Chapter 6
- Liceo serale?
Ma a che pro?, si chiese stranita, mentre appoggiava la schiena contro l’armadio di legno d’acero (quante selve aveva disboscato per costruire i mobili di quella villa?).
Reiji annuì, mentre le porgeva la divisa; Mary si chiese se per caso Laito non le avesse preso le misure durante il sonno, di giorno, e fissò gli indumenti con evidente ripudio, al che il vampiro dai capelli neri sospirò.
- Anche a noi non è mai piaciuta l’idea, ma nostro padre preferirebbe che non restassi sola in casa.
- ... Gonna.
- Come, prego? – Reiji assottigliò gli occhi, inarcando un sopracciglio.
- L’ultima volta che ho indossato una gonna avevo quattro anni…
Il silenzio li travolse. Reiji pose la divisa sulle lenzuola color melanzana del letto e se ne andò, con un sorriso beffardo.
- Mi dispiace.
Grazie, imbecille, pensò Mary e si avvicinò al letto, continuando a fissare quella gonna tanto rigettata e pensando a una soluzione.
Laito improvvisamente comparve alle sue spalle, soffiandole sul collo, senza come al solito coglierla di sorpresa. Notò la presenza della divisa ed emozionato la esortò a provarla. Davanti a lui; le stava già sollevando i lembi del golfino color avorio di cotone…
- Piuttosto mordimi, Laito-kun – sospirò esasperata; essendo l’ultimo giorno, il vampiro non se lo fece ripetere due volte e rapidamente scattò sul retro del collo, ficcandovi i canini con foga. Mary dovette stringere i denti e sorreggersi con una mano contro il divanetto che si trovava davanti al letto. Presto non ne ebbe più bisogno, in quanto il vampiro la teneva stretta a sé con le braccia attorcigliate intorno alla sua vita.
Purtroppo questo non permetteva al dolore, sempre più bruciante, di svanire: e la ragazza chiudeva gli occhi per costringersi a non piangere.
Sussultò nel sentire sulla pelle tocchi più affettuosi da parte di Laito e cercò di liberarsi dalla sua morsa, invano, perché il vampiro cadde sopra di lei sul morbido materasso, cominciando a svestirla. Mary si voltò, il viso color peperone, per intimargli d fermarsi; invece si coprì la bocca con le mani, nel vederlo apprestarsi a poggiarvi le proprie labbra. La guardò corrucciato, piegando le sopracciglia con finta tristezza.
- Micchan~ È solo un bacetto~!
- Non posso, voglio restare fedele ai miei principi…
Laito non rispose; Mary aveva spostato gli occhi altrove, imbarazzata
- Infantile. Come se l’amore fosse fatto di principi – borbottò lui, sentendosi improvvisamente di cattivo umore. Non di meno Mary si alterò, nell’udire le sue parole, e non reagì positivamente: si alzò di scatto afferrando con le mani il colletto della sua camicia, fissandolo con uno sguardo deciso e severo.
- Non so cosa sia successo o chi ti abbia inculcato in testa la definizione di amore, ma so per certo che ti sbagli! – Laito la guardò a bocca aperta, prima di scoppiare in una fragorosa risata e distendersi su di lei, le braccia dietro la sua schiena e il capo sulla sua spalla. Sorpresa dalla sua reazione, Mary perse l’equilibrio ed entrambi affondarono tra le coperte. Il vampiro, i cui capelli facevano a pugni con il colore del tessuto sotto di loro, ridacchiava flebilmente.
- Ahahahah, tu… come… pff, ahahaha…
Mary ammutolì, pensando che forse le parole di suo padre avessero un fondo di verità, riguardo la famiglia Sakamaki; e voleva saperne di più.
Dopo due ore Reiji bussò alla porta della stanza dove era ospitata la strega, notando con ribrezzo che i mobili del corridoio non erano ancora stati puliti, a giudicare dai due evidenti centimetri di polvere che li ricoprivano; mentre entrava, si appuntò nella testa quel dettaglio, prima di rimanere di stucco nel vedere Laito e Mary per terra, sul tappeto persiano blu notte di fronte al balcone, schiena contro schiena, concentrati piacevolmente su delle riviste di enigmistica.
- Cosa…?
- Oh, Reiji~ vuoi unirti a noi? – domandò allegro il fratello minore, sventolando la pagina dei cruciverba.
Il vampiro si sistemò gli occhiali perplesso, e rifiutò la risposta, dichiarando che fosse venuto per chiedere (ordinare?) alla strega di aiutarlo in cucina per la cena. Mary alzò gli occhi dai suoi sudoku e annuì, assicurando che si sarebbe presentata tra cinque minuti, prima di ritornare su quelle griglie di numeri.
Reiji li fissò ancora per qualche secondo, stranito e seccato, per poi voltarsi e svanire dal nulla.
La fanciulla mormorò:
- Laito-kun, a scuola sono tanto rigidi con il regolamento sull’abbigliamento?
- No, non tanto, perché? – chiese il vampiro curioso.
- Perché non voglio indossare quella gonna.
- Eh, che trasgressiva~ Fufu, dai, sono sicuro che staresti d’incanto! E poi comincio a stancarmi del tuo collo, mi piacerebbe assaggiare anche le tue co- ITTE itte~!
Ridacchiò, mentre la ragazza gli pizzicava le guance con un sorriso poco convinto, ricordandogli che il suo turno fosse terminato.