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Autore: Noemie    06/09/2014    0 recensioni
Credo che non ci sia niente di meglio di una pagina bianca per raccogliere i pensieri disconnessi di un'adolescente che non comprende le azione delle persone che la circondano.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A chi non è mai capitato di pronunciare questa frase: “VORREI CHE PER UNA VOLTA MI ANDASSE BENE!”

Vorrei che per una volta mi andasse bene
Vorrei che per una volta mi andasse bene
Vorrei che per una volta mi andasse bene


E te lo ripeti di continuo nella testa, come se fosse un mantra, un proverbio…come se fosse una medicina, ma niente va bene. NIENTE
Il fatto è semplice, la solita tiritera: incontri un ragazzo (o una ragazza), vi piacete.
Scatta tutto: scintille, fuochi d’artificio, petardi, scoiattoli, uccellini innocenti..qualsiasi cosa scoppia perché siete perfetti. E tu lo sai e lui lo sa!

E poi si entra nella fase iniziale, che chiameremo: LA FASE DEI CRETINI, in cui vi dite le peggio cose romantiche che si potrebbero mai dire, anche se probabilmente vi conoscete da due giorni. Siete così dolci e zuccherosi che la prima persona che vi passa accanto si ammala di diabete e muore lì, stecchito all’istante. È la fase in cui se guardi il cellulare bum ti arriva subito un suo messaggio e pensi: siamo troppo compatibili. In cui parlate di qualsiasi cosa: dalla guerra del Vietnam al colore preferito di ognuno. Sei così cretina e lui è così rincretinito che non riesci a smettere di essere esaltata per qualsiasi cosa ti capita:
  1. Mamma ha fatto la pasta al ragù: “che bello mamma, la desideravo da un sacco” le dici tutta esaltata guardando agognante il piatto inzuppato di sugo che ti sembra addirittura più rosso del solito, con la carne più buona che tu abbia mai assaggiato.
  2. Mamma ti dice di fare il letto perché non fai nulla in casa: “Ma sicuro mamma, hai decisamente ragione. Vuoi che tiro su la polvere e lavo la tavoletta del cesso?”. Le chiedi eccitata, saltando e girando attorno a lei, come un chihuahua in preda a una crisi di panico. E LO FAI. DAVVERO.
  3. Pesti una cacca di cane per strada e tra le risate disperate delle tue amiche hai il coraggio di dire: “Ma dai ragazze, lo sanno tutti che porta fortuna”. E SORRIDI CONVINTA MENTRE LO DICI.
Poi subito dopo l’idillio si precipita in una fase non bene identificata, nessuno capisce bene cosa è successo prima o cosa sta accadendo nel mentre, io la chiamo: LA FASE DEL MA CHE CAZZO è SUCCESSO?
Se avete letto il mio primo capitolo, capirete esattamente di cosa sto parlando. Tutti ci cadono in questa melma fatta di silenzio. Perché o lui o lei smettono di scriverti come prima, smettono di fare i dolci, gli zuccherini, i cucciolotti e tu vorresti solo prenderli a sberle perché non sono chiari.
In quei casi preferirei che l’altro mi dicesse: “oh mi fai cagare, ho cambiato idea ciao”, perché davvero il fatto di non riuscire a concepire la situazione e/o la persona mi rende nervosa, insicura su ogni cosa, riesce a farmi cambiare completamente umore e, addirittura, personalità.
Ogni cosa che sembrava bella, che sembrava semplice; ogni cosa che sembrava essenziale non lo è più.
E ti chiedi: MA COSA CAZZO è SUCCESSO?
E qui le uniche strade percorribili sono due: se l’altro si riprende da questa sua piccola uscita di senno e tu sei abbastanza forte da reggere tutta quanta la situazione di stallo, di limbo allora siete destinati a stare insieme, forse non per tutta la vita, ma siete davvero destinati a passare una parte della vostra esistenza insieme, a condividere emozioni, sentimenti, le vostre anime.
Se questo non succede: se lui o lei continuano su questa strada e voi siete davvero all’ultimo stadio della sopportazione, la pazienza è al limite, la forza sotto i piedi perché siete davvero stanchi di tutte quelle persone che continuano imperterrite a entrare nella vostra vita e illudervi, probabilmente senza volerlo, allora ti lasci andare. Letteralmente. Fai cadere la vostra storia e tutto ciò che la circonda. I ricordi belli vengono spazzati via e vengono sostituiti da quelli disgraziati degli ultimi tempi.
E poi ti ritrovi a ripensare che un’altra persona è riuscita a portarti via qualcosa, probabilmente temporaneamente, ma qualcosa senti che ti manca nel petto. Parte di te è logora perché lui o lei non ci sono più.


E l’unica cosa che sospiri tra un fazzoletto, un film strappa lacrime, canzoni deprimenti e il cuscino sopra la faccia che usi per non far sentire ai tuoi genitori che stai piangendo è:
Vorrei che per una volta mi andasse bene.
  
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