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Autore: franci893    28/08/2014    6 recensioni
Battaglia di Hastings, 1066: Guglielmo il Conquistatore sconfigge il re dei Sassoni e viene incoronato re d'Inghilterra. Una volta confiscate le terre ai nobili sassoni, le concede ai suoi cavalieri come ricompensa. Tristyn Le Guen, secondogenito di un conte bretone, riceve in cambio dei servigi offerti un piccolo feudo in Northumbria, regione fredda e montuosa al confine con il regno di Scozia.
Tristyn pensa che ora la strada sia tutta in discesa, ma governare un castello sarà veramente così semplice come pensa?
Genere: Drammatico, Sentimentale, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Medioevo
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3.
 
 
Lynn si era sempre reputata una ragazza abile nella corsa.
Fin dall’infanzia lei e il fratello si erano sfidati a chi riusciva a raggiungere per primo il loro rifugio segreto, o qualsiasi altra meta delle loro peregrinazioni infantili, ed era sempre stata in grado di tenergli testa.
Ma quel giorno, con i battiti forsennati del cuore che le rimbombavano nelle orecchie, salì le scale di accesso della torre ad una velocità di cui lei stessa si sarebbe stupita, se vi avesse prestato attenzione. Non lo fece, affatto. L’unico pensiero fisso nella mente recava un nome : Normanni.
Arrivata alla sommità della scalinata, i polmoni sul punto di scoppiare per lo sforzo, si precipitò verso il parapetto, lo sguardo rivolto verso est. I raggi morenti del sole primaverile illuminavano la spianata di fronte al castello, facendo scintillare le armature dei cavalieri che, a passo spedito, si stavano dirigendo verso l’altura.
La flebile speranza di Lynn si infranse non appena vide gli stendardi scarlatti con al centro leoni rampanti: il simbolo di re Guglielmo.
Il suo primo istinto fu di fuggire via, ma le sue gambe erano talmente rigide da sembrare che avessero perso la capacità di muoversi. La paura, subdola e sfuggente, iniziò a serpeggiare in lei, mentre osservava il drappello avvicinarsi sempre di più. Attorno a sé, sentiva le urla dei soldati del castello, il rumore delle spade sguainate, gli ordini del capo delle guardie, ma era come se fosse avvolta in una balla di cotone, erano suoni ovattati, quasi lontani.
- Mia signora! – la chiamò una delle sentinelle.  – Dovete ritirarvi nella sala principale. Non è sicuro restare qui.
Riscossasi da quello stato di torpore in cui era caduta, Lynn diede un’ultima occhiata ai cavalieri. Ne contò una trentina, erano numerosi, ma forse le difese del castello avrebbero retto. Dopo la sconfitta dei Sassoni, in tutti i castelli dal confine fino a Londra erano state organizzate misure per proteggersi dall’attacco dei Normanni. In alcuni casi, si erano rivelate sufficienti. Forse anche il loro castello sarebbe rimasto inviolato.
Lynn raccolse le pieghe della gonna e iniziò a scendere giù lungo gli stretti scalini della torre. Una volta giunta nel cortile principale, controllò che tutte le donne e i bambini si fossero rintanati nella parte più interna e sicura del castello e dopo essersene assicurata, ordinò di chiudere le pesanti porte di legno massiccio. Nella sala, inizialmente pervasa da mormorii spaventati, cadde il silenzio.
Fuori si sentivano gli uomini prepararsi a dare battaglia. Qualche grido di avvertimento. Poi più nulla.
Passarono i minuti, ognuno sembrava valere un’ora intera. Tutti tendevano le orecchie, ma nessuno parlava. Nessun suono proveniva dall’esterno.
Lynn, seduta sotto una delle poche e alte finestre della sala, teneva stretta la mano della cognata, cercando di percepire un qualsiasi rumore che le potesse far capire come stesse procedendo la battaglia. Forse non era ancora iniziata, pensò. Oppure, che i Normanni avessero deciso di non attaccare...? Era un’idea assurda, rasentava i limiti dell’impossibile, ma nel momento della disperazione, anche la più piccola speranza, per quanto improbabile, assume un senso.
- Cosa pensi? – le chiese Tess, la voce ridotta a un sibilo. Era pallida, gli occhi pieni di terrore.
-  Non voglio pensare. – rispose Lynn. – Voglio solo che tutto questa finisca il prima possibile.
Il tempo continuava a trascorrere, inesorabile. Ma nella sala, ormai ravvivata solo da qualche candela qua e là, l’ansia e la paura non si placavano. La tensione era insopportabile.
Improvvisamente, Lynn si alzò in piedi. – Non ce la faccio più. Devo sapere cosa sta succedendo là fuori.
- Sei impazzita? Non puoi farlo! E’ troppo pericoloso.- Tess cercò di farla sedere, inutilmente.
Lynn si era già diretta verso la porta di accesso.Facendo meno rumore possibile, riuscì ad aprirla e lanciando un’occhiata di monito alle compagne, uscì.
Nel castello regnava un silenzio funereo.
Facendosi coraggio, Lynn iniziò a percorrere i corridoi deserti. Ad ogni passo sentiva le gambe tremare, ma si impose di mantenere la calma, per quanto possibile. Lentamente, arrivò fino ad un’entrata secondaria, piuttosto nascosta rispetto alle altre, che dava sul retro dell’edificio principale. Ora iniziava la parte più pericolosa.
Uscì, dopo essersi assicurata di essere sola, e si diresse verso il cortile principale, dove erano radunati i soldati. Iniziava a sentire un lieve mormorio, man mano che si avvicinava, ma non fece in tempo a vedere cosa stava succedendo.
Nel giro di un secondo, si ritrovò con la schiena appiattita contro il muro, una mano sulla bocca e un sottile pugnale contro la gola.
- Una parola e sei morta. -
 
*
 
Non era stato difficile introdursi all’interno delle mura del castello.
Come aveva immaginato, tutte le guardie si erano radunate nella piazza antistante il cancello principale, chiuso ermeticamente dal ponte levatoio, e avevano trascurato i punti più deboli del perimetro. Una distrazione di cui loro avevano approfittato più che volentieri.
Fin dal momento in cui aveva saputo che sarebbe diventato il signore del maniero di Welnfver, Tristyn aveva deciso di usare una strategia diversa dall’attacco frontale.
Non voleva spargere inutilmente il sangue dei suoi uomini, né voleva inimicarsi ulteriormente gli abitanti delle terre a lui promesse. Non sarebbe stato facile insediarsi all’interno di una comunità in cui l’odio e la diffidenza per i conquistatori regnavano sovrani, ne era consapevole, e anche i suoi compagni più fedeli. Per cui di comune accordo avevano messo a punto un piano subdolo, forse, ma che, se fosse andato come speravano, avrebbe permesso di evitare un’inutile battaglia.
La maggior parte dei cavalieri si era resa visibile, in modo da allarmare le sentinelle e far confluire i soldati lungo le mura principali, pronti a dare battaglia. Ma il drappello aveva ricevuto ordine di fermarsi a qualche centinaia di metri dal castello, e di creare un diversivo in modo tale che Tristyn e altri pochi guerrieri si introducessero al suo interno e rapissero un ostaggio.
Mentre si aggirava silenziosamente lungo le mura, le orecchie tese per captare ogni singolo rumore, Tristyn si accorse di un lieve movimento a pochi metri da lui. Una porticina, evidentemente un’entrata secondaria, si aprì. Il ragazzo trattenne il fiato, la mano pronta sull’elsa della spada. Passarono pochi secondi prima che da essa sbucasse qualcuno. Una donna. E dalla foggia degli abiti, doveva essere una delle dame del castello.
Tristyn non poté credere alla sua fortuna. Il cielo gli aveva spedito dritto tra le braccia l’ostaggio che stava cercando. Facendo segno ai compagni di restare nella loro posizione, si avvicinò silenziosamente alla sua preda. Al momento opportuno, l’afferrò e la spinse contro il muro, imprigionandola. Anche in questo caso, era stato più facile del previsto.
O almeno così credeva.
Non fece nemmeno in tempo a vederne i lineamenti del viso, che sentì un dolore acuto sotto il ginocchio. La donna non aveva alcuna intenzione di stare zitta e buona, e aveva iniziato a scalciare, cercando di liberarsi dalla sua presa. Era minuta, e molto più bassa di lui, ma aveva una discreta forza per una fanciulla. Tuttavia, non aveva alcuna possibilità contro il cavaliere.
Con due semplici e rapide mosse, le impedì di muovere le gambe e la inchiodò contro la parete, una mano ancora premuta forte sulla sua bocca e il pugnale contro la gola.
- Un solo movimento e sei morta sul serio. – la minacciò.
La ragazza si calmò, e annuì impercettibilmente con il capo. Due occhi chiari, di un verde cristallino, lo fissarono, pieni di paura, ma anche con un lampo di sfida.
Certo che si era trovato una preda riottosa!
Un bisbiglio alle sue spalle gli ricordò che il loro tempo stava scadendo.
Dovevano andarsene da lì, e lei doveva venire con loro. Tristyn allentò la presa del pugnale per poi riporlo lentamente nel fodero, sempre tenendo d’occhio il suo ostaggio. Prima che la ragazza potesse fare un movimento per fuggire, con la mano libera esercitò una leggera pressione sul collo di lei in un punto particolarmente vulnerabile. Nel giro di un secondo, gli crollò tra le braccia, priva di sensi. Senza perdere tempo, se la caricò sulla schiena e raggiunse i compagni.
Qualche minuto dopo, erano fuori dalle mura, in un posto sicuro.
E con la chiave per entrare nel castello.
 




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Salve a tutti! Scusate il ritardo, ma sono stata via in questi giorni e solo oggi sono riuscita a mettere giù le idee che mi frullavano per la testa. Sono stata parecchio a scrivere questo capitolo perché ci tenevo molto a descrivere bene il primo incontro tra i due protagonisti. Spero che il capitolo vi possa piacere, e grazie mille a Elodie90 per la sua recensione, alle persone che hanno messo la storia tra quelle seguite/ricordate e a tutti quelli che l'hanno letta! :)
Un bacione
Francesca
   
 
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