Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: pandamito    19/08/2014    6 recensioni
[CROSSOVER: RISE OF THE GUARDIANS / FROZEN]
Si guardò attorno, ma non vide nessuno. « Tu… puoi vedermi? » domandò, per sicurezza, puntandosi un dito contro il petto. Era scosso e si sentiva vulnerabile.
La bambina inclinò la testa, un po’ confusa. « Sì » rispose sincera, « perché non dovrei? »

Elsa è sola, sua madre sta per partorire e lei ha paura di non essere una buona sorella.
Poi un giorno qualcosa cambiò, Elsa ricevette dei poteri da qualcuno che le cambiò la vita, nel vero senso della parola. Nel bene e nel male, perché né Elsa né Jack potevano sapere che cosa avrebbero comportato; per quest'ultimo significava solo avere finalmente qualcuno in grado di vederlo.
Ma forse non sarebbe stato così per sempre.
Genere: Angst, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Elsa, Sorpresa
Note: Cross-over, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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 * Can you see me? *
 
– C H A P T E R  N I N E –
 
 
Ce l’aveva fatta. Finalmente Jack Frost aveva scoperto chi era veramente, era riuscito a conoscere il suo passato prima che l’Uomo nella Luna gli concedesse un’altra opportunità. L’aveva sempre maledetto prima di allora, lui e quello strano legame che vi era fra loro, mentre ora sorrideva rivolto a quella sfera argentea nel cielo, con immensa gratitudine nei suoi confronti.
Non riusciva a non essere felice, perché lui si era sacrificato per salvare sua sorella e sapeva che ciò che aveva fatto era giusto e non si pentiva neanche un po’ di essere morto.
Subito il suo pensiero corse ad Elsa e un sorriso malinconico incrinò il suo volto. Ora capiva ciò che non era mai riuscito a spiegarsi, finalmente sapeva perché era sempre stato attratto da Elsa come una calamita naturale che gli suggeriva che lei era predestinata ad essere parte della sua vita e un po’ era proprio così. Ma la sua mente scattò al sangue che le scorreva nelle vene, al quadro coperto dal velo nero appeso lungo il corridoio principale. Quando si era impossessato dei suoi ricordi passati, Jack aveva subito riconosciuto la figura di quella bambina dai capelli castani, semplicemente perché lui l’aveva già vista nella sua attuale vita, ma da grande.
Com’era stato strano il destino con lui…
Ma ora doveva accantonare tutte le gioie di cui avrebbe voluto godere in quel momento, perché di fronte a lui c’era quella figura alta e scura, dalla pelle grigia e gli occhi d’oro che tormentava la gente coi suoi incubi.
Pitch.
Se gliel’avessero chiesto un anno prima, non gli sarebbe importato proprio nulla se quel tizio avesse voluto impossessarsi del mondo o meno. Non sarebbe cambiato nulla per lui, avrebbe continuato a viaggiare per il mondo e portare l’inverno ovunque andasse. Ma ora qualcosa era cambiato, aveva incontrato finalmente qualcuno che credeva in lui e non era la sua Elsa.
Anche perché la sua Elsa non credeva più in lui.
Aveva deciso alla fine di unirsi ai Guardiani perché voleva trovare il modo per aiutarla, ma ora avrebbe dovuto farla aspettare ancora un po’, perché aveva trovato qualcosa per cui combattere, qualcosa in cui non si sentiva completamente inutile. Voleva restituire il sorriso alle persone, come un giorno l’avrebbe restituito alla sua principessa.
Pitch, di fronte a lui, accarezzò il suo nero destriero e poi, dandogli una pacca sul dorso, lo fece allontanare.
Jack, agguerrito, strinse più forte a sé il suo bastone e balzò in avanti, picchiando il suolo da cui si sprigionò una lunga scia di stalagmiti di ghiaccio. L’avversario arretrò velocemente, evitando gli spuntoni che volevano infilzarlo. Il giovane spirito ripartì immediatamente all’attacco, roteando su se stesso e lanciando ancora affilate lame di ghiaccio. Stavolta Pitch alzò bruscamente la mano, innalzando un muro di denso fumo nero, che frantumò le lame di ghiaccio.
Jack digrignò i denti, mentre l’uomo nero sbuffò e parlò in tono pacato: « Perché ti ostini a combattere? Non potremmo rendere tutto più pacifico? » domandò, quasi sembrando sincero e alzando in alto le braccia per dimostrare che non aveva cattive intenzioni. L’albino non abbassò la guardia e continuò a puntargli contro il bastone di legno, assottigliando lo sguardo chiaro. Un ghigno si dipinse sulle labbra di Pitch, che continuò: « Perché non ti unisci a me? Potremmo fare grandi cose assieme coi nostri poteri. »
« Mai » rispose prontamente il ragazzo, in tono duro.
« Mai? » ripeté l’uomo nero, simulando un’espressione di stupore. « E perché? Cos’ha il mondo da offrirti? I Guardiani? La gente? Tutti ti disprezzano, Jack Frost. Mentre io sono disposto a darti una possibilità. »
« Possibilità? » sputò il minore, ritenendo totalmente assurda la proposta che l’uomo gli aveva fatto. « Vedere il terrore negli occhi degli altri? E’ questo che mi aspetta? No! » gridò, proseguendo: « Potranno sempre non vedermi e non credere in me, ma almeno sarò in pace sapendo che gli altri sono felici. »
« Ed è questo che hai sempre fatto? Cercare di rendere felice la gente? » domandò il maggiore con un’espressione indecifrabile in volto. Sembrava serio, ma Jack non riusciva a capire dove volesse andare a parare con quelle domande.
Lo spirito dell’inverno ci rifletté per qualche istante e ancora una volta i suoi pensieri si spostarono su Elsa. Lei… lei non era più felice. « Io… » tentò di parlare, chinando leggermente il capo, mortificato.
« No » obiettò prontamente l’altro. « Ti burlavi degli altri, non ti importava di niente, facevi tutto per il tuo puro divertimento. Sei egoista. Non puoi negarlo. Ma la realtà è che ti senti escluso da tutti, sei solo, non hai nessuno accanto a te. Sei tu quello ad aver paura. Ma di cosa? »
Aveva ragione su tutto e Jack si chiese come avesse fatto ad indovinare tutte quelle cose. Ma non gli avrebbe mai dato la soddisfazione di una vittoria, così ribatté, colpendo il suolo col bastone e creando delle crepe sul terreno ghiacciato: « Io non ho paura. Men che meno di un essere misero come te. »
Pitch tremò assieme al suolo, spostandosi cautamente di qualche passo per non cadere. « Ah, davvero? » fece, alzando un sopracciglio e ghignando. Sapeva perfettamente di aver detto prima tutte cose veritiere, ma purtroppo quel ragazzo non gli avrebbe mai dato ragione. Pitch sapeva esattamente come si sentiva perché erano anni oramai che conviveva con sentimenti simili. I sentimenti della sua Elsa. Meditò un po’ sulla sua futura sposa, per poi ricominciare a parlare: « Mi ricordi tanto una persona che conosco. Una ragazza amabile, davvero, la più preziosa che abbia mai incontrato. Ma terribilmente sola. Tutti l’avevano abbandonata nel suo dolore e nella sua paura per se stessa. »
Quelle parole lo colpirono dirette al cuore e istintivamente un nome si posò sulle sue labbra. « Elsa… » sussurrò, più a se stesso che a chiunque altro, riconoscendo in quelle frasi la sua principessa.
Pitch alzò un sopracciglio, sorpreso. Era riuscito a sentire quel sussurro. « La conosci? » domandò, curioso, ma anche protettivo nei confronti della ragazza.
Lo sguardo azzurro di Jack saettò su di lui, ancora confuso. Quindi quelle frasi si riferivano veramente a lei? E come faceva Pitch a conoscere la sua Elsa? « Lei… Che cosa le hai fatto? » ringhiò, minaccioso.
« Niente, Frost. Non potrei mai farle del male » rispose seriamente e quel tono suonò assolutamente veritiero alle orecchie di Jack, ma si ripeté mentalmente che non poteva lasciarsi ingannare. Pitch, per divertirsi, però, si sforzò di sorridere e rimanere sul vago riguardo alla relazione che aveva con la fanciulla. « L’ho aiutata e lei ha aiutato me. »
« Bugiardo! » urlò il minore, furibondo alla sola idea che quell’essere potesse essersi avvicinato alla sua Elsa.
« Bugiardo? » Pitch si finse sorpreso e addirittura offeso, mettendosi una mano sul cuore. Scosse la testa. « No, ti sbagli, non ho mai mentito né a te né tanto meno a lei. Tu, piuttosto, cosa le hai fatto? » chiese, puntandogli un dito contro, accusatorio.
Jack si zittì a quella domanda, aprì bocca per parlare, ma la richiuse immediatamente, chinando il capo mortificato. Il senso di colpa ancora lo perseguitava per quello che lui le aveva fatto, per averla lasciata da sola.
« Ecco » riprese Pitch, « tu le hai fatto del male. Tu non le sei stato accanto quando soffriva, mentre io sì. Non hai asciugato le sue lacrime, non l’hai abbracciata la notte, tu… tu dov’eri, Jack Frost? Perché non eri con lei? » domandò, penetrandogli l’animo con quei suoi piccoli occhi dorati.
La rabbia ribollì nelle vene del ragazzo, che con un grido scattò in avanti e balzò, lanciando un colpo col suo bastone. « A fermarti! » urlò, ricadendo lì dove sarebbe dovuto essere Pitch.
Il maggiore riuscì ad arretrare appena in tempo per non essere spazzato via da quel colpo, ma alcune schegge gli ferirono il volto, ma lui non vi badò. Si rimise eretto con la sua altezza imponente e si finse sorpreso. « Sono così importante? Più importante di lei? »
Lo sguardo di Jack si assottigliò, fulminandolo. « No! » urlò, lanciando dardi ghiacciati verso il suo nemico.
Con un gesto della mano, Pitch si difese, parandoli con una cortina di fumo nero. « L’hai abbandonata » proseguì.
« Non è vero! » obiettò l’altro, pronto a un nuovo attacco. Una lingua di fumo denso gli colpì inaspettatamente il braccio, disarmandolo e facendo finire il suo bastone qualche metro lontano da lui.
Pitch non aspettò un secondo e stavolta fu lui ad attaccare, gettando sabbia nera e fumo addosso al guardiano. « Lei soffriva e tu non c’eri. »
Jack evitò il colpo rotolandosi a terra di lato e riuscendo a recuperare il proprio bastone. Si alzò, ansimante. « E’ colpa tua! » gridò, con rabbia.
Il maggiore parò le palle di neve che l’altro gli aveva lanciato, ad eccezione di una che riuscì a colpirlo in volto. Si pulì, innervosito da quel gesto.
Era giusto sfruttare la sua Elsa per indebolire Jack Frost e spingerlo a seguirlo nel suo piano? L’idea di tirare in ballo la sua futura sposa in quel discorso, in realtà, non lo allettava. Avrebbe preferito lasciarla fuori, lontana da quel mondo crudele. Ma la consapevolezza che in quel momento Elsa si trovava al sicuro nel suo palazzo, gli diede un nuovo vantaggio che avrebbe potuto sfruttare.
« Mia? Se non ci fossi stato io, la mia dolce principessa sarebbe morta di dolore. Ma d’altro canto se tu non le avessi spezzato il cuore, ora io non sarei qui. Dovrei ringraziarti, forse. Sembra che la colpa di tutto sia tua. » Pitch fece un leggero inchino verso l’altro spirito, aspettando la sua reazione.
Jack si gettò addosso all’uomo nero, colpendolo in pieno viso col suo bastone, ma prontamente Pitch si aggrappò all’oggetto dopo aver subito il colpo, cercando di strattonarlo. L’albino aveva la presa salda sulla sua arma e non se la fece sfuggire, ma ora lui e il suo avversario si trovavano faccia a faccia.
« Lei non è tua » sibilò minaccioso a denti stretti.
Velocemente, Pitch gli diede un calcio, che lo fece cadere a terra, con un dolore alla pancia.
« Ah, no? E’ tua, magari? Di qualcuno che l’ha condannata a una maledizione che non voleva? Che l’ha fatta soffrire? Tu non la meriti. Perché mai dovrebbe essere tua? »
« Sei tu quello a non meritarla » obiettò, cercando di rialzarsi. « Non permetterti di toc- »
Pitch lo interruppe. « E’ vero. Io non la merito, forse nessuno è abbastanza per lei. Ma lei ha scelto me. »
Jack sgranò gli occhi, ferito stavolta al cuore, ma ancora più furioso di prima. « Non ti ha scelto. L’hai costretta, l’hai ingannata! » gridò, rimettendosi in piedi.
« Te l’ho detto, Frost, non le ho mai mentito, devi credermi! Eppure sarò io quello a sposarla. »
Lo spirito dell’inverno si sentì improvvisamente le gambe molli e si appoggiò al suo bastone per non cadere. Sgranò gli occhi e credé di non aver sentito bene. Non poteva aver sentito bene. « Come? »
« Hai sentito bene » disse il maggiore, come a confermare la sua maggiore paura. « Vorresti essere al mio posto, forse? Ma tu praticamente non esisti. Nessuno ti vede » lo schermì, centrando esattamente il suo punto debole e cominciando a girargli attorno.
« Ti sbagli » obiettò prontamente l’altro.
« No, lei non crede più in te. Non sei più niente per lei ed è colpa tua, tu te ne sei andato, tu l’hai fatta soffrire. »
Jack si tappò le orecchie con le mani, sentendosi improvvisamente debole. « Basta! Smettila! » urlò, con un forte dolore al petto. Chiuse gli occhi e si concentrò, sprigionando attorno a lui una serie di fulmini di ghiaccio.
Pitch sollevò una coltre di sabbia nera che bloccò i fulmini, trasformandoli in spuntoni ghiacciati che si ergevano poco distanti da lui. Jack riaprì gli occhi e si sorprese di cosa aveva fatto.
« Fa male? E a lei? Quanto pensi abbia fatto male? » continuò il Re degli Incubi, giocando con la sua mente. « Io posso renderla felice. »
Jack fece una smorfia. « No, con te sarà ancora più triste! » Spiccò una rincorsa e balzò sugli spuntoni, lanciando un colpo verso il nemico.
Pitch colpì invece la base su cui Frost era appoggiato, mandandola in frantumi e facendolo cadere. Il colpo però lo beccò in pieno, mandandolo a terra qualche metro più in là. Si rimise in piedi a fatica, alzandosi cautamente e osservando come Frost faceva lo stesso, fra le macerie di ghiaccio su cui era atterrato.
« Una tristezza che tu le hai causato e che io posso curare. Ma se ti unissi a noi… Lei potrebbe perdonarti, potrebbe ricominciare a guardarti. Non ti manca il suo sorriso? »
L’immagine del dolce sorriso di Elsa si materializzò nella sua mente, infondendogli un’immensa nostalgia. Scosse la testa, imponendosi che non doveva pensare a lei in quel momento, perché Pitch aveva capito che lo rendeva debole.
« Non mi unirò mai a te. E lei non ti sposerà mai. Io me la riprenderò! » si impose, attaccandolo di nuovo.
Pitch lanciò un attacco di sabbia nera, che stavolta annullò il suo ghiaccio. « Ne parli come se fosse un oggetto. Non mi stupisco che ti abbia voluto dimenticare. Ma con me… La gente mi vede, Jack. Ha paura di me ed è la paura a rendermi reale ai loro occhi, è la paura che li fa credere in me. Ma tu? Tu chi sei per il mondo, Jack Frost? »
Le sue parole si insidiarono nella testa del minore, avevano la capacità di confonderlo, di aumentare i dubbi che credeva di aver rimosso quando aveva riacquistato la memoria. Ma ovviamente Pitch sapeva come manipolare la mente delle persone e lui doveva aggrapparsi alle sue verità, doveva respingerlo, non doveva cedere, non doveva stare al suo gioco. Per qualsiasi motivo, non doveva assolutamente credere alle sue parole o permettergli di scalfirlo.
« E’ questo che hai da offrirle? La paura? » Tentò di fare il suo stesso gioco, di metterlo in cattiva luce, dimostrare che era lui quello che si stava sbagliando.
Stavolta fu Pitch ad attaccare per primo, con una strana rabbia che gli pervase il corpo. Si alzò grazie al fumo e centinaia di saette nere si riversarono contro Jack.
L’albino sgranò gli occhi, impaurito, ma batté il bastone a terra e poi lo puntò dritto contro quel muro nero che avanzava verso di lui. Un candido lampo fuoriuscì dalla punta del bastone, ghiacciando l’attacco di Pitch e facendolo frantumare in milioni di schegge che esplosero in ogni direzione.
« No, la tratterò come la regina che è. Le darò quello che ha sempre meritato: un intero mondo ai suoi piedi che la amerà. E io sarò al suo fianco. E tu, Jack Frost, dove sarai? » rispose, frustrato. Stavolta era lui a digrignare i denti e guardarlo furente.
Il minore ruotò su se stesso, controllando l’aria e spingendo le schegge verso l’uomo nero attraverso il vento.
« Ti ho detto che non mi unirò mai a te! »
Il maggiore venne ferito, non potendo bloccare tutti quei dardi ghiacciati. La sua veste nera venne strappata in alcuni punti, il suo viso e le sue braccia furono coperti da piccoli tagli.
« Così hai deciso? » Il suo tono era fermo, serio, sembrava stesse riflettendo sul da farsi. Il suo sguardo dorato era fisso su quello azzurro del guardiano. « Che peccato, davvero… Vorrà dire che non potrai fare nulla. Presto diventerà una vera regina, la mia. E quando accadrà, tu non potrai fare più nulla per fermarci. »
Un nitrito squarciò l’aria, accompagnato da un rumore di zoccoli al galoppo.
Jack però non badò a nulla, preso com’era dalla rabbia che gli avevano provocato quelle parole. Esplose. Il terreno si spaccò, stalagmiti appuntite riempirono il suolo velocemente, fulmini schizzarono da ogni parte. Ma Pitch era salito al volo sul dorso del suo cavallo e si era dissolto come una nube, lasciando Jack Frost da solo. Aveva deciso che non era ancora arrivato il momento del loro scontro.
Ma Jack Frost gliel’avrebbe fatta pagare ed era più che deciso a sconfiggerlo.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
PANDABITCH.
Oramai ho fatto così tanta confusione coi capitoli che non so dove debba piazzarsi Nightmare King & Snow Queen, quindi ve la rilinko perché fa sempre bene leggerla.
Mi prendo come sempre la licenza di molte cose, tipo del tempo che scorre, perché inizialmente doveva passare meno, ma ho deciso che dalla morte dei genitori di Elsa e Anna allo scontro Jack Frost vs Pitch Black passa un anno.
Ma quindi Pitch è parente di Sirius Black? E Jacob Black è il figlio di Sirius e Remus Lupin?
Ivola ha detto che è fiera di me perché sono a metà storia.
Voce fuori campo: ma non eri a metà storia allo scorso capitolo?
Eh, sì, solo che ho sognato un epilogo diverso e quindi si sono aggiunti dei capitoli.
Comunque nomino troppe volte Ivola negli spazi autori delle mie storie. Ivola unico e solo mio dio. Seeeh, bao. E' più tipo animaletto da compagnia, ora la trasformerò in un animaletto e sarà sempre nei miei spazi autori. Dì bao al pubblico, Ivola!
Ivola: baaaao.
Se sapesse che faccio tutto ciò forse mi ucciderebbe... Ma lei lo sa, perché mi stalkera. Bao Ivy, ily. Quindi ora andate a leggere la sua storia, Blur - che non ho voglia di linkare - perché ve lo dice Zio Orlie.
In questi giorni ho in mente un OC su HP bellissimo che non so dove e perché è nato nella mia mente. Così. Random. Vorrei tanto un'interattiva in cui sfogare i miei OC. Ma a voi che frega? Niente!
Mi prendo un'altra licenza perché in realtà Pitch aveva una moglie e pure una figlia, ma fotteplatano perché nel film non vengono menzionate e quindi Pitch si cucca Elsa perché qui la storia la scrivo io.
Ivola verrà da me per un po' di tempo futuramente quindi party hard... Che c'entra? Ancora nulla, voglio rendere partecipi le persone della mia vita. Per esempio in quest'ultimp periodo ho nostalgia di Harry Potter e sto studiando la Ribellione dei Blackfyre in Cronache del Ghiaccio e del Fuoco. Ancora non fotte niente a nessuno, solo a me. Che sfigghy che sono. Ah, ho visto La ragazza con l'orecchino di perla tipo 9274023840974810 volte in questi giorni e ringrazio Scarlett Johansson e Colin Firth perché mi hanno ispirata molto.
Ricordate che sono @pandamito su twitter e Come una bestemmia. su facebook.
 
Baci e panda, Mito.
   
 
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