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Autore: Lachiaretta    29/08/2014    15 recensioni
Cosa sarebbe successo se dopo l'esplosione che portò via a Katniss una delle poche persone che realmente amava invece di essere salvata dalle forze della ribellione fosse stata catturata dai pacificatori. Quale sorte poteva riservare per lei il presidente Snow.
Katniss ora vive una vita tranquilla insieme alla sua nuova famiglia. Ignara di tutto ciò che era successo a Capitol City. Nessun ricordo degli Hunger Games. Della morte di Prim. Ma qualcuno non vuole rinunciare a lei e farà di tutto per ritrovarla.
DAL CAPITOLO 17: IO PEETA MELLARK PRENDO TE KATNISS EVERDEEN COME MIA LEGITTIMA SPOSA...
DAL CAPITOLO 10: mi lascio sfuggire due parole che non pensavo avrei mai potuto dire a nessuno. “TI AMO”.
Sono Katniss Everdeen, la ragazza in fiamme, e ora sto bruciando di passione e amore per il mio ragazzo del pane. Katniss Everdeen ama Peeta Mellark.
ATTENZIONE! SPOILER!!
Genere: Romantico, Satirico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katniss Everdeen, Peeta Mellark, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Ciao a tutti/e,
Scuasate se sono sparita.. Dovevo aggiornare una settimana fa ma ho avuto molte difficoltà lavorative e in famiglia..
Spero vi piaccia anche questo capitolo e vi ringrazio per aver aspettato così a lungo il mio aggiornamento!
Un abbraccio







 
Bang
 
 
Capitolo 23
 
Istintivamente i miei occhi si chiudono ed entrambe le mie mani si alzano a coprire il volto, quasi possano servire ad evitare l’inevitabile. La destra stringe ancora saldamente l’arco, ma nemmeno la mia arma adesso mi sarà d’aiuto. Per quanto io sia sicura che Delly non sia un’eccellente tiratrice, anzi, siamo troppo vicine per poter sbagliare mira.
A quanto pare è vero, negli istanti che ti separano dalla morte tutta la tua vita ti si ripresenta davanti agli occhi. Il crollo della miniera e la notizia della morte di mio padre. Il mio primo incontro con Gale, nei boschi, quando mi accusa di essere lì per rubare uno dei suoi conigli. Peeta che sotto la pioggia mi lancia una pagnotta bruciata per non farmi morire di fame. Effie e la mietitura, i primi Hunger Games, l’edizione della memoria, il distretto 13. E ancora Peeta, Peeta che mi abbraccia, Peeta che fa l’amore con me. Solo alla fine riesco a vedere una luce fioca e al centro di essa una ragazza. Mi assomiglia molto. È alta quasi quanto me ma il suo corpo è meno tonico, più aggraziato. I lunghi capelli biondi legati in una treccia che ricade libera sulla spalla destra. I suoi grandi occhi azzurri mi fissano amorevolmente mentre allarga le braccia pronta ad accogliermi. Ecco come sarebbe diventata la mia paperella se avesse avuto la possibilità di crescere. Le allargo a mia volta e mi stringo in quell’abbraccio che mi è tanto mancato. Forse sono già morta e questo è il paradiso. Le sue braccia allacciano il mio corpo e lo stringono con vigore, troppo vigore per quegli esili arti. Il suo corpo si scontra con il mio violentemente e un urlo strozzato esce dalla sua bocca. Un sola parola.
“Katnip.”
L’impatto con il suolo mi riporta alla realtà. Apro gli occhi e sono di nuovo nella stanza dell’ospedale. Davanti a me Delly stringe ancora in mano la pistola. Le sue guance rigate di lacrime. Per quanto spregevole questo gesto era probabilmente troppo anche per lei. Alle mie spalle il Presidente Snow sorride soddisfatto. Ma io non sento dolore, non sono stata colpita. Abbasso lo sguardo verso il mio corpo per assicurarmene e mi rendo conto di essere ancora abbracciata a qualcuno, ma quel qualcuno non è mia sorella Prim.
Gale giace al suolo, il viso contratto in una smorfia di dolore, la mano destra premuta sul suo fianco cercando di bloccare un fiume di sangue scuro. Ora mi è tutto chiaro, l’urlo, l’abbraccio. Gale mi ha fatto da scudo con il suo stesso corpo.
Alla vista del mio amico Delly cade al suolo sulle ginocchia e, lasciata la pistola, fissa inorridita le proprie mani.
Vorrei ucciderla ma l’unica cosa che riesco a fare è tenere la mia mano destra premuta sul fianco di Gale, intrecciando le mie dita alle sue, mentre con la sinistra gli accarezzo il volto invocando il suo nome mentre copiose lacrime ricadono pesanti al suolo.
Il pensiero che possa morire mi spaventa così tanto che non presto nemmeno più attenzione al presidente Snow che silenziosamente si allontana da noi e con passo furtivo raggiunge la porta della stanza. Fortunatamente la sua fuga viene fermata dall’intervento di Finnick che, in quel preciso istante, irrompe all’interno della stanza, seguito da Johanna Mason e da altri ragazzi. La battaglia nella radura deve essere terminata a nostro vantaggio e ora che il tridente di Finnick è puntato dritto alla gola di Snow si può dire lo stesso anche della mia. Ma a quale prezzo.
 
 
Una volta preso in ostaggio il Presidente i pochi pacificatori rimasti si arrendono ad uno ad uno consegnandoci le loro armi. In fondo non era la loro battaglia e se seguivano Snow, era solo per il timore delle sue ritorsioni. Ma adesso non potrà fare più nulla. Alle prime luci dell’alba verrà giustiziato.
“Come sta?” Mi domanda immediatamente Finnick appena si accorge della ferita di Gale. Io sono ancora al suo fianco, le nostre mani ancora intrecciate.
“Tu.” Mi rivolgo ad uno dei ragazzi più giovani di cui non conosco il nome. “Corri a chiamare mia madre. Sta perdendo troppo sangue.” Dal tono della mia voce traspare chiaramente tutta la mia ansia e il mio dolore.
“Katniss. Non. Piangere.” La voce spezzata di Gale è quasi un sussurro. La ferita gli rende difficoltoso anche solo parlare.
“Gale non sforzarti. Mia madre sta arrivando. Qui abbiamo tutto per salvarti”
“Everdeen.” Si intromette Johanna. “Non per darti più pensieri ma Haymitch e Peeta sono spariti a metà della battaglia. Credo che sia successo qualcosa.”
Solo in quell’istante ricordo la mia ultima conversazione con il mio mentore.
“No. Stanno benissimo. Haymitch ha rinchiuso Peeta nella panetteria sotto mio ordine. Vai a dire loro che possono uscire.”
 
 
All’arrivo di mia madre rimango dentro la sala operatoria. La osservo mentre imbottisce di morfamina Gale ed estrae il proiettile, richiudendo accuratamente le ferite. Non credevo che fosse migliorata tanto. Lavorare a contatto con medici veri all’interno del distretto 13 l’aveva fatta crescere e molto.
Finito l’intervento mi si avvicina e sorridendomi amorevolmente mi sussurra. “Ho fatto il possibile Katniss. La ferita era profonda ma sono riuscita ad estrarre il proiettile che sembra non aver danneggiato alcun organo interno. Ora bisogna solo aspettare. Se supererà la notte sarà fuori pericolo.” Annuisco appena alle sue parole che mi martellano nel cervello e nel cuore.
Se supererà la notte sarà fuori pericolo. Potrebbe ancora morire. Per salvare me, me e il mio bambino.
“Vuoi che chieda a Finnick o a Johanna di restare con lui?” Mi domanda scrutando attentamente i miei occhi quasi volesse leggermi nel pensiero.
“No, no. Resto io. Resto io con lui.” Le rispondo decisa. È colpa mia se è qui e io non mi allontanerò da lui.
“Va bene. Io sono comunque nella stanza accanto se hai bisogno.” Conclude mia madre avviandosi verso la porta.
“Mamma aspetta.” La blocco istintivamente. “Ho bisogno di chiederti un favore.”
 
 
 
POV PEETA
 
La porta della mia stanza che sbatte violentemente sul muro mi sveglia facendomi sussultare. Jahanna Mason  entra correndo all’interno della stanza.
“Bella casetta tesoro. Su alzati, bisogna festeggiare.” Esulta balzando sul letto.
“Io farei attenzione Johanna.” Le consiglia il mio mentore, la schiena appoggiata all’uscio della porta. “Era parecchio arrabbiato poco fa.”
Ignoro le sue parole e mi rivolgo a Johanna. “Liberami subito.” Poi ripensando alle sue parole. “Festeggiare? Abbiamo vinto? Katniss?” Le domandai come un treno.
“Calma, calma panettiere. Si abbiamo vinto, tra poche ore giustizieremo Snow e la tua amata è all’ospedale.”
“All’ospedale? Sta bene? È ferita?” Il terrore invade l’intero mio corpo mentre lo dimeno per riuscire a slegarmi.
“Beh, sta bene, o quasi. Va da lei e guarda con i tuoi occhi.” Mi invita slegando la corda che mi costringe le mani dietro la schiena. Ignorando il dolore delle mie braccia ormai anchilosate mi alzo e, dopo aver spostato con una spallata Haymitch che ancora appoggiato allo stipite della porta mi sbarra la strada, sperando di essere abbastanza forte da farlo ruzzolare giù per le scale.
Corro a perdifiato fino all’ospedale ignorando tutto ciò che mi circonda. I corpi di coloro che hanno pagato con la loro vita il prezzo di questa battaglia giacciono al suolo. Alcuni di noi, alcuni di loro. Devo andare da lei, devo raggiungerla. Devo essere sicuro che stia bene.
Fortunatamente incontro Beete all’ingresso dell’ospedale. Anche lui sembra star bene. “Beete, dov’è Katniss? Dov’è?”
“Lei è ancora in sala operatoria. L’ha signora Everdeen ha appena finito di operare.”
Le sue parole mi colpiscono più forte del pungo di Haymitch. Ignorando le urla di Beete alle mie spalle che mi invitano a fermarmi corro lungo il corridoio fino a raggiungere la sala operatoria.
È ferita. Ucciderò chiunque abbia osato toccarla.
Raggiunta la porta mi blocco, la mano sulla maniglia pronta a spalancarla per precipitarmi da lei ma quello che vedo mi ferma. Guardo la barella e la persona che vedo distesa non è la mia amata che invece siede accanto al lettino. La sua mano destra stringe la mano del suo vecchio amico ed amante, le dita intrecciate, la mano sinistra gli accarezza i capelli. è lui che è stato ferito. La gelosia mi assale quando la vedo inchinarsi e poggiare un leggero bacio sulla guancia di lui. Apro la porta ed entro, incurante di disturbare il suo riposo.
“Katniss.” La saluto con un cenno del capo.
“Peeta eccoti.” Mi sorride leggermente tra le lacrime. Apre nuovamente la bocca pronta ad aggiungere qualcos’altro ma io non voglio sentirla. Non in questa stanza, non che le orecchie di Gale che potrebbero cogliere i nostri disagi.
“Possiamo parlare, fuori di qui.” Le dico indicandogli la porta da cui sono appena entrato.
Sul suo volto si dipinge un’espressione di disapprovazione. “No, Peeta. Devo rimanere con lui. Possiamo parlare qui, o dopo. Voglio aspettare che si svegli.” Mi risponde irremovibile.
“No Katniss, io voglio parlare di quello che è successo. Devo parlarti adesso e non qui.” Alzo il braccio indicando il corpo addormentato sul letto. “Non davanti a lui.”
Katniss solleva stupita il sopracciglio destro. “Davanti a lui? Sta dormendo, non può sentirci.”
“E allora non si accorgerà nemmeno se usciamo.” Alzo la voce esasperato.
“Non vorrai chiedermi adesso di scegliere tra te e lui?” Anche i suoi toni aumentano di un paio di decibel.
“E se volessi? Chi sceglieresti?” Sto praticamente urlando.
“Mi ha salvato la vita. Si è ferito per difendere me, non posso abbandonarlo.”
“Ma puoi abbandonare me. Non pensi a me? Anch’io sono ferito. Mi hai fatto rinchiudere e legare nella mia stanza pur di tenermi lontano da voi.”
“Oh insomma Peeta.” Senza lasciare la mano di Gale si alza in piedi per guardarmi dritto negli occhi, segno che sta perdendo anche lei la pazienza. “Non vorrai paragonare il tuo orgoglio ferito al proiettile che l’ha colpito?”
Orgoglio? Ma stiamo scherzando?
“Tu l’hai voluto al tuo fianco? Se eri così preoccupata potevi far rinchiudere anche lui!” Grido in un impeto di rabbia.
Katniss sgrana gli occhi e dopo aver inspirato profondamente. “Adesso basta Peeta. Gale deve riposare. Smettila di urlare. Parleremo di tutto quello che vuoi ma non adesso e non qui.” Torna a sedersi e accarezza ancora una volta il capo di Gale per accertarsi che stia ancora dormendo.
“Come vuoi Katniss. Se restare con lui è quello che vuoi, va bene. Ma non credo che dopo avrò ancora voglia di parlarti.”
Vedo il suo capo alzarsi di scatto ma senza darle il tempo di rispondermi mi volto ed esco di corsa dalla stanza.
Fuori dalla porta aspetto ancora qualche secondo sperando che lei si alzi da quella dannata sedia e mi fermi.
 
 
POV KATNISS
 
“Come vuoi Katniss. Se restare con lui è quello che vuoi, va bene. Ma non credo che dopo avrò ancora voglia di parlarti.”
Vedo Peeta uscire a grandi passi fuori dalla porta e scappare da me. Cerco di alzarmi e corrergli dietro ma la mano di Gale trattiene la mia. La sta stringendo. Abbasso lo sguardo sul suo volto e noto subito che ha riaperto gli occhi. Le labbra si schiudono ma nonostante i suoi sforzi non riesce a dire una parola.
Mi siedo di nuovo accanto a lui. “Non sforzarti a parlare Gale, sei stato appena operato. Adesso chiamo mia madre.” La sua mano continua a stringere la mia con forza quasi volesse dirmi di non lasciarlo e io non lo faccio. A malincuore alzo lo sguardo verso la porte e attraverso il vetro vedo Peeta. Mi dà le spalle, fermo appoggiato alla porta che aspetta probabilmente me. Dopo qualche interminabile secondo si volta ancora una volta verso di me, fissando sprezzando la mia mano ancora allacciata a quella di Gale, prima di voltarsi nuovamente e correre via.
 
 
Dopo qualche minuto raggiungo mia madre nella stanza accanto. “Tutto bene Katniss? Ho sentito delle grida.”
“Si mamma, tutto bene. Gale si è svegliato.”
“Oh bene. Arrivo.” Dice alzandosi dalla sua scrivania. “Ah Katniss. Ho esaminato le tue analisi del sangue.  È positivo.” 


 
 
   
 
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