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Autore: titty_93    25/08/2014    1 recensioni
Leonardo Abate, salvato miracolosamente da De Silva è stato cresciuto nella fredda città russa di San Pietroburgo. All'età di 21 anni è pronto per ritornare nella sua città d'origine e pianificare così la sua vendetta...(questa storia è il continuo di squadra antimafia 5 e ha come protagonista Leo,ma verrà approfondito anche il rapporto tra Rosy e Domenico e altri vecchi personaggi della fiction).
Genere: Drammatico, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Domenico Calcaterra, Leonardo Abate, Rosalia/Rosy Abate
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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29. Faccia a faccia
 
Correva. Correva. Correva. Fin quando non ebbe più fiato nei polmoni, si fermò appoggiandosi ad un albero per aspettare la chiamata di Andrea, l'amico a cui aveva imposto di procurargli una divisa da poliziotto. Arrivò presto, ma il numero segnato sul display del telefonino era quello di De Silva.
"Che minchia vuoi?".
"Leo stai facendo una cazzata!! Andrea mi ha appena chiamato".
"Spione del cazzo".
"Ha fatto bene invece a riferirmelo. Non siamo ancora pronti, dobbiamo procedere con prudenza, bisogna avere tra le mani un piano perfetto.... non puoi rischiare che la polizia ti scopra altrimenti siamo fottuti. LO CAPISCI?".
"Filippo? Io ho già aspettato abbastanza! Adesso ti devi solo fidare di me e di quello che mi hai insegnato".
Riagganciò subito poi richiamò Andrea - "senti spione della minchia. Se non mi procuri questa cazzo di divisa ti cancello dalla faccia della terra. CHIARO?".
"Va bene Leonardo, stai calmo. Faccio presto, dove ci incontriamo?".
"In piazza Duomo".
"In mezzo alla gente?".
"Si. Destiamo meno sospetti. Poi andiamo in quella casa abbandonata che tu ci hai fornito".
 
Intanto nel covo di De Silva...
Rosy doveva fermarlo. Doveva fermare suo figlio da un possibile futuro mafioso. Se avesse cominciato ad uccidere, non si sarebbe più fermato. Come era successo a lei. E quindi doveva andare da Domenico, e dirgli dei piani di Leonardo. E non importava se questo avrebbe messo a rischio tutti i progetti di Leo e il loro rapporto, almeno lo sapeva al sicuro.
Per fortuna Rosy non era legata, ma la porta della casa era di legno massiccio e non avrebbe mai riuscito a buttarla giù. L'unica speranza era quella di scappare attraverso la piccola finestra chiusa dall'esterno. Era costruita con il doppio vetro, dopo vari colpetti con il gomito non riuscì a romperla. Prese una sedia e la lanciò fuori, forte, più forte che poteva. E il vetro andò in mille pezzi. 
"Si, cazzo, si!" - si passò una mano tra i capelli e riuscì a passare in quella piccola fessura senza farsi neanche un graffio. 
Non era incappucciata. Potevano riconoscerla subito, ogni tanto si lasciava coprire il viso dalla sua cascata di capelli lunghi e ricci. Arrivò alla stradina principale e quindi a casa di Calcaterra molto presto. Bussò alla porta con violenza. Domenico aprì la porta, e rimase pietrificato da quella visita.
"Forse sto per fare la cazzata più grande della vita mia, ma devo farlo per il suo bene" - diceva lei con il corpo piegato, le mani tra le ginocchia e il fiato corto - "devi andare subito da Veronica Colombo, Leonardo è andato li".
Domenico sembrava aver perso l'uso della voce, adesso era ancora più scosso. Sbarrò i suoi occhi verde smeraldo e in un attimo di lucidità afferrò il cellulare.
Avvertì la sua squadra.
"Ammunì allora".
"No, tu rimani qua".
"Cosa? Non ci pensare neppure a tagliarmi fuori sbirro!".
Domenico la prese per le spalle, quasi facendola male - "se la mia squadra ti vede, pensa ad arrestarti e non a Leo. Non dobbiamo avere distrazioni. Mi stai facendo perdere tempo".
Mimmo andò via, ma Rosy lo prese per le spalle - "ti prego Calcaterra, non permettere a nessuno di fargli del male".
"Puoi giurarci" - rispose e stava per chiudere la porta alle sue spalle, ma quell'istinto che sempre l'aveva dominato, lo fece fermare un attimo. Indietreggiò ed allungò le braccia per accogliere il corpo freddo e piccolo di quella madre impaurita. Restarono così per poco tempo, poi Domenico fece un passo indietro e prima di andare via baciò la fronte di Rosy.
-
Leonardo si guardava allo specchio. E non era sicuro che l'immagine che traspariva di fronte a lui, gli piacesse. Quella uniforme blu gli calzava alla perfezione. Ma non era quello che gli infastidiva, bensì lo sguardo che aveva. Non sapeva bene decifrare cosa ci fosse dietro a quegli occhi finti color celesti. Traspariva un mix strano di sentimenti : odio, vendetta, freddezza, ma anche dolore, rabbia. 
"Allora Leonardo, sei pronto adesso?" - domandò Andrea.
"Io nato pronto sono" - rispose.
Prese un passamontagna e lo introdusse in una tasta, servirà per quando avrà di faccia quella donna.  Uscì da quella casetta abbandonata e prima di aver ricevuto un buona fortuna dal suo amico, si precipitò in mezzo alla strada. In apparenza sembrava un tipico poliziotto perfetto, sorrise beffardo pensando che quella divisa non gli apparteneva minimamente. Si voltò un attimo, forse aveva intravisto una persona seguirlo, ma probabilmente era soltanto il timore di essere visto da qualcuno di sua conoscenza.
La casa di Veronica Colombo era circondata da guardie che facevano avanti e indietro. Ce n'erano due fuori alla porta principale. Non appena uno dei due lo vide gli si avvicinò, e il cuore di Leonardo si fermò di un battito.
"Finalmente sei arrivato a darmi il turno, ci hai messo tanto".
Questo era veramente un colpo di fortuna - pensò Leo che sospirò appena e finse di essere una persona serena - "scusatemi, davvero".
"Ma sei nuovo? Non ti ho mai visto?" - domandò l'altro con uno strano sguardo sospettoso.
"Si" - Leonardo rispose deciso e si nascose appena sotto a quel cappello da sbirro, cercando di nascondere i suoi occhi che per via di due lentine colorate, erano diventati azzurri.
 Leonardo e il poliziotto numero 2 rimasero fuori alla porta d'ingresso. Il ragazzo doveva trovare il modo per entrare in casa, rapire Veronica e passare per l'uscita secondaria.
"Senti io vado a controllare dentro" - la buttò li Leo. 
"Ci sono altre guardie all'interno. Strano che non lo sapessi".
Minchia. Questa non ci voleva. Ma Leonardo sapeva come uscirsene.
"Era un modo per dirti che devo andare a pisciare".
Al poliziotto scappò una risata rumorosa dopo di che incintò il ragazzo ad andare dentro.
Varcata la soglia d'ingresso, egli salutò con un gesto della mano altre due guardie. Poi si fece guidare dall'istinto. Ogni passo che faceva era un passo verso quello che aveva sperato di fare da tanti anni. Si fermò appoggiando un braccio ad una porta aperta. Veronica Colombo era seduta sul letto, di spalle, a leggere un giornale. Leonardo riuscì a vederle solamente i capelli scuri semi raccolti accennati da qualche capello bianco. 
Leo andò avanti. Procedette lentamente, con passi sicuri, senza fare il minimo rumore. Si mise in testa il passamontagna e avvicinò le labbra nascoste da quella stoffa nera, ad un suo orecchio. La donna sobbalzò dalla sorpresa - "è arrivata la tua fine Veronica Colombo".
Veronica fece per girarsi, ma il ragazzo la bloccò - "non voltarti e vieni con me".
"Chi.." - Leonardo le tappò la bocca con una mano.
"Non parlare ne gridare altrimenti ti sparo ad una gamba. Alzati! Forza! Andiamo verso l'altra uscita".
Veronica impaurita si alzò dal letto, tremava. Sentiva premere la schiena da qualcosa, era una pistola.
"Ammunì". 
Leonardo e Veronica riuscirono a distrarre una guardia dopodichè raggiunsero un sotto scala. Veronica inciampò un paio di volte, un po per paura un po per la velocità con cui il ragazzo la stava trascinando.
Sul fondo della stanza si intravedeva uno spiraglio di luce. C'erano quasi. Era finita. Non vedeva ancora l'auto di Andrea che avrebbe dovuto aspettarlo. C'era qualcosa di strano. Allora Leonardo prese un fazzoletto dalla tasca, era già preparato con una sostanza strana che avrebbe fatto perdere i sensi alla Colombo. Veronica all'inizio si oppose resistenza poi il medicinale fece effetto, crollando addosso sul corpo esile del giovane ragazzo. Nonostante il disgusto, Leo la prese sulle spalle e si diresse verso l'uscita. 
Leo si guardò attorno, ad aspettarlo non c'era l'auto di Andrea. Tutto era deserto. Un po di vento spostava leggermente alcune foglie di alberi, quel silenzio era inquietante.
Gli passò per la testa una strana idea. Veronica Colombo era svenuta, priva di sensi, e se l'avesse uccisa li? Bastava un colpo soltanto. E avrebbe ottenuto la sua vendetta. Torturarla a cosa sarebbe servito infondo? A prolungarle solamente un po di più la vita?.
Avvicinò quindi la pistola sulla schiena quando un urlo lo fece bloccare - "Non farlo ti prego".
Calcaterra era di fronte a lui, con la pistola abbassata. Attorno a lui si formarono una cerchia di poliziotti in azione. Erano vicini. L'uno contro l'altra.
Domenico lo guardò negli occhi e credette di farlo per la prima volta.
"Ti prego Leonardino, abbassa la pistola. Consegnami Veronica e ricominciamo da capo" - il tono con cui parlava Calcaterra sembrò addolcire anche il ragazzo che nascose le lacrime sotto al passamontagna.
"NO" - urlò Leo in un impeto di follia - "se ti avvicini l'ammazzo. Ammazzo tutti" - diceva mentre puntava la pistola agli uomini che aveva di fronte.
Domenico mise le mani avanti voltandosi un attimo- "non sparate per nessuna ragione al mondo, chiaro?".
"Calmati Leo, ti prego" - Domenico si avvicinava sempre di più a Leonardo. A quello che aveva ritenuto sempre suo figlio per tutti questi anni. L'aveva rimpianto, sognato, desiderato per troppo tempo. Ed adesso l'aveva li di fronte, ad un passo da lui. 
Era cambiato. Un altra persona. Ma in quella finta sfumatura azzurra Domenico, giurò di riconoscere quel bambino che giocava con lui, in quella casa protetta.
"Io non mi calmo una minchia fin quando non l'avrò portata fuori da qui".
"Non condannarti ad una vita d'inferno. Fermati finchè sei tempo".
"Non posso. Non avvicinarti. Se ti avvicini ammazzo lei e anche uno dei tuoi!".
"Non ne saresti capace".
"Vuoi vedere?".
Leonardo stava per dare il colpo di grazia a Veronica, ma qualcun altro decise di aprire il fuoco. Proveniva da un auto, a guidarla c'era De Silva. Alcuni uomini caddero atterra.
"Avanti vieni" - urlò Filippo e in poco tempo Leonardo con in braccio Veronica lo raggiunse.
"Non sparate!!!!!" - gridava Domenico.
"Arrivederci" - rispose Leonardo mentre l'auto sfrecciò presto via.
 
Rieccomi dopo più di due settimane xD. Penso che siamo arrivati a metà della storia più o meno. Leonardo anche se con grande difficoltà, è riuscita a rapire Veronica Colombo. Adesso secondo voi..cosa le farà? E poi Domenico capirà che Leonardo non è altro che l'amico di Carmen? Il 30 capitolo vi aspetta la settimana prossima!!! 
  
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