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Autore: kuutamo    20/08/2014    2 recensioni
(SEQUEL di Craving For Deliverance**)
FINALE AGGIUNTO^^
" Chi è? "- mi chiese, continuando a fissarla.
" Una donna che ha perso tutto.. che disperatamente parla alla luna, bramando la liberazione. "
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ville Valo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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" La tua amica è proprio graziosa sai? "

" Cosa ne sai tu? " mi stranii.

" L'altro giorno è venuta in negozio, o meglio, l'ho trovata fuori. Non credo volesse entrare " tipico di Matilda, ma cosa era andata a fare da mio padre?

" Ti ha detto qualcosa? "

" Niente, abbiamo solo parlato del più e del meno "

" Mhm, bene- dissi incerto - a che ora ci vediamo al Torpanranta allora? "

" Tra un'ora, il tempo di chiudere qui e prendere tua madre. Jesse viene dopo essere passato in studio. Dimmi, verrà anche lei? "

" No papà, esce con le sue amiche. Allora a dopo "

" A dopo "

 

 

 

 

 

Il Torpanranta era nel mio quartiere, perfetto e molto vicino da raggiungere anche a piedi. 

Ormai dovevano essere già lì, e come al solito sarei arrivato in ritardo. Di solito cenavamo insieme almeno una volta ogni due settimane quando non ero in tour con la band, ed era un'abitudine che non mi dispiaceva affatto. Mi piaceva riunirmi con la famiglia attorno ad una tavola e parlare anche delle cose più sciocche e futili; a volte mi mancavano quei momenti della mia adolescenza quando vivevo ancora con i miei e bisticciavo con mio fratello.

Da un po' di tempo a questa parte però avevamo preso a riunirci in ristoranti più che altro : ai miei genitori era sempre piaciuto venire e cucinare insieme il pranzo nella torre, anche se la trovavano un po' tetra, ma accogliente come diceva sempre mia madre in quelle occasioni, guardandosi intorno con il naso all'insù. Ultimamente non gradivano molto essere invitati a casa, men che meno cenare o pranzare con Sandra: perciò avevamo deciso d'incontrarci altrove, almeno quando lei era in casa.

Quella sera sarebbe uscita con le sue amiche, o qualcosa del genere, ma sicuramente sarebbe andata in un pub visto il modo in cui si era truccata. Sorvolai su quel particolare ed entrai nella tavola calda dalla porta principale. Vidi i miei già seduti ed intenti a guardare i menù, riuniti intorno ad un tavolino all'esterno del locale che affacciava sulle acque calme del mare.

 

" Eccomi, ho fatto tardi un'altra volta "

" Ville, tesoro, guarda che noi ormai contiamo già il tuo ritardo e ci presentiamo dieci minuti dopo " disse mia madre baciandomi sulla guancia.

" Non cambierai mai fratellino. Ho una fame che non ci vedo "

" Com'è andata in Svizzera? " chiese mamma.

" Molto bene, siamo belli carichi per la prossima data. Non vedo l'ora di ripartire " così avrei avuto altro a cui pensare.

" Quando riparti? "

" Il 3 luglio " avrei dovuto resistere solo pochi giorni e non assecondare nessun impulso. Sdraiarmi per terra e respirare piano.

Mi sedetti anch'io e presi il menù scorrendo velocemente lo sguardo sui piatti che conoscevo a memoria. Ordinammo e il cibo arrivò dopo dieci minuti.

" So che è molto carino qui, ma ci fai trangugiare solo insalate "

Risi. Mio padre non era vegetariano, ci aveva provato per vedere come fosse ma era ritornato sui suoi passi molto presto.

" In effetti potremmo cambiare posto qualche volta " disse Jesse.

" La prossima volta potete venire a pranzo da me " dissi senza alzare lo sguardo e subito percepii gli occhi pallidi di mia madre addosso. Ci fu silenzio per pochi secondi e poi qualcuno parlò.

" Verremmo anche ma.. lo sai " disse papà cercando le parole più adatte.

" Magari un giorno che non ci sarà "

" Mhm " disse.

" Fratellino, la vedo dura " 

" Insomma non dovete per forza andarci a braccetto o portarvela dietro.. "

" A quello ci pensi già tu Ville " disse Jesse ridendo sotto i baffi.

" Molto divertente, davvero "

" Perché fai tutto questo?.. Cioè, non è neanche carina "

" Jesse non sono affari tuoi " dissi serio.

" Tuo fratello ha ragione tesoro " la guardai.

" Piuttosto, perché la prossima volta non porti quella tua amica, Matilda? "  disse tra un boccone e l'altro. Spostai lo sguardo su mio padre e notai che Jesse s'incupì in volto. Mi voltai verso di lui mentre infilzava con la forchetta un pomodoro e se lo portava alla bocca, cercando di avere spiegazioni ma non parlò, si limitò a scrutarmi masticando lentamente. Mio padre ci guardò e mi chiarì cos'è che mi ero perso:

" Tuo fratello Jesse si è comportato un po' male quando c'era la tua amica " mi voltai di scatto verso di lui.

" C'eri anche tu? " mi sorpresi.

" Si " 

" Che cosa le hai detto? "

" Nulla che non sapesse già, suppongo " disse in tono distinto e freddo.

" Che cosa Jesse " dissi scontroso.

" Le ho detto che deve starti alla larga "

" Ma che diavolo hai nel cervello, brutto imbecille ! "

" Ti sta usando. Sai, a volte sei così ingenuo che quasi stento a crederci. Vuole solo sfruttarti Ville "

" Basta ragazzi, non parlate in questo modo " c'intimò mia madre guardandoci freddamente e con risentimento, ma noi continuammo, come se non l'avessimo neanche sentita.

" Ti sbagli di grosso, Jesse non sai quello che dici " 

" So di cosa sto parlando Ville, non sono uno stupido " 

" Se solo la conoscessi cambieresti idea "

" No, grazie. Ne ho davvero abbastanza di conoscere stronze. Ultimamente prima di usare te usano anche me. "

" Ora basta " disse fermamente mia madre. Era una di quelle persone che più sono calme e più ci si deve preoccupare. Sapeva controllarsi davvero bene.

" Già, smettetela, entrambi - disse mio padre alzando lo sguardo stanco - Quando ho parlato con quella ragazza non ho visto in lei nessun pericolo, e alla mia età dovrei capirci qualcosa che dite? "

" Papà.. "

" Jesse, è una brava persona. Se non vuoi fidarti delle sensazioni di tuo fratello, allora fidati di me. Lo avrei capito fin da subito, non ho avuto nessun presentimento… È davvero lei quella che dice di essere. Mi ha fatto un'impressione più che buona " lasciò la frase a metà e mi guardò come per dirmi qualcosa con quel suo silenzio. Con quello sguardo eloquente capii esattamente cosa intendeva dire. In Matilda non aveva visto nulla di sbagliato, ma con altre, con un'altra in particolare, aveva avuto subito dei seri dubbi. Gli fui grato di non averlo detto ad alta voce e quindi aver risparmiato un altro battibecco insieme a mio fratello. 

Jesse aveva litigato pesantemente con Sandra qualche anno fa, durante una serata all'Helldone. Non ero presente al momento della lite però mi avevano riferito più o meno qual era stato il fulcro di quell'accesa discussione. A Jesse non era mai piaciuta, tantomeno quando aveva scritto parole dure nei suoi confronti dopo che la storia fra lui ed una sua amica era finita. Mio fratello è un tipo silenzioso ed introverso, ma nonostante ciò non c'impiega molto ad esplodere e a mandare a quel paese la gente, tantomeno lei. Sapevo che non gli era mai andata a genio, non gli era mai piaciuta: se avesse potuto decidere lui per me l'avrebbe di sicuro mandata via a calci. Conoscevo bene mio fratello, e infondo sapevo che il suo comportamento era solo estremamente protettivo verso di me: non voleva che soffrissi. Perciò credo che sia stato questo il motivo per cui si sia avventato anche contro Matilda; da una parte è perfettamente plausibile che lui la pensasse così ma dall'altra, in verità, era uno stupido a pensarla in quel modo. Avrebbe dovuto passarci anche solo dieci minuti per rendersene conto e capire che si era enormemente sbagliato sul suo conto. Ne ero sicuro.

" Scusami, non avrei dovuto parlare "

" Dovresti provare a conoscerla prima di poter dire qualunque cosa su di lei " risposi bevendo un sorso di birra. Mia madre mi guardò, osservando il mio bicchiere come rapita dai suoi pensieri, poi parlò ridestandosi.

" Tieni molto a lei Ville, vero ? " mi spiazzò e per questo esitai un po' a risponderle.

" Ha passato un periodo difficile, davvero orribile e credo che ancora ci sia dentro con tutte le scarpe. Cerco solo di distrarla e farla sentire bene " lei mi ascoltava appoggiata sui gomiti, attenta ai miei sguardi. Sapeva captare un mio pensiero ancor prima che io l'avessi partorito; mi conosceva molto bene. Forse era la persona che più riusciva a capirmi al volo. A volte però, lo avevo notato ma me ne rendevo conto solo allora, avvertivo la stessa situazione di complicità quando ero in compagnia di Matilda. Nei miei pensieri sorrisi pensandoci.

" Cosa le è successo? " chiese Jesse riportandomi alla realtà.

" Non so se potrei dirvelo.. È una cosa talmente personale…  "

" Non importa Ville, se lei ti ha chiesto di custodire questo suo ' segreto ' è giusto che sia così "

" Non è una persona che si può considerare forte. Ha bisogno di qualcuno che le stia accanto "

Jesse ascoltò mia madre e ritornò a guardare il suo piatto quasi vuoto. Sapevo che la sua curiosità non si era esaurita, ma non potevo dirgli cosa le era accaduto. Non potevo.

" È carina ? Il suo nome mi piace molto " disse mia madre sorridendo.

" Molto mamma, ti piacerebbe. Vero papà? "

" Si Anita, è una bella ragazza anche se sembra molto triste "

" Devo farti vedere come dipinge, è davvero brava, mamma "

" Dipinge? " chiesero in coro Jesse e mio padre.

" Si, ha tenuto una mostra un paio di mesi fa su per giù. Ho comprato una sua tela "

" Puoi chiederle di farmene una? Voglio togliere quel vecchio quadro con la natura morta in soggiorno, ricordi? Ormai è davvero vecchio, troppo ingiallito "

" V-va bene - dissi a quella strana richiesta - cosa vuoi che ti disegni? "

" Qualcosa di bello " sei davvero d'aiuto mamma, grazie.

" Glie lo dirò " feci e poi finii di bere.

Non sapevo cosa fare dopo quella richiesta, insomma, lei mi aveva detto di volere del tempo per starsene da sola. Non potevo presentarmi alla sua porta e dire una cosa così assurda. Da un lato però era una gran bella scusa per incontrarla e vederla. Avevo ancora un po' di tempo a disposizione prima di ripartire per il Sonisphere e mi dissi che ci avrei pensato più tardi, scacciando quei pensieri sul fondo della mia mente. 

Era più forte di me, non passava giorno in cui non sentissi parlare di lei o che non la pensassi. E ora si era aggiunta anche la mia famiglia e il caratteraccio di Jesse. Avrei dovuto scusarmi al più presto, pensai. Chissà cosa le aveva detto. Pregai che non fosse stato troppo rude e stronzo con lei, ma nutrivo davvero poche speranze a riguardo, se non nulle. 

 

Quando finimmo di cenare pagammo il conto ed uscimmo dal locale, pronti a salutarci.

" Quando ci vedremo ora? " chiese papà.

" Prima di partire passo a salutarvi "

" Magari potresti fermarti a cena - disse mia madre illuminandosi in volto - Stiamo troppo poco tempo insieme " 

Lo pensavo anch'io, sul serio. Diedi una spallata a Jesse scherzando e per ultima salutai mia madre. Dopo che mi ebbe baciato di nuovo su entrambe le guance mi guardò e mi disse:

" Ville, non lasciare che vada via. Sembra davvero una brava persona "

Sapeva sempre tutto, come diavolo faceva ancora non lo avevo capito.

" Lo è mamma, lo è davvero "

" Allora prenditene cura. Sei più sereno da quando l'hai conosciuta "

" Lei è brava in questo, a prendersi cura di me "

" Lo so. È per questo che mi fido di lei " mi sorrise, con i suoi occhi vispi leggermente truccati che mi guardarono speranzosi.

" Ricorda, non potrai portare nulla con te Ville una volta andato via da qui, dalla terra. Devi vivere ora tesoro. "

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note:

 

Come sempre, cerco di rimanere il più verosimile possibile e a quanto si dice in giro, anche se sono solo voci, i genitori di Ville non vanno più a trovarlo nella torre da quando c'è Naso. Inoltre si dice che s'incontrino in un ristorante vicino casa sua, e qui ho fantasticato nel sceglierlo, ma nelle vicinanze ce ne sono abbastanza devo dire.

 

La descrizione del Torpanranta è accurata ma in realtà è un caffè, non propriamente un ristorante, ecco il perché delle insalate.

 

Anche riguardo alla litigata all'Helldone ci sono voci che girano e direi che la cosa sia molto plausibile, anche perché c'è gente che li ha visti.

 

Le parole di Anita nell'ultima frase sono reali; Ville ne ha parlato in un'intervista, recente se non erro.

 

 

 

Alla prossima !

 

 

Kiitos paljon ja yötä

  
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