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Autore: Tsuki 96    23/08/2014    1 recensioni
Appena nata, e in compagnia, già era considerata particolare. Confusione.
Nove anni dopo salvava un'amica, e gli altri cominciavano a guardarla con occhi diversi. Solitudine.
Tre anni dopo, una che mai avrebbe immaginato diventare sua amica cambiava le opinioni degli altri nei suoi confronti. Speranza.
Cinque anni dopo, un'altra tragedia le frantumava il mondo nei suoi occhi e abbandonava tutto. Sconforto.
Un anno dopo, infine, accetta una proposta offerta da un vampiro, ma è ancora lontana dal trovare un posto a cui sentire di appartenere.
Curiosa, riflessiva, imprevedibile e piena di rimorsi; non è umana, né una vampira.
[...] Io giudico in base ai miei sensi e alle mie osservazioni [...]
[...] Mary Flyer improvvisava la maggior parte delle volte, o così pareva a primo impatto con la sua persona. Infatti, solo dopo si potevano scorgere i nessi tra le sue azioni.
[...]Mary si ricompose rapidamente, emettendo un forte sospiro di esasperazione, quasi non avesse mai voluto arrivare a quel punto [...]
[...]Grazie, imbecille, pensò Mary [...]
[NdA: Attenzione, presenza di personaggi ed eventi più ispirati al videogioco che all'anime; con ciò intendo far riferimento anche al videogioco sequel: Diabolik Lovers More Blood)
Genere: Commedia, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Triangolo
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Chapter 6

 

- Liceo serale?

Ma a che pro?, si chiese stranita, mentre appoggiava la schiena contro l’armadio di legno d’acero (quante selve aveva disboscato per costruire i mobili di quella villa?).

Reiji annuì, mentre le porgeva la divisa; Mary si chiese se per caso Laito non le avesse preso le misure durante il sonno, di giorno, e fissò gli indumenti con evidente ripudio, al che il vampiro dai capelli neri sospirò.

- Anche a noi non è mai piaciuta l’idea, ma nostro padre preferirebbe che non restassi sola in casa.

- ... Gonna.

- Come, prego? – Reiji assottigliò gli occhi, inarcando un sopracciglio.

- L’ultima volta che ho indossato una gonna avevo quattro anni…

Il silenzio li travolse. Reiji pose la divisa sulle lenzuola color melanzana del letto e se ne andò, con un sorriso beffardo.

- Mi dispiace.

Grazie, imbecille, pensò Mary e si avvicinò al letto, continuando a fissare quella gonna tanto rigettata e pensando a una soluzione.

Laito improvvisamente comparve alle sue spalle, soffiandole sul collo, senza come al solito coglierla di sorpresa. Notò la presenza della divisa ed emozionato la esortò a provarla. Davanti a lui; le stava già sollevando i lembi del golfino color avorio di cotone…

- Piuttosto mordimi, Laito-kun – sospirò esasperata; essendo l’ultimo giorno, il vampiro non se lo fece ripetere due volte e rapidamente scattò sul retro del collo, ficcandovi i canini con foga. Mary dovette stringere i denti e sorreggersi con una mano contro il divanetto che si trovava davanti al letto. Presto non ne ebbe più bisogno, in quanto il vampiro la teneva stretta a sé con le braccia attorcigliate intorno alla sua vita.

Purtroppo questo non permetteva al dolore, sempre più bruciante, di svanire: e la ragazza chiudeva gli occhi per costringersi a non piangere.

Sussultò nel sentire sulla pelle tocchi più affettuosi da parte di Laito e cercò di liberarsi dalla sua morsa, invano, perché il vampiro cadde sopra di lei sul morbido materasso, cominciando a svestirla. Mary si voltò, il viso color peperone, per intimargli d fermarsi; invece si coprì la bocca con le mani, nel vederlo apprestarsi a poggiarvi le proprie labbra. La guardò corrucciato, piegando le sopracciglia con finta tristezza.

- Micchan~ È solo un bacetto~!

- Non posso, voglio restare fedele ai miei principi…

Laito non rispose; Mary aveva spostato gli occhi altrove, imbarazzata

- Infantile. Come se l’amore fosse fatto di principi – borbottò lui, sentendosi improvvisamente di cattivo umore. Non di meno Mary si alterò, nell’udire le sue parole, e non reagì positivamente: si alzò di scatto afferrando con le mani il colletto della sua camicia, fissandolo con uno sguardo deciso e severo.

- Non so cosa sia successo o chi ti abbia inculcato in testa la definizione di amore, ma so per certo che ti sbagli! – Laito la guardò a bocca aperta, prima di scoppiare in una fragorosa risata e distendersi su di lei, le braccia dietro la sua schiena e il capo sulla sua spalla. Sorpresa dalla sua reazione, Mary perse l’equilibrio ed entrambi affondarono tra le coperte. Il vampiro, i cui capelli facevano a pugni con il colore del tessuto sotto di loro, ridacchiava flebilmente.

- Ahahahah, tu… comepff, ahahaha

Mary ammutolì, pensando che forse le parole di suo padre avessero un fondo di verità, riguardo la famiglia Sakamaki; e voleva saperne di più.

 

Dopo due ore Reiji bussò alla porta della stanza dove era ospitata la strega, notando con ribrezzo che i mobili del corridoio non erano ancora stati puliti, a giudicare dai due evidenti centimetri di polvere che li ricoprivano; mentre entrava, si appuntò nella testa quel dettaglio, prima di rimanere di stucco nel vedere Laito e Mary per terra, sul tappeto persiano blu notte di fronte al balcone, schiena contro schiena, concentrati piacevolmente su delle riviste di enigmistica.

- Cosa…?

- Oh, Reiji~ vuoi unirti a noi? – domandò allegro il fratello minore, sventolando la pagina dei cruciverba.

Il vampiro si sistemò gli occhiali perplesso, e rifiutò la risposta, dichiarando che fosse venuto per chiedere (ordinare?) alla strega di aiutarlo in cucina per la cena. Mary alzò gli occhi dai suoi sudoku e annuì, assicurando che si sarebbe presentata tra cinque minuti, prima di ritornare su quelle griglie di numeri.

Reiji li fissò ancora per qualche secondo, stranito e seccato, per poi voltarsi e svanire dal nulla.

La fanciulla mormorò:

- Laito-kun, a scuola sono tanto rigidi con il regolamento sull’abbigliamento?

- No, non tanto, perché? – chiese il vampiro curioso.

- Perché non voglio indossare quella gonna.

- Eh, che trasgressiva~ Fufu, dai, sono sicuro che staresti d’incanto! E poi comincio a stancarmi del tuo collo, mi piacerebbe assaggiare anche le tue co- ITTE itte~!

Ridacchiò, mentre la ragazza gli pizzicava le guance con un sorriso poco convinto, ricordandogli che il suo turno fosse terminato.

  
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