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Autore: vivy_96    04/09/2014    3 recensioni
Lei una ragazza acida, asociale e invisibile...
Lui un ragazzo simpatico, bello e popolare...
due persone completamente diverse ma con una passione in comune: la musica...
DAL CAPITOLO 2:
“Senti bello, io fossi in te porterei quella canzone alle prove della band… è una troppo bella per essere messa da parte così. E poi non eri tu a dire che avremmo dovuto iniziare a provare pezzi nostri?” disse il moro riponendo i suoi libri nell’ apposito armadietto.
“Si appunto nostri non di una sconosciuta a cui sono caduto addosso” il biondo si appoggiò alla parete,
bianca e fredda ,del corridoio.
“Almeno era carina?” chiese Russell sorridendo malizioso a Jake.
“Scopabile, decisamente scopabile” disse quest’ultimo ricambiando il sorriso dell’ amico.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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4
 



Jake aveva parcheggiato la sua alfa romeo giulietta davanti al vialetto di casa Black.
Scese dall’ auto e si diresse verso l’ingresso guardandosi intorno: era un quartiere dove le case erano di un bianco abbagliante, tutte apparta quella difronte a lui che era blu acceso , e dava subito all’ occhio: il giardino era ben curato e ornato di rose e tulipani di diversi colori che andavano dal bianco al rosso.
Il ragazzo ormai arrivato alla porta suonò il campanello.
 
Erno già le quattro e mezza e vedendo che Jake non arrivava Lucy pensò che non si sarebbe presentato. Decise di fare una breve doccia visto che da quando era tornata da scuola alle due aveva riordinato la grande cucina alla perfezione.
Ci mise circa 5 minuti , i capelli erano puliti per cui non c’era bisogno di rilavarli. Prese un asciugamano abbastanza grande e si avvolse in esso.
Uscì dal bagno e udì il suono del campanello, scese in fretta le scale pensando che fosse Camille; ma quando aprì la porta rimase pietrificata.
 
In quel momento i pensieri di Jake furono tanti e tutti under  18.
Il vedere Lucy così lo mandava in tilt; era avvolta solo da un misero asciugamano che la copriva dal seno a metà coscia. I capelli erano legati disordinatamente in una mezza coda e nonostante le radici e le lunghezze fossero asciutte  le punte gocciolavano su quelle spalle nude ed esili.
Jake non riuscì a fare a meno di fissarla torturandosi il labbro inferiore rischiando quasi di straccare il piccolo piercing nero  e soffocando l’istinto di toglierle di dosso anche quella poca stoffa che la copriva.
La mora socchiuse la bocca cercando di dire qualcosa, ma dalle sue labbra uscì solo uno strano verso disperato; chiuse in fretta la porta facendola sbattere proprio sul naso del povero Jake che lo massaggiò dolorante.
“Torno subito” urlò la mora prima di salire nuovamente le scale di corse dirigendosi in camera sua; aprì il cassetto dell’ intimo che prese  a caso e poi mise in un attimo, aprì l’armadio vi infilò una mano per poi tirar fuori un paio di jeans  blue stretti e un po’ strappati e infine indosso la maglietta a mezze maniche nera che era poggiata sulla manipola del calorifero.
 
Jake si stava ancora massaggiando il naso per il dolore, temette per un attimo  che potesse essere rotto .
La porta si aprì nuovamente, con suo dispiacere però sta volta Lucy era vestita.
“ Apri sempre così la porta agli ospiti?” chiese il biondo mordendosi nuovamente  i labbro ripensando alla visione di qualche istante prima.
“ No, solo pensavo che non saresti arrivato  vista l’ora e che fosse una mia amica” Lucy abbassò lo sguardo arrossendo, Jake pensò che in quel momento era dolcissima.
“Scusa sono strato trattenuto.” Dopo scuola Jake fu rapito da Sasha Allen  Bionda occhi neri, fisico da paura e anche capo cheerleaders della scuola, aveva passato delle ore davvero intense con lei.
 
Nessuno dei due parlò per qualche istante, poi la mora rialzò lo sguardo.
“Allora iniziamo?” chiese al ragazzo.
“Si” si limitò a dire l’interessato  per poi seguirla su per le scale.
Quando entrarono nella stanza Jake si guardò intorno: c’erano poster ovunque la maggior parte dei personaggi raffigurati sapeva benissimo chi erano visto che si ispirava a loro per la sua musica , i mobili erano tutti neri, il letto  a due piazze  a baldacchino con delle specie di tende rosa e con tantissimi cuscini appoggiati sopra la grade coperta della Play-Boy , sulla parete dove era appoggiato il comò vi era un grande specchio incorniciato da foto di Lucy  assieme a una ragazza bionda, sotto la finestra c’era una piccola scrivania con  sopra un porta penne e una lampada, al suo fianco si innalzava una piccola libreria piena di libri e CD.
“ Non faceva così caldo prima in questa  stanza” disse la ragazza avvicinandosi al calorifero. S i accorse che in effetti era acceso, probabilmente quando aveva preso la maglietta aveva girato la maniglia per sbaglio ; lo spense e si rigirò. Quando vide Jake rimase a bocca aperta.
 
All’ affermazione della mora il ragazzo mise insieme una strana teoria: erano soli in casa, lei gli aveva aperto la porta mezza nuda, ora diceva di aver caldo… era palese( secondo lui)  che volesse portarlo a letto; cosi decise di saltare i preliminari e iniziare a spogliarsi.
Quando la ragazza si girò Jake era senza maglia e la guardava malizioso, ma la reazione della mora fu diversa da quella che lui si aspettava .
“Ma che diavolo stai facendo?” chiese la mora confusa e un velo divertita dalla stupidità del ragazzo.
Nonostante questo però il suo auto controllo per cercare di non saltargli addosso fu tanto: gli addominali erano leggermente scolpiti, i bicipiti muscolosi e lo rendevano ancora più sexy di prima .
“Non è ciò che avevi in mente?” chiese il biondo fissandola.
Lucy rise di gusto, risata che Jake trovò bella e sinfonica.
“Assolutamente no, ti ho fatto venire qui per studiare non per fare sesso con te, ora rivestiti e vieni a sederti” disse la ragazza cercando di smettere di ridere e si sedette in una delle due sedie difronte alla  scrivania.
Il biondo fece come gli era stato detto.
 
 Passata circa un ora  Lucy era davvero distrutta, non riusciva a capire come quel ragazzo non potesse capire anche il più semplice degli esercizi di letteratura.
“Senti mi sa che è meglio fare una pausa” disse la mora per poi alzarsi e dirigersi in cucina seguita dal biondo.
Prese due bicchieri dal’ armadietto sopra il lavabo e  li pose sulla penisola dove si era già accomodato Jake, poi si diresse verso il  frigorifero che aprì tirando fuori una bottiglia di coca-cola. Si ricordò anche di aver comprato una scatola bi kinder bueno qualche giorno prima, aprì il cassetto dei dolci e fece un sospiro di sollievo quando vide che erano ancora interi, li poggiò vicino ai bicchieri in cui versò la bibita fresa.
 
Jake addentò il suo Bueno e guardò Lucy mentre era intenta a guardare lo schermo del suo telefono.
“Facciamo un gioco?” disse attirando l’attenzione della ragazza che lo guardò alzando un sopracciglio.
“Il gioco delle venti domande. Ci stai?” disse sorridendo.
La ragazza ci pensò un attimo su poi annuì bevendo un sorso del contenuto del suo bicchiere.
“Allora prima domanda...come mai casa tua è l’unica di colore blu in questo quartiere?”
Lucy sorrise a quella domanda, i ricordi di quel giorno di quando era piccola riaffiorarono.
“Avevo circa 6 anni, io e la mia amica Camille stavamo giocando in giardino mentre mio padre stava preparando la vernice per ripitturare la facciata della casa, mentre era distratto avevamo messo un barattolo di tinta blu in quella bianca , non mi piaceva il fatto che casa mia fosse come tutte le altre. Bastarono gli occhi dolci per farmi perdonare da mio padre che finì per pitturare tutto di blu.”
Jake sorrise soddisfatto della risposta.
“ Cantante o gruppo preferito?”  chiese prima di aprire un altro bueno.
“Hmm… Non saprei, ce ne sono tantissimi…. Credo che tra tutti sceglierei i Simple Plan”
“ Ho notato che hai parecchi poster loro” fece notare il ragazzo, lei si limitò ad annuire.
“ la prossima?” gli occhi verdi della mora guardavano curiosi Jake.
“ se dovessi vivere in un cartone animato quale sarebbe  ?”
La ragazza ci pensò un po’ su poi rispose.
“ Naruto.”
Il biondo sgranò gli occhi e la guardò come se avesse scoperto l’America.
“Oh mio dio, sei la prima ragazza che conosco che apprezza Naruto!”
La ragazza rise  e alzò le spalle.
“Non è mica colpa mia se la maggior parte non capisce niente.”
Quel giorno il Jake scoprì molte cose su di Lucy come il fatto che aveva un fratello che abitava in Germania,  le piacevano i bambini,  adorava ogni genere di  musica anche se il suo preferito era il punck-rock  ma non sapeva suonare, le piaceva leggere e lavorava 5 giorni su 7 al Mike’s e non disse niente sulle sue canzoni e il biondo ne rimase un po’ deluso, ma sapeva benissimo che non poteva aspettarsi molto da lei visto che la conosceva da soli due giorni.
Arrivarono all’ ultima domanda.
“Ok, sta volta andiamo sul bollente, la tua prima volta… dove e con chi?”
“Hei ma queste sono due domande!”
La mora mise le mani sui fianchi e fece un espressione imbronciata che fece ridere Jake.
“Si, ma sono formulare in modo da formarne solo una.” Il sorriso di Jake  era malizioso.
La ragazza rassegnata e divertita  gli rispose.
“ Su una panchina di Central Park , con un ragazzo più grande.” Lucy arrossì per aver confessato quell’ imbarazzante dettaglio della sua vita a uno sconosciuto.
“Seriamente, su una panchina?… a Central Park poi?”
Lei si limitò ad annuire abbassando lo sguardo per l’imbarazzo, non sapeva come mai glielo avesse confessato, era stata stupida. Si pentì di aver accettato di fare quello stupido gioco, si si era divertita e si era ritrovata a pensare che Jake oltre ad essere idiota fosse anche simpatico, ma in quel momento le aveva ricordato il periodo più brutto della sua vita.
“Strabiliante, sei una dura ragazza mia” Jake sorrise sincero. Ma Lucy si alzò dalla sedia e guardò L’ora, erano già le sette e mezza.
“Forse è meglio che tu ora vada, tra un po’ arrivano i miei e non gli ho avvisati della tua presenza, scusami tanto”
Mentì, quella sera i suoi genitori non sarebbero rientrati, ma voleva rimanere sola coi suoi pensieri.
Jake fu sorpreso della sua reazione, ma fece finta di niente, raccolse le sue cose e se ne andò.
 
Quella sera quando tornò a casa salutò velocemente i genitori e si diresse in camera sua, tirò fuori dal cassetto della scrivania  il foglio che Lucy aveva perso il giorno prima. Prese la sua chitarra e iniziò a comporre una  melodia dolce ma triste che in qualche modo raffigurava Lucy,  con la quale diede vita a quelle parole scritte in inchiostro nero che da tempo erano state sigillate in quel pezzo di carta ormai un po’ ingiallito.





Eccomi ancora qui, finalmente Jake e Lucy si iniziano a conoscere un po' anche se ci vorrà ancora molto prima che diventino amici. 
Ditemi cosa ne pensate di questo capitolo :) 
Grazie ancora a tutti per leggere questa storia. 
Baci Vivy

 
   
 
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