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Autore: Sharymore_    05/09/2014    3 recensioni
Tutti sappiamo quello che è successo a Katniss Everdeen e quello che ha provato dopo essere stata salvata dall'arena dei 75 Hunger games. Ma qual'è invece la storia di Peeta Mellark? Cos'ha provato il ragazzo del pane prima di essere salvato dai ribelli? In che modo sono riusciti a fargli dimenticare quanto grande fosse il suo amore per Katniss?
Ve lo racconto io.
Genere: Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Peeta Mellark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Apro gli occhi a fatica. Sento le palpebre che tremano. Mi sento come se avessi dormito per settimane intere. Forse è così. Non appena i miei occhi vengono invasi da una luce bianca e densa, le pupille si ritraggono e faccio fatica a mettere a fuoco. Giro la testa, prima a destra, poi a sinistra. Il bianco ricopre le pareti e io sono steso su un letto. Un letto d'ospedale. Cerco di ripercorre con la mente gli eventi che mi hanno portato qui. Ricordo l'odore dei corpi che bruciano e la grande folla di persone che si muovono in tutta fretta e in maniera caotica. Ricordo il corpo di Katniss mentre brucia, e quello invaso dal fuoco di sua sorella che piano piano inizia a sgretolarsi sotto i suoi occhi. Ricordo di essere stato colpito da qualcosa, ma niente più. Cos'è successo dopo? Proprio non riesco a ricordarlo. I ribelli hanno vinto la guerra? Oppure sono qui come prigioniero di Capitol City ancora una volta? Katniss è viva? Hanno preso anche lei? C'è un gran silenzio intorno a me. Una flebo è attaccata al mio braccio e ho entrambe le mani fasciate, così come una parte del viso. Srotolo in tutta fretta quelle bende in preda all'ansia e ciò che vedo mi sconvolge. Ho i palmi e quasi tutta la superficie del dorso priva di pelle. Le mie mani sono bruciate, ustionate. Il fuoco che si stava impossessando di troppe vite ha colpito anche me. Terrorizzato porto quelle mani, che ormai non sembrano più tali, sul viso. Le passo sulle guance e non trovo la solita superficie liscia e uniforme. La pelle è calda e umida allo stesso tempo. La sento sgretolarsi. Le dita incontrano crosticine e piccole incurvature man mano che percorrono la superficie del mio viso. L'occhio sembra intatto, ma le sopracciglia non ci sono più. Se prima ero un mostro solo interiormente, ora ne ho anche l'aspetto.
Mentre continuo ad analizzare le mie ferite, sento la porta aprirsi e subito vedo Haymitch avanzare verso il mio letto. Sembra sconvolto, forse è ubriaco. "Ah, sei sveglio allora.." esclama compiaciuto con un piccolo sorrisetto. Prende una sedia e si mette seduto senza dire una parola. "Che è successo?" chiedo, impaziente di avere risposte. "I ribelli hanno vinto la guerra!" risponde lui agitando le mani in maniera quasi teatrale. "Katniss dov'è?" domando preoccupato. "E' in ospedale, sono sicuro che si riprenderà, non preoccuparti." risponde Haymitch. Abbasso lo sguardo. Il pensiero di Katniss ferita, moribonda forse, in un letto d'ospedale, è come una lama che mi trafigge il petto lentamente, senza concedermi un attimo di riposo. "Peeta, non torturarti, non è stata colpa tua, te lo posso assicurare.." esclama Haymitch mettendo una mano sulla mia spalla. "Oh si invece, lo è." rispondo io, continuando ad evitare il suo sguardo. "E sentiamo, che cosa avresti fatto?" domanda lui con tono seccato. "Non sono riuscito a raggiungerla. Sono rimasto bloccato tra la folla e potevo solo restare a guardare. Guardare i suoi occhi riempirsi di dolore e poi vedere il suo corpo prendere fuoco. Io..io avrei dovuto fare qualcosa ma non l'ho fatto." rispondo lasciando scorrere una lacrima lungo la mia guancia. Quella piccola goccia sembra darmi quasi sollievo attraversando la superficie bruciata del mio viso. "No Peeta, non devi fartene una colpa, non potevi fare più di quello che hai fatto. Devi credermi." replica lui cercando di rassicurarmi. Non rispondo. Continuo a fissare il vuoto. "Peeta.." continua, cercando di attirare la mia attenzione. "Io dovevo salvarla. E' sempre stato questo il mio scopo. Sin da quando il mio nome è stato estratto per la prima volta. Io dovevo salvarla. Io..io..io la amo e non sono stato in grado di ricordarmelo per tutto questo tempo." ormai sto quasi singhiozzando. Pronunciare quelle parole ad alta voce mi sorprende. Mi sento quasi come se una voce, rimasta soffocata per troppo tempo, finalmente ora sia tornata alla luce. "Ma tu l'hai salvata Peeta." ribatte subito Haymitch. "Le persone non si salvano solo con gesti eroici e imprese impossibili. Tu l'hai salvata con il tua gentilezza, con il tuo supporto, con le tue attenzioni. Tu l'hai salvata nell'unico modo in cui poteva essere salvata: con l'amore." continua. Alzo gli occhi verso il suo viso e subito incontro i suoi. Mi sorride, forse per la prima volta dopo tanto tempo. "Non lasciarla sola proprio adesso Peeta, sei l'unica persona che può aiutarla a stare meglio. Non abbandonarla, non arrenderti.." sussurra Haymitch.Continuo a giardarlo negli occhi. "Non lo farò.." dico con un filo di voce. Haymitch mi sorride nuovamente, per poi allontanarsi e dirigersi verso la porta. "Ci vediamo più tardi!" dice, prima di uscire.
Dopo pochi minuti che ho visto scomparire Haymitch dietro la porta, vedo un dottore entrare. Pochi metri e raggiunge il mio letto. "Come si sente?" chiede con tono formale. Non rispondo e non perchè non voglio, ma perchè realmente non so come mi sento. Non so se essere preoccupato per le mie mani e per il mio aspetto, oppure essere felice di essere ancora vivo. L'unica cosa che so, è che desidero vedere Katniss il prima possibile. "Quando potrò andarmene da qui?" chiedo con impazienza. "Lei deve ritenersi fortunato di essere ancora vivo, non pensare a quando se ne andrà da quest'ospedale." risponde il dottore mentre inizia ad analizzare le parti che il fuoco hanno colpito. "Mhh, ottimo!" esclama dal nulla. "Cosa?" chiedo io sorprespo. "Le sue mani! Gli innesti di pelle che le abbiamo applicato stanno rispondendo bene. Le sue mani sono salve. Ora passiamo al viso." dice per poi spararmi una strana lucina proprio dritta negli occhi. Prima il destro, poi il sinistro. Guardo la sua faccia turbata e lo fisso in attesa di buone notizie. "La questione del viso è un po' più complicata. Ci vorrà più tempo, ma gli occhi per fortuna non sembrano aver subito danni." dice mettendo la lucina nel taschino destro del camice. Appunta alcuni dati su un foglio. "Riposo assoluto e niente movimenti forzati. Mi ha capito bene?" domanda guardandomi con occhi indagatori, come se pensasse che potrei organizzare un qualche piano per fuggire da questo posto. Annuisco senza aggiungere parole. Il dottore se ne va e resto di nuovo solo, tra queste quattro pareti bianche e impersonali. Un altro giorno passa. Un giorno di noia e dolori causati dagli antibiottici che sto prendendo per evitare di contrarre qualche infezione. Ho iniziato a muovere le mani. Non molto, ma piccoli movimenti delle dita. Le sollevo un p' e poi le riporto giù. Il viso brucia ancora molto, ma i dottori sono fiduciosi e continuano a dirmi che prima o poi migliorerà. Io sinceramente non so cosa pensare. La notte, prima di dormire, mi prende il panico al solo pensiero di rischiare di avere questo aspetto per il resto della mia vita. La mia vita. Quale sarà ora la mia vita, ora che non mi è rimasto più niente? Forse mi lasceranno tornare nel 12, a casa mia. Sarebbe bello. E ancora più bello sarebbe poterci tornare insieme a Katniss, ma so che questo è un sogno irrealizzabile. Non accadrà mai.
Nel pomeriggio, viene a farmi nuovamente visita Haymitch. Mi comunica che siamo stati convocati per una riunione speciale con la Coin e che i medici mi hanno dato un permesso speciale per uscire dall'ospedale e parteciparvi. Senza fare troppe domande lo seguo. Attraversiamo una serie di corridoi e dopo alcuni minuti arriviamo ad una porta nera. Sono in ansia in un certo senso. Ho paura di trovarci Katniss, non mi sono preparato niente da dirle, eppure io sono sempre stato uno che con le parole se la sapeva cavare. Haymitch poggia la mano destra sulla maniglia, io tiro un sospiro profondo e la porta si apre. Non appena entro i miei occhi iniziano a fare il punto della situazione. Nella stanza non c'è molto, anzi in effetti quasi niente. Un lungo tavolo di forma rettangolare è tutto ciò che l'arreda. Alcune persone vi si sono già seduta intorno. Ci sono Johanna, Annie, Beetee ed Enobaria. Katniss non c'è, o forse deve ancora arrivare. Indossiamo tutti l'uniforme del 13 e siamo tutti devastati, ognuno a modo suo. Vengo invitato ad avvicinarmi al tavolo e sedermi. Prendo posto tra Johanna ed Haymitch. "Sono contenta di vedere che nonostante tutto te la cavi.." mi dice Johanna con una strana dolcezza. Io ricambio quelle parole inaspettate con un sorriso, per poi voltare lo sguardo altrove. Mi vergogno cosi tanto del mio nuovo aspetto, non voglio che le persone mi guardino. Rivolgo gli occhi verso il tavolo. Ci comunicano che siamo tutti in attesa di una persona, e io so benissimo di chi si tratta: Katniss. Improvvisamente la mia ansia sembra essere sparita. S
ono così sollevato nel sapere che anche lei sarà presente a questa assurda riunione, perchè se può venire, vuol dire che non sta poi cosi male. Pochi minuti di attesa e finalmente compare da dietro la porta. Anche lei, come me, riporta i segni di gravi ustioni, soprattutto sul viso. Hanno cercato di truccarla un po' per nasconderle ma non non direi che il tentativo ha avuto poi tutto questo successo. Continuo a fissarla e nonostante tutte quelle cicatrici, penso che sia bellissima. Non appena posa gli occhi sul tavolo al quale siamo tutti seduti, la sua faccia pare essere molto sorpresa. "E questo che sarebbe?" dice continuano a fare roteare i suoi occhi grigi per tutta la stanza più volte. "Non ne siamo sicuri.." dice Haymitch sospirando. "..ma sembra un raduno dei vincitori superstiti." continua. "E' il prezzo delle celebrità.." esordisce Beetee ridacchiando. Non so se la sua sia una di quelle risate che si fanno quando si è molto nervosi o se davvero questa situazione lo diverte tanto da farlo ridacchiare. "Siamo stati un bersaglio per entrambe le fazioni.Capitol City ha ucciso i vincitori che sospettava fossero ribelli. I ribelli hanno ucciso quelli che ritenevano alleati di Capitol City." continua con tono più serio. Rivolgo il mio sguardo verso la mia destra perchè sento Johanna sbuffare. Sta guardando dritto davanti a lei, proprio dove siede Enobaria. "Quindi, lei cosa ci fa qui?" chiede con tono arrabbiato e indicando con la mano destra la ragazza del distretto 2. "Lei è protetta da quello che chiamiamo 'Il patto della Ghiandaia Imitatrice'. " esclama la Coin entrando nella stanza e posizionandosi proprio alle spalle di Katniss. Inizia poi a fare il giro del tavolo, mentre continua a parlare. "Patto nel quale Katniss Everdeen accettava di sostenere i ribelli in cambio dell'immunità per i vincitori catturati. Katniss ha sostenuto la sua parte nell'accordo, e lo stesso faremo noi." dice. Questo vuol dire che se sono vivo lo devo solo a Katniss. Se ripenso a quelle volte in cui ho pensato che fosse una cattiva persona e che voleva farmi del male, mi sento così patetico. Sospiro, ma non dico nulla. Continuo ad osservare lo scambio di sguardi tra Johanna ed Enobaria. "Non fare quella faccia compiaciuta. Ti uccideremo comunque." dice Johanna per poi rivolgere il suo sguardo altrove, cercando di calmare la sua rabbia. La Coin invita Katniss a sedersi e così prende posto tra Beetee ed Annie. Continua a guardarsi intorno, ma per fortuna ancora non ha posato gli occhi su di me. Non voglio che mi guardi in queste condizioni. La Coin intanto prende posto a capotavola. "Vi ho chiesto di venire qui per appianare una controversia. Oggi giustizieremo Snow. Nelle scorse settimane, centinaia di suoi complici nell'oppressione di Panem sono stati processati e ora aspettano la morte. Ciononostante, la sofferenza dei distretti è stata tale che alle vittime questi provvedimenti non sembrano abbastanza. In effetti, molti stanno chiedendo l'annientamento dell'intera popolazione di Capitol City. Tuttavia, se vogliamo garantire la sopravvivenza della nazione, non possiamo permetterci un passo di questo genere." dice la Coin iniziando un discorso che sembra non promettere niente di buono. Mentre l'ascolto noto che Katniss sta fissando le mie mani attraverso un bicchiere d'acqua con una rosa bianca posto al centro del tavolo. Io suoi occhi sono spenti, tristi. Ritraggo le mani verso il busto e il suo sguardo si distoglie verso un'altra direzione: il mio viso. Mi fissa, i suoi occhi percorrono ogni centimetro della mia faccia e io non potrei sentirmi più a disagio di così. Sono un mostro e mi rendo conto che non potrà mai amarmi in questo stato. Alzo gli occhi per un istante e i nostri occhi si incontrano. Non appena Katniss si accorge che sto ricambiando il suo sguardo, i suoi occhi fuggono e vanno a rifugiarsi sulla superficie del tavolo e lo stesso faccio io. Riprendo a sentire il discorso della Coin, sperando di non averne perso una parte findamentale. "..è stata quindi suggerita un'alternativa. Ma dal momento che i miei colleghi e io non riusciamo a raggiungere un valido accordo, abbiamo stabilito di lasciare che siano i vincitori a decidere. Il programma si considererà approvato se avrà una maggioranza di almeno quattro persone. Nessuno potrà astenersi dal votare." dice per poi sorseggiare un po' d'acqua. La proposta di cui ci sta parlando consiste nell'organizzare un'ultima e simbolica edizione degli Hunger Games, utilizzando i bambini imparentati con gli uomini di maggior potere. "Cosa?" dice subito Johanna restando senza parole. "Teniamo un'altra edizione degli Hunger Games con i bambini di Capitol City." risponde la Coin con una volce calma e pacata. Io subito mi arrabbio. Come possono solo pensare che questa possa essere una soluzione giusta? "Sta scherzando?" chiedo furioso rivolgendo il mio sguardo alla Coin. "No. Vi dico inoltre che se alla fine i Giochi si terranno davvero, verrà reso noto che la cosa è stata fatta con la vostra approvazione, mentre i singoli voti saranno tenuti segreti per la vostra stessa sicurezza." chiarisce lei. Siamo tutti sotto shock, nessuno si aspettava di certo una tale notizia. "L'ha avuta Plutarch, quest'idea?" chiede Haymitch. "L'ho avuta io. Mi sembrava che compensasse il bisogno di vendetta con il minor numero di vittime. Potete votare." conclude la Coin. "No!" urlo subito io a gran voce. So quello che si prova a partecipare a quei giochi folli e mortali, ed è una cosa che non auguro a nessuno, figuriamoci ad altri bambini che non hanno neanche chissà quale colpa. "Io voto no, naturalmente. Non possiamo avere altri Hunger Games!" concludo. "E perchè no?" ribatte subito Johanna voltandosi verso la mia direzione. "A me sembra molto giusto. Snow ha persino una nipote. Io voto si." dice sorridendo. Come possono approvare una cosa simile? La mia incredulità aumenta quando anche Enobaria vota si. "E' per questo che siamo ribellati? Ve ne rendete conto?" chiedo facendo passare gli occhi su tutti i loro sguardi. "Annie?" chiamo cercando di avere appoggio almeno da parte sua. Lei mi guarda spaventata per un istante. "Io voto no, come Peeta." dice per poi fare una pausa. "Finnick farebbe lo stesso se fosse qui." continua cercando di trattenere le lacrime. "Ma non c'è, perchè gli ibridi di Snow l'hanno ucciso." le ricorda Johanna sbuffando. Vedo Annie piombare nel vortice dei ricordi e la cosa mi rattrista molto. E' il turno di Beetee. "No. Creerebbe un brutto precedente. Dobbiamo smetterla di considerarci l'uno nemico dell'altro. A questo punto, per la nostra sopravvivenza, è fondamentale che siamo uniti. No." dice per poi incrociare le mani davanti al petto, dando ancora più sostegno al suo rifiuto. "Ci restano Katniss e Haymitch." esclama la Coin. Guardo Katniss mentre tiene gli occhi fissi sulla rosa bianca al centro del tavolo. Cerco di mandarle i miei pensieri senza parlare. Cerco di farle ricordare come si è sentita quando sua sorella è stata estratta. Cerco di ricordarle cosa ha provato nell'edizione della memoria al solo pensiero di dover tornare dentro quell'arena, ma niente. E' tutto inutile. I suoi pensieri sono sì rivolti a sua sorella, ma meditano vendetta. "Io voto si..per Prim." sussurra mentre le trema la voce. "Haymitch tocca a te." dice la Coin. Se Haymitch darà il suo consenso, allora gli Hunger Games si faranno. Devo cercare di convincerlo a disapprovare. "Haymitch, non puoi volere una cosa simile. Non dobbiamo per forza agire in questo modo. Guarda come ci siamo ridotti a causa di questi Giochi. Haymitch ti prego.." dico con insistenza ma Haymitch sembra quasi non ascoltare. Continua a fissare Katniss senza dire nulla. "Io sto con la Ghiandaia Imitatrice." dichiara. Sono sconvolto e senza parole. "Eccellente. Questo decide la votazione. E adesso dobbiamo davvero prendere posto per l'esecuzione." dice la Coin.
Ci alziamo tutti dal tavolo e veniamo inidirizzati verso corridoi differenti. Non faccio neanche in tempo a parlare con Katniss che la portano in una stanza al fine di preparla per l'esecuzione tanto attesa. Io e gli altri vincitori veniamo invitati a metterci a sedere su alcuni gradoni in pietra. Sembra quasi di assistere ad uno spettacolo a teatro o ad una recita scolastica. E' tutto pronto. Ci sono soldati armati ovunque, di certo non corriamo il rischio che quest'esecuzione non vada a buon fine. Una decina di minuti di attesa e Katniss compare sul palco. Ha il suo arco in mano e prende una freccia dalla faretra. E' pronta ad uccidere. Rivolge una breve occhiata verso la platea in delirio. Spero riesca a trovare i miei occhi in mezzo a tutte queste persone. Poco dopo, fanno entrare il presidente Snow ammanettato. Non l'ho mai visto così. I capelli non sono in ordine come li ho sempre visti. Sono scompigliati e sul viso porta chiari segni di sangue pisto e ferite ancora aperte. Le labbra sono rosse, forse ancora sporche di sangue. Katniss si mette di profilo e posiziona la freccia nell'arco come al solito, pronta a lasciarla andare. Mira alla rosa e guarda dritto al il suo viso. Resta immobile per un paio di minuti. Vorrei sapere quali pensieri stanno invadendo la sua mente in questo preciso istante. Vorrei sapere per quale emotivo sta esitando in questo modo. Pochi istanti dopo però lo capisco. Capisco che il motivo della sua esitazione non era se scagliare o meno la freccia. Katniss era indecisa su chi uccidere e alla fine, la sua scelta è ricaduta sulla Coin, che in pochi secondi cade a terra morta.
Subito si scatena il panico, c'è gente che urla e soldati che spingono tutti lontano dal parco. Io però, cerco di avanzare, devo raggiungere Katniss prima che faccia qualcosa di cui possa pentirsi. Questa volta non la lascerò sola. Salgo sul palco a fatica e le corro incontro. Mi rendo conto
 che la sua bocca si sta indirizzando verso il taschino dove so che è contenuto il morso della notte. Vuole uccidersi. Corro più veloce che posso e non appena la raggiungo nel giro di qualche secondo, metto la mano destra sul taschino e i suoi denti, invece di trovare la pillola, trovano la mia pelle. Il sangue fuorisce dal dorso e il dolore è lancinante, ma non importa. "Lasciami andare!" mi ringhia contro, cercando di sottrarre il braccio alla mia stretta. La guardo negli occhi. "Non posso." gli rispondo semplicemente. Non posso permetterle di togliersi la vita, non posso abbandonarla, non posso perderla. La verità è che non riesco proprio a immaginarmela una vita senza di lei. Di scatto si allontana da me e subito vengo spinto indietro dalle guardie che sono arrivate alle mie spalle per prenderla. "No, no, lasciatela stare!" urlo dando pugni alle loro schiene, mentre Katniss urla e si dimena cercando di liberarsi dalla loro presa. "Katniss! Katniss! Laciatela!" continuo a urlare ma è tutto inutile. Sono troppi. Non posso fare altro che guardare i soldati portarla via mentre continua a urlare e a scalciare quasi fosse un animale selvatico. "Non ci separeranno anche questa volta, te lo prometto. Non gli permetterò di farti del male." urlo sperando che possa sentirmi. Non posso fare altro che restare immobile mentre la mia unica ragione di vita mi viene portata via, ancora una volta. 

 

Ciao a tutti :) Dopo circa una vita, ho finalmente aggiornato questa storia. Purtroppo in questi giorno sono stata senza internet e quindi non mi sono potuta collegare. Ma meglio tardi che mai :) Vi avverto, questo è il penultimo capitolo e il prossimo metterà un punto a questa storia alla quale spero qualcuno di voi si sia affezionato almeno quanto me! SOno davvero dispiaciuta di essere arrivata quasi alla fine di questo "viaggio". Purtroppo, tutte le cose belle finiscono prima o poi e il nostro ragazzo del pane non fa eccezione! Spero che anche questo capitolo non abbia deluso le vostre aspettative (è forse uno die miei preferiti). Vi mando un abbraccio e ci vediamo per il prossimo, ultimo capitolo! 

 

  
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