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Autore: Theautumncolours    26/08/2014    1 recensioni
Mike è stato costretto a vivere i suoi anni da bambino e da adolescente tra le critiche dei suoi coetanei, dovute al comportamento piuttosto strano che assumeva durante la giornata.
Aveva l’inverno dentro e l’autunno fuori che a volte si ostinava a diventare primavera, l’estate non c’era mai stata per lui, non l’aveva mai conosciuta, si considerava semplicemente un libro che non poteva essere interpretato da una persona qualunque ma bensì solo da chi era capace di osservare le sue pagine lievemente stropicciate.
“Mi hanno sempre detto di accettare le persone così come sono, in qualsiasi luogo mi trovassi, in fondo rimarranno sempre quelle e non si può pretendere che cambino per te e nessuno crederà mai in te stesso se non sei tu il primo a farlo.
Ma come si può accettare se stessi per piacere davanti agli occhi degli altri?"
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti
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Sfrecciavano come grossi siluri le ruote enormi della Land Rover, l’asfalto aderiva perfettamente ad ogni chilometro sotto quelle ruote, era un normale giorno come tutti gli altri, cielo imbrunito fresco e ventilato, destinazione incognita e provvisoria, prescelta in partenza esclusivamente dalla signora Raynolds. L’aria in macchina era abbastanza cupa e pesante, l’unico spazio aperto da cui circolava un raggio di vento era il finestrino appannato ed opaco di Mike, appena riscaldato dal calore del sole discendente e debole, esigeva spesso d’aria fresca sul viso per prevenire mancanza di ossigeno ai piccoli polmoni. Il silenzio ignaro era cosciente di essere l’unico fragoroso rumore, al di la degli sguardi penetranti di Anne in contrasto con gli occhi gettati su qualche sperduto sentiero che accoglieva un gruppo di alberi, a distanza di pochi metri in lontananza ed il vetro retrovisore in superficie che rispecchiava il viso imbronciato del ragazzo, il quale era perfettamente capace di non incrociare minimamente nemmeno per errore quello sguardo oppressivo femminile, come d’abitudine teneva da sempre un gomito appoggiato all’interno del bordo dello sportello, il viso chinato ad una direzione intermedia fra le montagne crescenti al di fuori del vetro e l’asfalto decorato da pozze d’acqua piovana del giorno precedente e il corpo fermamente adagiato sul proprio sedile di cuoio, in seguito, spostando appena lo sguardo accigliato verso destra, seguiva Abby, che lasciandosi trasportare dal soffio d’aria fredda carico di pioggia non finiva di fissare furiosamente le ore segnate sul Nokia 5500 che passavano lente ad ogni occhiata furtiva, inconsciamente dopo un numero di occhiate le girava la testa e posava anch’ella il viso direzionato verso il paesaggio esterno. Nessuno di loro s’azzardava ad irrompere il silenzio ingenuamente rilassato. Neppure un vago sospiro di troppo. Le dita tese della donna sul volante, lo sguardo imperterrito del maresciallo al suo fianco, il filo di vento rapido che circondava la Land Rover ed i consueti pensieri vari sulla destinazione cui avrebbero dovuto passar le vacanze i due ragazzi, come una famiglia spensierata normale. Tutto ciò era la descrizione che aveva delineato l’interno di quell’auto. Tutto ciò era più che normale dinanzi agli occhi di Mike, ma quella donna al volante no. Quella donna nascondeva qualcosa di troppo tranquillo nel suo respiro. L’auto durante i viaggi, era l’unico posto in cui i quattro erano imposti a rintanarsi tra di loro, Mike e Abby tenevano in teoria sempre le giuste distanze fra un posto occupato e l’altro per una semplice tranquillità personale, in quel modo riuscivano sempre ad ottenere il giusto spazio in eccesso per distendere le gambe e chiudere gli occhi sino alla fine del percorso, il cui sottofondo veniva accompagnato dalla canzone della giornata che il giradischi aveva imprigionato ad Abby nella sua testa la quale canticchiava timidamente fra sé e sé, quindi grazie a lei potevi facilmente accennare qual era la novità che era stata trasmessa di lì a poco in tutti i diffusori acustici; in quel momento come i tanti farfugliavano mille pensieri sfumati nella testa del ragazzo, il suo sguardo si concentrava in un punto fisso della catena di montagne bagnate dalla tempesta, offuscate dalle gocce di pioggia e imbrunite dal manto del cielo ricoperto di nuvole bianche opache, per lui era un bellissimo quadro dipinto dalla natura che esprimeva il suo stato d’animo. Si affrettò a chiudere il finestrino della Rover imperlato di acqua e si godette quel panorama ad occhi semichiusi.
   
 
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