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Autore: ShawnSpenstar    07/09/2014    1 recensioni
Tutti noi conoscamo bene la storia dei sei maestri della luce (sette con Kajitsu) che liberarono Gran RoRo dalla tirannia del re del mondo Altrove ma, prima di Dan e soci, c'è stato sicuramente almeno un altro maestro della luce che ha portato quasi a compimento la sua missione. Quella che vi racconterò è l'avventura di questo guerriero, è la storia di una sconfitta certo ma è comunque degna di essere raccontata e io spero di farlo al mio meglio.
Siete pronti per un nuovo, vecchio, viaggio a Gran RoRo?
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Julian Fines, Magisa, Nuovo personaggio, Re del mondo Altrove
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'unica via di fuga
 
 
-Al diavolo!- si disse mentalmente Julian -che situazione di merda!-
 
Aveva sempre saputo che la vita non va mai come te la aspetti, ma per quanto avesse passato tutte le ultime ore libere a pensare a che situazione avrebbe potuto incontrare mai ne aveva immaginata una simile; gli avevano detto che il posto in cui stavano andando lo conoscevano si e no cinque persone e lì con loro ce n'era una che certamente non era tra quelle, gli avevano detto che, tranne che durante le retate, uomini e abitanti di Gran RoRo tendevano a non incrociare mai le loro strade se possibile e lì c'era un granroriano che cercava di soccorrere un umano.
 
L'inglese si voltò verso il suo accompagnatore chiedendo, seppur tacitamente, una risposta sensata a ciò che vedeva; tuttavia dall'espressione sul suo volto era chiaro che questi non ne capiva molto più di lui.
 
"Che significa questo Veirhal?!" esclamò dando voce ai suoi pensieri "perché sei in questo luogo segreto con un umano? Un soldato del re, per di più"
 
"Anche io sono felice di vederti Sanol" rispose ironicamente "ah, e potrei farti la stessa domanda, sbaglio o sei anche tu in compagnia di un umano?"
 
"E' una storia complicata" ribatté "e comunque Julian non indossa la divisa dei soldati, non è uno di quei bastardi"
 
"Finalmente me lo hai presentato" proseguì sempre con quel suo tono irritante "piacere di conoscerti Julian, io sono Veirhal Olamaris, comandante della leggendaria Stella Blu"
 
A quella sbruffonata Sanol accennò un sorriso ironico; conosceva bene la nave in questione ed era tutto fuorché leggendaria: era già sin dal principio un modello antiquato e, per di più, era vecchia e sfregiata e, nonostante l'impegno profuso dal suo capitano per rimetterla a nuovo, gli aggettivi più adatti per descriverla erano ben altri.
 
"Non provare a ridere della mia nave" scherzò il duellante un po' meno bonario "aiutami piuttosto a portarci questo poveruomo"

"Te l'ho detto e te lo ripeto, questo è un soldato del re, non avresti dovuto portarlo qui… non avresti dovuto nemmeno aiutarlo in verità"
 
"Smettila vecchio idiota!" sbottò il capitano abbandonando il suo atteggiamento scanzonato di poco fa "costui è prima di tutto un duellante e, dato che mette in gioco la sua vita per quello in cui crede, per quanto mi riguarda questo basta per renderlo degno di ricevere aiuto"
 
"Sempre con questo tuo assurdo rispetto per tutti i duellanti, eh" disse in tono di scherno
 
"Esatto!" replicò ignorando la malizia della frase dell'altro "ora, se come mi sembra non avete alcuna intenzione di aiutarmi, siete pregati di levarvi di mezzo"
 
Conclusa la frase si carico il corpo dell'uomo in spalla e si diresse verso una stradina sul lato ovest del lago; Sanol e Julian rimasero per alcuni secondi come paralizzati dall'assurda situazione che gli si era presentata ma poi presero una decisione e aiutarono il duellante a portare il ferito.
 
Percorsero alcuni metri sulla stradina per arrivare ad una sorta di radura artificiale i cui alberi tuttavia non erano stati tagliati ma sfondati probabilmente dal frequente urto con quella che era senza dubbio la parte più insolita del paesaggio: un vascello blu di notevoli dimensioni che fluttuava a pochi metri da terra.
Se quella fosse stata la famosa Stella Blu, allora Julian avrebbe certamente dovuto concordare con la sua guida riguardo al fatto che il termine "leggendaria" fosse alquanto esagerato. Nonostante, infatti,  gli si dovesse riconoscere una certa maestosità, la nave era profondamente segnata da entrambe le fiancate e il motore sembrava, anche ad un occhio inesperto, molto vecchio; la scala d'ingresso poi aveva giunture piuttosto arrugginite e dava l'impressione di essere cedevole, lo stesso dicasi di quasi tutte le porte all'interno; era davvero difficile dire se fosse messo peggio l'esterno o l'interno del veicolo, le uniche cose in buono stato sembravano essere la cabina del pilota e, quindi, la cloche dei comandi.
Arrivati in una specie di piccolo soggiorno, che si trovava appena dietro la cabina, i tre appoggiarono l'uomo su un divano ricolmo di rattoppi e cercarono qualcosa per tamponare le ferite, trovate poi alcune bende in una cassettiera lo fasciarono riuscendo a fermare il sangue.
 
Terminate le operazioni Sanol e Veirhal si diressero fuori dalla nave per discutere; Julian al contrario rimase nella sala a controllare il soldato aspettando che si riprendesse, essendo entrambi umani c'erano molte domande che avrebbe voluto porgli.
 
Si alzò e diede uno sguardo a tutta la sala: era, in linea con il resto della nave, piuttosto povera e polverosa, vi erano un unico divano, di fronte al quale stava un vecchio tavolo, e un'unica cassettiera, una specie di postazione cucina e due porte, una per la cabina e una per un piccolo bagno; c'era tutto il necessario per farne una piccola casa ma l'ambiente era tutt'altro che accogliente.
L'istinto del duellante del campione inglese guidò il suo sguardo su due confezioni riposte sulla cassettiera, una verde e una nera. Aprì quella nera e ne estrasse la prima carta, Ryute Prode Spadaccino per la precisione, dedusse di aver preso il mazzo di quel soldato e gli diede un occhiata; non era male, un misto di giallo e viola, l'unico difetto era che sembrava non esserci un vero spirit chiave.
 
"Le piace?" chiese una voce flebile
 
Julian, sorpreso, si voltò di scatto verso il divano; l'uomo che avevano soccorso sembrava essersi finalmente ripreso e ora sedeva ritto dando le spalle all'inglese.
 
"Non è male ma non riesco a capire quale dovrebbe essere la strategia" ammise candidamente il biondo "e poi manca uno spirit chiave"
 
"Non l'ha visto?" domandò mentre si levava l'elmetto rivelando una testa praticamente rasata a zero "è Zabullgan, Uomo Bestia Infernale"
 
"Quello è un buon spirit e mi ricorda il mio amico Ex Calibus Imperatore Dragospada" ribatté il biondo "ma non è adatto come spirit chiave, nonostante sia uno spirit con transevocazione, non è particolarmente forte e, in più, non ha nessuno degli effetti peculiari del colore viola, perlomeno Ex Calibus ha Impatto Devastante "
 
"Beh, non posso certo darle torto; lei invece chi ha come spirit chiave?"
 
"Meteorwurm, Drago Imperatore Stellare"
 
"Ehi, ma sa che è lo stesso del…"
 
L'uomo si zittì improvvisamente; si era voltato incuriosito da quell'affermazione, che per lui era già abbastanza sorprendente,  ma mai avrebbe pensato di vedere ciò che ora vedeva.
 
"Ma… ma lei è Julian Fines, il due volte campione del mondo di Battle Spirits!!"
 
"Tre volte" rettificò in leggero imbarazzo "e lei invece è?"
 
"Dragan Kaszmir, croato" fece lui afferrando la mano dell'inglese "sono un suo grande ammiratore, signore"
 
"La ringrazio, ne sono onorato" replicò "lei da quanto è qui a Gran RoRo?"
 
"Mi dia del tu la prego" disse l'uomo "e riguardo alla sua domanda non saprei dirle perché, purtroppo, qui il tempo per noi umani scorre in modo diverso; io ho lasciato la terra nel 1988, poco dopo la sua seconda vittoria al campionato mondiale, da allora mi sembra passata una vita ma non ho idea di quanto sia trascorso in realtà"
 
"Più o meno due anni… ah, anche tu puoi non darmi del lei se vuoi"
 
"Va bene"
 
I due neo amici presero i loro mazzi e andarono di nuovo verso il divano, Julian diede un occhiata dai finestroni laterali e scorse i loro due momentanei compagni di viaggio impegnati in un animata discussione; era chiaro che ne avrebbero avuto ancora per molto.
Si sedette sul divano e estrasse il mazzo dal portamazzi. Su richiesta del croato, cercò nel mazzo il suo amato spirit chiave e glielo mostrò; il soldato rimase estasiato per alcuni secondi,  a giudicare dall'espressione del suo volto non aveva mai pensato di potersi trovare in una simile situazione un giorno. Per introdurre la questione successiva, l'inglese decise di mostrargli anche lo spirit che lo aveva portato in quel mondo.
 
"E' grazie a questa carta che sono giunto a Gran RoRo" spiegò "tu invece come hai fatto ad arrivarci?"
 
"Non può essere andata come tu dici" ribatté l'altro
 
"Cosa? E perché mai?"
 
"E' una cosa che mi è stata spiegata poco dopo che sono arrivato qui" introdusse "devi sapere che il mondo Altrove è retto dal Nucleo Progenitore, un agglomerato di energia che permette che nei vari mondi di Gran RoRo si sviluppi la vita ed è responsabile anche dell'apertura dei varchi di collegamento con il mondo umano; nei tempi antichi quest'entità era controllata da un maestro del nucleo, che poteva sfruttarne i poteri secondo la sua volontà, ma ad oggi il nucleo è libero e indipendente…"
 
"E tutto ciò in che modo ha cambiato la situazione?"
 
"Il Nucleo Progenitore è un entità viva che ha il compito di mantenere in vita Gran RoRo ma, essendo ormai indipendente, reagisce anche ai sentimenti umani; per questo non tutti possono arrivare a Gran RoRo…"
 
Julian rimase in silenzio cercando di carpire le parole del suo interlocutore e comprenderne il significato.
 
"… il varco si apre solo in due casi: quando tu hai bisogno di Gran RoRo e quando Gran RoRo ha bisogno di te"
 
"Quando tu hai bis… perché dovresti avere bisogno di questo mondo?"
 
"Tu sei qui perché Gran RoRo ha bisogno di te, per questo non riesci a capirlo" esclamò "il mondo Altrove è la terra in cui ognuno di noi può trovare la sua seconda opportunità; qui il tempo scorre lentamente e tutti noi che abbiamo dubbi, paure e inquietudini, da cui nel frenetico mondo reale non potremmo scappare, abbiamo la possibilità di trovare qui la nostra strada… io, per esempio, penso di averla trovata"
 
"Fare il soldato?"
 
"Si" fece intristendosi "purtroppo il mio problema sulla terra aveva ben poco di filosofico. Vede, io non sono ricco e per tutta vita io e mia moglie Janica ci siamo impegnati per riuscire ad andare avanti; alla nascita della mia prima figlia tuttavia ho cominciato ad avere sempre più problemi; con il mio lavoro non guadagnavo abbastanza e non sono un duellante sufficientemente abile per arrivare a premio nei tornei, credevo ormai di non avere più speranza quando il varco si è aperto davanti ai miei occhi"
 
"Così sei giunto qua e ti sei arruolato nell'esercito"
 
"E' stata la prima occasione che ho avuto, non mi diverte fare ciò che, alcune volte, devo fare ma se questa è la mia seconda chance io non posso permettermi di sprecarla; a casa ci sono persone che hanno bisogno di me, ho guadagnato più di quanto abbia mai fatto in tutta la mia vita"
 
"E allora perché non sei tornato dalla tua famiglia?"
 
"Ho avuto un piccolo contrattempo; a quanto pare quando entri nell'esercito del re del mondo Altrove sei costretto a prestarvi servizio fino alla morte… e ho scoperto sulla mia pelle qual è la punizione per i disertori"
 
Julian si irrigidì di colpo; quindi tutte quelle ferite erano opera dei suoi compagni, e pensare che lui già non sopportava le barbarie che infliggevano agli altri. Solo degli animali potrebbero comportarsi in questo modo.
 
"Ti hanno picchiato a sangue perché volevi scappare?!"
 
"No, peggio!" fece l'appena rientrato Veirhal "sono felice di vedere che ti sei ripreso Drago… mi dispiace per gli altri"
 
"Erano già morti, non avresti potuto fare niente; abbiamo scelto noi il nostro destino" replicò il croato
 
"Perché? Quali altri?" domandò incalzante Julian
 
"Beh, la verità è che non sono stato picchiato per aver tentato la fuga" ammise "i nostri comandanti avevano preparato una subdola trappola per catturare Veirhal e ucciderlo; il piano era di usare me e altri duellanti del nostro battaglione come esca per farlo uscire allo scoperto e poi ammazzarlo a tradimento"
 
"Un piano da veri stronzi insomma" commentò l'inglese "e… perché non ha funzionato"
 
"Io e gli altri duellanti ci siamo rifiutati di compiere un azione tanto vigliacca; insomma, tutti sanno che Veirhal non è affatto un ribelle e, personalmente, il poter duellare contro di lui, il poter fare ciò che più mi piace, è una delle poche ragioni che mi impedisce di avere totale disgusto di me stesso"
 
"Posso ben immaginare come sia andata a finire"
 
"E' stato davvero un brutto spettacolo, anche per un non certo debole di stomaco come me" raccontò il capitano "li hanno portati appena dentro la foresta e lì li hanno picchiati a sangue uno ad uno, ad alcuni di loro se non ricordo male hanno perfino spezzato le gambe; io ero lì poco distante e posso dire di aver assistito ad una vera esecuzione dato due sono morti per le percosse e il terzo è stato abbandonato come se fosse spazzatura, fortunatamente sono riuscito a salvare almeno Dragan"
 
"Già" fece Sanol con un tono ironico ma non cattivo "ovviamente non hai pensato nemmeno per un secondo alle possibili conseguenze mentre salvavi questo umano"
 
"Questo umano ha un nome!" replicò afferrando il bavero dell'abito del vecchio
 
"Calmati!" esclamò il soldato alzandosi di scatto "lascialo stare!"
 
"E' un bastardo, ecco cos'è" ribatté riappoggiando a terra l'ex maestro "e tu non dovresti fare movimenti cosi bruschi, finisce che le ferite ti si riaprono"
 
"Smettila mamma!" scherzò il croato "in questo momento vorrei solo fare un bel duello con te"
 
"In questo momento un duello ti ucciderebbe"
 
"Tu mi sottovaluti Veirhal"
 
"Veramente è proprio perché non ti ho mai sottovalutato che sono riuscito a batterti sette volte senza mai perdere"
 
A quella frase perfino Sanol non riuscì a trattenere un sorriso; era segretamente sempre stato soddisfatto di quanto fosse diventato forte il suo ex allievo anche se forse, a causa di quell'antico rancore, non sarebbe mai stato in grado di ammetterlo.
 
Tra le risate e gli scherzi il tempo passò in fretta e scese la sera sulla grande foresta del regno di smeraldo e, a poco a poco, tutto "l'equipaggio" della Stella Blu cominciò a sentire sempre più la stanchezza data da una giornata faticosa si fisicamente che mentalmente.
Julian si distese per terra, appena accanto alla scala d'ingresso, ad osservare il tetto verde che li nascondeva, sfortunatamente, al cielo del mondo Altrove e, fortunatamente, alle navi di ricognizione dei soldati del re. Per quanto ci provasse, gli era davvero impossibile prendere sonno, non dopo tutto ciò che aveva saputo e sentito dire oggi; non poteva davvero credere che fosse tutto li il suo compito, che fosse davvero quello il motivo per cui Gran RoRo aveva bisogno di lui, con così tanti errori da correggere in questo mondo stupendo come poteva la sua missione ridursi ad una simile sciocchezza.
 
-Chissà- pensò -magari mi sbaglio e sono io ad avere bisogno di questo mondo-
 
L'inglese sperava intensamente che i suoi pensieri corrispondessero alla verità; non che, ovviamente, non volesse tornare a casa dalla madre e dai suoi amici ma ciò che aveva sentito in soli due giorni gli faceva ribollire il sangue nelle vene e provare, al tempo stesso, un profondo senso di vergogna, avrebbe fatto qualunque cosa pur di aiutare gli abitanti di Gran RoRo.
 
"A cosa sta pensando Julian?" domandò una voce accanto a lui
 
Sorpreso, il biondo si voltò e vide, anch'essi distesi a terra, Veirhal e Sanol.
 
"Come va il nostro amico?" domandò l'umano
 
"Si è addormentato da poco, è sorprendente quanto abbia resistito pur avendo perso tutto quel sangue" rispose il capitano della nave
 
"Già, penso che debba ricredermi sugli umani" fece il più anziano dei tre "sono dei veri duri"
 
"Non ricrederti troppo" scherzò l'inglese "solo alcuni di noi sono così, generalmente quelli a cui la vita non ha mai regalato niente"
 
"Deduco che quel soldato sia uno di quelli"
 
"Peggio, lui è uno a cui la vita, quando poteva, ha tolto" disse laconico l'uomo "qui usate il denaro? Se si avete per caso notato se ne aveva addosso, magari in un contenitore?"
 
"Non l'ho mica perquisito!" esclamò Veirhal tra lo scherzoso e lo stizzito "e comunque si, usiamo anche noi il denaro anche se, per la verità, non si può certo dire che ne giri molto"
 
L'inglese sorrise felice per aver trovato una possibile soluzione. Se Dragan, infatti, avesse avuto con se il suo portafogli avrebbero potuto portarlo con loro al villaggio miao-miao e, dopo aver compiuto la missione, sarebbe potuto tornare sulla terra con lui; l'idea era tutt'altro che malvagia.
 
"Ehi Sanol" fece "potremmo portare Dragan con noi?"
 
Veirhal e Sanol si scambiarono uno di quegli sguardi di bonaria compassione che si hanno quando qualcuno che sa meno fa una domanda a qualcuno che sa di più, poi più intristiti si rivolsero di nuovo al duellante.
 
"Mi dispiace Julian ma, date le condizioni in cui si trova, per lui non c'è modo di lasciare questo posto" rispose il vecchio "non potrebbe mai sopravvivere al passaggio da un mondo all'altro"
 
"E perché?"
 
"Perché per passare da un regno di Gran RoRo ad un altro le navi devono raggiungere una velocità superiore a quella del suono" spiegò il capitano e pilota della Stella Blu "se fosse in buona salute non ci sarebbero problemi ma, conciato così, la pressione finirebbe per riaprirgli tutte le ferite"
 
"Potremmo aspettare!"
 
"No!!" gridò l'altro duellante "n-no"
 
"Perché no?"
 
"E se la tua missione fosse più importante e urgente del previsto?" domandò rabbioso "non ci hai mai pensato, vero?!"
 
"Ora calmati Vey" sussurrò Sanol
 
"Sta zitto, vecchio!!" ribatté furioso "Gran RoRo ha bisogno di questo umano e lui non sembra nemmeno rendersene conto!!"
 
"Ah, si? E allora, visto che tieni così tanto al nostro mondo, perché non hai voluto unirti al battaglione di duellanti della resistenza verde? Perché metti in piedi degli inutili duelli che portano danni solo alle popolazioni pacifiche? PERCHE' NON HAI FATTO NULLA PER DIFENDERE IL REGNO DI SMERALDO DAL RE DEL MONDO ALTROVE?!"
 
"PERCHE' IL RE NON DESIDERA LA MORTE DI GRAN RORO!!" urlò Veirhal in preda alle lacrime "QUELL'UOMO POTRÀ' ANCHE ESSERE IL PEGGIORE DEI BASTARDI MA NON HA ALCUNA INTENZIONE DI DISTRUGGERE IL NOSTRO MONDO E "FINCHE' HAI LA TERRA SOTTO I PIEDI SIGNIFICA CHE SEI VIVO E PUOI CONTINUARE A LOTTARE"… anf, anf… s-sei… SEI O NON SEI STATO TU AD INSEGNARMELO?!!"
 
Il vecchio maestro rimase per qualche secondo paralizzato nel vedere il pianto disperato del più giovane ma poi, di slancio, abbracciò l'ex allievo commosso.
 
"Non sono abbastanza forte per sfidare il re" disse singhiozzando il capitano "non potevo fermarlo, allora come oggi"
 
"Non fartene una colpa ragazzo" lo consolò l'altro "nessuno è abbastanza forte"
 
"Non è vero, i maestri della luce sono…"
 
"Figliolo mi dispiace, ma quella dei maestri della luce è una leggenda" affermò stringendolo sempre più in quell'abbraccio consolatorio "è solo… una leggenda"
 
"F-forse ha-hai ragione m-ma senza che spe-speranza ci resta?"
 
"Non lo so Vey, non lo so"
 
Non dissero più nulla, si addormentarono esattamente cos' come erano, abbracciati come un padre e suo figlio, il figliol prodigo finalmente tornato a casa. Julian, che era l'unico ancora sveglio, li osservò in silenzio; era dispiaciuto all'idea che i due, appena riappacificatisi, dovessero separarsi a causa sua e gli venne da ridere nel pensare che forse, in quel momento, Veirhal teneva alla sua missione molto più di quanto non facesse lui.
 
-Meglio cercare di dormire un po'- si disse -i prossimi giorni saranno molto impegnativi-
 
 
All'incirca due giorni dopo primo incontro tra i due viandanti e il capitano e della Stella Blu le cose cominciavano finalmente a sistemarsi. Dragan era in netto recupero ed era riuscito perfino ad affrontare, il giorno prima, un breve duello a due sole vite con Veirhal, lasciare il regno di smeraldo rimaneva pura fantasia ma almeno adesso avrebbe potuto camminare con le proprie gambe e accompagnare Sanol nel viaggio di ritorno al villaggio.
Julian invece si sarebbe dovuto imbarcare da li a breve sulla Stella Blu con la quale poi sarebbe partito alla volta del villaggio miao-miao nel mondo di rubino, il luogo in cui, era certo, avrebbe trovato le risposte alle sue domande.
 
"Buon viaggio Julian, spero che tu possa portare a termine con successo la tua missione" disse Dragan stringendogli la mano
 
"E io che tu riesca a trovare il modo di tornare dalla tua famiglia" replicò il biondo
 
A quelle parole, lo sguardo del croato si incupì di colpo; l'inglese non faticava certo a capirlo, quell'uomo aveva l'occasione di sparire senza lasciare la minima traccia e invece era costretto a rimanere prigioniero in quel mondo verde per lui molto pericoloso. Chissà quanto ancora avrebbe dovuto aspettare prima di tornare a casa.
 
"Non preoccuparti, vedrai che troverai un modo per tornare sulla terra"
 
"Cosa? Ah si, lo spero" rispose trafelato
 
"Tranquillizzati Dragan, vai a sciacquarti la faccia con un po' dell'acqua fresca del lago" consigliò Sanol finalmente amichevole anche con il soldato "io ti raggiungerò tra poco"
 
Seguendo il consiglio l'uomo si diresse nella direzione dalla quale erano venuti e lasciò Julian solo con i due granroriani.
 
"Buon viaggio Vey, appena tornato al villaggio farò in modo di creare un diversivo per voi" fece il più anziano dei tre rivolto all'allievo
 
"Non se ne parla neanche vecchio!" ribatte deciso l'altro "il vostro villaggio ha già subito sei rastrellamenti di cui almeno quattro per colpa mia, non vorrei che arrivassero a sette"
 
"Ma senza aiuto non avete la minima speranza di farcela"
 
"Forse con un po' di fortuna…"
 
"Nella vita come nei duelli non ci si dovrebbe…"
 
"… mai affidare alla fortuna", lo so benissimo" fece il capitano interrompendo l'altro "e tu sai altrettanto bene che non sono un duellante che sacrifica i suoi spirit per poter arrivare alla vittoria"
 
"Certe volte i sacrifici sono necessari"
 
"Ma di che cosa state parlando?" domandò Julian inserendosi nella conversazione
 
"Sanol e gli altri del villaggio vorrebbero fare da esca per facilitare la nostra fuga" spiegò Vey
 
"COSA?! Non se ne parla neanche!" esclamò il biondo quasi arrabbiato con il vecchio del villaggio
 
"Julian tu non capisci" blandì l'anziano "non avete alcuna speranza di farcela se non distraiamo le guardie"
 
"E perché?"
 
"Glielo spieghi tu Vey?" disse il maestro facendo cenno all'allievo con il capo
 
"Ok" si arrese il duellante "purtroppo devi sapere che sulla nostra via di fuga ci sono alcuni grossi ostacoli"
 
"Va avanti"
 
"Ti è già stato detto ieri da Sanol che per poter passare da un mondo di Gran RoRo ad un altro bisogna andare con una nave nella direzione in cui si trova il mondo ad una velocità superiore a quella del suono, giusto?"
 
"Si, è stato quando ho chiesto se potevamo portare Dragan con noi" confermò l'uomo
 
"Sfortunatamente la terra del rubino è a nord... e qui, a nord, c'è il cantiere della scala dell'orizzonte"
 
Julian strinse i pugni per la rabbia; se Veirhal aveva ragione e per la loro destinazione dovevano passare nell'area del cantiere erano in serio pericolo dato che ogni singolo soldato saprebbe riconosce la Stella Blu alla prima occhiata… e il peggio doveva ancora venire.
 
"In più, per raggiungere la velocità necessaria, questa nave ha bisogno di percorre una lunghezza notevole" proseguì "nemmeno partendo alcuni chilometri indietro, rispetto a questa radura, potremmo arrivare a quella velocità prima di giungere all'area controllata dai soldati; io potrei anche partire da qui e sfruttare il canale tra gli alberi, da me creato per nascondermi, per guadagnare un po' di velocità ma finiremmo comunque per restare per alcuni chilometri allo scoperto e purtroppo, per quanto modificata, la mia nave resta un modello vecchio, incapace di competere in velocità con quelle ultramoderne dei soldati… loro saranno almeno cinque volte più veloci di noi"
 
"E non  c'è un modo per ovviare il problema?" domando l'inglese
 
"L'unica soluzione, escludendo quella pensata dal vecchio, è affidarsi alla fortuna e sperare che i soldati non si accorgano della presenza della nave per il maggior tempo possibile, se così fosse, probabilmente, avremmo parecchie chance di riuscirci" terminò il duellante di Selveya "inoltre ho attivato ormai da molto il sistema dei nuclei della nave per mettere in carica il motore e permetterci una partenza più esplosiva; non possiamo certo pretendere che faccia tutto la fortuna, dobbiamo impegnarci anche noi per rendere più facile il suo compito"
 
"Sono d'accordo" sentenziò Julian terminata la spiegazione
 
"Ne devo dedurre che anche tu concordi sull'affidarsi alla fortuna" disse retoricamente Sanol
 
"Non poteri mai chiedere a voi del villaggio di sacrificarvi per me; voi mi avete accettato nonostante fossi un  umano, mi sentirei un verme se vi chiedessi di dare la vita per la mia missione"
 
"Ok, non insisto" si arrese alla fine "con due duellanti duri come voi è davvero impossibile spuntarla"
 
"Speriamo di essere abbastanza duri per i denti dei soldati" scherzò Olamaris
 
"Lo sarete di sicuro" replicò sorridente il vecchio estraendo da una tasca del suo abito una carta "tieni Vey, l'ho conservata sin dal giorno in cui hai lasciato il club"
 
"Wow, grazie!" esclamò il duellante osservando la carta "ma anche Julian mi ha portato un Falconia, lo Schermidore"
 
"Due è sempre meglio di uno no?"  concluse dando un ultimo abbraccio all'ex allievo
 
Terminati i saluti l'anziano del villaggio diede le spalle ai due e iniziò ad incamminarsi per raggiungere il suo compagno di viaggio nei pressi del lago; appena prima di sparire nella boscaglia, una voce richiamò un'ultima volta la sua attenzione.
 
"Alla prossima vecchio e salutami gli altri del villaggio!" gli gridò il comandante
 
"Vale lo stesso per me!" aggiunse l'altro
 
"Sicuro!" rispose alzando la mano in segno di saluto appena prima di immergersi completamente nella foresta.
 
"Buona fortuna ragazzi e abbiate cura di voi"
 
 
"Dovrebbe essere passata circa un'ora e mezza" osservò Julian
 
"Perfetto allora possiamo dare inizio al piano; Julian, tu ti occuperai di cancellare le tracce di Sanol e Dragan, così magari potremmo evitare rappresaglie nei confronti del villaggio"
 
"E tu invece che farai?"
 
"Io vado a togliere dalla strada le sterpaglie che sono alla fine del tunnel da cui usciremo; l'ho creato sfondando gli alberi con la nave la prima volta che ho dovuto nascondermi e occultando l'ingresso con cespugli e rami rotti, fino ad ora mi erano sempre stati utili ma per il nostro piano sono solo d'intralcio"
 
"Ok!"
 
Abbandonato il nuovo amico, Julian optò per una breve perlustrazione per vedere fino a che punto della foresta le tracce fossero visibili; fortunatamente i due viandanti erano stati già piuttosto attenti e avevano evitato le più ampie zone di terreno bagnate, specie quelle in prossimità del lago.
Il duellante inglese prese alcune foglie ingiallite cadute dagli alberi e le usò per coprire le poche impronte lasciate nella terra o le foglie che risultavano visibilmente schiacciate; stette attento a non tralasciarne nessuna in un raggio piuttosto ampio, anche se Veirhal gli aveva detto che i soldati tendono a non avventurarsi troppo nella foresta a piedi con certa gente è sempre meglio non fidarsi.
Terminato osservò soddisfatto il suo lavoro e poi lasciò sapientemente alcune false impronte che lasciassero pensare che fosse giunto al lago passando dal profondo della foresta, infine tornò alla nave dove trovò immediatamente il suo nuovo compagno di viaggio.
 
"Fatto?" domandò laconico
 
"Nessuna traccia!" rispose l'altro
 
"Ottimo!" esclamò salendo la scala "salta su che partiamo"
 
Julian seguì il capitano nella sala principale di quella casa, e discarica, volante che era la Stella Blu; osservo il granroriano andare verso la cassettiera e estrarne qualcosa, per la precisione un binocolo in condizioni sorprendentemente buone.
 
"Me l'aveva regalato uno dei duellanti uccisi due giorni fa, usalo per tenere d'occhio le navi nemiche dalle finestre laterali" disse porgendolo all'umano
 
"Sei sicuro di riuscire a sentire quello che dico anche dalla tua cabina?" domandò Julian
 
"Ho staccato apposta la porta per poterlo fare" rispose l'altro mostrando il nuovo ingresso della cabina "ho nascosto la porta tra le sterpaglie che ho  levato dall'ingresso del tunnel; era vecchia e non stava mai chiusa, solo una seccatura per me"
 
"Va bene, allora io sono in posizione" disse Julian appostandosi appena fuori dall'ingresso pronto a guardare da entrambi i lati "quando saremo fuori, in che posizione saremo rispetto al cantiere?"
 
"Sarà alla tua sinistra, quindi inizialmente tieni d'occhio soprattutto quella vetrata…" rispose nuovamente il pilota dalla cabina di comando "… oook, sono in posizione; mi raccomando Julian tieniti forte in partenza, sarà decisamente esplosiva ma dopo poco ci abitua"
 
"Ok, Vey" replicò l'umano aggrappandosi al divano
 
"Solo gli amici possono chiamarmi Vey, lo sai?!!" gridò tra le risate "e ora… che la fortuna ci assista"
 
Un rumore disumano ruppe il silenzio della foresta, l'erba sotto la nave iniziò ad ondeggiare sempre più velocemente formando una serie di cerchi concentrici, i motori emisero prima un suono poco incoraggiante, che tuttavia si fece poco a poco più normale, poi vapore.
 
"VIAAAA!!!"
 
Come se fosse un essere vivente, la nave rispose al grido del suo capitano e partì ad una velocità impressionante; esattamente come Veirhal gli aveva detto, per i primi secondi Julian dovette trovare un appiglio ma in breve riuscì ad abituarsi e a recuperare la stabilità, dalle vetrate laterali poteva osservare gli alberi del tunnel apparire e sparire dal suo campo visivo dandogli un idea della velocità a cui si stavano muovendo.
 
"Stai attento, tra poco saremo allo scoperto"
 
Neanche il tempo di dirlo e gli alberi lasciarono il posto ad una sterminata pianura; la nave viaggiava ad una velocità sempre maggiore, ogni metro percorso li avvicinava al loro obiettivo… ma anche al loro punto di non ritorno.
 
"Eccola!" gridò il pilota dalla cabina "gli saremo accanto tra pochissimo"
 
"Vista!" confermò Julian "e vedo anche alcune navi in fase di avvio"
 
"Dannazione ci hanno già visti!"
 
Il duellante di Selveya spinse alla massima potenza il sistema dei nuclei e fece eseguire alla sua nave una perfetta rotazione di 360° su se stessa espellendo il peso in eccesso dato dalle scale senza diminuire la velocità di un singolo metro al secondo; nella sala, Julian fu ovviamente sorpreso da quella manovra ardita e accusò qualche colpo di troppo, tornato coi piedi per terra riprese il binocolo e si avvicino alla vetrata di destra.
 
"Da questo lato ancora niente!" esclamò "non ci sono ancora arrivati in coda!"
 
"Meglio così" replicò Vey "e dall'altro lato?"
 
"Quattro navi in avvicinamento… e anche piuttosto rapido direi"
 
"E noi ancora dobbiamo superare la barriera del suono!" urlò rabbioso il capitano "maledizione, la fortuna non ci sta affatto assistendo; e va bene, vi farò vedere di cosa è capace la mia piccola… VAI STELLA BLU!!!"
 
I motori emisero un altro grande rombo e di nuovo il vapore fuoriuscì copiosamente da essi. La nave accelerò , diventando più veloce ogni secondo e metro che passava; alla guida Veirhal inserì l'accelerazione supplementare installata da lui cercando di mantenere il controllo della nave, era sicuro che ormai mancasse poco, davvero poco.
 
"Maledizione ci sono addosso!" gridò Julian
 
"NO!" ribatté perentorio Veirhal "MI RIFIUTO DI ARRENDERMI AD UN PASSO DAL TRAGUARDO!!"
 
Improvvisamente, una delle navi dietro di loro sbandò e si schiantò contro quella accanto, le due presero fuoco ed esplosero in mille pezzi; una manciata di secondi dopo identico destino tocco ad una terza nave che diede prima segni di cedimento, Julian notò una gigantesca colonna di fumo fuoriuscire probabilmente dal motore, e poi si accasciò a terra come un cadavere.
 
"Ma cosa sta succedendo la dietro?!" domandò il pilota
 
"Non riesco a cap… aspetta, stanno sparando dalla Scala!"
 
"Deve trattarsi di una delle armi antinavi, dicono ce ne siano alcune in ogni deposito di cantiere"
 
"Si ma questa punta sulle navi nemiche…" fece Julian prima di essere interrotto da un'altra esplosione "… questa ad esempio era una nave rimasta a terra"
 
"E' impossibile, vuoi dire che qualcuno dei prigionieri ci sta dando una mano?"
 
"Sicuramente qualcuno ci sta dando una mano ma non mi sembra uno dei… OH MIO DIO, NON PUÒ' ESSERE VERO!!!"
 
"Cosa c'è"
 
"OH, MERDA, IL TIRATORE E' DRAGAN!!!"
 
"COSA?!" disse alzando per qualche secondo la mano destra dal volante "Dragan, Dragan mi senti"
 
"Si Veirhal, ti sento forte e chiaro"
 
"Siete in contatto?" chiese stupito Julian
 
"L'avevo dato a tutti i duellanti, è così che ho saputo della trappola" rispose rivolgendosi poi di nuovo al croato "Perché sei qui? Dovresti trovarti al villaggio, idiota!!"
 
Non ci fu una risposta immediata; alcuni interminabili istanti di silenzio e poi la voce del soldato tornò a farsi sentire.
 
"Sai Veirhal, questi ultimi due giorni mi hanno fatto capire una cos… aspetta" si udì un sibilo e poi il rumore di un'esplosione "e anche la quarta è andata… dicevo che ho finalmente compreso una cosa che in realtà, in cuor mio, ho sempre saputo"
 
"Ma di che diavolo stai parlando?" sibilò il pilota trattenendo a stento le lacrime
 
"Purtroppo ho sbagliato, Veirhal, non era questa la mia seconda occasione; ero così disperato che ho accettato la prima opportunità capitatami ma solo ora capisco che non era questo che Gran RoRo aveva preparato per me" spiegò l'uomo con tono a sua volta rotto dal pianto "ho gettato al vento anche la mia seconda chance…. e la seconda è l'ultima"
 
"NO, NON PUÒ FINIRE COSI', DA QUALCHE PARTE AVRAI DI SICURO UN'ALTRA CHANCE!!"
 
"Un uomo non può avere infinite chance nella vita, altrimenti non è più un uomo" replicò pacatamente l'altro "ma su una cosa hai ragione, probabilmente ho un'ultima opportunità"
 
"Cosa intendi di…"
 
"Sai, io sono arrivato in questo mondo perché ne  avevo bisogno" disse prima di sparare un ultimo proiettile ad una nave che stava sopraggiungendo "ma forse posso fare anche io qualcosa per il mondo Altrove, potrei portare con me un compagno nel mio ultimo viaggio… che ne dici della Scala dell'orizzonte?"
 
Detto ciò l'uomo lasciò cadere l'antinavi e Julian riuscì solo a scorgerlo prendere in mano un lanciarazzi prima questi sparisse dal campo visivo del binocolo.
 
In quel preciso istante lo scoppio che segna il superamento della barriera del suono rimbombò come le esplosioni che avevano abbattuto, una ad una, tutte le navi all'inseguimento della Stella Blu.
 
"Addio Veirhal" sussurrò Kaszmir
 
"Chiamami Vey!" esclamò in lacrime "sai, solo gli amici possono farlo"
 
"O-ok… addio Vey"
 
Un sibilo e poi il nulla.
 
Ci fu una violentissima esplosione e l'area di impalcature su cui si trovava Dragan Kaszmir dalla Croazia saltò completamente in aria ricadendo poi verso il terreno, attesa dalle fiamme che erano divampate e che, poco alla volta prendevano il possesso di tutta la torre verde di ferro e vegetazione.
 
Una luce spendente e una porta simile a quella che conduceva ai terreni di gioco si materializzarono di fronte all'unica nave ancora in grado di volare; all'interno di essa la nave scomparve, in un silenzio rotto da un'unica voce… un grido straziato dal dolore.
 
"DRAGAAAAN!!!!"
 
 
 
SPAZIO DELL'AUTORE
 
Wow, non credevo che sarei riuscito a scrivere un capitolo in così poco tempo, specie uno così importante; inizio come al solito ringraziando i miei lettori e recensori che spero possano apprezzare questo capitolo come hanno fatto (sempre che l'abbiano fatto) con i precedenti.
 
Veniamo alla storia… mi pare giusto che dopo un capitolo senza troppa azione ne segua uno con morti, esplosioni, fiamme e corse contro il tempo… no, scherzi a parte, credo sia una delle prime volte che penso io stesso che un capitolo mi sia venuto bene, spero in particolare di essere riuscito a caratterizzare abbastanza bene Veirhal sin da questo primo capitolo perché ci sarà praticamente sempre da qui in poi anche se devo ammettere che, quando apparirà Magisa, le iterazioni tra lui e Julian diminuiranno leggermente.
 
Nel  capitolo è importantissima, per cui se avete intenzione di seguire tutta la storia è fondamentale che ve la ricordiate, la parte in cui Dragan spiega come si può arrivare a Gran RoRo, è frutto di una mia interpretazione del tutto personale (tra l'altro non mi pare che nell'anime si dica perché si arriva nel mondo Altrove) ma sarà un concetto di importanza capitale per spiegare gran parte delle storie personali di alcuni personaggi che Julian, Vey e, a breve, Magisa incontreranno a Gran RoRo.
 
Mi scuso per il capitolo forse un po' pesante (e per avere inventato la parola "granroriano" per definire gli abitanti del mondo Altrove ma non venivano più sinonimi adatti), vi assicuro che appena arriverà Magisa la storia si farà meno pesante e, pur senza esagerare, anche più divertente; resistete cari lettori, ormai non manca molto.
 
Che dire ora, non mi resta che darvi appuntamento al prossimo capitolo nel quale accadrà qualcosa di molto, ma davvero molto, importante soprattutto per Julian.
 
Ciao a tutti da ShawnSpenstar anche detto Athos.
 
NOTE: Veirhal aggiunge un Falconia, lo Schermidore al suo side deck (fatemi sapere se preferite avere le note ad inizio capitolo o alla fine come in questo caso, grazie mille!)
 
P.S. due parole in più forse le merita la Stella Blu che non mi sembra di avere descritto adeguatamente all'interno del capitolo; personalmente l'ho immaginata "fisicamente" di forma simile alla Limoviolet ma decisamente più piccola nelle sue dimensioni, oltre che blu e non viola ovviamente; per quanto riguarda invece la "dotazione", le cose che la distinguono dal modello più recente sono l'assenza della parte "panoramica", il fatto di avere un sistema di nuclei più debole e alcune altre caratteristiche che saranno accennate, nel caso foste interessati, nella prima parte del prossimo capitolo.
  
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