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Autore: Betty    13/01/2005    8 recensioni
Un incontro casuale tra l’affascinante Benjamin Price e Nicole, ragazza timida e ahimè con qualche chilo di troppo. Non hanno niente in comune, ma il destino li ha già fatti incontrare e chissà che non possa farli innamorare…
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 9

CAPITOLO 9

Benji osservò ancora il rolex che aveva al polso, che fine aveva fatto Nicole? Era ormai più di un quarto d’ora che era in bagno, che stesse male? Benji iniziò a preoccuparsi, stava per dirigersi verso la toilette delle donne quando Denise gli sbarrò la strada.

"Benji come mai tutto solo?" chiese con voce sexy.

"Sto andando da Nicole" rispose cercando di staccarsi dalla donna che si era avvinghiata a lui tipo polipo.

"Non vorrai farmi credere che le corri dietro."

"Anche se fosse, a te cosa importa?" la voce di Benji era diventata dura, come osava offendere la sua Nicole?

"Non prendermi in giro, insomma ti puoi permettere di meglio." Continuò Denise non notando la vena del collo di Benji che iniziava a pulsare dalla rabbia.

"Una come te insomma?"

Denise sorrise sexy, l’aveva in pugno. "Certo, come avrai notato sono mille volte meglio di Nicole." Disse sbattendo in faccia a Benji l’ampia scollatura del corpino che lasciava poco all’immaginazione. La ragazza non si era accorta che alle sue spalle Lisa stava ascoltando tutto, la donna stava per affrontare Denise ma Ian la trattenne.

"Lascia fare a Benji" le disse, Lisa seppur a malincuore restò ferma dov’era.

Benji osservò da capo a piedi Denise, l’aria trionfante che aveva gli faceva venire il volta stomaco.

"Sai di puttane ne ho scopate tante, non ne ho bisogno di un’altra!" disse gelido ed ad alta voce, poi approfittando dell’attimo di sconcerto di Denise si dileguò alla ricerca di Nicole.

La sala era piombata improvvisamente nel silenzio più assoluto, Denise bianca come un lenzuolo cercò di guadagnare l’uscita ma Marcus la bloccò. "Non sai proprio resistere? Penso che per questa sera la tua serata sia finita, ti porto a casa" le disse poi uscì seguito dalla donna che teneva la testa bassa e tratteneva a stento le lacrime.

Lisa la osservava con un sorriso trionfante "Ben le sta! Così impara a sparlare di Nicole!" disse.

Benji intanto era davanti alla porta della toilette, cosa doveva fare entrare oppure no? Se entrava qualche altra signora, l’avrebbe giudicato un maniaco. "Chi se ne frega degli altri!" pensò, così entrò, al suo interno non c’era nessuno.

"Nicole! Sei qui?" chiese ad alta voce, ma non ottenne risposta. Poi cercò di ascoltare meglio sentì qualcuno singhiozzare, si abbassò per terra e riconobbe le scarpe di Nicole nel bagno in fondo, bussò alla porta.

"Posso entrare?" chiese, come risposta ottenne un altro singhiozzo, decise di entrare lo stesso e vide Nicole seduta sul water che piangeva, gli occhi rossi e le guance arrossate.

"Piccola cosa c’è?" le chiese abbassandosi in modo che la faccia fosse all’altezza di quella della ragazza.

"Io… io non sarei..dovuta venire!" riuscì a dire con fatica la ragazza.

"Perché? Fino a prima stava andando tutto bene, cos’è successo?" Benji le aveva preso una mano tra le sue, erano gelate.

"Sono brutta e sgraziata, come ho potuto credere di poter diventare un cigno, sono solo un brutto anatroccolo!" lo disse quasi urlando, voleva buttare fuori quell’angoscia che aveva dentro.

Benji le asciugò le guance "Perché dici questo? Non è vero, sei bella fuori e dentro. Non ho mai incontrato una persona stupenda come te."

"Stai mentendo! Lo pensano tutti che sono brutta, dovrei chiudermi in casa e buttare via la chiave" continuò Nicole.

"Non essere tragica, chi ti ha detto queste cose? Dimmelo e lo riempio di botte!"

"Prima quando ero già qui sono entrate Denise e Chantal e hanno detto delle cose.."

"Non dirmi che credi sul serio alle loro parole? Sono solo due stronze, Denise l’ho già sistemata, vorrà dire che devo fare due chiacchiere anche con quell’altra."

"No Benji hanno detto la verità" insistette Nicole, ormai era convinta che il quadro che avevano dipinto quelle due fosse vero.

Benji le prese il volto tra le mani. "Guardami Nicole, tu sei bella, sei la donna con più fascino che abbia mai conosciuto. Quelle due avranno dei corpi stupendi ma tu non hai niente da invidiargli, hai qualche chilo in più e allora? Tu sei solare, divertente, passare il tempo con te è magnifico. Hai capito? Tu sei perfetta così come sei, perché il tuo essere così ti rende unica."

Nicole avrebbe voluto piangere ancora ma dalla gioia, nessuno le aveva mai detto delle parole così belle.

"Grazie!" disse mentre cercava di trattenere le lacrime.

"E di cosa? Ho detto solo la verità. Adesso torni di là con me e continuiamo la serata."

"Devo solo sistemarmi, sempre se ci riuscirò!"

"Ti aspetto fuori, anche perché se qualcuna mi vede qui chissà cosa pensano!" Benji si alzò e prese una mano di Nicole, uscirono dal bagno e l’uomo andò verso l’uscita.

"Faccio in fretta!" gli disse Nicole.

"Prenditi tutto il tempo che vuoi, io sono qui fuori!"

Nicole annuì poi si osservò allo specchio, il mascara aveva resistito ma la matita no, frugò nella borsetta e cercò la matita nera, per fortuna che se l’era portata dietro, si pulì il viso con un fazzoletto poi applicò la matita. Mille pensieri le attraversavano la mente, le parole di Benji erano state così belle, le pensava veramente? Se le aveva detto era perché le pensava. Concluse la donna, erano i pensieri del suo amico, allora perché le sembravano tanto parole di un innamorato?

"Ma cosa mi vado ad inventare?" pensò sorridendo era impossibile che Benji fosse innamorato di lei, con questa certezza, uscì dalla toilette pronta a portare a termine la serata con il suo amico.

"Hai fatto in fretta!" le disse Benji poi le porse il braccio e insieme tornarono nel salone, Lisa appena li vide andò dall’amica.

"Ma dove eri finita?" le chiese preoccupata.

"Era in giro a vagare per l’hotel!" disse Benji.

"Tu cosa? Ma perché?" Lisa non riusciva a capire.

"Sai che sono curiosa, stavo facendo un giretto e non mi sono accorta del tempo che passava."

"Meno male che l’ho trovata!" continuò Benji, Nicole gli sorrise grata che non avesse rivelato il suo attimo di debolezza, non aveva voglia di dilungarsi in spiegazioni, Lisa era un’ottima amica ma non poteva capire cosa si provava ad essere come lei.

"Visto che abbiano trovato la scomparsa, direi che potremmo anche buttarci nel prossimo ballo!" disse Ian.

"Concordo!" disse Benji e trascinò Nicole nella pista da ballo.

Più tardi mentre Nicole e Lisa riposavano i piedi e gli uomini parlavano di cose prettamente maschili, cioè calcio e auto, Lisa raccontò di come Benji aveva liquidato Denise.

"Non me l’ha detto"

"Forse non voleva farti venire i soliti complessi che ti vengono molto spesso."

"Già!" disse Nicole sorridendo, solo poco più di un’ora prima era in bagno a piangere come una disperata.

Lisa osservò l’amica che guardava con amore Benji "Ti sei innamorata di lui?" le chiese.

"Io.. penso di sì" disse Nicole con un sorriso triste.

"Lo sapevo che sarebbe finita così" disse Lisa.

"Ho provato a resistere ma era destino, soffrirò ma finché potrò essergli vicino sarò contenta."

"Perché non glielo dici?"

"Sei matta non voglio rovinare la nostra amicizia. Va bene così, nonostante tutto sono felice come non mai." Concluse Nicole.

"Soffrirai"

"Lo so. Ma Benji è la cosa più bella che mi sia capitata nella vita, non voglio perderlo"

Furono interrotte da Ian e Benji "Allora vi siete riposate a sufficienza?" chiese Ian.

"I miei piedi gridano vendetta!" disse Lisa ma si alzò per ballare ancora.

"E i tuoi piedi come stanno?" chiese Benji.

"Non vogliono rispondere i miei comandi!"

"Riposeranno domani, questa sera dovranno muoversi ancora un po’!" Benji la sollevò dalla sedia e la portò di nuovo a ballare.

Dopo l’ennesimo ballo Nicole era sfinita ed accaldata, uscì un attimo sulla terrazza e il freddo di Gennaio la colpì in volto, osservò il paesaggio illuminato, era una vista molto romantica, rabbrividì e decise di rientrare si girò e si ritrovò di fronte Benji.

"Vuoi morire congelata?" le chiese dolcemente.

"Avevo un po’ caldo ma effettivamente non è stata un’ottima idea. È meglio rientrare."

Nicole fece per rientrare "Aspetta un attimo" Benji la bloccò.

"Cosa c’è?"

Benji si avvicinò di più a lei, la vide arrossire e sorrise, forse aveva bevuto qualche bicchiere in più, stava rischiando di perdere la sua amicizia ma in quel momento non gliene fregava. Voleva solo baciarla punto e basta; si avvicinò ancora le loro labbra erano vicinissime, all’improvviso uno squillo. L’incantesimo di spezzò.

Nicole abbassò lo sguardo sulla sua borsetta, era confusa Benji la stava per baciare o era solo una sua illusione? Meccanicamente prese il cellulare dalla borsa e rispose, Benji di fronte a lei era imbarazzato.

"Pronto"

"Buonasera, lei è Nicole Rikter?" chiese una voce femminile dall’altra parte.

"Sì, sono io. Chi parla"

"E’ il General Hospital, i suoi genitori hanno avuto un incidente, dovrebbe venire in pronto soccorso."

"Com’è successo? Come stanno?" chiese Nicole agitata.

"Non posso darle delle notizie per telefono." Disse la donna.

"Arrivo subito"

Nicole stava per mettersi a piangere, fece per mettere il cellulare nella borsa ma con scarso successo, Benji glielo prese dalle mani e lo mise in borsa per lei.

"Cos’è successo?"

"I miei hanno avuto un incidente, sono al General Hospital. Devo andare da loro" Disse la ragazza correndo dentro il salone. Benji la seguì correndo sotto lo sguardo curioso degli altri invitati.

Pochi minuti dopo erano già in macchina e si dirigevano all’ospedale, il cellulare di Nicole suonò ancora, la ragazza lo prese con mani tremanti.

"Pronto"

"Nicole, che diavolo è successo?" la voce di Lisa era preoccupata.

"I miei hanno avuto un incidente, sto andando all’ospedale."

"Vengo anch’io" disse subito Lisa.

"No, non ti preoccupare. Ti faccio sapere io" disse Nicole poi attaccò non se la sentiva di discutere con l’amica; non sapeva cosa pensare, non le aveva dato nessuna informazione, cosa avrebbe trovato al suo arrivo?

"Non ti preoccupare, vedrai che stanno bene" cercò di rassicurarla Benji.

"Ho paura." Riuscì solo a rispondere.

Quando arrivarono al pronto soccorso, c’era un caos assoluto, corsero verso l’accettazione "Mi scusi sono la figlia di Duncan e Mary-Jane Rikter. Mi hanno chiamato che hanno avuto un incidente."

"Le chiamo subito il medico, attenda un attimo" l’infermiera andò in reparto e tornò poco dopo seguita dal medico di turno.

"Signorina Rikter?" chiese gentilmente.

"Sono io. Come stanno i miei genitori?"

"Andiamo in un posto più tranquillo" propose il medico.

"Come stanno i miei genitori?" domandò ancora Nicole non aveva intenzione di aspettare un attimo di più per sapere la verità.

Il medico si tolse gli occhiali e si stropicciò gli occhi "Hanno avuto un brutto incidente, quando sono arrivati suo padre era già morto, sua madre respirava ancora ma aveva diverse fratture e una forte emorragia interna, il cuore non ha retto."

Nicole ci mise un attimo ad assimilare le parole "No, no!" disse con un filo di voce, le gambe non la reggevano in piedi, Benji dovette sostenerla.

"No!" urlò tra le lacrime che aveva cominciato a scendere copiose dai suoi occhi.

Benji non sapeva cosa dire, si limitò ad abbracciarla stretta, il medico accanto a loro osservava la scena provando pena per quella ragazza, in un attimo aveva perso entrambi i genitori.

"Com’è successo?" chiese Nicole singhiozzando, dopo qualche minuto.

"Glielo dirà la polizia, se vuole li può vedere" disse il medico.

"Nicole se non te la sentì, non sei obbligata." Le disse Benji.

"Voglio vederli"

"Venga" disse il medico e la accompagnò in una stanza dove c’erano entrambi i corpi. Volle entrare da sola, osservò i due cadaveri, l’odore di morte aleggiava nella stanza, resistette pochi minuti poi dovette uscire, un conato di vomito la costrinse in posizione fetale, Benji corse subito al suo fianco.

"Calmati, piccola, calmati!" le disse stringendola forte.

Alle loro spalle due agenti di polizia li osservavano, Nicole quando li vide si alzò e domandò con voce strozzata "Com’è successo?"

Il più anziano dei due parlò "Suo padre non ha rispettato un semaforo rosso, dall’altra parte stava sopraggiungendo un pullman, l’impatto è stato inevitabile."

"Era ubriaco?"

"Dobbiamo aspettare le analisi per.."

"Era ubriaco?" domandò ancora Nicole, voleva delle risposte e le voleva subito.

"Sì" rispose l’altro agente.

"Ha ammazzato altre persone?" chiese ancora con voce atona.

"No, gli occupanti del pullman stanno bene, solo qualche escoriazione"

Nicole all’improvviso si sentì crollare addosso il mondo, suo padre aveva ammazzato la mamma, come si era arrivati a quel punto? Perché non l’aveva fermato in tempo? Perché non aveva capito? Ebbe un giramento di testa, Benji accanto a lei la sostenne nuovamente, Nicole lo guardò e sussurrò: "Perché? Perché?" poi scoppiò di nuovo in lacrime e si rifugiò nell’abbraccio protettivo dell’uomo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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