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Autore: CottonCandyGlob    20/08/2014    1 recensioni
Anni di misteri, scorribande e viaggi in giro per il mondo... Finalmente anche i membri della Mystery Inc. hanno ottenuto una vita "normale": Fred e Daphne si sono sposati, e Velma e Shaggy hanno rivalutato la loro relazione, pronunciando anche loro il grande sì. Ma quando i loro figli, si trovano nei guai, i detective sono costretti a tornare in azione nell'isola degli spettri, Spooky Island, che sembra nascondere ancora molti segreti. E' solo un banale scherzo del destino che i loro primogeniti siano due coppie di gemelli?
Per scoprirlo basta seguire le avventure di Chris, Meg, Josh, Lily e l'insostituibile Scooby-Doo che tireranno fuori dal loro DNA la impareggiabile passione per i misteri e abilità di cacciarsi nei guai!
Mia prima fanfiction, un po' ingenua e adolescenziale, che mi ha tirato fuori da un brutto periodo (e rimane qui a mo' di monito personale)
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Se Lily desiderasse davvero occuparsi di quella strana storia dell'attacco alieno, nessun di certo l'avrebbe fermata, solo i suoi genitori si sarebbero messi contro. E visto che avevano saputo che il disastro era proprio avvenuto alla partita di calcio delle loro figlie, i Rogers cercavano di evitare l'argomento. Per la maggiore questa era proprio una disdetta: era sicura che sua madre avrebbe avuto un sacco di commenti interessanti sul caso.
Ma come quella specie di visione a Capodanno, anche questa nuova questione le sarebbe passata per un po'. Era inizio febbraio, il quattordicesimo giorno del mese, un modo volgare per dire: San Valentino!
Mazzi di fiori, cioccolatini e bigliettini, fate largo al romanticismo!
-Fate largo alla preside!-urlò la Beitcher, spingendo a lato gli alunni, diretta verso la prima fila della platea.
Appena seduta, notò sul suo posto riservato, un coloratissimo mazzo di fiori gialli e rossi. Sul bigliettino stava scritta in piccoli caratteri:
Tu che porti luce quando avanza il giorno
Che riscaldi di amore l'ambiente d'intorno
A te dedico questa breve poesia
Tu con il tuo sorriso, regalami allegria.
La preside la lesse a voce alta a Gilberte Holden, che sorrideva compiaciuta alle parole, magari fissandosele in testa per una canzone. Alcune ragazze fecero delle risatine sommesse, ma la donna pensò che fossero perlopiù di invidia. Posato il cartoncino, alzò il mazzo di fiori: premuti i gambi dei fiori, proprio mentre lei lo stava annusando, ne uscì uno schizzo d'acqua che le cancellò completamente il trucco.
-San Valentino! Oggi non è il primo aprile! E neanche Carnevale! Si può sapere chi ha fatto questo?!-ruggì la preside pulendosi la faccia con un fazzolettino.
-Aspetti, la aiuto-si offrì Gilberte, tutto scioccata.
-Qualcuno di voi-riprese sopra i toni la Beitcher-sa per caso dirmi chi si è avvicinato al mio posto nell'ultima ora?-si rivolse agli alunni che preparavano i provini.
Una ragazzina, bionda e sorridente, con il vestito rosa pallido, si avvicinò.
-L'unica persona che è entrata nell'auditorium prima di noi è stata Lilian Rogers, signora-disse con aria insicura-ma poi è subito andata via.
-Dovevo immaginarlo!-urlò la preside, staccando la mano di Gilberte che le puliva ancora il viso.
-Ops-sorrise la bionda, con un sorrisetto, mentre la donna si affrettava a lunghi passi verso il corridoio. Tirò fuori un telefono rosa, con brillantini a formare il suo nome. Amber. Ma non una qualsiasi Amber. Amber Collins.
-Ed ora ragazzi, volevo iniziare a spiegarvi il capitolo sette, quello sui fossili marini, dunque...-spiegò il professor Clark, prima che qualcuno bussasse alla porta dell'aula.
-Salve-fece capolino la preside-innanzitutto volevo augurarvi di trascorrere un buon San Valentino! Beh, ovvio, ci sono persone che pensano che questa festa sia inutile e ovviamente la usano come un divertente modo di sbeffeggiare i propri superiori indecentemente!
La Beitcher sbattè un colpo a mano aperta su un banco. Casualmente si trattava proprio del banco di Lily. Le si avvicinò al viso con un espressione arcigna, come una brutta arpia, qual era.
-Noi non ne sappiamo niente, vero, signorina Rogers?
-Parla con me?-balbettò Lily-Non capisco, sarà lei a disprezzare questa festa, io l'ho sempre festeggiata a dovere...
-Tranne quest'anno...
-Che? La festa è appena iniziata e lei mi dice che non l'ho ancora festeggiata? È senza logica le pare?
La Beitcher diede un altro colpo al banco e le girò intorno passandole dietro la schiena.
-Ora basta! Lei sa benissimo di cosa sto parlando! Di un mazzo di fiori molto particolare che ho trovato poco fa!
-Ho capito, ho capito-sorrise Lily, in uno sfoggio psicologico-è il primo mazzo di fiori che riceve, e per sfogare le sue emozioni, si accanisce sul suo bersaglio perferito, cioè la sottoscritta.
-Ma che bersaglio e bersaglio!-arrossì la preside-Non è mica il primo mazzo che ricevo!
-Davvero qualcuno le ha già mandato dei fiori?-disse Lily in tono stupito.
La classe rise silenziosamente, il professor Clark si nascose la bocca con una mano.
-Certo che sì, signorina, che domande! Che cosa ti fa pensare il contrario?-rispose minacciosa.
-No, è che lei, cioè...lei ha un certo...lei è...è...non le fa strano che una signora come lei, importante e riverita, riceva dei normalissimi e sciupati fiori?
-Rogers!-tuonò la preside-Voglio sentire il vero motivo!
Lily deglutì con esitazione e si alzò in piedi di fronte a lei.
-Lei ha qualche...lei sembra...lei manca molto di fascino, signora Beitcher.
La classe rise di nuovo, segno di approvazione.
-Beh, se la mettete così, sappiate che la bellezza esteriore non è tutto: ci vogliono buone doti morali anche!-riprese imbarazzata la preside.
-Allora siamo spacciati-bisbigliò Lily.
-Che cosa intendi dire?
Visto che l'intera aula le dava il suo appoggio, la ragazza sorrise e le spiegò tutto con sincerità.
-Signora Beitcher, il problema è che lei ha un brutto carattere, e non lo dico perchè sono la studentessa che più volte è finita nel suo studio, ma perchè tutti in questa scuola pensano che lei sia scorbutica, arrogante, presuntuosa, sprezzante, opportunista ed estremamente poco incoraggiante nei suoi atteggiamenti.
La preside si sistemò la pashmina intorno al collo, irritata.
-A mezzogiorno in punto, nel mio ufficio, puntuale-sorrise maligna, chinandosi verso Lily.
 
-Ecco come rovinarmi la giornata di primo mattino!-esclamò la ragazza, appena ebbe tempo di parlare con i suoi amici, dopo la campanella.
-Prevedo grossi guai-iniziò Chris, annuendo-Fino ad oggi non l'avevo mai vista così irritata...deve averla veramente sciupata il tuo scherzo!
Lily lo guardò di storto, con un mare di insulti dietro le labbra, sbattè la porta dell'armadietto(che, difficile a credersi, non si staccò) e se ne andò puntando i piedi.
-C'era il caso di dirle una cosa simile?-protestò la sorella, posando i libri.
-Ma cosa ho detto di male?
Meg e Josh gettarono anche loro una strana occhiata a Christopher, che li fermò appena fecero cenno di andare.
-Non è stata Lily a fare quello scherzo-ammise Josh.
-Ne sarebbe anche stata capace, ma è abbastanza intelligente da non farlo proprio oggi-aggiunse Meg, indicando il manifesto del Vocalist Show che fasciava i quattro lati della colonna del corridoio.
-Già-riprese il ragazzo, mostrando invece i palloncini a forma di cuore appesi al soffitto, per ricordare a tutti il giorno che correva.
-Due buoni motivi per non cacciarsi nei guai-rise la biondina, quando vide che Josh aveva avuto quasi la sua stessa idea.
Dall'aula accanto, spuntò Trent, tutto solo, con i libri in mano.
-Ehi ragazzi-cominciò imbarazzato-sentito l'incidente della preside?
I tre si guardarono amareggiati, e gli spiegarono la storia di Lily e del misterioso mazzo di fiori. Ma Trent faceva segno ininterrottamente che avevano ragione e le cose erano giuste. Perchè sapeva già tutto, e molto di più, grazie alla versione della fidanzata.
-Questo pasticcio non doveva capitarle...-disse Trent.
-Avanti! Non la possono mica accusare! Dobbiamo trovare chi ha portato quel maledetto mazzo di fiori alla Beitcher!-li scosse Meg.
-In che senso? Sappiamo già chi li ha consegnati...
-Davvero?-chiese la bionda, tutta curiosa.
-Sì-rispose Trent, non capendo il motivo di tanta meraviglia.-È stata Lily.
-Che?-sobbalzarono gli altri.
 
-La prego, signora Beitcher, la scongiuro! Mi deve credere!Non avrei mai potuto farle una cosa del genere...
-Ho i miei dubbi al riguardo, signorina Rogers-rispose sempre sprezzante la preside-ho qui la sua scheda personale. A quanto vedo manca poco alla sospensione. Dunque, quale sarebbe la scusa di questa volta?
-Io non ho fatto nulla!-esclamò Lily.
-È stata vista nell'auditorium stamattina...non iniziamo con le bugie.
-Io ero lì stamattina, per consegnarle dei fiori-ammise la ragazza, e riprese subito, evitando che la donna controbattesse-un signore mi ha chiesto di portarglieli...
-Ah, bene, questa è una scusa accettabile, finalmente!-rise la Beitcher-Mi dici il motivo, cara, per cui avresti dovuto darmeli proprio tu?
-Mi ha detto che era timido per darglieli di persona-arrossì Lily, nonostante fosse la verità.
-E non mi sai dire perchè abbia scelto proprio te?-disse la preside maliziosa-E perchè avresti dovuto accettare?
-Per farle un favore-azzardò la ragazza, sprofondando nella poltrona davanti alla scrivania.
-Tutto qui?
-Senta-esclamò alzando la voce, la povera Lily-ho davvero a cuore il fatto di voler partecipare anche per una misera semifinale al Vocalist Show! Appena il signore mi è venuto incontro, io ho accettato...era un modo per mostrarmi generosa nei suoi confronti, e in un certo senso riuscire a prendermi il suo voto alle selezioni!
La preside era rimasta in silenzio, sistemandosi i suoi occhiali spessi.
-Non vedo perchè io non possa farlo, dato che un'altra allieva si servirà del voto di una sua stretta conoscente! Cosa le fa pensare che sostenere una cosa del genere possa servirle?
-Non capisco-balbettò la Beitcher, con uno sguardo leggermente mutato e pensante.
-Parlo del fatto che lei si schieri sempre dalla parte del più forte. Come la spumeggiante e famosa Gilberte Holden. Lo so che non devo accusarla, ma io la penso così. Cioè, lei crede davvero che la televisione, una volta qui per il concorso, le darà ascolto? Chi intervisterà?
-Lei?!-bisbigliò la preside.
-E chi avrà il voto più importante? E chi detterà le regole nel concorso? Di quale persona verrà ascoltato il parere? Quale nome sarà sempre scritto a caratteri cubitali? Chi realmente trarrà beneficio da tutto questo? Una preside opportunista, o la produttrice discografica, con nuovi talenti da scoprire, di cui è burattino?
Lily vedeva gli occhi della preside sbattere le palpebre in modo insolito. Quasi apprensivo, compiacente, quasi le desse ragione. Ma tanto era la Beitcher, e prima o poi si sarebbe sentita urlare contro a milioni di decibel.
-Ora può arrestarmi-disse la ragazza portando i pugni uniti in avanti.
Invece calò il silenzio. La scrivania della preside scricchiolò leggermente per riempire un po' quel vuoto.
-Rogers, fuori da qui-disse la donna, a bassa voce.
-Significa che non mi punirà?! Ma ne...-sorrise Lily.
-Ho detto, fuori da qui-ripetè alzando di poco il tono della voce.
 
Alla Coolsville High, i corridoi erano in subbuglio per i provini, che si tenevano al termine delle lezioni. Per chi non era interessato, quel trambusto costituiva solo un martellante mal di testa.
Megan era tornata a casa prima, perchè la professoressa di matematica era assente, e aveva pensato di fare una corsa a cambiarsi, per tornare in tempo a tenere il morale alto alla sua amica prima dell'esibizione.
Quando la porta si era aperta, l'avevano accolta sua madre e Madleine, tutte due con i capelli fradici.
-Oh, sei solo tu.
-Grazie per la considerazione-commentò Meg.
-No, scusa tesoro, ma stiamo aspettando che arrivi l'idraulico, altrimenti la doccia allagherà la casa-le rispose Daphne, conducendola in casa.
-Perchè non hai chiesto a papà? L'ha aggiustata lui l'ultima volta.
-Appunto, Meg, appunto.
Grazie ad un piccolo e stretto tubo di gomma, quei litri d'acqua che scorrevano da più di un'ora nel bagno, erano stati convogliati fuori dalla finestra del salotto, che sembrava un vero e proprio cantiere.
La ragazza posò lo zaino, diffidente che il divano potesse essere bagnato, poi si sdraiò comodamente per svuotare la testa. Si sentiva il rumore dell'acqua atterrare sul prato del giardino.
Era stato un intenso San Valentino. La sua cartellina straboccava di valentine di tutti i tipi e colori, e anche se si poteva dubitarne, almeno di poco appesantivano lo zaino.
-Salve-disse dolcemente Gloria, appena aprì la porta.
-Salve, buon pomeriggio-ripetè un ragazzo, con il dito ancora sopra il campanello.
Daphne accorse alla porta. Vi trovò un giovane incappucciato, con la sciarpa fin sopra il mento e occhiali da sole, un paio di jeans tenuto da una cinta con tasche. In mano sorreggeva una pesante cassetta degli attrezzi rossa fiammante, tutta lucida.
-Lei deve essere la signora Jones, o sbaglio?-disse, masticando volgarmente il chewing-gum.
-S-sì, sono io-balbettò lei con una mezza smorfia, vedendo quella mascella muoversi insistentemente su e giù.
-Sono qui per il suo tubo che fa i capricci, che dice, mi mostra la sua latrina?
-Ehm, venga entri.
La donna spalancò quasi del tutto la porta, deglutendo con faccia infastidita dal fare menefreghista del ragazzo. Non sapeva neanche se fidarsi a lasciare che quel poco di buono toccasse i tubi della sua casa. Quasi quasi era meglio chiamare Fred, digli quello che era successo, e lasciare che pasticciasse e si divertisse a fare il piccolo idraulico.
-E questo chi è?-sbottò Meg, alzando appena la testa dal cuscino.
-Non essere scortese...questo credo sia l'assistente dell'idraulico-sorrise Daphne, verso il ragazzo.
-Il signor Smith aveva un'urgenza di famiglia, ha mandato me-disse impassibile lui-però avrei bisogno di aiuto.
-Fagli vedere il guasto, tesoro-riprese la signora Jones, guardando la figlia.
-D'accordo...da questa parte.
 
-Non sente caldo?-chiese cortesemente Meg, vedendolo sudare sotto il cappuccio.
-No, sto bene. Passami la cosa lì sulla destra.
-La chiave a stella?
-No, quella appuntita.
-La chiave a stella...-annuì lei, porgendogliela.
La ragazza fece attenzione a non toccare il grasso che aveva sulle mani, e lo guardava con la stessa insicurezza di sua madre. Quel tipo continuava a chiederle di aiutarla, come se fosse stata la sua assistente. Di quel passo non avrebbe nemmeno dovuto pagargli il lavoro.
-È sicuro di quello che sta facendo?-domandò la biondina, stanca di passare attrezzi solo per cortesia.
-Certo!-esclamò lui indignato-Sono tre anni che lavoro con il signor Smith! Mi impresta persino la sua vecchia e amata cassetta degli attrezzi!
-Scusi allora-disse lei timidamente.
-Nessun problema, perdonata perchè sei una bella ragazza...se non avessi una fidanzata di chiederei di uscire...-sorrise sempre masticando.
Meg arrossì di imbarazzo. Pensare che un qualsiasi estraneo potesse dirle una cosa del genere, era davvero tremendo. Persino un nerd con un enorme apparecchio le sarebbe piaciuto di più di quel pazzo ruminante di gomme. Un complimento non le era mai stato fatto con dita unte e un cacciavite che ruotava tra le dita.
 
-Bene ragazzi. A momenti inizierò a chiamare per i provini, state tranquilli e conocentrati, mi raccomando.
Hester Stout sapeva portare il sorriso anche in preda al panico, e nessuno studente riuscì a trettenere il respiro: si calmarono tutti. Come potete immaginare, la piccola stella dei Chasez, camminava avanti e indietro nei camerini dietro le quinte, in attesa di sapere l'ordine di uscita sul palco, senza la benchè minima ansia dei provini. Lei li avrebbe passati. Questa era una semplice messa in scena.
Lily era rimasta seduta su una panchina, accanto alla porta, sperando di vedere la sua migliore amica arrivare.Ma dal corridoio non giungeva nessuno, erano solo i passi della sua rivale.
-Rafael Morris!
Un ragazzo si alzò in piedi tutto tremante. Se ci fosse stata una telecamera la sua reazione sarebbe stata anche peggio. Per fortuna le selezioni non erano incluse nel programma delle riprese.
Partì la musica e rimbombò fino ai camerini. Si udì un solo gridolino, ma nessuna voce a cantare.
Janet Chasez era entrata tra gli altri ad avvertirli che Rafael era svenuto dall'emozione, un po' per spaventarli, un po' per farsi una risata.
Nessun altro svenne per altre due ore, segnale per Lily che prima o poi sarebbe capitato un altro disastro, per colpa sua di sicuro. Tanto ormai per una volta aveva fatto lei la predica alla preside, e guai più gravi di questi, non se li poteva neanche immaginare.
-Janet Chasez!
"Oh, eccola"pensò Lily, appena le sfilò davanti.
-La mia canzone s'intitola Here I Come, sono sicura che la vorrete riascoltare all'infinito! Attacca!-urlò lei dal palco, schioccando le dita.
Gilberte aveva gli occhi scintillanti, e applaudiva ad ogni nota, gesticolando alla Beitcher che era terribilmente magnifica e imbattibile. La Stout invece martellava il foglio con la penna, come impaziente.
Josh seguiva tutto con gli altri ragazzi che si erano offerti per le luci della recita ed erano stati facilmente venduti per quell'insulso concorso. Se si aggiungeva il fatto che probabilmente avrebbe vinto Janet, era davvero insulso, a loro parere.
-Eccezionale! Sono stata eccezionale!-esultava Janet, saltellando per la stanza, dopo aver lasciato il palco.
-Ma che strano, visto che non conoscevi proprio nessuna delle giurate!-commentò Lily.
-Senti chi parla, quella che corromperebbe la preside con un mazzo di fiori di uno sconosciuto, anche se fosse mio zio!
-Sei stata tu?!
-Mhn, forse sì, forse no...-sorrise soddisfatta la Chasez.
-Quanto mi fa innervosire!-si lamentò Lily, stringendo i pugni.
Un gruppo di ragazze annuì debolmente-Anche noi.
 
-Hai voglia di portarmi un bicchiere di cola? Te ne sarei grato, ho la gola più secca del Sahara...-farfugliò l'idraulico, appoggiando la sua mano sporca sulla camicietta nuova di Megan.
La ragazza si alzò irritata e raggiunse la porta, ma riuscì a non urlare.
-Mamma, mi serve una cola per quello scapestrato che sta di sopra...
-Meg! Possibile che devi sempre parlar male di tutti? Allora, hai detto una cola per...cos'è quello sgorbio che hai sulla spalla?
-Vuoi proprio saperlo?-sbuffò la ragazza.
-No, grazie-rispose la madre, del tutto disgustata.
Dal lato della cucina, spuntò Gloria, con un espressione molto vicina allo scoppiare a piangere come una fontana. La sua mano destra reggeva con la punta delle dita un pupazzo di stoffa...squarciato in due, con l'imbottitura di lana che scendeva a picco giù dalla cucitura.
-Perchè hai fatto del male al signor Poncho? Perchè?
-No, aspetta,chi è il signor Poncho?-chiese Meg, senza capire tanta disperazione.
La piccola le sbattè in faccia quel pupazzo. Era una tenerissima scimmietta color cioccolato, morbida e sorridente. Avrei sfidato chiunque a non abbracciarla.
-Cosa ha avuto il pupazzo? Uno scontro in moto, nel paese delle fiabe?-rise la maggiore.
Gloria iniziò a mordersi le labbra, poi scese una lacrima.
-Mamma!-urlò la bambina, abbracciando i fianchi a Daphne, la quale fulminò Meg con uno sguardo feroce.
-Oh, avanti, avrai milioni di sti pupazzi!
-Ti odio!-le disse Gloria.
-Perchè dovrei averlo fatto proprio io? Sono stata mezz'ora con l'idraulico!
-Sei andata nel bagno di sotto, però-singhiozzò la sorella.
Megan afferrò la cola sul vassoio e scattò sopra una delle due scale della casa. I Jones avevano quella piccola villetta da quando si erano sposati. Aveva il triplo di stanze di quante realmente ne occorrevano all'intera famiglia, uno spazioso garage, un bel giardino, e una freschissima piscina. Verrebbe voglia di un tuffo vero? Meglio di no: è febbraio, e nonostante il mese si chiami proprio così, non ho alcuna intenzione di beccarmi la febbre. Voi fate pure.
Nel bagno del guasto, Meg trovò il ragazzo sdraiato, con la maglietta leggermente alzata, ma la testa sempre fasciata con quei tremila accessori.
-Ecco qui-sospirò.
-Mille grazie-disse lui col fiatone.
-Fai fatica a respirare? Vuoi dell'aria?
-Tu sai cosa voglio...-commentò l'idraulico, issandosi sui gomiti e prendendole il mento.
-Oh, bene. Adesso devo andare, è stato un piacere!-si affrettò lei, correndo verso la porta.
-No, non andare, è stramitico parlarti...-sorrise lui con aria da playboy.
Va bene che era San Valentino, ma ora si stava esagerando.
-Io torno a scuola-annunciò Meg, sistemando la borsa sulla spalla, di una maglia nuova e pulita.
-A scuola? Ma il club di teatro non c'è più...avete quel nuovo concorso, strano...ehm...-commentò Daphne, seduta sul divano a leggere.
-Vocalist Show, mamma. Ci sono i provini oggi, e non posso proprio perderli.
-Sei iscritta?...ecco perchè hai provato con la chitarra in questi giorni!
Meg fece segno di chiudersi la bocca come una cerniera. Dopo due secondi, la porta sbattè in un tonfo.
 
-Lilian Rogers!-chiamò la Stout.
"Ok, calma. Ci siamo solo io e il microfono, qualche giurato e sedili vuoti: andrà tutto bene...Accidenti, Meg doveva essere qui da un pezzo, non riesco a cantare se non ho supporto psicologico!"
La professoressa di teatro urlò ancora il suo nome, e Lily non ebbe scelta.
-Eccomi-balbettò, poi rimase in silenzio.
Gilberte Holden sorrise soddisfatta di chissà che cosa, la Beitcher invece fu immobile come una statua.
-Allora, signorina, non abbiamo tempo da perdere...dica qual è il suo pezzo?-si lamentò la produttrice.
-Ah, g-giusto, la m-mia canzone! Cioè, si intitola Bump in the Night...
-Tutto qui?-sbottò di nuovo la donna vedendo che lei restava ferma a guardare il vuoto.
-P-posso partire?
-Alleluja! Ne saremmo grate!
Josh fece partire di persona la base con le dita già incrociate. Se Lily avesse aperto bocca, sarebbe andato tutto liscio e meraviglioso, perchè si era davvero impegnata, con un po' di serietà: incredibile. Ma a volte sembra così facile aprire la bocca, che quando proprio non ci si riesce, il mondo si fa incredibilmente stressante, per quelle parole o note che hai lì, bloccate in gola.
Si voltò a sinistra. Suo fratello la incoraggiò con un sorriso e le indicò la sua destra.
-Ce la puoi fare, Lily, coraggio-sussurrò Meg, con i capelli scompigliati dalla sua gran corsa.
 
-Non vedo il motivo per cui non dovremmo lasciarla gareggiare, il concorso è aperto a tutti, e chi lo merita, deve per forza passare le selezioni!-protestò la Stout.
-I requisiti prevedono anche una predisposizione ad avere un'immagine eccellente di se stessi!-riprese subito la Holden.
-Non siamo ad un concorso di bellezza! Qui chi sa cantare deve partecipare per forza!
-È un concorso scolastico! Bisogna anche valutare l'andamento scolastico della ragazza!
-Ma per favore, che assurdità!-urlò la Stout.
-E a quanto pare questa ragazza non mi pare goda di così tanta benevolenza qua dentro-continuò Gilberte, senza neanche ascoltarla.
-La vorrei informare, signora, che Lilian Rogers, nonostante qualche richiamo disciplinare, è una tra le studentesse più capaci del nostro liceo. Ha voti alti in quasi tutte le materie di studio, perciò...dovrete selezionarla per forza, dato quello che abbiamo visto oggi...
-Ma...-ribattè la donna, cercando lo sguardo della preside.
La Beitcher, con il suo sgurardo enigmatico e pensieroso, annuì stanca.
 
-Mi devono ancora avvisare, quando arriveranno il verdetto, saprò se sono stata ammessa al concorso.
-Hai davvero questo dubbio, Lily?-le sorrise Josh.
-Sei già dentro da quando hai firmato il bando sul cartellone...tu sei nata per questo concorso, vieni qui, un bell'abbraccio!-disse Meg, allargando le braccia. Erano tutti e tre seduti sul grosso tappeto rosa della camera della biondina, pieno di toppe a forma di cuore. Scooby e Chris? Uno dal veterinario, l'altro sinceramente non saprei. Ah, no scusate, ora vi dico dov'era.
-Ma che razza di problemi ha quella dannata doccia?-sbuffò Chris, reggendosi l'asciugamano che aveva legato a vita con una mano, e asciugandosi i capelli con un altro panno.
-Di nuovo la doccia che non va? Ma se l'idraulico l'ha riparata tutta la giornata!-disse la sorella.
-Bell'idraulico! L'abbiamo anche pagato per fare in modo che la doccia vada a scatti?
-Strano-commentò Lily facendo le spallucce.
-Strano il fatto che non funzioni? Dillo a quel tipo incappucciato che voleva rimediare un'appuntamento!
-Chi?-chiese Josh, fissando Meg.
-Beh...
La ragazza stava per raccontare di quel pomeriggio, ma sua madre interruppe il discorso con una faccia infuriata.
-Mi dite chi di voi ha completamente messo a soqquadro la nostra camera da letto?-urlò Daphne in direzione dei figli.
-Io ero agli allenamenti di football-si giustificò Chris alzando le mani.
-I-io ero via...scusa, non potrebbe essere stata Gloria?-protestò Meg, usando il nome di battesimo della sorella, per capire che era davvero sincera.
-Quando è andata a danza, prima che tu uscissi, era ancora in ordine...-disse la madre.
-Magari era arrabbiata per la storia del pupazzo...
-A proposito, quella questione è ancora in sospeso.
-Va bene, ne parliamo dopo, ciao mamma!-e Meg la spinse fuori dalla porta, chiudendola.
-Ahi, ahi, Lily ha il suo cervellino in azione-disse scherzando Josh, vedendola assorta nei suoi pensieri.
-Trent?-cercò di indovinare Chris.
-Ma figurati, Vocalist Show!-esclamò Meg.
-Nah, mia sorella sta pensando all'idraulico...
-Ma se non l'ha nemmeno conosciuto!-brontolò l'amica.
-Avete detto qualcosa?-chiese Lily, appena sveglia dallo stato di trance.
-No-dissero indifferenti loro.
Josh, seduto dietro di lei, alzò la mano. Poi contò: uno, due, tre.
-Ma come hai detto che era quell'idraulico?-comiciò la Rogers.
Suo fratello fece il segno del "ve lo avevo detto".
-Era un tipo strano, a vederlo avrà avuto circa la nostra età, ma non il viso era coperto da ogni genere di cosa, cappuccio, occhiali da sole e una sciarpa orrenda...sembrava che non volesse essere riconosciuto.
-Potrebbe aver frugato lui dai nostri genitori-esultò Chris per dimostrare che stava seguendo il ragionamento.
-Esatto!-sorrise Lily-chi ti ha detto che non fosse un impostore, che veniva qui a rubare?
-Beh, in effetti mi ha fatto strano vedere che la "vecchia cassetta"del suo capo era nuova di zecca...deve aver fatto tutto mentre andavo in bagno o gli prendevo da bere...che insolente!-commentò Megan.
-E avete visto come a riparato la doccia? Semmai l'ha rovinata più di prima!
-Proprio per questo l'ho pensato-ammise Lily-ma credo che io e Josh stiamo pensando ad un'altra cosa.
Il ragazzo le sorrise e si alzò in piedi.
-Un ragazzo della nostra età, sconosciuto, travestito, con smania da playboy...non è una storia che avete già sentito?
Meg ebbe un sobbalzo e si coprì la bocca dallo stupore.
-Ma è tremendo!-urlò poco dopo.
-Lo so, ma credo sia vero...quel ragazzo era lo stesso che c'era sotto il costume del principe azzurro.-disse Josh.
-Già, d'altronde a me avevano chiesto informazioni, e, se non sbaglio, nella camera dei vostri genitori c'è dell'archivio della Mystery Inc...vi sembra casuale?-aggiunse la sorella.
-Ma dico è tremendo! La mia migliore amica si prende un bellissimo tipo in calzamaglia turchese e io un rozzo e sudicio operaio? A me, proprio? Che ingiustizia!-si imbronciò ironicamente Meg.
Christopher, sempre con un solo asciugamano addosso, rimase in piedi confuso. Che terribile momento poteva essere? Un maniaco che si traveste, un attacco alieno in città e la sua migliore amica che gli confida di aver avuto una visione a Capodanno...sembrava che i biglietti a forma di cuore che aveva ricevuto quel giorno, lo avessero fatto ammattire, sul serio.
In realtà, come per il principe azzurro, la questione era finita lì. Era tutto una semplice coincidenza, e questa volta anche Lily lo disse: coincidenza. Probabilmente Gloria aveva cercato qualcosa in camera, e quel tipo era un semplice maniaco di accessori.
La cosa che sicuramente non fu una coincidenza, stava lì, appoggiato allo zerbino della casa dei Rogers, quando i gemelli rientrarono. Era un'enorme scatola scarlatta di cioccolatini di tutti i tipi, con una valentina appesa sopra:
 
Alla più spumeggiante, magnifica, stravagante e sensazionale ragazza del mondo. Non mi sembra ancora vero che tu sia tutta mia! Auguri di buon San Valentino, Lily!
Il tuo misterioso e timido fidanzato
 
-Oh, Trent!Non dovevi!-disse lei, come se il ragazzo fosse lì-Tu non provarci nemmeno!
Josh aveva appena tentato di prenderne uno dalla scatola-Su forza, entriamo.
-Vi sembra l'ora di arrivare?-chiese Velma, seduta a tavola, già tutta preparata.
-Eravamo dai Jones-si scusarono entrambi, tutti rossi.
-Tranquilli, stavo scherzando-sorrise lei.
Lily salì in camera ed estrasse il regalo di Trent, nascosto sotto la felpa.
-Abbiamo qualcosa da festeggiare?-chiese Josh, vedendo che stranamente la tavola era più imbandita del solito.
-Nah-rispose suo padre, sorridendo.
-Abbiamo solo una cosa per te...-e Velma porse un pacchettino a Lily, che ci restò di sasso.
-P-per San Valentino, a me?
-Una specie-disse Velma.
Dalla carta oro ne uscì un astuccio nero e lucido, con un grosso fiocco rosso. Per fortuna la ragazza aveva visto una cosa simile in mano alla sua amica, altrimenti non le avrebbe potuto dare un nome.
-Una trousse per i trucchi?-balbettò con sguardo interrogativo-Lo sapete vero, che io non li porto mai?
-Ma abbiamo saputo tutti che ti serviranno...
Lily squadrò Suzie, comodamente seduta a tavola. Aveva un sorrisetto malizioso. Beh, in fondo tutti avevano un sorrisetto malizioso.
Visto che la data era il quattordici febbraio, si immaginò subito che i genitori avessero scoperto la storia del suo ragazzo. Meno male che il mittente del pacchettino non aveva firmato!
-Io volevo dirvelo, ma, cioè, lo trovavo imbarazzante...-cominciò Lily.
-Imbarazzante? Nostra figlia partecipa ad un talent in televisione! È una cosa magnifica!-e sua madre si alzò per abbracciarla."Perfetto, hanno telefonato mentre non c'ero...beh, almeno ho passato i provini!"
-Felici per questo? Mi avete detto di stare lontana dalla stampa!
-Sei abbastanza grande per alcune cose, ora...ma riguardo ad altre questioni, bocca cucita!-le disse Velma.
-Grazie. Solo non ci avevo proprio pensato al concorso...
Velma e Shaggy la guardarono di storto.
-E scusa, cosa pensavi che, cioè, dovessimo festeggiare?
-Pensava che voi aveste scoperto che ha un fidanzato!-se la rise Suzanne, senza accorgersi di averlo detto ad alta voce.
Lily le rivolse il suo sguardo omicida.
-Oups.
  
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