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Autore: Lachiaretta    11/09/2014    13 recensioni
Cosa sarebbe successo se dopo l'esplosione che portò via a Katniss una delle poche persone che realmente amava invece di essere salvata dalle forze della ribellione fosse stata catturata dai pacificatori. Quale sorte poteva riservare per lei il presidente Snow.
Katniss ora vive una vita tranquilla insieme alla sua nuova famiglia. Ignara di tutto ciò che era successo a Capitol City. Nessun ricordo degli Hunger Games. Della morte di Prim. Ma qualcuno non vuole rinunciare a lei e farà di tutto per ritrovarla.
DAL CAPITOLO 17: IO PEETA MELLARK PRENDO TE KATNISS EVERDEEN COME MIA LEGITTIMA SPOSA...
DAL CAPITOLO 10: mi lascio sfuggire due parole che non pensavo avrei mai potuto dire a nessuno. “TI AMO”.
Sono Katniss Everdeen, la ragazza in fiamme, e ora sto bruciando di passione e amore per il mio ragazzo del pane. Katniss Everdeen ama Peeta Mellark.
ATTENZIONE! SPOILER!!
Genere: Romantico, Satirico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katniss Everdeen, Peeta Mellark, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Alle cinque in punto vengo convocata da Haymitch nella radura. Esattamente al centro, dove si erge la grande guercia, il Presidente Snow dorme profondamente, e immediatamente mi domando come faccia in quella posizione tanto scomoda. Tre grosse corde trattengono l’intero suo corpo stretto al suo albero, una all’altezza delle ginocchia, una al torace e l’ultima ai fianchi che lega anche i polsi dietro la schiena.
Tra circa sessanta minuti tutto avrà finalmente fine. Il mio arco troneggia davanti a me, pronto ad eseguire il compito per cui è stato ideato. Uccidere il Presidente Snow.
“Sei sicura di voler essere tu a farlo, dolcezza?” Mi domanda titubante.
“Certo Haymitch, perché non dovrei?” Gli rispondo sforzandomi di fissarlo dritto negli occhi per togliergli ogni dubbio. È compito mio, lo è sempre stato.
“Stai per uccidere un uomo. Se non te la senti non è un problema, uno di noi potrebbe farlo al posto tuo.” Continua senza distogliere le sue iridi grigie dalle mie dello stesso colore. Stessi occhi da giacimento. Lui è sempre riuscito a leggermi dentro più di chiunque altro, forse anche più del mio vecchio amico Gale. Ma adesso si sbaglia. Lui non è un semplice uomo, è un mostro. E il solo pensiero di poter porre fine alla sua esistenza rivendicando tutte le persone che ha ferito, a cui ha tolto la vita, è un onore per me. Potrò finalmente vendicare mia sorella Prim, morta nella guerra causata da lui. Mio padre, deceduto nelle miniere in cui lui lo obbligava a lavorare. La famiglia di Peeta e il resto delle persone uccise dalle sue bombe dopo l’edizione della memoria.
“No, devo farlo io, voglio farlo io.” Gli rispondo annuendo vigorosamente, prima di disperdere il mio sguardo lungo tutta la radura. Manca qualcosa.. manca qualcuno. “Come mai c’è solo lui? L’altra prigioniera?”
Alla mia domanda Haymitch sgrana gli occhi stupito. “Intendi forse Delly?”
“Ovviamente si. Credevo di trovare anche lei qui.” Scruto nuovamente l’ambiente intorno a me quasi aspettandomi di vederla spuntare legata ad uno degli alberi.
“No, l’abbiamo chiusa in una delle prigioni sotto l’ospedale.” Risponde, le spalle alzate, la voce trattenuta, quasi non fosse sicuro di volermi dare questa informazione.
“E perché? Deve pagare anche lei per quello che ha fatto.” Gli dico con leggerezza. Non credo di aver mai odiato nessuno profondamente quanto lei in questo momento, fatta eccezione ovviamente per il vecchio legato di fronte a me.
“NO.” Non devo girarmi per riconoscere la voce alle mie spalle. Peeta Mellark. “Non credo che sia necessario.”
A queste parole mi volto verso di lui. I suoi grandi occhi azzurri mi fissano fieri e decisi. Mi scruta serio, il busto dritto, le braccia incrociate al petto. “Non credi sia necessario?” Gli domando alzando il sopracciglio destro.
“No.” Risponde semplicemente incurante di ogni mi possibile reazione.
“Ma.. Ci ha venduti?” Sibilo senza tuttavia ingenerare alcuna reazione in lui. “Peeta ha cercato di uccidermi.” A queste parole stringe i pugni, così forte da far sbiancare le nocche, talmente forte che posso notarlo nonostante il buio che ci circonda.
“Si è pentita. Sono ore che non smette di piangere.” Il suo tono di voce è basso, insicuro.
“E tu come fai a saperlo?” Chiedo incapace di credere a ciò che ho appena sentito.
“Sono stato con lei fino ad adesso. Sono ore che piange guardando il vuoto e chiede perdono.” Le sue parole mi colpiscono come un pugno. Un fulmine in un cielo che purtroppo non è più tanto limpido. 
“Sei stato con lei? Tutta la notte?” Sbotto in preda ad un attacco di gelosia. Con la coda dell’occhio vedo Haymitch furtivamente indietreggiare di qualche passo come a voler fuggire dalla battaglia a cui sta involontariamente assistendo.
“Si, tu eri con Gale e io sono stato con Delly.” Risponde semplicemente, scrollando le spalle. Un’espressione indignata gli si dipinge sul volto pronunciando il nome del mio ex amico.
“È questo il problema allora? Perché sono stata con Gale? Vorrei ricordarti che ero con lui solo perché la tua amica gli ha sparato. Anzi ha sparato a me, dopo averci venduti al Presidente Snow!” Ormai il tono della mia voce è aumentato di diversi decibel, senza rendermene conto mi ritrovo ad urlare contro il ragazzo del pane. L’indice della mano destra puntato contro il suo petto, quasi riuscisse a darmi un’aria minacciosa.
“Si è Gale il problema. Lui non è stato da meno. Hai già dimenticato quello che ha fatto a te? Ti ha portata via. Per non parlare delle sue bombe.” Alla parola bombe si blocca. I suoi occhi mi guardano incerti, quasi volesse rimangiarsi le ultime parole. La sua rabbia sembra essere scemata nell’istante in cui una lacrima sfugge dai miei occhi riversandosi lungo le mie guance e cadendo al suolo. Come può dirmi queste cose? Tirare in mezzo Prim solo per vendicarsi di Gale. Ad ogni respiro cerco di immagazzinare più aria possibile all’interno dei polmoni, che mi sembrano perennemente vuoti. La testa inizia a girarmi violentemente. La voce di Peeta mi rimbomba nel cervello.
Le sue bombe.
Eppure mi aveva detto che non dovevo incolpare Gale per la morte di Prim. Non era stato lui a dare l’ordine di sganciare le bombe. Lui era stato catturato poco prima di me. E adesso? Sta solo cercando di ferirmi.
Apro e chiudo la bocca un paio di volte alla ricerca di una risposta che non esiste.
Peeta fa un passo verso di me, me ne accorgo appena in tempo e riesco ad indietreggiare evitando il suo tocco. La mano che cercava di accarezzare il mio viso rimane ferma a mezz’aria, bloccata dal mio rifiuto, prima di ricadere lungo il fianco e stringersi nuovamente in un pugno.
“Adesso basta.” Sentenzia Haymitch alle mia spalle afferrandomi per i gomiti per sorreggermi. Deve essersi avvicinato alle parole dure del mio… fidanzato? “Stai esagerando ragazzo.”
“Katniss io..” Inizia ma blocco le sue parole sul nascere.
“No. Non voglio sentire più niente.” Grido voltandomi verso il mio mentore e stringendomi a lui, che ricambia il mio abbraccio.
“Forse dovresti andare.” Gli suggerisce Haymitch. “Tra meno di un’ora ci sarà l’esecuzione del Presidente, dopo metteremo ai voti la sorte della tua amica. Sarà l’intera comunità a decidere, come è accaduto per Hawthorne e Johanna.” Il suo tono non permette obiezioni e il ragazzo del pane si allontana senza più proferire parole, fissandomi ogni tanto con i suoi grandi occhi azzurri carichi di dolore.
Perché fai così?  
 
 

POV PEETA
 
Perché sono stato così stupido.
“Peeta Peeta. Sei riuscito a convincere Katniss?”
“Mi dispiace piccolo. Per ora non verrà fatto niente a tua sorella, ma sarà la comunità a decidere il suo destino.”
Il piccolo fratellino di Delly sembra essere cresciuto così tanto in questi giorni. Non riesce a perdonare le azioni di sua sorella eppure da quando è stata catturata poche ore fa non ha mai abbandonato il suo fianco, almeno finchè non è venuto a riferirmi il suo stato e a supplicarmi di aiutarla.
Se solo non avessi finto con Katniss di essere stato con lei.. Forse sarebbe andata diversamente. Che stupido, volevo solo farle provare cosa ho sentito io quando lei ha preferito stare con Gale piuttosto che con me, e ho combinato un casino. Ora odia ancora di più Delly e probabilmente convincerà la comunità a condannarla.
 
 
 
POV KATNISS
 
“Ciao. Come stai?” Mi avvicino a Gale che finalmente sembra del tutto sveglio.
“Meglio.” Brontola cercando di alzarsi a sedere con non poca fatica, senza nascondere un’espressione di dolore.
Mi fiondo su di lui per aiutarlo e bloccarlo sul cuscino. “Stai giù. Rischi di aprire i punti.”
“Ma.. Katniss, tanto tra poco mi dovrò alzare. Mia madre mi ha detto dell’esecuzione.”
Annuisco. “Si, ma tu non ci sarai. Mia madre dice che non ti puoi muovere, almeno per qualche giorno.” Sorrido vedendo il broncio che gli si disegna sul volto. “Gale.. Non sei più un bambino che non può giocare perché ha la febbre, sei un uomo e ti hanno sparato.”
“Ma..” Obietta facendo perno sui gomiti per alzarsi. Io però sono più veloce e lo schiaccio di nuovo sul cuscino. La facilità con cui mi impongo su di lui  rende chiarissima la sua debolezza. “Ho detto di no, Gale. Vuoi che ti leghi a questo letto per caso?” Gli domando seria.
A queste parole rinuncia a ribellarsi e si rilassa tra le lenzuola.
“E tu come stai?” Mi domanda scrutando i miei occhi con aria preoccupata. Odio che tutti siano in grado di leggere dentro di me così facilmente.
“è così evidente, vero?”
“Che stai malissimo? Vorrei dirti di no, ma sei uno straccio.” Alzo un sopracciglio irritata “Grazie eh!”
“Non fraintere Kat, sei sempre bellissima. Insomma.. si vede che non stai bene. Novità? Il bambino?” Mi ero quasi dimenticata di avergli rivelato di essere incinta.
“Sta bene credo. Per ora ho fatto delle analisi del sangue e ne ho avuto la conferma. Mia madre dice di non preoccuparmi comunque.” Gli rispondo tenendo lo sguardo basso.
“E allora? Cosa c’è che non va?” Continua non capendo il mio stato d’animo. Poi scrutandomi attentamente e scandendo bene ogni singola parola. “L’hai detto a Peeta?”
Scuoto la testa negando. Gli angoli della mia bocca si piegano involontariamente verso il basso e una lacrima che già da qualche minuto bussava ai miei occhi, mi sfugge facendosi strada lungo la mia guancia.
“Problemi in paradiso?”
Istintivamente mi alzo dalla sedia accanto al suo letto. “Se devi prenderci in giro, me ne vado.” Lui si solleva leggermente e afferra il mio polso, contorcendosi per il dolore. “No, Catnip, scusa. Non volevo prendervi in giro. Resta con me.” Lo fisso per qualche secondo prima di spingerlo nuovamente sul cuscino. “Va bene. Ma non azzardarti più.”
Velocemente gli spiego tutto quello che è accaduto nelle ultime ore, da quando mi ha raggiunto all’ospedale fino alla nostra discussione nella radura.
“è chiaramente ancora legato alla sua amica…” Inspira profondamente. “O forse è solo troppo geloso.”
Lo guardo dubbiosa. È geloso o ancora troppo legato a Delly?
“Katniss perché sei così ottusa? Apri gli occhi. Il panettiere ti ama da anni. L’hai ferito rimanendo al mio fianco e voleva solo ripagarti con la stessa moneta.”
E se avesse ragione lui.
Veniamo interrotti da mia madre che entra nella stanza. “Katniss scusami, Haymitch ti vuole. È arrivato il momento.”
Annuisco appena, alzandomi dalla sedia e dirigendomi velocemente verso la porta. Guardo un’ultima volta verso il mio amico e mia madre che ha preso il mio posto al suo fianco per controllare la sua ferita.
“Sii forte figlia mia.” Mi incoraggia. “Sarà finita prima di quando te lo aspetti e poi saremo liberi.”
Chiudo la porta e mi incammino verso la radura. Tra pochi minuti tutto sarà finito. Snow sarà morto.
 

 
Impugno il mio arco, la nocca del pollice giusto al centro dell’impugnatura. Sollevo il braccio perpendicolare al corpo e incocco la freccia che mi è stata consegnata. Afferro la corda con le punte dei polpastrelli e ruoto la spalla di quarantacinque gradi. Contemporaneamente chiudo l’occhio sinistro mentre con il destro miro il mio nemico ancora legato alla grande guercia. Così inerme, mentre guarda la morte dritta in faccia sembra molto più vecchio, più debole. Ma non mi lascerò trarre in inganno. Il ghigno che si dipinge sul suo volto lascia trasparire la sua vera natura. Malvagio dalla punta dei capelli alle dita dei piedi.
Beete alla mia destra sta riprendendo l’intera scena che verrà trasmessa in diretta in tutta Panem. Ancora una volta è riuscito a criptare tutte le trasmissioni dello stato e oggi nessuno, ma proprio nessuno, staccherà gli occhi dalla televisione. L’onore di telecronare l’evento è stato concesso a Peeta.
“Cittadini. Oggi si pone fine alle torture, alle sofferenze, alla tirannia che da anni ci strazia. Guardatelo. Visto così non sembra pericoloso, ma tutti conosciamo cosa è stato capace di fare e cosa potrebbe fare in futuro ad ognuno di noi. Quando questa freccia verrà scoccata quest’uomo cesserà di esistere e con lui Capitol City. Panem tornerà ad essere una nazione libera, guidata da un governo eletto dal popolo, democratico e pacifico.” Inspira profondamente. “Lo facciamo per noi, per voi, per i vostri figli e per i figli dei vostri figli. E ora scocca Katniss.”
Tra me e me aggiungo alcuna parole al suo bellissimo discorso. Per nostro figlio.
E lascio andare la corda. Il sibilo della freccia che velocissima taglia l’aria si perde nel sordo rumore che esce dalla bocca del presidente appena trafigge il suo petto.
 
Addio Presidente Snow.   

 
Angolo Autrice

Ciao a tutti...
Che dire.. siamo ormai alla fine.. cioè manca poco poco poco...
il Presidente Snow è morto, finalmente.
Adesso vediamo se Katniss riuscirà a sistemare le cose con Peeta.. e a dirgli che sta per diventare papà..
O ripiegherà sulle spalle del caro Gale.

Grazie ancora a tutti voi che fino ad adesso mi avete seguita e che continuate a leggermi.
Un abbraccio!

 
   
 
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