Sulla porta di quell'inferno, più precisamente attaccata ad un intelaiatura metallica posta sopra la cancellata a sbarre nere, spiccava a lettere cubitali l'unica speranza a cui qualche povero uomo senza colpe, si attaccava : ARBEIT MACHT FREI (il lavoro rende liberi)
Quella frase ci illudeva, ci prendeva in giro, sintetizzava beffardamente tutte le verità che ci venivano celate, ci ricordava che non meritavamo nemmeno sapere quando la nostra schiacciante tortura si sarebbe alleviata.
Migliaia di prigionieri come me varcarono l'ingresso e passarono sotto quella scritta terribilmente falsa ma la verità è che di molti di loro, oggi, non è rimasto nemmeno il ricordo.