Anime & Manga > Sugar Sugar
Segui la storia  |       
Autore: ShadowsOfBrokenGirl    28/08/2014    1 recensioni
Non riuscivo a smettere di guardarli, mi trasmettevano calore, speranza. Erano il qualcosa che cercavo. Erano l’unica bussola che potesse guidarmi verso un porto di pace. Un’ancora in quella tremenda tempesta che stava avvenendo intorno a me. Dentro di me.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chocola Meilleure, Houx, Pierre Tempête de Neige, Vanilla Mieux
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Un’ancora nella tempesta

Houx

Un'illusione di felicità 

Spalancai la porta ed entrai nella mia camera da letto. Chocola era immobile in piedi al centro della stanza ed una cameriera le stava abbottonando la vestaglia. Attesi che l’inserviente avesse finito la sua mansione e fosse quindi uscita, per potermi avvicinare a mia moglie. Le misi le mani sui fianchi e lei alzò finalmente lo sguardo, prima fisso al pavimento. Osservai preoccupato il pallore del suo viso e le occhiaie che incorniciavano i suoi occhi. Era da diverse settimane che sembrava essere sempre più debole e spesso lamentava un forte mal di testa. Cominciavo ad essere davvero preoccupato.
-Mi  hanno detto che non hai cenato … -
-Non avevo fame.-si giustificò.
Per fuggire al mio sguardo scrutatore, sgusciò via dalla mia presa. Mi diede le spalle e cominciò a disfare il letto.
-Accade troppo spesso ultimamente, non ti sembra? Domani chiamerò il dottore!-
Si voltò di scatto e si avvicinò velocemente a me.
-No! Ti assicuro che non ce ne è bisogno! Sto benissimo! Ma se proprio lo desideri, domani passerò l’intera giornata a letto. Recupererò le forze e tornerò di nuovo in forma!-
Di fronte alla sua richiesta restai pensieroso per qualche secondo, il tempo necessario a prendere una decisione. Durante questa attesa lei con le mani giunte e lo sguardo più tenero che riuscisse a fare, cercava di rabbonirmi.
-Ti prego…-piagnucolava.
Era in quei momenti che ritrovavo la piccola bambina, che avevo conosciuto quindici anni prima. E che non era mai cresciuta. O almeno non completamente. Quella che supplicava sempre suo nonno di non portarla dal dottore, temendo che potesse costringerla a letto o peggio a prendere della nauseante medicina. Quella che volava libera nei campi, sempre allegra e spensierata. Quella che aveva sempre la battuta pronta e un piano pronto per ogni evenienza, che tuttavia ogni volta falliva. Quella che odiava star senza far nulla e che credeva di attingere la sua energia ad una fonte eterna ed inesauribile. La severa vita da palazzo aveva cercato di domare il suo carattere, rendendola più seria e riflessiva. Ma per fortuna qualche sfumatura del suo comportamento infantile era rimasto in lei.
-E va bene!-le dissi, scoppiando in una fragorosa risata.-Riesci sempre ad averla vinta.-
Sorrise con uno sguardo angelico e innocente, ma soddisfatto. Le accarezzai i capelli e poi la baciai con dolcezza. All’inizio le sue labbra ebbero un fremito, che non riuscii a spiegarmi. Allo stesso modo mi sorprese il sapore di quelle labbra, diverso. Più amaro. Quando mi allontanai, mi sentii stordito e confuso. Lei sparì in bagno, sfuggendo ai miei occhi pieni zeppi di dubbi e sospetti. Nel silenzio della camera si udiva solo lo scorrere dell’acqua nel lavabo. Migliaia di domande mi assalirono. Una, più urgente, eclissò le altre. Mi chiesi se fosse giusto seguirla o darle un po’ di tempo per chiarirsi le idee. Fu lei per fortuna a risolvere il dilemma, facendo capolino nella camera qualche istante dopo.
-Dove sei stata?-esclamai subito.
-In bagno.-rispose, fingendo di non capire a cosa mi riferissi.
-Intendo questo pomeriggio, quando mi hai lasciato nella piazza da solo. Non dirmi che sei tornata qui … i domestici hanno detto che sei rientrata soltanto qualche ora fa.-
-Sono stata nella città abbandonata … avevo bisogno di stare un po’ da sola.- mi spiegò mentre si stendeva sul materasso e si copriva con le coperte ricamate a mano.
-Ma è pericoloso! Avresti potuto incontrare un Orco…-la rimproverai.
-So badare a me stessa!Non devi preoccuparti. -ribatté secca.
Appoggiò la testa sul cuscino e si voltò dall’altro lato, facendo finta che io non ci fossi.
-Sei così arrabbiata con me per via della mia decisione in merito alla guerra?-le chiesi, cercando di capire a cosa fosse dovuto tutto quel risentimento.
Sollevò il capo e indugiò con lo sguardo perso nel vuoto per qualche secondo. Aprì le labbra ed esitò. Respirò profondamente e alla fine annuì.
Quando la dichiarazione di guerra da parte degli Orchi era giunta a Palazzo, Chocola aveva rifiutato categoricamente di firmarla. Considerava quello scontro un inutile massacro e desiderava al più presto dare il via alle trattative di pace tra i due regni. Aveva quindi strappato la copia destinata a lei. E si era aspettata che anche io facessi lo stesso. Ma io avevo firmato. Mi ero consultato con il Consiglio dei Saggi e quella era sembrata la decisione più giusta. Dopo tutto il popolo desiderava ardentemente entrare in guerra. E rifiutare la sfida lanciata dal principe Pierre sarebbe stato da codardi! Avevo cercato di spiegare le mie ragioni a mia moglie, ma lei era così cocciuta! E non mi aveva ancor perdonato. E tendeva a rinfacciarmelo ogni volta perdeva la vita uno squadrone di soldati. Dunque tutti i giorni.
-Non sono l’unico responsabile! Lo capisci? Tutti lo siamo! Abbiamo per anni alimentato tanto odio, che ha fatto naturalmente sbocciare questa terribile guerra. Così come un fiume deve necessariamente defluire in un mare! Credimi… non ne sono soddisfatto, né me ne sento fiero.-
- Ne sei orgoglioso eccome!- mi interruppe. – A te non interessa nulla del popolo! L’unica cosa di cui ti importava era non mostrarti un vile di fronte a Pierre! L’unica cosa che vuoi è affrontare Pierre! Sei un grande egoista, Houx! Anzi siete entrambi degli sporchi egoisti!-
-Non è vero, non sono un egoista! E’ solo per il volere del Popolo che ho intrapeso questa sciocchezza. Credi che metterei in gioco la mia vita, la tua e quella di milioni di persone per una rivalità esistita anni fa e di cui nemmeno mi ricordo più. –
Mi sedetti sul letto accanto a lei e le presi la mano.
-Gli Orchi avrebbero attaccato in ogni caso, con o senza il mio consenso. Lo sai anche tu! E non è meglio che la resistenza venga affidata ad un esercito ben preparato piuttosto che alle masse popolari?-
Ci pensò a lungo e alla fine si arrese. –E va bene … hai ragione tu!-
La abbracciai felice di averla persuasa e mi addormentai, felice di essermi tolto un peso.
 
Un grido nell’oscurità mi aveva fatto sobbalzare e svegliare all’improvviso. La mia testa si voltò in più direzioni, mentre gli occhi cercavano di mettere a fuoco gli oggetti. Di capire quale fosse il problema. Accesi la luce e controllai meglio la camera : tutto sembrava essere al proprio posto. Mi voltai e vidi Chocola sconvolta. Il suo viso era grondante di sudore. I suoi occhi sbarrati. Il corpo tremante.
-Scusa se ti ho spaventato. Ho avuto un incubo … - si giustificò.
Le sue labbra ancora tremavano e il respiro affannoso. Mi chiesi cosa mai avesse potuto atterrirla tanto. Attesi che la sua voce divenisse più calma, prima di porle questa domanda. Appoggiai la mia mano sulla sua, cercando di placare la sua paura. Un domestico fece irruzione nella camera allarmato.
-Non è accaduto nulla, George. Porti solo un bicchiere d’acqua a sua maestà  e poi potrà andare.-
Strinsi Chocola a me e la accarezzai. Sentivo il tremolio del suo fragile corpo mitigarsi tra le mie braccia. Aveva appoggiato la sua testa sulla mia spalla, ma la allontanò all’istante quando il cameriere tornò. Bevve un sorso d’acqua lentamente e lo ringraziò cortesemente. L’uomo dai capelli grigi e l’uniforme scura, si inchinò e sparì. Lei si sdraiò nuovamente, pronta a riaddormentarsi.
-Cosa hai sognato di così terribile?-
-Non mi va di parlarne. E’ stato solo un sogno.-
Appoggiai anche io la testa sul cuscino e mi avvicinai a lei. Faccia a faccia. I nostri nasi si sfioravano. Potevo specchiarmi nei suoi occhi verdi, ora calmi. Ascoltavo il suo respiro nel rinnovato silenzio della notte. Allontanai la mia attenzione dalle sue iridi e mi misi ad osservare il suo viso. Il naso. Le gote rosee. Il contorno delle labbra.
-Secondo te, per noi ci può essere felicità?-
La sua domanda ruppe l’idillio, come un fulmine a ciel sereno. Cosa intendeva dire?
-Ma noi siamo già felici! O tu non ti senti tale?-
I suoi occhi erano diventati lucidi e un groppo in gola le rendeva difficile parlare.
-Si certo, ma per quanto durerà?-
-Sarò felice fin quando sarai con me.-risposi accarezzandola.
Una lacrima attraversò la guancia e bagnò il cuscino. L’incubo doveva averla spaventata davvero tanto. La abbracciai e cullai fin quando non si addormentò.
And tell me if you need a loving hand to help you fall asleep tonight
 
Ero da solo in una radura spettrale. Un silenzio tombale mi avvolgeva. Mi chiesi come fosse possibile quella calma dato che non ero molto distante dal punto in cui si stava consumando una tremenda battaglia. Respirai profondamente e cercai di calmare la mia paura. Perché avevo accettato una cosa del genere? Ero diventato un irresponsabile? Sul campo di battaglia Pierre mi aveva intimato di raggiungerlo in questa radura da solo per regolare dei conti. Non avevo idea di cosa volesse da me, ma non me la ero sentita di rifiutare. Sarei apparso come un vile. Adesso che ero lì però stavo comprendendo fino a che punto avevo sbagliato. Lui avrebbe sicuramente barato e si sarebbe fatto seguire da un enorme esercito di Orchi. Ed io sarei stato distrutto! Mi chiesi se Chocola avesse ragione, se l’unica ragione che mi avesse spinto ad accettare quella guerra non fosse stato il mio complesso di inferiorità nei confronti di Pierre. Di quel principe così sicuro di sé, affascinante e determinato.
Dei passi ruppero il silenzio. Lui era arrivato.     


Ed ecco delineato il profilo di HOUX, marito fedele e dolce. Lo accomuna però con Vanilla il complesso di inferiorità e l’invidia che prova nei confronti del suo acerrimo nemico. Spero vi sia piaciuto il mio capitolo. Ah e dimenticavo... il titolo é "Un'illusione di felicità" perchè l'ancora di Houx è proprio la sua vita coniugale che gli appare felice, perchè non sa che Chocola non lo ama. 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Sugar Sugar / Vai alla pagina dell'autore: ShadowsOfBrokenGirl