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Autore: Katia R    27/08/2014    8 recensioni
Rimandiamo sempre le cose al domani... Ma se il domani fosse troppo tardi?
(written with Fanny [sciokkyhuddy])
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Time - OS - Fanny&Kat
A Fanny&Kat story (PIW)



Nella vita di tutti i giorni cerchiamo la forza di andare avanti. Paure e ansie sono una costante, la ferita una nemica perfetta. Guardiamo troppo avanti quando le cose più importati le abbiamo vicino a noi. Sogniamo quello che non abbiamo perché quello che abbiamo non ci basta. Siamo degli eterni scontenti in bilico tra rimpianti e nostalgie. Ci hanno detto che la vita è il dono più prezioso del mondo e che va vissuta fino in fondo, ma essa in realtà è solo un grande imbroglio.

Chi sono? Da dove vengo?
Qual è il mio posto nel mondo? Le domande che affliggono gli esseri umani sono infinite e tutte uguale, legate da un filo invisibile ma indissolubile. Tutti ci affanniamo per cercare quello che gli altri hanno e che noi non avremo mai, ci logoriamo dall'interno per cercare di conquistare quella felicità tanto desiderata e viviamo come vagabondi alla continua ricerca di noi stessi. Ma cosa significa felicità? Cosa significa cercare un nostro posto nel mondo? Il nostro mondo è un luogo familiare, un luogo dove potersi sentire a casa, amati e protetti. La felicità è una sensazione strana, meravigliosa, a cui ancora nessuno è riuscito a dare veramente una spiegazione.
Perché quando stai volando alto c'è sempre qualcosa che ti tira giù nel profondo degli abissi? Perché dopo il sole c'è sempre una tormenta pronta a scatenarsi in modo devastante?
La vita è un mistero e ancora più misteriose sono tutte le situazioni che l'accompagnano. Cosa dobbiamo fare? Vivere.
Vivere il nostro oggi, il nostro presente, scoprire noi stessi, correggere i nostri errori perché oggi possiamo essere chi desideriamo senza lasciarsi tormentare dal dolore, dal passato e dall'incertezza del futuro.
Chi sono io?
Sono quell'attore incredibilmente affascinante, dolce e sensibile o l'attore egoista e vendicativo?
Sono il burattino o il burattinaio?
Sono il lupo o l'agnello?
Sono quello che aiuta gli altri o quello che usa gli altri per sentirsi meno solo?
Sono uno, sono tutti o sono nessuno?
Sono ancora quell'attore che prova a migliorare il mondo?
Sono ancora quell'attore che con il cuore in mano era pronto ad un futuro con lei, a quell'amore incondizionato?
Qui davanti all'immensità di questo tramonto canadese ho bisogno di capire. Tutti ne abbiamo bisogno.
Chi saremo e dove andremo ma in primis... chi siamo e da dove veniamo.
Ho sempre concordato sulla frase “Dove c'è amore si trova la mia casa”. E allora perché non mi sento a casa? Perché non mi sento amato?
Quel che so è che sono una vittima, vittima della solitudine, vittima di lei, vittima di questa vita da divo piena di maschere e ipocrisia.
Dov'è quella mano tesa pronta a salvarmi che dicevi di essere? Forse sono solo io quello che può curare le mie ferite? Morire per rinascere, distruggere per ritornare a costruire.
Nascondersi dietro ad un “addio” quando tutto quello che vorresti dire è semplicemente “Resta con me”.
Lottare contro quella parte di me stesso che si nasconde. Odiare. Odiare lei, ma odiare lei significa odiare l'altro riflesso di me stesso così come amare lei significa amare il meglio di me.
Pensieri confusi, domande universali a cui solo il tempo darà risposte.
Tempo.
Tempo che corre velocemente, tempo che cambia le carte e ti lascia a guardare la vita che sognavi, passarti davanti, portata via da qualcun altro.
Tempo di promesse e tempo di ricordi.
Tempo per dimenticare e andare avanti.



-Ehi, zio!- la voce di sua nipote lo allontana da quei pensieri che non gli danno pace. Le sorride e con un braccio l'avvolge le spalle stringendola al suo fianco. Si perdono entrambi a contemplare il paesaggio oltre quella vetrata.
-Zio... ti fa male?- chiede la ragazzina.
-Che cosa tesoro?-
-Il cuore...-
Nathan trattiene il fiato per un secondo, poi con lo sguardo perso nel vuoto le risponde.
-Promettimi una cosa. Quando avrai la mia età... sii felice. Creati una famiglia stupenda con dei bambini adorabili che corrono per casa. Trova un uomo che ti ami e lotta per quell'amore qualunque siano le conseguenze. Me lo prometti?-
-Zio... è per via di Christina? Non hai lottato per lei?- lui si volta verso di lei e si inginocchia per essere alla sua altezza. La guarda negli occhi e stringe le mani sulle sue spalle.
-Tesoro promettimi che per il vero amore lotterai con le unghie e con i denti e se lui appartiene ad un'altra non ti fermerai, non esiterai a fargli sapere cosa senti. Mostra sempre la parte migliore e più vera di te e digli che lo ami con tutto il cuore...-
-Zi- - non le fa finire la frase perché l'avvolge improvvisamente in un abbraccio disperato.
-Promettimelo- ripete.
-O-okay- c'è un attimo di silenzio racchiuso in quell'abbraccio -Zio... lotta per Christina se la ami. Sembra una ragazza a posto, stavate bene insieme...-
Sorride amaramente e accarezza dolcemente la guancia della nipote. L'ingenuità di quella ragazza davanti a lui gli scalda il cuore. Come potrebbe dirle che lei aveva scelto un altro? Che lei lo aveva tradito? Ma soprattutto... come potrebbe dirle che il vero amore di cui parlava non aveva nulla a che fare con Christina?
Non risponde. La prende solo per mano avvicinandosi alla porta, guardandola sorridendo -Andiamo che ho una fame da lupi! Prima che la nonna ci lasci a digiuno!-



Nathan paga il taxi ed entra nel bar di Bob, amico di vecchia data, come ogni sera.
Si trascina dentro il locale, la sua sedia, nonostante la ressa nel bar, è libera, quasi come se lo stesse aspettando. La musica risuona troppo alta per i suoi gusti, il mal di testa che lo accompagna da qualche giorno non gli da pace. Si dice che il tempo allevia il dolore, eppure per lui il dolore è sempre presente e costante. Dolore per cosa poi? Per chi?
Miglia e miglia tra loro e la sua presenza è sempre accanto a lui, ne sente il profumo nell'aria mentre cammina, inaspettatamente, la ritrova nei gesti di chi gli sta attorno. Lei c'è sempre.
Si siede pesantemente sullo sgabello abbassando il cappellino sul viso.
Bob si avvicina pulendo il bancone -Ehi amico! Ti do il solito?- chiede sorridente.
-Si, doppio questa volta, Bob- disse lui sospirando. Bob glielo prepara senza fare commenti, guardandolo di sottecchi. Di norma il suo amico è più chiacchierone e più allegro. Posa il bicchiere davanti a lui e continua ad osservarlo.
-Cosa?- chiede Nathan sentendosi osservato.
-Beh, dimmelo tu “cosa”- dice l'amico inarcando un sopracciglio -Di norma faccio fatica a farti smettere di parlare e oggi sei taciturno...-
-Sto bene- dice Nathan scrollando le spalle -Tu piuttosto, che è successo ai tuoi capelli!? Hai avuto un incontro ravvicinato con la presa della corrente?- chiede sorridente al barman, prendendo il bicchiere di fronte a lui e finendo il contenuto con un solo sorso. Prende fiato mentre un leggero bruciore in fondo alla gola inizia a pizzicare.
Indica il bicchiere per farselo riempire di nuovo.
-Oh no, amico. So cosa stai facendo! Stai cercando di sviare il discorso e fingere che non hai nulla ma ti conosco da abbastanza tempo per dire che nascondi qualcosa!- si ferma un attimo e gli riempie il bicchiere -E per la cronaca: i miei capelli stanno benissimo!-
-Se lo dici tu, Elettroman!- sorride buttando giù anche il secondo bicchiere. Tiene il bicchiere in mano e fa ruotare il ghiaccio al suo interno, e continuando a fissarlo -Sto bene. Davvero. È solo stanchezza. Sto viaggiando a destra e sinistra con questo dannato mal di testa che non mi da pace...- dice poggiando il bicchiere, battendolo una volta per farselo riempire nuovamente.
Bob gli lancia un'occhiataccia -Come sei arrivato qui?- chiede -Perché non ho intenzione di farti uscire da qui completamente ubriaco! Tu non bevi mai così tanto, Nate... Non raccontarmi altre balle. Preferisco tu sia sincero dicendomi che non vuoi parlarne anziché inventarti cazzate!-
-Ogni tanto si può trasgredire le regole. Regalarsi un po' di brio senza pensare alle conseguenze. Il guaio, amico mio, è che passiamo troppo tempo a pensare e poco ad agire...- così dicendo oscilla di nuovo il bicchiere per farselo riempire.
-E il tuo modo di agire è mandare giù bicchieri di alcool, ragazzo!?- Nathan si gira verso la voce che ha parlato -Non credo di conoscerla- dice inarcando un sopracciglio.
-Non ha importanza chi sono. Ma bere non mi sembra un buon modo di agire. Qualsiasi sia la cosa che non riesci a mandare giù... non andrà via con bicchieri di alcool- Nathan si sofferma ad osservarlo. È un uomo sulla sessantina, leggera barba e occhi chiari.
Nathan sorride e manda giù l'ennesimo bicchiere che Bob gli aveva riempito -Ehi, Bob... dai al mio amico qui a fianco quello che vuole... offro io!- esclama.
-Ti ringrazio, figliolo- dice l'uomo sorridendo dolcemente.
-Un bicchiere condiviso è più leggero che gustarselo amaramente da soli...- dice Nathan scrollando le spalle.
Bob prepara il drink per l'uomo e un altro per Nathan. Li poggia davanti a loro e l'uomo si gira verso di Nathan per far tintinnare i loro bicchieri -Al tempo perso a pensare troppo...- dice Nathan amaramente. L'uomo lo guarda -Al tempo che possiamo recuperare...- Nathan ridacchia amaramente -Il tempo non si recupera. Il tempo quando è perso... è perso- dice alzando il bicchiere verso l'uomo -Alla tua salute, amico- fanno tintinnare di nuovo i bicchieri e buttano giù il contenuto tutto d'un fiato.
-Dio, neanche mio nonno parla così!- esclama Bob -E lui ha 85 anni, ne ha di cose di cui lamentarsi! Del tempo perso specialmente...- poggia le mani sul bancone e guarda Nathan.
-Perché io non dovrei!? Sono sulla strada per i cinquanta, tra qualche anno arrivano, e non ho una famiglia dalla quale tornare a casa! Non ho una moglie, non ho figli... Ho tante donne che mi vorrebbero ma nessuna che mi ama come vorrei essere amato e soprattutto nessuna che io ami abbastanza da pensare ad un futuro insieme! Quindi si... Si, ho di cui lamentarmi!- sbotta Nathan.
-Ragazzo mi stai facendo venire la depressione!- esclama l'uomo accanto a lui -Sei giovane e se vuoi qualcosa vai e prenditela! Non arrivare alla mia età pieno di rimpianti...-
-Come se fosse facile... non tutto ha una soluzione come nei film- dice Nathan giocando con il ghiaccio nel suo bicchiere -Nei film la donna che ami non sta con un altro...- dice deglutendo.
Bob e l'uomo accanto a Nathan si guardano e poi tornano a guardare lui.
-Quindi si tratta di una donna- dice l'uomo.
-Christina?- chiede Bob -Pensavo l'avessi lasciata tu...-
Nathan ride amaramente -Stare male per Christina farebbe sicuramente meno male di come mi sento adesso. Il vero amore fa male. Il vero amore... credo sia impossibile...-
-Non dire scemenze, figliolo! Se è vero amore... non sarà mai impossibile!- dice l'uomo più anziano.
Rida ancora una volta amaramente -Credimi... non c'è nulla di più impossibile! L'ho avuta con me, l'ho amata, la amo tutt'ora eppure sta con un altro. Ha scelto di stare con un altro. Cosa rende tutto questo possibile?- Bob e l'uomo si lanciano un'altra occhiata, fino a quando quest'ultimo prende la parola...
-Una volta, tanto tempo fa... frequentavo una ragazza. Lei si era appena lasciata e non era pronta per un'altra storia. Nonostante le aspettative però... tra noi la passione scoppiò praticamente subito. Siamo stati insieme mesi ed io non mi ero mai sentito tanto vivo. Lei era quella giusta. Lo sentivo. O almeno così pensavo- rimane in silenzio per qualche secondo -Poi un bel giorno lei mi ha lasciato, senza spiegazione. Senza nessun apparente motivo. Solo qualche mese dopo scoprii che era tornata con il suo ex...- Nathan prende la bottiglia da sotto il bancone e sorridendo amaramente riempe un altro bicchiere. Il liquido brucia in gola, brucia dentro come quella ferita che non riesce a sanare.
L'uomo continua -Appena scoprii la cosa... la cercai! Lei si fece negare e passarono mesi e mesi... e di lei più niente...-
-Mi dispiace, amico...- dice Nathan -So come ci si sente...- appoggia una mano sulla spalla dell'uomo più anziano -Le donne portano solo guai. Non si dovrebbe perderci la testa. Pensavi fosse quella giusta, eppure...- riempie ancora una volta il bicchiere, e Bob gli toglie la bottiglia dalle mani.
-Se mi fossi attaccato alla bottiglia come te, a quest'ora non saremmo sposati da oltre trent'anni!- esclama il vecchio, facendo bloccare Nathan che rimane con la mano sollevata e il bicchiere alle labbra, pronto a buttare giù il liquido ambrato.
-Venni a sapere che era andata alla villa del padre di lui per le vacanze. La volevo più di qualunque altra cosa... così presi la moto, andai e il resto... è storia!- esclama scrollando le spalle sorridente.
-Vedi, Nate!? Quest'uomo mi piace!- esclama Bob sorridendo all'amico.
-Io non sono come lui... è complicato!-
-Solo perché lo vuoi tu- dice l'uomo anziano.
-No, lo è! Lo è perché ha una relazione con quest'uomo da anni!-
-Eppure siete stati insieme... se non ho capito male- dice l'uomo -Anche all'ora era complicato, eppure...-
-Eppure sono qui, a piangermi addosso...- Nathan sospira e guarda il liquido dentro il suo bicchiere. Bob lo guarda, osserva il suo sguardo avvilito e fa la prima cosa che gli viene in mente. Gli da un pugno sul braccio, destandolo dai pensieri cupi -Ahi!- esclama Nathan.
-Smettila di fare il coglione! Vuoi quella donna!? Vattela a prendere!-
-Tu la fai facile!- esclama Nathan con una smorfia.
-No, non lo è...- dice l'uomo accanto -Ma finché te ne starai qui... Non succederà niente. Va' da lei! Rischia! Cos'hai da perderci!?-
-Tutto. Anche quel briciolo di rapporto che è rimasto...-
-E se la lascerai andare senza dire nulla... Cosa ti rimarrà?- Nathan ci pensa e deglutisce -Niente. Solo ricordi...-
-Vuoi davvero vivere maledicendoti per non essere stato abbastanza coraggioso nel dire alla donna della tua vita come ti senti nei suoi riguardi?- chiede ancora l'uomo più anziano.
-Ma lei è fidanzata...-
-E quindi!? Cosa ti cambierebbe? La perderesti comunque...-
Nathan guarda prima l'amico e poi l'uomo misterioso accanto a lui. Sospira. La perderà comunque... tanto vale provare. Si alza di botto e lascia i soldi sul bancone, con un mezzo sorriso notando le loro espressioni allegre. Si sistema il cappellino e si gira verso l'uomo. Gli allunga la mano e l'uomo gliela stringe -Stan- dice mentre Nathan lo guarda confuso -Il mio nome è Stan...- dice l'uomo. Lui sorride scuotendo la testa. Universo infame.
-Grazie Stan- fa un cenno a Bob ed esce dal locale.
-Perché non gli hai detto che sei un suo fan?- chiede Bob all'uomo davanti a lui.
-Perché non era di un fan fastidioso che aveva bisogno...- si volta verso la porta dalla quale Nathan è uscito -Spero che abbia la fortuna che merita...-
-Lo spero anch'io...- dice Bob rimettendosi a pulire il bancone.

La strada scorre veloce sotto le ruote della sua moto. Corre. Corre verso qualcosa che gli è ignota. L'irrazionalità è padrona.
Una chiamata alla sua assistente Michelle, una corsa a casa per prendere la moto e raggiungere la casa al mare, ed eccolo in attesa di quel messaggio che per lei lo porterà dall'altra parte del mondo, per aggiustare quello che la vita ha etichettato come sbagliato ma che per lui era aria, ossigeno.
Ed ora, sfrecciando ad alta velocità su quella strada, si chiede se sia veramente tutto sbagliato. Si chiede cosa farebbe se gli venisse concessa un'altra possibilità per ricominciare la sua vita daccapo. Farebbe ancora l'attore!?
Probabilmente farebbe lo scrittore. Per scavarsi dentro, all'inizio, per cercare di capire meglio se stesso. Poi lo farebbe per insegnare agli altri quello che ha imparato su se stesso.
Forse parlerebbe della vita, di certo non dell'amore.
L'amore non è una cosa che s'impara sui libri. L'amore non si spiega. L'amore si vive.
Se tutto fosse sbagliato e se potesse ricominciare, qualche errore lo farebbe comunque.
Quegli stessi errori che gli hanno insegnato qualcosa, una lezione di vita. Quegli errori che vale la pena ripetere di tanto in tanto.
Come quella volta da piccolo che ha scavalcato di nascosto il muretto del suo giardino con Jeff, finendo in quello del suo vicino senza che il padre lo sapesse.
Ancora non si spiega come lo venne a scoprire, ma ricorda di aver preso tanti di quei ceffoni che quella sera si sentiva un tappeto.
Tutto sommato non si pentiva di quello che aveva fatto. Si era divertito insieme al fratello, in quel giardino a giocare a pallone. Ci ritornerebbe. Lo farebbe di nuovo. Non farlo sarebbe un errore.
Poi ci sono quegli sbagli che vorrebbe fare per la prima volta. Gesti che non ha avuto il coraggio di compiere perché sapeva che non avrebbero portato a nulla di buono.
Proprio come baciarla quella sera quando piangeva tra le sue braccia. Lei aveva già un ragazzo e non voleva farla sentire in colpa. Non voleva fare un torto neanche a lui che stava lontano mille miglia.
È stato un gentiluomo, come gli disse lei qualche giorno dopo.
Ma se potesse ricominciare, quell'errore forse lo farebbe senza risparmiarsi.
Aveva fatto l'errore di non commettere quell'errore. Ironica come cosa, ripensando al dopo.
Ma forse non agire d'istinto quella volta... non era stato del tutto sbagliato.
Perché il tempo ha parlato per loro. E nonostante le rinunce, nonostante la distanza che cercavano di mantenere per non sfiorarsi, quando quel bacio tra loro è arrivato non è rimasto sulle labbra ma ha attraversato il cuore e lì è rimasto.
Si è perso in loro, in quel momento. E quello fu un errore.
Adesso è lì, nella sua casa al mare, pronto a prendersi il suo nuovo inizio, se mai lei vorrà.
Il borsone è quasi pronto e avvicinandosi al mobile tira fuori quella scatolina di velluto che per troppo tempo ha custodito per lei in quel cassetto.
Afferra una birra dal frigo-bar ed esce fuori in balcone. Tira fuori il cellulare, un messaggio da Michelle con tutti i dati per il viaggio e un “in bocca al lupo”. Sorride e va su twitter. Scorre velocemente la TL e beve. Poi va nelle menzioni, scorre e scorre ancora, fino a quando una foto non cattura la sua attenzione. Una foto che gli fa crollare il mondo addosso. Che fa crollare le sue certezze.
Lì davanti a lui Stana bacia il suo fidanzato. In pubblico, sapendo di poter essere visti. E non sembra affatto dispiaciuta. Sembra tranquilla. Tranquilla di essere lì, con lui, di essere tra le sue braccia mentre il mondo la può guardare.
Chiude twitter e rimette il telefonino in tasca, rientrando. Guarda la foto di lui e Stana sul comodino. Deglutisce e afferra la cornice tra le dita. Stringe forte, talmente tanto che le nocche gli diventano bianche. E l'attimo dopo, in un impeto di rabbia, scaglia quella cornice al muro, frantumando il vetro che finisce in tanti piccoli pezzettini sul pavimento.
“Quando sarò libera dalle paure... il nostro amore troverà la luce del sole. Il mondo lo saprà...”
La sua frase risuona ancora nella sua mente. Sorride amaramente mentre guarda verso l'orrizzonte, verso quel tramonto che colora il cielo di rosso a arancione.
Beve ancora, e tira fuori la scatolina di velluto che aveva messo in tasca. La apre, guarda quella pietra che scintilla alla luce del tramonto. Deglutisce e la getta nell'oceano, con gli occhi colmi di lacrime. Cerca di respirare regolarmente ma non riesce. Scivola a terra, contro la ringhiera del balcone, rivolto verso quella cornice frantumata a terra. Alza la birra verso quella, come a brindare a quell'amore ormai perduto, e poi la beve tutto d'un sorso.
Non c'è più tempo. C'è solo quello perso, quello che non potrà mai più tornare.

E adesso se ne sta lì, a fissare il vuoto mentre la testa gli esplode, piena di pensieri dove le certezze si rivelano dubbi e i dubbi diventano certezze. Se ne sta lì a ricordare il passato, ad immaginare un ipotetico futuro che mai più avrà.
Il suo cuore batte forte, quasi ad uscirgli dal petto, e fa male. Fa male ogni respiro, sempre più affannoso, e trattiene le lacrime che poi non riesce più a trattenere. Scorrono via, piene di significato, piene di quel dolore che si porta dentro, ascoltando le canzoni che passano sulla sua playlist, che dicono quello che lui non riuscirebbe a dire.
Se ne sta lì, solo, con quell'immagine davanti ai suoi occhi, impressa nella mente. Lei che mai prima di allora ha visto così aperta. Lei che è andata via, lasciandolo qui.
Solo.




Note finali:
Beh... wow! Rileggendola ammetto che mette tristezza anche a me!
Anyway... Devo dare il merito di questa storia soprattutto a Fanny. Lei mi darà una testata, lo so XD, ma è davvero una "mente" splendida. La mia partner in writer è una grande e sono felice di poter scrivere con lei! Abbiamo altre storie in serbo per voi, sperando di non venirvi a noia!
Ringrazio già adesso chi leggerà questa storia e le future. E ne approfitto per ringraziare anche chi ha lasciato recensioni nella nostra vecchia storia. Colpa mia se non ho ancora risposto ad alcune. Purtroppo il tempo, come dice la os, non è mai abbastanza! Dico sempre che sembra che non faccio un caizer nella vita ma in realtà mi ritrovo con tremila cose da fare XD
Ad ogni modo... ancora grazie e... ehm, cercate di non ucciderci! :P

   
 
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