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Autore: kuutamo    11/09/2014    2 recensioni
(SEQUEL di Craving For Deliverance**)
FINALE AGGIUNTO^^
" Chi è? "- mi chiese, continuando a fissarla.
" Una donna che ha perso tutto.. che disperatamente parla alla luna, bramando la liberazione. "
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ville Valo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tutto procedeva per il meglio a lavoro, o più precisamente con monotonia. Era una condizione abbastanza sopportabile dal momento che ero stata io ad averla voluta. 

Mentre servivo il caffè ad un tavolo un'adolescente mi guardò il petto e poi arrossì violentemente: avrà avuto si e no sedici anni e stava pranzando con quelli che dovevano essere i suoi genitori. Quando ero ritornata al tavolo controvoglia per portargli il conto non aveva neanche alzato gli occhi dopo lo sguardo truce che gli avevo rivolto in precedenza. Prima che uscisse dalla porta d'ingresso lo fermai per un braccio e gli dissi :

" Sai, non conquisterai mai una ragazza se al primo appuntamento ti comporti come poco fa - dissi in un tono che mi sembrò quasi materno - Forse qualcuna potrebbe starci ma di solito non funziona "

" Mi dispiace molto, non so davvero cosa dire "

" Delle scuse basteranno " dissi mettendomi le mani sui fianchi.

" Janne, dobbiamo andare " lo chiamò sua madre.

" Mi scusi signorina, sono stato inopportuno "

" Non preoccuparti, succede alla tua età, solo non rifarlo. Ciao Janne "

" Ciao " disse andandosene a testa bassa, la faccia rossa come non mai. Sorrisi tra me e me pensando a quanto tempo era passato da quando avevo avuto la sua età. Avevo sempre voluto essere più grande e crescere in fretta e di colpo ricordai perché. 

L'adolescenza per quanto possa essere indimenticabile, molte volte lo diventa proprio per le figuracce che si fanno. Gli ormoni in subbuglio e tutte quelle cose lì, imbarazzanti.

A volte mi sentivo ancora un'adolescente. 

 

 

Riordinai al tavolo e apparecchiai velocemente con le posate, affinché fosse pronto per i prossimi clienti. Quando ritornai vicino al bancone per riempire la saliera vidi una figura familiare entrare: Jesse.

Nel momento esatto in cui la porta si aprì Privilege degli Incubus iniziò a suonare violenta: sembrava uno di quegli incontri di pugilato, il momento in cui gli sfidanti si guardano negli occhi prima di perire. Pregai che non fosse venuto lì per me a rovinarmi la giornata o peggio ancora a farmi licenziare. Mi sforzai di non guardarlo ancora più male di come non stessi già facendo, e andai dietro il bancone a lavare una pila di bicchieri sporchi.

" Ciao " esordì.

" Ciao " risposi senza alzare lo sguardo da quello che stavo facendo.

" Hai due minuti? "

" Veramente no "

" Non puoi staccare ? "

" No, sto lavorando " mise a ticchettare con le dita sul bancone.

" Quando stacchi dal lavoro? Magari potrei ripassare "

" Oh Cristo, parla se hai qualcosa da dirmi. Basta che fai in fretta, non ho voglia di subirmi ancora i tuoi insulti per molto " scoppiai guardandolo torva. L'acqua intanto scorreva.

" Ok. Senti, volevo dirti che.. L'altro giorno ho esagerato. Mi sono sbagliato su di te, probabilmente "

Mi voltai con gli occhi sgranati verso di lui e chiusi automaticamente l'acqua per poter sentire meglio. Appena mi girai a guardarlo iniziò a guardarsi le scarpe, con le mani in tasca. Sicuramente gli era costato molto ammettere a se stesso quelle cose, figuriamoci venirmele a dire in faccia.

" No, aspetta. Voglio risentirlo " lui lì per lì non capì.

" Timo, mi prendo cinque minuti " 

" Va bene Matilda " disse dalla cucina.

" Vieni, sediamoci. Prendi qualcosa? "

" No, no grazie. Vedo che ora il tempo ce l'hai " disse camminando dietro di me. Mi sedetti e poi allungai il viso in un sorriso.

" Ti stavi scusando e non ho resistito "

" Veramente non mi stavo scusando, ho solo detto che ho esagerato "

" .. E che ti sei sbagliato su di me - precisai puntigliosamente assumendo un'espressione incuriosita e indagatrice - Che cosa volevi dire? "

" Ho detto probabilmente - mi guardò squadrandomi -Non ti sfugge proprio nulla " disse spaparanzandosi sulla sedia; pensai subito che quella posizione doveva essere scomoda come la morte, ma a lui doveva sembrare confortevole. Mi guardò lievemente imbronciato e riprese:

" Sai, sembra proprio che io sia l'unico a pensarla a quel modo su di te. Tutti hanno un'idea e un'impressione molto buona di te e forse dovrei ascoltarli "

" Tutti? " ripetei sbigottita.

" Si, mio padre, mia madre, Ville… " Mi sentii avvampare tutta in una volta: improvvisamente mi chiesi cosa sapesse di me la madre di Ville. Che vergogna.

" Avete parlato di me? " chiesi con il cuore il gola.

" Si, ma hanno detto solo cose belle lo giuro "

Risi nervosamente.

" Ti credo, ti credo " 

" Il problema per me è fidarmi delle persone " disse chiaramente.

" È un po' il problema di tutti.. " dissi cinicamente.

" Appunto, è difficile perché non si è mai del tutto sicuri di chi si ha davanti. Come si ci può fidare? "

" Un buon metodo è vedere come va, vedere come una persona si comporta prima di arrivare alle conclusioni " gli rimproverai. Si ricompose e posò i polsi sul tavolo, avvicinandosi.

" Ho visto mio fratello avvicinarsi e mettersi in mano a persone completamente sbagliate. Ha lasciato che lo prendessero in giro proprio sotto al suo naso, ma nonostante ciò sembra non aver ancora imparato la lezione "

" Però è molto schivo, introverso. Non lascia avvicinare chiunque e anche se pensi di essere abbastanza vicino si chiude a riccio - pensai malinconica. Jesse mi guardò e forse comprese l'intimità di quella constatazione. Dopotutto anche con me si comportava in quel modo - Fa vedere molto poco di sé, anche alle persone che gli sono più vicine " continuai.

" Non basta, non è bastato.. Ne basterà, suppongo " 

" Ti riferisci a qualcuno in particolare? " dissi conoscendo già la risposta.

" È piuttosto ovvio che mi riferisca a lei, non credi? E comunque avrai avuto modo di conoscerla, non ci vuole molto a capirla "

" Abbiamo avuto una discussione " mi uscì dalla bocca e il suo sguardo riflesse completamente il suo stato d'animo. Quella mia dichiarazione involontaria l'aveva intrigato.

" Quando? "

" Qualche tempo fa.. Si è lamentata delle mie attenzioni per Ville ed io l'ho risposta per le rime "

" Ah-ah avrei pagato per vederla annaspare in difficoltà. Dimmi, ad un certo punto ha fatto anche a te il giochetto del cambio d'argomento? "

" Esattamente… Anche tu hai avuto a che dire con lei? "

" Come si fa a non averlo fatto? Sembra quasi come se ti strappasse le parole di bocca "

" Non posso che darti ragione. Ogni giorno che passa è come se la trovassi più… "

" Viscida? " rise.

" Si - dissi, portandomi una mano alla bocca - Tu che cosa le hai detto? "

" In sintesi le ho detto di andare a farsi benedire, ma con meno dolcezza. Le ho detto di smetterla, di farsi da parte e di lasciar stare il mio fratellino "

" Un po' come hai fatto con me " dissi ricordando il nostro scontro.

" Fidati, in confronto ti ho trattata molto ma molto gentilmente "

" Allora mi considero fortunata " 

" Mi dispiace, so che non avrei dovuto ma per me è difficile credere nelle persone "

" Somigli a Ville per questo "

" Si.. Mi ha detto che hai passato un brutto periodo, ma non ha voluto dirmi perché. Continuava solo a ripetere che non poteva e così ho lasciato perdere "

" Ah .. " ero felice che non l'avesse fatto. Jesse mi scrutò, forse in cerca di qualche indizio nella mia espressione.

" Allora ho pensato di chiederlo direttamente a te se non sono troppo indelicato "

" Beh, a dir la verità… - iniziai - È che è davvero difficile e non so se ho voglia di dirtelo, insomma, ci conosciamo appena "

" Si, lo so. Ma voglio capire qualcosa in più di te, lo hai detto anche tu che è fondamentale conoscere una persona prima di giudicarla "

" Si ma questa cosa è piuttosto personale "

" È morto qualcuno a cui volevi bene, della tua famiglia? " tirò a indovinare.

" No, per l'amor di Dio, no " scossi la testa massacrandomi la pellicina intorno al pollice.

" Allora cos'è successo? Hai avuto problemi qui ad Helsinki con qualcuno? "

" No, mi trovavo in Italia quando è successo " dissi tirando via i palmi dal tavolino.

" Ti ha piantata il ragazzo? Sai, si sopravvive più o meno.. "

" … Sarebbe stato mille volte meglio " mi distrassi guardando i bambini che giocavano fuori in giardino. Ero molto a disagio e lui se n'era accorto, ma era determinato a scoprire a qualsiasi costo quello che voleva sapere.

" Guarda che non lo racconto a nessuno, so mantenerlo un segreto " mi voltai a guardarlo, seriamente.

" Alcuni segreti ti uccidono dall'interno, lo sai? Non so se tu possa farcela " mi guardò pensieroso.

" Tu prova, potresti stupirti " 

Respirai profondamente inalando l'aria permeata dall' odore di caffè. Dio quanto caffè bevevano i finlandesi, altro che alcol.

Mi guardai le mani tremanti e poi di nuovo lui negli occhi, gli stessi che sembravano avermi inchiodata a quella sedia. Feci un altro respiro.

" Dopo che saprai questa cosa mi guarderai con pietà e compassione, ed è una cosa che odio. Dio, non so nemmeno perché vuoi saperla ad ogni costo. Non ci conosciamo neanche "

" È proprio per questo che voglio così tanto. Mi rendo conto di chiederti troppo, ma è il modo più efficace che conosca per provare a fidarmi di una persona. I segreti sono personali, quindi non sai quanto ti capisco. Forse questo è l'unico modo che ho per vederti sotto una luce diversa. Purtroppo credo ad una cosa soltanto se la vedo con i miei occhi, sono fatto così " sorrise, ma io non ricambiai, anzi mi agitai ancor di più.

" Sono… Beh, qualcuno ha…ha tentato di forzarmi… " mi bloccai, le mani sudate sul grembiule, che stringevano le ginocchia.

" Ti hanno fatto del male?.. " disse a bassa voce.

" Fare del male è riduttivo. Definisci male. " riuscii a dire.

" ..Ti hanno picchiata? " chiese cauto.

" Un bastardo mi ha violentata " dissi guardandolo negli occhi chiari con lo sguardo di ghiaccio, lacrime calde che tentavano di scioglierlo. 

Aveva smosso il sottile strato di sabbia che si era formato in tutti quei mesi passati a cercare di dimenticare, cadendo nell'oblio. Mi aveva spinta con tutte le sue forze, ed ora aveva vinto. Nonostante ciò non disse una parola.

" Sarai soddisfatto ora che anche tu ..sai. Ville era l'unico a cui l'avevo detto, non avrei dovuto "

" Io… Io non potevo sapere che fosse una cosa così… Pensavo... ti chiedo scusa " disse portandosi le mani sul volto.

" Sei scioccato? Ti prego, non guardarmi come se fossi un piccolo orfano abbandonato per strada, non voglio la tua compassione, fiducia, amicizia solo perché ora sai questa cosa. Non lo voglio. Avrei preferito che mi chiedessi che musica ascoltassi o che libri leggessi, ma non questo "

" Era l'unico modo per potermi avvicinare sapendo di non sbagliare. Cerca di capire… Ville è mio fratello ma a volte devo fare io quello maggiore per lui perché non si sa prendere cura di se stesso anche se ci prova con tutte le sue forze… L'altro giorno non ti ho creduta sulla parola, e mi dispiace, ma era troppo poco per me. Questo.. questa cosa è forse il tuo segreto più grande e dentro di te sai che sei riuscita a raccontarmelo soltanto perché volevi che io mi fidassi di te o perlomeno che ti prendessi sul serio, e non come la prima esaltata che s'insinua nella vita di Ville. Con quello che hai fatto sei riuscita a dimostrarmi quello che non eri riuscita a fare con la discussione dell'altro giorno. Se non l'avessi voluto davvero dentro di te, sono sicuro che non me lo avresti mai detto "

Ascoltai le sue parole attentamente e intanto provavo a ricacciare indietro quelle maledette lacrime che mi pizzicavano gli occhi. Quello che diceva aveva senso, ma era stato troppo.. tutto. Era una cosa che mi era costato molto rivelare a Ville e ora l'avevo detta anche a lui… Pensai che forse dovevo interpretarlo e vederlo come un buon segno, come un segnale di recupero in un qualche modo. Mi sembrava quasi come se parlarne stesse diventando più facile, non meno doloroso ma più spontaneo in un certo senso. Come se dirlo a qualcuno stesse iniziando ad avere un'azione esorcizzante.

" Lo avevo detto solo a Ville - ripetei, come in uno stato di trance momentanea - Era il nostro segreto.. È stato diverso dirlo a te "

" Lo so… Credi di amarlo, vero? " disse scrutandomi quasi spaventato, ed io non capivo perché. Non capivo il perché di quella domanda.

" Cosa? "

" Insomma, hai litigato con Sandra… Ti prendi cura di lui quando è malato.. Ed ora questo, questa strana reazione: sembra quasi che dicendomi il tuo segreto, tu lo abbia tradito. Te lo leggo in faccia "

" Mi sento esattamente così, perché è una cosa che nessun altro avrebbe dovuto sapere "

" Capisco…. Hai denunciato tutto alla polizia? "

" Dopo che è successo sono partita.. " dissi tristemente.

" Capisco.. " 

Silenzio. Jesse mi guardava con un'aria a terra, molto dispiaciuta ma allo stesso tempo ancora con quella curiosità indagatrice nello sguardo.

" Mi fa piacere che tu me lo abbia detto, mi ha fatto capire molte cose di te Matilda. Voglio che tu lo capisca "

" Ah, sono contenta per te " dissi con un'accenno di stizza ed una stanchezza infinita.

" Sai, effettivamente sei diversa… Non sembra che tu abbia un altro fine oltre che stare vicina a Ville, servire caffè e dipingere " disse abbozzando un sorriso per sdrammatizzare.

" Già, come ti avevo detto d'altro canto… Sai, ti ammiro. Per quello che fai per tuo fratello, sei così determinato. Se ero chi dicevi che io fossi, sarei scappata lo sai? "

" Si, altre hanno fatto esattamente questo. Devo ammettere che mi divertivo molto a smascherarle "

" Però il fatto che io ti ammiri non vuol dire che mi stai simpatico, sia chiaro " dissi tirando su col naso e facendo un mezzo sorriso. 

" Neanche tu " disse serio, poi scoppiò a ridere trattenendosi con il palmo della mano.

" Non farlo soffrire… " disse una volta che il suo volto si fu disteso di nuovo.

" Preferirei soffrire io al suo posto " dissi distogliendo lo sguardo. E ne sto già scontando il prezzo, pensai.

" Tra di voi le cose come vanno? Se posso chiedere, ovvio… "

" Ma davvero, ora ti fai degli scrupoli? - dissi in tono di scherzo - È complicato sai.. Cerco di stargli accanto come posso ma ultimamente è difficile "

" Sei innamorata di lui? " mi chiese a freddo. Il mio sguardo guizzò su di lui, irritato.

" Non lo so "

" Se hai litigato con quella sottospecie di donna vuol dire che tieni a lui, ed anche parecchio "

" Io, io non lo so che cosa sento. Forse non dovrei sentire quello sento "

" Perché dici così? "

" È evidente, lui è impegnato al momento anche se fa di tutto per sorvolare sull'argomento "

" Si comporta così anche con me, è come se non volesse sentire storie a riguardo "

" Non lo capisco… A volte mi sembra così contrariato, corrucciato del suo stesso comportamento. Quando siamo insieme sento qualcosa, qualcosa di profondo e radicato e non posso averlo sentito solo io, capisci? Prova anche lui quello che provo io o almeno credo… Ma nonostante ciò… Non lo so "

" Credo che nasconda a se stesso quello  che prova per te Matilda "

Era strana quell'atmosfera che si era creata in quel momento, tutto intorno. Era nata una sorta di complicità e me ne accorsi dalla naturalezza che provavo a parlare di Ville con lui. Forse era solo perché dopotutto era suo fratello.

" A questo punto però non sono sicura che lui provi qualcosa.. "

Mise i gomiti sul tavolo e mi guardò districando l'espressione in un sorriso.

" Dovresti provarci davvero "

" A fare cosa? " 

" Dovresti provare sul serio a dirgli quello che senti.. Sai, tutto d'un fiato. E se lui non capirà, beh sarà uno stupido "

Lo guardai, interdetta.

" Credi? Due giorni fa non mi avresti fatta neanche avvicinare a lui, evitandomi come l'ortica "

" Già ma mi sono accorto che sei molto meglio di Sandra "

" Non è che ci voglia poi molto " mi scappò. Ma a Jesse non dispiacque affatto quel mio appunto.

La pensavamo allo stesso modo su di lei, come poteva essere il contrario?

 

" Mi ha fatto piacere parlare con te Matilda… E, scusami ancora, intendo per tutto "

" Ha fatto piacere anche a me, Jesse " .

Prese il berretto e si alzò dal tavolo e prima di voltarsi disse:

" Sai, è strano ma.. mia madre fa il tifo per te " .









Note:


Anita colpisce ancora !**

Jesse cerca di fidarsi di Matilda, e chissà se alla fine non ci riesca..

Come sempre, in particolare per la lite di Jesse con cosa, mi sono basata su ciò che gira, ovvero sulla lite del Tavastia.


Grazie a chi segue, legge soltanto e soprattutto recensisce !

Alla prossima.

Kiitos paljon

 

  
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