Secondo e ultimo capitolo...sono contenta vi sia piaciuta, ragazzi! XD
Mella, il tuo commento mi inquieta °° è un velato: "fa cagare"? XD
Vi ringraszio tutti per le vostre recensioni, e per aver seguito questa breve fic...
Baci! A beve (spero) con Gita al Mare
Nemia
_ Ehi? Mail? Mail! _
Una ragazza lo stava scuotendo con una forza
assurda. Si svegliò, sbadigliando,
allontanandola mezzo intontito.
Una campanella suonava.. qual era la prossima
materia? Quanto aveva dormito?
_ Merrie, non rompere..che ora è? _
_ Ora di buco! Ma che hai fatto ieri notte? _ la
ragazza ammiccò, toccandosi i capelli biondi.
Mail rise, alzando la testa dal banco. La guardò.
_ Se te lo dico, non mi credi di sicuro _
Lei gli rivolse un’occhiata incuriosita,
sedendosi davanti a lui sul tavolo.
_ Hai visto com’è casa mia, no? _
_ Certo che l’ho vista.. _ Merrie gli fece
l’occhiolino.
Un ghignetto curvò le labbra di Jeevas. _ Ecco..
ieri, l’ho tirata a lucido _
La ragazza lo squadrò un attimo. Poi scese dal
banco, scuotendo la testa. _ Non ci credo _
_ Dico davvero. Era un porcile ormai! _
Merrie rise fragorosamente. _ Che era un porcile
lo sapevo, ma che tu l’abbia pulita..! Se è vero, devi farti concedere una
medaglia per la forza di volontà! _
Risero insieme, mentre lei si sistemava il
reggiseno. Mail osservò il movimento, con occhi famelici. _ Se vuoi, posso
aiutarti.. _
Occhiatina. _ Mi s’è sganciato _
Era un chiaro invito ad aiutarla, no?
Jeevas la raggiunse alle spalle, insinuando le
dita sotto la camicetta. La pelle della sua ex era liscia come sempre.
Sbirciò il suo viso. Con quell’incarnato roseo
da bambola, i capelli biondi da diva degli anni ‘60, gli occhiali da sole neri
sistemati sulla testa, era davvero carina.
_ Mi torna meglio slacciarlo.. _ sussurrò nel
suo orecchio.
Un ragazzo biondo, con un naso pronunciato, a sua
volta lo stava fissando dalla porta della classe, mentre parlava con degli
amici. Mail e Merrie ridevano, si bisbigliavano qualcosa, nascosti dalla schiena
di Jeevas. Riusciva a distinguere solo le dita di lui sotto la camicia di lei.
_ Thierry, hai visto Mail? _ la voce di Mihael,
l’attuale ragazzo di Mail, lo richiamò alla realtà.
Voltò il viso verso di lui, squadrandolo. _
Aspetta, te lo chiamo _ rispose infine, staccandosi dalla porta sospingendosi in
avanti.
Andò verso Mail con le mani in tasca. Mihael
stava divorando una barretta di cioccolata con una voracità tale che poteva
solo annunciare guai.
_ Ma ti son cresciute le tette, Merrie?! _
_ Non te n’eri accorto? _
_ Mail, Keehl ti cerca _
La testa rossa sussultò, e si affrettò a
liberare il corpo morbido della ragazza dalla sua stretta. Lei ridacchiò,
mettendosi sulle gambe di Thierry che si era seduto. Entrambi fissarono il
gameboyttaro raggiungere il suo ragazzo.
_ Comunque, quando ti torna la voglia per le cose
a tre, ricordati che noi siamo sempre disponibili.. _ bisbigliò Merrie, prima
che fosse fuori portata.
Per quel motivo Mail arrivò da Mihael col
sorriso sulle labbra.
Neanche il tempo di chiedere cosa voleva, che il
biondo lo aveva afferrato per la manica, trascinandolo lontano dal putiferio
della sua classe.
_ Il professor Yagami vuole parlare dei miei
ritardi con mia madre, oggi pomeriggio _
Mail rimase un secondo senza fiato, guardandolo,
con ancora addosso la parziale arrapatura causata dalla ex.
_ Cosa? _
_ Sì, hai capito! E mia madre penserà subito a
te!! _
_ Bè, sono ammirato che mi pensi sempre..sicuro
che non sia cotta di me anche lei? _
_ Smettila, scemo _
_ Dico davvero, non sono così male.. e poi lei
è tutta sola.. _
Mihael lo fissò come se fosse stato (non lo era?) un emerito idiota, e gli voltò
le spalle. Camminava, deciso a piantarlo lì.
Mail lo afferrò per un braccio, voltandolo di
nuovo. _ Scherzavo! _
Il più piccolo fece un primissimo piano sulle
proprie scarpe.
_ Mi fa incazzare che tu scherzi mentre io muoio
di paura, Mail _ alzò gli occhi, inchiodandolo con uno sguardo affranto.
Jeevas se lo strinse contro con impeto. _
Aiutami, Mail.. _ Mihael strinse tra le mani la sua maglia fino a farsi
sbiancare le nocche.
_ Sempre _
Il biondo spinse contro le sue braccia,
costringendolo a lasciarlo andare. _ Come facciamo? _
_ Ho già in mente un piano _
_ Allora non è solo una leggenda metropolitana,
il tuo essere intelligente..! _
Mail alzò il dito indice. _ Ma solo per le
emergenze! _
Il più piccolo rise, scuotendo la testa. _
Certo, certo.. se a scuola non ti comportassi come fai sempre, magari i
professori neanche ti avrebbero sulle scatole! _
_ Come diceva Cobain? Meglio essere odiato per
come sono, che essere amato per quel che non sono..no? _
_ Sì, sì, più o meno.. _
Camminarono fianco a fianco per un pezzo del
corridoio.
_ Ho paura _ mormorò Mihael, guardando davanti a
sé. Mail girò la testa verso di lui, fissandolo.
_ Di cosa? _ gli appoggiò un braccio sulle
spalle, ma il biondo gli pizzicò con violenza la pelle. _ Ahia! _
_ Non fare cazzate in corridoio _ ringhiò
sottovoce Mihael. L’altro ragazzo alzò le mani in segno di resa, chinando la
testa.
_ Ok, ok, scusa _
_ Paura che mia madre mi mandi da un’altra
parte per non farci incontrare più _
Mail tacque.
_ Intanto, oggi pomeriggio, cercherò di evitare
che tua madre sia contattata dal professor Stronzetto _
_ Mail.. _
_ Non preoccuparti, sarà talmente incazzata che
non alzerà più la cornetta fino a stasera _
La campanella che segnava l’inizio delle
lezioni suonò di nuovo, e Mihael non ebbe
il tempo di appurare il tasso di stupidità e masochismo contenuti nel
piano dell’altro che quello era già sparito.
Solo, strinse tra le dita il rosario che aveva
sempre al collo e le sue palline rosse, e pregò che tutto andasse bene.
_ Senti, Nate, mi serve il tuo cellulare _
Mail aveva le mani sui fianchi, chinato su un
ragazzino più basso di lui di almeno 20cm, con i capelli completamente bianchi.
Stava costruendo qualcosa con i Lego.
Mail sbuffò, nel non ricevere risposta. _ Eddai,
ho anche pulito la tua stanza, ieri! _
Guardò la testa del ragazzino seduto a terra, in
attesa. Si sedette sui talloni. _
Daiiiiii, tu che sei il mio adorato fratellino.. daiiiii _
Nessuna risposta.
Si massaggiò le tempie con le dita. Idea!
_ E’ per chiamare Mihael _
Nate alzò di scatto la testa, fissandolo. _
Viene a casa? _ chiese. La gioia era palese. Era anche arrossito!
_ No, ma devo evitare che Yagami chiami a
tradimento sua madre. Il cellulare. Nate _
Il piccolino si afflosciò, porgendogli il
cellulare bianco. Mail lo stritolò in un abbraccio spezza-ossa. _ Possiamo fare
incesto? _
_ No _
_ Peccato _ Mail alzò le spalle.
Compose il numero di casa di Mihael, camminando
verso la propria stanza. Si chiuse la porta alle spalle, buttandosi
poi a pesce sul letto.
Dalle lenzuola rosse.. tutta la stanza era rossa.
Mobili, soffitto, pavimento, tende, moquette. Anche i vetri delle finestre
giganti.
Mentre teneva pigiato il telefono contro
l’orecchio e ascoltava gli squilli, si mise a scrutare la carta da parati
rossa.
Rosso, rosso.. perché proprio il rosso?
Perché era la cosa che più aveva visto, durante
l’infanzia.
Il rosso del vino scadente che beveva il padre.
Il rosso del sangue di sua madre sulle lenzuola, quando la andava a chiamare la
mattina perché lo portasse a scuola e lei gli urlava contro e piangeva. Il
rosso del proprio sangue, quando suo padre gli si scagliava contro con furia
omicida, e lo picchiava con le bottiglie che non aveva finito, provocandogli
quelle cicatrici che ancora lo segnavano, bagnandolo di quel vino che poi aveva
sempre odiato. Il sangue di suo fratello, quando suo padre si accaniva anche
contro di lui e lui, il fratellone, cercava di difenderlo, difenderlo da quelle
parole biascicate e cattive che gli sputava addosso ogni volta che poteva, quel
“fantasma” quel “mostro” che avevano chiuso il piccolo Nate nel suo
mondo di giocattoli.
Il rosso dei suoi capelli.
Il
rosso..
“Then
later on, on the drive home
I called her mom from a pay phone
I said I was the cops, and your husband's in jail
The state looks down on sodomy
And thats about the time that bitch hung up on me”
_ Pronto _
Mail socchiuse gli occhi. Camuffò un po’ la
voce. _ Buonasera. Lei è la signora Keehl? _
Incertezza, dall’altra parte della cornetta. Lo
aveva riconosciuto? _ Sì, sono io. Lei..? _
_ Chuck Norris. Sono della polizia, abbiamo
appena arrestato suo marito _ Era ovvio che la madre di Mihael non conosceva il
mitico Chuck Norris..
Avvertì il sussulto della donna. _ Cosa?! Perché?
Cos’ha fatto? _
Mail sogghignò.
_ Mi dispiace, ma lo stato considera ancora un reato la sodomia _
Silenzio stupefatto. Mail cercò di reprimere il
ridere che gli causava il pensiero della faccia di quella donna altezzosa
sconvolta dallo stupore.
_ Ma.. quando? Quando è successo?! _
_ Signora, questo è uno degli arretrati Pesci
d’Aprile che non le sono stati consegnati. Con amore, Chuck Norris _
Silenzio stupefatto. Rabbia. Lo sbattere della
cornetta.
E Mail che si contorceva sul letto ridendo come
un matto.
_ Hai finito con il mio cellulare.. Mail? _ un Nate-stoccafisso
lo guardava dalla porta della sua stanza, appoggiato allo stipite con una mano.
Lui stava ancora ridendo.
_ Sì, sì..eccome! _ ansimò Mail, quasi piangendo dalle
risate. _ Sicuramente quella donna non alzerà più la cornetta fino a domani
mattina, incazzata com’è ora! _
_ Cioè? _
Il fratellone si asciugò gli occhi, mettendosi a
sedere. La mano tesa a restituire il cellulare. _ Le ho solo fatto prendere un
piccolo spavento _ ghignò, mentre Nate afferrava l’apparecchio.
_ Scemo _ si limitò a dire, telegrafico, il
piccolo. Sparì nella sua stanza bianca, senza una parola di più.
Sicuramente stava memorizzando il numero di Casa
Keehl.
_ Ma ti rendi conto, Honey? TI RENDI CONTO?! Che
scherzi idioti, dico..che scherzi idioti!! _ la signora Keehl marciava furibonda
per la cucina, preparando la cena.
Mihael stava in salotto, sghignazzando mentre
faceva i compiti. Di sicuro sua madre non avrebbe più risposto a nessuna
chiamata, per quel giorno!
Avrebbe ricompensato Mail a dovere, non appena lo
avesse rivisto.
E anche suo fratello che gli aveva prestato quasi
sicuramente il cellulare, e che era tanto carino.
Perché figurarsi se Mail trovava il suo
cellulare nel marasma della sua stanza..!
_ Com’è andata? _ la mattina dopo, a scuola.
_ Mia madre era arrabbiatissima..non ha più
alzato la cornetta! _
_ Ci sono state altre chiamate? _
_ Due.. forse il professore ci ha rinunciato,
alla fine _ scoprì un ragazzino albino che lo sbirciava di nascosto da lontano.
Nate!
I loro sguardi s’incrociarono solo per un
attimo, poi il ragazzino scappò via rossissimo.
Mihael baciò Mail, nel corridoio semi vuoto,
mantenendo il proposito della sera prima almeno in parte.
_ Grazie _ sussurrò sulle sue labbra. Il più
grande piegò l’angolo della bocca in un sorriso.
_ Per te, cazzate di ‘sto genere sono
prenotabili a ogni ora _
Mihael rise, andandosene in classe.
Il rosso seguì con gli occhi il suo sedere,
senza mollarlo fino a quando non si sottrasse alla sua vista.
Perché non dirgli quello che aveva pensato?
Tanto era chiaro che suo fratello non gli era indifferente.
Lo rincorse.
_ Mihael!! Devo dirti
una cosa _
Il biondo si voltò
verso di lui, sul ciglio della classe, indirizzandogli un’occhiata
interrogativa.
Un tonfo.
Aprì gli occhi, biasciando un “porco cazzo”
e non gli ci volle tanto a capire che era appena ruzzolato giù dal letto. Si
mise a sedere, tenendosi la testa.
Si mise a sedere sui talloni, guardando i due
ragazzi avvinghiati sul letto.
Nate e Mihael.
In fondo la sua idea di fare una “coppia
a tre” era piaciuta.
Anzi.
Nate aveva fatto i salti di gioia. Mihael aveva
finto stupore e imbarazzo a una simile cosa (anche se sia Mail sia Mihael erano
a conoscenza dei baci/effusioni che c’erano quando Mail non era a casa che
avvenivano tra lui e Nate…). E, per conto suo.. più
erano, tanto meglio! E vedere il fratellino che toccava Mihael con le guance
rosse e i capelli bagnati di sudore, non era niente male.
I loro visi erano illuminati di riflessi
rossastri, grazie alla luce del sole che filtrava dalla finestra colorata della
sua camera.
_ Mail _ Mihael biasciava frasi nel sonno.
Aveva piantato sua madre il giorno stesso del suo
compleanno, si era fiondato a casa sua, e l’aveva stritolato in un abbraccio,
facendogli bruciare la maglia con la sigaretta accesa.
Regalo di compleanno?
Aveva fatto costruire una stanza, tutta per lui,
comunicante con quella sua e quella di Nate.
Completamente nera. Provvista di un frigorifero
enorme con su disegnata una barretta di cioccolata scartata e stipato di
barrette di cioccolata di ogni tipo.
Le lenzuola, il letto a baldacchino, le tende, il
pavimento, tutto aveva il disegno/la forma di una barretta.
A Mihael era quasi preso un infarto, quand’era
entrato.
Prese una sigaretta dal pacchetto appoggiato sul
comodino, e l’accendino.
Andò sul balcone, aprendo la finestra.
Adesso si avvicinava il suo, di compleanno.
Chissà cosa gli avrebbe regalato…
Aspirò a fondo, con un sorriso.
“I never want to act my age
What's my age again ?
What's my age again ?
What's my age again ?”
*=si parla di Pokemon Smeraldo (questo asterisco
è nel primo capitolo, scusate!! XD)