Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Scimmietta_Innamorata99    05/09/2014    2 recensioni
Jolanda è allegra e vivace, ha appena cambiato scuola e conoscerà molte persone tra cui LUI, il tipo strano e misterioso che nasconde un segreto...
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ci eravamo addormentate alle quattro e mezza del mattino in una posizione alquanto assurda.

Vi basti sapere che i piedi di Sharon erano appiccicati al mio naso e immaginerete voi.

Quando me ne accorsi quella mattina avrei voluto morire.. Quindi quell'odorino un po' strano non veniva dalla finestra!

“Sharon, diamine! Non potevi trovare un altro posto per mettere i tuoi profumatissimi piedi?” le bofonchiai non appena mi resi conto della situazione.

Lei non rispose, probabilmente era rimasta a metà strada tra il mondo reale e quello dei suoi sogni.

Bene, in questi casi c'è solamente una cosa da fare.

Tre, due, uno...

“AAAAAAAAAAAAH ti prego basta Jolanda ahahahah oddiooooo il solletico no, non sui piediii!!” urlò la mia amica mentre rideva, urlava e si dimenava come un'anguilla in calore.

Quando decisi che si era completamente svegliata (dopo una LUNGA decisione, dunque) smisi di torturarla e la lasciai respirare.

Scendemmo in cucina per fare colazione che lei ancora mi guardava male e io avevo un'aria super soddisfatta.

 

 

 

Ci mettemmo d'accordo con Sofia, Giovanni e Nicola per andare nel pomeriggio a cercare il regalo per Cristina.

Una parte di me sperava che insieme a Sofia sarebbe arrivato qualcun altro, ma l'altra parte di me era convinta del contrario.

 

L' appuntamento era davanti al bar della piazza, quindi subito dopo pranzo io e Sharon ci incamminammo per il lungomare che sbucava nella piazza.

Sharon era leggermente agitata e il mio fiuto infallibile aveva intuito che era il caro bel Nicola a mandarla in tilt.

Ci eravamo fatte un po' carine per quest'uscita.

Lei aveva un vestito corto azzurro con delle spalline sottili che slanciavano la sua figura, aveva truccato gli occhi verdi con un filo di eyeliner e mascara e le labbra con un lucidalabbra. Era meravigliosa.

Io invece avevo un vestito verde corto e senza spalline con una cintura che mi stringeva in vita e avevo messo un po' di matita nera e mascara per far risaltare ancora di più i miei occhi neri. I capelli li avevo lasciati sciolti.

Quando arrivammo, trovammo Giovanni e Nicola che ci stavano aspettando.

“Giovanni lei è Sharon, una mia amica” gli dissi, e subito dopo lo vidi sgranare gli occhi e ammiccare verso Nicola.

“Ah ma quindi è le...”

“Ok, lui è Giovanni ed è il ragazzo più cretino sulla faccia della terra, non farci caso Sharon” lo interruppe Nicola dandogli casualmente (mah, mica tanto...) una gomitata nelle costole.

Sharon rideva, poi strinse la mano di Giovanni.

Mentre loro continuavano a blaterare il mio sguardo si fermò in un altro punto.

Sofia si incamminava verso di noi ma non era lei a distrarmi, oh no, era il suo stupendo fratello che camminava con le mani in tasca, il passo veloce e aggraziato.

Aveva un semplicissimo paio di jeans e una giacca nera, ma quel semplice abbigliamento lo rendeva ancora più incredibile.

Non potevo crederci... Quindi era venuto davvero...

Solo quando mi disse “Ehi ragazza dai capelli rossi” (ormai stavo iniziando a prenderci l'abitudine) mi accorsi che ci eravamo fissati per tutto il tempo, da quando l'avevo scorto in lontananza, fino a quando non ci aveva raggiunti.

Ma ero immersa nei miei pensieri, non me ne ero resa conto.

“Ivan... Mi fa piacere che sia venuto pure tu”gli dissi con un sorriso.

Mi guardò leggermente confuso, poi mi rispose

“In realtà non avevo in programma di restare per molto...” mi rispose, e forse deve aver notato la delusione nei miei occhi, siccome si affrettò ad aggiungere “ma penso che per un giorno posso spassarmela e basta” e mi sorrise.

Un VERO sorriso. Uno di quei sorrisi che arrivano agli occhi, che li illuminano e che ti contagiano.

Mi sentivo morire. Mai, e dico mai, mi ero sentita così.

Era come se qualcuno mi stesse schiacciando un blocco di cemento nello stomaco, mi stava stritolando tutti i miei organi interni e il mio povero cuore stava letteralmente impazzendo. Galoppava come se avesse dovuto percorrere i 1500 metri in cinque minuti.

“Ehm... che hai? Sei arrossita e mi guardi con quell'espressione da baccalà” mi disse ridendo.

Mi ripresi dal mio tormento interiore (come suona epico) e mi schiarii la voce.

“Signorino io non sono assolutamente arrossita!Io avrò pure l'espressione di un baccalà, ma tu stai ridendo e assomigli ad un babbuino col solletico” ribattei sfornando uno dei miei ghigni più diabolici mentre cercavo di non pensare al fatto che quando rideva assomigliava a tutto tranne che ad un babbuino.

Alle mie parole si mise a ridere ancora di più, e io mi sentivo talmente felice...

“Ivan ma è tutto ok? Non ti ho mai visto così!” disse Sofia avvicinandosi timorosa al fratello e guardandomi confusa. Aveva forse paura che l'avessi avvelenato?

“Sofia...Non capisci....I babbuini....I baccalà...” cercò di spiegare l'adorabile fratellino tra una risata e l'altra.

“Babbuini e baccalà? Che conversazioni interessanti che avete! Beh continuate pure, se è questo l'effetto che fai su mio fratello stagli pure sempre appiccicata” mi fece l'occhiolino, poi si avvicinò a Sharon, la quale si allontanò con lei dopo avermi lanciato un'occhiata piena di sottintesi.

 

 

Come regalo per Cristina scegliemmo una maglia adorabile con la scritta MONELLA in bella vista.

Perfetta per lei, insomma.

Giovanni ci fece perdere un sacco di tempo perchè voleva essere sicuro di prendere un regalo stupendo per la sua amata.

Ah, l'amour.

Per tutto il pomeriggio io e Ivan avevamo camminato fianco a fianco. Non parlavamo sempre, ma il nostro silenzio non era uno di quelli pesanti, era un silenzio che voleva dire “mi sento bene con te, voglio conoscerti e non ho fretta”.

Ogni tanto mi guardava e ovviamente io guardavo lui.

Ivan era come una calamita per i miei occhi.

Di una cosa ero completamente certa: ero totalmente attratta e incuriosita da lui. Non ero esperta di amore o cose simili, quindi non avevo idea di cosa provassi verso quello strano ragazzo.

Stava scendendo la sera, stavamo passeggiando tutti insieme sul lungomare.

Io ammiravo i colori del cielo e del mare.

“Guarda che colori...” avevo parlato ad alta voce? No, di sicuro la mia voce non era così affascinante.

“Anche io li stavo ammirando... Questo cielo sembra come un quadro appena finito, quando i colori sono così intensi... C'è ancora l'impronta del pittore...” non mi ero accorta di star dicendo ciò che avevo in testa ad Ivan, ma mi sentivo così con lui. Senza bisogno di fare finta, mi veniva spontaneo dirgli quello che pensavo.

Quando alzai gli occhi verso di lui notai che mi stava fissando con un'espressione meravigliosa. Era come se stesse ancora riflettendo sulle mie parole e fosse rapito da qualcosa.

Ero così presa ad ammirare il ragazzo che passeggiava al mio fianco che non guardavo dove stavo mettendo i piedi, così inciampai su un gradino e finii per terra.

Manco il tempo di accorgermi di cosa fosse successo che il paio di occhi più belli del mondo furono all'altezza dei miei,.

“Ohi, tutto a posto?” mi disse preoccupato.

“Sì...mi fa solo un po' male la caviglia...” risposi senza fiato per quella vicinanza inattesa, cercando di tirarmi su.

Due secondi dopo mi ritrovai con le mie braccia che gli stringevano il collo, un suo braccio sotto la mia schiena e l'altro sotto le mie ginocchia.

Mi aveva presa in braccio.

Oh cazzo.

“Ehi ma sei leggerissima!” mi disse guardandomi stupito.

Io non gli risposi, ero ancora senza fiato. Cioè, stavo tra le braccia di un ragazzo meraviglioso! Ma io dovevo inciampare più spesso, assolutamente!

Gli altri erano un po' più avanti e non si erano accorti di niente.

Meglio così, non avevo voglia di un pubblico.

Stando così vicina a lui ero terrorizzata dal fatto che lui potesse sentire il mio cuore martellare furiosamente. Non sarebbe strano, secondo me perfino quel vecchietto laggiù lo riusciva a sentire, dato che sembrava un tamburo.

Camminava veloce e in silenzio.

Lo guardai dal basso e notai che aveva i muscoli della faccia leggermente tesi. Era troppo, troppo bello.

Cercando di non dare nell'occhio respirai a fondo per poter sentire pienamente il suo profumo. Era il più buon profumo che avessi mai sentito.

Essenza di Ivan.

Ok forse così suona male.

Raggiungemmo gli altri in silenzio, questa volta un silenzio un po' imbarazzato.

“Sofia io la accompagno a casa, le fa male la caviglia e non riuscirebbe ad arrivarci prima di dopodomani” disse Ivan a sua sorella. Tutti ci stavano guardando, soprattutto Sharon mi stava letteralmente trapassando con lo sguardo come se volesse leggermi dentro cosa fosse successo.

Le mimai con le labbra un “Ti racconto dopo” e sembrò calmarsi un po'. Notai che stava accanto a Nicola ed ero felice per lei.

Salutammo i nostri amici, poi Ivan si voltò per prendere la strada che arrivava a casa mia.

“Ti sei divertito oggi?” gli chiesi, dopo qualche minuto di silenzio. Solo i nostri respiri riempivano quel vuoto, in quei momenti.

“Mi sono divertito tantissimo... Soprattutto perchè una baccalà mi faceva a volte ridere, a volte sorridere e a volte morire dalla voglia di stringerla tra le braccia...” mi rispose fissandomi negli occhi. Il cielo si era scurito e i suoi occhi nell'oscurità mi provocavano delle emozioni indescrivibili.

Per non parlare delle sue parole.

Cercando di non fargli capire quanto ciò che aveva detto mi avesse stupita gli risposi : “Ma non ti dovrebbe fare un po' impressione abbracciare un baccalà? Puzzano pure!”

“Hai ragione, ma forse i baccalà con i capelli rossi sono una specie non ancora scoperta... E ti assicuro che non puzzano, anzi...” mi disse guardandomi con gli occhi socchiusi e col mezzo sorriso che amavo tanto.

“Beh i babbuini con la giacca nera sono davvero particolari, sono così misteriosi e ammalianti” stavo al suo gioco.

“E poi il babbuino ha salvato il baccalà, merita una ricompensa no?”

Non mi ero accorta che eravamo già arrivati sotto casa mia da un po' di tempo ormai, stavo così bene tra le sue braccia a scherzare con lui che avrei desiderato essere ancora molto lontana da qua.

Mi guardò negli occhi, il mio cuore stava impazzendo ancora di più, no, non lo fare o credo che impazzirei io...

Ma lo fece.

Durò qualche secondo, non di più, ma il contatto con le sue labbra scatenò un incendio dentro di me.

Erano lisce, morbide, delicate, gentili...

“La mia ricompensa... e la tua buonanotte. A domami Jolanda” mi sussurrò posandomi delicatamente a terra e andandosene dopo avermi abbracciata.

 

 

 

 

L'angolo della scimmia

Ed eccomi qua con questo nuovo capitolo! Sinceramente mi piace molto, l'ho scritto tutto d'un fiato :)

I nostri babbuini e baccalà si stanno avvicinando sempre di più evvai :)

beh io sarei felicissima di sapere che cosa ne pensate!

Un bacione e alla prossima <3

Ida <3

 

 

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Scimmietta_Innamorata99