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Autore: Ladyloki96    25/08/2014    4 recensioni
Storia del mio fumetto. Tratta di tematiche attuali
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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  • Pochi giorni dopo che fu uscita dall’ospedale, lei andò a cercare un suo amico il quale condivideva con lei tali pensieri. Si chiamava Nicola Vanzetti, ebbene si il discendente dell’anarchico Bartolomeo Vanzetti. Come tutti sapete Ferdinando Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, due anarchici italiani, furono uccisi ingiustamente in America, con l’accusa di terrorismo. In realtà i due non erano altro che due vittime sacrificali, in quanto immigrati italiani, per tesare la nuova linea di condotta contro gli avversari del Governo. Tale politica del terrore fu suggerita dal ministro della giustizia Palmer e culminò nella vicenda delle deportazioni. Sebbene potessero essere salvati dal Governatore del Massachusetts (Alvan T. Fuller) il disprezzo era così tale per i due Wops e era tanta anche la paura delle idee comuniste che riaffermò la condanna. Eppure i due non si consideravano comunisti, non avevano precedenti penali, erano solo coinvoli in scioperi, agitazioni politiche e propaganda contro la guerra.

    - Ehi! Nicola! Come mai non eri alla manifestazione? Mi avevi detto che venivi!

    La ragazza non sembrava alterata ma delusa dall’ipotetico menefreghismo del ragazzo.

    - I Black Block hanno fatto un casino! Hanno sfasciato delle vetrine! Rovinato immagini sacre! Hanno attizzato la polizia alla violenza ed essa se l’è ripresa con noi! Vorrei tanto avere uno di quei deficienti tra le mani! Era una manifestazione pacifica cazzo! PACIFICA! Forse riuscivamo pure ad ottenere qualcosa! Ma che cosa abbiamo ottenuto con questi deficienti? Io in coma, una donna massacrata e un altro ragazzo pestato a sangue!

    La ragazza era in preda alla collera. Sembrava che ringhiasse mentre diceva tali parole. Le mani si muovevano freneticamente e il volto era contratto in un espressione di rabbia e dolore. Il ragazzo era calmo. I suoi occhi marroni avevano uno sguardo quasi vuoto per via della tranquillità. Sembravano non emanare alcuna espressione per poi dire lentamente

    . - È questo che pensi dei Black Block? Che sono dei violtenti? Che sono dei deficienti che non hanno di meglio da fare che sfasciare una vetrina? Che così, per divertirsi, dicono << Orsù andiamo in questa manifestazione e facciamo casino! HIHIHIH! Che bello! >>. Ma non hai visto quali vetrine colpiscono? Loro colpiscono le vetrine delle banche, le vetrine di chi ha i soldi per rimetterle a posto. Mica sfasciano il negozio ortofrutticolo. Perché lo fanno? Perché a differenza di te, che ti indigni di una cosa… superficiale senza andare al cuore del problema, che è la gerarchia a cui dobbiamo ubbidire, loro vogliono distruggere, annientare, eliminare il problema alla radice. Vogliono eliminare il capitalismo. Le banche, sono un simbolo del capitalismo. Vanno estirpate perché ogni anno si macchiano di crimini atroci. Ogni anno rovinano qualche persona che, senza soldi, finisce senza casa e si uccide per la vergogna. Mi dispiace per quello che vi è accaduto… ma… è una guerra. Non si ottiene nulla pacificamente. Se non volete rischiare, statevene a casa. Si… sono un deficiente, ma ti dirò di più… sono anche una brutta persona… perché io… IO sono un Black Block. Anche io ero in quella manifestazione come te. Soltanto per un motivo diverso. Voglio dare segnali al governo che ci deve prendere sul serio, perché se non si tolgono dalla loro postazione, noi faremo una guerra. Dobbiamo estirpare questo male, dobbiamo creare un Italia nuova, un Italia ad incidenza zero. Un Italia anarchica ove non vi è più un governo ma un organizzazione comunale come nel medioevo. L’anarchia non è il caos come pensano i pessimisti, anarchia è libertà e possibilità per tutti e non per l’1% che ti può comprare anche l’anima. L’anarchia sta con il proletariato, con gli oppressi ed è contro il proletario, l’oppressore. Non si può attuare tutto questo con i metodi pacifisti.

    A differenza del trisnonno, il ragazzo non era affatto un pacifista, anzi, sembrava che volesse usare ogni mezzo possibile per ottenere la riuscita dei suoi scopi prefissati. La ragazza rimase ammutolita di fronte alle parole del ragazzo. Esso esponeva la sua teoria con tutta tranquillità, spostando lentamente il suo ciuffo marrone verso destra, con un gesto sbarazzino. Un silenzio di tomba avvolgeva i due amici... amici che a quanto pare conoscevano poco l’uno dell’altra. Infatti, Crystal era rimasta al ragazzino adolescenziale che voleva si cambiare il mondo, in meglio, ma non con una guerra e lui, che la conosceva forse meglio di chiunque altro, la trattava come una scema. La ragazza era si ingenua, ma non era impulsiva, ma solamente molto passionale. Ovvero una ragazza che mostrava senza censure le sue emozioni. Alla fine fu il ragazzo vestito in nero a rompere il silenzio

    . - So che non la pensi come me… ma un giorno capirai.

    Disse con un aria vagamente arrogante e un po aveva ragione, ben pochi avevano le sue abilità in logica e dialettica. Ma forse crystal era una di queste. Forse gli poteva far concorrenza

    . - La guerra… è un male, già attanaglia molti paesi, non deve attanagliare pure il nostro… anche se… con la vita che viviamo siamo sempre in guerra.

    Ormai il ragazzo aveva scelto la sua strada e con una smorfia forse superba se ne andò lasciando la ragazza con i suoi dubbi.

    - La guerra… la guerra è sbagliata a prescindere, che sia essa per motivi nobili oppure no. Le persone innocenti possono venir coinvolte. Il sangue di ragazzi sognatori invaderebbe le piazze. Hanno ottenuto qualcosa con queste esibizioni di violenza? No… hanno ottenuto che chi non c’entrava nulla si facesse del male. Si sono stati notati, ma non hanno ottenuto nulla se non denunce e problemi. Si può… fare diversamente. Non bisogna fare scontri in piazza disorganizzati. Ci sarebbero troppe vittime inutili. Un solo attacco organizzato. Un attacco al cuore del problema. Ma è anche vero che se colpisci uno solo della classe dirigente, gli altri mica si ritirano allertati.. anzi.. indi se vuoi sterminare il male… e non vuoi la guerra, devi informare le persone del netto guadagno di vita. Fidarti di loro e con esse, mettere sottosopra il sistema. Il cambiamento ci sarà e sarà apprezzato se tutti ne sono a conoscenza e d’accordo.

    La ragazza parlava da sola mentre camminava lungo una strada isolata. Tirava dei calci ad un sasso mentre cercava di mettere a posto i suoi pensieri. Il silenzio della notte era spezzato dai tipici suoni di macchine. I rombi del motore. Musica particolare per chi sa apprezzare. Camminava lungo un vicolo vuoto e buio. Lei abitava in periferia e in periferia capita di tutto. Sentì un urlo di una giovane donna rompere il silenzio della notte. La ragazza non si era ancora ripresa dalla brutta vicenda ma era piuttosto veloce. Davanti a se vide una scena raccapricciante. L’uomo stava picchiando la donna perché essa cercava invano di opporsi allo stupro. La stava picchiando selvaggiamente. Un uomo così… come può esser definito tale? Gli ricordava suo padre. Le immagini delle atroci torture che aveva dovuto subire gli tornavano in mente. Una smorfia simile ad un ringhio si manifestò nel suo volto. Si fece perdere dalla collera. Perse lucidità. Momentaneamente anche lei era diventata come le bestie che odiava. Ma almeno lei usava la violenza e la sadicità per un motivo giusto. La violenza e la sadicità era un mezzo come sosteneva il suo caro amico… perché non usarlo? Almeno una volta, per far del bene ad una persona estranea. Caricò contro il momentaneo carnefice. Lo prese per il collo e lo sbattè in terra grazie ad una mossa di Judo, dopo di che, prese la sua testa fra le gambe, gli bloccò con una gamba il braccio sinistro mentre con le mani teneva in tensione il destro. Poteva, facendo leva, rompergli il braccio e il tendine, ma si limitò a farlo svenire, grazie alla morsa delle gambe che gli aveva tolto il respiro. Viviamo in una società che insegna alle donne a difendersi dagli stupri, ma che non insegna agli uomini il rispetto ed a non stuprare. Buffo, no? La ragazza lo lasciò li mentre la vittima era scappata da un po. Forse per paura, forse per menefreghismo. Dopotutto Crystal poteva anche non farcela a sottometterlo. Era una ragazzina minuta, una a cui non daresti manco un soldo, una che non consideresti mai una minaccia. Si sentiva pentita di ciò che aveva fatto? Assolutamente no, non aveva ucciso nessuno, per adesso… ma sperava che sua madre non lo venisse a sapere. Gli avrebbe dato solo un dispiacere e lei, non glielo voleva provocare. Quella donna aveva già sofferto abbastanza. Così, la ragazza sparì all’orizzonte, tornando come se nulla fosse successo alla sua vita “normale”.


    *Wops termine dispregiativo che sta ad indicare gli immigrati, deriva da With Out Papers, ovvero senza documenti.

     
     
 
 
 
   
 
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