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Autore: MaryMatrix    19/09/2008    4 recensioni
In passato li abbiamo visti lottare per le loro vite.
In passato li abbiamo visti compiere azioni rocambolesche.
In passato li abbiamo visti sorridere. Combattere. Uccidere.
Adesso è il passato che li vuole.
Perché forse
le loro azioni
non sono state
quello che sembravano.
ANNA, la ragazza forte e orgogliosa.
GEREMIA, il bellissimo ragazzo che ha rischiato la vita per farla ricca
STUB, il killer che l'ha salvata.
E' il passato che li pretende.
E' il passato che li chiama.
E' il passato che li avrà.
Genere: Romantico, Azione, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 14

O Fortuna

      ... and a bottle of rum!

 

Capitolo 14:
La scelta di Antonella

Stub correva in direzione della nave. Noah e Anna erano dietro di lui, ma non faceva caso a loro. La sola cosa a cui pensava in quel momento è che probabilmente sua madre a quell'ora era già sulla nave. Che dopo anni e anni finalmente avrebbe potuto riabbracciarla.
Era entusiasta. Finalmente avvistò lo William, la nave dove sarebbe avvenuto l'incontro da lui tanto atteso. Gli sembrò che brillasse di luce propria. Anche perché, notò, di altre luci non ce n'erano.

Si fermò all'istante. Per quale motivo non ce n'erano? Anna e Noah si fermarono accanto a lui. Lo sguardo di Noah si fece preoccupato. - Come mai non c'è nessuno a bordo? -.

I tre indietreggiarono. Quella cosa puzzava loro di trappola. - Qualcuno deve andare a vedere. - Anna disse la sua opinione. - Uno solo. In modo che gli altri sappiano se c'è qualcosa che non va. -.

- Vado io. - si offrì Stub.

- No. - si oppose Noah. - Tu eri già debole prima. Adesso hai combattuto e lo sei ancora di più. Se davvero è successo qualcosa non sarai in grado di difenderti. -.

Non diede tempo ai due di replicare, si avvicinò alla nave e infine salì a bordo.
La prima cosa che Noah vide furono delle armi sparse sul ponte, qualche vetro rotto, l'albero maestro rovinato. Provò ad entrare dentro e vide che quasi tutto era distrutto. Come un fulmine spalancò quella che era la camera di Anne e Mary. Semi-distrutta pure quella, con ancora qualche traccia ancora fresca di sangue. 
"Che il diavolo mi porti se non è successo qualcosa qui dentro" pensò.
Quindi uscì di nuovo. E vide una donna legata e imbavagliata in un angolo del ponte che lo guardava scotendo la testa, come se avesse voluto dirgli di andar via.

Noah fece l'opposto. - Isabella! - esclamò mentre si precipitava a liberarla. Le tolse il bavaglio.

- NO, NOAH! - urlò anche se ce lo aveva vicino. - NOAH VA' VIA!! E' UNA TRAPPOLA!!! -.

- Va tutto bene. - tentò di rassicurarla lui.

- VATTENE VIA! - urlò.

Le sue grida si sentivano anche dal luogo dove si erano appostati Anna e Stub. Quest'ultimo non faticò a riconoscere la voce di sua madre.

Dopo ciò un rumore di uno sparo echeggiò nell'aria. Accompagnato da un urlo di donna. - AAAAAAH! -.

Stub non ci vide più e cominciò a correre verso la nave. - MAMMA! - stava urlando. - MAMMA! -. Anna gli correva dietro e riuscì a raggiungerlo, spingendolo per terra. Rotolarono per un po', mentre Anna gli tappava la bocca. Stub in tutta risposta le morse la mano. Anna riuscì a ribaltarlo. Era sopra di lui e gli mollò un cazzotto in faccia e una ginocchiata nello stomaco. Quest'ultima mossa di Anna gli aveva mozzato il fiato.

- Mi dispiace. - gli sussurrò all'orecchio. - Ma era l'unico modo per farti stare in silenzio. - si alzò, dando così la possibilità al ragazzo di respirare. Fu in quel momento che si accorse della lunga ferita da arma bianca che gli aveva squarciato la camicia e buona parte della carne sotto di essa. Perdeva ancora sangue.
Durante la corsa nel buio non l'aveva vista. Lui era troppo avanti.

- Sei ferito! - esclamò.

- Questo? - Stub rialzandosi indicò la ferita. - Non è niente. - aveva un tono di voce neutro. - Sono abituato a ferite peggiori. -.

- Lo spero per te. - fece una voce alle spalle di Anna. Mary era arrivata.

Aveva sentito gli spari e aveva visto Anna e Stub dileguarsi... li aveva seguiti, per capire quello che stava succedendo. - Dov'è Noah? - la sua voce si incrinò appena.

Stub la guardò negli occhi, mentre Anna abbassò lo sguardo. La notizia arrivò a Mary dritta come un colpo di pistola. Spalancò gli occhi come se fosse stata colpita in pieno cuore. E lo era stata. Il suo respiro si fece più affrettato che mai. - Che... cosa... è successo? - sillabò.

- Hanno attaccato la nave. - spiegò Stub, mantenendo un tono di voce freddo e distaccato. - C'era silenzio quando siamo arrivati e Noah è andato a controllare. Ho sentito uno sparo e la voce di mia madre gridare... - fece una pausa. - Non so chi sia stato colpito. - non sapeva chi fosse ma dal tono di voce si capiva che sperava fosse Noah.

A quelle parole Mary sembrò ricominciare a respirare regolarmente, avendo finto di non accorgersi della speranza di lui. Stub si alzò, lasciando dietro di sé una scia di sangue. - Appunto per questo adesso vado a vedere chi è il vigliacco che ha fatto una cosa simile. -.

- Davvero non ci arrivi da solo? - domandò Anna sarcastica.

Mary guardò Anna, capendo a chi si stava riferendo la ragazza. - Probabilmente hai ragione, è stata Lavinia. Ma tu. - e indicò Stub. - Non andrai da nessuna parte adesso, se non nella locanda. -.

Stub scosse la testa. Non se ne sarebbe stato fermo in quella situazione. Voleva vendicare il brutto tiro che gli avevano giocato. Superò Mary diretto alla nave, quando la voce di lei lo raggiunse. - Ti avevo detto anche questa sera di stare sulla nave. Tu hai voluto fare come più ti importava e adesso tu sei ferito e non hai rivisto tua madre. Sulla nave la tua pistola avrebbe potuto essere utile al momento dell'attacco. - Stub si voltò per guardare il suo sguardo severo. - Non mi interessa se tu nel tuo mondo sei un famoso killer. Questo non è il tuo mondo. Quindi smettila di fare l'eroe e una buona volta fai quello che ti dico. Perché altrimenti non ne uscirai vivo. E come te neppure tua madre. -.

Anna guardò Mary ammirata. Di solito le persone non si rivolgevano con quel tono a Stub, perché pensavano che fosse pronto a ucciderli. Solo Anna aveva fatto un'eccezione e infatti tutti si chiedevano come mai fosse ancora in vita. Ma neppure quella volta lui sembrava intenzionato a far del male alla pirata. Anna conosceva fin troppo bene lo sguardo che aveva sulla faccia in quel momento: lo sguardo di chi decide di passar sopra un'offesa ma non la dimentica.
Dal canto suo l'espressione di Mary era indecifrabile. Si avvicinò a Stub e l'aiutò a sorreggersi. Quindi cominciarono a dirigersi verso la locanda che avevano lasciato.

Mary non salutò nemmeno. Appena entrò lei si diffuse il silenzio. - 1 camera! - esclamò. - Per 3 persone. E un medico. Subito. -.

Le parole di Mary erano come ordini per loro. Scattarono tutti, chi per darle le chiavi della camera, chi per chiederle cosa era successo, chi per andare a chiamare un dottore.
Anna aprì la porta della camera. C'erano tre letti, uno matrimoniale e uno singolo, non molto grandi in realtà. Proprio sotto la finestra che dava sul cortile interno c'era un piccolo scrittoio e accanto ad un armadio in legno trovavano posto 3 sedie. Era semplice, un po' spartana forse, ma c'era l'essenziale. Mary aiutò Stub a stendersi sul letto singolo tamponando il sangue con un asciugamano. Dopo nemmeno 10 minuti era arrivato il medico. 

Nella stanza c'erano solamente loro 3 più il medico. Anna sedeva accanto a Stub, aiutando il medico.
Stub aveva la testa appoggiata sul cuscino, con gli occhi vitrei, persi nel vuoto. Anna non poteva percepire i suoi pensieri: il suo sguardo era freddo, distaccato. Mentre il dottore ricuciva la ferita non emise un solo gemito. Non fu percorso da brividi di dolore. Anna avrebbe giurato che fosse morto se non fosse per il fatto che le stava stringendo la mano.

Come faceva ad essere così impassibile? Forse era sua madre quella a cui avevano sparato... e lui era immobile, respirando addirittura in modo impercettibile. Calmo. Che fosse la calma della rassegnazione? Anna ne dubitava... gli occhi di lui erano troppo inespressivi per essere rassegnati. Anna pensò che stesse guardando Mary. Provò a sollevare lo sguardo da lui alla pirata.

Mary era accanto alla finestra, appoggiata al muro con la spalla destra, che guardava in direzione del forte. I suoi occhi invece erano colmi di una malinconia che Anna non pensava Mary potesse provare... evidentemente la donna poteva.

"Perché?" si stava chiedendo Mary "Perché di nuovo? E' una maledizione la mia. Una maledizione che mi insegue da prima che nascessi. Noah... non ti accadrà niente... te lo prometto". Ma per la prima volta nella sua vita Mary non sapeva come mantenere una promessa fatta.

oO0Oo    oO0Oo    oO0Oo    oO0Oo    oO0Oo    oO0Oo    oO0Oo    oO0Oo    oO0Oo    oO0Oo    oO0Oo    oO0Oo    oO0Oo    oO0Oo    oO0Oo    oO0Oo

Plic. Ploc. Plic. Ploc.
Era una delle tante gocce d'acqua che cadeva nella prigione e che Sveva stava osservando. Non era mai stata dietro a delle sbarre: aveva paura, ancora una volta nella sua vita. Si odiava per questo.

Cercava di non sentire Isabella che piangeva perché ancora non aveva rivisto sua figlia. Anne cercava di consolarla, ma non poteva capirla fino in fondo: lei non aveva figli. 
E se Allison non faceva altro che urlare minacce dalle sbarre, privata di ogni sua arma, propria e non, Antonella sedeva accanto a queste persa nei suoi pensieri... non era difficile intuire a chi stesse pensando in quel momento. Poteva capirla... anche lei era in ansia per Federico.
Nell era persa nei suoi ricordi... Mary le aveva consigliato di dirlo subito a Geremia. Mary aveva ragione e Nelly si diede della stupida per non averlo fatto prima, per non averle dato retta. Il suo cervello in quel momento era una nave che affondava in sentimenti contrastanti: da una parte la rabbia contro sé stessa per non aver previsto il fatto che avrebbero tentato un agguato prendendoli tutti in gruppi separati com'era successo; era in ansia per Geremia; e come se non bastasse cercava il modo per uscire di lì.
E che ne era di suo cugino? Avevano preso anche Stub infine?
Pensava che tutto quello stava succedendo per Anna. Per colpa sua. E odiò lei per questo.

Proprio in quel momento qualcuno scese le scale fino alle prigioni. Era una guardia. - Chi di voi è Antonella? - domandò.
Nessuna di loro rispose. Nessuna di loro voleva tradire Antonella, e lei non aveva nessuna voglia di andare con la guardia, in qualunque posto avrebbe voluto portarla. Solo quando prese il fucile e minacciò di sparare su Allison, lei si decise ad alzarsi.

- Finiresti per farti male con quello. - disse alla guardia, indicando il fucile. - Rimettilo a posto. -.

La guardia aprì la cella giusto per farla passare. Nemmeno Allison fu più veloce di lui a tentare di liberarsi. Dopodiché l'uomo tirò uno schiaffo ad Antonella. 

- Nessuno mi dice quello che devo fare, ragazzina. -.

Ma quelle parole gli costarono un pugno nel costato, che giunse da Antonella con precisione. Peccato che la guardia indossasse quella che poteva definirsi una cotta di maglia in piena regola. Antonella si massaggiò le nocche e si pentì di quell'azione azzardata, perché la guardia, arrabbiata l'afferrò per i capelli.
Antonella dovette ammettere che era bravo: presa in quel modo nemmeno lei poteva fare qualcosa. Quindi si lasciò condurre su per le scale, sospirando.
La guardia la stava conducendo per i corridoi del forte, e lei stava memorizzando ogni singolo corridoio: credeva di aver addirittura individuato l'uscita.
Quindi arrivarono in una specie di salotto. La guardia le disse di sedersi sul divano e di restare lì, quindi la lasciò sola.

Antonella a quel punto avrebbe potuto scappare, ma non era nuova del mestiere e poteva dire quasi con certezza che in quel momento c'era almeno una persona ad osservarla tenendola d'occhio.
Infatti poco dopo la porta si aprì. Antonella non si voltò per vedere chi fosse ma aspettò che la persona si mostrasse. Lavinia.
La ragazza si sedette sul divano accanto a lei. Poi sorrise.

- Ciao. - la salutò.

Antonella non ricambiò il suo sguardo, quindi Lavinia continuò. - Tu lo sai perché sei qui? - non si aspettava davvero una risposta. - Sei qui perché io voglio Anna e con lei la mia eredità. -.

Antonella non avrebbe voluto farlo, ma pensò che Lavinia avesse ragione: era tutta colpa della rossa.

- A me non interessano quei pirati e soprattutto non mi interessa Woodes Rogers. Sono solamente dei mezzi per arrivare a quello che davvero mi interessa. Purtroppo però questi due mezzi si sono rivelati inutili. -.

Antonella cominciava a capire dove voleva andare a parare. - Vuoi che uccida Anna? -.

Lavinia scosse la testa. - Assolutamente no. - rispose. - Vedi Antonella, sto preparando da mesi la mia vendetta su di lei... non permetterei mai che morisse prima di essermi vendicata. - sorrise selvaggiamente. - Voglio che tu me la porti viva. -.

Antonella sostenne il suo sguardo: mai come in quel momento era stata seria e professionale. - Che succederebbe se non accettassi? -.

- Io vi ho in pugno. Rogers non vuole altro che uccidervi tutti, pirata. -.

- Ci ucciderai lo stesso, Lavinia. Lo sappiamo bene tutte e due. -.

Lavinia scoppiò a ridere. - No. Non lo farò. Ma se tu non lo farai non solo finirete impiccati ma ci sarà anche qualcuno che la pagherà cara prima di morire. Due certi ragazzi... uno di loro è biondo, l'altro invece fa il killer... li conosci? -.

Nelly scattò in piedi a quelle parole. - Non torcerai un solo capello né a mio cugino né a Geremia. -.

- GUARDIA! - chiamò Lavinia. La guardia entrò subito.

- Agli ordini. -.

- Il prigioniero Geremia nella camera delle torture... -.

Antonella si rimise seduta. - Hai vinto. - si arrese alla fine, guardando Lavinia con puro odio. - Che devo fare? -.

oO0Oo    oO0Oo    oO0Oo    oO0Oo    oO0Oo    oO0Oo    oO0Oo    oO0Oo    oO0Oo    oO0Oo    oO0Oo    oO0Oo    oO0Oo    oO0Oo    oO0Oo    oO0Oo

Anna si era infine addormentata. Stub invece era rimasto sveglio e alle prime luci dell'alba decise di alzarsi: non aveva senso per lui continuare a stare sveglio. Osservò Anna, che persino mentre dormiva manteneva la sua aria imbronciata. La luce rosata del sole illuminava i suoi capelli rossi, sparsi sul cuscino.
Stub non poté far altro che sorridere a quella vista: sapeva perfettamente che Anna odiava essere svegliata dal sole in quel modo. Tra poco si sarebbe svegliata, sarebbe stata di pessimo umore. Era proprio in una lontana giornata in cui lei era di pessimo umore che l'aveva incontrata per la prima volta. Ancora non sapeva chi fosse.
Proprio in quel momento vide che Mary aveva gli occhi aperti.

- Buon giorno. - la salutò.

Mary lo guardò senza ricambiare il saluto. Si alzò e afferrò le lettere che aveva preso dall'ufficio di Rogers dalla tasca dei pantaloni, poi fece spallucce. - Io vado ad ordinare un po' di colazione. - lo informò. Aprì la porta e si voltò verso di lui. - Leggi la lettera. -.

Dopodiché lo lasciò solo, con Anna che cominciava seriamente ad agitarsi nel sonno. Stub si sedette accanto a lei, fissando le lettere. Sapeva dove Mary le aveva prese. Ne aprì una e cominciò a leggerla.

Grazie per avermi avvertita che mia cugina e Stub stanno per raggiungere il passato.
Come sai, Branzetti, essendo del futuro posso fare ritorno quando voglio nel luogo che usato come porta nel passato... quindi sonderò un po' il relitto dello William per fare in modo che arrivino qui nel passato. Metterò un mantello, nessuno mi riconoscerà.
Avremo la nostra vendetta.
Lavinia.

Quella lettera spiegava molte cose. Stub provò una strana sensazione nello scoprire che era stata Lavinia a salvarli dagli squali quel giorno, anche se sapeva che lo aveva fatto perché aveva in serbo per loro qualcosa di molto peggiore.
Era inoltre era evidente che Rogers faceva controllare Lavinia molto bene se addirittura faceva copiare le lettere che lei scriveva. Probabilmente c'erano anche quelle che aveva scritto Branzetti in risposta, ma non ebbe il tempo di leggerle.

- Sole... - gemette la voce di Anna.

Stub sorrise. - Svegliati. -.

Lei si voltò dall'altro lato, per poi strofinarsi gli occhi con le mani. Ma il sole era più forte di lei... sospirando aprì gli occhi, voltandosi di nuovo verso Stub e la finestra.

- Ciao. -.

- Ciao. -.

- Che cosa sono quelle lettere? -.

- Dopo le leggerai. -.

In quel momento la porta si aprì. Era Mary. Con la colazione.

 

 

 

 

L'angolo della Matrix
Mi dispiace immensamente per il ritardo... è stato a causa del rientro a scuola e dei compiti delle vacanze da terminare. :(

Comunque spero che questo capitolo vi sia piaciuto, anche se lascia abbastanza in sospeso... tra poco comunque tornerà nuovamente l'azione.

Comunque vorrei porvi una domanda... ma di Sveva e Federico ve lo aspettavate o no? Perché alcune di voi se lo aspettavano, altre no... *me confusa*

Per adesso mi limito a fare i ringraziamenti :)

  • BabyzQueeny: sono contenta che ti siano piaciute quelle parti. Mi sono divertita molto a scriverle. xD Eh, sì, Federico è uno che sa come consolare. xP. Spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo. Bacione!!

  • myki: eroina no. Troppe eroine altrimenti... Riunirsi con Stub hai detto? Povera, piccola, ingenua Martina... credevi davvero che avrei reso le cose così semplici? xD Guarda che avere una cosa in comune con Stub è una bella bellissima cosa!! Sei una tosta!! Spero che questo capitolo ti piaccia. Bacione!!

  • DamaArwen88: beh, il kite è uno dei tratti che contraddistingue Anna, un po' come la mitragliatrice tascabile per Stub. Quanto a Rogers mi dispiace deluderti ma non muore... non posso cambiare i fatti storici in questo modo. Allison e Tom avranno modo di farsi valere più avanti... ma tu li vedresti bene insieme? Bacione!!

  • Lallix: la storia di Mary e Bonn ci sarà nel prossimo capitolo. Spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo. Bacione!!

A presto, spero...

@matrix@


 

 

 

 

  
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