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Autore: Sherlokette    08/09/2014    2 recensioni
Gentili lettori e lettrici, ecco di ritorno in questo capitolo extra Mystery, Loki e gli Avengers!
Mystery è stata gravemente ferita, e la sua unica speranza sembra essere il suo migliore amico, che nonostante numerosi timori deciderà di seguire il suo affetto per lei.
P.S.: Se siete nuovi a questa serie che ho scritto, vi consiglio vivamente di leggere le due part precedenti, per chi già la conosce, bentornati!
Genere: Dark, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un'apprensione terribile era calata in una piccola ma confortevole sala d'aspetto di uno dei tanti ospedali di New York. Seduti sulle sedie in plastica disposte in fila o sulle più comode poltrone in pelle nera, Clint Barton, Natasha Romanoff, Tony Stark, Bruce Banner, Steve Rogers e Thor attendevano il dottore, tesi, mentre Loki, preda di un'insolita ma motivata agitazione, camminava avanti e indietro a passi che tentava di rallentare, con espressione corrucciata.

Alla fine, una giovane dottoressa venne da loro portando notizie, e tutti si misero ad ascoltare con attenzione.

-Non vi nascondo che è ancora in gravi condizioni, ma l'operazione è andata bene. Purtroppo ha perso molto sangue, e solo una trasfusione potrà farla riprendere del tutto. Stiamo cercando il donatore adatto, ma il suo è un sangue raro e non è facile. -

-Fate delle analisi a noi!! - propose Capitan America, - Forse uno di noi è compatibile, e non dovrete perdere altro tempo! -

-Sempre pronto al sacrificio, eh Cap? - scherzò il miliardario, senza tuttavia sorridere, dandogli un colpetto sulla spalla, - Ragiona prima di farti bucare una vena per niente. Basta chiedere. - Si rivolse alla donna: - Di quale gruppo sanguigno avete bisogno? -

-Ecco... AB negativo. -

Cadde il silenzio. I Vendicatori si scambiarono occhiate eloquenti: nessuno di loro corrispondeva o poteva essere compatibile.

-Mi offro io. -

La voce del dio degli inganni fu come una scossa per tutti, che lo guardarono sorpresi.

-Che hai detto? - riprese Steve.

-Io e lei siamo compatibili. Lo so da dopo una visita che abbiamo fatto insieme tempo fa. Abbiamo scoperto per caso che... -

Bruce lo prese per il bavero del cappotto nero che indossava, minaccioso: - Smettila! Stai mentendo! -

-Calma, dottor Banner, non è una bugia. - La tranquillità di questa affermazione riuscì solo a peggiorare le cose, e lo scienziato strinse ancora di più la presa: - Ti rendi conto che la ucciderai se il tuo sangue non sarà perfettamente identico al suo?!? -

A quel punto fu Loki ad alzare un po' la voce: - Credi che potrei farle questo? Proprio a lei, che mi ha reso la libertà e mi ha aiutato ad avere una vita degna di tale nome? Non sono così ingrato!! -

I due si guardarono in cagnesco ancora per un po', finché Thor non intervenne a separarli:

-Adesso basta. Tutti e due. Bruce, lascialo, per favore. Non puoi arrabbiarti qui. -

Quest'ultimo mollò bruscamente la presa.

Loki domandò alla dottoressa: - Posso vederla? -

-Non è cosciente. -

-Voglio solo vederla. -

-... Aspetti un momento. -

Lei si allontanò; il dio del tuono prese il fratello e lo condusse in disparte: - Loki... Sicuro di quello che fai? C'è il rischio... -

-Lo so. Ma sono disposto a correrlo, questo rischio. -

-Di che state parlando? - domandò Natasha.

Thor assunse un'espressione grave: - C'è un'altissima probabilità che Mystery diventi come Loki. In parte resterebbe midgardiana, ma insieme anche asgardiana... e Jotunn. -

Tutti guardarono Bruce, dato che era lui l'esperto in materia, che mormorò: - Se sono compatibili... Potrebbe anche accadere, sì. Il DNA potrebbe ricombinarsi in qualche modo. Parlo per esperienza diretta, mia cugina ha avuto bisogno del mio sangue e... - La sua espressione fu molto eloquente.

-Non crediate che non sia combattuto. - Il dio degli inganni era davvero preoccupato, e si passò una mano sul viso stanco: - Avevo promesso a Charles Lysle che avrei protetto sua nipote, mentre invece è stata lei a proteggere me. Adesso che però ho l'occasione di salvarla... -

-Venga, hanno detto che può vederla - disse la dottoressa, di ritorno.

Loki la seguì in terapia intensiva, ragionando: “Se le do il mio sangue e lei si trasforma in un mostro si salverà ma mi odierà a vita. Se non lo faccio e lei muore prima di trovare un donatore adatto, la perderò comunque. In entrambi i casi il finale non sarà felice.”

Giunse al vetro che dava sulla stanza dove era ricoverata la Wiccan, e si avvicinò: sdraiata sul letto, aveva una flebo per braccio che portavano una soluzione fisiologica dai sacchi direttamente alle sue vene, e sul petto, coperto da un camice d'ospedale azzurrino, poteva intravedere quegli “strani sensori” che servivano a monitorare il battito cardiaco, che risultava regolare ma debole.

Ed era pallida. Dei, era più bianca di un fantasma.

Sembrava una bambola di porcellana abbandonata da qualche bambina distratta.

-Se può esserle d'aiuto lei non si è arresa. -

-Prego? -

La dottoressa spiegò: - In sala operatoria ha avuto un arresto cardiaco a causa dell'emorragia, ma ha risposto subito alle manovre di rianimazione, ed è rimasta con noi. Non voleva morire. Ma ora non può farcela senza una trasfusione. -

Il dio poggiò una mano sul vetro, riportando la sua attenzione sulla ragazza.

Osservò ogni centimetro di quel volto cadaverico, che ricordava sempre così allegro ed entusiasta. Odiò quei tubi che le servivano per respirare, lei che non era mai dipesa da niente e nessuno costretta a farsi aiutare da una macchina per non soffocare. Notò le profonde occhiaie che segnavano la pelle sotto gli occhi chiusi, e la bocca inespressiva di quel sonno innaturale completava il quadro terribile che aveva di fronte.

No, non c'era più tempo.

-E va bene. Che devo fare? -

 

 

 

Prelevarono dalle vene di Loki il sangue necessario, e Tony venne chiamato (e anche mandato dagli altri) a prenderlo una volta finito.

-Sembri più pallido del solito, amico. -

-Non ho voglia di scherzare, Stark. - Il dio provò a camminare, ma si sentiva fisicamente indebolito, e barcollava.

-Ohi ohi, aspetta... - Il miliardario gli offrì sostegno: - Va bene, torniamo di là, hai bisogno di riequilibrare gli zuccheri se non vuoi svenire. -

-Come mai tanta premura? -

-Hai appena salvato la vita di Mystery. Ti meriti un minimo di gentilezza, non credi? -

Loki sorrise, amaro: - Se diventa blu, però, non dite che non l'avevo detto. -

-Potrebbe anche non accadere. E anche se fosse, pensa al lato positivo! Diventerebbe immortale come te e Thor, e avreste tutto il tempo per coltivare la vostra storia. -

-Quale storia? -

-Mi prendi in giro? Non ti fai togliere il sangue per salvare una donna a meno che tu non la ami. Amettilo. -

-E' la mia migliore amica. -

-Sicuro? -

Era un pezzo ormai che Tony Stark si era posto come obiettivo della sua vita far sì che il dio degli inganni e Mystery si mettessero assieme. Loki lo liquidava con occhiatacce, e la ragazza ci rideva su.

Quella volta però il dio non rispose in alcun modo, non voleva continuare quel discorso e non si sentiva fisicamente in grado di sostenere tale conversazione.

Tornato in sala d'aspetto, Loki venne rimpinzato di dolcetti e caffè presi ai distributori automatici dell'ospedale, e piano piano si riprese.

Il suo pensiero era però fisso sul momento in cui Mystery si sarebbe svegliata, e attendeva la risposta dei dottori.

Tutti decisero di pernottare lì, e procurandosi delle coperte si arrangiarono con le poltrone, unendole per formare delle specie di letti.

Era un disagio momentaneo che erano tutti pronti ad affrontare.

 

 

 

La prima cosa che mi colpì fu la luce bianca fortissima attorno a me. Poi, prepotente, la puzza di disinfettante.

Sentivo oggetti nelle braccia.

Dei, come ho sempre odiato gli aghi.

Aprii piano piano gli occhi un'altra volta, e focalizzai l'ambiente, storcendo il naso perchè ci sentivo qualcosa dentro: era una stanza d'ospedale con una finestra alla mia sinistra e una fila di letti, vuoti, alla mia destra. Vicino alla suddetta finestra c'era un comodino su cui era poggiato un vaso pieno di fiori di lavanda. Però erano finti. In compenso vidi regalini e bigliettini di vario genere sul piano, più un enorme orso di peluche rosso e giallo (intuii subito, senza esitazione, chi potesse averlo mandato) che reggeva un cuore con su scritto un classico “Get well soon”.

Non mi muovevo più di tanto, durante questa osservazione. Un mio incubo ricorrente erano aghi di siringa che si rompevano e mi restavano nella carne, per cui stavo più immobile possibile.

Entrò una graziosa infermiera bionda, che mi sorrise: - Ti sei svegliata, finalmente! Bene, i tuoi amici saranno contenti; vado subito a chiamarli. -

“I miei amici...?” Ricordai allora il motivo per il quale mi trovavo lì. E mi riempì il cuore di gioia veder fare capolino sulla porta Steve Rogers con un mazzo di fiori in mano.

-Hey, Cap... - mormorai, la bocca un po' impastata, accennando un sorriso.

Entrarono tutti a passo leggero, e Loki mi si avvicinò per primo: -Come stai? -

-Ho una fame da lupi... - brontolai, - Ditemi che a chi sparano portano delle belle bistecche, per favore. -

-Come fai a scherzare in un momento simile non lo so... -

Presi coraggio e mi mossi per prendergli una mano: - Non fare così. - Mi rivolsi poi a tutti, infastidita dalle cannule nel naso: - Mi dispiace avervi fatto preoccupare, ma ora sto bene. Più o meno. Mi dareste un po' d'acqua, per favore? -

-Ci penso io. - Clint si allontanò per soddisfare la mia richiesta, e Thor aggiunse: - Devi ringraziare Loki se sei ancora qui. -

-Come? -

Mi spiegarono della trasfusione, e io restai a bocca aperta.

-Loki... Tu...? -

Lui strinse la presa sulla mia mano: - Non c'era tempo. Perdonami. -

-E di cosa? -

-Io sono uno Jotunn, oltre che un asgardiano, e se tu dovessi... -

-Cosa? - lo spronai.

-Diventare come me... Non lo sopporterei. Potrei averti resa un mostro, e ti capirò se non vorrai più avere a che fare con me. -

-Giuro... che se ne avessi le forze ti prenderei a sberle. Ma ti ascolti quando parli? -

Ebbi la forza di tirarmi un po' più su sul lettino: - Ti rendi conto delle assurdità che spari ogni tanto? Tu mi hai salvato la vita, ed è solo questo che conta! - La mi voce suonava strana e roca, ma ero decisa.

-Ma Mystery... -

-E va bene, probabilmente mi hai resa immortale, probabilmente comincerò a starnutire brina, e allora? Sono dettagli. Tu-mi-hai-salvata - scandii.

-Ha ragione lei! - si inserì Tony, - Gli effetti collaterali si possono gestire. È viva, che vuoi di più? -

Loki mi guardò, un po' smarrito, per poi cambiare espressione e mostrarmi quell'affetto che si era creato fra noi e che era cresciuto dal giorno del Ragnarok.

Sorrisi: - Andiamo, che vuoi che succeda? -

Non finii di dirlo che, toccando il metallo della sponda alla mia sinistra, questo si ricoprì di piccoli cristalli di ghiaccio.

Tutti rimasero ammutoliti, e Clint, che mi stava portando il bicchiere, restò a metà strada.

-Ok, questo è strano... - mormorò Stark.

 

 

 

-Quindi, dottor Banner? Che mi dici? -

Grazie al sangue asgardiano mi rimisi in sesto completamente, e il giorno dopo ero già in piedi. I medici erano contrari a dimettermi, ma riuscii a convincerli, anche perchè non volendo avevo riempito la stanza di ghiaccio, facendolo correre sulle pareti. Tuttavia Bruce aveva voluto farmi delle analisi, e mentre indossavo degli abiti puliti che Loki mi aveva portato da casa gli posi questa domanda al suo ingresso nella camera.

-E' successo quello che avevamo ipotizzato: i tuoi geni, grazie alla compatibilità del gruppo sanguigno, si sono mescolati con quelli asgardiani e Jotunn. -

-Quindi sono un ibrido fra tre razze. Non male. -

-Se vogliamo semplificare... Ma c'è di più. -

Prese una delle mie mani e la portò a palmo in su: - A quanto pare hai preso il meglio di entrambe le parti donate: hai sia l'incredibile capacità di recupero fisica di un asgardiano che il potere congelante di un gigante di ghiaccio. Con un solo tocco, puf! - e indicò con gesto circolare la stanza.

-Ma Loki non congela le cose. Me ne sarei accorta, no? - Mi voltai verso il dio, rimasto seduto su una sedia in attesa che fossi pronta: - O è un altro dei tuoi piccoli segreti? -

-Io veramente... Quando ho scoperto la verità, e di conseguenza i miei poteri di Jotunn, ho evitato accuratamente di utilizzarli. -

-Perchè? -

-Perchè è già difficile sentirsi diverso senza sapere perchè. Non volevo dare un motivo valido a tutti per pensarlo davvero. -

-Consolati: ti sembra gente normale quella che frequentiamo? Qui diverso è bello! -

Strappai una risata al mio amico e a Bruce, che aggiunse: - Non farti sentire da Tony, o non la smetterà più di farci battute sopra! -

-Su cosa non devo fare battute? - ripeté il miliardario entrando nella stanza: - Venite, ragazzi? La macchina è qui fuori che ci aspetta. -

-Arriviamo. - Infilai la mia giacca ed espirai: - Non vedo l'ora di dormire nel mio letto... L'unica cosa che mi fa male ormai è la schiena! Anzi, no; Loki? -

-Cosa c'è? -

-Andiamocene un po' in giro! Ho riposato abbastanza, direi. -

-Non strapazzarti troppo, ti hanno sparato, ricordi? -

-Mh. Non hai torto. - Sogghignai: - Allora ci ordiniamo una pizza e guardiamo un film? O preferisci ordinare cinese? -

-Mystery... -

-No, lo so io: un bello shawarma! Chissà se lo fanno da asporto, devo chiedere a Tony... -

-Mystery! -

-Che c'è? -

-Rallenta. Cos'è tutta questa frenesia? -

-Uh... - Sul momento non sapevo che rispondergli.

-Che ti è preso? -

Mi passai una mano fra i capelli: - Io... Non voglio deprimermi pensando che potevo morire. Voglio riprendere il ritmo e pensare “Cavolo, sono sopravvissuta anche a questo!”. Capisci cosa voglio dire? -

Lui mi guardò in modo strano, poi sorrise: - Ti invidio da morire, sai? Pensi sempre positivo. -

-E' facile vedere il bicchiere mezzo vuoto e buttarsi giù. Ma ormai mi conosci. - Gli feci l'occhiolino: - Sono una lady di ferro, io! -

Lui sospirò: - Niente shawarma, comunque. Cinese va bene. -

-Oppure andiamo al cinema - ripresi, uscendo fuori della stanza assieme a lui e raggiungendo Stark e Banner in corridoio, - e stavolta li compro io i pop corn. -

-Come preferisci. -

-E il tuo piccolo problema di congelamento? - domandò Tony.

-Eh? -

-Cosa succederebbe se per caso cominciassi a creare ghiaccio nella sala? -

-Oh... Non ci avevo pensato - ammisi.

-Meglio che tu rimanga a casa, per ora, ci è bastata l'ultima di glaciazione. -

-Non preoccuparti, non intendo ripetere l'esperienza. -

-Mi preoccupa solo che potresti cominciare ad andartene in giro a cantare e fare pupazzi di neve... -

Lì per lì non colsi la sua allusione, ma quando capii lo guardai male: - Tu scandalizzi la gente con i tuoi riferimenti cinematografici, sai? -

-Non dirmi che non lo faresti. Così, per divertimento. -

Ci pensai su: - Beh... Forse, ma attento, poteri trasformare la tua bella torre nel mio palazzo di ghiaccio! -

-Ah no! Pepper non ce la perdonerebbe mai! -

-Di che state parlando? - domandò Loki, perplesso.

Gli diedi una pacca sulla spalla: - Te lo spiego a casa, è meglio. -

Dietro di noi, Bruce cercava in tutti i modi di non scoppiare a ridere.

 

 

 

Il fattorino suonò alla nostra porta in perfetto orario.

-Hai controllato che non abbia barato sul resto? L'ultimo lo ha fatto! - gridai dal salotto, avvolta nel mio pigiama preferito e raggomitolata sul divano.

-Tranquilla, l'ho tenuto d'occhio, è tutto a posto - mi rispose Loki, che entrò reggendo le buste con le nostre ordinazioni in una mano.

Lo guardai: dopo ripetute proteste e suppliche da parte mia, durate due mesi, ero riuscita a convincerlo ad indossare abiti normali per stare in casa e per le nostre uscite, nonostante pretendesse di continuare a mettersi la sua armatura per lavorare. Ma mi stava bene.

In quel momento indossava dei pantaloni comodi con l'elastico, neri, e una maglietta verde chiaro a maniche corte.

Sorrisi fra me e me, pensando che un osservatore esterno ci avrebbe preso per due normalissimi coinquilini.

Lui posò le buste sul tavolino davanti al divano e si sedette accanto a me: - Bene: cosa hai scelto per stasera? -

-Volevo mettere un film dell'orrore, ma ne ho talmente tanti che volevo prima consultarmi con te, così... Ho portato tutta la scatola! - annunciai, allegra, ma come la toccai, cercando di prelevarla da sotto il tavolo, formai brina sul tappo in plastica.

-Cavolo. -

-Faccio io. - Il dio recuperò il contenitore e lo poggiò in mezzo a noi.

Sospirai: - Devo assolutamente imparare a controllarlo. -

-I primi tempi è normale. -

-Tu come hai scoperto il tuo? -

Lui attese un attimo prima di rispondere: - Ci fu una lotta con alcuni Jotunn. Uno di loro mi afferrò il braccio, un gesto che per qualunque altro essere vivente avrebbe comportato un'ustione da freddo. Io invece diventai blu. Quel giorno scoprii chi sono. Ma la cosa più strana fu che quel contatto risvegliò anche i miei poteri congelanti. Per un po' portai i guanti, non volevo che si sapesse, poi una volta padroneggiato riuscii a farne a meno. -

-E come hai fatto? - Ero rapita, come sempre quando mi raccontava o spiegava qualcosa, dalle sue parole.

-Ci vuole una buona dose di autocontrollo. Ma questo vale per me. Tu sei diversa perchè nata umana, e non hai mai avuto un potere del genere. Non ho idea su come procedere. -

-Vorrà dire che lo scopriremo insieme! - sorrisi, rassicurante, - Sarà divertente! Sai, una dote del genere può avere sviluppi interessanti! -

-Ah sì? Di che tipo? -

-Uhm... Al momento non mi viene in mente niente di intelligente. Te lo dico dopo il film, ok? - conclusi, scegliendo un DVD a caso.

 

 

 

-Vedendo questa scena mi è tornato in mente: che ne è stato di quella biondina che ti faceva il filo, Lauren, Lara... -

-Sara? -

-Sì, lei. Ci sei uscito una volta, poi più niente. -

-Non era il mio tipo. Troppo frivola. -

-Lo hai detto anche per le altre due precedenti. -

-Ho gusti difficili, io. Tu piuttosto: non avevi quel giovanotto, Brad qualcosa, che voleva prendersi un caffè con te? -

-Troppo palestrato. Sciupafemmine. Gli ho dato il ben servito. -

-Brava. -

-Uh, aspetta aspetta, questa scena merita! -

Accoccolati l'uno accanto all'altra, gustando la nostra cena, parlavamo del più e del meno e commentavamo le scene del film come ormai ci capitava di fare spesso.

Ad un certo punto mi accorsi di uno sguardo strano negli occhi di Loki: - Tutto bene? -

-E' solo che... Queste serate... -

-Cosa? -

Notai un lieve tono rosato sui suoi zigomi: - Ti confesso che sono tornato qui, la notte prima che ti svegliassi. La casa non mi era mai sembrata tanto vuota. -

Gli poggiai la testa sulla spalla: - Ti mancavo già? -

Lui rimase in silenzio per un po', poi scattò con un: - Io non voglio che ti succeda qualcosa, va bene?!? -

Lo guardai allibita.

-Da dopo la battaglia del Ragnarok credevo di poterti tenere al sicuro, ma così non è stato. Io non riesco a superare la sensazione che avrei dovuto essere io a rimanere ferito! -

Mi tremò il labbro inferiore, e prontamente lo fermai con una mano. Non potevo credere alle mie orecchie.

Una volta di più avevo visto la reale fragilità di quel dio così forte all'apparenza.

Avvertii nelle sue parole una inespressa paura di trovarsi di nuovo solo.

Mi frenai dal mettermi a piangere, temendo che potesse fraintendere, e gli carezzai una guancia, intenerita: - Basta coi sensi di colpa. Sono ancora qui, no? -

Lui mi sorprese abbracciandomi stretta a sé.

Rimasi scossa per un attimo: di solito ero io ad avere certi slanci nei suoi confronti.

E non aveva intenzione di lasciarmi andare, così mi arresi, mi accomodai più vicina a lui e tornammo a guardare il film.

-Mi ci vorrà un nome, o un soprannome... - buttai lì.

-Come una vera super eroina. -

-Mi piacerebbe... Ice Witch. -

-Non c'è già una ragazza che si fa chiamare Scarlet Witch? -

-Sorvoliamo, era solo un'idea. Vuoi ancora spaghetti? -

 

  
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