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Autore: Monijoy1990    01/09/2014    1 recensioni
Mary è una ragazza di 22 anni. A seguito della scomparsa prematura di sua madre si ritrova a gestire le continue assenze di suo padre dilaniato dal dolore, oltre che fare i conti con le nuove responsabilità.
La sua unica ancora di salvezza è Andrea, suo fratello minore.
La sua vita, ormai giunta a un punto morto, cambia inesorabilmente con la partenza di suo fratello per il Giappone. Un insolito scambio, catapulterà un giovane e aitante ragazzo orientale in casa sua, sconvolgendo la sua vita ormai ordinaria.
Riuscirà Mary a gestire quest’altro uragano nella sua vita? E quell’insolito e misterioso ragazzo, quali segreti avrà in serbo per lei?
Genere: Drammatico, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Hyunjoong
Note: Cross-over | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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CAPITOLO 17
IL CONCERTO

Perdonate l'attesa. Non ho scusanti davvero. Volevo terminare i video, ma mio malgrado non ci sono riuscta. Farvi attendere oltre non mi sembrava il caso. Spero di riuscirli a terminare entro il prossimo capitolo, allo stesso tempo mi auguro che questo si riveli di vostro gradimento. Volevo ringraziare chi ha aspettato con pazienza e chi ha dedicato del suo tempo rilasciando delle recensioni. Vi ringrazio di vero cuore e mi scuso per il ritardo. 
 Al prossimo capitolo.
https://www.youtube.com/watch?v=tJK80bZ7K64&list=UUk4rLIb1_yaKcvJy-kAIeyg

https://www.youtube.com/watch?v=o7EM8Hq2DZk&list=UUk4rLIb1_yaKcvJy-kAIeyg
https://www.youtube.com/watch?v=yTV__4lml8U&feature=youtu.be questi sono solo dei video che spero possano suggerire l'immagine del dietro le quinte del concerto. Presto monterò il concerto per intero. Aspettatelo perchè ci sarà anche l'inedito di Eichi. ^.^



PARIGI
 
 
Davanti lo stadio una moltitudine di gente si era accalcata in attesa dell’apertura dei cancelli. Mancava davvero pochissimo all’inizio del concerto. L’aria intorno era vibrante e a pelle si percepiva l’ansia pressante dell’attesa. Tutti fremevano eccitati accalcati nelle lunghe file. A Mary mancava il respiro. Ogni tanto si sentiva strattonare da qualche ragazza un po’ troppo vivace. C’era da rimanerne schiacciati. Finalmente i cancelli furono spalancati. Quasi senza accorgersene, trascinate dalla folla concitata, le due ragazze si ritrovarono catapultate a pochi metri dal palco.  Mary teneva stretto in una mano il registratore. Per via dei movimenti bruschi della gente, più di una volta, aveva rischiato di farselo scivolare dalle mani. Per questo motivo si guardava intorno prudente, tenendo stretto al petto quel regalo prezioso, non poteva correre il rischio di perderlo proprio in quel momento.
Mina al contrario, a mento sollevato e occhi persi e sognanti, guardava il palco ancora immerso nella penombra pressante che precede l’inizio di ogni concerto. Sul viso la stessa espressione di ansia mista a eccitazione che si ha di solito, attendendo i fuochi d’artificio, la notte di ferragosto.
Dopo un tempo che Mary giudicò indefinito, le luci sul palco si accesero. Un urlo partì dall’arena in attesa. Su un maxischermo  venero proiettate delle immagini del dietro le quinte.
 I BB5 al completo si muovevano l’uno accanto all’altro per i corridoi. Ogni tanto qualche operatore si sporgeva per verificare che i loro microfoni fossero stati posizionati come si deve. Mary riconobbe subito JJ, il “fratello minore” di Eichi, Daisuke con la sua cresta da dieci centimetri, Hiro con il suo codino e il suo atteggiamento da duro, Rio con la sua andatura impostata e infine lui: Eichi il leader del gruppo. Come un palloncino che incontra la punta ben’affilata di un ago così il cuore di Mary esplose nel momento stesso in cui il suo sguardo incrociò l’immagine di Eichi su quel maxischermo al centro del palco.  Adesso non c’erano più chilometri e chilometri di distanza a separarli. Tra di loro c’era solo un misero palcoscenico. Tutto il suo corpo tremava. Per un attimo le ginocchia cedettero.
Nel frattempo le immagini del gruppo si susseguivano incessanti. Infierendo come lame taglienti sulla sua già labile determinazione.
Il noto leader in coda al gruppo avanzava con sguardo sicuro e fiero. I suoi capelli bruni erano ricresciuti dall’ultima volta.  Giunti alla fine del loro percorso i 5 componenti, si disposero a semicerchio e dopo essersi scambiati degli sguardi d’intessa sbraitarono un inno d’incoraggiamento scaramantico prima di entrare in scena. L’immagine sul maxischermo si spense a dispetto delle luci che esplosero accecanti sul palco. Il concerto era iniziato.
Inaspettatamente quando le porte sul palco si aprirono ad emergere dal buio del retroscena fu una ragazza che Mary riconobbe all'istante. Suo fratello le aveva parlato molto di lei: era Yori la nuova cantante della Kings Record. La stessa scese lungo una scalinata iniziando a intonare una canzone. Poco sotto, da un secondo accesso al palco fece la sua entrata anche JJ. Che elegantemente offrì alla ragazza, una mano mentre scendeva gli ultimi gradini.
Il ragazzo dalla capigliatura rossastra e dai modi irrequieti che le aveva descritto Eichi sembrava essersi volatilizzato. JJ infatti esibiva un comportamento impeccabile e di tutto rispetto. Il loro ingresso aveva spiazzato un po’ tutto il pubblico presente, impreparato all’ingresso di Yori sul palco.
 Doveva trattarsi di una scelta operata all’ultimo momento. Mary era davvero colpita dalla bravura e dal loro affiatamento. Pensò che la decisione di lasciare alla giovane e non più inesperta stella della Kings Record l’apertura del concerto, fosse stata una scelta più che azzeccata.  Dopo il duetto Yori cantò un’ultima canzone come solista prima del turno di Rio. Le sorprese non mancavano di certo in questo concerto.  Sul palco una cascata d’acqua radente come pioggia formava una barriera oltre cui Rio con indosso un impermeabile si protese. Con passo deciso, avanzava intonando una canzone malinconica, carica di ricordi e sofferenza. Il pubblico questa volta si raccolse in un insolito silenzio contemplativo. Rio, che Eichi le aveva descritto come superficiale e poco incline a canzoni sentimentali,  si mostrò per il ragazzo sensibile che infondo era sempre stato.
Si percepiva tutto il suo io più profondo, si sentiva che in quella canzone c’era tutto se stesso.
Andrea le aveva raccontato della storia intricata tra Rio e Yori e inaspettatamente sentire le loro canzoni l’una dopo l’altra sottolineava perfettamente il feeling straordinario che tra i due, sia come coppia che come cantanti e artisti si era creato. Quasi si sorprese a invidiarli.
Dopo il turno di Daisuke e quello di Hiro mancava solo un’altra persona. Mary teneva alto il registratore. Ma in quel momento la sua mano prese a tremarle. Aveva paura di rivedere il suo volto. Chissà se l’avrebbe riconosciuta tra tutta quella gente. Chissà se era a conoscenza della sua presenza, lì tra quella moltitudine di gente...
 
Andrea era dietro le quinte. A breve sarebbe toccato a Eichi. Gli si avvicinò cauto. Si vedeva lontano un miglio che qualcosa lo tormentava e forse il giovane manager sapeva di cosa si trattava.  Da quando il signor Marini era morto, Andrea aveva imparato a conoscere meglio tutti e cinque i ragazzi. L’unico su cui aveva ancora qualche riserva era proprio Eichi. Conoscerlo e comprenderlo era davvero molto difficile. Non si lasciava avvicinare facilmente e cercava di nascondere i propri malumori dietro false maschere d’apparenza. Ma c’era un solo momento in cui quella maschera cedeva e tutto quello che provava si esprimeva limpido come la rugiada di prima mattina.
Poco prima di salire sul palco, tutta quell’impalcatura fatta di apparenze crollava, era quello il momento che Andrea aspettava più di ogni altro. Gli ci erano voluti quasi 15 concerti per rendersene conto. Prima di salire sul palco e per tutta la durata del concerto Eichi abbandonava ogni maschera e si ammantava di verità. La stessa verità di cui erano fatte le sue canzoni.
«Daisuke te lo ha detto non è vero?» gli chiese cogliendolo  impreparato alle spalle.
«dovresti sapere che i segreti altrui quel ragazzo non sa proprio tenerli per se…» gli fece notare Eichi sorridendo amaramente
«mi dispiace, non era mia intenzione turbarti in questo modo…» confessò dispiaciuto Andrea.
«…non preoccuparti le luci sul palco sono così forti che sicuramente non avvertirò la minima differenza. Dopotutto sono solo un paio di orecchie in più, non devi preoccuparti. Cosa vuoi che cambi!»
«sicuro vada bene anche così?»
«alle volte ti preoccupi un po’ troppo Andrea!» lo rimproverò scherzosamente prima di aggiustarsi il microfono.
«beh, se lo dici tu, allora in bocca al lupo!» gli diede una pacca incoraggiante sulla spalla.
«crepi!» concluse l’altro. Il giovane manager stava per voltarsi, quando un dubbio lo assalì improvvisamente.
«Eichi, sei sicuro di voler cantare quella canzone? Posso chiedere di cambiare la traccia se non te la senti!»
Il cantante, per un attimo sembrò prendere in considerazione la possibilità. Il suo sguardo si tinse di ansia mista a sconforto e inquietudine. Quel momento di esitazione, però, durò ben poco. Tornando a sorridergli come sempre lo rassicurò carico di una inattesa sicurezza.  Aveva detto addio a Mary quella mattina davanti a quel mare limpido. Quella canzone avrebbe rappresentato per lui, solo l’inizio di una bella fiaba ormai giunta al suo inevitabile finale.
 «Perché dovrei? Le mie fans si aspettano un inedito e non ho alcuna intenzione di deludere le loro aspettative…»
«ma…»
«Andrea non devi preoccuparti, come ti ho già detto per me lei è solo un altro paio di orecchie in questo stadio pieno di gente. Non pensi anche tu che sarebbe ingiusto a questo punto conferirle un’importanza maggiore rispetto a quella delle mie fans?»
«sicuro che starai bene?»
«non ne sono sicuro, ma rischierò!»
«fatti coraggio!»
«non temere ne uscirò se non illeso per lo meno vivo» gli sorrise poi facendosi forza, un passo dopo l’altro, si presentò davanti quelle luci accecanti. Le urla calorose delle fan lo accolsero dandogli nuova energia, la stessa energia che lo aveva motivato per tutti quegli anni.
Nonostante le cose con Mary non fossero andate come sperava, aveva ugualmente deciso di abbandonare la sua carriera di cantante. Quella sarebbe stata la sua ultima esibizione.
Con quella canzone avrebbe detto addio a molte cose: alla sua carriera come cantante e musicista, ai suoi fan, ai BB5 e a al ricordo del suo unico e vero amore.
Sarebbe stata la prima e l’ultima volta che l’avrebbe cantata. Da un lato era quasi un bene che lei fosse lì ad ascoltarla. Anche se esibiva sicurezza nel profondo il suo animo era combattuto. Infondo, anche se non lo avrebbe mai ammesso a gran voce, nutriva ancora la speranza, che Mary ascoltando quel brano si sarebbe ricordata del loro amore. Anche se la sua mente gli diceva che era finita il suo cuore non riusciva ancora ad arrendersi.
 
Mary aveva le gambe paralizzate. I muscoli del suo corpo erano fermi, impassibili come se fossero stati scolpiti nel marmo freddo di Carrara. Dopo quasi un anno Eichi era ancora una volta davanti ai suoi occhi. In quel momento non c’erano altri sentimenti nel suo cuore se non una paura tremenda e soffocante di quelle che paralizzano all’istante e che fanno salire il cuore in gola. Mary sentiva farsi largo dentro di sé il terrore agghiacciante di non farcela, il panico di scoprire di aver sbagliato tutto, la paura di cedere ancora una volta alla tentazione di amarlo come un anno prima. In quel momento il registratore le scivolò dalla mano tesa verso l’alto. Nemmeno ci fece caso, fu Mina a raccoglierlo per lei.
«tutto ok?» le domandò preoccupata osservando la sua faccia bianca come un lenzuolo.
“Non posso farcela”
«si, sto bene. Tutta questa gente mi sta soffocando!» mentì spudoratamente, riprendendo il registratore  e stringendo inquieta, tra le sue mani tremanti.
Proprio in quel momento Eichi iniziò un discorso. Entrambe furono riportate alla realtà di quel momento,  dal suono caldo e avvolgente della sua voce.
«Salve. Immagino che in molti già mi conoscano. Se così non fosse, mi presento. Sono Eichi Kitamura, leader dei BB5. Voglio scusarmi per il ritardo. So che in molti ci aspettavano già un anno fa, ma come in molti sapranno abbiamo voluto rendere questo tour indimenticabile sotto vari aspetti. Non potevamo andarcene senza prima ringraziarvi come si deve. Ognuno a modo suo ha voluto mostrare il proprio ringraziamento con una canzone. Abbiamo lavorato duramente su noi stessi in questo ultimo anno. Al termine di una lunga ricerca ognuno di noi è riuscito a scoprire la verità dentro se stesso. Questo è quello che vi offriamo: le nostre verità più profonde. C’è chi ha abbandonato i toni turbolenti per donarvi sobrietà e sentimento. Chi ha deciso di non rinunciare all’amore, mettendo in piazza per voi i propri sentimenti con coraggio e sincerità. C’è ancora chi instancabilmente ha dato tutto per amore della musica, donandovi la più totale e sentita delle dedizioni. C’è chi, in quella canzone, ha messo parole mai dette e sentimenti mai confessati prima. E poi ci sono. Tutti vi starete chiedendo cosa ho messo io in dono per voi nella mia canzone…» dal pubblico si levarono delle urla esultanti. Eichi sorrise prima di proseguire.
«Come saprete ho deciso di uscire con tre singoli. Questi sono i miei tre doni per voi. Ho messo la mia anima più sincera e il mio ringraziamento più profondo in ognuno di essi. Tuttavia c’è ancora una canzone che custodisco da quasi un anno chiusa del mio cuore. Il dono più grande che voglio farvi, prima di abbandonare la scena, è condividerla con tutti voi. Sono onorato di aver beneficiato del vostro sostegno e della vostra stima per tutti questi anni. Per questo, prima di riprendere con la nostra scaletta, volevo ricambiare il vostro affetto, offrendovi quest’ultima canzone. » Fece una pausa schiarendosi la voce, quasi prendendo tempo, nella speranza che quei pochi secondi gli bastassero a raccogliere tutto il coraggio che aveva dentro di se. Non sarebbe stato facile fare quella confessione, eppure, giunto a questo punto, non gli restava che tentare almeno quello.
 «Sapete, tanto tempo fa feci una promessa. Promisi ad una persona molto importante, che il giorno in cui questa canzone fosse ritornata da lei sarebbe stato anche il giorno del mio ritorno. Non so se la raggiungerà o se ascoltandola si ricorderà ancora di noi e di quella promessa.  Ciò che so è che scegliere di ricordare o dimenticare spetta solo a lei!».
Lentamente la musica partì. Eichi aveva quasi paura di non farcela. Sapeva che Mary era lì in mezzo al pubblico. Quello che lo preoccupava in realtà, era il motivo per cui non aveva rinunciato a quella canzone. Poteva scegliere di non cantarla come gli aveva proposto Andrea. Ma non poteva venire meno a una promessa fatta alle sue fan o almeno era questo che la sua testa gli ripeteva. Ma il suo cuore sapeva che il motivo era un altro. Nel profondo confidava nella speranza che quelle note gli riportassero la ragazza che amava e che sapeva non avrebbe mai smesso di amare. Forse era l’ultima sciocca umiliazione o l’ultima disperato tentativo, ma a Eichi non restava che questo: il ricordo di un momento racchiuso in poche note. Prese fiato e iniziò a cantare. La verità era questa: seppure si fosse ripromesso di dirle addio nella sua mente per non farla soffrire ancora, dall’altra il suo cuore non era pronto a lasciarla andare via per sempre. No, non poteva essere lui a rinunciare anche questa volta.
Mary era lì in mezzo a quella folla esaltata che si muoveva strattonava e spingeva per farsi spazio. In tutto quel caso lei era inesorabilmente immobile. Non c’era più nulla intorno a lei. Tutta quella gente era sparita i suoi occhi vedevano solo Eichi e le sue orecchie erano ipnotizzate dal suono della sua voce. Non c’erano vie di fuga, ancora come quel primo giorno le sue gambe erano paralizzate come immerse nelle sabbie mobili. Voleva scappare eppure qualcosa la tratteneva. Erano i suoi sentimenti, gli stessi che aveva duramente messo da parte. Adesso erano ritornati a bussare al suo cuore, pretendendo l'attenzione che meritavano.
“Perché non posso correre da te? Perché dobbiamo soffrire così tanto? Perché amare qualcuno deve fare sempre così male? Non posso dimenticare, non voglio farlo. Eppure per salvarti dovrò almeno provarci. Mi dispiace Eichi, per proteggerti dovrò dirti addio una volta per tutte. Sarà difficile, ma dovrò farlo.” Mary non poteva ascoltare oltre quella canzone. Era troppo doloroso, troppo crudele, una parola in più e lei avrebbe ceduto alla tentazione di dirgli tutta la verità. Sdradicandosi con forza da quella posizione, si allontanò da Mina e da quella melodia che per un anno intero aveva custodito gelosamente nel suo cuore. Controcorrente si spostava tra la gente che con i loro corpi le facevano resistenza. Doveva andare via, ma per quanto si muovesse disperata tra quella folla esaltata, quelle note non sembravano volerla abbandonare. Era come nei suoi incubi, e lei era ancora inseguita da quelle ombre tremende. Per un attimo la testa le girò, cadde in ginocchio. Una ragazza l'aiutò a alzarsi, Mary non ebbe il tempo di ringraziarla, una volta tornata in piedi riprese a correre più veloce che mai. Le lacrime avevano iniziato a scendere sul suo volto. Non poteva farsi vedere in quello stato da Mina. Corse fino a raggiungere un’uscita di sicurezza. Una volta fuori, riprese fiato asciugandosi il volto umido. Non faceva altro che scappare. Sarebbe riuscita a scappare anche dai suoi sentimenti? Ci sarebbe uscita davanti ad Eichi? Si, ci sarebbe riuscita. Costi quel che costi non avrebbe avuto attimi di cedimento. Non poteva più permetterseli. Il momento tanto demandato alla fine era arrivato. . E lei era pronta.
 
I BB5 avevano concluso i loro saluti, il concerto era finalmente finito. Provati dalla lunga performance fecero ritorno dietro le quinte scortati da Yori, Misako e Akiko. Andrea era lì ad aspettarli ma non era solo. Accanto a lui Mary e Mina attendevano il loro arrivo. Mina non vedeva l’ora di conoscere i BB5 al completo. Anche se, doveva ammetterlo, l’incontro tra Eichi e Mary la preoccupava non poco. Si era infatti ripromessa di non perderli d’occhio nemmeno per un secondo.
 
Finalmente quell’attesa si concluse. I ragazzi entrarono nella saletta allestita appositamente per accoglierli al termine del concerto. C’erano divanetti, corolle di fiori e bibite rigeneranti sparse un po’ ovunque.
Erano li che chiacchieravano spensierati quando alla vista delle nuove ospiti tutti si zittirono improvvisamente. Eichi che chiudeva la fila li superò portandosi avanti. In quel momento i suoi occhi ansiosi incontrarono quelli di Mary carichi di una sicurezza disarmante . Dopo un anno erano ancora l’uno di fronte all'altro, ma questa volta dinanzi a sé non c’era una ragazzina impacciata a tratti spaesata, con i capelli arruffati e un’enorme camicia blu. Quella che aveva di fronte era una donna a tutti gli effetti. Nei suoi occhi lesse più di quanto avrebbe voluto. Era come se a dividerli adesso, ci fosse una distanza maggiore anche dei chilometri che li avevano tenuti distansi sino a quel momento. Quella fredda e invisibile barriera era fatta di tutte le parole in sospeso che non erano riusciti a dirsi, piena di quell'addio che pesava troppo nel cuore di entrambi. La ragazza che aveva davanti Eichi ora, esibiva con fierezza un atteggiamento fermo e indifferente che non le era mai appartenuta prima. Per un attimo si abbandonò all'idea rassicurante, che la ragazza di fronte a lui non fosse davvero lei. Dov'era finita la Mary incerta e dai modi insicuri che lui aveva spesso rassicurato stringendola forte tra le sue braccia? Dov'era la Mary sincera, capace di scaldargli il cuore con un semplice e ingenuo sorriso ? Dov'era finita la ragazza che aveva amato per quasi due anni? Possibile che fosse davvero cambiato tutto? Che non ci fosse più alcuna possibilità di ritorno per loro?
 
Andrea intervenne interrompendo quel momento di stallo imbarazzante.
«Ragazzi, volevo presentarvi mia sorella. Mary, loro sono Akiko, Yori, Misako, Rio, Daisuke, Hiro, JJ e ovviamente lui è Eichi, ma credo che voi già vi conosciate.» Mary fece un leggero inchino con la testa verso ognuno di loro. Quando fu il turno di Eichi accennò un leggero sorriso.
Due colpetti di tosse interruppero quello scambio di sguardi. Era stata Mina.
«giusto, quasi dimenticavo, lei è Mina una mia cara amica…» presentò anche la seconda.
«Nice to meet you.» esordì la ragazzina bionda e riccioluta, rivolgendosi a tutti i presenti. «ciao Eichi» proseguì richiamando l’attenzione del leader del gruppo. Eichi che fino a quel momento non era riuscito a staccare gli occhi da Mary, le rivolse un caldo e accogliente sorriso. Le si avvicinò scompligliandole affettuosamente i capelli.
«è un piacere rivederti Mina», lei di rimando gli sorrise in soggezione. Nonostante odiasse l’idea che lui potesse portare via Mary da suo fratello, continuava a nutrire una incontaminata simpatia per quel ragazzo.
«sei tu allora la famosa Mary» improvvisò Daisuke, potandosi avanti al gruppo, nella speranza di allentare la tensione.« tuo fratello ci ha parlato molto di te. Finalmente possiamo fare la tua conoscenza».
«il piacere è tutto mio. Ma come conosci la nostra lingua?» gli chiese incuriosita.
«Con Andrea sempre in giro, abbiamo finito con l’impararla per forza di cose..» ammise sorridente come sempre. Andrea ringraziò il cielo che ci fosse Daisuke a venire in suo soccorso in quelle situazioni imbarazzanti.
«direi che potremmo anche festeggiare tutti insieme già che ci siamo! Che ne pensate?» propose Rio, con il suo modo di fare galante.
«credo sia un’ ottima idea!» diede loro manforte Yori avvinghiandosi a peso morto al braccio di Rio, che perse l'equilibrio piegandosi rovinosamente di lato.
«si certo, proprio un’ottima idea… ci mancava solo questa…» si intromissione JJ scoccando la lingua sotto il palato, e volgendo lo sguardo altrove irritato come non mai all'idea che quelle due infiltrate potessero intromettersi in un momento speciale come quello.Dopotutto era l'ultima sera dei BB5. Ma più di tutto non poteva sopportare l'idea che quella ragazza tormentasse ancora suo fatello. Per tutto il tempo non aveva fatto che puntare Mary con uno sguardo carico di astio e risentimenti. Purtroppo fulminarla con lo sguardo era l'unica cosa che glie era concesso fare. .
 L’idea di quanto suo fratello avesse sofferto per colpa di quella ragazza lo infastidiva terribilmente.    
Rio gli mollò uno scappellotto dritto alla nuca.
«ahia!», si massaggiò la testa dolorante.
«Dovete perdonarlo, ma alle volte questo ragazzo lascia parlare prima la lingua e poi il cervello» si rammaricò con le nuove ospiti. Mary acconsentì sorridendogli comprensiva, «non temete non ci intratterremo molto.» li rassicurò.
«Non ci sono problemi, stavamo giusto andando a festeggiare in un localino fuori città. Potete unirvi a noi» le incoraggiò suo fratello.
«credo sia meglio andare a riposare. Domani partiremo presto…» proseguì Mina visibilmente combattuta. Era chiaro che volesse rimanere ma che qualcosa la bloccasse.
«potete venire giusto per bere qualcosa e poi tornare in albergo. E’ tanto che non ci vediamo, sarebbe un peccato rendere questo incontro così breve.» tentò di convincerle anche Eichi squadrando Mina complice. Nei suoi occhi lesse un attimo d’incertezza.
«e va bene, giusto il tempo di un drink»  dovette soccombere Mina.
JJ fu l’unico a sbuffare sconfitto.
 
Erano appena arrivati al locale, Mina fu trascinata da Andrea lontano da sua sorella.
Era evidente che volesse lasciare da soli Eichi e Mary.
«perché mi strattoni in questo modo?»
«non vorresti conoscere dei segreti davvero interessanti sui BB5? Ne ho così tanti che potremmo passare la notte parlando solo di questo! Ricordi quando venivo da te e parlavamo fino a notte tarda dei gruppi che ci piacevano? Mi farebbe piacere rivivere quei momenti solo per una sera. Che ne dici? Ti andrebbe di accontentare un vecchio amico?» la supplicò con un sguardo che avrebbe sciolto anche un ghiacciaio.
Mina colta da un’improvvisa vampata di calore si arrese alle suppliche di Andrea. Seppure a malincuore lasciò Eichi e Mary soli al bancone del bar.
«un martini senza ghiaccio e un vodka-pesca-lemon, dico bene?»
Mary laconica acconsentì con un eggero movimento di testa.
«almeno in questo non sei cambiata.» proseguì più sollevato Eichi.  
«E’ passato così tanto tempo e molte cose sono cambiate invece.» lo stroncò Mary prendendo a sorseggiare il suo drink.
«ah,si?»
«Sono venuta qui proprio perché devo parlarti…» proseguì Mary. Seppure le sue parole fossero schiette e dirette le sue mani tremavano insicure. Eichi, sapeva che quel momento sarebbe arrivato prima o poi,  eppure il suo cuore non era ancora pronto ad ascoltare quella verità così dolorosa uscire proprio dalle sue labbra. Era tremendamente combattuto. Forse era arrivato il momento di lasciare andare quel sogno e quella speranza che aveva custodito per un anno e che gli aveva dato la forza di andare avanti. Dopotutto, se quello che Marco aveva detto era vero, che diritto aveva lui per rivendicare l’amore di Mary? Effettivamente era scomparso come un ladro dalla sua vita senza lasciarle nulla, se non una stupida lettera e un ciondolo. Però più ci pensava e più si convinceva che non voleva commettere lo stesso errore due volte, non voleva lasciare andare la persona che amava senza combattere fino in fondo come aveva fatto con Misako.
Per un attimo Mary mollò la presa sul bicchiere e si portò la mano sulla fronte.
«Tutto bene?» le chiese Eichi preoccupato.
«si, deve essere stato il viaggio…» improvvisò giustificando quel giramento di testa improvviso.
«forse è meglio se usciamo così potremo parlare con più tranquillità mentre tu prendi una boccata di aria fresca…»
«si, grazie».
I due uscirono. Erano nel retro del locale.
«Eichi, ho scoperto che volevi rinunciare alla tua carriera di cantante da Andrea. Sono venuta qui anche per questo motivo. Non penso dovresti farlo, soprattutto se il motivo di questa scelta sono. Non so se Andrea te lo ha già detto, ma io domani mi sposerò con Marco. Sono venuta qui per dirti che non hai più alcun obbligo verso di me, non devi più sentirti vincolato a quella promessa che mi facesti un anno fa.…» lo rassicurò con aria sostenuta Mary. .  
Eichi rimase impassibile, come se quelle parole non fossero mai realmente uscite dalla bocca di Mary. Per un attimo anche lei esitò, preoccupata di essersi solo immaginata la scena nella sua mente.
Se ci pensava, si era preparata a tutto, ma non a quell'immobilità di Eichi. Era rimasto completamente impassibile. Lentamente portò le mani dietro la nuca e senza fretta si staccò la collanina con il ciondolo  a fiore di loto. Se la ripassò un paio di volte tra le mani, come soppesando incerta quella decisione. Recuperata tutta la sua sicurezza, protese la mano aperta con il ciondolo verso Eichi.
Lo stesso guardò prima quella mano aperta dinanzi a se e poi Mary.
“No, non voglio che finisca così. Non deve finire così!”strinse i pugni. Le nocche si fecero chiare.
Mary ruotò la mano e fece cadere il ciondolo sul freddo asfalto.
«Mi dispiace, è inutile continuare questa farsa!»
Sicura gli voltò le spalle.
«Dimmi solo una cosa, è stata tutta una finzione?» le chiese Eichi dopo aver raccolto il ciondolo. Mary si arrestò ancora di spalle, mordendosi nervosamente le labbra.
“Ti prego Eichi, non rendermi le cose più difficili…”
Non aveva scelta, doveva ferirlo per poterlo allontanare.
«Ti avevo detto di rimanere con i piedi per terra. Non siamo mai stati destinati a stare insieme. Ci siamo divertiti, questo è vero, ma non è mai stato nulla di serio… »
Eichi sentì le sue ultime speranze svanire come nubi di fumo nell’aria. Non poteva essere stata solo finzione. Non poteva crederlo. Muovendosi rapido, la raggiunse alle spalle e ruotandola nella sua direzione, la strinse forte tra le sue braccia.
«Davvero non senti più nulla? Neanche se ti stringo così?»
Mary, con gli occhi lucidi, si trattenne dal ricambiare quel gesto seppure il suo cuore non le chiedesse altro. . Le sue mani tremavano incerte.
Dopo un primo attimo di esitazione, recuperò il proprio autocontrollo e con un movimento netto, lo allontanò. I suoi occhi seri e severi ripresero a scrutare quelli confusi e disperati di lui.
«Si, non sento più niente» gli rispose fredda e impassibile come un iceberg .
Eichi non poteva, e non voleva crederci. Quella non era la verità.
Fuori di se, trattenne Mary ancora una volta, tenendola stretta per le spalle con le sue mani forti e cariche di disperazione.
«Tu, non stai dicendo la verità»
«Eichi, finiscila» si divincolò allontanandosi ancora una volta, irritata dai suoi modi insistenti.
«che credevi? Che ti avrei aspettato in eterno? Non sono come tua madre, non mi accontento di un fiore di loto… non sono così poco intelligente da abbandonare tutto per una persona che non potrà mai rendermi felice come vorrei… non farò il suo stesso errore…».  
Eichi stava per ribattere, quando vide Mary crollare senza sensi, la prese appena in tempo.
Provò a chiamarla più volte senza successo. Se la caricò sulle spalle e la portò via da lì.
 
 
SOGNANDO:
 
Ma dove mi trovo? Ancora tutta questa oscurità. Perché i miei sogni devono essere sempre così bui e tenebrosi?
Improvvisamente una goccia dorata e luminosa come oro colato mi cade sulla testa. Di lì a poco ne segue un’altra e poi un’altra ancora. Tutto intorno inizia a piovere e nell’arco di pochi secondi quello spazio buio e pauroso diviene chiaro e luminoso come uno specchio dorato. Così luminoso d’accecarmi. In lontananza intravedo qualcosa. E’ un albero. Lo raggiungo incera. Lo conosco fin troppo bene. E’ la grande quercia alla quale io e Eichi abbiamo espresso il nostro desiderio.
La mano mi si muove lenta. Ne sfiorò la corteccia. Non è ruvida come mi aspettavo ma incredibilmente morbida. Poi una voce famigliare viene improvvisamente a farmi visita in quello spazio vasto e vuoto.
«Mary…»
«mamma…»
«figlia mia, credevo avresti compiuto la tua scelta con giudizio»
«mamma, cosa potevo fare?»
«sei davvero sicura che questa scelta sia quella che ti renderà felice e che renderà felice chi ami?»
«non ho scelta…»
«Sei davvero sicura di non averne? Allontanare Eichi è davvero quello che vuoi?
 Hai chiesto a questo albero di rendergli la felicità che merita anche se non sarà con te… ma sei sicura che questo ti basti?  Vederlo felice senza di te ti basterà?»
Stringo i pugni, quelle parole sono così difficili da ascoltare.
«Si!»
«Se ti dicessi che quest’albero non avvererà il tuo desiderio che farai? Pensi che Eichi sarà davvero felice senza di te? e che riuscirai a rendere felice Marco e te stessa rinunciando a lui? Non sei un po’ troppo presuntuosa a pensarlo? Non sei così forte e lo sai! Lo so, perché sei come me…»
«lo so che non sono forte, ma devo provare a esserlo! Devo proteggerli!»
«mi dispiace ma non puoi farlo… riflettici e prendi la tua decisione prima che sia troppo tardi, prima che tutto vada perso. Non compiere il mio stesso errore. Non avere paura di esprimere quello che provi solo perché hai il terrore che chi ami possa soffrire. Ricorda che chi ti ama davvero ti capirà, e che sarà il loro amore a proteggerti e non tu a proteggerli sacrificando te stessa per il loro amore. Abbi più fiducia nelle persone che ti vogliono bene.»
 Alzo gli occhi verso quell’imponente chioma e scorgo poche foglie che cambiano il loro colore gradualmente. Si spengono ad una ad una cadendo al suolo. In pochi secondi l’albero appassisce e la luce intorno a me affievolisce. Ritorna quella fredda e paurosa oscurità.  Non mi resta nulla se non una scelta nel cuore che inizia a pesarmi incredibilmente. Sarà davvero la cosa giusta da fare?
 
 
Eichi era seduto accanto a Mary mentre con delicatezza le tamponava la fronte. Era passato quasi un anno eppure quella scena non gli sembrava per niente lontana dai suoi ricordi. Ricordava ogni dettaglio di quella notte. Quella fu la prima volta che si era presa cura di lei. Dopo un anno nulla sembrava essere cambiato, anche se adesso che ci pensava forse quella sarebbe stata l’ultima volta che si sarebbe potuto prendere cura di lei. Entro poche ore qualcun altro avrebbe preso il suo posto in quella scena. E quel qualcuno non sarebbe stato lui.
Guardò l’orologio elettronico sul suo comodino. Erano le undici passate. Aveva avvisato Andrea a breve sarebbe tornato con gli altri. Mary dormiva tranquilla nel suo letto. Aveva blaterato qualcosa nel sonno, ma Eichi non era riuscito a decifrare molto del suo discorso.
Era stata una fortuna che il suo medico personale avesse acconsentito a fargli visita per verificare le condizioni d Mary. Dopo una visita accurata gli aveva riferito che Mary aveva avuto un calo di zuccheri forse dovuto a uno stress eccessivo.
“Oh Mary, dovevi prenderti cura di te! E invece guardati. E’tutta colpa mia non sarei dovuto andare via. Sarei dovuto rimanere per poter vegliare su di te come quella sera…”. Una lacrima fugace scese sulla sua guancia, arrivò al mento, cadendo sulla mano di Mary che Eichi teneva saldamente stretta nella sua.
Quel contatto la ridestò. Lentamente riaprì gli occhi.
«come stai?»le chiese preoccupato sporgendosi su di lei .
«dove mi trovo?» gli domandò ancora frastornata.
«sei nella mia camera…» a quelle parole Mary scattò rapida mettendosi seduta. Come se un cactus si fosse materializzato dal nulla dietro la sua nuca.
Il movimento improvviso le fece perdere l’equilibrio, facendola capitolare ancora una volta tra le braccia di Eichi.
I loro occhi si incontrarono. Erano così vicini. Quel contatto era talmente rassicurante. Doveva ammetterlo:  le era mancato incredibilmente.
In quel momento il ricordo del loro primo abbraccio nel capanno degli attrezzi ritornò a turbarle l’animo. Avrebbe voluto rimanere così in quella posizione per sempre ma non poteva. Non più ormai.
Lentamente si allontanò, ricomponendosi imbarazzata.
Eichi si allontanò da lei senza abbandonarla mai con lo sguardo. Recuperò un piattino con della frutta.
«prendi, devi mangiare. Hai avuto un calo di zuccheri. Dopotutto domani ti sposerai, non puoi presentarti sull’altare in queste condizioni».
“cosa?”
Quelle parole non erano da Eichi, il fatto che avesse rinunciato così facilmente e che non fosse arrabbiato con lei era davvero inaspettato.
«Eichi…»
«devo chiederti un solo favore…»
Mary rimase in silenzio, mentre i suoi occhi si immergevano nel mare profondo e impenetrabile degli occhi di lui.
Era proprio come un anno fa. Quegli occhi erano ritornati ad essere inaccessibili per lei.
«quando sarai lì, non guardarti indietro e sii felice. Io starò bene. Non devi preoccuparti per me…» Mary avrebbe voluto raggiungerlo e tenerlo stretto tra le sue braccia ancora una volta, assaporare il dolce sapore di quei momenti passati che adesso si sarebbe dovuta buttare alle spalle. Lentamente scese dal letto, i suoi piedi nudi sfiorarono la moquette morbida del pavimento. Un passo dopo l’altro lo raggiunse. Non sapeva quale forza superiore stesse guidando i suoi passi. Sapeva solo che doveva e voleva rivivere quei momenti ancora una volta prima che tutto finisse. Le sue mani sottili e delicate lentamente si mossero verso il volto di Eichi. Dolcemente l’avvolsero. Eichi avvertì quel contatto infondergli un calore intenso per tutto il corpo.
Poteva un gesto infondere gioia e dolore allo stesso tempo. Poteva una carezza assomigliare tanto a una pugnalata in pieno cuore?
 Dolcemente avvolse i polsi sottili di lei tra le sue mani come un anno prima in quella stanza a Villa Rosa. Non c’erano distanze non c’erano più motivi per non vivere quel momento. Forse quella era la loro ultima occasione.
Era come se al di fuori di quelle quattro pareti il mondo avesse smesso di esistere. Erano solo loro due. Niente avrebbe potuto interrompere quel momento eterno.
Lentamente Eichi si avvicinò al volto di Mary le loro labbra erano vicinissime. Troppo vicine.
TOCK TOCK.
Con uno scatto fulmineo, Mary si allontanò da Eichi come se si fosse appena ripresa da uno stato d’ipnosi. Eichi si ricompose ancora frastornato.
«Eichi, posso? Sono Andrea!»
Mary guardò prima in direzione della porta e poi di nuovo Eichi.
 
“Cosa stavo per fare?”
Eichi, a malincuore dovette allentare la presa sui polsi di Mary e andare ad aprire la porta.
«Dov’è?» chiese Andrea entrando con impeto nella stanza.
Vedendo sua sorella in piedi al centro della stanza tirò un sospiro di sollievo.
«stai bene?» le chiese premuroso raggiungendola, sfiorandole il viso dolcemente.
Mary era ancora frastornata. Non poteva credere a quello che stava per succedere tra lei ed Eichi. Ringraziò il cielo che Andrea fosse sopraggiunto fermandoli, con un tempismo, a dir poco, perfetto. Pochi secondi più tardi e sarebbe stata la fine.
«si, sto bene.» continuò rivolgendo uno sguardo fugace a Eichi che era ancora fermo vicino la porta.
«forse è meglio che ti accompagni in camera tua.» puntualizzò prima di spronare sua sorella a seguirlo.
«Grazie Eichi. Da adesso me ne occupo io.» disse infine rivolgendosi al giovane leader. Accennò un sorriso di riconoscenza prima di superarlo.
Eichi lo ricambiò laconico. Poi fu il turno di Mary,  scambiò con lui un ultimo sguardo fuggevole, prima di seguire suo fratello. Eichi aspettò che fossero entrambi lontani, poi chiusa la porta crollò sul pavimento esausto. Era finita.
 
   
 
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