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Autore: amelia spicer    01/09/2014    1 recensioni
Brigitta è ormai agli sgoccioli il suo amore per Paperone è stato rifiutato ancora una volta, una fuga a Ocopoli, lo zampino di Rockerduck e il rimorso di Paperone. Una storia romantica per tutti quelli che come me vorrebbero vedere Brigitta e Paperone finalmente assieme.
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Paperon De' Paperoni, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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~~Nei giorni successivi il freddo incalzava e iniziava l’attesa per il Thanksgiving Day…quest’anno cadeva il 20 di Novembre. Tutti a Paperopoli e dintorni preparavano qualcosa per la festa. Quest’anno sia Paperone che Rockerduck erano parte del comitato organizzativo: Rockerduck si occupava del rinfresco mentre Paperone si occupava della strutture e faceva, ovviamente da tesoriere. Ormai, aspettando e organizzando, il giorno era arrivato, bisognava andare a Quacktown! Paperone stava davanti a una porta molto familiare, quella di Nonna Papera.

 Nonna: Tesoro!!! Scrooge oh, quanto tempo!

 I due si abbracciarono.

 Paperone: Allora, Nonna? Andiamo?

 Nonna: Oh, sì! Non vedo l’ora! Sono sicura che Cornelius sarebbe così orgoglioso della nostra famiglia!

 Paperone si senti gratificato e orgoglioso, tutto per mantenere alto l’onore dei Coot e dei McDuck!

 Paperone: I miei nipoti stanno già aspettando alla festa, mentre Ciccio? Dov’è Ciccio?

 Nonna, rise: Ah, ah al buffet ovvio!

 I due si incamminarono verso il campo allestito per l’occasione. Era tutto decorato con festoni rappresentanti i colori della bandiera americana con dei tocchi dei colori autunnali; per terra c’erano fieno e zucche, in fondo c’era il palco per il discorso del sindaco e per il gruppo musicale, a lato, dalla parte dell’entrata a destra, c’era una fattoria che ospitava gli animali tipici del giorno del ringraziamento, i tacchini, mentre sulla sinistra c’era il buffet…però quest’anno c’era una particolarità, alla festa tutti dovevano essere vestiti da coloni: Nonna Papera indossava un vecchio vestito da vedova dell’epoca, mentre Scrooge aveva optato per il suo vecchio kilt scozzese, le ghette verdi con i bottoni d’oro, il kilt con i colori del suo casato, verde, arancione e giallo la camicia pesante bianca, poiché faceva veramente un freddo boia, la sciarpa identica al kilt, tutte le decorazioni relative e come tocco finale al posto del classico cappello, la sua vecchia tuba con una fascia in pandan con il completo invece della classica rossa. Ovviamente con fedele bastone al seguito.

 Nonna Papera: Tesoro stai davvero bene con il completo dei tuoi nonni!

 Paperone: Grazie ci tenevo a venire vestito così!

 Nonna: Ma tesoro concedimi un paio di domande, perché la tuba al posto del tuo Tam O’ Shanter? E poi quella borsa che ti porti in spalla cos’è?

 Paperone: Per quanto riguarda la borsa è una sorpresa, per quanto riguarda il cappello…ci sono troppo affezionato, è una parte di me…

Elvira rise e si incamminò insieme a Scrooge verso il buffet, per salutare Ciccio. Ma c’era una sorpresa per il vecchio Scrooge.

 Brigitta stava preparando le vettovaglie, era sorpresa che Rockerduck le avesse chiesto di fare parte del comitato organizzativo e di aiutare in cucina, persino Dukky era venuto ad aiutarla: avevano realizzato tante torte, tutte con un tema diverso, e una miriade di pasticcini uno più bello dell’altro, con le foglie d’autunno come decorzioni. Lei aveva scelto di vestirsi da casalinga classica: corpetto color crema, il vestito di base era azzurro senza spalle e un gilet azzurro scuro, orecchini blu, un piccolo triangolino di stoffa sopra la testa e un bel paio di guanti bianchi di pelle scamosciati.

 Dukky: Brigitta, guarda! Quello non è il tuo amico?

 Paperone: Brigitta!

 Brigitta: Oh! Scrooge!

 No!!Con la divisa scozzese no! Lei ADORAVA quando lui si vestiva con il kilt! Lo faceva sembrare uno degli eroi di Braveheart, diventò tutta rossa e abbasso lo sguardo.

 Brigitta: Ci, ci, ciao t-t-ti va u-u-un pasticcino?

 Gli allungo il vassoio con i cupcakes, ma lui gentilmente rifiutò.

 Paperone: Non è che non mi piacciano, ma non voglio rovinarmi l’appetito, voglio godermi il tacchino e assaporare come si deve il tuo dessert!

 Brigitta sistemò il vassoio sul banco e stava per tornare alle sue cose quando Paperone la trattenne.

 Paperone: Ehi! Ma come ci sei finita qua? Sì, voglio dire, dietro al bancone?

 Brigitta: Il signor Rockerduck ci ha offerto di fare i dolci per la festa e ci ha inserito nel suo servizio catering…come si suol dire “ha unito l’utile al dilettevole” ... d’altronde … ha imparato dal migliore …

Paperone arrossi, sia per l’orgoglio, sia per il fatto che spesso univa il dilettevole all’utile e non viceversa. Però iniziava a rodergli il fatto che Rockerduck fosse sempre un passo avanti a lui…doveva porre un freno a questa cosa.

 Il sindaco lanciò un avviso col megafono e richiamò tutti i partecipanti alla festa per il discorso d’apertura. Tutti si avvicinarono al palco. Paperone era in prima fila e si guardò in torno per cercare i nipoti…

Paperone: accidenti, avevano detto in prima fila! Ma dove sono?!

 Qui, Quo, Qua: Felice Ringraziamento Zio Paperone!!!

 I tre nipoti gli si aggrapparono da dietro per poco non lo trascinarono per terra.

 Paperone: Oh, oh le piume delle mie piume! Gioie dei miei occhi e flagelli per la mia schiena!

 Doveva ammetterlo iniziava a non avere più l’età per stargli dietro…ma per fortuna qualcun altro doveva occuparsi dei suoi irruenti nipoti…

Paperino: Ciao, Zio Paperone! Come va?

 Paperino era vestito come un vecchio marinaio, aveva persino una benda sull’occhio destro, alla sua sinistra c’era Paperina vestita da cameriera. I tre nipoti invece erano vestiti da garzoni con, come segni distintivi, le cinture dei loro colori preferiti.

 Paperina: Ciao, Zione…vedo che sei in forma come sempre…

Paperina era sempre gentile e apprensiva con lui, se aveva bisogno di qualcosa lei era sempre disposta ad aiutarlo e spesso, quando si trattava di Paperino, il suo aiuto era prezioso. Molte volte si era chiesto che cosa avrebbe fatto il nipote senza di lei…

Paperino: Il sindaco sta per iniziare il suo discorso!

 Sindaco: Buon giorno a tutti miei cari cittadini! Oggi come sapete è un giorno importante: i nemici mettono da parte le loro divergenze per sopravvivere, ma questa è la meno … per coloro che oggi sono qui devo ricordare questo giorno importante, che rappresenta l’amore per la terra, per il prossimo e per il diverso!

 Paperone sussurrando ai suoi nipoti: Sicuri che non stia parlando del natale? Ih, ih, ih

 Tutta la famiglia rise sotto i baffi. Il sindaco fulminò con lo sguardo i paperi che subito si zittirono.

 Sindaco: Per questi motivi, è giusto festeggiare e ricordare sia la gratitudine verso questa terra…sia ricordare la patria che ci ha dato i natali…come molti di voi sapranno la Mayflower è stata la nave che ha condotto qui alcuni dei nostri padri…ma la nostra comunità è devota a un altro fiore, a un’altra terra, la Scozia!

 Tutti applaudirono, Zio Paperone fu molto colpito…era il primo giorno del ringraziamento durante il quale veniva riconosciuta ufficialmente la natività scozzese di Paperopoli: di solito era la consueta “americanata”,con eogi alla forza degli Stati Uniti…per la prima volta a Paperopoli si celebravano le vere radici e i veri sentimenti di questa festa: solidarietà, accoglienza del diverso e del sentimento di unità.

 Sindaco: Per questo all’inizio di codesto evento, come di consueto, la banda del paese suonerà il nostro inno…ma alla fine verrà suonato “Flower of Scotland” da un nostro ospite d’eccezione! Il signor Scrooge McDuck!

 La folla applaudi, ma Paperone rimase come paralizzato: all’inizio gli era sembrata una buona idea, ma ora gli era venuto un terrore da palcoscenico da record, tanto che il nipote ha dovuto spingerlo sul palco.

 Qui, Quo, Qua: Forza Zione!!!

 Sindaco: Dunque, signor De’Paperoni…vuole dirci due parole prima che la banda suoni l’inno nazionale?

 Paperone: Ecco, io veramente…

Rockerduck: Credo sia più adatto che parli io prima che suoni la banda, d’altro canto lui dovrà elogiare la patria Scozia…

Come se Paperone non avesse nulla incontrario, scese subito giù dal palco…tuttavia ... ma come poteva permettersi Rockerduck di intervenire così!?

 Sindaco: Scusate cari cittadini, Rockerduck ha ragione: il signor McDuck avrà un’occasione migliore per parlare, visto che il signor Rockerduck ha chiesto la parola…bè…a voi…

Rockerduck: Concittadini non voglio annoiarvi, con giri inutili, voglio solo ricordare che non importa da dove veniamo o chi abbiamo per genitore, c’è solo un’unica grande verità: noi siamo chi vogliamo essere! Possiamo avere tutte le scuse del mondo, la povertà, la siccità, le malattie, ma tutto ciò non conta, perché l’umanità sarà sempre in grado di ritrovare la propria strada…e un’altra cosa: noi siamo così fieri di essere qui, di avere un tetto, ma tutto ciò non ha importanza, casa è dove le persone ti amano…e lì, senza alcun dubbio, è dove io voglio stare…

Il pubblico sembrava quasi scioccato, applaudiva apaticamente, Paperone si guardava intorno sbalordito…Rockerduck scese dal palco e si posiziono in prima fila all’estrema destra, proprio al suo opposto, già lui era proprio il suo opposto…lui era giovane, lui vecchio, lui spendaccione, lui avaro, lui don Giovanni, lui single “incallito?”, lui affabile, lui odioso, lui sempre in giro, lui sempre in casa, lui ereditiere, lui un imprenditore…ci credeva talmente tanto ormai, che si odiavano a morte…ma c’era una cosa che li accomunava: la cocciutaggine. Se loro credevano in qualcosa, si andava avanti, fino alle estreme conseguenze. Ma certo non si aspettava che uno come lui facesse un discorso così raggelante…

Una volta che la banda concluse il suo concerto, il sindaco riprese il microfono…

Sindaco: Molto bene cittadini, spero che questo sia stato di vostro gradimento…

Dal pubblico si alzarono applausi e urla di giubilo.

 Sindaco: perfetto! Ora la nostra proposta di quest’anno: io e il consiglio abbiamo deciso di proporre un gioco…ma è un gioco molto speciale! La caccia al tacchino!

 Altre urla salirono dal pubblico: chi era eccitato all’idea, chi invece non voleva proprio partecipare…

Sindaco: Non preoccupatevi signori, potete iscrivervi se volete giocare, altrimenti potrete tranquillamente godervi lo spettacolo (il pubblico si rilassò). Se vorrete giocare, i giocatori verranno divisi in due squadre, i nativi e i coloni. Il vostro scopo sarà catturare per primi il tacchino che verrà liberato nel recinto, in più avrete la possibilità di eliminare gli avversari usando la Palla Scozzese…

Una valletta salì sul palco con in mano una cosa ovoide di dimensioni medie, sembrava una palla da football.

 Sindaco: La nostra tipica palla da Football in realtà è nata nel vecchio continente ed era ottenuta da una zucca. Questa è una riproduzione di quelle vecchie palle. Vi verranno spiegate meglio le regole una volta decise le squadre…avete un’ora per iscrivervi! Buona fortuna a tutti!

 Paperone e tutti i nipoti si avviarono al banco del rinfresco, Brigitta appena li vide arrivare preparò la teglia migliore.

 Paperina: Oh, Brigitta che bella torta! Sei migliorata tantissimo! Fammi assaggiare dai, dai!

 Brigitta: Ah, ah, lasciane un po’ ai baldi giovani che dopo saranno affamati…

Paperone: Di chi è stata l’idea del gioco del tacchino? Sa tanto di giochi della gioventù…

Brigitta: Di Rockerduck…

Paperone sputò il punch che stava bevendo, scatenando le risate di tutti i circostanti.

 Paperone: Dove ci si iscrive?!

 Brigitta sgranò gli occhi: Su-sul serio! Ma Paperone…non hai l’età ... ma davvero vuoi…

Paperone con una rapida occhiata vide subito l’albero dove avevano appeso il foglio e la penna per le iscrizioni, partii in quarta e raggiunse l’albero. Anche i nipoti e Brigitta gli andarono dietro…Paperone stava per firmare, ma Brigitta prese in mano la penna prima che lui firmasse.

 Brigitta: No! Il gioco del tacchino, no! Ti farai male…non voglio che tu lo faccia!

 Paperone: No, donna! Io darò l’ennesima lezione a quel maledetto pivello, che tu lo voglia o no! E tu verrai con me!

 Con enorme sorpresa di tutti i presenti, compreso Rockerduck, che da lontano si godeva la scena, Paperone, con mano ferma e decisa, prese la mano di Brigitta e firmò con il nome di Brigitta e poi col suo…

Qui, Quo e Qua: sììììììììì! Anche noi siamo con te!

 I nipoti firmarono…

Paperino: Anch’io voglio giocare!

 Anche Paperino firmò…in seguito arrivarano anche Paperina, Gastone e Paperoga. Nell’ elenco delle firme comparivano anche a quella di Lusky e Rockerduck...

 Paperone: Mhh, manca un giocatore e potremmo essere sei contro sei…

Al quel punto si avvicino al gruppo Filo Sganga…Brigitta gli corse incontro e lo abbracciò, ma appena lo sguardo di Paperone e Filo si incrociarono divennero di fuoco! Brigitta spiegò tutte le cose che erano successe e Filo decise anche lui di firmare…

Paperone: Ehi, ma tu non sei un tacchino? Non è cannibalismo così?

 Filo: Allora? C’è tacchino e tacchino…sbaglio o anche tu hai mangiato l’anatra a natale?

 Circa un’ora dopo il numero dei giocatori non era cambiato…Paperone sospettava che ci fosse lo zampino di Rockerduck anche in questa storia del “gioco”, ma stavolta lo avrebbe battuto nella sua stessa trappola! Il piano era perfetto. Il gioco avrebbe decretato il vincitore e lui non perdeva mai! Aveva i parenti dalla sua parte e qual ora Brigitta avesse giocato dalla parte del pivello avrebbe soltanto assistito a una sconfitta bruciante…Il sindaco richiamò tutti i cittadini e diede “fuoco alle polveri”.

Sindaco: Bene cittadini! Come vedete è stato allestito un recinto: abbiamo invitato i gentili concorrenti a farsi avanti. E' il momento di formare le squadre! C’è qualcuno che aspira a fare il capitano?

 Paperone e Rockerduck si fecero avanti all’unisono…Paperone fece caso solo all’ora che il pivello era vestito come coloro che si vedono nei libri, quelli con il cappello con una gran tesa e il resto come fosse un cilindro. Portava una mantellina bianca e una tenuta blu molto scuro e portava le tipiche scarpe con le ghette…sembrava uscito da un libro di storia, pure il suo maggiordomo Lusky era vestito da maggiordomo dell’epoca!

 Sindaco: molto bene, allora la squadra dei nativi sarà capitanata da Rockerduck, visto che ha elogiato così bene la sua patria, mentre Paperone capitanerà i coloni! Le vostre fasce saranno rispettivamente rossa e blu. Ora passiamo alla formazione delle squadre. Queste sono state formate sotto la giurisdizione della signora Elvira, (la vecchia papera saluto il pubblico, che rispose con altrettanta allegria) e mia...molto bene le squadre sono le seguenti…per i coloni: Paperone, Paperino, Qui, Quo, Qua, Paperina. Per i nativi: Rockerduck, Lusky, Gastone, Paperoga, Filo e la signorina Brigitta. Non si effettueranno scambi! E ora passiamo alle regole!

 I membri delle due squadre si divisero e si misero le rispettive fascie blu e rosse, Brigitta però non riusciva a staccare gli occhi di dosso a Paperone, era preoccupata da morire, non avrebbe lasciato che si ferisse.

 Sindaco: Regola numero 1…vince chi prende il tacchino per primo. Per prendere si intende immobilizzarlo a terra per più di tre secondi.

 Regola n° 2…La zucca scozzese permette di eliminare gli avversari colpendoli, non in faccia, non sotto il busto. Se si riesce a prendere al volo il colpo è eliminato l’avversario! L’avversario si accomoderà fuori dal recinto in attesa della fine del gioco. Non ci si può eliminare tra compagni di squadra.

 Qui: Ah, e come palla prigioniera! Sarà una passeggiata!

 Sindaco: Regola n°3…non si esce dal campo, che al momento è contornato dal recinto di legno laggiù.

 Tutti i presenti si girarono.

 Sindaco: E per favore niente colpi scorretti, niente spintonate. Il gioco durerà un’ora al massimo…allora, BUONA FORTUNA!!!

 Gastone: Quella c’è l’ho sempre!!

 I giocatori e il pubblico si avviarono al campo da gioco. Le due squadre si raggrupparono per decidere una tattica.

 Paperone: Molto bene! Paperino, Paperina voi siete più grandi e più veloci, verrete con me a prendere il tacchino, lo accerchiamo e gli saltiamo addosso! Qui, Quo, Qua confido nella vostra mira, prendete la palla scozzese e fate fuori chiunque vi passi davanti!

 Tutti: Sì! Zio Paperone!

 Rockerduck nel frattempo aveva parlato ai suoi che sembravano molto sgangherati in confronto alla squadra di Paperone, ma il vecchio leggeva negli occhi del pivello che non era venuto impreparato alla cosa. Il sindaco si avvicinò al centro con in mano la palla scozzese, poi si posizionò a destra, mentre a sinistra dei contadini con la gabbia si prepararono per liberare il tacchino.

 Sindaco: Al mio via, lancerò in aria la palla scozzese per la contesa e nello stesso momento verrà liberato il tacchino! Capitani, fatevi avanti per la contesa…

Paperone e Rockerduck corserò davanti al sindaco, il quale aveva in una mano la palla e nell’altra un fischietto, i due paperi si guardavano in cagnesco: stavolta non era una delle loro scommesse, questa volta c’era in gioco di più e se Paperone non fermava Rockerduck, la sua vita e quella di Brigitta non avrebbero più avuto pace! Era tempo di fermare quel maniaco!

 Paperone: E il tempo di dimostrarti che non puoi calcolare tutto Rockerduck! Ti fermerò, maniaco!

 Rockerduck: Maniaco? Ti prego non è di classe, chiamami sociopatico…e comunque…questa sarà la TUA disfatta non la mia!

 Sindaco: Ai posti! Via!

 Suonò il fischietto e contemporaneamente fece volare la palla in alto e il tacchino venne liberato. I due paperi saltarono ma le zampe assai più giovani di Rockerduck ebbero la meglio.

 Rockerduck: Lusky!!!

 Rockerduck passò la palla a Lusky, che come un fulmine la prese e senza neanche un attimo di fermo, caricò e colpii Paperina…

Sindaco: Paperina, Out!

 La papera fu costretta ad abbandonare il campo con enorme disappunto di Paperone e della suddetta.

 Paperino: Questa te la faccio pagare Lusky!

 Il maggiordomo rise, e si allontanò per dare una mano col tacchino…nel frattempo i tre nipoti passarono al contrattacco, presero la palla e iniziarono a pensare a una strategia.

 Ma chi doveva prendere il tacchino non se la cavavano altrettanto bene.

 Paperone: Sei mio!

 Con un enorme balzo il papero afferrò la coda, ma il tacchino con uno scatto si portò via il papero trascinandolo per circa un metro.

 Paperino: Zio! Tutto bene?

 Paperone sputò un po’ di foglie che aveva in bocca.

 Paperone: è più furbo di quanto pensassi!

 Anche Rockerduck nel frattempo aveva fatto fiasco. I nipoti nel mentre avevano deciso il da farsi.

 Quo: Okkei, adesso sappiamo che Lusky è un lanciatore provetto. Uno di noi dovrà sempre coprilo in modo che non prenda la palla! Ci pensa Qui visto che è il più veloce! Io e Qua ci occupiamo degli altri! In sequenza Gastone, Paperoga, Filo e Brigitta…se avremo ancora tempo Lusky…Rockerduck non c’è la farà comunque da solo, togliamogli la squadra e fermiamolo…ah, mi raccomando prima Gastone! Più rimane in gara più è pericoloso!

 I tre fratelli andarono alla carica, si avvicinarono a Gastone…Quo lancio la palla una, due, tre volte ma niente non riusciva a prenderlo…

Quo: Ma, accidenti!!!!

 Stavolta colpii con tutta la sua forza e lo centrò in pieno sullo sterno. Il poveretto andò per terra vicino alla staccionata.

 Qui, Quo e Qua: Siiii!!!!!

 Gastone: Che fortunaaaaa!!! Ho trovato una banconota da cento dollari!!!!

 Tutti rimasero profondamente sgomenti, tanto che il gioco si fermò per alcuni secondi…

Sindaco: Gastone…Out…ma che fortuna però…sarebbe da rinchiudere…

Il gioco riprese e senza fatica i tre nipoti mandarono fuori anche Paperoga, che, svampito com’è, non si era nemmeno accorto che il gioco era iniziato…però questo a Rockerduck non piaceva!

 Rockerduck: Luscky!! Manovra divensiva! Manda a casa quei marmocchi

 Lusky: Sì, signore con piacere!

 In un attimo i tre nipoti si trovarono davanti Lusky!

 Lusky: Dai fatevi sotto!

 Quo, prese la mira, la palla volava ma…con il colpo non andò come sperava! Lusky l'afferrò al volo fermandola con una mano sola.

 Sindaco: Quo, Out!

 Qui e Qua deglutirono, Lusky non era da sopravvalutare, anzi! Paperone aveva osservato la scena, era rimasto veramente sorpreso: un maggiordomo può fare una cosa del genere?

 Paperone: Ehi, Rockerduck! Cos’ha mangiato il tuo maggiordomo stamattina? Sembra…indiavolato.

 Rockerduck: Oh, Sì! Lui è proprio un diavolo di maggiordomo…

Lusky si girò e lanciò la palla mirando dritto a Paperone. Non riusciva a muoversi era come a rallentatore, vedeva la palla avvicinarsi…ma non al petto il maggiordomo aveva mirato alla faccia!! Era come se i piedi non collaborassero, ma poi una pallonata in faccia non era la fine del mondo no? Allora perché sapeva che avrebbe fatto dannatamente male?

 Filo: No! Brigitta!!!Amica, tutto a posto???!!!

 Non aveva colpito lui, la signorina Brigitta si era messa davanti…la poverina rantolava per terra tenendosi la pancia. Paperone era attonito, lei si era presa, quella sottospecie si proiettile per lui.

 Brigitta: No, no sto bene…ehi, tu!

 Paperone si riprese dallo stato catatonico in cui era momentaneamente piombato.

 Brigitta: Si può sapere cosa ti è preso? Perché non ti sei spostato? Ti saresti fatto male sai?

 Paperone era sempre più scioccato ... si era davvero preoccupata per lui a tal punto? Quando aveva detto che non avrebbe permesso che lui si facesse male non scherzava. Nessuno si era mai occupato di lui, se l’era sempre cavata da solo, da quando era nato, non aveva mai avuto nessuno che si prendesse i suoi mali…

Filo: Sei, sei una stupida! Potevi farti veramente male così! Sei impazzita? Oh, Brigitta…

Filo abbraccio la papera aiutandola a tirarsi su, la papera si teneva ancora la pancia…probabilmente il colpo aveva preso in pieno lo stomaco. Ma la papera si rimise subito in piedi e si lisciò il vestito e si assestò i capelli.

 Brigitta: Oh, oh che guaio! Non dovevo fare questa figuraccia, ah, ah, ah!

 Rockerduck nel frattanto prese da parte Lusky…

Rockerduck: Ma che sei scemo?! Non dovevi colpire Brigitta!

 Lusky: Signore, si è messa in mezzo lei all’ultimo minuto! Ha fatto uno scatto olimpionico!

 Rockerduck prese per la cravatta Lusky e tirò il nodo, strozzando il povero maggiordomo.

 Rockerduck: Non mi interessano le tue scuse, mi interessano i tuoi fatti Lusky! Dovevi colpire o Paperone o i suoi nipotini e tu non hai fatto nessuna delle due cose! Muoviti a ribilanciare la situazione oppure ti faccio mangiare il cravattino!

 Lusky annuii vigorosamente, Rockerduck mollò il cravattino e tornò a occuparsi del tacchino. Il gioco ripartii e i nipoti fortunatamente recuperarono la palla.

 Qui: Qua, vai colpisci Filo!

 Con una mossa poco elegante Qua tirò addosso a Filo, che a suo malincuore dovette uscire e qualcuno giurò che disse parecchie male parole.

 Intanto Paperone e Rockerduck continuavano a cointendersi il tacchino. Ma nessuno dei due aveva la forza o la tecnica per mandare al tappeto il pennuto. Brigitta non riusciva ad aiutare Rockerduck, poiché troppo lenta e Lusky era occupato con la palla, d’altra parte la squadra di Paperone non era messa meglio…lui era vecchio, Paperino era così sfortunato che il tacchino lo vedeva e scappava e i suoi nipoti erano pur sempre dei bambini. Doveva trovare un modo di porre fine al gioco anche in fretta! I suoi piani andarono all’aria pochi secondi dopo!

 Sindaco: Qui, Out!!

 Lucky aveva mandato fuori un altro nipote! Ora erano tre contro tre! Ma adesso aveva un occasione il tacchino era all’angolo! Ora o mai più!

 Paperone: Sei MIO!!!!!

 Il vecchio Papero gli saltò addosso, ma con sua sorpresa anche un altro era saltato sul tacchino.

 Rockerduck: Giù le mani dal MIO tacchino!

 Paperone: No!!!è il MIO tacchino! Molla l’osso!!!

 I due Paperi continuavano a litigare, ma il tacchino non riusciva a muoversi e tutti li guardavano massacrarsi a vicenda.

 Sindaco: due…e tre!!! Basta, STOP, il tacchino è stato preso!!! Avete vinto il gioco!!!

 Rockerduck e Paperone: Come AVETE?????!!!!

 Sindaco: Bhè, mi sembra ovvio, entrambi avete tenuto fermo il tacchino per più di tre secondi…per la verità siete ancora sul tacchino.

 Paperone: AH!

 Il tacchino iniziò a correre verso la gabbia dove i contadini avevano predisposto il mangime per farlo rientrare. Rockerduck era furioso, livido di rabbia: non doveva andare così! Aveva addestrato Lusky tutto il mese per eliminare i suoi avversari, aveva fatto jogging tutte le mattine! E ora? Aveva “quasi” vinto? Brigitta sarebbe dovuta venire da lui e abbracciarlo alla fine grazie alla vittoria, facendo diventare pazzo di gelosia Paperone e lui si sarebbe goduto la sua faccia infelice!

 Rockerduck: Maledizione!

 All’improvviso da dietro senti caldo…era una sensazione strana, da tempo non la sentiva ... qualcuno lo stava abbracciando?

 Brigitta: Ehi, su! Non fare quella faccia, sono sicura che ti sei impegnato da morire per questo gioco, forse, bhè ecco forse non giochi sempre pulito, ma ho visto la fatica che ci hai messo per organizzarlo e poi per vincerlo…non essere triste, la tua fatica non è andata sprecata! Io mi sono davvero divertita!

 Rockerduck, sgranò gli occhi…fino a quel momento nessuno aveva mai elogiato le sue fatiche…prima di allora nessuno dava importanza quando organizzava qualcosa, lui faceva sempre le cose in grande, ma nessuno era venuto a stringergli la mano a dirgli grazie, un solo semplice grazie.

 Rockerduck: Tu sei veramente preziosa Brigitta…anzi sei un vero diamante…

Brigitta arrossi, e disse delle frasi leggermente inarticolate, mentre agitava la mano davanti al becco. Ma qualcuno aveva visto la scena e a quel qualcuno non piaceva.

 Paperone: Ora, basta io e quel papero dobbiamo fare due chiacchere.

 Sindaco: Bene gente, prendete posto ai tavoli! È tempo di mangiare il tacchino!

 Mentre la gente iniziava a prendere posto, Paperone sfruttò l’occasione per afferrare Rockerduck e portarlo dietro il fienile.

 Rockerduck: Ehi! Molla subito la presa scemo! La giacca mi è costata una fortuna!

 Paperone: Tu, tu mi devi stare a sentire! Ora la devi piantare di prendere in giro quella povera papera! Sono stato chiaro?!

 Colpito e affondato, aveva ottenuto l’effetto sperato. Non nel modo in cui l’aveva progettato ma era riuscito a far ingelosire Paperone! Lui si era convinto da molto tempo che a Paperone lei piaceva, ma non capiva perché lui continuasse, arrivato ad un certo punto, a rifiutarla. Ora si era creato la chance di farlo parlare, adesso o mai più! Era tempo di giocare!

 Rockerduck: Senti chi parla! “Vai via dalla mia vita, ma intanto mi godo la tua torta”?

Paperone, deglutii, non sapeva controbattere, era vero lui era stato il primo a trattarla male, illuderla che lui provasse un po’ di affetto.

 Rockerduck: Sei TU quello senza pietà! Non hai ancora capito quello che lei prova per te? Quello è un tipo di sentimento che non si cancella! È indelebile, incancellabile e inconsolabile! Più andrà avanti questa situazione più ne soffrirà! Sei tu che devi smetterla! Di illuderla e di farle credere che conti qualcosa per te!

 Paperone: Contare niente!? Lei, lei vale tantissimo per me! È la mia migliore amica al di fuori della mia famiglia, e io adesso voglio proteggerla da TE!

 Gli puntò violentemente il dito contro. Rockerduck si risistemò gli occhiali e parti al contrattacco.

 Rockerduck: Che ipocrita! È da te che si deve difendere! Sei tu che le hai spezzato il cuore! E per cosa? Per chi? Per un fantasma? Qualcosa che non c’è? Per i soldi?

 A Paperone iniziava a girare la testa: era come se tutti gli errori della sua vita gli piombassero addosso nello stesso momento.

 Paperone: no…io, non l’ho fatto per i soldi…

Rockerduck: Per cosa, allora? Per cosa? Nulla vale così tanto da giustificare il comportamento che hai tu adesso!

 Paperone: Ma tu che ne sai di me e del mio passato, eh?! Anche per te vale lo stesso discorso! Chi ti dà il diritto di giocare con la vita altrui!?

 I due paperi ansimavano, avevano urlato fino a quel momento. Si guardavano negli occhi, si odiavano profondamente, per diversi motivi, ma in quel momento sapevano che potevano tranquillamente picchiarsi a sangue senza provare rimorso.

 Rockerduck: è vero io non ho il permesso di nessuno! Ma io vivo come dico io e nessun’ altro! Niente mi ferma e niente mi fermerà, il futuro è mio! E tu? Il tuo passato ti stà fermando, non lo vedi?!

 Paperone: Non parlare così di Goldie! Non ne hai il diritto!

 Bingo. Paperone si mise una mano sulla bocca, aveva detto un nome di troppo. Maledetta la sua ira, maledetto il suo carattere.

 Rockerduck: Così, il tuo scheletro nell’armadio ha un nome?

 Paperone: Lei non è un scheletro!

 Rockerduck: Un’altra…sempre così…allora lascia che ti ponga una domanda…perché lei non è qui con te?

 Paperone rimase spiazzato, era una domanda semplice, ma che diceva tutto…le persone che tengono a te dovrebbero essere al tuo fianco, le persone che tu vuoi proteggere avranno sempre te su cui contare, perciò perché lui non era in Klondike? O anche perché Goldie non era a Paperopoli?

 Rockerduck: Ti lascio a riflettere su questo…

Il giovane papero si allontanò e andò verso l’enorme tavolata che era stata imbandita per l’occasione. Paperone rimase lì appoggiato al fianco del capanno, a rimangiarsi ogni parola detta negli ultimi 60/65 anni.

Santo cielo che fatica enorme per questo capitolo...Ringrazio Jeremy Brett senza la quale col cavolo che postavo il capitolo, grazie a quelli che mi seguono ma sono troppo timidi per recensire, sò che ci siete...inoltre ho degli annunci da fare...tra poco inizierà il mio anno di maturita spero di concludere questo progetto prima di allora, per ciò portate pazienza se i tempi diventeranno un po più lunghi e secondo stò facendo dei disegni riguardanti i paperi se qualcuno è interessato può trovarli qui: http://amely14128.deviantart.com/

   
 
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