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Autore: Inquisitor95    10/09/2014    1 recensioni
"Mi svegliai sobbalzando visto lo strano sogno che avevo fatto: delle creature spaventose correvano contro di me, avevano sete del mio sangue. Io continuavo a correre cercando di scappare visto che non avevo una spada con cui difendermi; se nel sogno fossi stata armata, sicuramente le cose sarebbero andate diversamente. Fortunatamente però era stato solo un terribile incubo, non avevo mai lasciato la mia stanza nel castello di Altura Perenne. Non avevo mai lasciato il mio letto e per tutto il tempo ero rimasta tra le braccia possenti del mio cavaliere. Ero ancora abbracciata a lui in effetti, la testa appoggiata sul suo petto forte e caldo, il fatto che mi fossi svegliata sobbalzando però aveva condizionato anche il fatto che lui si svegliasse. Lo trovai con i suoi occhi brillanti come smeraldi che mi fissavano, allungai una mano percorrendo il suo corpo fino al viso e salendo fino ai capelli morbidi, rossi come le fiamme e leggermente sudati per via del caldo estivo."
Questa è la storia che più volte è stata raccontata, in molti hanno aggiunto dettagli, ma solo io conosco la verità e sono qui per raccontarla: di come il Quinto Flagello si è concluso prima che devastasse il Thedas.
Genere: Avventura, Dark, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alistair Therin, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Leggende del Thedas'
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CAPITOLO DICIASSETTESIMO
PROBLEMI A DENERIM


« Finalmente siamo arrivati. Credo che sia quella no? » chiesi indicando l'unica nana che lavorava nella locanda pulendo i tavoli. Oghren si voltò speranzoso e la vide anche lui: una nana dall'aspetto comune, più giovane di Oghren e dai brillanti occhi castani, lo stesso colore per i capelli.
« Sì è proprio la mia Felsi! Possiamo andare a parlarle subito? Vorrei concludere in fretta e tornare in viaggio! » era chiaramente emozionato all'idea di rivedere la vecchia amante. Gli altri erano rimasti appena fuori dalla locanda.
« Va bene! » dissi cercando di non zoppicare, purtroppo quella ferita me l'ero procurate durante un'incursione notturna dei Prole Oscura, era successo qualche sera prima e ancora mi doleva. Ci avevano attaccati nel sonno in maniera molto subdola, fortuna che eravamo pronti, noi Custodi sentivamo la Prole Oscura che avanzava e che si avvicinava quindi potevamo avvertirli, se fosse stato diverso saremmo morti in quel modo probabilmente!
« Felsi! È da un po' che non ci vediamo ma vedo che hai ancora le due pagnotte e due bei meloni eh? » fissai il nano disgustata, la stessa espressione la mise su lei. Non era per niente il modo giusto di conquistarla.
« Tra tutte le locande del Ferelden dovevi fermarti proprio qui Oghren!? » chiese lei irritata, neanche fece caso che ero vicina a lui. Mi chinai appena per sussurrargli qualcosa all'orecchio, stava sbagliando approccio e dovevo correggerlo!
« Dille che l'hai pensata. Dille quanto sia speciale per te e che stai combattendo la Prole Oscura! Falle capire quanto tu sia cambiato... » sussurrai tutto, la metà delle cose non credevo fossero vere ma lui era un bravo attore forse!
« Scherzi a parte, sono tornato per te Felsi. Ti ho pensata molto in questo lungo tempo, mi manchi moltissimo e ho capito che sei tu la donna giusta per me... » sembrava quasi rapita da quelle parole, non riusciva a credere che fosse Oghren a parlarle e restò immobile. « Volevo dirti tutto questo prima di andare a combattere la Prole Oscura. Mi ha fatto piacere rivederti ma ora è tempo che io vada... » fece per andarsene e lei subito lo fermò.
« Dove credi di andare? Pensi che puoi dire cose del genere a una donna e poi fuggire via!? Fermati a bere qualcosa almeno! » disse lei. Oghren dovette però rifiutare, le disse che il nostro compito era troppo importante per continuare a rimandarlo ma che alla fine del viaggio sarebbe tornato da lei; non capii subito la sua tecnica e me lo spiegò quando ci avventurammo verso Redcliffe: secondo lui bisognava per aspettare le donne, non usò queste stesse parole ma posso dirvi che si meritò il ceffone che gli diedi, anche se poi rise allegramente.
Redcliffe comparve ai nostri occhi ancora una volta: le sue bellissime case con i tetti fatti di tegole, il lago che splendeva in fondo alla valle, le stradine e il ruscello della cascata che si riversava via, gli alberi verdi che ci separavano dal grande mulino stranamente fermo e dal castello dell'Arle. Dovetti fare una deviazione con Sten, prima di entrare al castello avevamo qualcosa di cui occuparci. La sua spada perduta. Non fu difficile trovare Dwyn, il nano che doveva avere la sua lama, sapevo dove abitava fin da quando avevamo aiutato Redcliffe con i non-morti, vale a dire molti mesi fa ormai. Bussammo entrambi alla porta ed entrammo rivolgendoci subito al padrone di casa, un nano dall'aspetto stravagante, l'armatura pesante d'acciaio. Nessuna tracce della spada in quella piccola casa in disordine.
« Di nuovo tu? Che altro vuoi da me? Non pensare che mi sia dimenticato il tuo volto! » disse subito il padrone di casa. Volevo provare a usare un po' di diplomazia, ma Sten mi precedette e forse ci fece risparmiare tempo. Lo prese per il collo e lo sollevò in aria, in viso era impassibile e mi spaventava.
« Dammi la mia spada. Tu hai una spada qunari. La rivoglio indietro e subito! » ruggì, mi avvicinai ai due litiganti e il nano continuò a tremare per la paura.
« Suggerirei di fare come ti dice. Sappiamo che l'hai acquistata e magari potremmo tornarti i soldi indietro... » proposi, il nano indicò un armadio e il suo compare lo aprì rivelando a noi una grande spada con una lama splendente e lucida, una complessa maniglia che mostrava i chiari segni di manifattura straniera, qunari ovviamente.
Sten gettò a terra il nano che quasi stava soffocando, tossì della saliva e si rimise in piedi, cercai di dargli una mano per gentilezza ma mi scacciò. « Non voglio niente da te! Tieniti pure i soldi della spada, ve la regalo basta che non vi veda più! »
Senza dubbio era chiaro che fosse arrabbiato con noi, non mi dispiacque poi così tanto e lo lasciammo nella sua piccola dimora disordinata mentre Sten aveva tra le mani la sua bellissima e gigantesca spada, era come se avesse trovato un pezzo di sé, sembrava completo. Era strano come quella sensazione la stesse trasmettendo anche a me. « Myalee... non ci sono parole umane o qunari per poterti ringraziare a sufficienza. Mi dispiace solo di averti sottovalutata in tutto questo tempo. Tu sei diversa dagli altri umani... »
« Nessun riferimento al fatto che sia una ragazza? » chiesi sarcasticamente mentre eravamo tornati tra gli alberi, vidi i nostri compagni attenderci davanti al cancello. Per la prima volta lo vidi fare un sorriso e chiuse gli occhi.
« No. Hai un'aura diversa da quell'idiota di Alistair o da quella strega. Tralasciando la suora e la nonna... » non riuscii a capire a cosa alludeva. Non sentivo nulla di diverso in me. « Quando termineremo il Flagello potrò tornare dall'Arishok con una risposta alla domanda: “Cos'è il Flagello?” »
« E hai trovano una risposta alla sua domanda? » annuì ma non mi rivelò mai quale fosse, sapevo però che mi avrebbe citata nel suo racconto, da quel momento avevo ottenuto il più profondo rispetto di Sten, il rispetto di un potente guerriero qunari.
Entrammo al castello e ci facemmo subito ricevere nel salone, le guardie ci fissavano con ammirazione e la cosa mi imbarazzava molto. Non ero una ragazza che si vantava, mi faceva piacere ma non riuscivo a fissarli mentre mi guardavano in quel modo. Perché ero certa che quegli sguardi fossero solo riservati a me. L'Arle arrivò poco dopo che fummo annunciati, aveva una scorta di due guardie dietro di lui, si fermò a pochi metri da me e cominciò a parlare a tutti noi.
« Immagino che i trattati siano stati tutti confermati. Possiamo partire per Denerim? La strada è molto lunga e dobbiamo fare più in fretta possibile, ho già convocato l'Incontro dei Popoli con i nobili per quando arriveremo... »
Non volevo continuare ad aspettare. Mi dissi pronta e finalmente marciammo verso Denerim, sarei tornata nella capitale con molta più esperienza, notevolmente cresciuta su tutti gli aspetti, l'ultima volta cercavamo Genitivi ed era successo mesi fa. L'estate si avvicinò quasi alla sua fine mentre viaggiavamo attraverso i Bannorn, il tempo stava cambiando nuovamente e trovammo numerosi accampamenti distrutti dai Prole Oscura, cadaveri sia di contadini che dei mostri, sangue che bagnava le strade e la terra, cenere che un tempo era stata parte di abitazioni. Era molto evidente che la Prole Oscura fosse una minaccia, ero anche preoccupata per l'Incontro dei Popoli, se avessimo perso? Eamon aveva notevole influenza sulla nobiltà, ma loro avevano tutti i diritti di schierarsi con chi volevano, sia con noi che con Loghain. Chiesi ad Arle Eamon che sarebbe accaduto nel caso di una nostra sconfitta, mi rispose con un giro di parole molto lungo, spiegandomi anche cose che non riuscii a capire perché riguardavano la cerchia più stretta dei nobili. In poche parole? Non riuscii neanche a capire di una cosa di quello che aveva detto, a modo suo mi aveva risposto e io come una stupida mi lasciai abbindolare dalle sue belle parole. Aveva sviato il discorso, molto astuto.
La tenuta dell'Arle di Redcliffe era situata in una via poco distante dal distretto del mercato, anche dall'abitazione si sentivano però i rumori tipici del mercato, persone che parlavano ad alta voce per vendere le loro merci. Alistair non sembrava quieto a tornare lì, forse pensava a Goldanna, mi strinsi a lui mentre camminavamo e non mi rifiutò. Entrammo nell'abitazione e avemmo a disposizione tutta la mattinata per metterci comodi, c'erano molte stanze, oltre le camere da letto per gli ospiti, nel quale potevamo stare: salotti giganteschi, una sala da pranzo per venti persone probabilmente, una biblioteca stracolma di libri nel quale Leliana e Zevran si persero. Era un notevole cambiamento rispetto al dormire nella foresta e potevo finalmente stare con abiti di seta leggeri invece della solita armatura che non portavo solo per andare a dormire. Eravamo nel mezzo del pomeriggio quando al castello arrivò una visita, un'elfa di nome Erlina che diceva di essere là per conto della Regina Anora... Regina... non del tutto visto che il piano di Eamon è proprio quello di spodestare lei e Loghain.
« Vi prego. La mia padrona ha bisogno di aiuto... » disse una volta che arrivò davanti il grande portone, fu subito portata alla presenza di Arle Eamon, nella stanza volevo essere presente anch'io e Alistair non fu da meno, era strano vederlo con abiti così puliti e probabilmente poteva dire lo stesso di me.
A quanto detto da Erlina, Anora era stata rinchiusa nelle segrete della tenuta dell'Arle di Denerim, incarico che il caso volle affidare ad Rendon Howe, braccio destro di Loghain. Sentivo già la rabbia al solo pensiero: lui aveva tradito la mia famiglia, distrutto la mia vita (o forse migliorata visto che mi aveva permesso di fuggire dal matrimonio con Dairren); doveva morire per mano della mia spada per il tradimento dei miei genitori e per il fatto che adesso abitava le nostre terre! Loghain sosteneva di volerla proteggere e per questa l'aveva affidata a Howe, lui ne aveva fatto la sua prigioniera. Toccava a noi liberarla per avere appoggio all'Incontro dei Popoli, era anche ovvio che il suo appoggio sarebbe stato decisivo. Ma per ottenere il suo aiuto avrebbe voluto che lei restasse al trono del Ferelden. Su questo potevo benissimo giocare d'astuzia...
« Credo che ci sia un lavoro per te, Myalee! » disse infine Arle Eamon concludendo la discussione con l'elfa. Ci avrebbe potuti far entrare dentro la residenza, l'avremmo fatta fuggire... ma ciò significava che sarei fuggita alla mia vendetta.
« Va bene. Datemi il tempo di prepararmi con la mia squadra, andremo oggi stesso! » detto questo mi scambiai uno sguardo con Alistair e si andò anche lui a preparare con l'armatura, avrei voluto lui ovunque insieme a me. Andai a parlare anche con Zevran chiedendogli di venire, le sue doti da assassino potevano essere utili, inoltre chiesi aiuto anche a Morrigan, la sua magia era indiscussa in questo campo.
Ci spostammo per la città senza altre esitazioni.
L'abitazione di Arle Howe, perché è così che si faceva chiamare quello schifoso verme traditore, si trovava molto distante da noi, tuttavia la domestica di Anora sapeva come muoversi per la città, ci fece passare per alcuni vicoli bui, Denerim sembrava una città abbastanza lucente, ma in ogni posto c'è l'oscurità e potei affermarlo quando passammo dal retro di un bordello chiamato La Perla. Arrivammo alla tenuta in circa un'ora, c'era molto caos davanti l'ingresso e ci soffermammo per pochi istanti là. Erlina disse che non era il caso di passare per l'ingresso principale e che Denerim era molto scontenta del suo Arle e di come si comportava. Questo giovava a nostro favore. Entrammo da una piccola porta sul retro che ci condusse alle cucine, piene di elfi che ci guardarono storti, nessuno di loro commentò il nostro arrivo e ci lasciarono passare come se fossimo fantasmi. L'interno dell'abitazione era ben arredato: mobili di aspetto pregiato, il legno intagliato e ricamato in oro, dipinti a olio di chissà quale pittore emergente. Tutti i quadri mostravano gli Howe, non conoscevo tutti i membri della famiglia ma riconobbi subito Nathaniel dai suoi occhi e capelli scuri e Rendon Howe con lo sguardo fiero. Sentivo l'odio ribollire dentro di me e fortunatamente Alistair mi spostava dalla mia posizione fissa sui quadri.
« Questo è tipico dei nobili del Ferelden. Orrendi quadri che raffigurano i loro brutti musi... » commentò sarcasticamente Zevran quando fu lui a passare davanti al corridoio con i quadri che ci lasciavamo alle spalle. « Gli antivani sono più attraenti! » magari cercava di tirarmi su il morale visto che tutti sapevano cosa aveva fatto.
« C'è cattivo odore... e non è Alistair! Qualcosa non quadra qui... » queste furono invece le parole di Morrigan, il suo acidume mi sollevò stranamente, anch'io sentivo un odore strano. Collegai l'atmosfera ad una possibile trappola.
Ero stata una sciocca a non pensarci! Eravamo dentro la tana del leone. Poteva essere una grande trappola architettata da Loghain e noi ci eravamo cascati. Usare come esca la figlia... molto astuto e plausibile. Arrivammo davanti ad una porta e qualcuno da dietro si mosse battendo sulla porta quando ci avvicinammo ad essa.
« Mia signora sono tornata. Ci sono i Custodi Grigi con me! » disse Erlina rivolta alla padrona oltre la porta. Zevran avrebbe potuto facilmente scassinarla e si avvicinò ad essa ma Anora ci fermò con le parole.
« Grazie al Creatore. C'è un problema però: la porta non è sigillata normalmente. Un mago di Howe l'ha incantata. Dovete cercarlo e ucciderlo! » la cosa mi puzzava parecchio, Morrigan poteva essere in grado di spezzare la magia magari.
Mi voltai verso di lei che scosse il viso. « Mi dispiace ma non ho idea di come liberarla. Cerchiamo questo mago e uccidiamolo. L'incantesimo si spezzerà da solo! »
« Abbiamo forse alternative? » commentò anche Alistair mentre mi voltavo verso di lui. No, non avevamo scelta: dentro di me speravo che Howe fosse con quel mago; non fu difficile capire dove fossero i due, probabilmente nei sotterranei.
Ci spostammo velocemente per i bellissimi corridoi, finora non avevamo trovato alcuna guardia per i corridoi, la cosa naturalmente finì là. Lungo il corridoio che stavamo percorrendo trovammo alcune guardie che stordimmo per evitare combattimenti e spargimenti di sangue, era stranamente levarle dai piedi, bastò nasconderci nelle stanze libere e Morrigan lanciava degli incantesimi per stordirli, davamo il colpo di grazia colpendoli alla testa e lasciandoli cadere come mele da un albero. Spostammo i corpi per farli sparire e camminammo ancora fino ad arrivare ad una camera da letto, una porta e alcuni documenti sulla scrivania. Li presi tra le mani mentre passavamo, magari qualcosa riguardo Altura Perenne, fui più stupita del fatto che trovammo documenti per il rito per diventare Custodi Grigi.
« Alistair... guarda qui! » lo chiamai ancora scossa, con quei documenti avremmo potuto accedere al rito. Potevamo reclutare nuovi Custodi e ricostruire l'ordine.
Scendemmo le scale oltre la porta e arrivammo nei sotterranei dove trovammo una gigantesca grata, una prigione. Due uomini dentro la stanza che sembrava piccola come prigione; uno di loro indossava l'armatura dei templari con la lunga tunica viola sotto la corazza e nessun arma con sé. L'uomo accanto aveva un'armatura di fattura migliore anche se chiaramente era stata colpita e rovinata, un aspetto più curato e i capelli sporchi per la polvere e la sporcizia. I suoi occhi si illuminarono quando il suo sguardo si poggiò su di Alistair.
« Alistair! Per il Creatore tiratemi fuori di qui! » pregò l'uomo, Alistair non lo riconobbe subito e l'uomo si presentò. « Sono Riordan! » fu a quel punto che Alistair si illuminò in volto.
« Riordan! Che cosa vi è successo? Perché siete qui? » quasi si aggrappava alla grata della prigione. « È un Custode Grigio. Zevran presto libera questi due uomini! »
L'elfo si avvicinò alla grata per manomettere il lucchetto, tirò fuori un grimaldello e cominciò a giocherellare. Nel frattempo i due uomini dentro la prigione si misero a parlare sotto voce. Riuscii lo stesso a sentire di cosa parlavano. « Date questo anello a mia sorella. Si tratta di Bann Alfstanna... ditele che cosa mi ha fatto Howe! » era stato il templare a parlare rivolto a Riordan. Gli passò un anello e restò dentro la prigione quando la porta fu aperta. Non capivo il motivo di ciò.
« Che piacere vedervi in salute! » disse il Custode Grigio ad Alistair, non l'avevo mai visto quand'ero a Ostagar. « Purtroppo sono stato catturato da Howe... veleno nel piatto e mi ha messo in prigione. Ora è meglio che vada però... immagino che il Flagello non sia ancora finito? » la sua voleva forse essere una battuta, gli spiegammo brevemente che stavamo organizzando un esercito e che avevamo viaggiato molto.
Alistair completava il resoconto, io invece entrai dentro la piccola prigione, svoltai l'angolo per scoprire che la stanza era in realtà molto grande, gigantesca e piena di cadaveri, puzzava di marcio. Puzzava di sangue. Ecco spiegato l'odore che sentivamo io e Morrigan e la sensazione che avvertivo; vidi che i cadaveri erano immobili, senza più vita da chissà quanto tempo e lasciati a putrefarsi. La stanza era tempestata di quei morti, ma soprattutto di strumenti grandi che fungevano da torture. Non saprei descrivervi quanta paura mi incutevano quegli oggetti: so solo che tra di essi c'era una specie di grande macchina rettangolare che stava tirando le braccia e le gambe ad un uomo, un ragazzo che ancora respirava e che mi sentì.
« Ehi! » mi disse quando si voltò verso di me. Corsi contro di lui e misi le mani tra le catene cercando di spezzarle con quanta forza avevo. « Ti prego aiutami! » continuava a supplicarmi, fu allora che vidi una piccola ruota di legno, provai a tirarla ma finii col romperla, questo permise alla catena di muoversi liberamente e potei sciogliere le catene, prima diventarono allentate e infine potei aprirle liberando il ragazzo. Si mise seduto e provai ad accompagnarlo fuori dalla prigione facendolo aggrappare alle mie spalle, camminammo lungo la fila di morti nella prigione e fu allora che lo vidi.
Il suo corpo mutilato, colmo di ferite e di tagli profondi sporchi di sangue, ferite infette e violacee, il suo torace che non si gonfiava più, chissà quando aveva esalato l'ultimo respiro potevo solo sperare che non avesse sofferto troppo, che non avesse avuto alcun ricordo di me mentre moriva. I suoi capelli rossicci e pieni di polvere, gli occhi sbarrati e rivolti contro il cielo pregando il Creatore di farlo morire. Quella fu l'ultima vera volta in cui vidi Roderick Gilmore. Mi aspettavo di crollare nel vedere il suo cadavere, invece mi fermai pochi istanti a fissarlo, gli dissi addio nella mia mente e poi proseguii uscendo dalla prigione. Trovai Riordan che parlava ancora con Alistair e affidai al Custode anziano il prigioniero che avevo trovato. Scomparvero via e noi proseguimmo lungo i corridoi delle prigione e dei sotterranei. Non mancò molto per trovare il mio nemico.
Arle Howe era disarmato, stava osservando qualcuno accanto a lui che torturava un prigioniero di cui ormai non c'era battito in corpo, ormai morto e devastato dalla magia del mago che ci stava giocherellando. Entrambi vestivano con una tunica nobile, non gli demmo tempo di muoversi o di accorgersi della nostra presenza: avanzammo contro di loro e li uccidemmo entrambi, io e Alistair, le nostre lame nelle loro schiene. Il mago morì subito forse per il brutto colpo che aveva ricevuto alla schiena, ma Howe no. Lo spinsi a terra mentre sputava sangue, un lago di rosso fuoriusciva da entrambe le ferite, cercava di frenarle ma inutilmente e allora premette per la paura della morte. Mi avvicinai a lui con gli occhi chiusi a due fessure.
Quella fu forse l'unica volta in cui parlai come Morrigan. « Questo è più che meritato. Mi dispiace solo che tu non soffra abbastanza. Questo è per quello che hai fatto alla mia famiglia... » cercò di sputarmi del sangue in viso ma mi scostai.
« Tuo padre non si meritava Altura Perenne. Quella terra appartiene a me e alla mia famiglia per diritto... lui era un fallimento come teyrn. Io avrei condotto la città... » tossì ancora del sangue mentre la sua pelle sbiancava.
« Vallo a dire all'inferno dove ti sto spedendo! » infilzai la lama ancora una volta nel suo corpo, stavolta centrai il cuore e allora spirò.
A quel punto potevamo finalmente tornare da Anora, facemmo la strada invece e aprimmo la porta che adesso non era più bloccata dall'incanto del mago. La ragazza indossava le sue regali vesti rosee, aveva la pelle candida e morbida, un trucco leggero in tutto il viso e soprattutto intorno ai suoi occhi verdi e splendenti, i capelli un velo di rossetto di una tonalità chiara di viola e i capelli biondi raccolti in un'acconciatura molto complessa. Una donna bellissima che poteva avere circa l'età di Alistair, il che mi faceva strano come pensiero visto che lui aveva qualche anno in più rispetto a me. Riflettendoci bene mi rattristava pensare ad Anora insieme a Cailan, chissà com'erano stati felici insieme... chissà quanto aveva sofferto nel perdere la persona che amava. Io e Anora eravamo molto simili sotto quel punto di visto e sono stata una stupida e rendermene conto tempo dopo: entrambe abbiamo amato, entrambe di nobili origini, entrambe legate a un Theirin, entrambe volevamo il bene del Ferelden e una guida opportuna.
« Grazie mille Custode! Credo sia meglio muoverci in fretta. Non voglio che gli uomini di Howe ci trovino ancora qui... » disse lei con voce quieta e sensibile. Concordammo tutti e uscimmo dal castello mentre il sole tramontava sulla città.
Dovevamo tornare da Eamon, per quel giorno avevamo già fatto abbastanza casini vista la morte imprevista di Howe; inoltre per qualunque occhio estraneo a quella situazione, avevamo appena rapito la Regina del Ferelden era eravamo perseguibili!








Angolo Autore:
Ecco a voi un altro capitolo. Stavolta ci ho messo un po' di più visto che ho avuto un po' da fare e inoltre è un periodo in cui sono piuttosto facile ad annoiarmi (l'attesa a Dragon Age Inquisition è difficile da sopportare!). Passiamo subito al commentare insieme il capitolo.

Devo ammettere che... sono soddisfatto del capitolo ma non a pieno. Volevo fare sia “Salvare Anora” che “Problemi all'Enclave” in un unico capitolo. Incredibilmente però pare che il capitolo sia stato abbastanza lungo con la sola metà di ciò che volevo fare... quindi nel prossimo capitolo vedremo l'enclave e l'Incontro dei Popoli. Ora... iniziamo: spero di aver descritto bene l'idea della tenuta dell'Arle di Denerim e di non aver corso troppo in quella parte. Ho volutamente ricreato i sotterranei e le prigioni in un'unica stanza dove c'erano alcuni strumenti di tortura e alcuni fatti importanti per l'Incontro dei Popoli: il fratello di Bann Alfstanna per esempio e naturalmente la presenza di Riordan. Ho anche aggiunto il ritrovamento di Roderick, un brutto colpo per Myalee ma facile visto che nel suo cuore ormai c'è solo Alistair (e questo l'avevamo capito xD). Ho anche voluto tagliare il combattimento con Howe e sgherri perché il capitolo mi sembrava pesante e quindi ho creato una nuova versione del “combattimento”. E per amore del cielo ho eliminato il combattimento finale della tenuta, combattimento difficile ma almeno sono riuscito a sopravvivere o sarei dovuto andare a Forte Drakon come successe durante la mia prima partita, decisi di liberarmi insieme ad Alistair, molto imbarazzante visto che eravamo entrambi in mutande xD.

Non posso non ringraziare Alithea con tutto il calore che ho visto che è l'unica che ha commentato ogni singolo capitolo (quanta pazienza!) e soprattutto perché mi ha aiutato moltissimo con le sue recensioni e mi ha fatto andare avanti anche quando l'ispirazione mancava :).

Ho anche il piacere di ringraziare TheGreyJon che ha iniziato a commentare alcuni capitoli iniziali. E vorrei anche ringraziare Tezz per la breve ma bellissima recensione (definendo la mia storia una delle migliori) e un grazie va anche a WhiteMisteke, o semplicemente White, che mi ha allietato con il suo commento; spero che ci siano problemi se vi ho citati nell'Angolo.
Grazie a tutti coloro che leggono la mia storia, che l'hanno semplicemente aperta per sbaglio o che l'hanno letta, ma soprattutto grazie a tutti quelli che la leggeranno e la commenteranno. Ci vediamo al prossimo capitolo ^^.
  
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