Crossover
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Autore: mydaimonissnake    12/09/2014    1 recensioni
Come si stabilisce se qualcuno è buono o cattivo? Le creature della luce sono davvero tutte buone? E quelle dell'oscurità tutte malvage? La verità è che chiunque è libero di scegliere da che parte stare. Solo scacciando tutti i pregiudizi e guardando veramente nel cuore di ognuno si può capire gli altri. E nel momento del bisogno, quando il destino della Terra è in pericolo, i veri eroi si uniranno, indipendentemente dalle razze a cui appartengono.
I personaggi della fic saranno quasi tutti tratti da telefim, anime, libri e quant'altro, alcuni manterranno i loro veri ruoli altri invece avranno una storia diversa che spiegherò man mano.
Grazie in anticipo a chiunque leggerà.
Genere: Avventura, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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SPIEGAZIONI
 
 
 




Dopo aver bevuto il sangue di Kabuto, Simona si sentì subito meglio.
A quel punto decisero di dare un’occhiata alla casa e agli oggetti di Orochimaru. Avrebbero portato via tutto quello che avrebbe potuto tornar loro utile, distrutto quello che avrebbe potuto essere pericoloso ed avrebbero abbandonato il resto.
Sasuke e Kabuto vennero mandati a fare i loro bagagli. Il piccolo vampiro aveva protestato a lungo, dicendo che non aveva nessuna intenzione di seguirli e che se la sarebbe cavata da solo.
Loro lo avevano ignorato e alla fine lui si era arreso, ma Alexander lo seguì comunque di sopra per tenerlo d’occhio, quando andò in camera sua a prepararsi.
Kabuto invece aveva reagito anche troppo bene, aveva accettato subito il fatto che il suo ormai ex padrone lo avesse dato via. Ora chiamava Simona: -la sua signora- cosa che lei non apprezzava troppo, ed eseguiva ogni cosa lei gli comandasse.
Dato che nemmeno gli altri si fidavano molto di lui, anche Kabuto venne seguito quando lasciò la stanza. Mark si assunse volontariamente la responsabilità di osservarlo.
Veronica si era messa a curiosare in giro, subito imitata da Morgan e Prentiss, mentre Hotch decise che quello era il momento migliore per chiamare gli altri ed informarli sull’esito della missione.
Anche Simona decise di fare una telefonata e chiamò il suo capo.
Dopo tre squilli Alucard rispose.
Simona lo sentì dire: -pronto- e poi udì il suono di diversi colpi da sparo.
-Alucard, sono Simona, ti devo parlare di una cosa piuttosto importante ed è urgente, puoi ascoltarmi?-
-Certo scimmietta! Dimmi tutto.-
-Sento un sacco di colpi di pistola però, sei sicuro di poter parlare liberamente?-
-Oh, sì, tranquilla. C’è solo questo stupido demone che si ostina a spararmi contro, ma non mi dà così fastidio, puoi parlare.-
-A me dà fastidio però, non puoi farlo smettere? Per favore.-
-Ok, dammi un minuto.-
Simona rimase ad ascoltare il suo capo mentre disarmava e catturava il demone, mettendoci anche meno di un minuto. Conoscendolo, Simona rifletté che Alucard non doveva essersi divertito affatto, il tutto era durato decisamente troppo poco.
Una volta che ebbe ottenuto la sua completa attenzione gli raccontò tutto quello che Orochimaru aveva detto loro su Lucifero e gli chiese cosa ne pensasse.
-Bè a quanto pare presto avremo di che divertirci. Gli angeli sono molto potenti e si dice che Lucifero sia uno dei più forti della sua specie. Persino io ho avuto difficoltà a batterli, quelle poche volte che mi è capitato di combatterci contro. Però dobbiamo assicurarci che le informazioni che ti ha dato quel delinquente siano vere, e visto che al momento io sono impegnato qui in Egitto, dovrete farlo voi. Chiamami non appena avrai interrogato questi Winchester e ne riparleremo, ok?-
Alucard era tranquillo, Simona sapeva che il pericolo non lo spaventava e che anzi, probabilmente ne era entusiasta, ma lei invece sentiva la paura cominciare a spedirle brividi lungo tutta la schiena al pensiero che nemmeno il suo mentore sarebbe stato capace di sconfiggere il loro nuovo nemico.
-D’accordo. Ciao!-
-Ciao, scimmietta, e salutami Vero e tutti gli altri.-
-Sì, certo.-
 
 
 
 


-Hotch! State tutti bene? L’avete preso?-
-JJ calmati! Sì stiamo tutti bene, ma purtroppo non lo abbiamo catturato.-
Hotchner spiegò la situazione all’amica e una volta che ebbe finito, la sentì sospirare, nervosa nel sapere quel pazzo ancora in libertà. Poi fu il turno di lei di spiegargli che anche loro avevano avuto dei problemi e gli raccontò della scomparsa di uno dei nuovi vampiri. Ad Hotch non fece piacere sentire che Rossi era andato da solo con quelle creature a cercarne altre, ma si fidava del collega, perciò non si preoccupò più di tanto.
 
 
 


Camminavano da diversi minuti quando finalmente Edmund si decise a parlarle. Lei non gli aveva rivolto la parola da quando erano usciti di casa e lui aveva passato tutto il tempo a chiedersi cosa fare. Si era quasi pentito di averla salvata quando aveva scoperto che faceva parte di una famiglia di cacciatori, ma poi si era vergognato di sé stesso per averlo pensato. Jen era una vampira e se non l’avesse soccorsa lui, ma un umano, si sarebbe sicuramente trovata in difficoltà. Ora però quelli nei guai erano lui e Lucy. I cacciatori non dovevano assolutamente sapere di Lucy, ma Edmund non sapeva come convincere Jen a non raccontare di lei alla sua famiglia, almeno non senza farle capire la verità. Edmund non avrebbe mai osato dire la verità su sua sorella ad una perfetta estranea. Però non poteva nemmeno lasciar andare Jen senza dirle nulla, doveva farsi promettere che non avrebbe parlato di Lucy a nessuno.
Alla fine aveva trovato una scusa da rifilarle che sperava lei si sarebbe bevuta.
Iniziò chiedendole scusa per il suo comportamento, e poi le raccontò una storia lacrimevole su come la sua famiglia fosse finita nei guai dopo la morte dei suoi genitori. Le disse che lui e Lucy erano stati cresciuti dal loro fratello maggiore, dei debiti che questo aveva contratto con degli strozzini per far fronte a tutte le spese, e di come lui fosse scappato da Londra, la città dove vivevano, non appena ne aveva avuta la possibilità. Continuò poi dicendole che qualche mese prima Lucy gli aveva scritto dicendogli quanto le cose fossero peggiorate, che Peter aveva cominciato a bere e che la picchiava spesso. Lucy era disperata e purtroppo per ottenere la cittadinanza americana ci voleva molto tempo, quindi le spiegò che avevano fatto tutto illegalmente. Le giurò che non avevano mai violato nessun’altra legge e che erano dei bravi ragazzi. Concluse quindi chiedendole di non dire a nessuno di Lucy, soprattutto ai cacciatori che se l’avessero scoperta sarebbero stati obbligati a denunciarla al ministero, che poi l’avrebbe rimandata in Inghilterra. Jen aveva creduto a tutto ed Edmund si accorse che sembrava sinceramente commossa per la loro triste sorte. Gli promise che non avrebbe detto nulla e addirittura lo ringraziò per la fiducia che le aveva mostrato raccontandole tutto.
Edmund si sentì come il peggiore dei traditori, la sensazione non gli era per niente nuova, ma erano anni che non la provava più e la cosa lo fece sentire ancora peggio, perché aveva infranto la promessa che si era fatto tanto tempo prima, quella di non tradire mai più la fiducia di nessuno.
Cercò di non pensarci, e di scacciare il senso di colpa che lo colse quando lasciò Jen da sola davanti al ristorante dove lavorava, esattamente dove l’aveva trovata quando era uscito alla fine del suo turno.
 
 


Note:
Per chi non lo sapesse Peter è davvero il fratello maggiore di Edmund e Lucy.
Come sempre grazie a chiunque ha letto anche questo capitolo, ma soprattutto voglio ringraziare Chicasensibile per aver messo questa storia tra le sue seguite e preferite. Grazie!
Un saluto a tutti,
Snake.
  
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