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Autore: courageislove    03/09/2014    1 recensioni
Cosa faresti se ti venisse data una seconda possibilità? Una seconda possibilità di vivere. Se ti venisse data l'opportunità di realizzare quello che hai sempre sognato?
Il suo sogno è lui, soltanto lui. Dalla prima volta che lo ha visto non ha fatto altro che desiderare una possibilità...
TRAILER: https://www.youtube.com/watch?v=X_oHQ-G7MZ4&feature=youtu.be
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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15. Moments

Quell’ “Addio Louis” mi risuona nelle orecchie fino a quando non finisce per sfumare nel silenzio.
Mi manca il fiato, ma almeno ora ho la consapevolezza che durerà poco e che sarà l’ultima volta che accadrà.
Tutto intorno a me è nero; è pura oscurità. Non capisco perché ci sto mettendo così tanto a tornare alla realtà, ma la cosa che più mi preoccupa è che ancora non riesco a respirare.
Cosa sta succedendo? Perché mi sento così?
A questo punto sono davvero impaziente, non riesco più ad aspettare, voglio tornare subito alla realtà, voglio respirare ancora e voglio scoprire quali sono i risultati del mio desiderio. Perché sono ancora bloccato nell’oscurità?

Sto provando una sensazione stranissima, di abbandono totale. Vorrei piangere ma non ce la faccio, vorrei muovermi ma non riesco a controllare il mio corpo, vorrei aprire gli occhi e svegliarmi ma qualcosa me lo impedisce.

Improvvisamente comincio a sentire dei rumori e degli odori strani…
Quando sento dei “beep-beep” deboli e continui mi ci vuole un attimo a capire dove mi trovo: sono in ospedale…
Ancora non riesco ad aprire gli occhi.
Forse mia madre mi ha trovato svenuto nel letto e ha deciso di portarmi all’ospedale, ma non trovo necessario attaccarmi a questa macchina ogni volta.
Provo ancora ad aprire gli occhi ma mi sembra che le palpebre siano incollate, cerco di muovere braccia e gambe ma mi accorgo che sono sempre fermo. Comincio ad innervosirmi e sento i beep dell’elettrocardiogramma cominciare ad aumentare di velocità.
Capisco di non essere solo nella stanza quando qualcuno si alza bruscamente da una sedia. La riconosco quando comincia a chiamare urlando le infermiere: è mia madre. Il mio primo istinto non appena la sento così preoccupata è di alzarmi ed andarle incontro per farla tranquillizzare, ma non riuscire a muovermi, ad aprire gli occhi o anche solo a parlare mi impedisce di farlo. Comincio ad agitarmi ancora di più quando capisco che mia madre non sarebbe così preoccupata se fossi solo svenuto, dev’essere successo qualcos’ altro.


Ascolto i passi di almeno due persone che entrano nella stanza correndo, questi si avvicinano e cominciano a toccare qualcosa accanto a me. Improvvisamente mi sento più rilassato, infatti la macchina torna a fare il rumore calmo e regolare di prima.

- Che cosa gli avete dato? - Ancora la voce di mia madre.
- Solo del diazepam. – Parla una delle persone accanto a me. Non sono sicuro di riconoscere la sua voce; dev’essere un infermiera, credo.
- Quello che gli avete dato le altre volte, vero? – Altre volte? Mi hanno già dato questa cosa? Quando? Io non me ne ricordo, non riesco a capire di che cosa stiano parlando. Ripeto quel nome nella mia mente dieci volte “Diazepam”.. che cos’è? Un calmante?


La porta della stanza si apre e poi sento ancora dei passi, questa volta però sono più lenti.

- Salve, dottore. – Riconosco la voce di mia madre e delle signore accanto a me.
- Buongiorno. Signora, potrebbe uscire un secondo mentre visitiamo il ragazzo?
- Certo. – Quanto odio non poter vedere nulla. Perché ora questo vuole visitarmi? E perché l’ha mandata fuori?!

Sento qualcuno camminare, forse è il dottore, o forse è mia mamma che esce dalla stanza. Si avvicina al mio letto e prende quella che, dal rumore, sembrerebbe essere una specie di cartellina.

- La situazione è piuttosto grave: non ci sono stati miglioramenti negli ultimi tre mesi. – Tre mesi? Come sarebbe a dire tre mesi?

Mi faccio prendere dall’agitazione e non riesco più ad ascoltare le cose che stanno dicendo, quei termini tecnici stanno solo facendo aumentare il mal di testa. Tutto quello che riesco a capire è che sono qua, in un coma profondo, dalla sera dell’incidente, tre mesi fa.


Nonostante il calmante di prima ricomincio nuovamente ad agitarmi, il battito cardiaco aumenta e le infermiere e il dottore tornano ad armeggiare con le cose a cui sono attaccato da mesi. Dicono ad alta voce tutto quello che stanno facendo; mi aggiungono strane soluzioni alla flebo ma niente sembra fare effetto.
Mi sento come se il cuore mi stesse per scoppiare nel petto, ho così tanto caldo che mi sembra quasi di riuscire a sentire le gocce di sudore che mi bagnano la fronte, non riesco a respirare e il beep beep della macchina va sempre più veloce fino a quando, ad un tratto, non sento più niente e quel suono breve ad intervalli diventa un unico beep, lungo e continuato; mi sembra quasi di riuscire a vedere quello che è rimasto di me: una lunga linea dritta, senza onde, senza picchi improvvisi… solo una riga bianca in mezzo al nero.

Non sento più niente; niente dolore, niente paura, niente agitazione.. non mi sento neanche più Louis Tomlinson. Chi sono ora? ..cosa sono?
Sono un minuscolo granello di polvere che fluttua nell’aria, nello spazio infinito. Non c’è più una dimensione, non per me, almeno.

Improvvisamente vengo investito da dell’aria fredda, gelida.. Mi sembra di essermi svegliato, riesco ad aprire gli occhi. Non c’è nulla attorno a me, nulla se non quel bianco perfetto.
Vedo quel puntino nero materializzarsi in lontananza ed avvicinarsi lentamente. È la Signora in nero.
È davanti a me e comincia a sorridermi.. Mi porge la mano ma non dice nulla; non mi sento come le altre volte, adesso mi fido di lei, il suo volto mi dà tranquillità e la sua mano, lì tesa verso di me, non mi agita.. non ho paura di quel freddo che sentirò dopo che mi avrà toccato. Non esito neanche per un istante e afferro la sua mano. Questa volta non mi addormento; comincio a camminare insieme a lei fino a quando entrambi ci trasformiamo in luce pura.

Non saprò mai cosa sia successo realmente durante quei tre mesi, probabilmente durante il coma ho avuto un lungo sogno, oppure lo shock dell’incidente mi ha fatto creare questo mio mondo immaginario in cui ho potuto vivere tutte le cose che non sarebbero mai successe; mi risulta difficile ormai pensare alla storia dei desideri, ma sinceramente ormai non mi importa più. Ovviamente mi piacerebbe conoscere la verità, però a questo punto non cambierebbe nulla. Ormai io sono qua, troppo distante da tutto e da tutti.
Non voglio fermarmi a pensare alla mia famiglia, ad aver lasciato sole mia madre e le mie sorelle, non c’è tempo qua per quei pensieri. Avrei voluto abbracciarle un’ultima volta, fermarmi e guardarle, studiarle per l’ultima volta, solo per essere sicuro di non dimenticarmi mai ogni piccolo dettaglio del loro viso, ogni piccola lentiggine, il colore dei loro occhi o dei loro capelli. Non l’ho potuto fare; è stato tutto troppo inaspettato. Me ne sono andato velocemente, anche se per loro è stata una lunga agonia.
Ricordo la sensazione che provavo quando mi svegliavo dopo un bel sogno; quella sensazione di tristezza nel realizzare che nulla era reale, beh, non è così che mi sento ora. Ho vissuto dei momenti bellissimi in questi tre mesi, sono stato insieme al ragazzo per cui avuto una cotta per anni, se poi era tutto frutto della mia immaginazione non ha importanza, per me ogni istante di quei tre mesi è esistito davvero, tutti gli alti e bassi.. Sono felice perché non mi sono mai dovuto svegliare da quel sogno.. per me è stato tutto reale.
Non ricorderò gli ultimi mesi della mia vita come quelli prima dell’incidente, voglio ricordare i tre mesi dopo l’incidente, quelli che forse non sono mai esistiti ma che mi hanno fatto capire che cosa fosse la felicità.




Ciao a tutti.

Eccoci qua con l’ultimo capitol di questa fanfiction.

Avevo deciso che la storia sarebbe finita così anche prima di cominciare a scrivere i primi capitoli, diciamo che questo era il finale che volevo e non l’ho voluto cambiare neanche una volta andando avanti con la storia.
Come avrete probabilmente notato ho deciso di non dire chiaramente se quello che è successo nei tre mesi è stato reale oppure frutto dell’immaginazione di Louis.. è un finale relativamente aperto! :D

Spero che questo finale vi sia piaciuto… *incrocia le dita*

Oooooora passiamo ai ringraziamenti:
Prima di tutto ringrazio le mie due fantastiche Beta che sono state stupende in questi mesi e che mi hanno aiutata e che, niente, vi voglio bene e siete state stupende!
Poi voglio ringraziare tutte le persone che hanno letto la storia dall’inizio e che hanno commentato (ma anche se non avete mai commentato è uguale, vi voglio bene comunque (?))
E infine ringrazio il mio Ciotto che mi ha aiutata negli ultimi due capitoli. Grazie Ciottolino (?)

Ora vi lascio i miei account (Così se volete venire a lanciarmi sassate per il finale siete libere di farlo XX)
Twitter
https://twitter.com/courageislove_
Ask
http://ask.fm/courageislove

E qua gli account della mie Betas, che non smetterò mai di ringraziare
Chiara
http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=213088
Marti
http://efpfanfic.net/viewuser.php?uid=480580

Ho finito.
Grazie a tutti,
C.


  
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