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Autore: Clara_Oswin    05/09/2014    2 recensioni
La storia è ambientata durante il percorso di crescita dei protagonisti, che vuole in qualche modo giustificare quell'innamoramento in maniera più graduale e non durante 6 secondi di clip.
TRAMA: Odette all'età di quindici anni viene a conoscenza del patto stipulato da suo padre Re Guglielmo e la regina Uberta e che per il bene dei loro regni dovrà sposare quel bambino smorfioso con cui è costretta a trascorrere tutte le estati. Poco a poco i due cambieranno il loro modo di vedersi e cresceranno insieme, non mancheranno i litigi e le incomprensioni e perché no... anche una terza figura che metterà alla prova il vero amore dei due con un triangolo d'amore per nulla scontato!
Spero di avervi incuriosito un pò ;)
AGGIUNTI NUOVI CAPITOLI COME ATTI .5 INTERMEDI
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Derek, Odette
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Prigioniera - Atto 17

Odette era troppo spaventata per fare o dire qualcosa, Derek si mise davanti a lei con una mano sull’elsa della spada pronto a dare battaglia; il chiavistello ruotò di 160° facendo scattare la serratura e rivelando una serie di soldati armati che iniziarono ad entrare nella stanza nonostante non avessero ricevuto alcun invito

- …vi avevo ordinato di non entrare -  disse con voce titubante la ragazza arretrando di qualche passo. I soldati si avvicinarono con irruenza accerchiando Derek, il ragazzo sfoderò la spada minaccioso.

Due coppie di guardie afferrarono Odette per i polsi – Gli ordini sono cambiati principessa, il vostro grado in questo castello è mutato da ospite a prigioniera -

- cosa …? Levatemi le mani di dosso!! - gridò lei arrabbiata – cosa vorreste dire!? Lasciatemi andare! -

Derek si avventò su un paio di guardie con impeto, loro pararono con difficoltà i fendenti sicuri del ragazzo, facendo accorrere altre guardie per attorniarlo; il castano era completamente circondato – ti conviene gettare le armi-  gli disse il capo delle guardie, un uomo basso e massiccio

– Credete che non possa battervi tutti!!? - gli ringhiò contro lui.

L’uomo fece un cenno alle guardie che avevano bloccato la fanciulla bionda, esse immediatamente la trascinarono via dalla stanza nonostante le grida di quest’ultima.

- DOVE LA STATE PORTANDO!? - il suo sangue ribollì di rabbia.

- non te lo ripeterò una seconda volta… - fece una pausa l’uomo – getta le armi e arrenditi, o temo che la tua amica non vedrà l’alba di domani.-

Derek abbassò la spada che fino a quel momento aveva puntato alla gola di una guardia a caso, portò le braccia lungo i fianchi – non è una mia amica - strinse forte l’elsa in oro e ferro fino a far divenire le sue nocche bianche – lei è la mia fidanzata - fece ricadere l’arma per terra facendola riecheggiare per tutta la stanza sprofondata in un silenzio scandito solo dal rumore di passi; un dolore lancinante gli prese a pulsare nelle tempie, cadde per terra stordito dopodiché tutto divenne buio.

****
- dove mi state portando?! -

Odette era tenuta saldamente sia a destra che a sinistra da due guardie, una dietro di lei controllava che non arrivasse nessuno, quella davanti faceva strada.

Era stata portata via con la forza mentre Derek veniva accerchiato e minacciato da una dozzina di uomini armati fino ai denti, a niente avevano giovato le sue urla e i suoi calci anzi le avevano procurato dei lividi violacei che cominciavano a comparire su ambedue le braccia. Proferì quell’ennesima domanda conscia che nemmeno quella volta le avrebbero risposto, e invece si dovette ricredere.

- Attenta bambina, un’altra parola e giuro quant’è vero che mi chiamo Adrian che t’imbavaglio e-

- BAMBINA!! Come ti permetti! Stai parlando ad una futura regina non hai nemmeno idea del potere che posseggo! - si agitò per divincolarsi dalle guardie, ma senza successo.

Continuarono a camminare.

- tutto il potere che avevi, qui non conta, non più -

- aspettate solo che veda il vostro re…-  li minacciò lei tentando di farsi prendere sul serio.

Arrivarono in un vicolo cieco, davanti a loro c’era solo una parete in pietra e una torcia ad olio, un uomo si fece avanti e abbassò quest’ultima facendo aprire un passaggio nel muro.

- … non penserete che io entri lì dentro!? - li guardò esterrefatta lei.

L’uomo chiamato Adrian reggeva la torcia in mano, - potete entrare di vostra spontanea volontà o… - guardò maliziosamente le guardie che le tenevano le braccia, - lasciare che siano i miei uomini a portarvi, sappiate che non sono famosi per le loro buone maniere… -

Odette capì perfettamente, preferiva entrare da sola in quel corridoio buio che farsi mettere la mani di sopra da quei due loschi individui.
Salirono una lunga scalinata scolpita nella roccia, la luce fioca della lampada illuminava quanto bastava per non inciampare nel lungo vestito da notte di Odette.

- e pensare che Derek si preoccupava di vedermi così prima delle nozze… - disse fra se e se alludendo agli sguardi che nell’arco di venti minuti le erano piombati addosso da più di una trentina di uomini. Ad un tratto si ricordò di lui e della brutta situazione in cui si trovava – che cosa gli farete!? - gridò ad un tratto facendo spargere il suo eco nel corridoio.

- alludi al tuo amichetto?-  rise una guardia che le teneva il polso.

- Il mio fidanzato è il futuro Re di Chamberg!-

- Non credo arriverà a domani il tuo principino; bene siamo arrivati. -  detto questo si fermò davanti ad una massiccia porta di legno scuro, con una lentezza quasi esasperata prese la chiave giusta dal mazzo che portava alla cinta e aprì il pesante chiavistello di ferro arrugginito.

- Entra! -  Odette fu spinta dentro la stanza buia troppo velocemente che cadde sul pavimento lastricato con pietre grezze e ruvide. Non fece in tempo a rialzarsi che la porta le fu sbattuta in faccia tra le risate delle guardie.

- Fatemi uscire! FATEMI USCIRE!!-  gridò inutilmente lei.

- Urla pure quanto vuoi, da qui non ti sentirà nessuno. Questa volta nessuno verrà a salvarti … principessa-  

Le voci si allontanarono e fu allora che Odette si rese conto della terribile situazione in cui si era cacciata.

Questa volta avevano ragione. Nessuno l’avrebbe salvata.

****
Nella stanza c’era molta luce, troppa per essere in una prigione, Derek stava riprendendo i sensi, non ancora completamente conscio su dove si trovasse. Alzò lentamente il capo fino a quel momento puntato sul pavimento, solo allora capì di essere legato con grosse corde sia alle gambe che alle braccia. Si ritrovò a scuotersi e dimenarsi più per istinto che non per la possibilità di liberarsi.

- è inutile-  disse una voce comodamente seduta ad un tavolo in fondo alla sala. – sappiamo sia io che tu che non servirà a niente. -

- chi sei!?-  ringhiò ancora intontito Derek, facendo colare del sangue dalla fronte.

- Sono il Re di questo castello, sono colui che comanda qui, e questo è ciò che ti basta sapere. -

- liberatela! -  neanche per un momento Derek aveva dimenticato che Odette era stata portata via con la forza, - lei non vi serve! -  tentò di contrattare.

- si invece-  il re si alzò dalla scrivania e poco alla volta si avvicinò al castano legato ad un palo –è indispensabile per il mio piano, e se non l’avessi trovata quel giorno durante l’assedio non ci avrei nemmeno pensato! - rise tra sé e sé.

- non capisco…-  

- Dal momento in cui l’ho vista è scattato qualcosa in me…-  iniziò il re.

Derek sentì montare la rabbia – voi non l’avrete mai! Non permetterò a nessuno di toccarla con un solo dito! -

- Beh ragazzo mio, non so proprio come farete a mantenere la vostra parola visto che siete mio prigioniero…-  rise il re nuovamente. – ma non deve preoccuparvi, mi prenderò cura io della vostra “Bella”,-

Derek digrignò i denti.

- oh, ma non dovete essere geloso, sappiate che io non sono affatto interessato al suo amore; è solo una questione di potere. È quello che mi interessa.-  il re passeggiò su e giù per la cella riflettendo un momento, poi ricominciò a parlare con un tono freddo e calcolatore. - vi dico come andranno le cose: voi morirete, possibilmente qui e ora, io mi presenterò al padre della suddetta con un offerta immediata di matrimonio, e in men che non si dica, diventerò il re più potente che sia mai stato ricordato, con il completo controllo di tutte le rotte commerciali! -  

Derek era stranito, il suo piano era sicuramente ben architettato ma non riusciva a capire una cosa. - come mai mi state dicendo tutto questo? Potreste uccidermi qui e tenere per voi queste informazioni -

- prima di farti passare all’altro mondo ho ancora bisogno di un informazione. È un’informazione che conosci solo tu e nessun altro…-

- vi rispondo fin da subito dicendovi che non ho idea di quale sia il colore preferito di Odette-  rise Derek facendosi beffa di lui.

Il re prese la testa del ragazzo per i capelli e fissò i suoi occhi con irruenza - fai pure lo spiritoso quanto vuoi, alla fine della giornata non avrai nemmeno la forza di respirare-  parlò in un sussurro.

- che cosa volete?!-  gridò a denti stretti il castano.

Il re non distolse lo sguardo né allentò la presa, respirò lentamente quasi a voler soppesare ogni parola, poi con estrema calma quasi impersonale parlò.

- Le arti proibite -

****

Erano passate probabilmente delle ore da quando Odette era stata rinchiusa in quella torre. Le pareti erano circolari tutte in pietra grigia grezza, la stessa del pavimento su cui poco prima era caduta sbucciandosi i palmi delle mani; appariva abbastanza scarna, c’era un letto con una coperta logora e una tinozza d’acqua. La luce penetrava attraverso un piccolissimo lucernario posto alla base del tetto, appena sufficiente per far passare qualche topo di quelli grossi.

Odette stava raggomitolata sul letto, sapeva che non doveva contare su Derek non questa volta, avrebbe dovuto tentare di cavarsela da sola, dopotutto aveva dimostrato a se stessa in più occasioni di avere coraggio e spirito d’adattamento; si trattava di analizzare la situazione e trovare una via di fuga. Erano ore che rifletteva su come fare, non poteva passare dalla finestra in quanto troppo piccola, non poteva nemmeno sfondare la porta, era troppo robusta e lei troppo gracile. Mentre rimaneva immersa nei suoi pensieri e nel silenzio della stanza, quasi cadde dal letto quanto batterono dei colpi sul legno.

- Il pasto-  annunciò una voce.

La serratura scattò e un vassoio fu buttato dentro in malo modo, dopodiché la porta si richiuse e nella stanza ripiombò il silenzio.

Odette si avvicinò al vassoio che le era stato buttato malamente dentro, nonostante fosse in una prigione le fu servito del cibo dignitoso, una zuppa di porri e del pane, sicuramente non un pranzo da re, ma meglio di pane secco e acqua. Odette mangiò tutto velocemente, poi, mentre si asciugava le labbra con il fazzoletto fu folgorata da un idea.

Sul fazzoletto che le era stato portato assieme al vassoio vi erano le iniziali del Re, magari era un idea folle ma valeva comunque la pena provare. Raccolse le briciole del pane e si arrampicò sul letto per spargerle sul lucernario. Voleva attirare qualche uccellino per catturarlo e mandare un messaggio, non aspettò più di una mezz’ora che una piccola ombra saltellante venne filtrata dalla finestra, lentamente e senza fare gesti inconsueti catturò l’uccellino con il tovagliolo gentilmente fornitogli durante il pranzo. Tenendo con una mano saldamente l’esserino strappò il pezzo contenente le iniziali del re e macchiò il retro con il suo sangue facendo due linee che sintetizzavano il cigno, suo simbolo personale ma anche emblema del suo regno. Legò con un nodo saldo la strisciolina di stoffa alla zampina dell’uccello.

- ti prego, vola più lontano che puoi, trova aiuto-  gli accarezzò la testolina, dopodiché aprì il palmo e lasciò la creaturina libera.

D’ora in avanti, ad ogni pasto avrebbe mandato un messaggio, più ne avrebbe mandati più probabilità ci sarebbero state che qualcuno li trovasse, questa volta toccava a lei trovare aiuto e salvare Derek, da quando era arrivata in quella prigione una bruttissima sensazione l’aveva assalita.

ti prego. Non morire.” Ripeteva nella sua testa in ogni momento.

Eppure quella brutta sensazione non l’abbandonò neppure nei giorni seguenti…

 

****


- ostinato il ragazzo-  un uomo grande e grosso vestito di nero stava riprendendo fiato.

- non fermatevi, non voglio che abbia il tempo di riposare…-  Il re dalla chioma rossa sporca di polvere assisteva alla scena da un angolo. Nella stanza risuonavano le grida più atroci che avrebbero fatto accapponare la pelle a chiunque, tranne al re evidentemente. Fece qualche passo in direzione di Derek, aggirando le macchie di sangue che lo attorniavano. - devi comunque morire ragazzo, puoi dirmi dove sono le arti proibite e farò in modo che le tue sofferenze finiscano,- fece una pausa riavvolgendo il mantello attorno al braccio, non voleva macchie di sangue sulla seta, erano terribili da togliere! - oppure morire in maniera lenta e dolorosa provando dolore ad ogni tuo respiro, ansimando come un animale implorandomi di mettere fine alla tua vita…-  gli rivolse uno sguardo di sufficienza in attesa della risposta. Erano già due giorni che provano con ogni tortura possibile ad estorcergli quell’informazione, oltre che caparbio il principe si era dimostrato anche di tempra forte, persino il re si sarebbe impressionato se non fosse troppo esasperato dal tentare di ricavare ciò che perseguiva.

- mai-  la risposta di Derek arrivò secca all’orecchio del re. - non implorerò mai, non conosco le arti proibite-  ribadì nuovamente.

Il re non gli credeva -  ALTRE 20!-  gridò in preda all’ira, poi si avvicinò al fustigatore. - fai in modo che non abbia più la forza di parlare-  detto questo uscì sbattendo la porta, lasciandosi alle spalle le grida che avevano ripreso a riecheggiare per tutto il corridoio.

  
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