Libri > I pilastri della terra
Segui la storia  |       
Autore: HeavenHell    13/09/2014    2 recensioni
Ne "I pilastri della Terra" l'ex sceriffo William Hamleigh viene giustiziato con un'impiccagione al patibolo di Shiring, il feudo che ha ingiustamente strappato dalle braccia dei figli del defunto traditore Bartholomew. E se la sua morte non fosse avvenuta? E se ci fosse stata una svolta del destino a cambiargli totalmente la vita?
Premetto che non sono un granchè nello scrivere e non ho mai aspirato ad essere un'autrice, ma mi piacerebbe molto sfogare la mia fantasia e condividerla con tutti voi lettori.
Mi piace molto leggere e amo lo stile di Ken Follett. Un nome, una garanzia.
E come potete dedurre dall'apertura di questa breve premessa la mia fan fiction ruoterà intorno alle vicende del tanto odiato William Hamleigh e l'oggetto della sua lunga e insoddisfabile ossessione: Aliena.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Aliena, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La manifestazione ebbe un'apertura fantasiosa: numerosi artisti e musicisti affollarono le strade esibizionandosi in varie forme di intrattenimento.
L'intero villaggio era accorso in piazza per assistere agli innumerevoli spettacoli di arte, magia e musica. 
Le donne osservavano affascinate i giovani musicisti che riempivano le loro orecchie con dolce sinfonie suonate dagli antichi strumenti, i bambini non facevano altro che guardare stupiti i trabocchetti di magia e gli uomini applaudivano degli esibizionisti che sputavano fuoco. I cosiddetti giocolieri venivano chiamati mangiafuoco, difatti dalle loro bocche fuoriuscivano danze di fiamme come accadeva ad una figura mitologica,ovvero il drago.
Qualche ora di intrattenimento e, intorno alle mezzanotte, finalmente i cancelli del castello si spalancarono e i lord del villaggio annunciarono l'avvio alle danze.
Un gruppetto di fanciulle si radunò al centro della piazza, accanto al castello, e si presentò con uno spettacolo di danza accompagnato dalle dolce melodie dell'arpa, del liuto e della viella. Tali fanciulle venivano chiamate "Le giovani vergini" per via degli incantevoli abiti che indossavano. Essi erano di un bianco panna che traspariva purezza e castità.
Quando il saggio terminò e le ballerine indossarono le maschere che rappresentavano alcune delle divinità greche, gran parte degli spettatori si spostarono sulla piazza per unirsi alle danze.
Molti di loro, come le fanciulle, coprirono il proprio volto con una maschera di gesso e ricoperta dai dipinti e decori che formavano i lineamenti del viso greco. Alcune erano differenti dalle altre e alcune invece erano chiaramente simili tra di loro.
Ma le maschere avevano un prezzo,e innegabilmente erano gli abitanti a pagarlo. Il conte aveva ingaggiato un ottimo e conosciuto fabbricatore di maschere e aveva fatto sì che ci pensassero gli altri a compensarlo. Motivo per cui i popolani del rango inferiore trascorrevano la serata con il viso scoperto, ma ciò non impedì loro di divertirsi.
Lord Robert era indiscutibilmente un brav'uomo e aveva autorizzato agli infedeli di celebrare la serata in onore degli dei dell'olimpo, ma non poteva permettersi di perdere gran parte del denaro per futili motivi.
Aliena gironzolava cautamente per il centro del villaggio con una maschera che le copriva interamente il viso, lasciando scoperti solo un paio di occhi curiosi. 
Vendendo il giovane cavallo e il vecchio bue Aliena e George si erano accumulati una gran somma di denaro. Con il permesso di George, Aliena aveva poi sottratto da essa una minuscola quantità di penny. 
Un penny per la maschera e qualche farthing per una pergamena pulita, una piuma di oca e inchiostro.  Aveva accuratamente nascosto gli acquisti sotto un asse di legno del pavimento; prima o poi avrebbe avuto l'occasione di scrivere una lettera a suo figlio Thomas e rilevargli così il nome del villaggio ove era stata imprigionata. 
Desiderava scrivere a suo marito ma, vivendo a Kingsbride, considerava la possibilità che la lettera sarebbe finita tra le mani dell'ex priore Philip. Con Thomas avrebbe corso meno rischi.
Una volta uscita da casa si era recata dalla bottega del fabbricatore di maschere e aveva studiato attentamente le sue opere, alla ricerca di quella che sarebbe poi divenuta il suo travestimento.
Era rimasta indecisa tra due incantevoli maschere, sotto i dettagli forniti dal fabbricatore aveva capito che l'una rappresentava Artemide e l'altra Atena. La prima era la dea della caccia, della verginità e del parto, la seconda invece era la dea della saggezza, della sapienza e della guerra fatta per giusta causa.
Le attirava il pensiero di impersonare Artemide ricordando i primi momenti passati nella carità e nella disgrazia. Momenti in cui dovette usare la spada per uccidere alcuni uomini e minacciare un servo di Dio per sopravvivere.
Ma l'altra maschera le ricordò vivamente il motivo per cui si trovava lì, a Jarrow. Aveva dichiarato guerra a William Hamleigh rifiutandolo come sposo per un giusto motivo:  non voleva rinunciare alla propria felicità.
Guidata dall'istinto, Aliena pagò il fabbricatore e lasciò la bottega con la maschera di Atena sotto braccio.
George invece si era perso gran parte dello spettacolo e non aveva libertà di partecipare alle danze sentendosi in dovere di tenere sotto controllo la taberna. Motivo per cui Aliena assisteva alle esibizioni degli artisti di strada con un lieve sorriso sulle labbra..non averlo intorno era un grande sollievo per lei.
<< Atena, immagino >> 
Aliena si voltò e vide la moglie del conte avvicinarsi a lei dopo essersi complimentata con un giocoliere per la sua bravura. 
Aliena si chiese come lady Anne avesse impiegato poco tempo a riconoscere la propria maschera.
<< Esattamente >> Si apprestò a salutarla con un rispettoso inchino. Si scoprì poi il viso dalla maschera e sorrise alla contessa.
Subito il suo sguardo venne attirato dall'abito che ella indossava; le sensuali curve di Lady Anne erano nascoste sotto una stoffa lunga e rigorosamente costosa. Le maniche erano leggere e di pizzo, l'orlo della gonna le superava di gran lunga le gambe e la scollatura era quadrata e abbellita con dei graziosi fiorellini. Aliena la trovò infinitamente stupenda in quel vestito color verde smeraldo.
La inividò per l'ennesima volta. 
Sentì anche la mancanza di indossare abiti nobili ma, per non finire sotto le grinfie di George, era costretta a dimenticare i tessuti costosi. Almeno fino a quando non si sarebbe liberata di lui.
<< E voi siete...Afrodite? >> Provò a indovinare Aliena. Sì, la dea dell'amore e della bellezza le calzerebbe a pennello.
Ma lady Anne scosse il capo con una leggera risata. Imitò la sua nuova amica scostandosi la maschera dal viso.
<< Sono Cibele, la dea della natura >> Le spiegò facendole un piccolo e ironico inchino per simulare una finta presentazione. 
Ecco spiegato il motivo del colore del vestito e dei fiorellini che sporgevano dalla scollatura.
Quando gli occhi verdi di Anne si posarono nuovamente su Aliena, le chiese con voce profonda alludendo alla maschera di Atena : << Vi sentite saggia, mia cara ? >> 
A quella domanda Aliena si ritrovò in uno stato di imbarazzo e soggezione. Non potendo rivelarle il vero motivo per cui avesse scelto di impersonificare la dea della saggezza, formulò un'ennesima menzogna: << No, non credo di esserlo. Ma Atena mi ha sempre affascinata >>
Il cuore di Aliena riprese a battere quando Anne annuì con il capo, apparendo convinta della sua risposta. Si sentì profondamente dispiaciuta per averle alterato la verità, ma si promise che un giorno o l'altro le avrebbe raccontato tutto.
<< Vi lascio alle danze, Atena >> Anne marcò l'ultima parola per ricordarle di tornare a indossare la maschera e sollevò il mento per indicarle di voltarsi dietro.
Aliena ubbidì e si girò.
Si trovò poi davanti ad un uomo con il volto nascosto dalla furia di Ares. Riconobbe il travestimento dello sconosciuto per via dell'espressione arcigna dipinta sulla maschera.
Ares era il dio della guerra e veniva disegnato come un uomo brutale e sanguinario.
L'uomo le fece un inchino e protese la mano verso di lei per invitarla ad unirsi alle danze.
La reazione di Aliena non tardò ad arrivare: ella s'inorridì e si rivoltò verso la direzione di Anne non sapendo come rifiutare la proposta dell'uomo, ma la sua amica era ormai lontana e sorrideva furbamente.
<< Ares desidera ballare con sua sorella Atene >>
L'espressione di Aliena divenne doppiamente raccapricciante non appena riconobbe la voce maschile.
Era George.
Tornò a scattare il capo verso di lui e indietreggiò di qualche passo per tenersi a debita distanza da lui. 
<< Cos...cosa ci fai qui? >> Ricordò di averlo sentito dire di non poter partecipare alla grande serata per via degli impegni a lavoro.
<< La taberna ha chiuso prima del previsto >> Le spiegò brevemente George sollevandosi la maschera sul capo. 
Aliena non trovò alcuna differenza tra lui e il dio Ares, anzi erano spiccatamente simili tra di loro. Entrambi con l'animo macchiato dall'odio e dalla brutalità.
George accorciò quei pochi passi di distanza da lei. Aliena tornò a scostarsi da lui ma, indietreggiando ancora, si trovò alla fine con le spalle al muro.  
Maledì il muro di pietre che le impediva di fuggire da Ares.
Fissò un punto nel vuoto per evitare gli sguardi di George. Si sentì tormentata sotto i suoi pungenti occhi.
<< Dunque? >> George si avvicinò ancora di più alla sua preda e appoggiò entrambe le mani sul muro, poco sopra la testa della donna, in attesa della sua risposta riguardo al ballo. 
Aliena si sentì soffocare in quella sorta di trappola e non esitò a fuggirvi.
<< Io non ballo con gli infami >> Gli rispose seccamente lei staccandogli un braccio dal muro per sgattaiolarvi fuori.
Prese a correre per tenersi il più lontana possibile da lui, sebbene fosse schiacciata dalla consapevolezza di doverlo rivedere a casa.

Al termine della serata Aliena salutò i lord del castello , li ringraziò ancora una volta per aver invitato lei e il suo finto marito al pranzo di Pasqua e si ritirò nella propria dimora.
Rientrando si sentì sollevata nel vedere il letto matrimoniale vuoto. George era ancora lì fuori, da qualche parte.
Si svestì e ringraziò Dio per averle donato un pò di stanchezza. Tutte le notti soffriva di insonnia.
Si infilò sotto le candide coperte e si stese su un lato dando le spalle alla porta.
Non ebbe il tempo di abbassare le palpebre e lasciarsi cullare dalle braccia di Morfeo una volta per tutte che sentì dei rumori vicini. Dei passi pesanti e la porta si spalancò.
Rimase col fiato sospeso intuendo di non essere più sola a casa....George era appena tornato e la sua mente non era totalmente lucida. Ciò lo comprese dalla difficoltà del "marito" di infilare la chiave nella toppa per serrare la porta.
Pregò silenziosamente e disperatamente Dio affinché George crollasse immediatamente nel sonno, senza ulteriori violenze e stupri. 
Chiuse gli occhi fingendo di dormire ma, con sua somma sorpresa, se lo sentì barcollare verso la sedia. 
George vi sedette ma continuò a svuotare la brocca di vino, probabilmente rubata dal buffet accuratamente preparato dai servi di Lady Anne.
Una volta finito il vino George lasciò cadere la brocca di ceramica a terra, frantumandola in mille pezzi. 
Aliena sussultò a quel rumore, ma continuò a tenere gli occhi chiusi.
George si lasciò andare sullo schienale della sedia con un'aria di quello che aveva bevuto troppo.
Successivamente, inaspettatamente, George cominciò a parlare con voce strascicata : << Io non sono cattivo... >>
<<... Tutte le mie azioni derivano dall'infanzia. Sin da bambino, ho vissuto ogni attimo della mia vita sentendomi intrappolato come un moscerino in una ragnatela. E la grande tarantola è mia madre..>>
Aliena se lo sentì sospirare.
Tese le orecchie, la verità veniva raccontata solo da due tipi di uomini: i bambini e gli ubriachi.
<< ... Temo l'inferno per colpa di mia madre, tendo a compiere ingiustificabili atti per accontentare mia madre... ho ucciso, ho complottato, ho fatto di peggio solo per vederla orgogliosa del suo unico figlio! >> Esclamò lui con una punta di odio nella sua voce, ma poco dopo quest'ultima mutò. Il tono divenne leggero ed addirittura incrinato.
<< Mi ha avvelenato, Aliena>>
Aliena pensò con sicurezza che George stesse confessando con gli occhi lucidi.
<< Ha rubato il mio cuore, il vero me stesso, e l'ha gettato da qualche parte per far di me il figlio prediletto che ella aspettava. Ma tu, Aliena, in qualche modo hai dato vita in me qualcosa che...che... >> George borbottò non sapendo come definire il sentimento che provava verso di lei.
<<...Sin dalla prima volta che ti ho vista sono rimasto abbagliato dalla tua bellezza. Ti desideravo, e ancora di più quando rifiutasti di sposarmi. Ho compiuto atti spiacevoli per te e, lo ammetto, ho provato gusto nell'infliggerti dolore >> 
A quelle parole Aliena si strinse nel cuscino tentando di trattenere le lacrime.
George aveva appena ammesso di essersi divertito nel violentarla e nel rubarle il feudo di suo padre.
<< Gli anni sono passati e la tua bellezza e la tua gioventù non sono più come una volta, ma...dannazione, non esci mai dalla mia testa! >> 
<< Sarà perchè mi hai ricordato che nel mondo non esiste solo odio, potere e sangue. 
O sarà perchè sei una strega e mi hai lanciato una maledizione , legandomi a te per sempre >> 
George sospirò nuovamente. Passò qualche minuto di silenzio ed egli riprese il discorso : << Sono perfettamente consapevole di essere stato una pedina di mia madre e del vescovo Bigod. Loro mi ordinavano di sporcarmi le mani di sangue e io, senza un cuore e un anima, obbedivo. 
Più mi trascinavano in basso, più loro avanzavano di un gradino sul piedistallo >>
George scosse il capo con un'amara risata. Dalla morte della madre aveva compreso che aveva perso gran parte della sua vita intrappolato nella ragnatela tessuta da lei stessa. Il vescovo Bigod era soltanto un altro moscerino finito tra i fili della ragnatela ma, a differenza di George, aveva più possibilità di sopravvivenza. 
Un respiro profondo e gli occhi di lui si posarono sulla figura distesa di Aliena.
<< Ho giurato di odiarti, ho promesso di dimenticarti ma poi ti ho rivisto e ho perso cento battiti >>
Una frase, diciotto parole e un amore appena dichiarato.

Spazio scrittrice 

Premetto che questa fan fiction si basa sul libro, anzichè sulla serie. Pertanto William non ha MAI avuto un incesto con sua madre.
La gif l'ho prelevata da Tumblr, ho solo aggiunto la frase.
Spero che la storia non vi ha annoiato :)
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > I pilastri della terra / Vai alla pagina dell'autore: HeavenHell