Crossover
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Autore: mydaimonissnake    19/08/2014    1 recensioni
Come si stabilisce se qualcuno è buono o cattivo? Le creature della luce sono davvero tutte buone? E quelle dell'oscurità tutte malvage? La verità è che chiunque è libero di scegliere da che parte stare. Solo scacciando tutti i pregiudizi e guardando veramente nel cuore di ognuno si può capire gli altri. E nel momento del bisogno, quando il destino della Terra è in pericolo, i veri eroi si uniranno, indipendentemente dalle razze a cui appartengono.
I personaggi della fic saranno quasi tutti tratti da telefim, anime, libri e quant'altro, alcuni manterranno i loro veri ruoli altri invece avranno una storia diversa che spiegherò man mano.
Grazie in anticipo a chiunque leggerà.
Genere: Avventura, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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ACCORDI
 
 



Simona fece un sorriso cattivo, guardando Orochimaru con disprezzo.
-Le uniche condizioni che accetteremo sono che tu ci dica tutto quello che vogliamo sapere, in cambio noi non ti tortureremo per farti parlare e ti daremo una morte rapida. Ci stai?-
L’uomo finse di rifletterci su, -sembra interessante, ma credo che preferirei suicidarmi subito e senza dirvi niente. Almeno avrei la soddisfazione di sapere che tu mi seguirai a breve. Del resto non è che comunque avremo la possibilità di vivere ancora a lungo.-
-Perché no?-
-Se lo vuoi sapere dovrai lasciarmi andare.-
-Scordatelo!-
-Forse dovremmo prendere in considerazione l’idea di accettare- intervenne Alexander.
-No! Non faremo accordi con qualcuno che non si fa scrupoli nemmeno ad uccidere dei cuccioli.-
-Ok, ammetto che quello è stato piuttosto ignobile da parte mia,- riprese la parola Orochimaru, -ma a mia discolpa vorrei dire che quei due sono stati un’eccezione, e prometto di non farlo più.- Quando vide che le sue parole non stavano avendo nessun effetto nell’ammorbidire la vampira aggiunse: -dico davvero, sono molto dispiaciuto- cercando di assumere l’espressione più contrita che conoscesse.
-Non puoi ripagare le vite che hai distrutto con delle scuse, dicci quello che vogliamo sapere o sarà peggio per te. Da quello che ho visto hai uno stomaco piuttosto resistente se riesci a tenerci una spada, mi chiedo se resisterebbe altrettanto bene se lo riempissimo di benzina, tu che dici? Vuoi provare?-
-E se ti pagassi con un’altra vita? Anzi due, visto che i cuccioli che ho ucciso erano due. In questo modo può andare, no?-
Simona stava per rifiutare di nuovo, quando la voce di Mark la raggiunse telepaticamente.
-“Credo anch’io che dovremmo accettare.”-
-“Sei impazzito per caso? Noi non trattiamo con i criminali, lo sai!”-
-“Sì, lo so. Questa volta però la situazione è più complicata del solito. Devi cercare di vedere le cose da una prospettiva diversa. Se lui sa davvero che qualcosa ci sta minacciando tutti, noi dobbiamo scoprire di che si tratta. Soprattutto se è qualcosa di cui il ministero non sa nulla. Ed è l’unico che conosce l’antidoto al veleno che ti circola in corpo. Inoltre sembra che sia intenzionato a donarti due vite, anche se non ho capito che intende dire. Io credo che dovremmo accettare la proposta e lasciarlo andare, almeno per stavolta.”-
Simona non gli rispose, ma si prese un momento per rifletterci sopra, infine chiese al loro prigioniero -che vuol dire che mi pagherai con due vite?-
Soddisfatto di avere finalmente l’occasione per convincerla a lasciarlo andare, le spiegò che le avrebbe donato Sasuke e Kabuto, di cui lei avrebbe potuto disporre come voleva.
Simona era sempre più convinta di aver a che fare con un pazzo, ma il discorso di Mark l’aveva convinta e sapeva che se avesse chiesto a Vero o Alex un consiglio, loro l’avrebbero spinta ad accettare qualsiasi cosa pur di ottenere l’antidoto che l’avrebbe salvata.
-Orochimaru ti lasceremo libero di andare alle seguenti condizioni: ci dirai tutto quello che sai sulla minaccia che ci coinvolge tutti, mi darai l’antidoto e mi donerai Sasuke e Kabuto, inoltre dovrai lasciare Boston stasera stessa e non tornare mai più. Accetti l’accordo?-
L’uomo sorrise, -accetto.- E nonostante la sua potesse sembrare una resa, sapevano tutti che era lui ad aver vinto.
 
 
 

Nello stesso momento in cui Jen veniva soccorsa e Oscar, André e Rossi uscivano di casa per andare a cercarla, Dawson si girò indietro per rivolgersi alla sua ragazza e non la vide.
Si fermò di botto e prese a chiamarla, e finalmente anche gli altri si accorsero della sua scomparsa.
Si guardarono intorno preoccupati, sperando di trovarla, dopotutto non si erano allontanati molto dalla loro nuova casa.
-Non posso credere che sia sparita senza che me ne accorgessi! Fino a un attimo fa era proprio qui di fianco a me.- Dawson si portò le mani a scompigliarsi i capelli, nervoso.
-Ok, stiamo calmi. Qualcuno ha idea di dove possa essere andata?- Pacey cercò di riportare tutti alla calma.
-Lo so io!- Jack gli rispose convinto. –Di sicuro è andata a casa, vorrà parlare con la nonna per rassicurarla sulla nostra salute.-
-Non lo so Jack, a me sembra improbabile. Se fosse come dici tu ci avrebbe chiesto di accompagnarla, no?- Dawson era piuttosto dubbioso.
-Dawson ha ragione, e poi non conosciamo questi quartieri, Jen non si sarebbe allontanata da sola col rischio di perdersi, ti pare?- Joey parlò continuando a guardarsi attorno, sempre più preoccupata che alla sua amica potesse essere successo qualcosa.
-Quindi che cosa facciamo?- Ora anche Jack stava per lasciarsi prendere dal panico, Jen e sua nonna erano ormai parte della sua famiglia, e il solo pensiero che a una di loro fosse successo qualcosa, era per lui intollerabile.  
-Voi tornate a casa. Subito.- La voce autoritaria di Oscar li sorprese tutti e li fece sobbalzare, nessuno di loro si era accorto del suo arrivo, né di quello di André. Qualche secondo dopo li raggiunse anche Rossi che era rimasto un po’ indietro.
-Non possiamo tornare a casa, Jen è sparita!-
-Tranquillo Dawson, lo sappiamo già. La troveremo noi, voi potete andare.-
A quel punto però, la situazione cominciò a degenerare, in quanto tutti i ragazzi cominciarono a protestare a gran voce, decisi ad andare a cercare la loro amica.
Oscar ed André, che erano già piuttosto nervosi, stavano perdendo la pazienza e anche le loro risposte stavano salendo di tono, Rossi capì quindi che avrebbe fatto meglio ad intervenire se non volevano fare una scenata pubblica. Stavano già attirando l’attenzione di alcuni passanti, che fortunatamente erano molto pochi, incuriositi da quell’accesa discussione.
Rossi batté le mani un paio di volte, -ora state tutti zitti!- aggiunse, quando vide di aver attirato la loro attenzione.
-Capisco la vostra preoccupazione ragazzi, davvero. Dovete però rendervi conto che in questo momento non c’è nulla che possiate fare per la vostra amica. André ed Oscar invece, grazie ai loro poteri riusciranno sicuramente a trovarla. So che vorreste andare con loro, ma se Jen è nei guai voi sarete più di intralcio che altro. Non avete alcuna preparazione nell’affrontare situazioni come questa. Inoltre vorrei farvi notare che continuando questa discussione ci state solo facendo perdere tempo prezioso.-
Rossi si complimentò con sé stesso, la sua ramanzina aveva funzionato alla perfezione. Tutti i piccoli vampiri se ne stavano ora a capo chino tremendamente mortificati.
Oscar ed André lo guardavano con ammirazione e rispetto, sembrava aspettassero istruzioni da lui su cosa fare adesso. Così disse loro, che se erano d’accordo, lui avrebbe accompagnato i quattro ragazzi a casa e loro due sarebbero andati a cercare Jen. Diede loro il suo numero di telefono, raccomandandoli di chiamarlo se si fossero trovati in difficoltà, e li guardò correre via.
-Avanti, andiamo anche noi.-
I quattro giovani si incamminarono e lui gli andò dietro, ben deciso a tenerli d’occhio e non perderne di vista nemmeno uno.
  
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