Serie TV > The Vampire Diaries
Segui la storia  |       
Autore: warriorprincess10    04/09/2014    1 recensioni
Quando l'estate scorsa l'ansia di vedere Damon ed Elena finalmente insieme mi stava divorando, ho cominciato a scrivere poche parole per caso.
Sono capitoli sparsi, momenti disordinati dell'estate che Damon ed Elena hanno trascorso insieme.
Non hanno una successione temporale vera e propria.
Alcuni sono ambientati al Whitmore altri a casa Salvatore, uno anche on the road.
Non ho pensato di scriverne altri dopo l'inizio della quinta serie ma lascio aperta la possibilità di continuare, perché mi piacerebbe aggiungere altri flashback del momento più felice delle loro vite.
Genere: Commedia, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert | Coppie: Damon/Elena
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
L'alba sbatte sui vetri di casa Salvatore come un regalo inatteso.

Ogni mattina lasciandosi svegliare dai fili di luce d'argento, 
Elena celebra qualcosa di inaspettato e quasi bello.

Essere un vampiro e accogliere la luce del mattino con la stessa sorpresa e la stessa eccitazione dell'eternità. 

E chi l'avrebbe mai detto che l'oscurità nascondesse tanta chiarezza?

Sente il fiato di Damon appoggiarsi sul suo fianco e ancora i suoi capelli tra le dita.

La sua mano deve essere ancora lì da quando hanno finito, da quando si è addormentata accarezzandogli la testa.

E' così ogni notte.

Dopo l'amore.

Semplicemente Elena guarda il suo guerriero abbandonarsi a lei dopo la lotta.

Piegato su di lei a riposare passione e anima.

Sente la pesantezza del sonno a dare forma alla leggerezza del sesso.

Amore e sesso.

Se è sesso assaggiarsi, proteggersi, annnusarsi, confondersi, mangiarsi.

Così intimo da smettere di essere se stessi per sentire il piacere nell'altro e prenderlo dal suo sguardo e dal suo sapore e dalla sua voce e dal suo sangue, e diventare la sua pelle.

Se amore è sfiorarsi e riempirsi di spiccioli dell'anima dell'altro.

E cercarsi per sempre dentro l'altro, sperando di non trovarsi mai.

E Elena lo guarda.

Quando lascia che quello squarcio di luce e eternità la svegli come una mortale qualsiasi.

Il primo sguardo è per il regalo dell'oscurità che le dorme accanto.

Addosso.

Dorme così profondamente da aver sopito anche i potenti sensi da predatore.

Sentirsi al sicuro nelle braccia dell'altro.
Un paradosso di forza e fragilità insieme.

E' una notte strana.

Una notte strana di un sogno strano.

Elena guarda Damon con avanzi di eccitazione, 
con gli occhi patinati di una preoccupazione antica.

Tornare indietro all'incubo e al tormento.

Che sembra lontano nel tempo ma vicino nella paura.

Si piega e avvicina il mento alla fronte di Damon e spinge le labbra sui suoi capelli.

Non lo bacia, 
lo assapora.

E' un gesto a metà tra abitudine e spontaneità.

Una necessità, un bisogno.

Sentire che c'è, con ogni senso.

E poi si lascia andare a quella luce ancora debole che sembra far rima con i suoi pensieri sottili e le parole sussurrate.

Senza spiegazioni.

Quando ti svegli di un tuo sogno non devi spiegarti le sensazioni.
Finché non senti la tua mano accarezzare il tuo appiglio alla realtà.

'Mi sembrava impossibile.

Non era essere asservita che mi faceva paura.
Mi faceva diventar matta che non mi credessi.

Che non riuscissi a sentire l'amore.
Che non ti bastasse la mia verità.

(il viso di Elena si apre a un sorriso che regala al silenzio)

Ti guardavo torturarti di paura e amore e delusione e desiderio.
E sentivo le tue mani tremare di indecisione e senso di colpa.

Avevo paura della tua paura.

E invece per me è stato così facile non crederci.
Io che ti ho sentito crescere in me nel tempo.

Per me l'unica differenza tra prima e dopo è stato amarti e avere il coraggio di urlarlo.
E mi veniva voglia di toccarti solo perché tu potessi sentirmi l'amore bagnarmi l'anima.

Come due persone che si guardano dietro un vetro.
Come il dubbio costante che quel vetro deformi.

E quello che ho odiato di più di quel vetro è stato l'amore sprecato.

Era come esplodere e non poterti dare quello che più desideravi pur avendone troppo per entrambi.

E ogni volta che insinuava in te il dubbio era una mia ferita.

E mi dicevano che una volta tornata umana, una volta sciolto il sirebond, sarei tornata libera.

Non era questo che mi importava.
Stare con te mi rendeva già libera.
Quello che volevo, era liberare te.
Che tu ti sentissi libero di amarmi.

(Elena sente la mano di Damon cercarle la schiena e la sua testa poggiarsi sulla pancia e per un attimo lei smette di avvolgersi i suoi capelli tra le dita. sembra sveglio ma in realtà è solo il rigurgito di un'abitudine che ha preso col tempo, scoprirsi le spalle e piegarsi addosso a lei. come se non ci fosse letto o sonno senza Elena. e lei controlla solo che sia non sia sveglio, perché non senta -o forse si- le parole che raccontano come lo ha amato prima di lasciarsi amare. con quanta paura ha aspettato che tutto finisse e quale nome avesse il suo bisogno di umanità)

E volevo che finisse.

L'odio che mi passava accanto tutte le volte che ti ripetevano che -dopo- sarei tornata da Stefan.
Che quando sarebbe finito l'effetto del sirebond sarei tornata me stessa, sarei tornata normale.

Io che normale non volevo più esserlo e me stessa non lo ero mai stata davvero.

E io che conoscevo la verità e la urlavo forte da star male ma a te arrivava solo un grido sordo soffocato dalla paura e dall'orgoglio.

Per questo so che siamo io e te.

Solo io e te.

Perché siamo stati capaci di vivere le due facce dello stesso dolore soffrendolo sotto la pelle dell'altro.

Poco fa ho sognato di essere di nuovo asservita a te.
E l'unica cosa di cui avevo paura è che tu lo scoprissi.

Ho più paura di perdere te che la mia libertà.
Forse perché senza di te non saprei che farci.

Vivevo coprendo il mio dolore e convivevo con un malessere di cui non conoscevo la provenienza.

Poi sei arrivato tu e mi hai insegnato che la vita non è come affronti quello che ti capita ma cosa riesci a fare di ciò che è rimasto di te stesso.

Che sciogliere le redini delle convenzioni non è un male ma è solo liberarsi di una zavorra che non ci permette di comprendere il mondo.

Che i principi non ci devono essere insegnati, dobbiamo saperceli cucire addosso, altrimenti saranno solo gabbie di moralità che tolgono aria e ragione. 

Mi hai tirato fuori da quella monovolume e mi hai regalato un coraggio e una sfacciataggine che non credevo di avere.

La verità è che vivevo una vita da cieca perché non capivo di essere al buio.

Non sapevo niente.

E invece di insegnarmelo hai lasciato che lo imparassi.

(Elena guarda Damon stringendo gli zigomi e addolcendo gli occhi e la voce e smettendo di giocare con i suoi capelli e colorandosi le labbra di un sorriso bisbigliato)

Cosa mi hai fatto amore?'

Poi prova a sciogliersi dall'abbraccio del corpo di Damon ma quasi senza metterci forza lui stringe l'abbraccio e le trattiene la mano.

Ha ancora gli occhi incollati e la voce che strascica avanzi di sonno.

'Niente.

Non ho fatto niente'

E poi la lascia andare. 

E' così Damon.

Riesce a mettere tutto in un niente.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Vampire Diaries / Vai alla pagina dell'autore: warriorprincess10