Driade comincia ad appassire, le ninfe capiscono che c'è qualcosa che non va.
Una forza oscura e terribile sta cercando di uccidere la Grande Quercia Madre e lo fa avvelenando le acque dell'Eden, impenetrabile regno dove sono custoditi con gelosia i desideri e le ambizioni dei bambini. Per salvare la loro terra ormai morente e contaminata le Amadriadi si rivolgeranno ai cinque Guardiani; ma la gravità della situazione costringerà i magici protettori a chiedere l'aiuto di una vecchia conoscenza...
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Cinque Guardiani, Nuovo personaggio, Pitch
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Poison heart


Capitolo 3


L
a strega di ferro



Jack non poteva credere ai propri occhi.
Eppure lei era lì, proprio davanti a lui: aspettava solo di salire sulla slitta e intanto si presentava al resto del gruppo. Myo, questo era il suo nome. Il nome che aveva preferito non dirgli nella radura della Quercia. Probabilmente l'aveva ritenuta una formalità superflua, dato che nemmeno aveva chiesto il suo. Ah, certo: quello lo sapeva già.
Lo spiritello si guardò bene dal sorriderle come gli altri, mentre saliva e prendeva posto accanto a lui sui sedili posteriori della vettura di Babbo Natale ostentando una cordialità a dir poco disarmante, assieme a una delicatezza e una gentilezza nel rispondere alle domande di Dentolina che certamente non la resero più simpatica ai suoi occhi di ghiaccio.
E come dargli torto? Lo aveva abbandonato senza motivo vicino alla Quercia, lasciando che metà regno lo credesse pazzo per aver parlato con qualcuno che non esisteva. Soltanto perché era stato lui a raccontarlo, come se si trattasse dell'ennesima burla escogitata per farsi due risate gratis.
E la cosa lo snervava come non mai.
Ovviamente il resto dei Guardiani fu contentissimo di averla a bordo, e non mancarono di presentarsi come sempre alla nuova arrivata, domandandole come mai avesse deciso di accompagnarli.

- In rappresentanza del mio regno - ammise con un gentile sorriso, quasi fosse ovvio per lei - Non possiamo lasciare che ci aiutiate senza muovere un muscolo. Anche io farò la mia parte.

Non ci avevano pensato. Era naturale che volesse proteggere la propria casa. Difficilmente avrebbero potuto dirle di no, tanto era l'ardore che dimostrava.

- Allora sarà un onore avervi con noi, signorina Myo - Calmoniglio sfoderò galante le sue maniere da gentleman nei confronti della nuova arrivata, che sorrise grata di rimando.
Jack invece voltò lo sguardo altrove, e Dentolina se ne rese conto: un'espressione alquanto contrariata le inasprì il viso.

- Jack, cerca di essere gentile!

Pareva proprio come una madre pronta a sgridare il figlio. Il Guardiano del Divertimento sbuffò pesantemente, per poi incespicare contro voglia scuse preparate che sapevano troppo di "già sentito", ma che alla fatina andarono ugualmente bene. Così sistemata la questione, ecco che Nord fece capolino dagli alberi procedento con la sua solita andatura dondolante verso la slitta, pronto a prenderne le redini. Aveva uno sguardo a metà tra il triste e il pensieroso...

- Tutto bene? - Jack si mostrò premuroso, ma solo perché la strana espressione dell'omone lo incuriosiva: non lo aveva mai visto così.

- Tutto bene Jack, non preoccuparti - si sentì rispondere dopo qualche attimo di esitazione, con voce decisamente più energica di quanto il suo atteggiamento avesse dato a vedere. In parte rincuorato, lo spiritello si sistemò ulteriormente al proprio posto e aspettò che tutti facessero lo stesso. Quando il traballare della slitta di arrestò definitivamente, il gruppo dei Guardiani si accorse che Cressida, Neophasia e Pandora, assieme a un nutrito seguito di ninfe più giovani, erano accorse per assistere alla loro partenza.

- Fate buon viaggio - pronunciò soave Cressida, i grandi occhi di quarzo che brillavano al sole - Myo, comportati bene.

L'interessata si sporse e fece un esagerato cenno di saluto a tutti, agitando il braccio. Molte sue sorelle fecero lo stesso da terra, qualcuna versando una lacrimuccia.
Lo scalpiccio degli zoccoli delle renne divenne più impaziente, e quando Nord fece schioccare le briglie, sbuffarono energicamente e si diedero al galoppo tra gli alberi, ad una velocità sempre più sostenuta. Iniziarono infine a staccarsi dal terreno, trascinandosi la grossa slitta sempre più su, con grosse falcate nell'aria, finché attorno a loro non ci furono che le nuvole. Il vento scuoteva impetuoso i capelli argentati della giovane Myo, ancora intenta a salutare con energia la propria famiglia. Jack la osservava stranito, salvo poi trattenere il riso alla vista di Calmoniglio che, tirate fuori le unghie, si era aggrappato con forza ai sedili per non cadere.. Non si sarebbe mai abituato, pensò mettendosi comodo e stringendo forte il proprio bastone ricurvo.
Mille pensieri affollarono la sua mente, mille dubbi a cui trovare risposta: "cos'avrebbero trovato una volta arrivati?", "come sarebbe stata Baba Yaga?", e "davvero è lei la responsabile dell'avvelenamento delle acque?".

Nord armeggiò per qualche attimo con il cappotto di pelliccia, per poi tirarne fuori un globo che all'interno recava, avvolto da piccoli fiocchi di neve danzanti, un'edificio alto e scuro, immerso nei boschi. Per quanto ne sapevano i suoi compagni, non aveva mai avuto l'abitudine di buttare via niente, nemmeno i propri globi. Lanciato a mezz'aria, si frantumò in mille pezzi trasformandosi velocemente in un vortice di colori accesi e cristallizzati che luccicando racchiudeva il miraggio confuso della loro meta. Senza esitazione il Guardiano della Meraviglia spronò le renne ad aumentare il passo e ci si infilò dentro in un respiro. Dietro di loro il passaggio scomparve, così com'era apparso, decretando il ritorno al silenzio nella foresta.

- Ora non ci resta che attendere - dichiarò Neophasia, osservando cupa il cielo.

Cressida sorrise, allontanandosi.

- Se quei ragazzi sono in gamba come penso, sono sicura che ne varrà la pena.


Ci fu un sobbalzo, poi la slitta oscillò brevemente da entrambi i lati; infine, il cielo e le correnti furono di nuovo ovunque attorno a loro. Il viaggio era stato più breve del previsto, ma ormai il gruppo vi era abituato e non si era nemmeno accorto di aver viaggiato all'interno di un tunnel ghiacciato dimensionale.
Sandy osservò sconsolato il tetro paesaggio che ora li accoglieva, ben diverso da quello che si erano lasciati alle spalle solo pochi secondi prima: la foresta che avevano sotto i piedi era alta, cupa e scura. Gli alberi, che si ergevano come torri irte di spine verdastre, incutevano già da soli abbastanza timore da escludere a priori qualsiasi piano che prevedesse di scendere tra di loro. Non c'era modo di vedere qualcosa al di là di quel muro di aculei, ma certo da dentro la foresta non sarebbe stata tanto diversa da come si presentava.
Più avanti, Dentolina intravide una barriera di montagne dalla punta bianca che formavano una muraglia di roccia impenetrabile, sovrastando le fronde dei grossi abeti e persino le nuvole. E proprio là, a ridosso di quelle imponenti mura, nascosto e al sicuro dagli sguardi, si innalzava un edificio.
Si sarebbe potuta definire una alta torre grossa e scura, ma ad un'occhiata più attenta rivelava di essere un vero e proprio castello: le mura di ferro solido e lucente si dividevano in livelli, uno più stretto dell'altro, cosicché sembrava composto in tutto da ben sette piani, più una torre di guardia sulla cima. Nessuna bandiera vi sventolava sopra, niente che potesse dare anche solo l'impressione che il vento sfiorasse quella terribile costruzione.

- Quindi sarebbe quello il castello di Baba Yaga? - domandò Jack, ipnotizzato da quella visione sinistra e sublime al tempo stesso.

Nessuno gli rispose, ma non c'era bisogno di alcuna spiegazione per capire che fosse il loro obiettivo. Nord tirò improvvisamente le briglie, e le renne rallentarono improvvisamente. La slitta cominciò a discendere, lentamente, nel centro di una radura tappezzata di erba secca e ingiallita dalla mancanza di sole. Una volta atterrati, fortunatamente senza pericoli, tutti i Guardiani scesero, Calmoniglio in special modo compiendo un poderoso balzo. Come gli era mancato del terreno solido su cui posare le zampe! Anche se non era proprio il migliore che avesse mai calpestato, per lo meno aveva detto ancora una volta addio a quel trabicolo volante!

Senza attendere oltre, Nord gli si avvicinò e con tono grave domandò:

- Calmoniglio, puoi portarci là dentro con tunnel?

Ma il Guardiano della Speranza scosse energico la testa, tastando nervoso il terreno.

- Il metallo di cui è fatto l'edificio è impenetrabile. Nemmeno io riuscirei ad intrufolarmici.

- Deve esserci un altro modo per entrare... - suggerì Dentolina alzando timida l'indice, come per richiedere l'attenzione - Basterà solo trovarlo.

Il gruppo scivolò furtivo tra gli alberi per raggiungere infine il castello e osservarlo da vicino. L'entrata principale, un alto portone di ferro completamente sigillato, era sorvegliato da due grossi mostri molto somiglianti a gargolle, ma composti unicamente di viti, bulloni e ingranaggi sferraglianti. Sui loro grugni di metallo luccicavano due occhi rossi e sinistri. Impossibile sarebbe stato per i Guardiani passare dalla porta principale; be', non che fosse nei piani.
Ma a parte quella, non vedevano altre entrate certe, e se avessero dovuto fare dietrofront a mani vuote, senza alcuna informazione tra le mani, sarebbe stato davvero deludente. Dovevano trovare un modo per entrare, a qualunque costo.

- Forse stendendo le guardie... - s'azzardò Jack, sporgendosi appena dai cespugli e impugnando con un sorriso truffaldino il proprio bastone, sul quale si disegnarono rapidamente arabeschi di ghiaccio.

- Sì, ne attireresti ancora di più - concluse Calmoniglio con aria saccente, rivolgendo un'occhiata speciale allo spirito e poi tirandolo indietro per il cappuccio. Per quanto le sue maniere fossero state non proprio cordiali, aveva comunque ragione. Senza nemmeno conoscere un modo per aprire quell'enorme portone, non potevano lanciarsi nella battaglia senza ragionare.
No, doveva per forza esserci un altro modo...

- Io avrei un'idea - Myo si fece avanti, con viso serio e responsabile - Lasciate che provi.

Il gruppo si distanziò per permetterle di agire in libertà. La ninfa si mise ad armeggiare con la propria borsa frugando frettolosamente all'interno. Solo dopo qualche secondo l'oggetto da lei cercato comparve nella sua mano, e tutti poterono vederlo.

- Un... foglietto di carta? - domandò Dentolina, accigliandosi. Difficile credere che una cosa simile avrebbe potuto vincere un muro di ferro.
Ma ecco la cosa strana: Myo scostò leggermente i capelli, scoprendo così un orecchino a forma di foglia, piccolo e brillante, che pendeva dall'orecchio destro. Lo tolse e come per magia s'illuminò, diventando pochi istanti dopo una penna stilografica, elegantemente avvolta da tralici di foglioline verdi e vivaci.
Il gruppo dei Guardiani era sorpreso; non capivano cosa volesse fare di preciso e quando la videro scrivere sul foglietto, a stento si trattennero dal porle qualche domanda di curiosità.
Il biglietto fu adagiato con cura a terra, proprio ai piedi di uno di quegli alberi tanto cupi e sinistri, e...

- Cosa dovrebbe accadere ora? - domandò Jack chinandosi per dargli un'occhiata più da vicino, dato che ancora non voleva succedere nulla. Sopra di esso svettava, chiara e perfettamente leggibile, una frase.
Ma non fece in tempo a leggerla perché svanì, assorbita in un secondo dalla carta. Si alzò di scatto, allontanandosi. Che si trattasse di un trucco da ninfa?
Qualsiasi parola avesse voluto pronunciare gli venne anticipata da Nord.

- Myo ha espresso desiderio per farci entrare senza essere visti - vociò sorridendo posando una mano sulla sua spalla.

Quindi...

- Se viene espresso da un cuore buono, è più che certo che si realizzerà - affermò la giovane, con un certo tono orgoglioso nella voce.

Il terreno tremò appena, gonfiandosi; poi, all'improvviso, con un leggero fragore una grossa pianta di edera lo spaccò con forza e iniziò ad arrampicarsi su per la parete metallica crescendo, crescendo, crescendo... fino a che non ebbe raggiunto il primo anello, fermandosi. Tutti i Guardiani, eccetto Nord, erano stupefatti e guardavano il prodigio con occhi spalancati. Non avevano mai assistito a qualcosa di simile, e mai come in quel momento ringraziarono Myo per essere presente. Senza il minimo sforzo aveva aperto loro una via sicura per entrare nel castello.

- Ora presto, salite - li incitò la ninfa, mettendo per prima mani e piedi sul rampicante.

- Ma non è un po' troppo vistosa? Qualcuno potrebbe notarla - pronunciò allarmata Dentolina, iniziando a salire anche lei, volando vicinissima ai suoi compagni.

Anche qui, Nord fornì velocemente spiegazioni.

- Una volta realizzato, desiderio non ha più motivo di esistere. Non preoccuparti, non c'è alcun pericolo.

 Sandy annuì in silenzio, mentre a bordo di un tappetto volante dorato e granuloso proseguiva la salita. Anche se avrebbero potuto utilizzare la sua sabbia per spostarsi, sicuramente sarebbe saltata subito all'occhio. E poi, che male c'era a lasciar provare la nuova arrivata? In fondo aveva svolto un lavoro più che egregio: la pianta era al riparo dagli sguardi delle sentinelle, non faceva rumore o luce e in più sarebbe scomparsa una volta che la sua utilità si fosse esaurita.
Infatti, una volta che tutti ebbero posato i propri piedi o zampe sul primo dei sette anelli di mura, il rampicante iniziò a contorcersi appena, per poi ritirarsi lentamente e tornare così nelle profondità della terra. Mentre gli altri proseguivano, Jack vide che Myo aveva rivolto alla pianta un cenno di ringraziamento, prima di seguirli.
Forse l'aveva giudicata un po' troppo frettolosamente; in fondo non era così antipatica come gli era sembrata all'inizio. Doveva smettere di dar retta a suo orgoglio, per una volta.

Di guardie metalliche su quel piano non ve n'erano: forse poteva dipendere dal fatto che nessuno si sarebbe aspettato che possibili nemici aggirassero il portone e trovassero un nuovo modo per entrare. Una mossa fin troppo ingenua.
Il gruppo dei Guardiani percorse il bastione fino a scorgere una piccola entrata scavata nel muro, al cui interno una scalinata di pietra conduceva verso l'alto. Ci fu solo bisogno di uno sguardo, prima che Nord annuisse deciso e tutti s'infilassero nell'apertura col cuore in mano, trepidanti. Ad uno ad uno, furono inghiottiti dall'oscurità, mentre a guidarli, come unico indizio, c'era la forma squadrata e fredda degli scalini, su cui i piedi sbattevano incerti. Ma ecco che all'improvviso Sandy, stanco di muoversi senza sapere dove stava andando, generò nelle proprie mani una finta fiammella di sabbia, che magicamente illuminò un poco l'ambiente. Con un sorriso, accolse gentile i ringraziamenti dei compagni, finalmente felici di poter dare un'occhiata migliore al percorso. Con i lunghi piedi che si ritrovava, Calmoniglio rischiò di scivolare tante volte.
Ma quell'illuminazione precaria non servì ancora per molto: ben presto il gruppo giunse alla fine dello stretto corridoio dentro al quale aveva marciato esitante, incontrando una strana e soffusa luce di candele. Seguendola, sbucarono in una stanza tutt'altro che normale.
Alambicchi dentro ai quali ribollivano strani liquidi colorati, progetti, modelli e prototipi di strani aggeggi meccanici ammassati su larghi tavoli di legno consumato, libri, piccole sculture raggifuranti animali e altre creature fantastiche... questo fu il genere di cianfrusaglie che ben presto li circondò, avvolto in un'aura di mistero incomprensibile. Dentolina si mosse verso un banco colmo di carte e documenti, sfiorandoli con la punta delle dita; pareva preoccupata.

- Ragazzi, mi sa che siamo capitati proprio nella tana del lupo... - balbettò appena, intimorita da quell'enorme quantità di strani e inquietanti oggetti.

Jack notò che la porta dalla quale erano entrati era arrugginita, segno che non veniva aperta molto spesso e probabilmente era molto vecchia. Inoltre, si chiese come potesse esserci un collegamento così diretto con un luogo tanto importante.
Sandy si aggirava tra gli scheletri metallici con un'espressione triste, ricordando tutti i bambini che erano stati trasformati a quel modo quattrocento anni prima. Nord e Calmoniglio invece si gettarono subito sul tavolo più grande, sul quale svettavano provette e ampolle dalle tonalità più assurde. Ne presero qualcuna in mano, rigirandola, annusandola...

- Bleah! - esclamò improvvisamente Calmoniglio, allontanando d'impulso lo strano contenitore color verde acido che aveva in mano - Questa roba... è nauseante!

- Fammi sentire - esordì Myo avvicinandosi e prendendogli il bricco sospetto - Mhm...

- Allora? - domandò Jack con sguardo interrogativo.

Passò qualche istante, e alla fine Myo assunse un'espressione scura.

- E' veleno!

- Veleno?! - Nord era scandalizzato. Afferrò un'altra ampolla, questa volta blu acceso, e dopo aver avvicinato appena il nasone rosso per darle un'annusatina, replicò lo stesso atteggiamento della ninfa.

- Ma come è possibile... ? - sussurrò quasi, confuso - Baba Yaga mai stata pratica di veleni...

Dentolina si fece avanti.

- Forse... ha avuto un aiuto.

Bastò quella semplice frase per distruggere ogni speranza. Se ciò che la fatina diceva era vero, allora i nemici da affrontare diventavano più d'uno; come avrebbero fatto a fronteggiare avversari che nemmeno conoscevano?!
Pensavano che la faccenda potesse essere risolta facilmente, che la responsabile fosse la strega di ferro, ma... qualcosa diceva loro che la trama dietro quella megera era ben più intricata e complessa di quanto dava a vedere. Forse c'era molto di più dietro all'attacco alla Quercia Madre. Forse, il mistero questa volta non sarebbe stato semplice da sbrogliare.

- Portiamo via con noi la boccetta - propose Jack, indicandola col bastone - Magari possiamo studiarla meglio per capire come funziona.

- Se le portassimo via qualcosa se ne accorgerebbe, penso - lo smentì velocemente Calmonglio, con tono serio - Però finché siamo qui, possiamo curiosare per bene e trovare qualche indizio.

Ogni membro del gruppo partì alla ricerca di prove. Dentolina guardò tra i libri, Sandy tra i progetti, Nord e Calmoniglio tra gli altri alambicchi. Jack e Myo invece frugarono in alcune ceste contenenti carte e mappe di varie misure. Ognuno era concentrato sul proprio lavoro, deciso a non lasciarsi sfuggire in benchè minimo dettaglio. Jack stava rimettendo a posto l'ennesimo rotolo di pergamena, quando vide in Myo un'espressione triste e abbattuta, così diversa da quella che aveva sfoggiato fiera e orgogliosa nella radura nel raccontargli la leggenda della sua antenata.

- Ehm... - incepiscò, senza riuscire a trovare le parole - Stai bene?

La giovane ninfa sembrò accorgersi solo in quel momento della sua presenza. Abbozzando un piccolo e rincuorante sorriso, gli sussurrò:

- Sì, abbastanza... è solo che...

Jack s'accigliò.

- Solo che... ?

- Solo che ho paura - si sentì rivelare, quasi in un soffio - Io... ero sicura che avremmo salvato la Quercia... però...

Un brivido improvviso le percorse le mani: Jack gliele aveva afferrate saldamente, stringendogliele deciso.

-
Se uniremo le forze, nulla sarà impossibile - disse con un sorriso, confortandola con le sue stesse parole. Alla fine si era arreso all'evidenza: Myo era uno spirito buono, che aveva a cuore la propria casa. E nonostante le insicurezze, il suo unico desiderio era di proteggerla. In questo, poteva dirlo con certezza, gli somigliava molto.

La giovane ninfa arrossì, le mani gelate tra quelle del Guardiano. Fu solo dopo qualche attimo che con un sorriso molto più incoraggiante, annuì. I due ripresero a cercare, questa volta con rinnovata energia.
Passarono i minuti, e sembrava che nessuno avesse intenzione di entrare nella stanza, ragion per cui i Guardiani continuarono imperterriti la loro ricerca indisturbati. Fu quando sembrava ormai che ogni possibilità di trovare qualcosa di interessante fosse sparita del tutto, che Sandy attirò su di sé l'attenzione dei compagni, i quali si riunirono attorno a lui osservando sorpresi e sconcertati ciò che teneva in mano, spiegato ben bene perché tutti potessero studiarlo con cura: una mappa del mondo vecchia, divorata dalla polvere e dal tempo sui bordi frastagliati. Su di essa erano impressi tantissimi puntini, che parevano luci spente ormai da tempo. Quello doveva essere stato, un tempo, il metodo grazie al quale la strega teneva d'occhio il numero di bambini soggiogati dalle sue stregonerie. Ma ciò che allarmò più di tutto i Guardiani fu che sulla carta erano riportati luoghi che fisicamente non appartenevano alla Terra, come l'Eden, la fabbrica di Babbo Natale e il palazzo della fata del dentino.
E su di essi, in maniera terribilmente inquietante, erano stati fatti dei segni a "x" con una penna ad inchiostro rossa brillante. Sandy osservò i propri amici negli occhi senza trovare in loro alcuna spiegazione a quel fatto. Che cosa stava succedendo? Che cosa significavano quei simboli? Ma soprattutto: chi o cosa stava aiutando Baba Yaga a compiere i suoi crimini?

Rumori di passi improvvisi allertarono Calmoniglio, che mosse muso e orecchie in direzione di una seconda porta, di legno cadente e logoro. Subito fece cenno ai compagni di rimettere ogni cosa al suo posto e trovare un nascondiglio. Nel silenzio, e alla flebile luce delle candele, ognuno cercò come meglio poté di nascondere la propria immagine. Jack si appiattì dietro una cassapanca piuttosto robusta; Sandy tra i vari modelli di mostri meccanici; Dentolina trovò rifiugio al di là di una vecchia colonna, così come Myo; Calmoniglio saltellò per qualche attimo senza sapere dove sistemarsi, ma alla fine riuscì ad acquattarsi sotto un telo che nascondeva vari mobili ormai in cattivo stato. Solo Nord diede l'impressione di non voler nascondersi: grosso com'era, non sarebbe stata di certo un'impresa facile. Ma ragionò in fretta e così corse appena giù per la scaletta di pietra che avevano precedentemente percorso, buttandosi a terra per sfruttare come nascondiglio perfetto l'oscurità stessa.
I passi si fecero più forti, ticchettanti. Presto la cigolante maniglia della porta prese a girare, lentamente, mentre i Guardiani erano uno più agitato dell'altro. Forse avrebbero dovuto andarsene, sarebbe stata la scelta migliore. Ma quella era un'ottima occasione per racimolare informazioni, e probabilmente se se ne fossero andati non sarebbe ricapitata più tanto facilmente.
La porta gracchiando debolmente iniziò ad aprirsi, mentre un mare di piume scure si faceva prepotentemente largo attraverso la fessura. Poi, Baba Yaga entrò.
Dal suo piccolo e improvvisato nascondiglio, Jack riuscì ad osservarla per un breve attimo. E dire che quando avevano parlato di strega, si era immaginato una vecchia rugosa, piena di pustole e pure coi baffi. Invece quella che aveva davanti... era una donna dall'aspetto giovane, dal corpo slanciato e sinuoso. Una nuvola di capelli biondi e luminosi le scendeva sulle spalle, tuffandosi in un colletto di pelo scuro e pregiato. Il lungo abito ricalcava alla perfezione la sua figura, elegante e tagliente al tempo stesso. Un mantello di nere piume cadeva sul pavimento come una cascata d'inchiostro. Jack ne rimase affascinato. Ma quando la famigerata strega osò voltarsi e scoprire il proprio viso squadrato, ma dai lineamenti fini, gli si gelò il sangue. I suoi occhi sottili erano rossi; rossi come il fuoco. E proprio questo sembrava ardere vorace e distruttivo, dentro alle iridi.
Le labbra sottili si dischiusero appena in un sorriso truffaldino, mentre senza minimamente accorgersi dei Guardiani nascosti iniziò ad armeggiare con alcuni documenti disposti sul tavolo principale, spostando, piegando, accartocciando fogli e ancora scrivendoci sopra per correggere errori. Che cosa stesse facendo, era un mistero.

Ma ecco che ad un tratto, qualcosa attirò la sua attenzione: una lettera, adagiata con cura su una sedia. Calmoniglio la guardò afferrarla con i pugni chiusi per la rabbia, e un senso di impotenza logorante a tormentarlo.

Un breve fruscio. Baba aveva iniziato a leggere in silenzio il contenuto della missiva. Quando ebbe finito, la sua espressione era mutata.

- Ah! Che razza di richiesta! Come se potessi soddisfarla con uno schiocco di dita! - esclamò improvvisamente, con tono seccato; si diresse verso i progetti e frugò frettolosamente alla ricerca di qualcosa - Siamo solo alla prima fase, non posso mica fare azzardi!

Fece scivolare via dal mucchio una pergamena, con un gesto di stizza. In quell'istante, e solo in quell'istante, a Sandy parve di intravedere disegnato su di essa una figura equina molto famigliare...

- Anche volendo, non riuscirei a fare nulla! Mi serve tempo! Tempo! Maledizione... !

La strega di ferro iniziò ad annotare con violenza qualcosa su un pezzo di carta.

- Quel luogo pullula di incubi, non posso entrare e uscire come se niente fosse... - mugugnò nervosa - I miei gargoyle non sono capaci di fronteggiarli, per questo mi serve un altro po' di tempo per rubargli il segreto della sabbia nera! Deve aspettare! Aspettare!

Jack strabuzzò gli occhi, sconcertato. Incubi? Sabbia nera? Che cosa andava blaterando?!
Le candele tremarono incerterte, producendo molteplici ombre nella stanza. Baba gridò improvvisamente qualcosa in una lingua che lo spirito dell'inverno non riconobbe, e pochi istanti dopo un fastidioso sferragliare di metallo accompagnò nella stanza un ometto piccolo e tondo, che aveva l'aspetto di un cavaliere medievale in taglia ridotta. Molto ridotta.

- Mi ha chiamato, Padrona? - domandò con tono metallico e rispettoso. Baba gli porse un'altra lettera.

- Vai dal messaggero e digli di consegnare questa a quella persona.

Il piccolo cavaliere l'afferrò senza esitare e dopo aver sfoggiato un riverente inchino, uscì dalla stanza. La strega lo seguì qualche istante dopo sbattendo furiosamente la porta di legno, marciando veloce e nervosa.

- E che nessuno mi disturbi per le prossime ore! - la sentì gridare con ferocia Calmonglio, che finalmente poté uscire dal proprio nascondiglio assieme ai compagni.

Senza proferire parola, corsero giù per le scale, si arrampicarono di nuovo sull'edera e in pochi attimi furono nuovamente a bordo della slitta che rapida e scattante, solcava i cieli a velocità incredibile.
Dentolina fu la prima a parlare, visibilmente impaurita da quello che aveva sentito ma soprattutto dal fatto che aveva potuto confermare le proprie parole. Baba Yaga non agiva da sola, questo ormai era più che certo. Ma chi era quella persona di cui aveva parlato poco prima?

- E poi, ragazzi, avete sentito? - intervenne allarmato Calmoniglio, improvvisamente dimentico di trovarsi tra le nuvole - Ha parlato di incubi e sabbia nera. Non vi ricordano qualcuno?

- Sì, e anche di rubare segreto! - vociò Nord facendo schioccare energicamente le redini. La vettura impennò.

- Non lo so, ma la cosa mi turba parecchio - affermò Jack, stringendo il bastone tra le dita fredde - Cosa vuole farci con quel potere?

- Io ho un'idea - disse improvvisamente Myo, con un'espressione scura in volto. Tutti stettero ad ascoltarla - Chiediamo al proprietario degli incubi. Lui sicuramente saprà cosa vogliono farci. Magari con quel segreto potremmo salvare la Grande Quercia Madre.

Silenzio. La giovane ninfa sentì improvvisamente su di sé gli sguardi preoccupati dei compagni. Nord esclamò, con voce appena tremolante:

- Myo! Ma lui è...

- Lo so che si tratta di Pitch Black, l'uomo nero. So anche che era il sovrano indiscusso del mondo durante i secoli bui. E so che è pericoloso entrarvi in contatto. Ma se la strega Baba Yaga ha bisogno del suo potere, deve esserci un motivo. Ed è nostro dovere scoprirlo.

Avrebbero voluto contraddirla, dirle che no, non potevano fare una cosa del genere, anche a costo di ferirla. I Guardiani non volevano più avere niente a che fare con lui, non dopo i terribili eventi passati. Non dopo aver sentito chiaro e forte nel petto il dolore della perdita. Quello che era successo a Sandy sarebbe potuto capitare ad ognuno di loro, e questo non lo volevano assolutamente.

- Mi dispiace Myo, ma noi non andremo da lui - pronunciò serioso Nord. Dal suo tono era chiarissimo che non ammetteva alcuna replica.

E invece...

- Aspettate! - Jack s'intromise nel discorso sollevando la mano come se fosse stato a scuola - Perché non provare?

- Jack! - Dentolina lo fulminò con lo sguardo - Non ti ricordi cosa ha fatto a noi? A Sandy?

L'interessato annuì, a sottolineare la gravità della richiesta fatta dai due spiriti. Ciò che volevano difficilmente sarebbe stato plausibile.

- Me lo ricordo molto bene, sì! - scattò con una punta di rabbia il Guardiano del divertimento; ricordava eccome quell'esperienza, come potevano fargli una domanda simile? - Ma potrebbero accadere cose ben peggiori se Baba Yaga trova il modo di sottrarre quel segreto. A quel punto chi potrebbe dire quanto gravi sarebbero i danni da lei causati? Pensateci!

A quelle parole, i quattro Guardiani ammutolirono. Ma Jack non si fermò. Voleva che si rendessero davvero conto di quanto sbagliato fosse il loro rifiuto.

- E poi, è già stato sconfitto due volte. Non ha più potere su di noi. Possiamo sfruttare l'occasione!

Non aveva torto, certo. Ma nessuno dei Guardiani aveva la forza di ascoltarlo. Non perché provassero paura nei suoi confronti, piuttosto perché non volevano che trovasse la maniera di tornare in azione, forse questa volta stringendo alleanze. Non potevano cedere la libertà del mondo in un momento così delicato, anche se... a pensarci bene, sì, potevano farlo. Potevano arrivare nel covo di Pitch prima di Baba e anticiparla, ottenere informazioni prima di lei. La scelta era dura, molto più di quanto sembrasse. Ma per una volta, Jack e Myo riuscino a provocare delle crepe in quelle barriere che i Guardiani avevano eretto attorno ai loro cuori tormentati, per ricordar loro la ragione per la quale esistevano e dovevano combattere, a qualunque costo, per l'eternità.

- AAAAAARGH!!! - Nord lanciò un grido di rabbia al cielo, come per scacciare i dubbi e le preoccupazioni, levarseli di dosso e far sì che non gli impedissero più di ragionare lucidamente. Con uno scatto improvviso tirò le redini, le renne rallentarono e in pochi secondi un portale luminoso fu davanti a loro, pronto per essere varcato. Jack e Myo si scambiarono un occhiolino, e un piccolo sorriso complice.

- Va bene!!! - vociò, impetuoso Babbo Natale - Ma facciamo solo visita breve!!! 




Angolo di Momoko

Eccomi che torno in vita! xD
Ok, scusatemi tanto, mi rendo conto che il ritardo è stato... apocalittico, ma ho avuto dei grossi impegni con la scuola e poi ho dovuto dedicarmi ad altri progetti che sto scrivendo. E poi in questi giorni sono stata letteralmente privata della linea Internet, per ragioni personali. Però posso dire con sicurezza questo: non rallenterò troppo le pubblicazioni da settembre in poi, cercherò di essere più attiva possibile. Anche perché mi dispiace non poter mandare avanti le mie storie, ci sono parecchio affezionata e separarmi anche solo da una di essere per me sarebbe una tragedia D:
Comunque, riguardo a questo capitolo... finalmente ho introdotto la famigerata Baba Yaga! Spero vi sia piaciuta, e vi ricordo che se c'è qualcosa che non va, qualsiasi cosa, potete dirmelo senza problemi che non vi prenderò a padellate (no, ok, forse un pochino sì xD). Per il resto... Credo abbiate capito chi entra in scena nel prossimo capitolo :3
Mando un bacione a tutti quelli che leggono, recensiscono e inseriscono la storia nelle loro liste!!! Grazie, grazie davvero per il vostro incredibile supporto!! çwç Me si commuove ;A;
Ok, ora mi dileguo! xD Grazie ancora a tutti, e alla prossima!

Momoko <3
   
 
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