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Autore: lavs684    22/09/2008    12 recensioni
E se Akane avesse rischiato la vita quando era solo una bambina? E se Soun avesse stretto un patto col custode dell'Aldilà per salvarla?Aggiornato capitolo 12 ^^
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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rituale Dopo un lungo periodo di pausa eccomi di ritorno! Vi sono mancata? Capitolo dodici finalmente! Mi sa che da questo momento in poi aggiornerò più di rado dati numerosi impegni e anche (ahimè!) un calo di ispirazione. Al momento i capitoli non stanno riuscendo come desidero, per cui voglio prendermi più tempo per cercare di migliorarli.
Detto questo, passo ai ringraziamenti (quanto mi è mancato!):

Kuno84: ^///^ non saprei cosa dire se non GRAZIE! Il tuo commento mi ha lasciata assolutamente senza fiato. Sono contentissima di essere riuscita a fare apprezzare a te questo mio modesto lavoro. Per me è una grande soddisfazione, dato che tu sei uno dei miei modelli e adoro il tuo modo di scrivere. Ed è anche per non deludere te che ho deciso di prendermi più tempo tra una pubblicazione e l’altra. Grazie, senpai!

Littel: che bello che Tofu e Kasumi siano piaciuti tanto! È vero, mai nessuno si sofferma su di loro, per cui mi sembrava giusto farlo. Grazie per il tuo commento, come sempre sono contenta che la storia continui ad appassionarti e spero davvero che continui così! Grazie!

_Kaggy_chan_: grazie grazie grazie! Hai proprio ragione: un poco di svago ci voleva. E mi sembrava giusto dare spazio anche a Kasumi e Tofu che sono sempre esclusi! Grazie per i bei complimenti che mi fanno sempre un piacere incredibile e mi fanno camminare ad un metro da terra!

Akane25: ciao rox! Lo so… sono imperdonabile, è un po’ che non riesco a commentare NRDP ma giuro che mi farò perdonare prima possibile. Ringrazio anche te per la recensione! Riguardo a Rihito, bè, non credo proprio che si innamorerà di Akane… anche perché… vabbè, leggi il capitolo e lo scoprirai!

Maryku: mary! Sempre puntuale e sempre presente, mi fa piacere che non ti perdi un capitolo! La tua analisi di Kasumi era perfetta, è esattamente come la vedo io! E un poco di romanticismo ci vuole pure per lei, no? Riguardo a Rihito sinceramente credo sia antipatico sempre, non solo in quel momento! Baci e aspetto il tuo commento!

Laila: carissima! Intanto mi è piaciuta un sacco l’ultima frase del tuo commento e ti do ragione da vendere! Mi piace troppo la relazione tra Tofu e Kasumi, anche perché è una di quelle dove c’è più possibilità di fantasticare, dato che è una materia poco trattata. Felicissima che ti sia piaciuta anche la parte di Akane, temevo passasse troppo in secondo piano rispetto al gesto di Tofu. Spero mi farai sapere anche questa volta cosa pensi!

Apple92: chi si rivede!! Pensavo mi avessi abbandonata! Sono felicissima che tu sia tornata a commentare, sentivo la tua mancanza! Lo so, è difficile immaginare quel bacio, ma alla fine non è poi così strano! Per quanto timida e riservata Kasumi è pur sempre una donna! Aspetto il tuo parere anche questa volta!

Gabrychan: ehm… mi lasci senza parole. ^///^ Mi hai fatto dei complimenti tanto belli che non credo ci sia un modo adeguato di ringraziarti. Sapere che le mie intenzioni traspaiono dal mio lavoro mi fa felice. Il mio intento era proprio lasciar spazio a tutti (proprio tutti!) e descriverne le sensazioni nel modo più reale possibile. È bello sapere che tu lo percepisci e lo apprezzi. Grazie!

Robbykiss: Grazie anche a te! Caspita, non immaginavo che questa piccola parentesi Tofu/Kasumi sarebbe piaciuta tanto. Mi fa un piacere immenso che non ti sia sembrata troppo affrettata la proposta di matrimonio e che sei d’accordo con me! Fiuuu! È andata anche questa volta! Spero di vedere il tuo nome tra le recensioni anche per questo capitolo!

Capitolo XII
Rituale

Nessuno aveva una gran voglia di festeggiare la riuscita della missione. Sebbene fossero entrati in possesso del tanto agognato Kami no tanto, nessuno si sognava di gioire o anche soltanto di sorridere. Negli sguardi di ognuno si leggeva un’incolmabile vuoto che solo la perdita di una persona cara può lasciare.
Shampoo e Mousse erano naturalmente i più provati. L’Amazzone sembrava non riuscire quasi nemmeno a reggersi in piedi. Il suo dolore pareva addirittura al di là delle lacrime. Tutto ciò che voleva era arrivare a casa al più presto e isolarsi da tutto e da tutti.
Maledetta Akane. E maledetto anche Ranma. E Mousse. E Ryoga. E Ukyo.
Li odiava tutti. Perché avevano permesso alla sua bisnonna di compiere una pazzia del genere?
Perché?
Era colpa loro… si, tutta colpa loro.
Cercava in ogni modo di soffocare quella piccola, obiettiva parte di lei che sapeva che nessuno dei suoi amici sarebbe riuscito a fermarla in ogni caso. La sua bisnonna era testarda tanto quanto lei, o forse addirittura di più. Non avrebbe mai permesso a nessuno di ostacolarla, una volta presa la sua decisione. Ma naturalmente a Shampoo in quel momento non importava affatto. Aveva un disperato bisogno di dare la colpa a qualcuno. Qualcuno che non fosse lei stessa. Soprattutto perché sapeva che la sua bisnonna si era sacrificata per salvare la vita a lei. Ma cercare un capro espiatorio rendeva tutto molto più facile da sopportare.
Aveva chiesto di provare almeno a recuperare il suo corpo, ma dalle facce degli altri era chiaro che non credevano che fosse rimasto ancora qualcosa di lei… e alla fine Mousse era riuscito a farla desistere dal suo intento, seppur con parecchie difficoltà.
E adesso riprendere il cammino e allontanarsi da quel luogo era per lei quanto di più difficile ci fosse.
Dalle pendici del monte volse per l’ultima volta lo sguardo in direzione della vetta, gli occhi ancora velati di lacrime.
“Addio bisnonna.”

******

Akane camminava avanti e indietro in quella stanza che più che mai in quel momento le sembrava una prigione. Racchiusa tra quelle quattro mura piangeva disperata per l’inevitabile sorte che stava per affrontare, rovesciava sedie, prendeva a pugni la porta, urlava fino a sentire la gola bruciare, per poi accasciarsi inesorabilmente a terra, le braccia adagiate lungo i fianchi, le lacrime che continuavano la loro folle discesa bagnandole le guance.
“Ranma… Ranma, dove sei? Ranma…”
Possibile che non avesse davvero trovato il modo di raggiungerla?
Possibile?
Adesso il terrore più puro la dominava per davvero, completamente. Aveva passato quei giorni vivendo con la certezza che Ranma sarebbe arrivato, alla fine. Non aveva nemmeno preso in considerazione la possibilità che non si facesse vivo affatto. Era… impossibile. Assurdo.
Aveva affrontato quelle ore tremende trascorse in quella stanza schermandosi dietro quella incrollabile certezza, divenuta quasi uno scudo contro le provocazioni di Rihito. Era un pensiero così naturale, così ovvio. Ranma la traeva sempre in salvo alla fine, no? E allora perché non era ancora arrivato?
“Ranma… ho paura!”
La porta si spalancò, facendola sobbalzare. Si volse verso l’uscio ancora in lacrime e vide Rihito entrare nella stanza.

******

Dopo più di due giorni di cammino quella folle avventura stava ormai per giungere al termine. Ancora una mezz’ora e avrebbero raggiunto Nerima. Erano quasi a casa…
Shampoo aveva in parte placato le sue ire nei confronti dei suoi compagni, stabilendo che era inutile prendersela con loro, oltre che più doloroso. Aveva bisogno del loro conforto, anche se ammetterlo era dura. Mentre camminava senza far caso ai suoi passi, non faceva altro che pensare a qual momento… il momento in cui Mousse le aveva riferito le ultime parole della sua bisnonna. Continuavano a risuonarle nella mente e le lacrime le appannavano ancora la vista. Mai avrebbe immaginato che la fiera Amazzone Cologne potesse parlare di lei in quel modo… avrebbe tanto voluto sentirla.

Dì a Shampoo che sono fiera della donna che è diventata. Mi ha reso orgogliosa. E dille anche di fare della sua vita quello che vuole, l’importante è solo che sia felice.

“L’importante è solo che sia felice.”
Davvero sua nonna aveva detto una cosa del genere? Lei, che aveva sempre messo la legge al primo posto? Le sembrava così incredibile che la donna che aveva pronunciato quelle parole fosse la stessa che l’aveva allenata sin dalla più tenera età, che l’aveva trasformata nell’Amazzone che era adesso.
“È tutto merito tuo se sono quel che sono… solo tuo. Credi davvero che dovrei inseguire la felicità e nient’altro? Dovrei dimenticarmi delle nostre leggi e vivere liberamente la mia vita?”
Quell’idea andava contro tutti i principi con i quali aveva convissuto sin dal momento della sua venuta al mondo e, naturalmente, non poteva semplicemente decidere di voltare le spalle alla sua gente sperando di passarla liscia. La punizione che l’attendeva sarebbe stata solo una: l’esilio.
Eppure…
Non poteva mentire a se stessa. Non più. Se voleva essere felice, quella era l’unica soluzione.
Dimenticare, dimenticare non solo quelle leggi. Ma anche lui.
Fu con una stretta al cuore che ripensò alla sua casa, alla sua famiglia, alla sua terra. Ma continuò a ripetersi che quello era l’unico modo. Avrebbe ascoltato la sua bisnonna anche quella volta. I suoi consigli erano sempre stati preziosi e quello sembrava esserlo ancora più degli altri. Sentiva davvero il bisogno di dare una svolta definitiva alla sua vita. Non era forse arrivato il suo turno di scoprire cosa fosse la felicità? Se lo meritava, accidenti!
Trovarla con Ranma o meno, a quel punto per lei non aveva più importanza.
Volse distrattamente lo sguardo verso il ragazzo col codino, che sembrò non accorgersene nemmeno.
Sospirò.
“Starà di sicuro pensando ad Akane…”
E, naturalmente, Shampoo era nel giusto.
Guardando le abitazioni di Nerima in lontananza, infatti, Ranma non stava più nella pelle. Avrebbe voluto correre a perdifiato, fiondarsi dal dottor Tofu e procedere con quel maledetto rituale. “Akane, costringerò quel maledetto a dirmi dove ti trovi. Aspettami!”


******

-DOTTORE! DOTTOR TOFU!

Allarmato, il dottor Tofu corse all’ingresso per capire chi stesse urlando a quel modo. Quando vide Ranma i suoi occhi si dilatarono per la sorpresa. Il suo sguardo vagò sulla sua figura fino ad individuare il Kami no tanto, ancora legato alla cintura dei suoi pantaloni.

-Ce l’avete fatta, ragazzi. Siete stati grandi!

Nessuno rispose. Tofu notò che qualcosa certamente non andava. Si aspettava che tutti saltassero di gioia di fronte alla riuscita di un’impresa tanto ardua, soprattutto Ranma che non vedeva l’ora di riavere Akane con sé. Accigliato, si rivolse ai cinque compagni.

-Ragazzi, va tutto bene?

Nessuno rispose. Tofu notò che Ranma, Ukyo e Ryoga lanciavano di sottecchi occhiate preoccupate a Shampoo. Sempre più confuso, Tofu prese Ranma da parte e gli si rivolse cercando di non farsi udire dagli altri. Si allontanarono di qualche passo, dando loro le spalle.

-Ma cosa succede?

Il ragazzo col codino sospirò, abbassando appena il viso. Sembrava non avere una gran voglia di spiegare quale fosse il problema. Tofu gli mise un braccio su una spalla, come a volergli infondere il coraggio necessario a continuare. Seppur riluttante, Ranma iniziò a parlare, incerto e con la voce che tremava appena, lo sguardo che saettava qua e là evitando accuratamente di incontrare quello del dottore.

-Si tratta di… Obaba.

Tofu capì senza bisogno di udire il resto delle parole di Ranma. Come aveva potuto non accorgersi immediatamente della sua assenza? Che stupido. Temeva quasi di ascoltare il resto della storia, ma lasciò ugualmente che Ranma continuasse a parlare senza interromperlo.

-Lei… ci ha salvati tutti. Si è… sacrificata… per noi.
-Cos’è successo?
-Eravamo circondati. C’erano youkai da ogni parte che sembravano non finire mai. Saremmo sicuramente morti ma lei… è ricorsa ad una strana tecnica. L’ha chiamata “Tecnica Definitiva”.
-Tecnica Definitiva?
-Già. Ci ha fatti scappare, ha sigillato tutta la zona e… c’è stata una specie di esplosione. L’aura negativa si è dissolta all’istante e…

Ranma sembrava incapace di continuare. La sua voce si spense in un mormorio indistinto. Afflosciò le spalle e abbassò il viso, senza osare guardare il dottore negli occhi. Si aspettava quasi di sentirlo urlare che fosse tutta colpa sua, che non era stato nemmeno in grado di riportare tutti a casa sani e salvi. Ma Tofu non fece niente di tutto questo. Parve capire quali dovessero essere i sentimenti di Ranma e gli si rivolse con fare paterno.

-Ho capito. È davvero… terribile. Ma, Ranma, non sentirti responsabile. Cologne era la donna più forte che io abbia mai conosciuto. Puoi star certo che sapeva bene quello che faceva. Non devi fartene una colpa.

Tofu annuì come a voler dare ulteriore conferma alle sue parole e rafforzò la presa sulla spalla di Ranma, che gli rivolse uno sguardo triste per poi tornare a fissare il pavimento. A quel punto, il dottore si rivolse agli altri ragazzi.

-Venite qui, devo darvi una controllata.
-Non occorre, abbiamo preso una medicina che ci ha dato Oba…

La voce di Ryoga si spense mentre Ukyo gli sferrava una potente gomitata alle costole. Il ragazzo con la bandana lanciò uno sguardo allarmato a Shampoo, che però sembrava non essersi nemmeno accorta che Ryoga avesse aperto bocca. Sembrava immersa nelle sue fantasticherie. O forse faceva solo finta di non aver sentito, chi poteva dirlo?
Tofu comunque aveva capito il significato della frase a metà di Ryoga.

-D’accordo, allora. Venite almeno a riposarvi un po’. Vi preparo delle stanze. Avete bisogno di recuperare le forze.
-Ma dottore, io…
-Prima riposa un po’, Ranma. Non avrai molte speranze ridotto come sei.
-No! Devo andare, potrebbe già essere troppo tardi! Sto bene, davvero!
-Sai anche tu che non è vero. Riposa soltanto una mezz’ora e poi procederemo immediatamente. Giusto il tempo di preparare tutto l’occorrente per il rituale. Non un minuto di più, lo prometto. Siete arrivati all’improvviso e non sono ancora pronto, ma ti chiamerò immediatamente quando avrò finito.

Ranma annuì, troppo stanco perfino per ribattere. Non ci voleva poi molto a capire che Tofu aveva ragione. Era davvero a pezzi.
Seguì il dottore in una camera con un'unica, grande finestra che si apriva proprio vicino ad un letto che aveva l’aria di essere dannatamente comodo.
Ranma si distese immediatamente e borbottando appena un grazie si addormentò di colpo.
Tofu sorrise, uscì dalla stanza e chiuse la porta alle sue spalle. Si avvicinò al telefono e, sollevando la cornetta, compose un numero.

-Pronto?
-Pronto, Nabiki, sono il dottor Tofu.
-Oh, salve dottore. È successo qualcosa?
-A dire il vero si, Ranma e gli altri sono tornati.

*******

-Dove accidenti mi stai portando? Si può sapere? Rispondimi, maledetto!
-Dimenati pure, tanto è inutile.

Rihito aveva trascinato Akane fuori dalla sua dimora e la stava conducendo chissà dove. Non era difficile comprenderne il motivo: il momento era giunto alla fine. E la vita di Akane si stava pericolosamente avvicinando alla sua conclusione. I tentativi di fuga della minore delle Tendo erano ovviamente inutili. La presa dello youkai sul suo braccio era ferrea. Akane aveva provato di tutto, dai calci ai morsi, ottenendo come risultato solo quello di divertire ancor di più il suo aguzzino.
Nonostante questo, oppose fiera resistenza per tutta la durata del percorso. La cosa più inutile che potesse fare.
Erano giunti sulle rive dello Stige. Il fiume scorreva lento e gorgogliante e Akane potè specchiarsi nelle sue acque per la prima volta dopo molti giorni. Non si stupì di avere un aspetto orribile.
“Tanto che importanza ha a questo punto?”
Alla fine Ranma non era arrivato davvero. Si guardò intorno ansiosamente, pur sapendo dentro di lei che era del tutto inutile. Se davvero fosse stato lì, non sarebbe certo rimasto a guardare da lontano.
Inaspettatamente si sentì tirare per un braccio. Rihito premette un punto alla base della schiena di lei e la gettò a terra senza tanti complimenti. Akane si ritrovò distesa supina, dolorante per il duro impatto col terreno.
Provò a ribellarsi e ad alzarsi di nuovo. Sgranò gli occhi per la sorpresa.
Non poteva più muoversi.

*******

Tofu, Shampoo, Mousse, Ukyo, Ryoga, Happosai e le famiglie Tendo e Saotome al completo erano riunite nello studio del dottore.
Kasumi si premette una mano sulla bocca mentre Ranma, aiutato dai suoi compagni, raccontava quanto accaduto sul monte Tsukuba. Si avvicinò a Tofu, che resistette all’impulso di prenderla tra le braccia, seppur con parecchio autocontrollo. Non poteva esserci momento peggiore per rendere pubblica la loro relazione.
A Nabiki non sfuggì l’insolito scambio di sguardi tra sua sorella e il dottore, né tantomeno il fatto che Tofu non si fosse messo a fare l’idiota come suo solito. Dubitava che il motivo andasse ricercato solo nella drammaticità della situazione. Si voltò nuovamente verso Ranma ascoltandolo con espressione indecifrabile e volgendo di tanto in tanto lo sguardo verso Shampoo, che sembrava ancora in un altro mondo. Happosai piangeva.

-E… questo è tutto.
-Oh, Ranma!

Nodoka, in lacrime, si gettò con slancio sul proprio figlio, cingendogli le spalle con le braccia. Ranma rispose alla stretta con pari intensità, beandosi per qualche secondo di quell’abbraccio carico d’amore. Solo pochi secondi prima che scostasse delicatamente sua madre da sé e guardasse dritto negli occhi il dottor Tofu, che capì senza bisogno che Ranma parlasse.

-D’accordo, procediamo.

Si spostarono in una piccola camera dove Tofu aveva tracciato sul pavimento una cerchio perfetto, delimitato da alcune piccole candele poste ad intervalli regolari lungo la circonferenza.

-Ranma, sei pronto?
-Certo.
-Un momento, non avrai mica intenzione di andare da solo!

Ucchan rivolse a Ranma uno sguardo carico d’angoscia mentre, avvicinatasi a lui, rimaneva in attesa di una risposta. L’espressione del ragazzo col codino si addolcì, mentre spostava lo sguardo su di lei.

-Ucchan, ascolta, vi sono davvero grato per quello che avete fatto per me fino ad ora. Siete i migliori amici che potessi desiderare, ma non posso permettere a nessuno di voi di mettere ancora a repentaglio la propria vita.
-Ma Ranchan, non posso lasciarti andare così!
-Cerca di capire… devo essere io a farlo, da solo. Devo salvarla a tutti i costi, mi capisci?

Ucchan esitò soltanto per un istante. Non avrebbe potuto essere più chiaro nemmeno se avesse dichiarato pubblicamente il suo amore per Akane. La sua scelta era ricaduta sulla minore delle Tendo già da tanto tempo, lo sapeva già. Ormai iniziava ad abituarsi…
Si sforzò di annuire.

-Si. Ma fa attenzione, d’accordo?

Ranma sorrise, il primo vero sorriso da non ricordava più quanto tempo. Abbracciò Ucchan come mai aveva fatto prima, tentando di infondere in quella stretta tutte le cose che non era in grado di dirle. La giovane cuoca arrossì violentemente, ma non si fece illusioni. Le parole che Ranma pronunciò dopo non la stupirono per nulla, né le fecero male quanto avrebbe pensato.
Se non altro parlare con Ryoga qualche giorno prima era servito a prepararla.

-Sarai per sempre la mia migliore amica.

Ucchan sorrise e una lacrima solitaria scivolò lenta sulla sua guancia mentre assaporava il profumo di Ranma così nitidamente per la prima e ultima volta nella sua vita. Si separò da lui con una certa difficoltà, mentre Ranma la guardava ancora con quel dolce sorriso, con quello sguardo colmo d’affetto. Ma non d’amore.
Si allontanò silenziosamente, mentre Ryoga la osservava con la coda dell’occhio. La cuoca si posizionò proprio accanto al ragazzo con la bandana e si voltò a guardarlo con un sorriso triste.
Un tumulto di sensazioni inaspettate travolse Ryoga: una sorta di inspiegato fastidio che non riusciva ad identificare con chiarezza, il desiderio di picchiare Ranma e soprattutto una grande, enorme voglia di prendere Ukyo tra le braccia e consolarla. Queste sensazioni si spensero non appena Ukyo distolse lo sguardo, lasciando l’eterno disperso in uno stato di totale confusione.
Ciò che un po’ sorprese Ranma in quel frangente fu il fatto che Shampoo non avesse fatto una piega di fronte a quell’abbraccio.
Titubante, la guardò negli occhi.
Shampoo ricambiò lo sguardo senza dire una parola.

-Shampoo…
-Non devi dire niente, Lanma. Non c’entri.
-Io…
-Riporta qui il maschiaccio violento.

Possibile che fosse così chiaro a tutti quello che provava per lei?
Che si fossero tutti rassegnati all’evidenza? Perfino Shampoo?
Annuì.

-Bene, possiamo cominciare direi. Ranma, posizionati al centro del cerchio.

Ranma si sedette e Tofu iniziò ad accendere una ad una le candele nere. Fece cenno a Genma di spegnere la luce e la stanza piombò nella penombra. Il dottore lanciò uno sguardo a Kasumi che lo osservava con apprensione e sorrise appena cercando di rassicurarla.

-Sei pronto?
-Si.

Con un religioso silenzio come sottofondo, Tofu aprì un grosso volume che reggeva tra le mani, voltando le pagine fino a trovare quella giusta.

-Ascolta Ranma, è importantissimo che ti concentri con tutto te stesso. Il rito in sé è piuttosto semplice. La difficoltà sta nel fatto che non puoi permetterti distrazioni. Se non sarai totalmente concentrato sul pensiero di raggiungere l’Aldilà rischi di rimanere bloccato tra le due dimensioni e di non poter più fare ritorno. Non devi pensare a niente e a nessuno. Concentrati solo su quel desiderio. D’accordo?
-D’accordo.
-Usa il Kami no tanto. Occorre un sacrificio di sangue fatto con quel pugnale.

Ranma impugnò il Kami no tanto e premette la lama sul suo avambraccio, facendo gocciolare immediatamente il suo sangue sul pavimento. Sentì sua madre trattenere il fiato bruscamente e si voltò a guardarla con un sorriso.
“Sto bene, mamma.”

-Mi raccomando, concentrati.

Tofu iniziò a declamare ad alta voce le parole dell’incantesimo, mentre Ranma chiudeva gli occhi, estraniandosi da tutto e da tutti. Allontanando il pensiero di sua madre, di suo padre, della famiglia Tendo, dei suoi amici e con maggiore difficoltà di Obaba e soprattutto di Akane.
Si concentrò su un unico pensiero.

Voglio raggiungere l’Aldilà

******

Ancora totalmente immobilizzata, Akane si ritrovò distesa su un enorme altare di pietra situato proprio di fronte alla riva dello Stige. Provò a divincolarsi in tutti i modi, senza però riuscire a muovere nemmeno un muscolo.
Rihito rimase per alcuni istanti a rimirare le acque del fiume, perso nei propri pensieri, prima di posare il proprio sguardo avido sulla figura terrorizzata di Akane.

-Finalmente.

Le si avvicinò e le prese il mento tra pollice ed indice.
Akane avrebbe voluto urlare e ritrarsi a quel tocco. La sua frustrazione per quella situazione parve raddoppiare.
Ranma non aveva fatto in tempo… stava per essere uccisa. Il cuore le batteva ad una velocità folle e le lacrime scorrevano silenti sul suo viso.

-Proverò un particolare piacere nel toglierti di mezzo.

E quelle parole scatenarono in lei un odio che si sostituì persino alla paura.
Rihito sorrise ed estrasse la spada che teneva legata alla cintura.
Si muoveva con estrema lentezza, come a volersi godere ogni istante di quello splendido giorno. Akane si sentì persa. Era davvero finita.

******

“Voglio raggiungere l’Aldilà… voglio raggiungere l’Aldilà…”
Ranma era riuscito ad estraniarsi completamente dal mondo esterno. Non sentiva più nemmeno la voce del dottor Tofu. Gli occhi chiusi e le mani adagiate sulle ginocchia. La mente concentrata su quell’unico pensiero.
Il sangue che continuava a gocciolare dalla ferita iniziò a brillare. Ranma poteva scorgere il bagliore rosso che emanava attraverso le palpebre chiuse.
Una forte corrente invase la stanza, spaventando i presenti. Il rombo del vento li assordava e Tofu fu costretto ad urlare per farsi udire al di sopra di quel frastuono. I contorni del corpo di Ranma stavano diventando meno definiti e il ragazzo col codino sembrava non essersi nemmeno accorto di tutto quello che gli stava accadendo intorno.

******

-Sei pronta?

Lo scintillio malevolo dei suoi occhi rossi le fece comprendere più di ogni altra cosa che era arrivata la fine. Le lacrime continuavano a cadere, lente e silenziose, non più per la sua morte imminente, ma per Ranma.
Non l’avrebbe mai più rivisto. Non avrebbe potuto rivedere il suo sorriso, perdersi in quei suoi grandi occhi blu, quei suoi occhi buoni e dolci. Non avrebbe mai conosciuto il sapore delle sue labbra, né avvertito il calore del suo corpo. Non gli avrebbe mai detto quanto profondamente fosse innamorata di lui.
Rihito sollevò la spada con entrambe la mani, impugnando l’elsa e volgendo la punta verso il basso, pronto a trafiggere il suo cuore.

******

Ranma sentì il proprio corpo farsi più leggero, come privo di consistenza. Non sapeva come comportarsi né cosa fare e rimase qualche secondo immobile, incerto. Cercò di aprire gli occhi e scoprì di non poterlo fare per il momento. Provò la sensazione più strana della sua vita. Gli sembrava di galleggiare nel nulla, di non possedere affatto un corpo, di essere fatto puro spirito.
E poi finalmente tornò a sentire.

******

Rihito si preparò a colpire.

-Addio, Akane Tendo. Sembra proprio che il tuo caro Ranma non si sia fatto vivo, alla fine.

Akane distolse lo sguardo dalla figura di Rihito e lo vide, appena materializzato di fronte ai suoi occhi. Nuove lacrime, di gioia quella volta, le solcarono le guance.
“Ranma… Ranma!”
Avrebbe voluto urlare la sua felicità nel vederlo lì, corrergli incontro, abbracciarlo. Ma era ancora immobilizzata.
E proprio in quell’istante, Rihito affondò.

******

Ranma aprì gli occhi e lei era lì. Vide il suo sguardo illuminarsi non appena aveva incontrato i suoi occhi e aveva realizzato che era venuto a salvarla.
E poi capì. Si rese conto di cosa stava accadendo.
Troppo tardi.
Abbandonò il tanto sul pavimento, dimenticato, e corse imponendo alle proprie gambe uno sforzo sovrumano. Corse per raggiungerla. Per salvarla.
La spada di Rihito le trafisse il cuore.
Gli occhi di Akane si dilatarono, ma lei non urlò. Continuò a guardarlo, mentre Ranma poteva scorgere la sofferenza incisa in ogni lineamento del suo splendido volto.
Le lacrime gli bagnarono il viso senza che lui se ne rendesse conto, mentre continuava a correre da lei pur sapendo che era tardi, pur sapendo che aveva fallito.
“Non è vero… non è vero… non è vero… no!”
Akane sorrise appena continuando a guardarlo, sinceramente felice di averlo rivisto un’ultima volta, come se non potesse desiderare fine migliore di quella.
“Addio… Ranma…”
E poi qualcosa in quegli occhi si spense.

-NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!



Sono pronta a ricevere minacce di morte e so già che molti di voi vorranno sapere dove abito per venire personalmente ad eliminarmi… non odiatemi!
Alla prossima! Un bacio a tutti!
Lavs
   
 
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