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Autore: Kano_chan    12/09/2014    11 recensioni
Dal Prologo:
"Sto aspettando e non so quanto ci vorrà, ma mentre aspetto vorrei raccontarvi la mia storia.
E’ una storia senza pretese perché racconta del mio viaggio in compagnia di 15 amici, delle mie origini, del mio amore, delle mie battaglie, del mio terrore e della mia gioia, delle mie ferite e delle mie vittorie: della mia vita insomma.
E se sulle prime vi potrà sembrare straordinaria in realtà per me è stata normalissima.
Ma vorrei lo stesso narrarvela.
Questa è la storia della Figlia della Montagna."
~~~~~
Dall'Epilogo:
Fine
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fili, Kili, Legolas, Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 39
Capitolo 39



Solo il viaggio che mi stava attualmente vedendo protagonista, mi aveva fatto capire quanto in realtà quello che mi circondava sull'Ered Luin fosse piccolo. Per esempio: l'enorme palo addobbato che sovrastava la zona delle danze a me sembrava enorme, tanto da farmi chiedere come fosse stato possibile tirarlo su. In realtà per gli standard delle altre razze (Hobbit esclusi) doveva essere invece ben piccolo...
Come cambia il modo di vedere il mondo quando lo scopri e lo esplori! Il mio palo della festa
in realtà così minuto! Mai lo avrei pensato.
Ma, basso o meno, sotto di esso quella sera c’erano moltissimi Nani, tutti intenti a saltellare di qua e di là ballando a ritmo della musica che si perdeva tutt’intorno fin sulle cime delle Montagne Azzurre.
C'era chi, ballerino provetto, piroettava come se non avesse fatto nient'altro nella vita e c'era chi, completamente ubriaco, si limitava a fare strani e buffi gesti che però venivano accolti ugualmente con applausi e risate. C'era aria di spensieratezza in sostanza. Ogni tanto anche il popolo di Durin, pur nel suo esilio, trovava il modo di godersi un pò di meritato riposo dal passato che li aveva visti protagonisti.
Per questo, nonostante tutta l'euforia generale, mi mancava la presenza di Thorin, perchè si sarebbe (per una sera) concesso anche lui il lusso di non preoccuparsi della sua gente...

-    Io per primo! - si prenotò Fili non appena raggiungemmo la folla danzante, agguantandomi una mano e trascinandomi in mezzo alla pista ignorando le proteste del fratello.


Io ridendo mi lasciai trascinare, e quello fu solo l'inizio di bellissime nonchè estenuanti ore.
Ballai, ballai in continuazione, facendo la dama prima di uno e poi dell'altro; ci fermavamo giusto il tempo necessario per riprendere fiato, far riposare i piedi e bere qualcosa, per poi ripartire subito.
Durante quelle danze sfrenate, dove veniva messa a dura prova la propria resistenza, inizia a sentirmi strana; spesso mi girava la testa e gli occhi mi bruciavano, ma volli dare la colpa al sidro e alle giravolte, nulla mi avrebbe rovinato quella serata.

-    Stai bene? Hai gli occhi lucidi -

Kili si sedette vicino a me, puntando anche lui lo sguardo sul fratello intento in un ballo dal ritmo sostenuto, in compagnia di una giovane nana che 
dall’espressione sembrava aver appena vinto alla cuccagna.

-    Tutto bene - confermai io - temo sia colpa dell’idromele - aggiunsi ridendo e lasciando scivolare la testa sulla spalla di Kili.

Quasi nello stesso momento, sentii le sue dita intrecciarsi alle mie.

E come tutte le volte, le farfalle sopite nel mio stomaco si ridestarono, solleticandomi piacevolmente l'anima.
Avrei voluto che quella sera fosse per sempre, che quella mano restasse nella mia per tutta la vita, ma non era ancora giunto il momento. Sospirai.

-    Cosa c’è? - chiese Kili muovendo le dita che stringevano le mie.
-    Sono felice - risposi semplicemente.
-    E la serata non è ancora finita - replicò lui e dal suo tono capii che stava sorridendo.
-    Che vuoi dire? - gli domandai, sollevando la testa per guardarlo.
-    Vedrai - ammiccò lui con una strizzatina d'occhio.
-    Ehi! Guardate che è quasi ora, forza! -

Fili arrivò trafelato e sorridente mentre alle sue spalle la nana con cui aveva ballato, lo guardava ancora come se fosse un enorme bignè di panna fresca. Kili allora si alzò trascinandomi con sé e io dovetti limitarmi a seguirlo mentre lui e suo fratello facevano strada.

-    Ragazzi ma dove stiamo andando? - domandai dopo un attimo, vedendo che ci allontanavamo sempre di più dalla folla per addentrarci in un piccolo boschetto ai margini del lago.
-    Un attimo di pazienza - rispose Kili procedendo a passo sicuro tra i tronchi.
-    Abbiamo trovato questo posto qualche giorno fa e abbiamo pensato che fosse bello per questa occasione - spiegò Fili, abbassandosi per passare al di sotto di un ramo particolarmente basso - ecco di qua - aggiunse poi, sollevando la fronda di un salice e facendomici passare sotto.

Quando sbucai dall’altra parte mi ritrovai a ridosso del lago; l’acqua lambiva il terreno che declinava dolcemente verso di essa.
Ma quello che mi sconvolse, furono le stelle che si riflettevano sullo specchio d’acqua. Lontano dalle luci della festa e con l’eco della musica e dei canti, mi parve di essere in un altro mondo. Cielo e terra si confondevano, rendendo così tanto labile il loro confine, da risultare sconcertanti.

-    Oh Mahal... - sussurrai impressionata, avvicinandomi alla riva finchè la punta dei miei piedi non sfiorò la risacca.

Stavo per girarmi a ringraziare i due fratelli quando le luci sull'altra sponda iniziarono a spegnersi poco alla volta.
La musica cessò, così come i canti, lasciando a permeare l'atmosfera solo il rumore delle onde e del vento nella notte.
Nel buio assoluto comparve improvvisamente una piccola luce argentata, seguita poi da un'altra e da un'altra ancora, finchè anche la spiaggia non fu cosparsa da una miriade di stelle.


-    Harin prendi -


Mi voltai verso Kili appena dietro di me: mi stava porgendo una lanterna argentata poggiata sopra una base di legno, questa rifulgeva splendente nel buio illuminandogli delicatamente i tratti.

-    Esprimi un desiderio e lasciala andare - mi esortò Fili al suo fianco, i capelli biondi accesi di riflessi lunari.

Io afferrai la lanterna e mi voltai di nuovo verso il lago.
Il desiderio che volevo esprimere brillava dentro di me intenso come quella luce che tenevo tra le mani, non avevo bisogno di pensarci ulteriormente. Aspettai quindi in silenzio i tre rintocchi che annunciavano il momento di mettere in acqua le lanterne e quando li sentii, mi chinai lasciandola scivolare sulla superficie. La guardai allontanarsi solitaria sempre di più, finchè non raggiunse le altre centinaia di lanterne che andavano formando una lunga striscia argentea sull'acqua. Quello era il fiume della montagna, una fila di lanterne argentate impregnate con i desideri di tutti quanti e che ricordavano le magnificenti vene di Mithril nascoste nel cuore dei monti.

-    Ti piace? - domandò Kili dietro di me.

Io mi voltai con una mano premuta a coppa sulla bocca mentre cercavo di trattenere le lacrime di felicità.

-    È stupendo.. grazie - risposi con un filo di voce mentre mi lanciavo a stringerli entrambi in un abbraccio.

Fu in quel momento che tutto d'un tratto un'ondata di malessere mi colse. La testa mi girò e le gambe si fecero molli.
Non fosse stato per le braccia dei due fratelli strette attorno alla vita sarei andata giù di peso.


-    Ehi Harin cosa succede?! - esclamò Kili allarmato.
-    Non mi sento benissimo… - risposi e sentii una mano farsi strada sulla mia fronte seguita da un’imprecazione in Khudzul.
-    Harin scotti! - esclamò Fili - hai la febbre alta! - aggiunse.
-    Lo so - mugugnai io
-    E sei venuta lo stesso? Dovevi dircelo!! - mi rimproverò Kili.
-    Non volevo perdere la festa e adesso ne sono ancora più convinta. Mi avete fatta così... felice... - dissi con la voce che si affievoliva.

L’ultima cosa che sentii prima di svenire, fu la schiena di Fili mentre mi caricava a spalle e la sua voce che diceva che Dis li avrebbe di sicuro ammazzati. Quando riaprii gli occhi era ancora buio e mi trovavo nel mio letto. Nel momento in cui voltai la testa dalla fronte mi cadde un panno bagnato. Il rumore ridestò sia Fili che Kili, addormentati uno sulla sedia della mia scrivania e l’altro appoggiato con la testa al lato del mio letto. Non erano ancora defunti fortunatamente.

-    Ohi Harin, come stai? - chiese il minore stropicciandosi gli occhi con una mano.
-    Un po’ meglio, ma mi sento stanchissima... - risposi con voce impastata.
-    Che sollievo! C’è mancato poco che mamma ci decapitasse seduta stante sai? - commentò sollevato Fili, seguitando a sbadigliare, segno che il pericolo era già stato scampato. 
-    Ci siamo offerti volontari per assisterti, per questa ci è andata bene - aggiunse Kili.
-    Restereste a dormire qui? - chiesi io ad entrambi - come quando eravamo bambini? E' da tanto che non lo facciamo - spiegai vergognandomi un pò per quella richiesta infantile.

Ma i loro sorrisi dicevano l'esatto contrario di ciò che pensavo, così gli feci spazio per permettere anche a loro di infilarsi nel letto.

-    Fee vedi di non spingere o rischio di ritrovarmi per terra - lo ammonì Kili dal mio fianco sinistro.
-    Ma se sei tu quello che si agita sempre nel sonno - lo rimbeccò l’altro.
-    Se vi dico che vi voglio bene la smettete di fare cane e gatto? - domandai già più di là che di qua.

Loro ovviamente continuarono senza nemmeno avermi sentita.
Scivolai nel sonno con le loro voci a cullarmi e quando terminarono il battibecco, anche i due principi si unirono a me.
Dis la mattina dopo ci trovò tutti e tre stretti sotto le lenzuola, la vedemmo sorridere un po’ commossa perché, come ci spiegò, aveva rivisto tre piccoli nanetti in un unico letto, ma ormai cresciuti. Tre nanetti che il giorno dopo avevano tutti l’influenza...


Stavo ancora sognando quel bellissimo ricordo, quando un fastidioso luccichio mi balenò davanti agli occhi più di una volta.
Infastidita li aprii. In casa di Bard c’era un silenzio assoluto, tutti dormivano ancora.

Guardai Kili vicino a me profondamente addormentato, finchè non si ripresentò quel luccichio che mi fece voltare verso la finestra.
Era un bagliore rossastro, appartenente a qualcosa che si muoveva appena fuori dalla finestra, come se una luce stesse colpendo uno scudo appena lucidato.
Cercando allora di non fare rumore mi alzai, e a piedi nudi mi avvicinai alla finestra parzialmente coperta da una spessa tenda. Al di fuori il bagliore stava crescendo, diventando sempre più forte; non più rosso, ma di un giallo intenso.
Con mano incerta scostai la tenda e rimasi sconvolta.

Davanti a me c’erano una paio di immense fauci irte di denti e totalmente spalancate; vedevo le fiamme crescere al fondo della gola e prepararsi ad uscirne; un occhio giallo dalla pupilla verticale mi fissava compiaciuto.
Mi stavo per voltare indietro ad urlare a tutti di scappare, quando venni investita in pieno dalla fiammata.
Tutto intorno a me fu fuoco, fiamme e morte.



Spazio Autrice:

Parto con una piccola rettifica, nel capitolo precedente ho chiamato l'evento "lago dorato" in realtà volevo scrivere "lago argentato" visto il richiamo al Mithril quindi chiedo scusa per questa svista!
Poveri Kili e Fili accusati in recensione di aver drogato Harin xD Molto più banalmente la nostra nana s'è buscata un'influenza con i fiocchi!
Che però non è riuscita a rovinarle la serata =) Mi auguro di essere riuscita a descrivervi la scena delle lanterne come l'ho immaginata nella mia testa; ci tengo molto a questo! Per il resto vi lascio un pò con il fiato sospeso. Come al solito direte voi! Già, ma non sarei io se no ;)
Un caro grazie ai miei lettori, ai miei recensori e a tutti colore che hanno aggiunto la storia nelle preferite, ricodate (AxelKyo) e seguite (Trafalgar Revy)!

Tak khaz meliku suz yenetu,

Marta


p.s. scusate se posto così tardi ma sono rientrata alle sette e mezza....
  
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